mercoledì 4 marzo 2015

DOSSIER + PRESENTAZIONE OTTAVA GIORNATA DI CORSE IN OSTACOLI. Sant'Artemio, Treviso.


Vecchi giornali polverosi, ricerche impossibili, letture comparate sbirciando tra le prestazioni alla ricerca del... Cavallo Perduto.

A cura di Matteo Mancini.

C'è stato un tempo, decenni fa, in cui da bimbo poco più che decenne mi prodigavo in ricerche talvolta bizzarre nel tentativo di ricostruire la carriera dei cavalli più "assurdi". Logica vorrebbe che uno, seppur bambino, vada a curiosare sulle "gesta" dei campioni del momento o dei loro antenati. Io no, o meglio, per me era ininfluente il livello tecnico del cavallo. I miei interessi e le mie curiosità andavano oltre ai risultati in pista, erano dettate da simpatie riconducibili alla morfologia del cavallo in questione, o al loro proprietario oppure al nome o ad aneddoti personali legati a questi animali, una sorta di intreccio di destini su cui, qualunque appassionato della penna benedetta dall'arte creativa (di qualsiasi livello essa sia) piace sempre fantasticare. E così ecco i nomi dei vari Aosta (di proprietà inglese ma sempre in pista a Pisa), Spider Man (che giocai vincente più di una volta, compresa la corsa con triplice caduta letale per due partecipanti), Zorkos (giocato piazzato in una corsa dove era presente anche il cavallo che vedete qui sotto, vinse Ihtithar, e di cui purtroppo non ho la foto.... ero un suo fan), Master Reply e così via... Ma questa "passione" non si limitava ai cavalli che vedevo al San Rossore o a scuderia, ma andava oltre, si spingeva verso quelle piste bistrattate e considerate di serie Z da coloro che avevo intorno. Una di queste piste era Treviso, ricordo che andavo a sbirciare sul retro dei programmi di Milano o Roma per vedere se c'era il programma di corse di Treviso o di Novi Ligure, con la speranza che non fosse unito a uno di quelli delle riunioni delle piste più importanti così da poter staccare l'inserto e conservarlo sottraendolo al legittimo proprietario. 

STEEP REEF 
Nel Premio Sinio del giorno successivo al Pesce d'Aprile del 1992, a Pisa.
Settimo classificato con in sella il G.R. Mondelli.
(Foto di Matteo Mancini)

Il primo cavallo che attirò la mia attenzione, all'epoca avevo dieci anni (si parla quasi di 24 anni fa), era un ciuchino che portava però un nome a me carissimo (era il modo con cui chiamavo una data persona): Tato. Baio che non ho mai visto correre, perché per vedere una corsa del Sant'Artemio, all'epoca, occorreva la classica "domanda in carta bollata" essendo il circuito SNAI (all'epoca non si chiamava così) limitato a un solo monitor ed essendo usanza di proporre le corse in siepi tagliate e non in modo integrale.
Allevato e di proprietà di tale Brunner (nulla a che fare col portiere che a Foggia faceva da riserva a Mancini, almeno credo), figlio di Luchino e Toga e allenato da un allenatore storico della pista del Sant'Artemio, che ricordo riportato anche sull'"Handicap" del 1985 con un portacolori SIBA in copertina, ovvero Arnaldo Bianco. Cercai di ricostruirne la carriera, procedendo a ritroso e facendo ricerche assurde tra i programmi di Roma, Milano, Pisa, Firenze e Torino andando sempre a guardare dietro per vedere se spuntava fuori una giornata corse di Treviso, chiaramente accantonata nell'anonimato più generale. Quattordici corse in carriera, dal 1988 al 1993, tutte in ostacoli e tutte a Treviso. Non riuscii nel mio intento per mancanza di materiale e, essendo un perfezionista e non piacendomi neppure all'epoca le cose pastrocchiate, dovetti rinunciare all'idea di dedicare una delle mie schede a questo cavallo (dopo dieci anni, dal 1992 al 2002 scrissi qualcosa come 200 schede), lo feci a malincuore perché ero un suo tifoso. Si, "tifoso" perché io ho sempre avuto questa concezione, fin da bimbo, per i cavalli, talvolta anche per le scuderie. Certo, se uno fosse stato uno scommettitore Tato non l'avrebbe mai considerato. Nelle sue 14 corse non è mai entrato nel marcatore, solo una volta, nel lontano 29 ottobre del 1989 riuscì a portare a casa, condotto da Manosperti, la somma di duecentomila lire frutto di un quinto posto ottenuto su cinque partenti e finendo "lontano" dal penultimo. Poca roba per esser ricordato nel tempo e soprattutto su testate degne di rispetto, ma non qua... dove Tato viene collocato sullo stesso piano dei campioni e che a me fa subito venire in mente il mio primo approccio con la pista di Treviso.

