UN ANNO DI OSTACOLI: TUTTE LE STATISTICHE DELLA STAGIONE
Promossi e rimandati di una stagione che ha visto Paolo Favero dominatore, ma incapace di vincere nessuna delle cinque prove principali, per lui la consolazione del'ex Gran Corsa Siepi di Roma vinta a Pisa e oltre 1.000.000 di euro vinti da cavalli da lui allenati. Al bersaglio grosso la tripletta di Josef Vana (Grande Steeple Chase e Gran corsa siepi di Milano, oltre quella di Merano), Pavel Vovcenko (G.P.Merano) e Patrice Quinton (Nazioni).
A cura di Matteo Mancini
LA PREMESSA
Ed eccoci nella notte di Natale, serata di doni, a scrivere l'articolo forse più curioso per gli amanti delle statistiche e dei numeri, il "dono" che faccio più a me stesso che ad altri a coronamento di quell'almanacco che avevam promesso a febbraio, dopo "l'involuzione" del blog, nato, proprio nella giornata simbolica di oggi (il santo Natale), con scopi di portata assai superiori a questi. Risultati che tuttavia, nonostate sian nati in seguito a questo blog i vari hurdleandchase e il blog ufficiale della faverostacoli (leader indiscussa in pista), penso si possano assestare ampiamente sopra la fantomatica zona retrocessione.
Nel corso di quest'anno, a parte le foto gentilmente concesse dal collega di lavoro Simone Soldani, quelle prese dalla faverostacoli e altre varie racimolate su internet e di cui abbiam sempre provveduto a indicare la fonte, non abbiam avuto nessun "aiuto", né contributo (salvo qualche piccola notizia, per giunta sporadica), neppure quelli promessi. Siamo stati difatto esclusi, su nostra richiesta perché erano venute meno le condizioni di permanenza, da forum che ci hanno detto di non apprezzare più i nostri link giustificandoli come un tentativo di farci pubblicità (come si faccia poi a definire tale, data l'assoluta mancanza di finalità economiche, mi risulta difficile da comprendere). Abbiamo invece subito attacchi, spesso fuoriluogo, delle volte ridicoli (c'è persino chi contesta i dati oggettivi dati dalla pista o chi ci ha contattato per dire che il fantino di Ribot era Mattei o che l'avvocato D'Alessio era Vittadini), in alcuni casi dileggio e un atteggiamento tipico che si riserva, nei peggiori casi, a chi si presenta con le credenziali dello scemo del villaggio (modo di fare comunque arrogante anche in tale veste). Per non parlare poi delle polemiche sollevate dagli "antipalisti", e non mi riferisco agli animalisti (le cui critiche posso anche accettare) ma da soggetti che seguono le corse in pista, alcuni dei quali che reputano le corse in ostacoli della bassa macelleria (quest'anno sono deceduti, nelle corse in piano, almeno tre cavalli e tutti in Gran Premi, però niente... se invece fossero stati in ostacoli, dove è comunque deceduto un cavallo nella corsa più importante, come abbiam sottolineato, tutti sarebbero stati lì a rimarcare...)
Abbiam sostenuto fin dall'inizio che in questo ambiente, salvo sporadici casi dettati da un piccolo gruppo di giornalisti, vige il pressoché totale disinteresse per la diffusione della cultura sportiva ippica settore ostacoli, specie sul piano storico-sportivo, e confermiamo questa nostra opinione a fine anno. Rispetto a Inghilterra e Francia, su internet (eccettuato siti di ippica.biz e hippoweb) non c'è praticamente niente, neppure gli albi d'oro delle corse più importanti. Tutto è riservato alla stretta cerchia di appassionati o all'obiettivo di agevolare le scommesse. Questo almeno il nostro sentore.
Ci siamo attivati nel corso di questi mesi e, senza aiuto alcuno, abbiam trovato e recensito un solo volume, esclusi inserti di magazine o riviste private, pubblicato dalla grande e piccola editoria (Fabbri Editore, volume sui 100 anni degli Steeple Chases), perché non ce ne sono altri (per le piane la cosa cambia assai poco, pur essendoci stati in passato volumi interessanti: si contano comunque sulle dita di due mani). Noi, dal nostro piccolo e con i limiti enormi (non essendo del settore), il nostro l'abbiam fatto, trattando quasi tutte le giornate di corse della stagione con aggiunta di pronostici, schede, omaggi, aneddoti e ricordi. Abbiam così voluto fare un tributo ai vecchi tempi che sono andati (parlo di venti anni fa). E' stata quindi un'esperienza divertente, che mi ha permesso di scrivere spaccati come se si fosse stati in un libro da ampie vedute e schema flessibile, usando come bussola orientativa i programmi di corse.
Dopo questa premessa vediamo i dati e i numeri della stagione 2015, per il 2016 spazio agli addetti.
LE CORSE
Sono state 166 (abbiamo però registrato, relativamente a questo capitolo, solo 163 corse) le corse disputate dal 6 gennaio al 9 dicembre e sono andate in scena in cinque ippodromi diversi. Partenza da Pisa e arrivo a Grosseto, con tappa intermedia a Merano anticipata da quelle pressoché coincidenti di Treviso e Milano. 97 corse (58%) si sono disputate in siepi, di queste 24 riservate ai cavalli di tre anni, 27 ai quattro anni e il resto agli anziani. 38 (23%) sono state le prove sui volumi alti, di cui 7 riservate ai quattro anni. 28 invece le prove in cross di cui appena 12 riservate ai gentleman e amazzoni.
Sul totale corse, 26 (16%) sono state insignite del rango di pattern race, distribuite soprattutto sul tracciato estivo di Merano a cui sono state destinate 16 classiche (61%), tra cui cinque Gruppi 1, cinque Gruppi 2, quattro Gruppi 3 e una Listed Race. Quattro classiche a testa sono state poi riconosciute alla pista di Milano (due Gruppi 1 e due Gruppi 2) e Pisa (con tutta la scala di pattern race possibili, dal Gruppo 1 alla listed).
La geografia dell'ostacolismo italiano ha visto Merano, come tutti gli anni, ottenere in concessione il maggior numero di prove, circa il 47% dell'intero movimento da tradursi in 76 corse. Segue Milano con 38, quindi Pisa a 20, Treviso 18 e Grosseto con appena 12 corse.
Il premio più alto registrato corrisponde alla vetta dei 110.000 euro offerti al primo del Gran Premio Merano, seguiti dai 27.200 della Gran Corsa Siepi di Merano, e via con cinque premi da 25.500 tra Pisa, Milano e Merano, uno da 23.375, uno da 21.250, quindi cinque da 17.000 e via a scendere.
La distanza più lunga coperta sono stati i 6.000 metri in cross del Premio Nazioni, seguiti dai 5.000 del Grande Steeple Chase di Milano, del Grande Steeple Chase di Roma e del Gran Premio Merano.
I CAVALLI
322 sono stati i cavalli scesi in pista, 96 di questi si sono visti una sola volta, altri 50 hanno corso almeno due volte. In 98 hanno almeno corso cinque volte. Il cavallo che ha corso di più è stato Tweety Kash di Remo Romano che ha disputato 13 corse (in steeple e cross), peraltro su tutti e cinque i tracciati, una in più di Drounais di Ilenia Nero e del trio di Favero Kisanji, Monjoliano e Shame. Tutti e cinque hanno preso le mosse dalla riunione pisana e hanno proseguito. Hanno corso poi 11 volte Achen, Albina, Arcachon, Constantine, Missed Approach, Salar Fircroft e Well Dressed.
I cavalli di tre anni sono stati appena 54 (16,7%), 94 i quattro anni (29%), quindi il calo a 49 con i cinque anni, e via con 36 sei anni, 29 sette anni (tra cui il vincitore del Merano) e via a scemare con Quiquoqua a guardare tutti dall'alto dei suoi quindici anni, tre in più di Tagus e Green Danehill, tutti e tre impegnati in cross per dilettanti. A undici anni si segnala poi il cavallo più forte apparso in pista, ma non piazzato nella Gran Corsa Siepi di Merano, ovvero l'irlandese nato in Francia Thousand Stars.
I cavalli provenienti dagli allevamenti italiani sono stati 121 (37,6%), 83 dei quali nati in Italia (i restanti 20 in Irlanda, 12 in Inghilterra e i restanti in Francia). Tra i cavalli non allevati da proprietari italiani il paese più rappresentato è l'Irlanda con 53 elementi, 48 sono nati in Francia, 37 in Inghilterra, 31 in Germania, a procedere con Polonia, Repubblica Ceca, Stat Uniti, Slovacchia e Ungheria.
Il cavallo che ha ottenuto il maggior numero di vittorie è stato High Master, prima per i colori Favero e poi per la Magog. Il figlio di High Chaparral è transitato 7 volte davanti a tutti sul palo d'arrivo, due volte in più dei compagni di colore Sol Invictus e Solar Focus. Quattro vittorie poi per Tweety Kash, Hurricane Mix e Nils.
A livello di somme vinte, invece, il leader è Kazzio della Huckschlag - Riepegrund con i suoi 110.000 euro provento del primo posto nel Gran Premio Merano, unica corsa disputata in Italia. 99.603 sono stati invece gli euro conquistati da High Master, alla sua prima stagione in ostacoli, davanti a Sol Invictus (79.900), Solar Focus (66895) e la rivelazione Chiaromonte (59160), con Triple Pursuit a qualificarsi come primo tra i tre anni grazie a tre vittorie in tre uscite che gli sono fruttate 44.200 euro.
Gli otto Gruppi 1 sono stati vinti da otto cavalli diversi: Kazzio, Fafintadenient, Cornet Obolensky, Chicago, Kamelie, Sol Invictus, Chiaromonte e Triple Pursuit che tradotto in allenatori fa tre successi Vana, due Favero, quindi un successo per Nero, Vovcenko e Lisek.
Si distingue invece nei Gruppi 2 High Master che ne vince ben quattro, uno poi per Solar Focus, Little Bruv, Keen Move e Martalin, per un totale di 7 vittorie Favero e una Quinton.
Nei cinque Gruppi 3 vittorie per cinque cavalli: Arman, Solar Focus, Sol Invictus, Il Superstite e Triple Pursuit.
STALLONI
I 322 cavalli scesi in pista sono risultati discendenti di 216 stalloni, 154 dei quali (71%) padri di un solo prodotto, 39 invece hanno avuto almeno due figli, 13 tre figli e via via gli altri.
Lo stallone più rappresentato è stato Hawk Wing con addirittura sette figli (Chic Anti Shock, Falcon Wing, Giant Hawk, King Hawk, Ypsilon King, Le Temujin e Wiston), seguito dal duo Red Rocks e Mujahid con sei figli, quindi il quartetto costituito da Sholokhov, Aussie Rules, Denon e Shirocco con cinque prodotti, quindi Johnny Red Ker, Montjeu e Oratorio con quattro.
I numeri di cui sopra hanno fatto di Red Rocks lo stallone più volte in pista per linea diretta con le sue 29 corse, tre in più rispetto a Samum e Mujahid. In quarta posizione Shirocco con 24 corse, a precedere Montjeu, Aussie Rules e Hawk Wing con 21 corse, quindi High Chaparral con 19, su Bonbon Rose, Spirit of Desert e Johnny Red Ker a 17. Cinquanta stalloni sono stati rappresentati in una sola corsa.
Lo stallone che è risultato più volte vincitore è stato High Chaparral. Nove sono state le vittorie di questo figlio di Sadler's Wells, ottenuto per effetto di tre figli tutti risultati vincitori (High Master, The Alamo e Signor Tiziano). Il divario scavato da questo stallone, purtroppo deceduto nel dicembre del 2014 a soli quindici anni, è stato importante, rispetto alle vittorie degli avversari. Si sono infatti fermati a cinque successi i due immediati inseguitori ovvero Intense Focus e King Charlemagne, entrambi influenzati dall'aver avuto un solo figlio vincitore (nel primo caso unico a scendere in pista).
Quattro vittorie poi per Montjeu, Samum, Bonbon Rose, Great Journey e Kheleif rispettivamente rappresentati da quattro, tre, due e un figlio (entrambi gli ultimi due stalloni indicati).
Solo due stalloni, High Chaparral e Martaline (Kamelie, Martalin e Casper), hanno visto tutti i loro prodotti, tre per entrambi, vincere. E' andato vicino all'en plein anche Montjeu con tre figli vincitori (Tramonto a Ivry, Budapest e Chicago) su quattro (75%). Sono poi risultati vincitori due prodotti su tre di Samum (67%), due su cinque di Aussie Rules e di Shirocco (40%), due su sei di Mujahid (33%), due su sette di Hawk Wing (28%)
Tradotto in cifre, vince la classifica High Chaparral con una progenie che ha conquistato 121.227 euro, davanti al sorprendente Koeningstiger (da Lando), apparso in due sole corse per effetto della presenza di due figli, ma in gran premi che hanno fruttato la bellezza di 112.040 euro.Completano le prime dieci posizioni King Charlemagne (12 corse per 79.900 euro), Montjeu (71.644 euro), Sholokhov (67.421 euro), Intense Focus (66.895 euro), Domedriver (59.160 euro), Martaline (48.875 euro), One Cool Cat (46.750 euro) e Hat Trick (44.200 euro).
ALLEVATORI ITALIANI
Sono stati 81 gli allevatori italiani ad aver preso parte, con i loro prodotti, alla stagione ostacolista italiana 2015, 28 di loro hanno vinto almeno una corsa (34%). Si ricorda che i dati di cui sotto fanno riferimento ai primi tre cavalli allevati da soggetti italiani che sono giunti nelle prime tre posizioni delle varie corse.
Ha vinto la classifica la prestigiosa Razza Dormello Olgiata - C.I.T.A.I. con 5 vittorie e 10 piazzamenti validi risultati da 51 presenze in corsa e da sei cavalli impiegati, cinque dei quali presentati da Ilenia Nero.
Secondo posto per Giulio Frascatani, proprietario della scuderia Julia G con la linea White Star offerta da Sol Invictus che gli è valsa 5 vittorie e 3 piazzamenti per un totale di corse pari a 10, dunque un quinto del volume di fuoco speso dalla Dormello Olgiata.
Dal terzo al nono posto figurano sette allevatori che hanno centrato tre vittorie, a fungere da differenziale sono allora i piazzamenti utili. 7 per Rosati Colarieti, 6 per Nuova Sbarra, 5 per Sc. Vittadini e Ficomontanino, 4 per Loreto e Stefano Luciani, 3 per Eledy Srl e 1 per Quadrifoglio.
L'allevamento che ha sfornato il maggior numero di prodotti è stato l'Antezzate con 7 cavalli, seguita dalla Razza Dormello Olgiata con 6, quindi Rosati Colarieti e Loreto e Stefano Luciani con 5, Nuova Sbarra e Il Grifone srl con 4, a precedere con Immobiliare Casa Paola, Finanza Locale Consulting e Sc. Elisa con 3 e via via gli altri.
I più volte rappresentati in pista sono stati la Razza Dormello Olgiata, con qualcosa come 51 corse, praticamente il doppio sul secondo allevamento più rappresentato ovvero la Nuova Sbarra con 26 corse, 21 per Rosati Colarieti, 17 Il Grifone srl, 16 Giuseppe Morese, 15 Loreto e Stefano Luciani nonché Immobiliare Casa Paola, 14 Antezzate, 13 Eledy srl e 12 Az. dell'Olmo Srl.
FANTINI, GENTLEMAN E AMAZZONI
A sfidare le insidie degli ostacoli, per le prove dedicate ai professionisti, sono stati in 49, 14 dei quali in pista per una sola volta e 5 per due, tra i primi si ricordano i francesi Duchene e Cottin, nonché l'inglese James Reveley, tra i secondi brilla il frustino d'oro irlandese Ruby Walsh. Di 49 otto non sono muniti di patentino da professionista e sono apparsi, soprattutto, nei cross. Tanto "big" Joe nella stagione ostacolista italiana, il fantino ceko ha sempre e solo montato per Paolo Favero, non ci sono state scappatelle o permessi in deroga, quanto meno in Italia (discorso diverso per l'estero dove il buon Bartos ha regolarmente montato).
Sono state 154 le corse riservate a fantini o comunque a essi aperte, Josef Bartos ha saltato una sola riunione per un totale di 149 monte di cui 59 vincenti e 74 in zona marcatore per un totale di 133 piazzamenti utili (89% degli ingaggi, percentuale mostruosa). E' caduto due sole volte, davvero pochissimo. Ha vinto per dispersione tutte le classifiche di riunione, eccetto quella di Grosseto dove ha dovuto arrendersi per due lunghezze al redivivo Raf Romano. 27 successi a Merano contro i 6 (dunque oltre il quadruplo), in seconda posizione, di Josef Vana jr, a fungere da pesante massimo distacco inflitto agli avversari; il divario minimo si è invece registrato a Milano dove i connazionali hanno terminato il confronto 12 a 7. Divari importanti anche a Pisa e a Treviso con il duello tra i due terminato 9 a 4 in terra toscana e 8 a 2 in quella veneta.
Ha disputato tutte le pattern race italiane vincendone 14 su 26, ovvero il 54%. Una stagione quindi da incorniciare. A voler esser pignoli c'è da contestare il fatto che abbia vinto solo due Gruppi 1, ma non è certo per suo demerito. Applausi e complimenti dunque strameritati.
In seconda posizione troviamo l'avanguardista o l'uomo dell'estrema attesa, un interprete che ha due schemi di corsa prediletti l'uno all'antipodo dell'altro, Jose Vana Jr.. 117 corse, molte delle quali agli ordini dell'omonimo padre, ma anche di Paolo Favero. A differenza del collega si è visto di più in pista in Rep. Ceka, ma anche in Francia. "Solo" 19 vittorie in Italia, che gli valgono comunque ampiamente la seconda posizione in classifica finale, e 69 piazzamenti utili per un totale di 88 volte nel marcatore (75%).
Secondo nelle classifiche intermedie di ciascuna pista, eccetto che a Grosseto dove non ha conquistato alcuna vittoria. Si è aggiudiato 5 pattern race di cui 3 di Gruppo 1 (Grande Steeple Chase di Milano, Gran Corsa Siepi di Merano e Gran Corsa Siepi di Milano), ovvero le tre corse principali della stagione dopo il Gran Premio Merano. E' caduto più di Bartos, quattro volte. Dunque una stagione da ricordare, più orientata alla qualità che alla quantità, con l'apice della Gran Corsa Siepi di Milano dove ha costruito da solo la vittoria in sella a un "farsesco" Chicago. Applausi anche per lui, ma che corsa persa a Pisa nel Chivas Regal, una sorta di Chicago in modo inverso con vittoria finale di Giant, il Falco.
