UN PORTO FORMATO GIANT PER IL GALEON DEL PRINCIPE DEL MARE.
Giornata nel signum della Lux in Arcana per Paolo Favero. Il trainer di Sinigo omaggia come meglio non potrebbe il compianto collega Giuseppe Chiodini, poi il Sol Magog si eclissa in attesa del Focus finale. Nel regno di Martone, epilogo con la passarella Del Giovani, in un'atmosfera da pianeta rosso, ma attenzione... la beffa giunge dal Plutone. E' scontro tra pianeti della via lattea (dominio rosso-bianco)!
A cura di Free-Lance Mancini Matteo.
A cura di Free-Lance Mancini Matteo.
Un vecchio detto dice che "né di Giove né di Marte non si sposa e non si parte, né si da avvio all'arte", ma noi, amanti del brivido, facciamo tutto l'esatto contrario. Così oggi di Marte torniamo a scrivere un nuovo articolo relativo alla settimana del Palio di Siena. E' stata un'edizione coperta da strascichi giudiziari e polemiche varie che hanno visto primi attori, non protagonisti, persino uomini dell'impianto Maia; un SOL nome poteva esser il vero protagonista e quel nome non poteva che rispondere alla radice Marte. Tutto inizia GIOVE due luglio (tanti quanti i mezzosangue che si sono resi onore sull'anello di tufo ovvero il bombolone Giove e lo sfortunato Giove Deus, deceduto sotto i colori del Nicchio), nella città della Lupa. La mossa viene data dopo circa un'ora di attesa. A creare scompiglio al mossiere, non è Jonathan Bartoletti, ma la presenza di ben sette contrade nemiche oltre a un govane fantino di ricorsa, Elias Mannucci ribattezzato "turbine". Dopo svariati entra ed esci, a testimoniare un rapporto tutt'altro che convenzionale, schizza in testa la selva col volpone Trecciolino e il cavallo Quit Gold (nome profetico che si trasformerà poi in Arrive Metal), ma a calamitare le attenzioni è il duello rusticano tra due contrade nemiche, in memoria di una certa Gloria Rustica che certi colori li ha visti davvero. Avevamo ricordato un qualcosa di simile su altri lidi qualche settimana fa (in occasione di certe trasferte all'ippodromo di Ostenda), quando pubblicammo due foto: una è quella che vedete in fondo all'articolo, l'altra è quella di un cavallino purosangue inglese omonimo di un vincitore del palio di Siena e di proprietà di un allenatore omonimo del regista di Quintet (tanto per omaggiare certi barberi). Ebbene, allora, furono Aquila e Pantera a darsele di santa ragione con un tale Casu, detto Spirito, che prese per la maglia l'avversario non facendolo partire. Questa volta a esser stato protagonista è stato Columbu, non Davide quello delle siepi, bensì Massimo, detto Veleno II, di ritorno da una lunga squalifica per scorrettezze varie. Nativo di Gubbio, la c.d. città dei matti, e nato il giorno prima dell'anniversario della nascita del grande William Butler Yeats, Veleno, in sella per i colori del Valdimontone a Porto Alebe, ha pensato bene di sradicare, proprio come farebbe una gru, il fantino della contrada rivale, Atzeni detto Tittia, prima dell'imbocco della curva di San Martino. Una sequenza che pare ricordare un abduction operato da un disco volante ai danni di un ignaro passante, con una platealità e un'efficacia che non mi era mai capitato di vedere e che ha lanciato Veleno II nella storia del palio (tanto da valergli il soprannome di Killer from Sena), ma anche tra i primi nomi annotati sui registri degli inquirenti che hanno pensato bene di indagarlo per il presunto reato di violenza privata. E poi cosa succede? direbbe un mio caro amico amante delle cineprese. Vedremo come andrà a finire, la giostra invece ha visto trionfare, dopo il crollo fisico del barbero della selva, il MARI in sella a Morosita Prima per la Torre, epilogo quanto mai giusto dato che siamo partiti col Porto e dato che il nome era chiaro e facile da seguire. Peraltro si trattava dell'unica femmina in gara.