Già, le strutture dell'ippodromo dedicato al Sant'Artemio, unico impianto all'epoca in grado di ospitare l'intera summa dell'ippica con le sue piste per trottatori, galoppatori e ostacolisti. Un vero fortino meta d'approccio dei gentleman e delle amazzoni, spartano ma sorretto da un entusiasmo per l'ostacolismo secondo solo al tempio costituito dall'ippodromo Maia di Merano. Interessante sotto il profilo tecnico il percorso in cross, all'interno della pista in trotto con concorrenti che attraversano poi la stessa per entrare e uscire dal tracciato in siepi. Soluzione originale in Italia e unica, anche se a Cesena (credo lo ricordino in pochissimi) tentarono di addotare una soluzione del genere per la prima corsa di una riunione interamente, per il resto, dedicata al trotto in notturna. Certo, le prove in siepi e in steeple del Sant'Artemio si svolgevano e si svolgono tuttora su un tracciato a dir poco spartano e i campi partenti erano spesso di bassa qualità (stante la concorrenza spietata di piste come Torino o Milano, aspetto quest'oggi superato con partenti di livello assai più qualitativo). Nessuna diagonale, siepi di antiquata concezione (siepi secche in luogo delle sintetiche) e collocate all'esterno della pista piana, come tentarono di fare a Varese (in una storica riunione in notturna con le siepi mobili disseminate per la pista) e come fecero a Pisa nel 1992 quando introdussero di nuovo le prove in ostacoli e io assistetti dal vivo alla prima corsa in siepi della mia vita; Premio Oreficeria, che vide trionfare una cavalla di proprietà tirreniese, Luc Fen, davanti a un portacolori della scuderia fresca vincitrice del Gran Premio Merano, ovvero Malopo Fiamba per i colori del meranese Benno Singer. Corta testa sul palo, a favore della femmina montata da Sante Zanardino (che poi diverrà valido allenatore in ostacoli, al punto da ottenere in allenamento anche i prodotti della Razza Dormello Olgiata destinati ai salti). Vidi la corsa appostato, con i genitori, sull'ultima siepe per poter scattare delle foto con una vecchissima macchina fotografica (sprovvista di zoom) e dove immortalai il momento che vedete qui sotto con un'altra futura protagonista al Sant'Artemio, nell'occasione ultima staccatissima. Ricordo come ora il capitombolo sulla siepe finale, la zoppia e le lamentele del fantino raggomitolato a terra (su programma Bo, ricordo che prima della corsa facevo dell'ironia su questo fatto... verosimilmente gli autori del programma avevano invertito il nome con il cognome... è probabile che fosse Bo Bendik per i colori di Bjorling, simpatico ospite svedese). Intervenne l'autoambulanza e il trattorino per caricare la cavalla, una debuttante assoluta di tre anni, che sembrava essersi fratturata in modo irrimediabile, ma che invece riapparve magicamente proprio al Sant'Artemio due settimane dopo, correndovi, in piano, per due volte a stretto giro di posta e conquistando la sua prima vittoria il 3 maggio del 1992, nel Pr. NewMinster, prova con gentleman e fantini da ostacoli in pista sui 1700 metri e con alcuni pisani come Key To Not (del Cirini) e Disastro della scuderia Andolfi (vincitrice dell'altra siepi del giorno qui sotto rappresentato, con Reef Deep su un futuro compagno di allenamento di Luc Fen) sospinto da Federico Kronauer (di cui conservo vari ricordi in scuderia quando faceva passeggiare Save the Wolf e che avrà l'onore di prendere parte al G.P.Merano con cavalli quali Emanuele e Magic Baiki). Insomma, un'altra cavalla che solo qua può beneficiare del suo piccolo momento di "gloria" (neppure venti milioni vinti in carriera, sei corse a Treviso con due vittorie e quattro piazzamenti) e che sono ben felice di ricordare.


NO BID e Bo.
Nel Premio Oreficeria del 15 marzo 1992, a Pisa.
(Foto Matteo Mancini)

Chi invece avevo visto correre molte volte a Pisa, sempre arrivando ultimo o penultimo era una mia leggenda di infanzia: Steep Reef che formava con Loving Wild e Master Reply il mio ideale trio dei tre moschettieri sventurati agli ordini del "grande" Fidio Gabbrielli (sono orgoglioso di avere la foto di tutti e tre, il secondo con la giubba di Giusti e Fideli in sella, roba da collezionisti, permettetemi), uno che spendeva un sacco di soldi e non vinceva quasi mai (di lui ho le schede di due cavalli: Bay Turk e Samedan che poi vinse in siepi agli ordini di De la Motte e che fu cavalcato per l'ultima volta da un fantino debuttante e mai più apparso in pista). Grande passione, un nome proprio di Dormelliana memoria (riferimento al grande Fidia), ma risultati in pista scarsissimi, aspetto che mi faceva sempre tifare (non dico scommettere perché di fede per andare alla cassa ce ne sarebbe voluta tanta, roba da veder cadere le manne dal cielo) per i suoi allievi non appena ne scorgevo uno in pista. Ebbene fu per me una grande sorpresa quando vidi Steep Reef iscritto in un cross a Treviso, lui che non aveva mai corso in siepi e che aveva debuttato tardissimo, a Pisa, a quattro anni suonati. Baio scuro figlio di Helm Reef (stallone con vincitori in ostacoli, ricordo Helm Sleep dell'Andy Capp) e Ivory Blank, allevato dalla prestigiosa Razza La Tesa (scuderia del mitico Sirlad, ma anche di cavalli vincitori in siepi come El Gran Senor e Gold Champion) e fratellastro di discreti prodotti come Small Penny e Bird's Nest. Disputò la sua unica corsa in ostacoli, peraltro ultima in carriera, il 25 ottobre del 1992 con in sella Foresio. Corsa di livello bassissimo, con solo due cavalli in condizione di giocarsi la vittoria e gli altri intervallati a distacchi abissali con Bel Hardi terzo. Chiusero il percorso in cinque, Foresio cadde dal cavallo non so dove né quando perché la corsa non riuscii a vederla. Ricordo che anche dal Trotto Sportman non riuscii a risalire alla dinamica della caduta né a come avesse corso il cavallo. Ricordo che rimasi male, perché, in fondo, in un quinto posto ci avrei anche creduto, giusto per non vedergli chiudere la carriera senza neppure un piazzamento nelle sue quattordici apparizioni. Comunque gli dedico un grande abbraccio ovunque esso sia. Per la cronaca tentò la carriera ostacolistica anche Loving Wild, a Novi Ligure, credo siano le uniche volte in cui la giubba Gabbrielli ha affrontato le insidie delle siepi, senza piazzarsi ma battendo qualche avversario.