Grande risalita, dopo una prima parte di stagione pessima, per Raf Romano. Il jockey bresciano, ritornato nell'ultima parte dell'anno a montare anche per Paolo Favero, ha "subito" il primo anno da allenatore. E' partito malissimo a Pisa e a Treviso, dove non ha vinto neppure una corsa, e ha proseguito per tale via nella prima parte di stagione a Milano (una sola vittoria con Silent Footsteps), poi però a Merano e soprattutto a Grosseto s'è ripreso con la speranza che possa perseverare nel miglioramento nel 2016. 3 vittorie a Merano, 5 a Grosseto con conquista, a sorpresa, della classifica di riunione a rompere l'en plein di Bartos. A permettergli di raggiungere tale risultato un trio di cavalli: Hurricane Mix, Tweety Kash e il locale Salar Fircroft.
Ha montato anche in Rep. Ceka, vincendo una corsa, dove ha preso parte senza piazzarsi al Velka di Pardubice. In Italia ha collezionato 84 corse di cui 10 vincenti e 53 al mercatore. La percentuale di piazzamenti utili è stata del 75%.
Solo quarto, ma con podio accarezzato per lungo tempo, Ale Pollioni. Il fantino di Roma, causa infortunio, ha dovuto saltare tutta la riunione pisana. E' rientrato a Treviso con una vittoria sul rientrante Fantastico Daniele, quindi ha proseguito con 3 successi a Milano e 5 a Merano, per poi non essere quasi mai ingaggiato nel finale di Grosseto. In totale ha disputato 56 corse, 9 volte è risultato vittorioso e in 32 occasioni ha permesso a chi l'ha ingaggiato di guadagnare i premi messi in palio per le piazze. La sua percentuale di piazzamenti utili è stata del 73%. Da segnalare il terzo posto nella classifica di riunione di Merano, e in ex aequo di Milano.
In quinta posizione, a pari merito, con 7 vittorie troviamo due fantini che hanno conquistato svariati trionfi a sorpresa: il francese Sylvain Mastain e l'irlandese "Ufo" Brennan. Il primo ha patito un brutto infortunio che lo ha messo fuori gioco per tutta la stagione meranese (il clou dell'ostacolismo). Il secondo, se vogliamo, ha sfruttato l'infortunio del francese per sostituirlo, complice anche l'infortunio di Dominik Pastuszka, alla corte di Favero e marcare subito una tripletta nel giorno del debutto in Italia. L'irlandese è stato poi bravo a confermarsi nelle pochissime monte successive, vincendo anche per Ilenia Nero e Giuseppe Satalia.
Questi i numeri dei due. Il francese ha montato in 48 corse con sette vittorie, in tutte le piste con le eccezioni di Merano e Grosseto, e 24 piazzamenti, dimostrando una certa predilezione per Milano e aggiudicandosi il terzo posto a Pisa. L'irlandese invece, apparso in estate, ha corso appena 26 prove vincendone 7 e piazzandosi in 10. Ha vinto su tutte le piste dove ha corso, conquistando il terzo posto nella classifica intermedia di Grosseto.
Seguono in classifica, procedendo velocemente, Dominik Pastuszka, terzo fantino più impegnato con 97 monte ma sole 6 vittorie, quindi Davide Columbu (quinto fantino più ingaggiato, con 62 monte) e Ivan Cherchi (vincitore di un Gruppo 1) con 5 vittorie, a precedere Jan Kratochvil e Jan Falteijsek (appena 16 corse, tutte a Merano, con un Gruppo 1 e una Listed Race vinte per i colori Pegas), quindi Dirk Fuhrmann, Emmanuel Reinhardt (sesto fantino con il maggior numero di monte) e Gary Derwin con tre.
Tra i mai vincitori spiccano i nomi dei giovani Abdil El Rherras (che pure ha fatto un netto miglioramento col passaggio alla corte di Raf Romano) e di Davide Satalia, che ha pagato, almeno per ora, la scelta (di chi non è dato sapere da chi scrive) di mettersi in proprio e di uscire dal giro Favero. I due hanno montato rispettivamente 41 e 25 volte, ottenendo 19 e 11 piazzamenti utili.
Da rimarcare infine la vittoria tra i fantini del gentleman irlandese William Shanahan, unico a esser riuscito in questa impresa tra i dilettanti in ostacoli nel 2015. L'irlandese ha conquistato l'obiettivo con Stellato di Josef Aichner. Hanno tentato tale impresa altri sette colleghi senza però riuscirci.
Si riduce sensibilmente la quota di corse riservate esclusivamente ai dilettanti, appena 12 sul totale complessivo di 166 ovvero la miseria del 7%, davvero quota irrisibile e per giunta limitata alle sole corse in cross-country, addirittura nessuna in quel di Grosseto.
Sono stati ventuno i coraggiosi amatori della specialità, cinque dei quali visti una sola volta (tra questi il francese Damien Artù, fatto montare da Giada Menato su Crissolo per amicizia, poi caduto per sfortuna a causa di una scivolata, e l'irlandese Robert Hawker) mentre altri cinque protagonisti di due corse.
Vince la classifica Riccardo Belluco con sei vittorie (67%) in nove ingaggi, tutti Favero, tre piazzamenti di cui uno da caduto e rimontato. Il bravo gentleman ha corso anche cinque volte tra i fantini, riportando a casa quattro piazzamenti. Dunque ottima stagione, purtroppo limitata nei contorni da un palco gare fin troppo limitato.
Si classifica secondo il ceko Pavel Peprna, due sole vittorie in nove ingaggi, ma quattro secondi posti (record nella classifica dedicata ai piazzamenti d'onore) tutti con giubba Favero. Piazzamenti tali da anteporlo al ceko Marcel Altenburger, due vittorie pure lui con Tweety Kash di Remo Romano, con un totale di quattro corse.
Vincono almeno una prova il bravo Luca Bonacina, penalizzato dalla scelta di montare cavalli di propria proprietà in luogo dei Favero (peraltro vittoria conseguita con questa giubba), e la sorpresissima Andrea Lancini capace di portare al successo Tiparlo nel cross con il montepremi più basso in assoluto, compreso le piane, della stagione (appena 850 euro al primo).
Ottiene cinque piazzamenti, e una vittoria tra i fantini, William Shanahan, tra cavalli di Favero e altri di Alex Taber, quindi Luca Carminati, settimo (per effetto di due secondi posti) ma primo nella classifica delle cadute (quattro volte su sei uscite), davanti alla brava e sfortunata (in cross) svizzera Claudia Wendel, vincitrice di una corsa a Merano in cross ma poi squalificata per aver aggirato un passaggio obbligato col fido Regain Madrik, quindi il promettente Andrea Stefani, che avrà modo di farsi nel 2016 (ci è paciuto sia per il modo di montare che per il coraggio e il modo sbarazzino di affrontare anche i "mostri" della categoria) e che quest'anno ha debuttato nella disciplina con cinque corse, più due tra i professionisti, per un totale di tre piazzamenti.
Piccoli piazzamenti anche per Claudiano Patelli (due su sei corse), Annalisa Miotti (due), Gianluca Palombo, Daniele Pesce, il veterano Bernardo Raineri e Robert Hawker. Mai piazzati il debuttante Giuseppe Trebeschi, Roberto De Santi, Angelo Torosani, Daniele Tonelli, Giancarlo Paganessi e l'ospite occasionale Damien Artù.
Colui che si è fatto vedere più volte dietro ai nastri di partenza è stato Luca Bonacina, protagonista di dieci corse, a partire dalla vittoria a Pisa con brindisi a base di vino col direttore Piccioni. Nove uscite per Peprna (con un ritiro di Crissolo a toglierlo dal primo posto) e Belluco, quindi otto per Andrea Lancini.
ALLENATORI - PER UN PUGNO DI EURO, VALUTAZIONI OGGETTIVE E SOGGETTIVE
Dopo i cavalli sono, probabilmente, i maggiori protagonisti di questo sport. Maestri e ispiratori per chi monta, uomini che invogliano potenziali proprietari o ne confermano la passione a suon di risultati da perseguire scegliendo le corse giuste. Esperti di allenamenti, talvolta precursori di nuove tipologie di addestramento, ma anche e soprattutto talent scout, possibili scopritori di campioni latenti o abili trasformatori del materiale primo, talvolta "maghi" che eliminano problemi occulti o sviluppando il materiale trovando le attitudini specifiche in vista della massimizzazione dei risultati finali che sono riscontrati dalle somme vinte.
Nel settore degli ostacoli, quest'anno, si sono confrontati 55 allenatori, di cui 32 italiani. Il leader assoluto, non è una novità, è stato Paolo Favero. L'allenatore di Sinigo si è distinto tra i maggiori investitori sul mercato internazionale. Ha acquistato in Inghilterra qualcosa come 39/40 soggetti (24 dei quali mai scesi in pista, con Deira Miracle ceduta a Burchi prima ancora di debuttare), oltre un numero assai ridotto in Italia e Francia, ereditando addirittura tre soggetti dall'amico Eros Ostanel, due dei quali migliorati in modo esponenziale. Ha sellato qualcosa come 93 cavalli, 45 (48%) dei quali vincitori di almeno una corsa (21 di almeno due) e 77 almeno piazzati (83%), cedendo poi ad altri allenatori tre di questi nel corso della stagione (Union du Bosc, Nicketommaso e Napoli Molticolori). Pochi i proprietari a disposizione, ma tra questi la straordinaria (per i risultati conseguiti) Magog dei coniugi austriaci Ambruschitz, oltre la trevigiana D'Altemps, la Marbell dei Belluco, quindi i cavalli pressoché singoli dei ridimensionati (nei numeri) avvocato Schileo e notaio Vangelisti (ex scuderia Australia), a seguire il signor Scarpellini, Richard Stampfl e Lydia Olisova, con questi ultimi due vincitori nella stagione per la loro prima volta in carriera, rispettivamente con Devonian e Uni Light. Ha disputato pure una corsa agli ordini di Paolo Favero la scuderia Milano, acquirente pochi giorni prima del Merano di Company of Ring. Questo lo straordinario volume di fuoco, sotto il profilo numerico (meno dal versante qualitativo), di Paolo Favero che ha permesso all'allenatore di correre tutte le 166 corse in programma, spesso con tre cavalli talvolta con quattro, e di demolire la concorrenza aggiudicandosi 93 vittorie (56% sul totale corse, una in media per ogni cavallo sellato), con 76 secondi posti, 65 terzi, 30 doppiette, sei triplette e persino un poker a fare da coronamento del quadro. Vana, che è secondo in classifica, ha vinto 17 corse, meno del quinto. L'allenatore di Sinigo, che pure non si è aggiudicato nessuno dei premi dal maggior rilievo storico, ha iscritto il proprio nome in quindici pattern race tra cui i due Gruppi 1 dell'ex Gran Corsa Siepi di Roma e del Criterium d'Autunno, sette Gruppi 2, quattro Gruppi 3 e due Listed Race.
Ha stravinto tutte le classifiche intermedie, perdendo solo per una lunghezza da Raffaele Romano a Grosseto, collocando qualcosa come sei cavalli nei primi otto nella classifica finale tra quelli maggiormente vincenti in termini di somme vinte, con High Master in seconda posizione, davanti ai compagni di colore (tutti Magog) Sol Invictus e Solar Focus in terza e quarta, a seguire Triple Pursuit, Il Superstite e Company of Ring in sesta, settima e ottava posizione.
Ha pagato a caro prezzo l'infortunio de Il Superstite poche settimane prima del G.P. Merano, che avrebbe corso da primo attore con speranze di vittoria. Un infortunio che non ha permesso all'allenatore di Sinigo di brillare nel circuito degli steeple riservati agli anziani, disciplina quest'ultima in cui Favero non ha dato il meglio di sé nella stagione complici gli acciacchi di Dar Said e Frolon, nonché del completo fallimento dei cinque anni protagonisti nel 2014 come Darakti e Shame (tra le più grosse delusioni di scuderia, oltre al regredito Kisanji tra i quattro anni). Dominio assoluto invece sulle siepi e sugli steeple dedicati ai quattro anni (High Master e Solar Focus si sono rivelati i più forti di Italia), duello serrato invece con Ilenia Nero sulle siepi per adulti con lo scontro Sol Invictus vs Chiaromonte. Male, inizialmente, con i tre anni, complice le delusioni dei vari Ho Yam Lay, El Draque e soprattutto dell'atteso Magical Roundabout, ha poi trovato Triple Pursuit che si è rivelato il migliore della categoria oltre che Keen Move che ha impressionato a Milano, segnalandosi quale controcavallo dell'anno tra i tre anni.
Da elogiare poi il recupero di soggetti come Inoogoo e Top Secret, in prove di contorno, ma anche e soprattutto lo sviluppo di cavalli quali Relco Sud Ovest e Little Bruv, quest'ultima trasformata in cavalla di primario valore nel giro di un paio di mesi.
Dunque un giudizio che va dall'ottimo al buono, perché da uno come Favero i tifosi, che nell'ippica mancano (ci sono piuttosto scommettitori), si attenderebbero sfide anche all'estero, come invece fa Josef Vana sr, o una qualità più ricercata a sacrificio della massa. La strategia di Favero, logica sicuramente e dunque condivisibile se si sposano certe idologie, ha invece un taglio più orientato all'imprenditoriale piuttosto che allo sportivo, un taglio che ha comunque fruttato, come allenatore, vincite pari al 1.014.137 euro, cifra mostruosa (11.000 euro circa a cavallo, per fare un calcolo molto grezzo) che ha, di fatto, annichilito tutta la concorrenza, basti pensare che chi ha vinto di più, tra gli avversari, è stato proprio Josef Vana sr che, in Italia (poi ha vinto anche fuori), ha intascato, con le sue scuderie e i suoi 33 sellati, "appena" 239.254 euro nonostante abbia vinto tre dei quattro gruppi 1 più importanti dell'anno, un somma che, basta prendere la calcolatrice o usare una matita su foglio bianco, è inferiore al quarto di quella vinta da Favero. Se vi sembra poco... sono opinioni.
Seconda posizione, lo abbiamo già anticipato, figura Josef Vana sr, stagione eccellente per i vertici toccati e le strategie messe in pista, certo manca qualche vittoria sotto il profilo della quantità ed è mancato il cavallo per il Gran Premio Merano. Alpha Two, dopo aver trionfato nelle edizioni del 2013 e 2014, non ha convinto l'allenatore ceko che, dopo tre prove, comunque sempre da piazzato (terzo nel Grande Steeple Chase d'Europa, Gr.1), gli ha risparmiato la fatica dei 5.000 metri della grande classica. Non ha potuto prendere parte alla corsa neppure Cornet Obolensky, impressionante a Milano, che è stato frenato da un probabile infortunio, mentre Fafintadenient è stato dirottato in siepi. A ogni modo il praghese è stato abile calcolatore delle energie dei suoi pensionati, ha programmato i grandi obiettivi e ha vinto quatto pattern race da tradursi in tre gruppi 1, peraltro le prove principe della stagione dopo il Merano, ha di fatti vinto la Gran Corsa Siepi di Milano, la Gran Corsa Siepi di Merano e il Grande Steeple Chase di Milano, oltre che il Grande Steeple Chase di Roma in cross-country (Gr.3) rispettivamente con Chicago, Fafintadenient, Cornet Obolensky e Arman. Quindi non si può che reputare un'eccezionale score.
Le vittorie però sono state appena 17, con 13 secondi posti, 25 terzi e due doppiette, una nel prestigioso Grande Steeple Chase di Roma col vecchio Budapest in seconda posizione, che hanno fruttato i già citati 239.254 euro. Somma alta, la seconda tra gli allenatori, da spalmare tra le varie Statek-Chyse, Vocetka, Staj Evi, Stall Grimminger, Jasna, Joly, Dent Koel, Statek Blata Cescky, Tania, Jokr, Lokotrans, Andel Strazny, Estrella, Rabbit Throvy Stepanov e gli italiani Razza Dormello Olgiata, Cova, Claguna e Ferruccio Giacobbe per un totale quindi di diciotto proprietari. I cavalli sellati sono stati 33, di cui undici vincitori di almeno una corsa (33%), quattro dei quali di due e il solo Big Mago a troneggiare con tre vittorie (memorabili gli urli della groom, a centometri dal palo, nella prima vittoria di Pisa, talmente forti da sentirsi accennati nella registrazione, una roba da punteggio massimo nella schedina del superenalotto). Solo sei tra i sellati, tutti però con una sola uscita in Italia (a parte The Mercantilist che ha corso poi in gentleman in piano, andando al marcatore) non si sono mai piazzati, tra questi il saurone Rabbit Well che poi ha disputato, da favorito, a ottobre il Velka di Pardubice giungendo quinto, piazzamento quantificato in 12.000 euro.
I cavalli che hanno vinto di più in termini di euro sono stati Cornet Obolensky con 37.740 euro e Chicago con 35.060 euro, rispettivamente in decima e dodicesima posizione nella classifica generale. In ventesima posizione, come terzo in casa Vana, figura il crosser Arman con i suoi 23.120 euro.
Tra i cavalli rivitalizzati è da segnalare il lento ma graduale sviluppo del vecchio Taquari, partito dalle vendere e giunto a correre con ambizioni di piazzamento i Gruppi 1, terzo nella Gran Corsa Siepi di Italia. Interessante poi, a fine anno, il secondo posto in listed race, ottenuto a Grosseto, dal vincitore del Derby Ceko del 2011, Roches Cross, proveniente dagli allevamenti di Bolger, Irlanda (gli stessi di Solar Focus).
Ha perso nel corso dell'anno la dormelliana Nelly Darrier, affidata a Ilenia Nero, e Andrea Doria rispedita in Italia al fido Cova.
Dunque numeri importanti per un allenatore tra i migliori nel panorama europeo, che viene sempre in Italia, oltre in Francia, a racimolare fondi per poi confrontarsi con i colleghi in patria dove è spessissimo vincitore. Un allenatore che guarda più ai programmi, fa crescere i propri cavalli disinteressandosi talvolta di un piazzamento in posto d'onore, preferendo mirare ai futuri grandi traguardi. Un allenatore, peraltro, che spende e fa spendere molto, preferendo la qualità alla quantità. Un modo diverso di concepire il ruolo, ma comunque affascinante.