Ma se c'è chi gioisce, chi si reca al Tedeum per ringraziare la Madonna e chi invece guarda certi film di Castellari (fratellastro, peraltro, con lieve refuso, di un certo Camporegio, nome a me carissimo non per la regia ma perché è legato alla "mia" contrada), c'è anche chi arriva a lanciare i suoi anatemi e a scagliare le sue frecce al curaro. Le lamentele e i mormorii, immaginate un po', non si sono fatti attendere. E se c'è qualcuno che punta il dito su ragionamenti ben calibrati e ben fondati, c'è una folta maggioranza che spara sentenze, stile il titolo western di un certo Lanfranchi, rifiutandosi persino di vedere le corse e ancor più di conoscerne il dietro le quinte(t) e in altre parole per partito preso. Sono pertanto sbocciate subito gradevoli discussioni su internet dove gli animalisti, a oltranza, hanno manifestato il loro dissenso, sostenendo di trovarsi su un pianeta diverso rispetto a coloro che seguono certe manifestazioni e, in misura superiore, a coloro che organizzato le corse ippiche o "sfruttano" gli animali al cinema o persino nei campi destinati alla coltura. C'è chi ha tentato di intavolare una discussione, chi ha offeso, chi ancora ha fatto finta di non vedere e chi ha manifestato la propria volontà di non parlare con chi ignora certe materie o certe prassi, quando forse sarebbe opportuno chiedersi perché ci siano persone che, più o meno comprensibilmente, sollevano proteste (sempre lecite e doverose, se finalizzate alla costruzione e non alla demolizione). Non è mancato chi ha consigliato la sommistrazione di pillole, chissà forse per il mal di Mari (dovevano esser della contrada dell'Oca, protagonista di un palio Tremendo non certo per colpa di un'eccessiva lettura di De Quincey e del suo celebre romanzo che ha per titolo iniziale la parola Confessioni). Sono poi arrivate le polemiche sui giornali e infine è entrata in campo la magistratura, annuendo senza ombre di dubbio e garantendo l'immediata luce luminare sui fatti. Insomma è sembrato di trovarsi dietro agli ipotetici canapi di partenza di un palio straordinario, uno di quelli indimenticabili vinti da Topolone, soggetto munito di quattro nomi uno dei quali era Dragone, magari proprio quello in omaggio ad Armstrong e allo sbarco dell'uomo sulla Luna, o l'ultimo, quello del Giubileo (e il riferimento non va al grande Valerio, perché non è presente un errore di battitura), vinto da un certo II, non Veleno, ma Urban, in un'edizione con in pista un ex siepista scuola Erik de la Motte, per il poker servito, invece, rivolgersi a Falchino e al suo Grigino anche se il riferimento non va a quello del Montone con l'articolo indeterminativo davanti. Insomma, una di quelle giostre stile montagne russe, con contrade munite di c.d. bomboloni (qualcuno ironizza sui frati, poi vede i risultati finali allucinanti), altre disposte a frenare il nemico di turno, altre ancora che si accontentano di fare una sfilata per ricevere apprezzamenti, chi urla e sbraita, chi prende accordi, chi usa il fazzoletto perché ha un buon naso da difendere, il tutto con qualcuno pronto a dare la fiancata che farebbe gridare al vecchio Masoni il proverbiale "E' entrata fiancata, la mossa è valida!". Non è forse l'essenza del palio? E allora, come disse un celebre telecronista RAI, eccoci alla curva di S. Martino: "Il grande giustiziere del palio sarà in agguato!"