Tornando a Pisa, ho citato poco sopra Gladio Romano Cirini, e non è certo una novità su queste pagine ed è normale che sia così. Lo faccio ancora una volta perché la prima corsa che vidi del Sant'Artemio fu una prova in cross country trasmessa, se non ricordo male, a gara in corso (aspetto che mi faceva imbestialire, unico perché gli altri sbuffavano per queste prove che occupavano i monitor per troppo tempo). Ricordo un primissimo piano su una saura con giubba arancio-nera che vagava sul tracciato e alle cui spalle, chissà perché ricordo così, vi era un prato alquanto rigoglioso con erba decisamente alta. Si trattava di Top Africa, figlia di un vincitore del Derby di Roma (il Siba My Top), con in sella Cirini. Difficile contestualizzare la corsa. Scoprii poi dopo che si trattava di una cavalla pisana e per me, da appassionato di cross, fu una cosa eccezionale, e mi dispiacque non vederla impegnata al San Rossore. Ovvio sottolineare come diventai un fan del Cirini e della scuderia Kripton, spesso presenti in siepi soprattutto sui tracciati definiti di "mia elezione". Anche per Top Africa cercai di ricostruirne la carriera, ma mi fu impossibile dovendo andare troppo indietro negli anni. "Regalo" all'accoppiata Botti-Cirini la foto che pubblico qui sotto e che è perfettamente in linea con una famosa scuderia (magari non titolatissima) legata all'ostacolismo italiano e di cui ero tifoso al punto da mettere il nome a un dato cavallo ispirandomi al principale soggetto di questa scuderia (e di questo riuscii anche a ricostruire l'intera carriera e a dedicargli una scheda tutta per lui, tre pagine di quaderno, ricordo).

SECOLO MERCURIANO, per i colori di G.R. Cirini.
(Foto Matteo Mancini, gennaio 2015).

Se Gladio Romano Cirini è stato spesse volte da me definito il "Favero di Pisa" (almeno un tempo, soprattutto per l'impegno e le dedizione per la specialità), Treviso mi fece apprezzare un altro allenatore con giubba quasi del tutto uguale a quella di Cirini. Sto parlando di una persona scomparsa, giustamente ricordata in un Memorial corso a Merano, che risponde al nome di Francesco Scaglione. Due sono i cavalli legati a questo nome nei miei ricordi adolescenziali, parto da quello per me meno importante, poiché ne conservo la scheda senza averne altri riferimenti se non quello dettato dalla presenza di un cavallo straniero iscritto in una prova in siepi di sabato prossimo e il cui nome era già stato ricordato nel blog in riferimento alla scuderia Pantera. Mi riferisco a Dzeus, grigio acquistato dallo Scaglione in Francia nientemeno che dalla Lassaussaye (proprietari del dominatore del Pr. Nazioni di Merano, Courtier du Val). Il cavallo era uno ostacolista puro, ma in Italia non fu mai impegnato sugli ostacoli. Disputò quattordici corse in Italia, dodici a Treviso vincendo una sola volta. Ciuchino anche lui, ma lo ricordo con una foto che mi ritrae con la scheda a lui dedicata e da me redatta vent'anni fa.

La scheda iniziata venti anni fa di DZEUS, aggiornata corsa su corsa.

