UN LUCIANI DA QUOTA ASTRONOMICA FA IL BIS DOPO AVER CALATO IL SIGNUM... TRA JURASSIC E LOST WORLD L'ACCOPPIATA E' PRESTO FATTA: JURASSIC WORLD, NEI MIGLIORI CINEMA.
L'allevatore di Jurassic Park, poi ribattezzato per un misterium, Jurassic Blu segna il doppio colpo sempre all'ultima di Merano e questa volta con un fantino alla prima vittoria in siepi in Italia, in luogo di un allenatore.
Articolo di Matteo Mancini.
Jurassic Blu, originariamente chiamato Jurassic Park, in onore al film di Spielberg uscito nel 1993 e passato alle aste ANAC con tale nome proprio in quell'anno, fa affiorare una certa nostalgia del tempo che fu, una nostalgia che richiama in causa persino i blasonati colori della Gerecon Italia, grande estimatrice di cinema come dimostrato da tanti dei suoi portacolori. Figlio di Fayruz e di Hollywell, Jurassic ricevette questo nome dal suo allevatore Stefano Luciani che poi lo vendette alla scuderia Gerecon e da questa passò alla scuderia Otto di Monaco (no, non è il nome di una città, ma quello di un allenatore credo fiorentino). No, non ha nemmeno niente a che fare con Viaggio al Centro della Terra dato che il suo protagonista si chiamava proprio Otto. O forse, invece, ha a che farvi visto che avevamo citato questo romanzo in occasione della presentazione della corsa vinta da Signum (uno che è figlio di Islandia), nell'ultima di Merano di un paio di settimane fa. E si... perché anche Signum era un prodotto proveniente dagli allevamenti Luciani e oggi, all'ultima di Merano, debutta un certo Nostalgia di Fano e indovinate un po' chi ne è l'allevatore? Proprio lui, Stefano Luciani. Il tutto avviene in occasione dell'uscita del quarto episodio dei dinosauri, Jurassic World, e nella giornata meranese non possono mancare una figlia e un nipote di Lost World, nome ricollegato a un certo romanzo del 1912 di Conan Doyle da cui tutto ha avuto inizio e che potremmo definire il nonno di Jurassic Park, il film, tanto che il romanziere Michael Crichton lo ha citato come sottotitolo del secondo episodio, e pensate un po', questo Lost World, il cavallo, è padre della compagna di colori nonché madre di quel Silver Tango finito proprio alle spalle di Signum e ancora una volta in pista all'ultima contro un prodotto griffato Luciani, quello che mise in razza un certo King of Tales e che tanto fu emozionato dal primo capitolo di Steven Spielberg.
Andiamo però a vedere cosa è successo in pista, perché quel che è successo in sala l'ho già scritto in un altro blog.
Cinque prove in ostacoli, ritorna il cross riservato ai gentleman e amazzoni, è il sesto della stagione. In scena anche due steeple e due siepi di cui una per tre anni.
Dominio pressoché assoluto per Paolo Favero che centra quattro vittorie su cinque, più una quinta in piano con Red Pilgrim che premia la fiducia del suo entourage con il secondo successo consecutivo sulla lunga distanza e con Ferramosca in sella in luogo di Jana Prikaska. Il trainer di Sinigo vince, ma ottiene tutti successi inattesi con le seconde linee più in palla dei favoriti. A giocare bislacchi tiri mancini è il terreno insidioso, come dimostra la caduta nel tratto piano di Shame (cavallo che ha segnato il record di uscite stagionali con nove corse sulle spalle), ma anche risvolti dai tratti thrilling come nel cross di apertura che ha visto un duello tiratissimo per la leadership tra il positivo Regain Madik e l'APQS Uvea. I due, come avevamo paventato altrove, si sono dati gran battaglia, ma sono finiti per non imboccare correttamente un passaggio obbligato con consequenziale squalifica finale. Vince di gran classe Regain Madrik, ma Claudia Wendel dovrà strozzare il suo grido in gola, mentre Uvea cede nettamente alla distanza ingoiata dal finale, sul passo, di Monte Pelmo che regala il quarto successo a Riccardo Belluco su cinque prove, davanti a un buon Pakamo, al rientro sugli ostacoli da due anni e con l'irlandese Shanahan in sella (unico ad aver vinto tra i professionisti nella stagione), e un Doux Amer in deciso regresso.