Ma se c'è chi gioisce, chi si reca al Tedeum per ringraziare la Madonna e chi invece guarda certi film di Castellari (fratellastro, peraltro, con lieve refuso, di un certo Camporegio, nome a me carissimo non per la regia ma perché è legato alla "mia" contrada), c'è anche chi arriva a lanciare i suoi anatemi e a scagliare le sue frecce al curaro. Le lamentele e i mormorii, immaginate un po', non si sono fatti attendere. E se c'è qualcuno che punta il dito su ragionamenti ben calibrati e ben fondati, c'è una folta maggioranza che spara sentenze, stile il titolo western di un certo Lanfranchi, rifiutandosi persino di vedere le corse e ancor più di conoscerne il dietro le quinte(t) e in altre parole per partito preso. Sono pertanto sbocciate subito gradevoli discussioni su internet dove gli animalisti, a oltranza, hanno manifestato il loro dissenso, sostenendo di trovarsi su un pianeta diverso rispetto a coloro che seguono certe manifestazioni e, in misura superiore, a coloro che organizzato le corse ippiche o "sfruttano" gli animali al cinema o persino nei campi destinati alla coltura. C'è chi ha tentato di intavolare una discussione, chi ha offeso, chi ancora ha fatto finta di non vedere e chi ha manifestato la propria volontà di non parlare con chi ignora certe materie o certe prassi, quando forse sarebbe opportuno chiedersi perché ci siano persone che, più o meno comprensibilmente, sollevano proteste (sempre lecite e doverose, se finalizzate alla costruzione e non alla demolizione). Non è mancato chi ha consigliato la sommistrazione di pillole, chissà forse per il mal di Mari (dovevano esser della contrada dell'Oca, protagonista di un palio Tremendo non certo per colpa di un'eccessiva lettura di De Quincey e del suo celebre romanzo che ha per titolo iniziale la parola Confessioni). Sono poi arrivate le polemiche sui giornali e infine è entrata in campo la magistratura, annuendo senza ombre di dubbio e garantendo l'immediata luce luminare sui fatti. Insomma è sembrato di trovarsi dietro agli ipotetici canapi di partenza di un palio straordinario, uno di quelli indimenticabili vinti da Topolone, soggetto munito di quattro nomi uno dei quali era Dragone, magari proprio quello in omaggio ad Armstrong e allo sbarco dell'uomo sulla Luna, o l'ultimo, quello del Giubileo (e il riferimento non va al grande Valerio, perché non è presente un errore di battitura), vinto da un certo II, non Veleno, ma Urban, in un'edizione con in pista un ex siepista scuola Erik de la Motte, per il poker servito, invece, rivolgersi a Falchino e al suo Grigino anche se il riferimento non va a quello del Montone con l'articolo indeterminativo davanti. Insomma, una di quelle giostre stile montagne russe, con contrade munite di c.d. bomboloni (qualcuno ironizza sui frati, poi vede i risultati finali allucinanti), altre disposte a frenare il nemico di turno, altre ancora che si accontentano di fare una sfilata per ricevere apprezzamenti, chi urla e sbraita, chi prende accordi, chi usa il fazzoletto perché ha un buon naso da difendere, il tutto con qualcuno pronto a dare la fiancata che farebbe gridare al vecchio Masoni il proverbiale "E' entrata fiancata, la mossa è valida!". Non è forse l'essenza del palio? E allora, come disse un celebre telecronista RAI, eccoci alla curva di S. Martino: "Il grande giustiziere del palio sarà in agguato!"
COLUMBU VERSIONE ERCOLE.
L'ABDUCTION ai danni di Atzeni, a opera del rosa antico del Montone.
Tittia a San Martino manco ci arriva, un po' come Mistero in
una terribile edizione quando montava una cavallina di Ercolino.
L'ABDUCTION ai danni di Atzeni, a opera del rosa antico del Montone.
Tittia a San Martino manco ci arriva, un po' come Mistero in
una terribile edizione quando montava una cavallina di Ercolino.
E se Tittia finisce sulla terra, sulle note di "ma che freddo fa!" (del resto il blu è un colore a tema) visto che in lingua sarda il suo nome di battaglia vuol dire questo, c'è chi sta al caldo eccome, magari sotto i raggi del sole, a due passi dal mare. Ma non lo potrà fare ancora per molto, pensa qualcuno disposto a chiudere baracca e burattini ignorando però la presenza della famosa squadra G dei Gatchman, per l'occasione composta da sei elementi in luogo dei cinque canonici. Infatti oltre all'aquila, il condor, il cigno, la rondine e il gufo ora c'è anche il Columbu. E allora scoppia La Guerra tra pianeti. A sorprendere (ma mica tanto, basterebbe conoscerne il nome dell'impianto, storico sponsor del Napoli di Maradona che tradotto in italiano fa? Sempre Marte) però è la piazza che lancia la volata, attenzione al