E veniamo alla terza dove con grande recupero finale, cinque vittorie piazzate negli ultimi quattro convegni ovvero quasi la metà di quelle conseguite da inizio anno, si è installato Raffaele Romano. L'allenatore bresciano ha così reso più che sufficiente, tendente al buono, una stagione iniziata in modo catastrofico. Gli allievi di Romano fino all'inizio della riunione di Merano hanno racimoltato una sola vittoria, per giunta in una prova di contorno, a Milano, risultato delle fatiche delle "silenti orme nella sabbia" di Silent Footsteps della Lady Z. A Merano, ma soprattutto a Grosseto, sono migliorate le cose, tanto che Raf Romano è riuscito a togliersi la soddisfazione di battere il numero uno di Italia, Paolo Favero, nella riunione maremmana in virtù di cinque vittorie a quattro; questo il confronto, se si aggiunge alle doppiette in cross di Hurricane Mix e Tweety Kash la vittoria di Salar Fircroft, da programma assegnato in allenamento a Ilaria Saggiomo. La figlia d'arte, ricordiamo il celebre padre Ferdinando autore di imprese da National dall'acrobatico Trapezio (stallone vincitore di due edizioni del Merano a fine anni '70), è compagna nonché aiutante di Romano e pertanto li andiamo a considerare in comunione dei beni.
I due hanno messo assieme 13 vittorie (12 Romano e 1 Saggiomo), 18 secondi posti, 21 terzi posti (tre grazie alla Saggiomo) e una doppietta storica (la prima in carriera di Romano da allenatore) nel prestigioso, ma non elevato al rango di pattern, Grande Steeple Cross di Grosseto grazie allo straripante Hurricane Mix e alla generosa Tweety Kash. Questi ultimi due si sono rivelati anche i primi due cavalli di scuderia, quanto meno per quel che concerne le vincite. Il grigio ha vinto 27.931 euro (quindicesimo posto nella generale), la femmina invece 18.462 (venticinquesimo posto nella generale) segnalandosi tra le cavalle più in forma da agosto quando ha lasciato a bocca aperta molti detrattori (no noi, che invece l'abbiam lanciata fin dalla prima vittoria) che la consideravano ciuca.
Romano però è da elogiare per il recupero, in ottimo stile, di Ciro Vincenti, cavallo infortunatosi, nella sua carriera per ben due volte con assenze superiori all'anno e mezzo ciascuna, e ritornato ai vertici tanto da esser stato dichiarato partente nel Gran Premio Merano dopo i secondi posti nel Premio A.S.S.I. (Gr.3) e nel Creme Anglaise (L).
Sono mancati del tutto le vittorie nelle pattern race anche se Raf Romano ha accarezzato più volte il sogno della prima pattern da allenatore con i tre anni. Ha infatti schierato due tra i più interessanti soggetti del panorama ostacolistico, il derby racer Panther Cat e lo sfortunato eterno secondo Silver Tango, rispettivamente secondo nel Berlingeri (Gr.2) e nel Tagliabue (Gr.3).
Da sottolineare poi la favola Mamacita Tango, madre di Silver Tango, rimasta per cinque anni lontana dalle piste rispedita in pista da Elia Tanghetti per infertilità. La femmina, figlia di Lost World, ha sfiorato subito la vittoria al rientro a Milano, giungendo vicinissima al vincitore di Favero Uni Light.
Nel complesso Romano ha sellato 33 cavalli (tre in comunione con Ilaria Saggiomo, otto dei quali una sola volta in pista), ereditando Lohala da Rota e Sopran Pokeer dalla polacca Rogowska in permuta di Sopran Slaker, solo sei (19%) sono risultati vincitori, dei quali tre di una sola corsa con le punte di quattro ottenute da Hurricane e Tweety, nove cavalli non si sono mai piazzati anche se hanno corso da una a due corse.
Tra i 33 figurano anche il duo pisano-livornese costituito da Lady San Rossore, avviata alla carriera in ostacoli e poi rimandata alla fedele allenatrice Barbara Sebastiani che l'ha riproposta in piano, dati gli scarsi risultati acquisti, e dallo statuario Tramonto Ivry ereditato da Franco Contu e rimandato alla sua allenatrice storica Silvia Casati che lo ha provato in piano in una corsa di Gruppo. Proprio con quest'ultimo cavallo, Romano ha vinto sul campo la sua prima pattern race da allenatore, il premio Richard (Gr.3), ma una deviazione finale è costata il distanziamento dal primo al terzo posto.
A fine anno il duo Romano-Saggiomo, che ha usufruito della fiducia di un palco di proprietari molto frastagliato con Elia Tanghetti a fungere da proprietario forte, ha racimolato 163.421 euro da dividere tra i vari Tanghetti, Nicolas Nisoli, Topeeka, Remo Romano, Nazareno Marchetti, il leggendario marchese Guglielmi da Vulci, Sc. Milo, De Molnier, Kurt Fekonja, Cecchinato, Lady Z, Troger, Scuderia Milano, SPZ, Facchini, Luca Aliprandi, Sc. Eurosia, Danesi, la Stajnia Panat (credo per questione burocratica) persino la Dioscuri e la compagna Ilaria Saggiomo per un totale di 21 proprietari. Si capisce quindi, dato il numero di cavalli, come Romano debba lavorare con un buon palco numerico di soggetti, sono lo stesso numero di quelli di Vana, ma con tanti piccoli propritari che comportano una riduzione media del potenziale atteso.
A ogni modo l'allenatore dispone di grande fiducia, è cresciuto strada facendo e per il 2016, siamo certi, saprà migliorare questo traguardo. Gli manca solo una grande scuderia agli ordini. Si parte dal più che sufficiente, con convinzione che possa migliorare.
Relativamente a Ilaria Saggiomo si ricorda il recupero, in piano, di Boris (appare tra gli iscritti in siepi nella prima riunione di Pisa 2016), pupillo di scuderia piazzato in pattern race in ostacoli nel 2013 (2° sia nel Criterium d'Inverno che in quello di Primavera, entrambi Gr.2) ma rimasto fermo per oltre due anni e vincente in gentleman a Grosseto con la monta della Saggiomo, anch'essa all'asciuto da vittorie, da amazzone, da oltre due anni.
In quarta posizione troviamo un grande maestro della disciplina, purtroppo in difficoltà, per i suoi standard, rispetto al passato. Stiamo parlando di uno di quegli allenatori che, pur non avendo mai vinto il Gran Premio Merano, hanno fatto la storia del settore. Inutile ricordarne qua i fasti anche perché, buona parte dei pochi che leggono queste righe lo conoscono assai bene. Stiamo parlando di Francesco "Franco" Contu, un'istituzione del settore da almeno trent'anni. Indimenticabile il suo sodalizio con l'editore Pais dell'Amalita, purtroppo scomparso con nessuno a ereditarne passione e colori.
Nel 2015 il trainer sardo ha avuto a disposizione "appena" 22 allievi, uno dei quali, forse il più promettente (Tramonto a Ivry), passato poi a Raffaele Romano. Un quarto di questi sono risultati di proprietà della Scuderia Milano, proprietario di punta dell'allenatore, ma che ha poi affidato un sesto e un settimo cavallo ad altri allenatori. Gli altri soggetti invece hanno portato in pista i colori di altri sei proprietari tra cui l'appassionatissimo Alfredo Di Gesaro (con tre elementi, due dallo stesso allevati, oltre all'AQPS Star du Cochet, pescata in Francia e rigenerata dopo quattro anni di assenza dalle piste), la blasonata Siba (precedentemente al servizio di Ostanel), e un cavallo a testa tra i vari Rangio Farm, Franco Tronconi, Francesco Biasia, Scuderia dell'Aivilo e l'ex gentleman protagonista dei cross (con gli indimenticabili Ile de Paris e Amaly) Nerino Capon (peraltro quarto in una Gran Corsa Siepi di Pisa, tra le più tristi, per campo partenti, di cui abbia memoria). Di questi 22 cavalli cinque hanno corso una sola volta, mentre un sesto, Time Trial (il quarto della Gran Corsa Siepi di Pisa), è stato dirottato (con buon successo) dal suo proprietario Nerino Capon alle piane (dapprima a Varese e poi a Siracusa agli ordini di Vincenzo Caruso che c'ha vinto cinque volte in otto corse spesso in categoria di minima). Si intuisce come il materiale, dunque, sia stato davvero tirato all'osso. Eppure, nonostante le difficoltà, "mastro" Contu ha estrapolato sei vittorie, con un paio perse per cadute sull'ultima siepe, un'altra per distanziamento (Mr Vittorio, soggetto questo infortunato e che tra i tre anni avrebbe potuto far vedere qualcosa di interessante) e due in epiloghi da fotofinish che hanno sollevato polemiche a non finire (coinvolti Sentimentodarcadia, a Merano, e Moncerrati a Milano) con l'ultimo episodio a Milano, si mormora, che ha fatto sbottare l'allenatore in una serie di proteste fino a invocare l'intervento dei Carabinieri (questo almeno è risultato scritto su un blog di settore, bisognerebbe poi verificare o attendere conferme). Alto anche il numero delle cadute, con sei cavalli finiti a terra sia con Maceli che Columbu, i due fantini di scuderia. Una stagione dunque sfortunata da cui sono emersi Tramonto a Ivry, autore di una delle più impressionanti vittorie nella stagione al debutto nella disciplina e poi terzo nel Criterium d'Inverno (Gr.2), e il duo della Milano Grand Link e Sbarazzino. Il primo, un ex Briantea maiden nel 2015, ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti High Master e Solar Focus che lo hanno relegato spesso al terzo posto in corse di primario livello. Il figlio di Red Rocks ha comunque riportato due terzi posti nel Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano (Gr.2) e nel Vanoni (Gr.2) in steeple, è poi purtroppo mancato nel proseguo di stagione. Sbarazzino, a nostro avviso meno qualitativo, è comunque risultato il più vincente con le sue due vittorie (unico a raggiungere tale quota tra i cinque cavalli vincitori preparati da Contu) e gli oltre 20.000 euro conquistati in pista tra cui quelli derivanti dal terzo posto nel Criterium di Autunno (Gr.1).
Speranze poi riposte nell'AQPS A Ton Tour, acquisto annuale della Milano in ottica Gran Premio Merano, che ha faticato a Merano e ha poi vinto a Milano in steeple segnalandosi quale terzo cavallo più vincente di scuderia, alle spalle del compagno di colori Signor Tiziano, altro elemento uscito di scena, dopo qualche acciacco, all'inizio del clou della stagione quando avrebbe potuto dire la sua nei main event, è comunque il secondo nella Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3).
Discorsi e frasi che si traducono in sei vittorie, tredici secondi posti, dieci terzi e 100.963 euro di vincite, un decimo di quelle di Paolo Favero. Numeri discreti, ma che per Contu rendono la stagione appena sufficiente. Meriterebbe molta maggiore considerazione, ma purtroppo sembra non riceverla.
In quinta posizione, subito dietro ai "grandi" dell'ostacolismo, figura la sorpresa Ilenia Nero. L'amazzone, scuola De la Motte ma passione Dormello, è tornata ufficialmente nel "circus" delle corse dallo scorso anno, ha preso la patente da allenatore ed è tornata a correre in piano, spesso in coppia con Alfono, dopo i vecchi trascorsi in cross. Fin qui niente di eccezionale, se non fosse che si è riscoperta preparatrice in ostacoli da non sottovalutare, tanto da far vedere i sorci verdi e neri, o comunque complicare la vita, a maestri del calibro di Paolo Favero e Josef Vana nelle top race in siepi dedicate agli anziani, uno sviluppo in parte imprevedibile, ma che la stessa andava affermando da inizio stagione a Pisa. Un nome su tutti, a luccicare nella gioielleria ma soprattutto negli occhi dello staff Ghiotti-Nero, è stato Chiaromonte. Figlio dell'ex siepista Charlotte Alix, il baio, dopo esser caduto in modo goffo per un errore di Reinhardt (non Django però, dato l'abbinamento a Nero) nella Gran Corsa Siepi di Pisa (dove avrebbe di certo conquistato almeno un terzo posto) e non aver brillato nella prima parte di Milano, si è trasformato a Merano inscendando un duello infinito con Sol Invictus strutturato in otto confronti, finiti quattro a quattro, ma col Magog capace di vincere 21.000 euro in più del rivale in virtù di un rendimento più costante (59.160 euro per il Chiaro che lo elevano in quinta posizione tra i cavalli più vincenti dell'anno, il secondo tra i cinque anni e oltre in siepi dietro a Sol Invictus).
Ilenia Nero è stata una dei cinque allenatori a essersi aggiudicata un Gruppo 1 nella stagione, un successo che per il gentil sesso mancava dai tempi di Astrid Giambertone (circa undici anni fa), allenatrice quest'ultima che con la Nero condivide il legame, più o meno diretto, con la Dormello Olgiata. L'apice della stagione è stato la Gran Corsa Siepi Nazionale che ha portato i colori di Christian Ghiotti a risaltare sulle grandi griffe dell'ostacolismo, raggiungendo quello che per la scuderia è risultato essere un'apice assoluto. Una vittoria tutt'altro che sporadica o fortunosa, perché Chiaromonte ha centrato anche un terzo e un secondo posto nelle due prove più importanti della stagione in siepi, la Gran Corsa Siepi di Merano e la Gran Corsa Siepi di Milano. Risultati eccezionali per una scuderia come quella della Nero, vincente in un Gruppo 1 e con due piazzamenti in altrettanti Gruppi 1 che si sarebbero potuti trasformare, con un po' di fortuna, in altrettanti primi. L'azione macchinosa di Chiaromonte, infatti, ha penalizzato il cavallo, sempre costretto a inseguire gli avversari con grandi finali all'esterno della compagnia. Da segnalare, tra l'altro, il secondo posto di Milano davanti al cavallo che in Italia è risultato il più vincente dell'anno ovvero High Master della Magog, quattro anni vincitore di quattro Gruppi 2.
Ilenia Nero però non è solo Chiaromonte. La prof ha schierato nove elementi (pochissimi al confronto di chi la precede e anche segue in classifica), tre dei quali apparsi una sola volta in pista, portandone al successo quattro (dunque quasi la metà). Curioso constatare come cinque di questi siano stati allevati dalla Dormello Olgiata - C.I.T.A.I, una addirittura, allenata nel corso dell'anno anche da Josef Vana, di proprietà della stessa.
Il team è partito bene a Pisa, tra l'altro con un quarto posto nell'ex Gran Corsa Siepi di Roma (edizione poco probante), quarto Gruppo 1 a vederla protagonista, con l'ostico Drounais (secondo cavallo più vincente di scuderia, con 11.475 euro e sessantesimo posto in generale), per peggiorare a Treviso e Milano ottenendo comunque un terzo posto di Albina (cavalla che ha un po' deluso) nello Steeple Chase di Treviso, listed race. L'esplosione di Chiaromonte è poi arrivata a risollevare il morale e nella seconda parte di stagione sono arrivati i successi di Nelly Darrier, Drounais e della debuttante Good Vision a Grosseto. Occore dire che molte di queste ultime vittorie sono state agevolate da fortuna e da errori altrui (clamorosa caduta di Derwin a Merano nella vittoria di Nelly Darrier, per non parlare del doppio distanziamento a Grosseto di due cavalli di Favero quotati 1,00). Ragionamenti però che lasciano il tempo che trovano, perché alla fine i risultati sono arrivati, merito anche del fantino Ivan Cherchi che la Nero ha recuperato da Favero e a cui ha affidato le sorti dei propri allievi dopo non esser stata soddisfatta da Reinhardt e Columbu. Il fantino ha così preso parte a cinquantuno corse, quasi tutte agli ordini della Nero, vincendo cinque volte e ottenendo la nona posizione in classifica. Lo score finale dell'allenatrice invece è stato di 57 corse, sei vittorie, quattro secondi e terzi posti, ma soprattutto un Gruppo 1 vinto e tre ulteriori piazzamenti (un secondo, un terzo e un quarto) in medesima categoria, per un totale di 88.320 euro (67% merito di Chiaromonte) che rapportato al materiale (escludendo La Bella Donna e Best Princess che le siepi le hanno appena viste) corrisponde a una media di 12.600 a cavallo e dunque superiore alla media Favero e a quella di tutti gli altri (eccetto ospiti stranieri sporadici). Somma elevatissima, la sesta della stagione, che nei numeri medi indicati diventa la prima. Poco da dire, numeri che rendono il 2015 un anno ottimo tendente all'eccezionale, dato il budget e il materiale, con un Chiaromonte a fungere da assoluta rivelazione al punto da potersi definire, dati i risultati, imprevedibile nel rendimento. La speranza, per poter provare a migliorare questo trend, è che il prossimo anno subentrino dei nuovi proprietari, perché nel 2015 il duo Nero-Ghiotti, oltre a un cavallo della Dormello Olgiata e a due cavalli per la prima e quattro per il secondo (67% della scuderia), hanno potuto usufruire di due soli proprietari: i gentleman Raffaele Orlando e Andrea Stefani, con un cavallo a testa. Per ippicaostacoli è la rivelazione dell'anno, la scommessa ora è confermarsi su questi livelli, non sarà una passeggiata sprovvista di ostacoli, questo è certo...
Secondo anno di esperienza sui salti anche per Mario Marcialis, in pista 22 volte con risultati molto interessanti caratterizzati da cinque vittorie, tre secondi posti, sette terzi e due quarti per un totale di 19 piazzamenti utili (86%): media altissima. Marcialis ha potuto usufruire di cinque cavalli, portandone al successo tre. Qualità media non eccelsa, ma preparazione e responsi che ne fanno un allenatore degno di interesse. Il recupero di Fantastico Daniele, dopo un anno di inattività, ad avviare l'anno con vittoria al rientro a Treviso poi seguita da altre due vittorie (che ne fanno il cavallo più vincente di scuderia), quindi in chiusura il terzo posto nel Berlingieri, Gruppo 2, della tre anni Azamourday a giungere quale risultato di maggiore spicco in una stagione più che sufficiente, come dimostra il sesto posto conquistato in generale, per un totale di vincite però non esaltante: 37.306 euro.
Delude un po' Alex Taber che, come Marcialis, ha ottenuto cinque vittorie, ma con un campionario assai superiore sia sotto il profilo numerico che qualitativo, e un numero di secondi e terzi posti inferiore. L'allenatore tedesco ha potuto usufruire di un proprietaro tra i più attivi nell'ambito degli acquisti nel 2015. Josef Aichner, di fatti, ha dotato Taber di nove cavalli, cui aggiungere due della signora Edwina Elliot per un totale di undici elementi (due con una sola corsa all'attivo), quattro dei quali vincenti (tre per Aichner e uno per la Elliot).