Il cavallo allenato da Scaglione che però mi dette maggiori soddisfazioni, da tifoso, fu un altro soggetto che debuttò a quattro anni con il crisma del ciuco: Theotokopouolos. Nome importante, tanto da omaggiare un'importante fattrice degli anni '20 della Razza Dormello Olgiata, tale Theotocopula, in grado di dar vita a una famosa linea croce e delizia del mago Federico Tesio. Da questa cavalla nacque infatti la madre di Tempesta, la puledra considerata più tremenda mai nata dagli incroci di Tesio e da questa vide la luce la madre di Torbido (un nome che è tutto un programma) futuro padre di Antonio Canale, sauro nato nel 1946 considerato il fiore all'occhiello dell'estetica dormelliana, forse il geneticamente preferito da Federico Tesio. Ebbene i collegamenti tra l'allievo di Scaglione e la Dormello non si limitavano a questo, ma si rivelavano presenti anche nelle linee di sangue del cavallo allevato dalla Azienda Agricola Saltore e di proprietà della Razza Piave dei fratelli Caccianiga. Il nonno materno infatti era Tissot, storico compagno di avventure di Ribot, mentre la madre tale Tinella di cui sospetto la provenienza Dormello e che mi fa tornare alla mente un'altra fattrice, tale Tigella (anche tutti i suoi prodotti sono marcati dalla "T" iniziale), madre dell'ultimo ostacolista vincitore sul tracciato di Pisa formato da siepi mobili: Takanen (allevato proprio dalla Dormello, ma di proprietà della scuderia Il Daino e di cui ho foto). Theotokopoulos è il primo dei quattro prodotto di Tinella, degli altri tre (tutti con iniziale la lettera "T" in tradizione Theotocopula) ne han corso due, uno debuttando alla veneranda età di otto anni (Tarte Tatin, tanto per rimanere in tema di Tato) per il training dell'allenatrice, reparto ostacoli, della Razza Dormello Olgiata, ovvero Astrid Giambertone.
Ebbene, come avevo previsto il cavallo ebbe un inizio di carriera, tutta in cross salvo due steeple a Treviso, abbastanza mediocre, ma ecco che maturato all'età di sei anni, dopo quasi un anno di assenza dalle piste, il figlio di Welnor piazzò due acuti che non mi sarai mai immaginato. Centrò un cross da 8 milioni e mezzo al primo e soprattutto la prova principiale della riunione di Treviso, un premio che farà penare per anni sua maestà Paolo Favero: il DUCA D'AOSTA. Vidi quest'ultima affermazione in diretta dall'ippodromo di San Rossore. Theo regolò specialisti di primo livello come Duval e Dynamit (altro mio "protetto"). Lo ricordo davanti con paraocchi e, se la memoria non mi inganna, con rosetta. Lo vidi vincere e quasi non ci credevo, fu come se lo avessi giocato. Tutto questo successe il 29 marzo del 1998, giorno in cui il cavallo chiuse la propria carriera, per un totale di diciassette corse e cinque vittorie, con quasi cinquanta milioni di vincite, un'enormità per un cavallo del genere.

E veniamo adesso all'ultimo ricordo legato alla pista, prima di passare alla presentazioni delle corse che faranno da ponte tra il San Rossore e il Sant'Artemio. Ho citato poco sopra il cavallo il cui nome è stato ispirato da R.J.'S Fighter e che aveva, come tutti i cavalli, altri quattro nomi indicati nel cartellino inviato all'Unire a Roma. Il quarto nome era JACK BEAUREGARD, che fu inserito nel cartellino, contrariamente a quanto possa pensare chi mi conosce, non dal sottoscritto, ma da qualcuno che voleva mettere questo nome a un cavallo in sua detenzione al punto da riproporlo come prima scelta per un successivo puledro. Ebbene, l'Unire scartò questo nome mettendo al cavallo in questione il secondo nome inserito nella rosa dei cinque. Ebbene è curioso notare come il nome Jack Beauregard sia apparso in una corsa in Italia, ma il cavallo non abbia corso in quanto ritirato sul campo. L'evento si è verificato il 10 dicembre 2013, protagonista un figlio di Observatory (stallone qua ricordato in occasione della "maratoneta" Maratory, quella del 21 vincente) allevato dal sig. Folco e dichiarato partente dalla scuderia Aleali, vecchia cliente di Paolo Favero e proprietaria di un cavallo omonimo che si infortunò gravemente a Pisa nel salto della Fence, nel Pr. Pretendre in cui era presente anche un certo FrancoForte omonimo di un cavallo stralciato dal padre del cavallo il cui nome è stato ispirato al Fighter in una lontana edizione del Pr.Chiusura, Gr.2, a Milano, si trattava di un figlio di Formidable.
Il vero Jack Beauregard però, con altro nome, è stato un grande protagonista in piano al Sant'Artemio, vincitore di più tris organizzate su quella pista circa quindici anni fa. Ne vinse una, dopo aver cambiato casacca, in modo impressionante pagando una cifra astronomica con un coast to coast imprevedibile e una vittoria per dispersione che lasciò tutti basiti. In sella aveva un gentleman che ben è in linea col passaggio dalla settima all'ottava giornata di corse in ostacoli... qual'è il nome di questo cavallo...? Il Suo Nome è Nessuno... ma se cercate bene lo trovate, basta partire con un battito di mani...