ciclismo perché sarà anche questo protagonista assoluto del week-end; nel giorno in cui a Merano va di scena il memorial Giuseppe Chiodini, irrompe protagonista assoluta la piazza di Tagliacozzo, in provincia dell'Aquila, capace di brillare di una luce più intensa di quella di Venere (nome che vuol dire portatrice di luce), un bagliore nel buio (per gli amanti di cinema) così forte che persino Ghezzi ne resterebbe acciecato dicendo: "ma questo è un cose mai viste!". Si parte con il tema War (dal film Rocky IV), composto da Vince Di Cola, per introdurre il premio A.A.A. (leggasi 3A, storico allevamento del Re di Piazza del Campo quello di Vipera Bionda, tanto per intenderci, visto che si è parlato di Veleno II), prova in piano sulla sabbia, dove in pista c'è un allievo di Giovanni Di Cola. Chi è costui? si chiederanno molti di voi. Semplice come bere un bicchiere di coca, è un vecchio proprietario di soggetti impegnati nei cross country maremmani, una disciplina in cui può succedere di tutto... Ma non un proprietario dei tanti, bensì l'acquirente di uno "stallone" (se non fosse stato castrato) americano, anche se di nascita neozelandese (del resto anche Rocky veniva chiamato "lo stallone italiano" avendo di italiano solo il nome), sto parlando di American, acquistato da Di Cola dalla Schoenthaler che lo aveva in allenamento indovinate un po' da chi? Da Giuseppe Chiodini, naturalmente... Non si frigge mica con l'Aceto qua... Di Cola schiera, alla terza di Tagliacozzo, Ruta, nome assai in tema quando si parla di giornalisti professionisti sportivi, e allora direte voi... avrà sicuramente vinto, per rendere un po' narrativo questo articolo. No, dimenticate che questa è la realtà e non un romanzo, ma soprattutto dimenticate che è in proieizione LA GUERRA TRA PIANETI (Killers from Space in originale), un vecchio film del 1954 diretto da Lee Wilder (fratello del più famoso Wilder) in cui il protagonista si chiama... come volete che si chiami? MARTIN, naturalmente, interpretato da Peter Graves, mentre il coprotagonista è il Colonnello Banks interpretato dallo Seay. E allora chi ha vinto tra i sette al via, come ripete di continuo colui che dice "Ehi... ehi... ci sono anch'io" nel celebre pezzo Della Battaglia dei Pianeti? Bridge Plutone e chi sennò? Allenato da Sbariggia, altro nome in tema di giornalisti sportivi professionisti, il baio di tre anni ha conquistato la prima vittoria in carriera, regolando di mezza lunghezza Lana Pavilla, di proprietà della Torre di Canicarao (omaggio a Morosita I) e terzo il "nostro" Di Cola.
Gli omaggi di Tagliacozzo però non si fermano qui. Si passa alla quarta corsa e c'è un altro "amico" delle siepi ovvero un figlio di Kiri's Fantasy, siepista vista correre dal sottoscritto a Pisa ma conosciuta molto bene a Merano, specie da alcuni operatori del campo. Si tratta di uno dei cinque fratelli pieni avuti dalla femmina da Blu Air Force, il nome è quanto mai eloquente in una battaglia tra pianeti, tra astronavi, soli, raggi e rapimenti: Lux in Arcana, ovvero luce a intermittenza, e attenzione poi all'allevatore, è quel Loreto Luciani dei Signum del destino e degli Ultra Violet (sempre presenti quando vi è il sol che spunta dal monte), uno che ha sdoganato in Italia un certo King of Tales. Ma poi, soprattutto, attenzione al premio in questione, non certo uno messo lì a caso. Si tratta difatti del PR. MARTE. Mi dicono dalla redazione che abbiamo un contributo e allora a voi...
Premio Marte, prova sui 1350 metri dell'anello di Tagliacozzo. Andatura sollecita fin dal via con la figlia di BLU AIR FORCE che va al comando, subito però coperta all'esterno da TASSA PATRIMONIALE con VENTO DEL NORD tra i due. Si piega a mano destra sulla curva di fondo dove HAPPY CATHERINE sfila al comando, inseguita da Lux in Arcana e Tassa Patrimoniale affiancati. I due ben avanti a Vento del Nord e Damian Sprint. Ponza invece Galaxy in quarta griglia, più attardati gli altri. Ercegovic all'altezza della seconda piegata porta Lux in Arcana ai fianchi della leader, i due sempre inseguiti da Tassa Patrimoniale. Lux in Arcana scurva larga ma va al comando, ne segue la scia in corsia molto esterna anche Galaxy che prova a operare una lunga rimonta. Lux in Arcana tende a isolarsi in avanti, inseguita dalla tardiva rimonta di Galaxy per vie esterne. Tassa Patrimoniale ancora in quota all'interno, con anche Kostabi della Razza dell'Olmo che prova a emergere. LUX IN ARCANA compie un assollo alla Jimi Hendrix con ERceGoVIC che si volta a scrutare la compagnia. "E' una passeggiata di salute" commenta lo speaker del campo e ne ha ben donde.