Grande protagonista anche Francesco Contu, il decano degli allenatori ostacolistici e il veramente sfortunato in tutta la stagione. Il trainer sardo ha almeno tre vittorie in meno in classifica frutto di svariate cadute sull'ultima siepe e di distanziamenti discutibili. Anche oggi poca fortuna per lui con la bellezza di tre secondi posti fino al clamoroso successo finale centrato dal debuttante Nostalgia di Fano, quotato 47 a 1, il quartultimo cavallo del campo di tutta la riunione. Sono dunque Contu e Nostalgia di Fano i protagonisti assoluti della giornata. Proveniente anch'esso dall'allevamento Luciani, che aveva visto trionfare due settimane fa un altro debuttante, Signum, la baia ha sorpreso tutti regalando la prima vittoria in carriera in siepi al fantino Andrea Manuele. La femmina è sempre rimasta in coda al gruppo insieme al compagno di allenamento Denonvai per poi farsi sotto nelle ultime battute di gara, poco prima dell'imbocco della curva finale. Bravo nella gestione Manuele capace nel tratto piano finale di resistere al grande ritorno di Silver Tango, sempre brillante sui primi. I due separati da corta incollatura per quella che è l'accoppiata più perfetta della giornata. Primo un prodotto dell'allevamento di Jurassic Park, secondo il nipote di Lost World. Completa il podio il ritrovato Sbarazzino, quest'oggi in palla dopo il deludente debutto, ancora per Francesco Contu al training (un primo, tre secondi e un terzo posto nella giornata). Passo indietro, ma non troppo per Kandhamal che chiude davanti a quello che fino a oggi era considerato il leader generazionale ovvero Multiplier, quinto e mai in condizione di impensierire gli avversari. Malissimo, peggio del solito, Ho Yam Lay, fermata al termine della dirittura opposta a quella di arrivo, e Misterium.
Torna alla vittoria Dar Said, sui 3.900 in steeple del Val Passiria, ed è l'unico favorito in casa Favero a vincere. Il nove anni regala la terza affermazione a Rosati Colarieti che si sistema in seconda posizione alle spalle di Giulio Frascatani nella speciale classifica dedicata agli allevatori italiani. Trentunesimo successo per Jo Bartos, il settimo a Merano, ma grande battaglia finale col debuttante in Italia A Ton Tour. Il nuovo acquisto della Milano è andato molto vicino ad aver ragione sul fucsia e ha sferrato un duro attacco al favorito, non riuscendo tuttavia nell'aggancio. Terzo, vicino, Alcydon Fan. La gara è stata segnata dall'andatura moderata imposta dall'Aqps Top Secret, poi buon quarto sul passo. Rientro incolore per Giant Hawk, mai in corsa Mamacita Tango che fa comunque piacere vedere in pista dopo il brutto capitombolo sul muro. Caduto sulla curva di Marlengo, nel tratto piano, Shame.
Degna di nota infine la vittoria al debutto in Italia per l'irlandese Gary Derwin che ha spinto con grande energia Constantine (altro film che ho visto al cinema) in una sorprendente passerella finale nel Pr. Or Jack. Il figlio di Holy Roman Emperor ha dimostrato grande attitudine al terreno e alla pista e ha piazzato uno spunto finale sorprendente, specie per i bookmaker che lo avevano quotato 11 a 1. Secondo un'altra sorpresa, non per noi, Sentimentodarcadia che ha mutuato lo schema di corsa del debutto, pur facendo un'andatura di testa leggermente meno arzilla. Attenzione alla prossima uscita di Windfinder, l'allievo di Vana, un tempo molto qualitativo in piano, ha dato la sensazione di saggiare le siepi e, forse, di essere a corto di preparazione. Vana jr lo ha tenuto sempre fuori dalla mischia, per piazzare lo spunto finale ormai lontano dai primi. Migliorerà di parecchio nelle prossime corse. Caduto sulla siepe che immette in dirittura di arrivo Makarenko, quando però avrebbe potuto dire qualcosa solo per una piazza. Malissimo i reduci del Corona Ferrea, in particolare il discontinuo Don Viannei, caduto quando ormai aveva detto tutto quello che aveva da dire. Conferma i propri limiti Lord of the Nile, quinto lontano dal vincitore.