PRESENTAZIONE CORSE

Avevamo iniziato l'articolo citando come primo cavallo Aosta, femmina il cui nome richiama la più ambita prova in cross del Sant'Artemio (il Duca d'Aosta, n.d.r.). La femmina allenata da Sasse (mi pare che fosse anche il proprietario) costituisce dunque la base per presentare la prima prova, guarda caso un cross, intitolato a Renato De Massa. Si riparte dalle diciasette vittorie di Favero ottenute in venti corse, l'allenatore di Sinigo, peraltro vincitore a Pisa di due ottime corse in piano con Magical Roundabout e Ho Yam Lay, riprende subito col piede pesante liberando per la pista il suo usuale plotone di allievi, alcuni al debutto stagionale e altri dichiarati partenti anche nelle piane.
Tra gli allenatori, grande assente di giornata, ma presente nelle iscrizioni, Ilenia Nero, manca anche Francesco Contu, debutta invece in Italia Tomas Vana, mentre si rivedono Mario Marcialis e Simone Pugnotti. Presente poi un terzo allenatore dell'ex impero asburgico, l'altro è il solito Josef Vana, ovvero Ivan Katrinec che presenta un cavallo della scudera Grey.Racing. Si notano poi le assenze di vari fantini (Columbu, Julio Reinhardt, Maceli e altri) cui fa da contrappeso il rientro di Ivan Cherchi, assente dalla prima giornata.
Procediamo però in ordine.

Sono sei al via i pretendenti alla vittoria del Pr. De Massa, cross piuttosto impegnativo, sia per la pista che per la distanza, 3900 metri (la corsa più lunga della stagione, al momento, dopo il Gruppo 1 di Pisa). Tutti a pari peso e tutti con monte all'altezza della situazione.
Monjoliano passa dal bianco mancato Schileo al Favero integrale, per quello che è il primo cambio di colori stagionale in casa Favero. Si rivede invece, con una cavalla in condizione di vincere, Raf Romano, ma soprattutto fa quasi notizia l'assenza di gentleman in una prova sul percorso di "campagna". Favero tocca quota trentatré nel suo rullino di marcia, relativo ai cavalli presentati, facendo debuttare nella stagione Nils e Uni Light, un altro che come Monjoliano, in una passata stagione, ha corso a Pisa in completo bianco. Completa il campo un Ostanel da rivitalizzare e un Vana di stagione che segna il record stagionale di cavallo più anziano a prendere parte a una competizione in ostacoli (solo undici anni).

Veniamo ora alle impressioni tecniche. Tweety Kash è la "nostra" prima scelta. La cavalla non ha mai corso a Treviso, ma guadagna quella che è la migliore monta che mai abbia avuto in una competizione ufficiale, quanto meno in Italia. Raf Romano decide di montarla in prima persona, dopo la figuraccia di Carminati e vista l'assenza di Emmanuel Reinhardt. A Pisa ha deluso, ma a Grosseto la cavalla è andata alla grande pur pagando quote importanti. Ha battuto di otto e più lunghezze Uvea e Missed Approach, soggetti che a Pisa hanno fatto passarella in solitaria in cross, e addirittura Opaleo (altro vincitore al Prato degli Escoli) e Monjoliano. Fiducia piena quindi a un Raf Romano in cerca di riscatto e che, verosimilmente, si incaricherà di scandire l'andatura con un soggetto pienamente rodato.

Rivale numero uno è "Mister 50%" (sua percentuale di vittorie fin qui) Jozef Bartos che interpreterà Nils. L'ex cavallo pisano (training Pierluigi Giannotti), giunto a nove primavere, riprende la propria carriera agonistica ripartendo da un secondo posto ottenuto a giugno 2014, anno in cui ha preso parte a sole quattro gare (due vittorie e due piazzamenti), tra cui proprio il Pr. De Massa (giunse terzo alle spalle di St Petersbourg e Giant Hawk) e il Duca d'Aosta, premio tanto agognato dal suo proprietario e che lo vide trionfare. Qualità e monta sono dalla sua, ma l'assenza di circa nove mesi dalle piste non depone a suo favore. Se sta bene è il migliore del lotto, ma l'interrogativo è d'obbligo.

Discorso quasi analogo per Priory Bay, della ceka Statek Chyse col duo Vana Sr (allenatore) e Vana Jr (in sella), secondo classificato del Duca d'Aosta edizione 2014. Altro soggetto di una certa qualità e altro rientrante (da settembre), verosimilmente però per scelta tecnica (e non per acciacchi come invece sospetto per Nils). Una sola vittoria nel 2014 e risultati altalenanti, addirittura battuto tre volte su quattro (anche a numeroso distacco) da Monjoliano, ma molto regolare al Sant'Artemio. Potrebbe inserirsi per un piazzamento, ma lo vedo in un secondo piano rispetto ai due sopra.

Monjoliano sembra aver smarrito lo smalto dei giorni migliori. E' rientrato a Pisa senza brillare e ha deluso al Casalone. Difficilmente giocabile, ma con un recente passato che non lo taglierebbe fuori dai giochi. E' più o meno sulla stessa linea Uni Light, che torna in pista da settembre, e che manca dalla vittoria da aprile. Favero gli destina la terza monta (Mastain) e soprattutto paga qualcosa nei confronti diretti con Monjoliano. Ha raramente brillato in cross, niente più di una sorpresa. Ruolo da estremo outsider per Mordicchio per i colori di Eros Ostanel che ha iscritto mezza scuderia in piano e poi ha dichiarato partenti i propri cavalli in ostacoli. Vincitore del Pr.Carica di Isbunschenskij nel 2013 e rientrato dopo più di due anni a Pisa, finendo lontano. Una piccola nota di colore è costituita dall'acclamazione (da parte di qualcuno appostato dalla parte del tondino un tempo riservato ai proprietari) di questo nome al rientro dei cavalli dalla II Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1), in cui Ostanel ha conquistato il secondo posto (con Notti Magiche), chissà poi il perché...