Galaxy fa buon secondo, mentre Tassa Patrimoniale all'interno contiene la scelta del commercialista Limata. Prova da Guerrieri e anche da ex siepiste visto che la madre l'ho vista correre a PISA!
Lux in Arcana torna a vincere dopo il Premio FIERISSIMA di Siracusa, dove aveva regolato LE PRINEIDE e MISTER DJANGO e torna a far gridare i "tifosi" della pista dove aveva trionfato in un certo CRITERIUM. Per Melania Cascione una vittoria cui andar fieri.
"Da Tagliacozzo è tutto, la linea può tornare alla regia"
Una giubba in salsa EMANUELE prima maniera, ovvero Triolo
storico proprietario solito mettere ai suoi cavalli nomi di pugili,
ivi compreso un certo BALBOA ROYALE,
ivi compreso un certo BALBOA ROYALE,
cavallo poi passato nelle mani di Giuseppe Chiodini e della sig.ra
Schoenthaler quella di American.
Notare il nome dell'impianto di Tagliacozzo, un SIGNUM DEL DESTINO-
Ebbene, grazie, ci possiamo ora spostare dal Marsi al regno di Martone, nella valle altoadesina, dove sono in programma quattro prove in ostacoli, con ben tre gran premi e un memorial in ricordo di Giuseppe Chiodini. Nessuna prova in cross, dove un tempo una certa scuderia Mercurio, da noi sempre omaggiata grazie alle prove del mattarello R.J.'s Fighter, furoreggiava potendo disporre anche della grigina Pace, un altro nome alquanto pertinente dato che è il cognome di uno storico pilota brasiliano che ha debuttato in F1 su Williams, dando le prime soddisfazioni al patron Frank, guarda caso oggi sponsorizzato Martini. Ma da Masoni abbiamo Mazzoni che ci chiede la linea dalla Rai.
Protagoniste assolute le due autovetture griffate Martini, le quali contro ogni pronostico sono balzate in testa superando le due frecce d'argento. E' Massa a condurre davanti a Bottas, quindi Hamilton e Rosberg, ma è una corsa dove sta per succedere di tutto, persino il tempo fa il giuda ballerino. Su Silverstone, sotto gli occhi di Frankie, non Williams ma Dettori, che poi salirà sul podio a premiare i vincenti, si sta per abbattere una bufera che ha fagocitato il sole.
Si, scusa Mazzoni, ma non divaghiamo troppo su questa diagonale ascendente e discendiamo dall'ex aereoporto britannico all'ex pista asburgica, avendo già onorato la memoria del cross con American vecchio allievo proprio di Chiodini. Dall'acqua britannica si passa alla bella giornata di sole e pubblico assiepato sugli spalti dell'impianto Maia, un pubblico pronto a battere le mani, ma andiamo a vedere come è andata...
Si parte col Pr.Chiodini, 3.300 metri in siepi per quattro anni e oltre. Allenatore storico di lunga carriera, legato soprattutto ai colori neri con tracolla costituita da una serie di tracce rosse pari al numero di nomi di Topolone (secondo cavallo più vincente al Palio di Siena dello scorso secolo) della signora Annelore Schoenthaler. Tra i cavalli che ricordo maggiormente cito il mediocre Galeon, di cui possiedo foto originale da me scatta, in fretta e furia, in occasione del rientro da una prova in qualifica compiuta a Pisa insieme al compagno di colori Tamayo (di cui ho anche una foto al tondino). Credo che quel giorno fui l'unico a seguire questa batteria di qualifica a due, sia perché avevo la scheda di questo cavallo che, se non erro, passò le aste ANAC, sia perché da appassionato delle prove in ostacoli quella giubba per me era sinonimo di scuderia da ostacoli. Ho un altro ricordo chiarissimo dei portacolori della Schoenthaler e cioè la caduta in primo piano di Montmorency (pronunciato, in modo sbagliato, da qualche telecronista, come mommorrensi) in un'edizione pazzesca del G.P.Merano. Terreno altamente paludoso, il front-runner Ocean, vincitore in una precedente edizione, stramazzò in acidosi muscolare appena saltato il talus. Vinse per dispersione il mezzosangue, credo sia l'unico a esserci riuscito, Alì Babà su Miocamen. Vidi la corsa dall'ippodromo delle Cascine di Firenze, dove quel giorno Stormy Fighter perse per un soffio in buona compagnia. Altri tre cavalli che ricordo di questa scuderia