E' mancata un po' di fortuna, certo. Kazoo, probabilmente il migliore di scuderia, ha vinto in siepi a Milano e poi non si è più visto in pista, probabilmente a causa di infortunio. Aichner non si è scoraggiato, ha sfilato il portafoglio mettendo a segno investimenti importanti che hanno condotto a cavalli quali Stellato e Nando. Il primo ha vinto in modo straripante al debutto in siepi, ma non si è confermato ad alti livelli pur risultando il più vincente di scuderia, con le sue due vittorie e i circa 15.000 euro intascati. Nando, vincitore della Gran Corsa Siepi di Cagnes-sur-Mer, è stato acquistato per le top race, ma non è andato oltre due quinti posti nel Gran Premio Merano e nella Gran Corsa Siepi di Milano portando a casa appena 7.540 euro senza vincere alcuna prova delle tre che lo hanno visto in pista, tanto da risultare solo terzo, a livello di introiti, nella classifica di scuderia alle spalle di Morning Star. In totale lo score di Taber è stato di 35 corse, cinque vittorie, tre secondi e terzi posti e cinque quarti per un totale di 49.802 euro ovvero il nono posto a livello di vincite, il settimo per numero vittorie e piazzamenti utili. Quindi una stagione che, per gli investimenti fatti, si può considerare ai limiti della sufficienza, nel 2016 deve fare di più.
Il primo degli ospiti internazionali piovuti a intermittenza in Italia è Michal Lisek, subentrato all'esperto Grzegorz Wroblewski alla conduzione della blasonata scuderia ceka della DS Pegas. Il ceko ha presentato sei cavalli, tutti a Merano e tutti per i colori dell'agenzia investigativa che utilizza un pegaso bordato di rosso come effige, portandoli tutti al piazzamento. Tre di questi sono risultati vincitori, uno addirittura duplice vincitore. L'apice è stato raggiunto dal Gruppo 1 vinto da Kamelie, il Grande Steeple Chase d'Europa.
Una vincita che fa di Kamelie il soggetto più lucrativo del gruppo, inseguto dal tre anni Signum, vincitore nel Premio dei Giovani, Listed Race. Piazzamenti d'onore, dal terzo a scendere, in pattern race anche per i vari Makler, Gejzir e Napastnik. Un'unica corsa, ma vincente, per Casper. Tradotto in numeri: undici corse, quattro vittorie (due in pattern race), un secondo posto, due terzi a fungere da base all'ottavo livello somme vinte quantificato in 57.851 euro.
Si scende di due vittorie per giungere alla nona posizione occupata da Eros Ostanel. Una partenza buonissima a Pisa, con secondo posto nella classifica di riunione alle spalle di Favero, quindi il lento declino giustificato dall'improvviso smantellamento della scuderia e non certo da intendersi per il riporsi delle copertine dovuto all'incremento delle temperatura. Eros Ostanel, a poco a poco, ha ceduto tutti i suoi cavalli e di fatto, a metà stagione, è uscito di scena.
Ha sellato 14 elementi, tre dei quali della Siba e undici propri trovando la vittoria con Giant Hawk a Pisa, ma soprattutto con Mordicchio a quota stratosferica a Merano. Il momento di maggior spicco però è stato il secondo posto di Notti Magiche, poi ceduto alla debuttante signora Trevisan, nella Gran Corsa Siepi Nazionale di Pisa. Il figlio di Montjeu, quel giorno, ha insidiato Sol Invictus, giungendo vicino a vincere in categoria Gruppo 1. Purtroppo non si è ripetuto a Merano.
Sei dei cavalli sellati sono stati ceduti nel corso dell'anno, due di questi, Relco Sud Ovest e Little Bruv, passati nelle mani di Paolo Favero per i colori trevisan D'Altemps, si sono resi protagonisti di prove maiuscole in pattern race, a dimostrazione del fiuto di Ostanel nello scovare potenziali campioni. Ha ben impressionato, a Siracusa in handicap principali, anche Zaiman, ceduto prematuramente dopo appena una corsa incolore a Pisa
Nonostante le difficoltà che hanno portato, potremmo quasi definirlo così, al momentaneo ritiro, Ostanel ha vinto due corse, impreziosendo il bottino con otto secondi posti, quattro terzi e sei quarti per un totale di 45.203 euro (quindi poco meno di Taber e più di Marcialis). Finché c'è stato ha dato prova di buoni risultati poi ha fatto come Battiato in quel famoso pezzo in cui il siciliano intona: "mister tamburino non ho voglia di scherzare, rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare..."
Sotto questo lotto ci sono i vincitori di almeno una corsa. Sono ben sedici gli allenatori vincitori di una prova, traguardo sicuramente insufficiente che in alcuni casi può considerarsi anche qualcosa meno di insufficiente. Simone Pugnotti è il primo di questo gruppo, in virtù dei suoi sei secondi posti col terzo montepremi del gruppo fatto di appena 19.963 euro (risultato di nove cavalli impegnati, con Trafalgar Square nel ruolo di primo attore), lo seguono, nell'ordine, Laura Marinoni (tre cavalli per 11.585 euro), Giuseppe Satalia (poco meno di 14.000 euro con otto cavalli e il redivivo Tullio Ostillio nei panni di chi ha racimolato più euro), Nicolò Simondi, Aldo Locatelli (vincitore della corsa con il montepremi più basso di Italia, sezione galoppo), Sandor Ribarszki, Michelino Bebbu (col solo Thibodeau), Pavel Tuma (vincitore della Gran Corsa Siepi di Grosseto, L), Petra Marcova (vincitrice dello Steeple Chase di Treviso), Gianluca Bastianelli, Giuliano Rota, Ilaria Saggiomo, Roberto Cova, Pavel Vovcenko (vincitore del Gran Premio Merano, grazie al quale risale in quarta posizione per quel che concerne gli euro vinti: 114.080), Patrice Quinton (vincitore del Nazioni, Gr.2) e Arnaldo Bianco.
Seguono poi gli allenatori che non hanno mai vinto. Sono addirittura trenta, la maggioranza (54%), di cui diciasette con almeno un piazzamento utile conquistato. Guida la lista Stella Giordano, in ventiseiesima posizione, in virtù di due secondi posti, un terzo e un quarto, a differenza dell'ospite francese Guillaume Macaire che ha due secondi posti e un terzo, ma nessun quarto, in corse però di Gruppo che gli hanno fruttato 63.800 euro (settimo introito stagionale). Un secondo posto poi per Alberto Morazzoni, Acuna, Jaroslav Brecka e Frantisek Holcak. Due terzi posti, quali migliori piazzamenti, a Pisa per la polacca Monika Rogowska, contro un solo terzo posto per Dario Viti e Davide Pacifici. Si passa poi ai due quarti posti di Giuseppe Chianese, e all'unico quarto posto degli ospiti Tomas Vana, Grzegorz Wroblewski, Milan Theimer e Jan Blecha. Un quinto posto infine per Cestmir Olehla, Jan Cagan e Paola Palmieri, a completare il lotto dei piazzati.
Non classificati in tredici (24% sul totale allenatori), perché mai piazzati: Di Dio, Katrinec, Hannacek, Haris, Wroblewska, Manili, Verricelli, Codias, Fineschi, Dall'Arche, Willie Mullins, Cristiano Fais e Barbara Sebastiani.
PROPRIETARI
138 colori in pista e il riferimento non va certo alla scala cromatica, bensì alle diverse tipologie di giubbe con qualcuna anche in formato doppio, roba da Magog. Appena quarantasette (34%) i proprietari vincitori di almeno una corsa, centootto quelli piazzati almeno una volta a lasciare gli ulteriori trenta (22%) a bocca asciutta.
Il fucsia integrale di Paolo Favero è stato il più rappresentato. L'allenatore di Sinigo ha mandato in pista addirittura 73 cavalli ovvero il 23% di tutti quelli scesi in pista nella stagione, vendendone poi diciassette tra i quali gli assi High Master e Solar Focus al suo proprietario di punta Alex Ambruschitz, ma anche gli ottimi Relco Sud Ovest e Little Bruv, a loro volta rilevati da Eros Ostanel, alla D'Altemps, per non parlare delle cessioni alle varie Alessandra Schileo, Lydia Olisova e notaio Vangelisti nonché altri passati nelle mani di ulteriori allenatori. Numero quindi elevetassimo che trova riscontro nelle 318 rappresentazioni in pista, spesso con più di un portacolori per gara e la quasi totale presenza in tutte le corse. Volume di fuoco insostenibile per tutti, ma non sul versante qualitativo. Di fatti Paolo Favero vince la classifica relativa al numero di vittorie, addirittura 51 con una vincita superiore ai 500.000 euro (nel dettaglio dovrebbero essere 505.377 euro, circa la metà di quelli conquistati da tutti gli allenati), ma non risulta il primo in ordine al numero di pattern race vinte né a quello dato dalla somma tra le vittorie e i piazzamenti nelle prime tre posizioni in queste particolari tipologie di corse. Favero ha vinto infatti tre pattern race, tutte a Pisa, e si è piazzato nei primi tre dieci volte. Meglio di lui ha fatto il secondo in classifica generale ovvero Axel Ambruschitz con la sua scuderia Magog, rappresentata anche dalla Staj Magog ovvero la stessa scuderia ma con iscrizione ceka (tre cavalli affidati a Holcak non piazzati nelle tre corse disputate). L'austriaco, secondo proprietario con maggior numero di cavalli (quattordici), ha vinto nove pattern race, ovvero il 35% di quelle previste (record stagionale, con il secondo in classifica relegato a tre vittorie), piazzandosi in un ulteriori sei. Una stagione quindi fantastica che pone la Magog quale la scuderia dell'anno nel settore ostacoli, peraltro premiata da 335.486 euro. Per i coniugi Magog ottantacinque le apparizioni dei colori a scacchi bianco e rossi con ventisette successi. Importanti gli acquisti, a stagione in corso, del duo High Master e Solar Focus, due leader generazionali nelle rispettive discipline, col rammarico costituito dall'infortunio de Il Superstite nel momento topico della stagione in prospettiva Gran Premio Merano. Grande performance finale, tra i tre anni, di Keen Move a fungere dal nuovo che avanza sotto l'ala protettrice di Sol Invictus, il figlio di Sine Alia, dove il "sine" ha "senz'altro" un che di ironico nel voler suggerire con refuso "senza ala" al cospetto di un aquila reale protesa in volo sulle vette dell'Olimpo, laddove il sol invictus era la festa del venticique dicembre.
Completa il podio, nel trionfo Favero, la trevigiana D'Altemps. Nove cavalli, quinta scuderia col maggior numero di elementi cui affidare i sogni di gloria, dopo i due sopracitati ed Eros Ostanel (undici) e Josef Aichner (dieci). Nove vittorie, divario abissale rispetto ai primi due in classifica ma con tre lunghezze di vantaggio sul quarto, la Statek-Chyse; tre le pattern race vinte, con la terza quota vincite della classifica generale da tradursi in 124.899. Little Bruv l'acquisto azzeccato su suggerimento di Paolo Favero, Chic Anti Shock e Wiston i recuperi non riusciti.
Quarta posizione per la ceka Statek-Chyse, sette soggetti proposti, uno poi ceduto e un altro dirottato in piano, per sei vittorie con i Gruppi Uno vinti da Cornet Obolensky e Fafintadenient. Poche le corse, appena ventuno che hanno però fruttato 91.502 euro (quinta vincita dell'anno).
Chiude quinto, ma deludente, Josef Aichner, grazie a cinque vittorie, quattro sotto l'osservazione di Alex Taber una al servizio del duo Satalia-Menato. Investimenti importanti quelli di Aichner che ha messo su, in un anno, una scuderia formata da dieci elementi, ricevendo però un introito molto modesto di appena 38.395 euro, l'undicesimo nella relativa classifica, senza primeggiare in alcuna pattern race se si esclude l'ottimo quinto posto di Nando nel Gran Premio Merano.
Se delude Aichner, sorprende Christian Ghiotti in sesta posizione. Soli quattro cavalli per l'altoadesino e dodici corse, ma con un Chiaromonte a innalzare in alto la bandiera di scuderia tanto da scomodare gli dei dell'Olimpo e il riferimento na va certo allo Zeus che chiude le classifiche, ma alla vetta rischiarata dai raggi solari. Quattro vittorie, ovvero il 33% delle corse disputate, con un introito di 70.000 euro, ovvero la quinta vincita della stagione, un Gruppo uno in bacheca e altri due piazzamenti in medesima categoria. Stagione da incorniciare dato che, a differenza dei cinque di cui sopra, si tratta di una piccola scuderia in odore di fiaba.
Settimo posto, anche questo un po' deludente, della Scuderia Milano. Otto elementi, sei dei quali affidati a Francesco Contu, uno a Favero (presumo pagato anche parecchio) e uno a Raf Romano, quattro successi in trenta corse per 66.504 euro. Somma quindi inferiore rispetto a quella riscossa da Ghiotti sebbene il volume di fuoco sia stato doppio, sia in riferimento al numero di cavalli utilizzati sia in riferimento al numero di corse disputate.
E' invece ottimo l'ottavo posto dell'Agenzia Investigativa di Informazione ceka, la DS Pegas. Scuderia notevole in Rep.Ceka, venuta a disputare un numero ridotto di corse a Merano, spesso in pattern race. Sei i cavalli presentati all'impianto Maia, quattro le vittorie su undici corse (numeri simili a Ghiotti, ma con cavalli superiori), 57.851 euro le vincite con un Gruppo 1 vinto, una Listed Race e due piazzamenti. Stagione indubbiamente buona.
Il primo proprietario agli ordini di Raf Romano compare solo in nona posizione, a dimostrazione di quanto abbiamo affermato nel capitolo dedicato agli allenatori, quando abbiamo detto che al bresciano manca una scuderia da vertici. Le prove Tweety Kash innalzano allora Remo Romano in nona posizione, anche se non in relazione all'entità delle vincite (poco più di 18.000 euro), in virtù del poker di vittorie.
In decima posizione la coppia Vocetka e Crossing Promotions con tre vittorie, frutto però nel secondo caso di un solo cavallo contro i quattro ceki trainati dal più incisivo Big Mago.
Degni di nota il quarto posto in classifica montepremi di Huckschlag-Riepegrund, grazie a 110.000 euro conquistati da Kazzio, quindi nona posizione, nonostate le problematiche già ricordate, di Eros Ostanel vincitore di 45.000 euro abbondanti. Seguono Ecurie Sagara (una sola corsa ma 40.000 euro di Marinas), Aichner, Joly, Tanghetti, Stall Grimminger ed Ecurie des Dunes.
Tra i più deludenti la Siba, che ha usufruito di cinque cavalli (nono proprietario per volume di fuoco) senza però badare alla qualità tanto da vincire 6.647 euro in undici corse. Non brillano molto neppure i due portacolori di Ilenia Nero (ventottesima per vincite) che innalzano però i triangoli contrapposti neri su sfondo verde in settima posizione per quel che riguarda il numero di corse disputate (ventitré corse). Sotto questo versante incuriosisce trovare il giallo e rosso di Eros Ostanel in quarta posizione, in virtù di trentacinque rappresentazioni, nonostante sia uscito di scena a metà stagione. Si fa inoltre notare che dei 138 proprietari solo 87 (65%) hanno corso almeno tre corse.
LE CLASSIFICHE SOGGETTIVE DI IPPICAOSTACOLI PER SETTORE
Tre Anni Siepi: Individuiamo Triple Pursuit come il tre anni dell'anno. Il cavallo ha debuttato nella parte terminale della stagione. Ha corso tre volte ed è uscito imbattutto, aggiudicandosi l'unico Gruppo 1 di categoria. Ha battutto tutti i migliori coetanei, eccetto Keen Move con cui non ha mai intrecciato il cammino. A livello di somme vinte ha conquistato quasi il doppio del cavallo più vincitore (Multiplier, 44.200 euro contro 25.300). I divari con cui ha plasmato le proprie vittorie, però, non sono stati netti. Per cui indichiamo Keen Move come il soggetto dotato di un interessante potenziale, ancora da sviluppare, e che potrebbe sovvertire il rapporto nel 2016. Come terzo soggetto andiamo per Panther Cat su Silver Tango, Signum, Multiplier e Sbarazzino (quest'ultimo terzo per volume di somme vinte)
Quattro Anni Siepi: Nessun dubbio nel delineare High Master quale il netto dominatore di categoria tra i siepisti di quattro anni. Il figlio di High Chaparral ha macinato sette vittorie e ha fatto l'en plein centrando tutti e quattro i Gruppi 2 di categoria. Una dimostrazione di superiorità davvero notevole che non ha ammesso repliche né deroghe. Il compagno di colori Solar Focus, finché è rimasto in siepi, è stato il secondo miglior elemento. Terzo posto strameritato per Grand Link che anteponiamo a un ottimo Makarenko che ha corso in progresso, secondo due volte alle spalle del "mostro" High Master, ma troppo poco per porlo più in alto in graduatoria. Netti miglioramenti, sul finale di stagione (tre vittorie e due terzi posti in tre mesi), per Relco Sud Ovest che indichiamo quale quinto cavallo tra i quattro anni. Da segnalare, infine, Tramonto a Ivry che ha vinto al debutto a Pisa, in modo straripante, ed è poi stato battuto nel Gran Premio della città della torre pendente da High Master e Solar Focus, senza più confrontarsi in siepi.
Quattro Anni Steeple: Un netto dominatore anche qua ed è Solar Focus. Quattro vittorie in cinque uscite, con un non piazzamento non probante sotto un'autentica tempesta d'acqua. Ha vinto Vanoni e Richard, anche se in quest'ultimo Gran Premio ha beneficiato del distanziamento del vincitore e del danneggiamento di un compagno di allenamento. Motivi questi ultimi che ci portano a eleggere Tramonto a Ivry, il vincitore sul campo del Richard, quale secondo cavallo sugli ostacoli alti e Company of Ring quale terzo. Ma si tratta di scelte fortemente opinabili, i divari sono minimi e inoltre a fine stagione si è distinta un'impressionante Little Bruv: imbattuta nella tre uscite sui volumi alti, con vittoria nel Pr. Steeple Chases d'Italia a fungere da apice, dopo una prima parte di stagione in siepi a livelli non trascendentali. Dietro a questi Grand Link e il generoso Hurricane Mix.