Successo infine per Dominik Pastuszka che rientra dall'infortunio subito con una vittoria a sorpresa in sella a un Company of Ring in formato Alpha Two. Giusto omaggio alla dipartita di Cristopher Lee avvenuta domenica scorsa, ma comunicata dal Telegraph solo quattro giorni dopo. L'attore inglese, imparentato un po' con gli italiani e protagonista della più fedele trasposizione di Dracula di Bram Stoker (film girato, in parte, da Franco dietro casa mia a Tirrenia) era stato l'unico ad aver conosciuto lo scrittore Tolkien tra tutti i partecipanti al film La Compagnia dell'Anello. Il baio, tutto spostato sullo steccato opposto, non ha voluto mancare l'appuntamento con il cinema e ha avuto ragione di Grand Link e di una Nelly Darrier assai più convincente dopo il passaggio di allenatore. Incredibile delusione di Trafalgar Square, ceduto alla distanza, e soprattutto di un irriconoscibile Solar Focus mai capace di destarsi dall'ultimo posto.
Vittorie nelle piane poi per Troppo Forte, in formato palude del caimano, che regala il vero successo di giornata alla Wendel (vittoria agile su Abbiati), dopo la squalifica nel cross, e il doppio di Point Blank ancora per Belluco. Debutto per la giubba della signora Sala, giubba speculare a quella Dormello con l'aggiunta di bracciali e risultati, per ora, inversamente proporzionali e ritorno in sella di Giada Menato per il training Satalia (un ultimo posto con un cavallo comprato a Pisa per 8.050 euro e un penultimo posto, dopo gara di testa, con l'ex siepista Crissolo). Questo almeno secondo i programmi ufficiali, nella realtà invece la giubba non è rossa ma bordeaux, come mi è stato giustamente segnalato e come io stesso avevo già verificato prima della corsa, ma i programmi sono i programmi. Questa storia mi ha fatto venire in mente l'errore clamoroso che per anni ha coinvolto il proprietario-gentleman Nerino Capon, i cui colori sono apparsi in pista nella giornata da Denonvai (soggetto da noi fotografato e di cui abbiam parlato nella riunione pisana facendo i complimenti a Salis per la caparbietà con cui lo ha portato all'unico piazzamento ottenuto), da non confondersi con Denovian che presto dovrebbe apparire proprio sulle siepi di Merano. Ebbene il signor Nerino Capon, per anni, si è visto trasformare la propria giubba, specie dallo Sportsman, se non ricordo male in bianca con cap nero, quando invece è viola e verde marino. Dopo il Voyager di Giacobbo il Mistero di Ruggeri.
Debutto, in conclusione di articolo, in Italia per Danzki, da Bushranger, recente acquisto Favero a Tattersalls, che non ha impressionato favorevolmente, finendo dietro ad Alfono e Itasip.
Appuntamento al 21 con uno dei principali gran premi in cross country.
Jurassic Blu, originariamente chiamato Jurassic Park, in onore al film di Spielberg uscito nel 1993 e passato alle aste ANAC con tale nome proprio in quell'anno, fa affiorare una certa nostalgia del tempo che fu, una nostalgia che richiama in causa persino i blasonati colori della Gerecon Italia, grande estimatrice di cinema come dimostrato da tanti dei suoi portacolori. Figlio di Fayruz e di Hollywell, Jurassic ricevette questo nome dal suo allevatore Stefano Luciani che poi lo vendette alla scuderia Gerecon e da questa passò alla scuderia Otto di Monaco (no, non è il nome di una città, ma quello di un allenatore credo fiorentino). No, non ha nemmeno niente a che fare con Viaggio al Centro della Terra dato che il suo protagonista si chiamava proprio Otto. O forse, invece, ha a che farvi visto che avevamo citato questo romanzo in occasione della presentazione della corsa vinta da Signum (uno che è figlio di Islandia), nell'ultima di Merano di un paio di settimane fa. E si... perché anche Signum era un prodotto proveniente dagli allevamenti Luciani e oggi, all'ultima di Merano, debutta un certo Nostalgia di Fano e indovinate un po' chi ne è l'allevatore? Proprio lui, Stefano Luciani. Il tutto avviene in occasione dell'uscita del quarto episodio dei dinosauri, Jurassic World, e nella giornata meranese non possono mancare una figlia e un nipote di Lost World, nome ricollegato a un certo romanzo del 1912 di Conan Doyle da cui tutto ha avuto inizio e che potremmo definire il nonno di Jurassic Park, il film, tanto che il romanziere Michael Crichton lo ha citato come sottotitolo del secondo episodio, e pensate un po', questo Lost World, il cavallo, è padre della compagna di colori nonché madre di quel Silver Tango finito proprio alle spalle di Signum e ancora una volta in pista all'ultima contro un prodotto griffato Luciani, quello che mise in razza un certo King of Tales e che tanto fu emozionato dal primo capitolo di Steven Spielberg.