Pronostico Mancho: Tweety Kash, Nils.

EROS OSTANEL chiede informazioni al rientro di MORDICCHIO.
Sulla sinistra passa il dominatore della riunione PAOLO FAVERO, in posa pensierosa.
I due sempre vicini in tribuna a scambiaersi consigli e opinioni.
(Foto Matteo Mancini).

Porsi interrogativi è quanto mai opportuno, soprattutto alla luce della seconda prova di Treviso, anche se sarebbe più appropriato dire oscurità. Tremila metri secchi, come un tempo, in siepi per cavalli di quattro anni. Dubbi amletici, incertezza assoluta, allenatori e proprietari sconosciuti e ben quattro oggetti misteriosi provenienti dalla Rep.Ceka a scombussolare i piani di Paolo Favero. Roba da Area 51... A questi poi si aggiunge un binomio di rientranti costituito da Fantastico Daniele e da Alessio Pollioni, rispettivamente assenti dal nove giugno e dal 3 agosto. Il portacolori della Crossing Promotion, nome quanto mai calzante dopo una prova in cross, aveva impressionato al suo debutto in siepi a Merano tanto da far pronunciare al suo interprete (Pollioni) la seguente battuta: "Quando sono entrato in dirittura ho temuto di aver sbagliato percorso, mi sono girato e dietro c'era il vuoto". Cavallo irrequieto, a cui piace galoppare in testa. E' stato probabilmente frenato da un infortunio. Mario Marcialis, nome solitamente non associato all'ostacolismo, lo ripropone in una compagnia dove sembra non esserci grande qualità. E' al rientro, così come lo è stato il suo allenatore (assente dalle piste, salvo omonomia, per quasi sei anni e clamoroso vincente al rientro porprio con questo cavallo). Difficile indicarlo come base, ma grande curiosità di rivederlo all'opera.

Jozef Bartos figura sul Magog Alisios, al suo debutto stagionale. Viene da due prestazioni poco brillanti a Milano, ma con una performance che lo ha posto sulla linea di Company of Ring, soggeto che a Pisa si è comportato bene. Ha però corso in regresso, battuto da Maratory. Non mi convince. Non ha impressionato neppure Constantine, suo compagno di scuderia, anche lui su due prove incolore a Pisa ma in categoria superiore. La scelta della monta lascerebbe presupporre un miglior comportamento del primo in allenamento, meglio allora provare un oggetto misterioso.

Sundara è la prima scelta di Vana sr.. Si tratta di un figlio di Galileo, acquistato in Irlanda dalla Statek Blata Cesky. Ha battutto a Pardubice, ad Agosto, l'eccellente Marmiton che a Milano ha scherzato in corsa di Gruppo 2 relegando l'ottimo Wrestler a dieci lunghezze, non ripetendosi qualche mese dopo subendo un distacco dal rivale pari a trenta lunghezze circa. Soggetto estremamente pericoloso che mi sento di azzardare quale prima scelta. Il baio sarà supportato dal compagno di allenamento Mbhali, affidato da Vana Sr a Kratochvil. Si tratta di un debuttante nella specialità, reduce da due piazzamenti in Inghilterra. Rientra da luglio, oggetto misterioso.

A complicare i giochi contribuiscono poi altri due ospiti ceki. Kingston Jail, da Stormy Jail, è un prodotto dell'allevamento ceko presentato dall'allenatrice Petra Marcova che non risulta neppure inserita nei database, così come la proprietà, la Viktorie-Uh. Se queste sono al debutto in Italia, vi fa invece ritorno il fantino Pavel Kasny, assente dalle nostre piste dal 2012. Il cavallo ha corso quattro volte in Slovacchia e in Rep.Ceka, finendo secondo in una pista secondaria. Estremo outsider e al debutto nella specialità. Situazione analoga, ma maggiore qualità e già tre esperienze in siepi per Bazalka, femmina da King's Theatre, allevata in Irlanda e presentata da Tomas Vana, altro perfetto sconosciuto al debutto in Italia. E' reduce da un secondo e da un primo posto in Rep.Ceka, davanti abbondantemente a The Mercantilist (non eccelso a Pisa). Avrà in sella Michal Kubik, alla sua seconda monta in Italia (la prima nel 2013 su Dzacheron), fantino plurivincitore in Rep.Ceka e in Polonia (omonimo, per cognome, di un certo calciatore ceko). Sorpresa su cui si potrebbe azzardare una scommessa.

Completa il campo il collaudato, ma spesso deludente Recife, che potrebbe guadagnare punti in caso di terreno pesante, su cui Dirk Fuhrmann sostituisce Davide Columbu. Se gli ospiti sono ciuchi, potrebbe ambire a una terza moneta.

Difficilissimo fare pronostici e per questo bella corsa, noi però ci proviamo.