Anziani Siepi: Categoria teatro dello scontro infinito tra Sol Invictus e Chiaromonte, ma anche settore dove Josef Vana ha sfruttato i suoi Fafintadenient e Chicago per beffare i due grandi rivali nel momento topico dei vari programmi di riunione. Ha corso con questi anche High Master, finendo battuto da Chicago e Chiaromonte. Questi sono i cinque grandi primi attori della stagione ed è difficile fare scelte perché l'equilibrio è incredibile. Mettiamo in quinta posizione Chicago, autore di exploit in Gruppo 1 a Milano a coramento di una stagione in crescendo, per gli altri quattro non ci pronunciamo perché è davvero difficile esprimersi. In sesta collochiamo Taquari su Kazoo e Signor Tiziano.
Anziani Steeple: Per numero di corse disputate, quattro, con tre vittorie e un secondo posto, indichiamo Il Superstite come il più convincente in steeple tra gli anziani. Il baio della Magog è mancato, causa infortunio, nel momento della verità ovvero nel Gran Premio Merano che ha visto trionfare il tedesco Kazzio. Una vittoria quest'ultima che vale il nostro secondo posto nella classifica di settore davanti a Cornet Obolensky che ha dominato invece la prima parte di stagione vincendo il Grande Steeple Chase di Milano. Marinas è poi la nostra quarta scelta, in virtù del secondo posto nel Merano, su Ole Companero, Kamelie e Frolon.
Crosser: L'incredibile vittoria di Martalin nel Nazioni, unica corsa in Italia nel 2015 del francese, gli vale il premio quale crosser dell'anno, anche perché Ara Gold, che poniamo al secondo posto, ha deluso in più di un'occasione, pur dimostrandosi per lunghi tratti quale il soggetto più pericoloso. Arman merita la terza posizione, in virtù della vittoria nel Grande Steeple Chase delle Capannelle, quindi Hurricane Mix incontenibile a Grosseto nel Grande Steeple Cross e Nils (vincitore dell'Amedeo Duca d'Aosta).
LE CORSE
Sono state 166 (abbiamo però registrato, relativamente a questo capitolo, solo 163 corse) le corse disputate dal 6 gennaio al 9 dicembre e sono andate in scena in cinque ippodromi diversi. Partenza da Pisa e arrivo a Grosseto, con tappa intermedia a Merano anticipata da quelle pressoché coincidenti di Treviso e Milano. 97 corse (58%) si sono disputate in siepi, di queste 24 riservate ai cavalli di tre anni, 27 ai quattro anni e il resto agli anziani. 38 (23%) sono state le prove sui volumi alti, di cui 7 riservate ai quattro anni. 28 invece le prove in cross di cui appena 12 riservate ai gentleman e amazzoni.
Sul totale corse, 26 (16%) sono state insignite del rango di pattern race, distribuite soprattutto sul tracciato estivo di Merano a cui sono state destinate 16 classiche (61%), tra cui cinque Gruppi 1, cinque Gruppi 2, quattro Gruppi 3 e una Listed Race. Quattro classiche a testa sono state poi riconosciute alla pista di Milano (due Gruppi 1 e due Gruppi 2) e Pisa (con tutta la scala di pattern race possibili, dal Gruppo 1 alla listed).
La geografia dell'ostacolismo italiano ha visto Merano, come tutti gli anni, ottenere in concessione il maggior numero di prove, circa il 47% dell'intero movimento da tradursi in 76 corse. Segue Milano con 38, quindi Pisa a 20, Treviso 18 e Grosseto con appena 12 corse.
Il premio più alto registrato corrisponde alla vetta dei 110.000 euro offerti al primo del Gran Premio Merano, seguiti dai 27.200 della Gran Corsa Siepi di Merano, e via con cinque premi da 25.500 tra Pisa, Milano e Merano, uno da 23.375, uno da 21.250, quindi cinque da 17.000 e via a scendere.
La distanza più lunga coperta sono stati i 6.000 metri in cross del Premio Nazioni, seguiti dai 5.000 del Grande Steeple Chase di Milano, del Grande Steeple Chase di Roma e del Gran Premio Merano.
I CAVALLI
322 sono stati i cavalli scesi in pista, 96 di questi si sono visti una sola volta, altri 50 hanno corso almeno due volte. In 98 hanno almeno corso cinque volte. Il cavallo che ha corso di più è stato Tweety Kash di Remo Romano che ha disputato 13 corse (in steeple e cross), peraltro su tutti e cinque i tracciati, una in più di Drounais di Ilenia Nero e del trio di Favero Kisanji, Monjoliano e Shame. Tutti e cinque hanno preso le mosse dalla riunione pisana e hanno proseguito. Hanno corso poi 11 volte Achen, Albina, Arcachon, Constantine, Missed Approach, Salar Fircroft e Well Dressed.
I cavalli di tre anni sono stati appena 54 (16,7%), 94 i quattro anni (29%), quindi il calo a 49 con i cinque anni, e via con 36 sei anni, 29 sette anni (tra cui il vincitore del Merano) e via a scemare con Quiquoqua a guardare tutti dall'alto dei suoi quindici anni, tre in più di Tagus e Green Danehill, tutti e tre impegnati in cross per dilettanti. A undici anni si segnala poi il cavallo più forte apparso in pista, ma non piazzato nella Gran Corsa Siepi di Merano, ovvero l'irlandese nato in Francia Thousand Stars.
I cavalli provenienti dagli allevamenti italiani sono stati 121 (37,6%), 83 dei quali nati in Italia (i restanti 20 in Irlanda, 12 in Inghilterra e i restanti in Francia). Tra i cavalli non allevati da proprietari italiani il paese più rappresentato è l'Irlanda con 53 elementi, 48 sono nati in Francia, 37 in Inghilterra, 31 in Germania, a procedere con Polonia, Repubblica Ceca, Stat Uniti, Slovacchia e Ungheria.
Il cavallo che ha ottenuto il maggior numero di vittorie è stato High Master, prima per i colori Favero e poi per la Magog. Il figlio di High Chaparral è transitato 7 volte davanti a tutti sul palo d'arrivo, due volte in più dei compagni di colore Sol Invictus e Solar Focus. Quattro vittorie poi per Tweety Kash, Hurricane Mix e Nils.
A livello di somme vinte, invece, il leader è Kazzio della Huckschlag - Riepegrund con i suoi 110.000 euro provento del primo posto nel Gran Premio Merano, unica corsa disputata in Italia. 99.603 sono stati invece gli euro conquistati da High Master, alla sua prima stagione in ostacoli, davanti a Sol Invictus (79.900), Solar Focus (66895) e la rivelazione Chiaromonte (59160), con Triple Pursuit a qualificarsi come primo tra i tre anni grazie a tre vittorie in tre uscite che gli sono fruttate 44.200 euro.
Gli otto Gruppi 1 sono stati vinti da otto cavalli diversi: Kazzio, Fafintadenient, Cornet Obolensky, Chicago, Kamelie, Sol Invictus, Chiaromonte e Triple Pursuit che tradotto in allenatori fa tre successi Vana, due Favero, quindi un successo per Nero, Vovcenko e Lisek.
Si distingue invece nei Gruppi 2 High Master che ne vince ben quattro, uno poi per Solar Focus, Little Bruv, Keen Move e Martalin, per un totale di 7 vittorie Favero e una Quinton.
Nei cinque Gruppi 3 vittorie per cinque cavalli: Arman, Solar Focus, Sol Invictus, Il Superstite e Triple Pursuit.
Il vincitore del G.P.Merano nonché il più vincente dell'annata
KAZZIO
(Foto da german-racing.com)
STALLONI
I 322 cavalli scesi in pista sono risultati discendenti di 216 stalloni, 154 dei quali (71%) padri di un solo prodotto, 39 invece hanno avuto almeno due figli, 13 tre figli e via via gli altri.
Lo stallone più rappresentato è stato Hawk Wing con addirittura sette figli (Chic Anti Shock, Falcon Wing, Giant Hawk, King Hawk, Ypsilon King, Le Temujin e Wiston), seguito dal duo Red Rocks e Mujahid con sei figli, quindi il quartetto costituito da Sholokhov, Aussie Rules, Denon e Shirocco con cinque prodotti, quindi Johnny Red Ker, Montjeu e Oratorio con quattro.
I numeri di cui sopra hanno fatto di Red Rocks lo stallone più volte in pista per linea diretta con le sue 29 corse, tre in più rispetto a Samum e Mujahid. In quarta posizione Shirocco con 24 corse, a precedere Montjeu, Aussie Rules e Hawk Wing con 21 corse, quindi High Chaparral con 19, su Bonbon Rose, Spirit of Desert e Johnny Red Ker a 17. Cinquanta stalloni sono stati rappresentati in una sola corsa.
Lo stallone che è risultato più volte vincitore è stato High Chaparral. Nove sono state le vittorie di questo figlio di Sadler's Wells, ottenuto per effetto di tre figli tutti risultati vincitori (High Master, The Alamo e Signor Tiziano). Il divario scavato da questo stallone, purtroppo deceduto nel dicembre del 2014 a soli quindici anni, è stato importante, rispetto alle vittorie degli avversari. Si sono infatti fermati a cinque successi i due immediati inseguitori ovvero Intense Focus e King Charlemagne, entrambi influenzati dall'aver avuto un solo figlio vincitore (nel primo caso unico a scendere in pista).
Quattro vittorie poi per Montjeu, Samum, Bonbon Rose, Great Journey e Kheleif rispettivamente rappresentati da quattro, tre, due e un figlio (entrambi gli ultimi due stalloni indicati).
Solo due stalloni, High Chaparral e Martaline (Kamelie, Martalin e Casper), hanno visto tutti i loro prodotti, tre per entrambi, vincere. E' andato vicino all'en plein anche Montjeu con tre figli vincitori (Tramonto a Ivry, Budapest e Chicago) su quattro (75%). Sono poi risultati vincitori due prodotti su tre di Samum (67%), due su cinque di Aussie Rules e di Shirocco (40%), due su sei di Mujahid (33%), due su sette di Hawk Wing (28%)
Tradotto in cifre, vince la classifica High Chaparral con una progenie che ha conquistato 121.227 euro, davanti al sorprendente Koeningstiger (da Lando), apparso in due sole corse per effetto della presenza di due figli, ma in gran premi che hanno fruttato la bellezza di 112.040 euro.Completano le prime dieci posizioni King Charlemagne (12 corse per 79.900 euro), Montjeu (71.644 euro), Sholokhov (67.421 euro), Intense Focus (66.895 euro), Domedriver (59.160 euro), Martaline (48.875 euro), One Cool Cat (46.750 euro) e Hat Trick (44.200 euro).
ALLEVATORI ITALIANI
Sono stati 81 gli allevatori italiani ad aver preso parte, con i loro prodotti, alla stagione ostacolista italiana 2015, 28 di loro hanno vinto almeno una corsa (34%). Si ricorda che i dati di cui sotto fanno riferimento ai primi tre cavalli allevati da soggetti italiani che sono giunti nelle prime tre posizioni delle varie corse.
Ha vinto la classifica la prestigiosa Razza Dormello Olgiata - C.I.T.A.I. con 5 vittorie e 10 piazzamenti validi risultati da 51 presenze in corsa e da sei cavalli impiegati, cinque dei quali presentati da Ilenia Nero.
Secondo posto per Giulio Frascatani, proprietario della scuderia Julia G con la linea White Star offerta da Sol Invictus che gli è valsa 5 vittorie e 3 piazzamenti per un totale di corse pari a 10, dunque un quinto del volume di fuoco speso dalla Dormello Olgiata.
Dal terzo al nono posto figurano sette allevatori che hanno centrato tre vittorie, a fungere da differenziale sono allora i piazzamenti utili. 7 per Rosati Colarieti, 6 per Nuova Sbarra, 5 per Sc. Vittadini e Ficomontanino, 4 per Loreto e Stefano Luciani, 3 per Eledy Srl e 1 per Quadrifoglio.
L'allevamento che ha sfornato il maggior numero di prodotti è stato l'Antezzate con 7 cavalli, seguita dalla Razza Dormello Olgiata con 6, quindi Rosati Colarieti e Loreto e Stefano Luciani con 5, Nuova Sbarra e Il Grifone srl con 4, a precedere con Immobiliare Casa Paola, Finanza Locale Consulting e Sc. Elisa con 3 e via via gli altri.
I più volte rappresentati in pista sono stati la Razza Dormello Olgiata, con qualcosa come 51 corse, praticamente il doppio sul secondo allevamento più rappresentato ovvero la Nuova Sbarra con 26 corse, 21 per Rosati Colarieti, 17 Il Grifone srl, 16 Giuseppe Morese, 15 Loreto e Stefano Luciani nonché Immobiliare Casa Paola, 14 Antezzate, 13 Eledy srl e 12 Az. dell'Olmo Srl.
Lo stallone con il maggior numero di figli scesi in pista
(Foto da virtualformguide.com)
FANTINI, GENTLEMAN E AMAZZONI
A sfidare le insidie degli ostacoli, per le prove dedicate ai professionisti, sono stati in 49, 14 dei quali in pista per una sola volta e 5 per due, tra i primi si ricordano i francesi Duchene e Cottin, nonché l'inglese James Reveley, tra i secondi brilla il frustino d'oro irlandese Ruby Walsh. Di 49 otto non sono muniti di patentino da professionista e sono apparsi, soprattutto, nei cross. Tanto "big" Joe nella stagione ostacolista italiana, il fantino ceko ha sempre e solo montato per Paolo Favero, non ci sono state scappatelle o permessi in deroga, quanto meno in Italia (discorso diverso per l'estero dove il buon Bartos ha regolarmente montato).
Sono state 154 le corse riservate a fantini o comunque a essi aperte, Josef Bartos ha saltato una sola riunione per un totale di 149 monte di cui 59 vincenti e 74 in zona marcatore per un totale di 133 piazzamenti utili (89% degli ingaggi, percentuale mostruosa). E' caduto due sole volte, davvero pochissimo. Ha vinto per dispersione tutte le classifiche di riunione, eccetto quella di Grosseto dove ha dovuto arrendersi per due lunghezze al redivivo Raf Romano. 27 successi a Merano contro i 6 (dunque oltre il quadruplo), in seconda posizione, di Josef Vana jr, a fungere da pesante massimo distacco inflitto agli avversari; il divario minimo si è invece registrato a Milano dove i connazionali hanno terminato il confronto 12 a 7. Divari importanti anche a Pisa e a Treviso con il duello tra i due terminato 9 a 4 in terra toscana e 8 a 2 in quella veneta.
Ha disputato tutte le pattern race italiane vincendone 14 su 26, ovvero il 54%. Una stagione quindi da incorniciare. A voler esser pignoli c'è da contestare il fatto che abbia vinto solo due Gruppi 1, ma non è certo per suo demerito. Applausi e complimenti dunque strameritati.
In seconda posizione troviamo l'avanguardista o l'uomo dell'estrema attesa, un interprete che ha due schemi di corsa prediletti l'uno all'antipodo dell'altro, Jose Vana Jr.. 117 corse, molte delle quali agli ordini dell'omonimo padre, ma anche di Paolo Favero. A differenza del collega si è visto di più in pista in Rep. Ceka, ma anche in Francia. "Solo" 19 vittorie in Italia, che gli valgono comunque ampiamente la seconda posizione in classifica finale, e 69 piazzamenti utili per un totale di 88 volte nel marcatore (75%).
Secondo nelle classifiche intermedie di ciascuna pista, eccetto che a Grosseto dove non ha conquistato alcuna vittoria. Si è aggiudiato 5 pattern race di cui 3 di Gruppo 1 (Grande Steeple Chase di Milano, Gran Corsa Siepi di Merano e Gran Corsa Siepi di Milano), ovvero le tre corse principali della stagione dopo il Gran Premio Merano. E' caduto più di Bartos, quattro volte. Dunque una stagione da ricordare, più orientata alla qualità che alla quantità, con l'apice della Gran Corsa Siepi di Milano dove ha costruito da solo la vittoria in sella a un "farsesco" Chicago. Applausi anche per lui, ma che corsa persa a Pisa nel Chivas Regal, una sorta di Chicago in modo inverso con vittoria finale di Giant, il Falco.
Grande risalita, dopo una prima parte di stagione pessima, per Raf Romano. Il jockey bresciano, ritornato nell'ultima parte dell'anno a montare anche per Paolo Favero, ha "subito" il primo anno da allenatore. E' partito malissimo a Pisa e a Treviso, dove non ha vinto neppure una corsa, e ha proseguito per tale via nella prima parte di stagione a Milano (una sola vittoria con Silent Footsteps), poi però a Merano e soprattutto a Grosseto s'è ripreso con la speranza che possa perseverare nel miglioramento nel 2016. 3 vittorie a Merano, 5 a Grosseto con conquista, a sorpresa, della classifica di riunione a rompere l'en plein di Bartos. A permettergli di raggiungere tale risultato un trio di cavalli: Hurricane Mix, Tweety Kash e il locale Salar Fircroft.
Ha montato anche in Rep. Ceka, vincendo una corsa, dove ha preso parte senza piazzarsi al Velka di Pardubice. In Italia ha collezionato 84 corse di cui 10 vincenti e 53 al mercatore. La percentuale di piazzamenti utili è stata del 75%.
Solo quarto, ma con podio accarezzato per lungo tempo, Ale Pollioni. Il fantino di Roma, causa infortunio, ha dovuto saltare tutta la riunione pisana. E' rientrato a Treviso con una vittoria sul rientrante Fantastico Daniele, quindi ha proseguito con 3 successi a Milano e 5 a Merano, per poi non essere quasi mai ingaggiato nel finale di Grosseto. In totale ha disputato 56 corse, 9 volte è risultato vittorioso e in 32 occasioni ha permesso a chi l'ha ingaggiato di guadagnare i premi messi in palio per le piazze. La sua percentuale di piazzamenti utili è stata del 73%. Da segnalare il terzo posto nella classifica di riunione di Merano, e in ex aequo di Milano.
In quinta posizione, a pari merito, con 7 vittorie troviamo due fantini che hanno conquistato svariati trionfi a sorpresa: il francese Sylvain Mastain e l'irlandese "Ufo" Brennan. Il primo ha patito un brutto infortunio che lo ha messo fuori gioco per tutta la stagione meranese (il clou dell'ostacolismo). Il secondo, se vogliamo, ha sfruttato l'infortunio del francese per sostituirlo, complice anche l'infortunio di Dominik Pastuszka, alla corte di Favero e marcare subito una tripletta nel giorno del debutto in Italia. L'irlandese è stato poi bravo a confermarsi nelle pochissime monte successive, vincendo anche per Ilenia Nero e Giuseppe Satalia.