Andiamo però a vedere cosa è successo in pista, perché quel che è successo in sala l'ho già scritto in un altro blog.
Cinque prove in ostacoli, ritorna il cross riservato ai gentleman e amazzoni, è il sesto della stagione. In scena anche due steeple e due siepi di cui una per tre anni.
Dominio pressoché assoluto per Paolo Favero che centra quattro vittorie su cinque, più una quinta in piano con Red Pilgrim che premia la fiducia del suo entourage con il secondo successo consecutivo sulla lunga distanza e con Ferramosca in sella in luogo di Jana Prikaska. Il trainer di Sinigo vince, ma ottiene tutti successi inattesi con le seconde linee più in palla dei favoriti. A giocare bislacchi tiri mancini è il terreno insidioso, come dimostra la caduta nel tratto piano di Shame (cavallo che ha segnato il record di uscite stagionali con nove corse sulle spalle), ma anche risvolti dai tratti thrilling come nel cross di apertura che ha visto un duello tiratissimo per la leadership tra il positivo Regain Madik e l'APQS Uvea. I due, come avevamo paventato altrove, si sono dati gran battaglia, ma sono finiti per non imboccare correttamente un passaggio obbligato con consequenziale squalifica finale. Vince di gran classe Regain Madrik, ma Claudia Wendel dovrà strozzare il suo grido in gola, mentre Uvea cede nettamente alla distanza ingoiata dal finale, sul passo, di Monte Pelmo che regala il quarto successo a Riccardo Belluco su cinque prove, davanti a un buon Pakamo, al rientro sugli ostacoli da due anni e con l'irlandese Shanahan in sella (unico ad aver vinto tra i professionisti nella stagione), e un Doux Amer in deciso regresso.
Grande protagonista anche Francesco Contu, il decano degli allenatori ostacolistici e il veramente sfortunato in tutta la stagione. Il trainer sardo ha almeno tre vittorie in meno in classifica frutto di svariate cadute sull'ultima siepe e di distanziamenti discutibili. Anche oggi poca fortuna per lui con la bellezza di tre secondi posti fino al clamoroso successo finale centrato dal debuttante Nostalgia di Fano, quotato 47 a 1, il quartultimo cavallo del campo di tutta la riunione. Sono dunque Contu e Nostalgia di Fano i protagonisti assoluti della giornata. Proveniente anch'esso dall'allevamento Luciani, che aveva visto trionfare due settimane fa un altro debuttante, Signum, la baia ha sorpreso tutti regalando la prima vittoria in carriera in siepi al fantino Andrea Manuele. La femmina è sempre rimasta in coda al gruppo insieme al compagno di allenamento Denonvai per poi farsi sotto nelle ultime battute di gara, poco prima dell'imbocco della curva finale. Bravo nella gestione Manuele capace nel tratto piano finale di resistere al grande ritorno di Silver Tango, sempre brillante sui primi. I due separati da corta incollatura per quella che è l'accoppiata più perfetta della giornata. Primo un prodotto dell'allevamento di Jurassic Park, secondo il nipote di Lost World. Completa il podio il ritrovato Sbarazzino, quest'oggi in palla dopo il deludente debutto, ancora per Francesco Contu al training (un primo, tre secondi e un terzo posto nella giornata). Passo indietro, ma non troppo per Kandhamal che chiude davanti a quello che fino a oggi era considerato il leader generazionale ovvero Multiplier, quinto e mai in condizione di impensierire gli avversari. Malissimo, peggio del solito, Ho Yam Lay, fermata al termine della dirittura opposta a quella di arrivo, e Misterium.
Torna alla vittoria Dar Said, sui 3.900 in steeple del Val Passiria, ed è l'unico favorito in casa Favero a vincere. Il nove anni regala la terza affermazione a Rosati Colarieti che si sistema in seconda posizione alle spalle di Giulio Frascatani nella speciale classifica dedicata agli allevatori italiani. Trentunesimo successo per Jo Bartos, il settimo a Merano, ma grande battaglia finale col debuttante in Italia A Ton Tour. Il nuovo acquisto della Milano è andato molto vicino ad aver ragione sul fucsia e ha sferrato un duro attacco al favorito, non riuscendo tuttavia nell'aggancio. Terzo, vicino, Alcydon Fan. La gara è stata segnata dall'andatura moderata imposta dall'Aqps Top Secret, poi buon quarto sul passo. Rientro incolore per Giant Hawk, mai in corsa Mamacita Tango che fa comunque piacere vedere in pista dopo il brutto capitombolo sul muro. Caduto sulla curva di Marlengo, nel tratto piano, Shame.