Pronostico Mancho: Sundara (per il riferimento Marmiton, anche se poi non ripetuto), Constantine (perché se non si piazza qua è un ciuco) e Bazalka.

Sorpresa da provare se ad alta quota: Fantastico Daniele.

Oggetti misteriosi su Treviso.
NIGHT HAWK.

Chiude il programma ostacolistico la quinta corsa, Pr. Clemente Papi, 3500 metri in siepi e gran bella corsa per Treviso. E' la corsa della verità per Tullio Ostillio ripresentato dai Satalia in occasione del Gr.1 di Pisa e protagonista, data la lunga assenza dalle piste, di un discreto rientro. Davide Satalia lo dovrà contenere nella speranza di poter ambire a un piazzamento importante, non sarà facile perché i rivali ci sono. Resta sempre una sorpresa dal grande passato.

Dieci al via con un favorito netto d'obbligo: Arjen, splendido terzo proprio nella corsa di rientro di Tullio Ostillio. Condizione e monta dalla sua, Favero gli destina giustamente Jozef Bartos e, vista la prova pisana, sembrerebbe difficilmente battibile. Sarà Salar Fircroft, verosimilmente per gli scommettitori, ad assumere il ruolo di controfavorito. Il portacolori del marchese Guglielmi ha deluso a Pisa, ma in questa categoria può sempre ricordarsi di poter dire la sua. Avrà in sella Raf Romano che potrà così disporre di una seconda occasione per dare uno scossone a una classifica (allenatore e fantini) per lui indecorosa.

Terzo soggetto da tenere in grossa considerazione è Zeus (cze), da noi sottolineato fin dalle iscrizioni. Il cavallo è al debutto in Italia, lo presenta Tomas Vana e ha in sella Kubik. Ha corso sei volte in Rep.Ceka e Slovacchia, sempre in siepi, e ha vinto quattro volte. Forma un ottimo binomio col fantino, può ambire a un piazzamento e beneficiare di una certa quota. Grande curiosità, anche attorno al suo equipe.

Soggetto particolarmente pericoloso è poi Inoogoo, acquistato a settembre, a Doncaster, da Paolo Favero. La sensazione è che abbia accusato qualche acciacco, anche perché Favero lo affida alle mani dell'allievo rientrante Ivan Cherchi. Si tratta di un ottimo specialista dei Chase britannici, che potrebbe forse patire la regolarità e la velocità della pista in siepi di Treviso. Ha vinto a Perth lo scorso 25 aprile un premio da oltre 8.000 euro, è piazzato a Kelso, Aintree, Newcastle. Desta davvero perplessità la monta di Cherchi, il rischio è che faccia un giro di pista per presentarsi poi in steeple. Viene la tentazione di subirlo.  Gli farà compagnia, sempre per i medesimi colori e sempra acquistato a Doncaster, Benalex Park, altro specialista, questa volta irlandese e degli hurdle. Si tratta tuttavia di un soggetto di qualità assai inferiore, vincitore in piste secondarie e affidato alla monta di Sylvain Mastain. Grossa sorpresa. Completa il campo partenti di Paolo Favero, col suo consueto trio, Arcachon, pessimo al rientro a Pisa e con poche chance di vittoria.

Si rivede Taquari, già poco brillante a vendere e che qua sale di categoria. Ha dalla sua la monta e il training (Vana sr), ma credo che non sia poi più di tanto appetibile. Possibile sorpresa per una terza moneta, ma nulla più.

Ruoli da estremi outsider per L'Ame du Desert, proveniente addirittura dall'Ungheria (!?), figlio di Lando e Gianna Nannini, per il training di Ivan Katrinec, montato da Pavel Kasny, e per la femmina Saarinen affidata da Simone Pugnotti a Emmanuel Reinhardt.

Bella corsa con quattro soggetti al debutto in Italia provenienti da altrettante nazioni (Inghilterra, Irlanda, Rep.Ceka e Ungheria) e con cavalli di una certa qualità in pista. Proviamo un pronostico, ma c'è il rischio sorprese.

Pronostico Mancho: Arjen, Salar Fircroft, Zeus.

ARJEN apre la sfilata del GR.1 di Pisa.
(Foto Matteo Mancini).

Un cenno doveroso, dato il mio vecchio legame con la pista e il discreto campo dei partenti (dal punto di vista numerico) anche per le restanti quattro prove, dove figurano vari siepisti.
Si inizia con la terza corsa, Pr. Bepi Pegoraro, sette al via sui 1650 metri. Presente un portacolori Magog, il quattro anni, Swanwick Shore affidato a Riki Belluco e fratellastro illustre. Si tratta infatti di un figlio di Cinzia Vegas, madre di quel Cross Fade che trionfò nell'ultima Gran Corsa Siepi di Roma. Dunque nome importante che non potevamo non evidenziare e indicare come cavallo da battere in questa corsa, in virtù di ottime performance nel Regno Unito. Rientra da giugno, secondo a Newmarket in un'ottima categoria (oltre 7.000 euro al primo) battuto da un cavallo in linea al passaggio da Pisa a Treviso, Lungarno Palace, per una sola incollatura e con alle spalle, per una corta testa, Grandest. In ultima posizione un tale L. Ge R.