Questi i numeri dei due. Il francese ha montato in 48 corse con sette vittorie, in tutte le piste con le eccezioni di Merano e Grosseto, e 24 piazzamenti, dimostrando una certa predilezione per Milano e aggiudicandosi il terzo posto a Pisa. L'irlandese invece, apparso in estate, ha corso appena 26 prove vincendone 7 e piazzandosi in 10. Ha vinto su tutte le piste dove ha corso, conquistando il terzo posto nella classifica intermedia di Grosseto.
Seguono in classifica, procedendo velocemente, Dominik Pastuszka, terzo fantino più impegnato con 97 monte ma sole 6 vittorie, quindi Davide Columbu (quinto fantino più ingaggiato, con 62 monte) e Ivan Cherchi (vincitore di un Gruppo 1) con 5 vittorie, a precedere Jan Kratochvil e Jan Falteijsek (appena 16 corse, tutte a Merano, con un Gruppo 1 e una Listed Race vinte per i colori Pegas), quindi Dirk Fuhrmann, Emmanuel Reinhardt (sesto fantino con il maggior numero di monte) e Gary Derwin con tre.
Tra i mai vincitori spiccano i nomi dei giovani Abdil El Rherras (che pure ha fatto un netto miglioramento col passaggio alla corte di Raf Romano) e di Davide Satalia, che ha pagato, almeno per ora, la scelta (di chi non è dato sapere da chi scrive) di mettersi in proprio e di uscire dal giro Favero. I due hanno montato rispettivamente 41 e 25 volte, ottenendo 19 e 11 piazzamenti utili.
Da rimarcare infine la vittoria tra i fantini del gentleman irlandese William Shanahan, unico a esser riuscito in questa impresa tra i dilettanti in ostacoli nel 2015. L'irlandese ha conquistato l'obiettivo con Stellato di Josef Aichner. Hanno tentato tale impresa altri sette colleghi senza però riuscirci.
Si riduce sensibilmente la quota di corse riservate esclusivamente ai dilettanti, appena 12 sul totale complessivo di 166 ovvero la miseria del 7%, davvero quota irrisibile e per giunta limitata alle sole corse in cross-country, addirittura nessuna in quel di Grosseto.
Sono stati ventuno i coraggiosi amatori della specialità, cinque dei quali visti una sola volta (tra questi il francese Damien Artù, fatto montare da Giada Menato su Crissolo per amicizia, poi caduto per sfortuna a causa di una scivolata, e l'irlandese Robert Hawker) mentre altri cinque protagonisti di due corse.
Vince la classifica Riccardo Belluco con sei vittorie (67%) in nove ingaggi, tutti Favero, tre piazzamenti di cui uno da caduto e rimontato. Il bravo gentleman ha corso anche cinque volte tra i fantini, riportando a casa quattro piazzamenti. Dunque ottima stagione, purtroppo limitata nei contorni da un palco gare fin troppo limitato.
Si classifica secondo il ceko Pavel Peprna, due sole vittorie in nove ingaggi, ma quattro secondi posti (record nella classifica dedicata ai piazzamenti d'onore) tutti con giubba Favero. Piazzamenti tali da anteporlo al ceko Marcel Altenburger, due vittorie pure lui con Tweety Kash di Remo Romano, con un totale di quattro corse.
Vincono almeno una prova il bravo Luca Bonacina, penalizzato dalla scelta di montare cavalli di propria proprietà in luogo dei Favero (peraltro vittoria conseguita con questa giubba), e la sorpresissima Andrea Lancini capace di portare al successo Tiparlo nel cross con il montepremi più basso in assoluto, compreso le piane, della stagione (appena 850 euro al primo).
Ottiene cinque piazzamenti, e una vittoria tra i fantini, William Shanahan, tra cavalli di Favero e altri di Alex Taber, quindi Luca Carminati, settimo (per effetto di due secondi posti) ma primo nella classifica delle cadute (quattro volte su sei uscite), davanti alla brava e sfortunata (in cross) svizzera Claudia Wendel, vincitrice di una corsa a Merano in cross ma poi squalificata per aver aggirato un passaggio obbligato col fido Regain Madrik, quindi il promettente Andrea Stefani, che avrà modo di farsi nel 2016 (ci è paciuto sia per il modo di montare che per il coraggio e il modo sbarazzino di affrontare anche i "mostri" della categoria) e che quest'anno ha debuttato nella disciplina con cinque corse, più due tra i professionisti, per un totale di tre piazzamenti.
Piccoli piazzamenti anche per Claudiano Patelli (due su sei corse), Annalisa Miotti (due), Gianluca Palombo, Daniele Pesce, il veterano Bernardo Raineri e Robert Hawker. Mai piazzati il debuttante Giuseppe Trebeschi, Roberto De Santi, Angelo Torosani, Daniele Tonelli, Giancarlo Paganessi e l'ospite occasionale Damien Artù.
Colui che si è fatto vedere più volte dietro ai nastri di partenza è stato Luca Bonacina, protagonista di dieci corse, a partire dalla vittoria a Pisa con brindisi a base di vino col direttore Piccioni. Nove uscite per Peprna (con un ritiro di Crissolo a toglierlo dal primo posto) e Belluco, quindi otto per Andrea Lancini.
Il frustino d'oro JOSEF BARTOS II
con la giubba di una scuderia mai vista nel 2015
ma che ricordano assai bene a MERANO
(Foto dostihovy-svet.cz).
ALLENATORI - PER UN PUGNO DI EURO, VALUTAZIONI OGGETTIVE E SOGGETTIVE
Dopo i cavalli sono, probabilmente, i maggiori protagonisti di questo sport. Maestri e ispiratori per chi monta, uomini che invogliano potenziali proprietari o ne confermano la passione a suon di risultati da perseguire scegliendo le corse giuste. Esperti di allenamenti, talvolta precursori di nuove tipologie di addestramento, ma anche e soprattutto talent scout, possibili scopritori di campioni latenti o abili trasformatori del materiale primo, talvolta "maghi" che eliminano problemi occulti o sviluppando il materiale trovando le attitudini specifiche in vista della massimizzazione dei risultati finali che sono riscontrati dalle somme vinte.
Nel settore degli ostacoli, quest'anno, si sono confrontati 55 allenatori, di cui 32 italiani. Il leader assoluto, non è una novità, è stato Paolo Favero. L'allenatore di Sinigo si è distinto tra i maggiori investitori sul mercato internazionale. Ha acquistato in Inghilterra qualcosa come 39/40 soggetti (24 dei quali mai scesi in pista, con Deira Miracle ceduta a Burchi prima ancora di debuttare), oltre un numero assai ridotto in Italia e Francia, ereditando addirittura tre soggetti dall'amico Eros Ostanel, due dei quali migliorati in modo esponenziale. Ha sellato qualcosa come 93 cavalli, 45 (48%) dei quali vincitori di almeno una corsa (21 di almeno due) e 77 almeno piazzati (83%), cedendo poi ad altri allenatori tre di questi nel corso della stagione (Union du Bosc, Nicketommaso e Napoli Molticolori). Pochi i proprietari a disposizione, ma tra questi la straordinaria (per i risultati conseguiti) Magog dei coniugi austriaci Ambruschitz, oltre la trevigiana D'Altemps, la Marbell dei Belluco, quindi i cavalli pressoché singoli dei ridimensionati (nei numeri) avvocato Schileo e notaio Vangelisti (ex scuderia Australia), a seguire il signor Scarpellini, Richard Stampfl e Lydia Olisova, con questi ultimi due vincitori nella stagione per la loro prima volta in carriera, rispettivamente con Devonian e Uni Light. Ha disputato pure una corsa agli ordini di Paolo Favero la scuderia Milano, acquirente pochi giorni prima del Merano di Company of Ring. Questo lo straordinario volume di fuoco, sotto il profilo numerico (meno dal versante qualitativo), di Paolo Favero che ha permesso all'allenatore di correre tutte le 166 corse in programma, spesso con tre cavalli talvolta con quattro, e di demolire la concorrenza aggiudicandosi 93 vittorie (56% sul totale corse, una in media per ogni cavallo sellato), con 76 secondi posti, 65 terzi, 30 doppiette, sei triplette e persino un poker a fare da coronamento del quadro. Vana, che è secondo in classifica, ha vinto 17 corse, meno del quinto. L'allenatore di Sinigo, che pure non si è aggiudicato nessuno dei premi dal maggior rilievo storico, ha iscritto il proprio nome in quindici pattern race tra cui i due Gruppi 1 dell'ex Gran Corsa Siepi di Roma e del Criterium d'Autunno, sette Gruppi 2, quattro Gruppi 3 e due Listed Race.
Ha stravinto tutte le classifiche intermedie, perdendo solo per una lunghezza da Raffaele Romano a Grosseto, collocando qualcosa come sei cavalli nei primi otto nella classifica finale tra quelli maggiormente vincenti in termini di somme vinte, con High Master in seconda posizione, davanti ai compagni di colore (tutti Magog) Sol Invictus e Solar Focus in terza e quarta, a seguire Triple Pursuit, Il Superstite e Company of Ring in sesta, settima e ottava posizione.
Ha pagato a caro prezzo l'infortunio de Il Superstite poche settimane prima del G.P. Merano, che avrebbe corso da primo attore con speranze di vittoria. Un infortunio che non ha permesso all'allenatore di Sinigo di brillare nel circuito degli steeple riservati agli anziani, disciplina quest'ultima in cui Favero non ha dato il meglio di sé nella stagione complici gli acciacchi di Dar Said e Frolon, nonché del completo fallimento dei cinque anni protagonisti nel 2014 come Darakti e Shame (tra le più grosse delusioni di scuderia, oltre al regredito Kisanji tra i quattro anni). Dominio assoluto invece sulle siepi e sugli steeple dedicati ai quattro anni (High Master e Solar Focus si sono rivelati i più forti di Italia), duello serrato invece con Ilenia Nero sulle siepi per adulti con lo scontro Sol Invictus vs Chiaromonte. Male, inizialmente, con i tre anni, complice le delusioni dei vari Ho Yam Lay, El Draque e soprattutto dell'atteso Magical Roundabout, ha poi trovato Triple Pursuit che si è rivelato il migliore della categoria oltre che Keen Move che ha impressionato a Milano, segnalandosi quale controcavallo dell'anno tra i tre anni.
Da elogiare poi il recupero di soggetti come Inoogoo e Top Secret, in prove di contorno, ma anche e soprattutto lo sviluppo di cavalli quali Relco Sud Ovest e Little Bruv, quest'ultima trasformata in cavalla di primario valore nel giro di un paio di mesi.
Dunque un giudizio che va dall'ottimo al buono, perché da uno come Favero i tifosi, che nell'ippica mancano (ci sono piuttosto scommettitori), si attenderebbero sfide anche all'estero, come invece fa Josef Vana sr, o una qualità più ricercata a sacrificio della massa. La strategia di Favero, logica sicuramente e dunque condivisibile se si sposano certe idologie, ha invece un taglio più orientato all'imprenditoriale piuttosto che allo sportivo, un taglio che ha comunque fruttato, come allenatore, vincite pari al 1.014.137 euro, cifra mostruosa (11.000 euro circa a cavallo, per fare un calcolo molto grezzo) che ha, di fatto, annichilito tutta la concorrenza, basti pensare che chi ha vinto di più, tra gli avversari, è stato proprio Josef Vana sr che, in Italia (poi ha vinto anche fuori), ha intascato, con le sue scuderie e i suoi 33 sellati, "appena" 239.254 euro nonostante abbia vinto tre dei quattro gruppi 1 più importanti dell'anno, un somma che, basta prendere la calcolatrice o usare una matita su foglio bianco, è inferiore al quarto di quella vinta da Favero. Se vi sembra poco... sono opinioni.
Seconda posizione, lo abbiamo già anticipato, figura Josef Vana sr, stagione eccellente per i vertici toccati e le strategie messe in pista, certo manca qualche vittoria sotto il profilo della quantità ed è mancato il cavallo per il Gran Premio Merano. Alpha Two, dopo aver trionfato nelle edizioni del 2013 e 2014, non ha convinto l'allenatore ceko che, dopo tre prove, comunque sempre da piazzato (terzo nel Grande Steeple Chase d'Europa, Gr.1), gli ha risparmiato la fatica dei 5.000 metri della grande classica. Non ha potuto prendere parte alla corsa neppure Cornet Obolensky, impressionante a Milano, che è stato frenato da un probabile infortunio, mentre Fafintadenient è stato dirottato in siepi. A ogni modo il praghese è stato abile calcolatore delle energie dei suoi pensionati, ha programmato i grandi obiettivi e ha vinto quatto pattern race da tradursi in tre gruppi 1, peraltro le prove principe della stagione dopo il Merano, ha di fatti vinto la Gran Corsa Siepi di Milano, la Gran Corsa Siepi di Merano e il Grande Steeple Chase di Milano, oltre che il Grande Steeple Chase di Roma in cross-country (Gr.3) rispettivamente con Chicago, Fafintadenient, Cornet Obolensky e Arman. Quindi non si può che reputare un'eccezionale score.
Le vittorie però sono state appena 17, con 13 secondi posti, 25 terzi e due doppiette, una nel prestigioso Grande Steeple Chase di Roma col vecchio Budapest in seconda posizione, che hanno fruttato i già citati 239.254 euro. Somma alta, la seconda tra gli allenatori, da spalmare tra le varie Statek-Chyse, Vocetka, Staj Evi, Stall Grimminger, Jasna, Joly, Dent Koel, Statek Blata Cescky, Tania, Jokr, Lokotrans, Andel Strazny, Estrella, Rabbit Throvy Stepanov e gli italiani Razza Dormello Olgiata, Cova, Claguna e Ferruccio Giacobbe per un totale quindi di diciotto proprietari. I cavalli sellati sono stati 33, di cui undici vincitori di almeno una corsa (33%), quattro dei quali di due e il solo Big Mago a troneggiare con tre vittorie (memorabili gli urli della groom, a centometri dal palo, nella prima vittoria di Pisa, talmente forti da sentirsi accennati nella registrazione, una roba da punteggio massimo nella schedina del superenalotto). Solo sei tra i sellati, tutti però con una sola uscita in Italia (a parte The Mercantilist che ha corso poi in gentleman in piano, andando al marcatore) non si sono mai piazzati, tra questi il saurone Rabbit Well che poi ha disputato, da favorito, a ottobre il Velka di Pardubice giungendo quinto, piazzamento quantificato in 12.000 euro.
I cavalli che hanno vinto di più in termini di euro sono stati Cornet Obolensky con 37.740 euro e Chicago con 35.060 euro, rispettivamente in decima e dodicesima posizione nella classifica generale. In ventesima posizione, come terzo in casa Vana, figura il crosser Arman con i suoi 23.120 euro.
Tra i cavalli rivitalizzati è da segnalare il lento ma graduale sviluppo del vecchio Taquari, partito dalle vendere e giunto a correre con ambizioni di piazzamento i Gruppi 1, terzo nella Gran Corsa Siepi di Italia. Interessante poi, a fine anno, il secondo posto in listed race, ottenuto a Grosseto, dal vincitore del Derby Ceko del 2011, Roches Cross, proveniente dagli allevamenti di Bolger, Irlanda (gli stessi di Solar Focus).
Ha perso nel corso dell'anno la dormelliana Nelly Darrier, affidata a Ilenia Nero, e Andrea Doria rispedita in Italia al fido Cova.
Dunque numeri importanti per un allenatore tra i migliori nel panorama europeo, che viene sempre in Italia, oltre in Francia, a racimolare fondi per poi confrontarsi con i colleghi in patria dove è spessissimo vincitore. Un allenatore che guarda più ai programmi, fa crescere i propri cavalli disinteressandosi talvolta di un piazzamento in posto d'onore, preferendo mirare ai futuri grandi traguardi. Un allenatore, peraltro, che spende e fa spendere molto, preferendo la qualità alla quantità. Un modo diverso di concepire il ruolo, ma comunque affascinante.
E veniamo alla terza dove con grande recupero finale, cinque vittorie piazzate negli ultimi quattro convegni ovvero quasi la metà di quelle conseguite da inizio anno, si è installato Raffaele Romano. L'allenatore bresciano ha così reso più che sufficiente, tendente al buono, una stagione iniziata in modo catastrofico. Gli allievi di Romano fino all'inizio della riunione di Merano hanno racimoltato una sola vittoria, per giunta in una prova di contorno, a Milano, risultato delle fatiche delle "silenti orme nella sabbia" di Silent Footsteps della Lady Z. A Merano, ma soprattutto a Grosseto, sono migliorate le cose, tanto che Raf Romano è riuscito a togliersi la soddisfazione di battere il numero uno di Italia, Paolo Favero, nella riunione maremmana in virtù di cinque vittorie a quattro; questo il confronto, se si aggiunge alle doppiette in cross di Hurricane Mix e Tweety Kash la vittoria di Salar Fircroft, da programma assegnato in allenamento a Ilaria Saggiomo. La figlia d'arte, ricordiamo il celebre padre Ferdinando autore di imprese da National dall'acrobatico Trapezio (stallone vincitore di due edizioni del Merano a fine anni '70), è compagna nonché aiutante di Romano e pertanto li andiamo a considerare in comunione dei beni.
I due hanno messo assieme 13 vittorie (12 Romano e 1 Saggiomo), 18 secondi posti, 21 terzi posti (tre grazie alla Saggiomo) e una doppietta storica (la prima in carriera di Romano da allenatore) nel prestigioso, ma non elevato al rango di pattern, Grande Steeple Cross di Grosseto grazie allo straripante Hurricane Mix e alla generosa Tweety Kash. Questi ultimi due si sono rivelati anche i primi due cavalli di scuderia, quanto meno per quel che concerne le vincite. Il grigio ha vinto 27.931 euro (quindicesimo posto nella generale), la femmina invece 18.462 (venticinquesimo posto nella generale) segnalandosi tra le cavalle più in forma da agosto quando ha lasciato a bocca aperta molti detrattori (no noi, che invece l'abbiam lanciata fin dalla prima vittoria) che la consideravano ciuca.
Romano però è da elogiare per il recupero, in ottimo stile, di Ciro Vincenti, cavallo infortunatosi, nella sua carriera per ben due volte con assenze superiori all'anno e mezzo ciascuna, e ritornato ai vertici tanto da esser stato dichiarato partente nel Gran Premio Merano dopo i secondi posti nel Premio A.S.S.I. (Gr.3) e nel Creme Anglaise (L).