Degna di nota infine la vittoria al debutto in Italia per l'irlandese Gary Derwin che ha spinto con grande energia Constantine (altro film che ho visto al cinema) in una sorprendente passerella finale nel Pr. Or Jack. Il figlio di Holy Roman Emperor ha dimostrato grande attitudine al terreno e alla pista e ha piazzato uno spunto finale sorprendente, specie per i bookmaker che lo avevano quotato 11 a 1. Secondo un'altra sorpresa, non per noi, Sentimentodarcadia che ha mutuato lo schema di corsa del debutto, pur facendo un'andatura di testa leggermente meno arzilla. Attenzione alla prossima uscita di Windfinder, l'allievo di Vana, un tempo molto qualitativo in piano, ha dato la sensazione di saggiare le siepi e, forse, di essere a corto di preparazione. Vana jr lo ha tenuto sempre fuori dalla mischia, per piazzare lo spunto finale ormai lontano dai primi. Migliorerà di parecchio nelle prossime corse. Caduto sulla siepe che immette in dirittura di arrivo Makarenko, quando però avrebbe potuto dire qualcosa solo per una piazza. Malissimo i reduci del Corona Ferrea, in particolare il discontinuo Don Viannei, caduto quando ormai aveva detto tutto quello che aveva da dire. Conferma i propri limiti Lord of the Nile, quinto lontano dal vincitore.
Successo infine per Dominik Pastuszka che rientra dall'infortunio subito con una vittoria a sorpresa in sella a un Company of Ring in formato Alpha Two. Giusto omaggio alla dipartita di Cristopher Lee avvenuta domenica scorsa, ma comunicata dal Telegraph solo quattro giorni dopo. L'attore inglese, imparentato un po' con gli italiani e protagonista della più fedele trasposizione di Dracula di Bram Stoker (film girato, in parte, da Franco dietro casa mia a Tirrenia) era stato l'unico ad aver conosciuto lo scrittore Tolkien tra tutti i partecipanti al film La Compagnia dell'Anello. Il baio, tutto spostato sullo steccato opposto, non ha voluto mancare l'appuntamento con il cinema e ha avuto ragione di Grand Link e di una Nelly Darrier assai più convincente dopo il passaggio di allenatore. Incredibile delusione di Trafalgar Square, ceduto alla distanza, e soprattutto di un irriconoscibile Solar Focus mai capace di destarsi dall'ultimo posto.
Vittorie nelle piane poi per Troppo Forte, in formato palude del caimano, che regala il vero successo di giornata alla Wendel (vittoria agile su Abbiati), dopo la squalifica nel cross, e il doppio di Point Blank ancora per Belluco. Debutto per la giubba della signora Sala, giubba speculare a quella Dormello con l'aggiunta di bracciali e risultati, per ora, inversamente proporzionali e ritorno in sella di Giada Menato per il training Satalia (un ultimo posto con un cavallo comprato a Pisa per 8.050 euro e un penultimo posto, dopo gara di testa, con l'ex siepista Crissolo). Questo almeno secondo i programmi ufficiali, nella realtà invece la giubba non è rossa ma bordeaux, come mi è stato giustamente segnalato e come io stesso avevo già verificato prima della corsa, ma i programmi sono i programmi. Questa storia mi ha fatto venire in mente l'errore clamoroso che per anni ha coinvolto il proprietario-gentleman Nerino Capon, i cui colori sono apparsi in pista nella giornata da Denonvai (soggetto da noi fotografato e di cui abbiam parlato nella riunione pisana facendo i complimenti a Salis per la caparbietà con cui lo ha portato all'unico piazzamento ottenuto), da non confondersi con Denovian che presto dovrebbe apparire proprio sulle siepi di Merano. Ebbene il signor Nerino Capon, per anni, si è visto trasformare la propria giubba, specie dallo Sportsman, se non ricordo male in bianca con cap nero, quando invece è viola e verde marino. Dopo il Voyager di Giacobbo il Mistero di Ruggeri.
Debutto, in conclusione di articolo, in Italia per Danzki, da Bushranger, recente acquisto Favero a Tattersalls, che non ha impressionato favorevolmente, finendo dietro ad Alfono e Itasip.
Appuntamento al 21 con uno dei principali gran premi in cross country.
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