Chi vuol vincere però dovrà vedersela con Ciano, no... niente a che vedere col mio pupillo Camillo, punta del Crotone (visto che avevamo citato portieri e calciatori), mi riferisco al cavallo di proprietà di quel Foresio protagonista dell'avventura in cross con il soggetto la cui foto compare a inizio articolo. Il cavallo torna ad avere in sella Veronica Grasso Caprioli (altro cognome illustre del cross) e quando lo monta lei è sempre un cattivo cliente con cui fare i conti. A proposito di calciatori... attenzione anche a Raimondi, che tenterà la marcatura stretta su Ciano con la positiva Evelyn Poehl vincitrice proprio a Pisa.

Alla quarta corsa sono addirittura dodici al via, c'è anche un omonimo (Stampatti in sella) di un cavallo stralciato da un portacolori di casa nel lontano 1985 nel Pr. Ciucci, a Pisa.
Raf Romano sceglie Davide Steinwandter per Fire of Debora, iscritta anche nella siepi riservata ai quattro anni e di proprietà di Richard Stampfi, figlia di Imprevedibile (del quale avevo una foto gigante a colori, era in un calendario). Ruolo da estremo outsider, per un proprietario rimasto lontano dalle piste per ben cinque anni. Corsa che si presta ad alte quote, vari rientranti, altri che sono rientrati da poco e altri ancora in forma non eccelsa.

LARGO ALL'ASSO. Pr. Ciucci, 16 febbraio, 1985. In coda, nono, un omonimo di Treviso.
Giubba di famiglia, con un po' d'aria di TEMPESTA... ASSOUINDE a tutta estrada!
(Foto dagli ARCHIVI DI FAMIGLIA).

Alla sesta ancora discreto campo dei partenti. Undici al via sui 2.000 metri, corsa reclamare di bassissimo profilo. Apre la scala il numero uno Adessosi, debuttante di cinque anni allenato da Stella Giordano (nome e cognome, per non fare confusione) e iscritto in ostacoli a Pisa dove però non è mai stato dichiarato partente. Classico soggetto da 100 contro uno, ha in sella Mister Pesce (quello caduto nel laghetto nel giorno del G.P. Merano di quest'anno con Wild Boy). Curiosa poi presenza di Liebe Boy con Ilaria Saggiomo che decide di ritornare in pista (manca da quasi due anni), questa volta anche da amazzone, dopo la figuraccia del suo allievo nel cross di Pisa. Quota da 87 a uno.
Cavallo da battere Drop the Gun con la prestigiosa giubba (per gli amanti dei cross) dei Locatelli. Tra i partenti anche Massimo Bresolin (di cui ricordo una caduta a Merano nel laghetto con un cavallo di origine sconosciuta, chiamato Jill, omonimo di uno successivo apparso a Siracusa con errore clamoroso sul programma ufficiale del Trotto Sportman che confuse i due cavalli), altro storico e bravo gentleman in ostacoli, sul rientrante Mon Image.

Curiosità nell'ultima corsa, 2350 metri a reclamare, dove figurano ben quattro ostacolisti, tra cui Smart Casual che debutta in piano in Italia dopo undici corse in ostacoli. Potrebbe costituire una concreta sorpresa perché in siepi a Pisa, pur non brillando, ha dato segni vitali. Avrà in sella Ilaria Saggiomo.
Confermato in piano, con tentazione di rimandarlo in siepi, Relco Nordic, cavallo da distanza rientrato in modo anomalo sui 1.000 metri a Grosseto. Avrà in sella Mariotto Fortunato, con Riki Belluco che gli preferisce Glenrun, ex Razza La Tesa (quella di Steep Reef), rientrante da settembre ma piuttosto regolare.
Pericoloso e da quota alta The Mercantilist, giocato dal sottoscritto a Pisa in siepi, e da provare anche qua. Per un'accoppiata attenzione anche a Sugarello.
In pista con ruoli da outsider l'ex dormelliana Carresana (figlia di una siepista) e l'estremissimo outsider Miosole alla sua seconda corsa in piano (fratellastro per linea paterna di Sol Invictus), dopo nove uscite (otto in ostacoli), e riuscito nell'impresa di cadere proprio nella corsa in piano disputata a Chilivani (pista dove un tempo, clamoroso, si correva anche in siepi).

Doppi protagonisti a Tv. CIANO punta del Crotone nato nel giorno della foto
scattata a Mordicchio, meno un mese del calendario commerciale.
(Foto estrapolata da internet).


3 commenti:

  1. Bravi chiscrive sempre interessante vecchie cose , ma era ippica vera

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    1. Leonardo STERLI. Ricordo benissimo la sua scuderia, non solo SAETA RUBIA (che vinse la GRAN CORSA SIEPI DI PISA) ma soprattutto una lunga serie di cavalli "minori" che sono passati come meteore senza lasciare grandi risultati, tipo Summer, Sgommo, mi pare anche Echo of Ireland, vado a memoria, spesso presenti in ostacoli con la giubba giallo e viola a strisce verticali. Montava anche in GR, se non erro.

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  2. Prova a guardare i casini prodotti con passione da me e tutti quelli che avevo intorno da fantini gentleman ecc.ecc.

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