Sono mancati del tutto le vittorie nelle pattern race anche se Raf Romano ha accarezzato più volte il sogno della prima pattern da allenatore con i tre anni. Ha infatti schierato due tra i più interessanti soggetti del panorama ostacolistico, il derby racer Panther Cat e lo sfortunato eterno secondo Silver Tango, rispettivamente secondo nel Berlingeri (Gr.2) e nel Tagliabue (Gr.3).
Da sottolineare poi la favola Mamacita Tango, madre di Silver Tango, rimasta per cinque anni lontana dalle piste rispedita in pista da Elia Tanghetti per infertilità. La femmina, figlia di Lost World, ha sfiorato subito la vittoria al rientro a Milano, giungendo vicinissima al vincitore di Favero Uni Light.
Nel complesso Romano ha sellato 33 cavalli (tre in comunione con Ilaria Saggiomo, otto dei quali una sola volta in pista), ereditando Lohala da Rota e Sopran Pokeer dalla polacca Rogowska in permuta di Sopran Slaker, solo sei (19%) sono risultati vincitori, dei quali tre di una sola corsa con le punte di quattro ottenute da Hurricane e Tweety, nove cavalli non si sono mai piazzati anche se hanno corso da una a due corse.
Tra i 33 figurano anche il duo pisano-livornese costituito da Lady San Rossore, avviata alla carriera in ostacoli e poi rimandata alla fedele allenatrice Barbara Sebastiani che l'ha riproposta in piano, dati gli scarsi risultati acquisti, e dallo statuario Tramonto Ivry ereditato da Franco Contu e rimandato alla sua allenatrice storica Silvia Casati che lo ha provato in piano in una corsa di Gruppo. Proprio con quest'ultimo cavallo, Romano ha vinto sul campo la sua prima pattern race da allenatore, il premio Richard (Gr.3), ma una deviazione finale è costata il distanziamento dal primo al terzo posto.
A fine anno il duo Romano-Saggiomo, che ha usufruito della fiducia di un palco di proprietari molto frastagliato con Elia Tanghetti a fungere da proprietario forte, ha racimolato 163.421 euro da dividere tra i vari Tanghetti, Nicolas Nisoli, Topeeka, Remo Romano, Nazareno Marchetti, il leggendario marchese Guglielmi da Vulci, Sc. Milo, De Molnier, Kurt Fekonja, Cecchinato, Lady Z, Troger, Scuderia Milano, SPZ, Facchini, Luca Aliprandi, Sc. Eurosia, Danesi, la Stajnia Panat (credo per questione burocratica) persino la Dioscuri e la compagna Ilaria Saggiomo per un totale di 21 proprietari. Si capisce quindi, dato il numero di cavalli, come Romano debba lavorare con un buon palco numerico di soggetti, sono lo stesso numero di quelli di Vana, ma con tanti piccoli propritari che comportano una riduzione media del potenziale atteso.
A ogni modo l'allenatore dispone di grande fiducia, è cresciuto strada facendo e per il 2016, siamo certi, saprà migliorare questo traguardo. Gli manca solo una grande scuderia agli ordini. Si parte dal più che sufficiente, con convinzione che possa migliorare.
Relativamente a Ilaria Saggiomo si ricorda il recupero, in piano, di Boris (appare tra gli iscritti in siepi nella prima riunione di Pisa 2016), pupillo di scuderia piazzato in pattern race in ostacoli nel 2013 (2° sia nel Criterium d'Inverno che in quello di Primavera, entrambi Gr.2) ma rimasto fermo per oltre due anni e vincente in gentleman a Grosseto con la monta della Saggiomo, anch'essa all'asciuto da vittorie, da amazzone, da oltre due anni.
PAOLO FAVERO
domina ancora la classifica e la stagione con
93 successi e oltre 1.000.000 di euro.
(Foto altoadige.gelocal.it)
In quarta posizione troviamo un grande maestro della disciplina, purtroppo in difficoltà, per i suoi standard, rispetto al passato. Stiamo parlando di uno di quegli allenatori che, pur non avendo mai vinto il Gran Premio Merano, hanno fatto la storia del settore. Inutile ricordarne qua i fasti anche perché, buona parte dei pochi che leggono queste righe lo conoscono assai bene. Stiamo parlando di Francesco "Franco" Contu, un'istituzione del settore da almeno trent'anni. Indimenticabile il suo sodalizio con l'editore Pais dell'Amalita, purtroppo scomparso con nessuno a ereditarne passione e colori.
Nel 2015 il trainer sardo ha avuto a disposizione "appena" 22 allievi, uno dei quali, forse il più promettente (Tramonto a Ivry), passato poi a Raffaele Romano. Un quarto di questi sono risultati di proprietà della Scuderia Milano, proprietario di punta dell'allenatore, ma che ha poi affidato un sesto e un settimo cavallo ad altri allenatori. Gli altri soggetti invece hanno portato in pista i colori di altri sei proprietari tra cui l'appassionatissimo Alfredo Di Gesaro (con tre elementi, due dallo stesso allevati, oltre all'AQPS Star du Cochet, pescata in Francia e rigenerata dopo quattro anni di assenza dalle piste), la blasonata Siba (precedentemente al servizio di Ostanel), e un cavallo a testa tra i vari Rangio Farm, Franco Tronconi, Francesco Biasia, Scuderia dell'Aivilo e l'ex gentleman protagonista dei cross (con gli indimenticabili Ile de Paris e Amaly) Nerino Capon (peraltro quarto in una Gran Corsa Siepi di Pisa, tra le più tristi, per campo partenti, di cui abbia memoria). Di questi 22 cavalli cinque hanno corso una sola volta, mentre un sesto, Time Trial (il quarto della Gran Corsa Siepi di Pisa), è stato dirottato (con buon successo) dal suo proprietario Nerino Capon alle piane (dapprima a Varese e poi a Siracusa agli ordini di Vincenzo Caruso che c'ha vinto cinque volte in otto corse spesso in categoria di minima). Si intuisce come il materiale, dunque, sia stato davvero tirato all'osso. Eppure, nonostante le difficoltà, "mastro" Contu ha estrapolato sei vittorie, con un paio perse per cadute sull'ultima siepe, un'altra per distanziamento (Mr Vittorio, soggetto questo infortunato e che tra i tre anni avrebbe potuto far vedere qualcosa di interessante) e due in epiloghi da fotofinish che hanno sollevato polemiche a non finire (coinvolti Sentimentodarcadia, a Merano, e Moncerrati a Milano) con l'ultimo episodio a Milano, si mormora, che ha fatto sbottare l'allenatore in una serie di proteste fino a invocare l'intervento dei Carabinieri (questo almeno è risultato scritto su un blog di settore, bisognerebbe poi verificare o attendere conferme). Alto anche il numero delle cadute, con sei cavalli finiti a terra sia con Maceli che Columbu, i due fantini di scuderia. Una stagione dunque sfortunata da cui sono emersi Tramonto a Ivry, autore di una delle più impressionanti vittorie nella stagione al debutto nella disciplina e poi terzo nel Criterium d'Inverno (Gr.2), e il duo della Milano Grand Link e Sbarazzino. Il primo, un ex Briantea maiden nel 2015, ha avuto la sfortuna di trovarsi davanti High Master e Solar Focus che lo hanno relegato spesso al terzo posto in corse di primario livello. Il figlio di Red Rocks ha comunque riportato due terzi posti nel Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano (Gr.2) e nel Vanoni (Gr.2) in steeple, è poi purtroppo mancato nel proseguo di stagione. Sbarazzino, a nostro avviso meno qualitativo, è comunque risultato il più vincente con le sue due vittorie (unico a raggiungere tale quota tra i cinque cavalli vincitori preparati da Contu) e gli oltre 20.000 euro conquistati in pista tra cui quelli derivanti dal terzo posto nel Criterium di Autunno (Gr.1).
Speranze poi riposte nell'AQPS A Ton Tour, acquisto annuale della Milano in ottica Gran Premio Merano, che ha faticato a Merano e ha poi vinto a Milano in steeple segnalandosi quale terzo cavallo più vincente di scuderia, alle spalle del compagno di colori Signor Tiziano, altro elemento uscito di scena, dopo qualche acciacco, all'inizio del clou della stagione quando avrebbe potuto dire la sua nei main event, è comunque il secondo nella Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3).
Discorsi e frasi che si traducono in sei vittorie, tredici secondi posti, dieci terzi e 100.963 euro di vincite, un decimo di quelle di Paolo Favero. Numeri discreti, ma che per Contu rendono la stagione appena sufficiente. Meriterebbe molta maggiore considerazione, ma purtroppo sembra non riceverla.
In quinta posizione, subito dietro ai "grandi" dell'ostacolismo, figura la sorpresa Ilenia Nero. L'amazzone, scuola De la Motte ma passione Dormello, è tornata ufficialmente nel "circus" delle corse dallo scorso anno, ha preso la patente da allenatore ed è tornata a correre in piano, spesso in coppia con Alfono, dopo i vecchi trascorsi in cross. Fin qui niente di eccezionale, se non fosse che si è riscoperta preparatrice in ostacoli da non sottovalutare, tanto da far vedere i sorci verdi e neri, o comunque complicare la vita, a maestri del calibro di Paolo Favero e Josef Vana nelle top race in siepi dedicate agli anziani, uno sviluppo in parte imprevedibile, ma che la stessa andava affermando da inizio stagione a Pisa. Un nome su tutti, a luccicare nella gioielleria ma soprattutto negli occhi dello staff Ghiotti-Nero, è stato Chiaromonte. Figlio dell'ex siepista Charlotte Alix, il baio, dopo esser caduto in modo goffo per un errore di Reinhardt (non Django però, dato l'abbinamento a Nero) nella Gran Corsa Siepi di Pisa (dove avrebbe di certo conquistato almeno un terzo posto) e non aver brillato nella prima parte di Milano, si è trasformato a Merano inscendando un duello infinito con Sol Invictus strutturato in otto confronti, finiti quattro a quattro, ma col Magog capace di vincere 21.000 euro in più del rivale in virtù di un rendimento più costante (59.160 euro per il Chiaro che lo elevano in quinta posizione tra i cavalli più vincenti dell'anno, il secondo tra i cinque anni e oltre in siepi dietro a Sol Invictus).
Ilenia Nero è stata una dei cinque allenatori a essersi aggiudicata un Gruppo 1 nella stagione, un successo che per il gentil sesso mancava dai tempi di Astrid Giambertone (circa undici anni fa), allenatrice quest'ultima che con la Nero condivide il legame, più o meno diretto, con la Dormello Olgiata. L'apice della stagione è stato la Gran Corsa Siepi Nazionale che ha portato i colori di Christian Ghiotti a risaltare sulle grandi griffe dell'ostacolismo, raggiungendo quello che per la scuderia è risultato essere un'apice assoluto. Una vittoria tutt'altro che sporadica o fortunosa, perché Chiaromonte ha centrato anche un terzo e un secondo posto nelle due prove più importanti della stagione in siepi, la Gran Corsa Siepi di Merano e la Gran Corsa Siepi di Milano. Risultati eccezionali per una scuderia come quella della Nero, vincente in un Gruppo 1 e con due piazzamenti in altrettanti Gruppi 1 che si sarebbero potuti trasformare, con un po' di fortuna, in altrettanti primi. L'azione macchinosa di Chiaromonte, infatti, ha penalizzato il cavallo, sempre costretto a inseguire gli avversari con grandi finali all'esterno della compagnia. Da segnalare, tra l'altro, il secondo posto di Milano davanti al cavallo che in Italia è risultato il più vincente dell'anno ovvero High Master della Magog, quattro anni vincitore di quattro Gruppi 2.
Ilenia Nero però non è solo Chiaromonte. La prof ha schierato nove elementi (pochissimi al confronto di chi la precede e anche segue in classifica), tre dei quali apparsi una sola volta in pista, portandone al successo quattro (dunque quasi la metà). Curioso constatare come cinque di questi siano stati allevati dalla Dormello Olgiata - C.I.T.A.I, una addirittura, allenata nel corso dell'anno anche da Josef Vana, di proprietà della stessa.
Il team è partito bene a Pisa, tra l'altro con un quarto posto nell'ex Gran Corsa Siepi di Roma (edizione poco probante), quarto Gruppo 1 a vederla protagonista, con l'ostico Drounais (secondo cavallo più vincente di scuderia, con 11.475 euro e sessantesimo posto in generale), per peggiorare a Treviso e Milano ottenendo comunque un terzo posto di Albina (cavalla che ha un po' deluso) nello Steeple Chase di Treviso, listed race. L'esplosione di Chiaromonte è poi arrivata a risollevare il morale e nella seconda parte di stagione sono arrivati i successi di Nelly Darrier, Drounais e della debuttante Good Vision a Grosseto. Occore dire che molte di queste ultime vittorie sono state agevolate da fortuna e da errori altrui (clamorosa caduta di Derwin a Merano nella vittoria di Nelly Darrier, per non parlare del doppio distanziamento a Grosseto di due cavalli di Favero quotati 1,00). Ragionamenti però che lasciano il tempo che trovano, perché alla fine i risultati sono arrivati, merito anche del fantino Ivan Cherchi che la Nero ha recuperato da Favero e a cui ha affidato le sorti dei propri allievi dopo non esser stata soddisfatta da Reinhardt e Columbu. Il fantino ha così preso parte a cinquantuno corse, quasi tutte agli ordini della Nero, vincendo cinque volte e ottenendo la nona posizione in classifica. Lo score finale dell'allenatrice invece è stato di 57 corse, sei vittorie, quattro secondi e terzi posti, ma soprattutto un Gruppo 1 vinto e tre ulteriori piazzamenti (un secondo, un terzo e un quarto) in medesima categoria, per un totale di 88.320 euro (67% merito di Chiaromonte) che rapportato al materiale (escludendo La Bella Donna e Best Princess che le siepi le hanno appena viste) corrisponde a una media di 12.600 a cavallo e dunque superiore alla media Favero e a quella di tutti gli altri (eccetto ospiti stranieri sporadici). Somma elevatissima, la sesta della stagione, che nei numeri medi indicati diventa la prima. Poco da dire, numeri che rendono il 2015 un anno ottimo tendente all'eccezionale, dato il budget e il materiale, con un Chiaromonte a fungere da assoluta rivelazione al punto da potersi definire, dati i risultati, imprevedibile nel rendimento. La speranza, per poter provare a migliorare questo trend, è che il prossimo anno subentrino dei nuovi proprietari, perché nel 2015 il duo Nero-Ghiotti, oltre a un cavallo della Dormello Olgiata e a due cavalli per la prima e quattro per il secondo (67% della scuderia), hanno potuto usufruire di due soli proprietari: i gentleman Raffaele Orlando e Andrea Stefani, con un cavallo a testa. Per ippicaostacoli è la rivelazione dell'anno, la scommessa ora è confermarsi su questi livelli, non sarà una passeggiata sprovvista di ostacoli, questo è certo...
Secondo anno di esperienza sui salti anche per Mario Marcialis, in pista 22 volte con risultati molto interessanti caratterizzati da cinque vittorie, tre secondi posti, sette terzi e due quarti per un totale di 19 piazzamenti utili (86%): media altissima. Marcialis ha potuto usufruire di cinque cavalli, portandone al successo tre. Qualità media non eccelsa, ma preparazione e responsi che ne fanno un allenatore degno di interesse. Il recupero di Fantastico Daniele, dopo un anno di inattività, ad avviare l'anno con vittoria al rientro a Treviso poi seguita da altre due vittorie (che ne fanno il cavallo più vincente di scuderia), quindi in chiusura il terzo posto nel Berlingieri, Gruppo 2, della tre anni Azamourday a giungere quale risultato di maggiore spicco in una stagione più che sufficiente, come dimostra il sesto posto conquistato in generale, per un totale di vincite però non esaltante: 37.306 euro.
Delude un po' Alex Taber che, come Marcialis, ha ottenuto cinque vittorie, ma con un campionario assai superiore sia sotto il profilo numerico che qualitativo, e un numero di secondi e terzi posti inferiore. L'allenatore tedesco ha potuto usufruire di un proprietaro tra i più attivi nell'ambito degli acquisti nel 2015. Josef Aichner, di fatti, ha dotato Taber di nove cavalli, cui aggiungere due della signora Edwina Elliot per un totale di undici elementi (due con una sola corsa all'attivo), quattro dei quali vincenti (tre per Aichner e uno per la Elliot).
E' mancata un po' di fortuna, certo. Kazoo, probabilmente il migliore di scuderia, ha vinto in siepi a Milano e poi non si è più visto in pista, probabilmente a causa di infortunio. Aichner non si è scoraggiato, ha sfilato il portafoglio mettendo a segno investimenti importanti che hanno condotto a cavalli quali Stellato e Nando. Il primo ha vinto in modo straripante al debutto in siepi, ma non si è confermato ad alti livelli pur risultando il più vincente di scuderia, con le sue due vittorie e i circa 15.000 euro intascati. Nando, vincitore della Gran Corsa Siepi di Cagnes-sur-Mer, è stato acquistato per le top race, ma non è andato oltre due quinti posti nel Gran Premio Merano e nella Gran Corsa Siepi di Milano portando a casa appena 7.540 euro senza vincere alcuna prova delle tre che lo hanno visto in pista, tanto da risultare solo terzo, a livello di introiti, nella classifica di scuderia alle spalle di Morning Star. In totale lo score di Taber è stato di 35 corse, cinque vittorie, tre secondi e terzi posti e cinque quarti per un totale di 49.802 euro ovvero il nono posto a livello di vincite, il settimo per numero vittorie e piazzamenti utili. Quindi una stagione che, per gli investimenti fatti, si può considerare ai limiti della sufficienza, nel 2016 deve fare di più.
Il primo degli ospiti internazionali piovuti a intermittenza in Italia è Michal Lisek, subentrato all'esperto Grzegorz Wroblewski alla conduzione della blasonata scuderia ceka della DS Pegas. Il ceko ha presentato sei cavalli, tutti a Merano e tutti per i colori dell'agenzia investigativa che utilizza un pegaso bordato di rosso come effige, portandoli tutti al piazzamento. Tre di questi sono risultati vincitori, uno addirittura duplice vincitore. L'apice è stato raggiunto dal Gruppo 1 vinto da Kamelie, il Grande Steeple Chase d'Europa.
Una vincita che fa di Kamelie il soggetto più lucrativo del gruppo, inseguto dal tre anni Signum, vincitore nel Premio dei Giovani, Listed Race. Piazzamenti d'onore, dal terzo a scendere, in pattern race anche per i vari Makler, Gejzir e Napastnik. Un'unica corsa, ma vincente, per Casper. Tradotto in numeri: undici corse, quattro vittorie (due in pattern race), un secondo posto, due terzi a fungere da base all'ottavo livello somme vinte quantificato in 57.851 euro.
Si scende di due vittorie per giungere alla nona posizione occupata da Eros Ostanel. Una partenza buonissima a Pisa, con secondo posto nella classifica di riunione alle spalle di Favero, quindi il lento declino giustificato dall'improvviso smantellamento della scuderia e non certo da intendersi per il riporsi delle copertine dovuto all'incremento delle temperatura. Eros Ostanel, a poco a poco, ha ceduto tutti i suoi cavalli e di fatto, a metà stagione, è uscito di scena.
Ha sellato 14 elementi, tre dei quali della Siba e undici propri trovando la vittoria con Giant Hawk a Pisa, ma soprattutto con Mordicchio a quota stratosferica a Merano. Il momento di maggior spicco però è stato il secondo posto di Notti Magiche, poi ceduto alla debuttante signora Trevisan, nella Gran Corsa Siepi Nazionale di Pisa. Il figlio di Montjeu, quel giorno, ha insidiato Sol Invictus, giungendo vicino a vincere in categoria Gruppo 1. Purtroppo non si è ripetuto a Merano.
Sei dei cavalli sellati sono stati ceduti nel corso dell'anno, due di questi, Relco Sud Ovest e Little Bruv, passati nelle mani di Paolo Favero per i colori trevisan D'Altemps, si sono resi protagonisti di prove maiuscole in pattern race, a dimostrazione del fiuto di Ostanel nello scovare potenziali campioni. Ha ben impressionato, a Siracusa in handicap principali, anche Zaiman, ceduto prematuramente dopo appena una corsa incolore a Pisa
Nonostante le difficoltà che hanno portato, potremmo quasi definirlo così, al momentaneo ritiro, Ostanel ha vinto due corse, impreziosendo il bottino con otto secondi posti, quattro terzi e sei quarti per un totale di 45.203 euro (quindi poco meno di Taber e più di Marcialis). Finché c'è stato ha dato prova di buoni risultati poi ha fatto come Battiato in quel famoso pezzo in cui il siciliano intona: "mister tamburino non ho voglia di scherzare, rimettiamoci la maglia i tempi stanno per cambiare..."
Sotto questo lotto ci sono i vincitori di almeno una corsa. Sono ben sedici gli allenatori vincitori di una prova, traguardo sicuramente insufficiente che in alcuni casi può considerarsi anche qualcosa meno di insufficiente. Simone Pugnotti è il primo di questo gruppo, in virtù dei suoi sei secondi posti col terzo montepremi del gruppo fatto di appena 19.963 euro (risultato di nove cavalli impegnati, con Trafalgar Square nel ruolo di primo attore), lo seguono, nell'ordine, Laura Marinoni (tre cavalli per 11.585 euro), Giuseppe Satalia (poco meno di 14.000 euro con otto cavalli e il redivivo Tullio Ostillio nei panni di chi ha racimolato più euro), Nicolò Simondi, Aldo Locatelli (vincitore della corsa con il montepremi più basso di Italia, sezione galoppo), Sandor Ribarszki, Michelino Bebbu (col solo Thibodeau), Pavel Tuma (vincitore della Gran Corsa Siepi di Grosseto, L), Petra Marcova (vincitrice dello Steeple Chase di Treviso), Gianluca Bastianelli, Giuliano Rota, Ilaria Saggiomo, Roberto Cova, Pavel Vovcenko (vincitore del Gran Premio Merano, grazie al quale risale in quarta posizione per quel che concerne gli euro vinti: 114.080), Patrice Quinton (vincitore del Nazioni, Gr.2) e Arnaldo Bianco.
Seguono poi gli allenatori che non hanno mai vinto. Sono addirittura trenta, la maggioranza (54%), di cui diciasette con almeno un piazzamento utile conquistato. Guida la lista Stella Giordano, in ventiseiesima posizione, in virtù di due secondi posti, un terzo e un quarto, a differenza dell'ospite francese Guillaume Macaire che ha due secondi posti e un terzo, ma nessun quarto, in corse però di Gruppo che gli hanno fruttato 63.800 euro (settimo introito stagionale). Un secondo posto poi per Alberto Morazzoni, Acuna, Jaroslav Brecka e Frantisek Holcak. Due terzi posti, quali migliori piazzamenti, a Pisa per la polacca Monika Rogowska, contro un solo terzo posto per Dario Viti e Davide Pacifici. Si passa poi ai due quarti posti di Giuseppe Chianese, e all'unico quarto posto degli ospiti Tomas Vana, Grzegorz Wroblewski, Milan Theimer e Jan Blecha. Un quinto posto infine per Cestmir Olehla, Jan Cagan e Paola Palmieri, a completare il lotto dei piazzati.
Non classificati in tredici (24% sul totale allenatori), perché mai piazzati: Di Dio, Katrinec, Hannacek, Haris, Wroblewska, Manili, Verricelli, Codias, Fineschi, Dall'Arche, Willie Mullins, Cristiano Fais e Barbara Sebastiani.
Nella stagione dell'Alto Maestro, recuperiamo
su la brughiera online
il Maestrello in compagnia del vincitore della classifica Gr e Amazzoni
RICCARDO BELLUCO,
RICCARDO BELLUCO,
a esaltare l'istantanea i colori trionfatori della classifca proprietari, quelli di PAOLO FAVERO
in uno sfondo da narrativa contrariamente a chi sostiene
che con i numeri non si può farla.
in uno sfondo da narrativa contrariamente a chi sostiene
che con i numeri non si può farla.
(Foto da labrughieraonline.it).
PROPRIETARI
138 colori in pista e il riferimento non va certo alla scala cromatica, bensì alle diverse tipologie di giubbe con qualcuna anche in formato doppio, roba da Magog. Appena quarantasette (34%) i proprietari vincitori di almeno una corsa, centootto quelli piazzati almeno una volta a lasciare gli ulteriori trenta (22%) a bocca asciutta.
Il fucsia integrale di Paolo Favero è stato il più rappresentato. L'allenatore di Sinigo ha mandato in pista addirittura 73 cavalli ovvero il 23% di tutti quelli scesi in pista nella stagione, vendendone poi diciassette tra i quali gli assi High Master e Solar Focus al suo proprietario di punta Alex Ambruschitz, ma anche gli ottimi Relco Sud Ovest e Little Bruv, a loro volta rilevati da Eros Ostanel, alla D'Altemps, per non parlare delle cessioni alle varie Alessandra Schileo, Lydia Olisova e notaio Vangelisti nonché altri passati nelle mani di ulteriori allenatori. Numero quindi elevetassimo che trova riscontro nelle 318 rappresentazioni in pista, spesso con più di un portacolori per gara e la quasi totale presenza in tutte le corse. Volume di fuoco insostenibile per tutti, ma non sul versante qualitativo. Di fatti Paolo Favero vince la classifica relativa al numero di vittorie, addirittura 51 con una vincita superiore ai 500.000 euro (nel dettaglio dovrebbero essere 505.377 euro, circa la metà di quelli conquistati da tutti gli allenati), ma non risulta il primo in ordine al numero di pattern race vinte né a quello dato dalla somma tra le vittorie e i piazzamenti nelle prime tre posizioni in queste particolari tipologie di corse. Favero ha vinto infatti tre pattern race, tutte a Pisa, e si è piazzato nei primi tre dieci volte. Meglio di lui ha fatto il secondo in classifica generale ovvero Axel Ambruschitz con la sua scuderia Magog, rappresentata anche dalla Staj Magog ovvero la stessa scuderia ma con iscrizione ceka (tre cavalli affidati a Holcak non piazzati nelle tre corse disputate). L'austriaco, secondo proprietario con maggior numero di cavalli (quattordici), ha vinto nove pattern race, ovvero il 35% di quelle previste (record stagionale, con il secondo in classifica relegato a tre vittorie), piazzandosi in un ulteriori sei. Una stagione quindi fantastica che pone la Magog quale la scuderia dell'anno nel settore ostacoli, peraltro premiata da 335.486 euro. Per i coniugi Magog ottantacinque le apparizioni dei colori a scacchi bianco e rossi con ventisette successi. Importanti gli acquisti, a stagione in corso, del duo High Master e Solar Focus, due leader generazionali nelle rispettive discipline, col rammarico costituito dall'infortunio de Il Superstite nel momento topico della stagione in prospettiva Gran Premio Merano. Grande performance finale, tra i tre anni, di Keen Move a fungere dal nuovo che avanza sotto l'ala protettrice di Sol Invictus, il figlio di Sine Alia, dove il "sine" ha "senz'altro" un che di ironico nel voler suggerire con refuso "senza ala" al cospetto di un aquila reale protesa in volo sulle vette dell'Olimpo, laddove il sol invictus era la festa del venticique dicembre.
Completa il podio, nel trionfo Favero, la trevigiana D'Altemps. Nove cavalli, quinta scuderia col maggior numero di elementi cui affidare i sogni di gloria, dopo i due sopracitati ed Eros Ostanel (undici) e Josef Aichner (dieci). Nove vittorie, divario abissale rispetto ai primi due in classifica ma con tre lunghezze di vantaggio sul quarto, la Statek-Chyse; tre le pattern race vinte, con la terza quota vincite della classifica generale da tradursi in 124.899. Little Bruv l'acquisto azzeccato su suggerimento di Paolo Favero, Chic Anti Shock e Wiston i recuperi non riusciti.
Quarta posizione per la ceka Statek-Chyse, sette soggetti proposti, uno poi ceduto e un altro dirottato in piano, per sei vittorie con i Gruppi Uno vinti da Cornet Obolensky e Fafintadenient. Poche le corse, appena ventuno che hanno però fruttato 91.502 euro (quinta vincita dell'anno).
Chiude quinto, ma deludente, Josef Aichner, grazie a cinque vittorie, quattro sotto l'osservazione di Alex Taber una al servizio del duo Satalia-Menato. Investimenti importanti quelli di Aichner che ha messo su, in un anno, una scuderia formata da dieci elementi, ricevendo però un introito molto modesto di appena 38.395 euro, l'undicesimo nella relativa classifica, senza primeggiare in alcuna pattern race se si esclude l'ottimo quinto posto di Nando nel Gran Premio Merano.
Se delude Aichner, sorprende Christian Ghiotti in sesta posizione. Soli quattro cavalli per l'altoadesino e dodici corse, ma con un Chiaromonte a innalzare in alto la bandiera di scuderia tanto da scomodare gli dei dell'Olimpo e il riferimento na va certo allo Zeus che chiude le classifiche, ma alla vetta rischiarata dai raggi solari. Quattro vittorie, ovvero il 33% delle corse disputate, con un introito di 70.000 euro, ovvero la quinta vincita della stagione, un Gruppo uno in bacheca e altri due piazzamenti in medesima categoria. Stagione da incorniciare dato che, a differenza dei cinque di cui sopra, si tratta di una piccola scuderia in odore di fiaba.
Settimo posto, anche questo un po' deludente, della Scuderia Milano. Otto elementi, sei dei quali affidati a Francesco Contu, uno a Favero (presumo pagato anche parecchio) e uno a Raf Romano, quattro successi in trenta corse per 66.504 euro. Somma quindi inferiore rispetto a quella riscossa da Ghiotti sebbene il volume di fuoco sia stato doppio, sia in riferimento al numero di cavalli utilizzati sia in riferimento al numero di corse disputate.
E' invece ottimo l'ottavo posto dell'Agenzia Investigativa di Informazione ceka, la DS Pegas. Scuderia notevole in Rep.Ceka, venuta a disputare un numero ridotto di corse a Merano, spesso in pattern race. Sei i cavalli presentati all'impianto Maia, quattro le vittorie su undici corse (numeri simili a Ghiotti, ma con cavalli superiori), 57.851 euro le vincite con un Gruppo 1 vinto, una Listed Race e due piazzamenti. Stagione indubbiamente buona.
Il primo proprietario agli ordini di Raf Romano compare solo in nona posizione, a dimostrazione di quanto abbiamo affermato nel capitolo dedicato agli allenatori, quando abbiamo detto che al bresciano manca una scuderia da vertici. Le prove Tweety Kash innalzano allora Remo Romano in nona posizione, anche se non in relazione all'entità delle vincite (poco più di 18.000 euro), in virtù del poker di vittorie.
In decima posizione la coppia Vocetka e Crossing Promotions con tre vittorie, frutto però nel secondo caso di un solo cavallo contro i quattro ceki trainati dal più incisivo Big Mago.
Degni di nota il quarto posto in classifica montepremi di Huckschlag-Riepegrund, grazie a 110.000 euro conquistati da Kazzio, quindi nona posizione, nonostate le problematiche già ricordate, di Eros Ostanel vincitore di 45.000 euro abbondanti. Seguono Ecurie Sagara (una sola corsa ma 40.000 euro di Marinas), Aichner, Joly, Tanghetti, Stall Grimminger ed Ecurie des Dunes.
Tra i più deludenti la Siba, che ha usufruito di cinque cavalli (nono proprietario per volume di fuoco) senza però badare alla qualità tanto da vincire 6.647 euro in undici corse. Non brillano molto neppure i due portacolori di Ilenia Nero (ventottesima per vincite) che innalzano però i triangoli contrapposti neri su sfondo verde in settima posizione per quel che riguarda il numero di corse disputate (ventitré corse). Sotto questo versante incuriosisce trovare il giallo e rosso di Eros Ostanel in quarta posizione, in virtù di trentacinque rappresentazioni, nonostante sia uscito di scena a metà stagione. Si fa inoltre notare che dei 138 proprietari solo 87 (65%) hanno corso almeno tre corse.
LE CLASSIFICHE SOGGETTIVE DI IPPICAOSTACOLI PER SETTORE
Tre Anni Siepi: Individuiamo Triple Pursuit come il tre anni dell'anno. Il cavallo ha debuttato nella parte terminale della stagione. Ha corso tre volte ed è uscito imbattutto, aggiudicandosi l'unico Gruppo 1 di categoria. Ha battutto tutti i migliori coetanei, eccetto Keen Move con cui non ha mai intrecciato il cammino. A livello di somme vinte ha conquistato quasi il doppio del cavallo più vincitore (Multiplier, 44.200 euro contro 25.300). I divari con cui ha plasmato le proprie vittorie, però, non sono stati netti. Per cui indichiamo Keen Move come il soggetto dotato di un interessante potenziale, ancora da sviluppare, e che potrebbe sovvertire il rapporto nel 2016. Come terzo soggetto andiamo per Panther Cat su Silver Tango, Signum, Multiplier e Sbarazzino (quest'ultimo terzo per volume di somme vinte)
Quattro Anni Siepi: Nessun dubbio nel delineare High Master quale il netto dominatore di categoria tra i siepisti di quattro anni. Il figlio di High Chaparral ha macinato sette vittorie e ha fatto l'en plein centrando tutti e quattro i Gruppi 2 di categoria. Una dimostrazione di superiorità davvero notevole che non ha ammesso repliche né deroghe. Il compagno di colori Solar Focus, finché è rimasto in siepi, è stato il secondo miglior elemento. Terzo posto strameritato per Grand Link che anteponiamo a un ottimo Makarenko che ha corso in progresso, secondo due volte alle spalle del "mostro" High Master, ma troppo poco per porlo più in alto in graduatoria. Netti miglioramenti, sul finale di stagione (tre vittorie e due terzi posti in tre mesi), per Relco Sud Ovest che indichiamo quale quinto cavallo tra i quattro anni. Da segnalare, infine, Tramonto a Ivry che ha vinto al debutto a Pisa, in modo straripante, ed è poi stato battuto nel Gran Premio della città della torre pendente da High Master e Solar Focus, senza più confrontarsi in siepi.
Quattro Anni Steeple: Un netto dominatore anche qua ed è Solar Focus. Quattro vittorie in cinque uscite, con un non piazzamento non probante sotto un'autentica tempesta d'acqua. Ha vinto Vanoni e Richard, anche se in quest'ultimo Gran Premio ha beneficiato del distanziamento del vincitore e del danneggiamento di un compagno di allenamento. Motivi questi ultimi che ci portano a eleggere Tramonto a Ivry, il vincitore sul campo del Richard, quale secondo cavallo sugli ostacoli alti e Company of Ring quale terzo. Ma si tratta di scelte fortemente opinabili, i divari sono minimi e inoltre a fine stagione si è distinta un'impressionante Little Bruv: imbattuta nella tre uscite sui volumi alti, con vittoria nel Pr. Steeple Chases d'Italia a fungere da apice, dopo una prima parte di stagione in siepi a livelli non trascendentali. Dietro a questi Grand Link e il generoso Hurricane Mix.
Anziani Siepi: Categoria teatro dello scontro infinito tra Sol Invictus e Chiaromonte, ma anche settore dove Josef Vana ha sfruttato i suoi Fafintadenient e Chicago per beffare i due grandi rivali nel momento topico dei vari programmi di riunione. Ha corso con questi anche High Master, finendo battuto da Chicago e Chiaromonte. Questi sono i cinque grandi primi attori della stagione ed è difficile fare scelte perché l'equilibrio è incredibile. Mettiamo in quinta posizione Chicago, autore di exploit in Gruppo 1 a Milano a coramento di una stagione in crescendo, per gli altri quattro non ci pronunciamo perché è davvero difficile esprimersi. In sesta collochiamo Taquari su Kazoo e Signor Tiziano.
Anziani Steeple: Per numero di corse disputate, quattro, con tre vittorie e un secondo posto, indichiamo Il Superstite come il più convincente in steeple tra gli anziani. Il baio della Magog è mancato, causa infortunio, nel momento della verità ovvero nel Gran Premio Merano che ha visto trionfare il tedesco Kazzio. Una vittoria quest'ultima che vale il nostro secondo posto nella classifica di settore davanti a Cornet Obolensky che ha dominato invece la prima parte di stagione vincendo il Grande Steeple Chase di Milano. Marinas è poi la nostra quarta scelta, in virtù del secondo posto nel Merano, su Ole Companero, Kamelie e Frolon.
Crosser: L'incredibile vittoria di Martalin nel Nazioni, unica corsa in Italia nel 2015 del francese, gli vale il premio quale crosser dell'anno, anche perché Ara Gold, che poniamo al secondo posto, ha deluso in più di un'occasione, pur dimostrandosi per lunghi tratti quale il soggetto più pericoloso. Arman merita la terza posizione, in virtù della vittoria nel Grande Steeple Chase delle Capannelle, quindi Hurricane Mix incontenibile a Grosseto nel Grande Steeple Cross e Nils (vincitore dell'Amedeo Duca d'Aosta).