sono in primis La Risacca, il cui nonno era quel certo Pentotal ricordato a certi fan, piuttosto debolucci nella navigazione, del travel gum. Pentotal era uno stallone utilizzato, a fine carriera riproduttiva, anche negli incroci con gli arabi. Posseggo una foto anche di lui e lo vengo qua a ricordare soprattutto per gli amici del Palio. Alla terza di Merano infatti va in scena il Pr. Walid, dedicato a uno storico portacolori di Pinuccio Molteni che vedete impegnato su un grigio anche nella foto che apre il blog (contro un portacolori di casa, quel giorno vincente), ebbene vengo a ricordare un altro pezzo da novanta di casa Molteni ovvero Lucchesi, impegnato in razza soprattutto in un anno, quello del grigio Licurgo MARTINI, con incroci con mezzosangue e purosangue arabi. Ebbene nella corsa di debutto di questo soggetto, c'erano altri Lucchesi (una vera e propria invasione), arrivaò primo e secondo una coppia speciale. Vinse quello che avrei scommesso sarebbe diventato un potenziale bombolone della piazza, offeso dai cialtroni della rete che parlano senza cognizione di causa, tale Quimper (nell'unica apparizione in piazza, non vorrei andare a Caso, ma sopra c'era quello Spirito che con Re Artù lasciò al palo la rivale dell'Aquila) che sconfisse proprio un figlio di Pentotal su cui io avevo scommesso e con un nome da battaglia: Diavolo. In quella riunione, di Grosseto, essendo la giornata della GUERRA TRA I PIANETI debuttò (nel Pr. Società Ippica Senese), in un'altra corsa, una certa La Stellata che poi non mise più piede in pista. Dopo la corsa di Quimper ricordo che scesi in strada a saltare da un lato e un altro della borsa della squadra pulcini in cui giocavo, in attesa che passassero a prendermi per andare al campino degli allenamenti.
Passiamo ora ad altri allievi scuola Chiodini e probabilmente i suoi pezzi da novanta (non campionissimi, ma discreti elementi) degli ultimi anni di carriera ovvero Emanuele e Magic Baiki, entrambi iscritti con ambizioni di piazzamento nel G.P. Merano. Ho poi già ricordato American ceduto al signor Di Cola, che credo solo in questo blog avrebbe potuto ricevere un omaggio (quel cavallo cercavo di seguirlo sempre, e allora Grosseto in televisione non era sempre facilmente visionabile), infine i più recenti Beauty King (dallo specialista King of Tales) e Dobromierz. Ultima citazione per una cavallina che ha corso due sole volte, ma che io vidi debuttare in televisione proprio a Merano. Si chiamava Oxiline ricordo che partì come un razzo davanti a tutti, con Fiorillo, il fantino, che cercava di contenerla. Ricordo la testa, bianca listata, tutta alta, perché strapponava non poco. E ricordo anche il commento in diretta di chi era con me, in casa, a vedere quella corsa. "E' inutile che la trattenga in quel modo, poi quando le vai a chiedere di andare non ti risponde". Ebbene cadde sull'ultima siepe, quando sembrava non reagire più ai richiami dell'interprete. Però che prima parte di gara, ricordò che mi impressionò e la attesi alle uscite successive, ne fece una sola...
Andiamo però a vedere coloro che hanno onorato la memoria di questo allenatore, noi con queste poche righe pensiamo di averlo fatto come forse mai gli è successo al di là dei canali ufficiali.
Andiamo a vedere i protagonisti dell'edizione 2015 con un favorito netto, il ceko Chicago. Cavallo acquistato a peso d'oro dalla famiglia Vana e che sembrerebbe difficilmente battibile. Riceve buon gioco Romis nella veste di controfavorito e con la monta di Bartos, quote sotto il 10 a 1 per il quattro anni Last Scream, potenzialmente pericoloso, quindi il duo fucsia con Principe del Mare preferito alla deludente Backdrop, quota alta per gli altri quattro ma a nostro avviso, se avessimo presentato la corsa, attenzione a Relco Sud Ovest che a Pisa si è comportato bene.
La corsa vede Star du Cochet davanti per circa un terzo di gara, poi rilevata sulla piegata di fondo a mano contraria, nella zona del campo di polo, da Principe del Mare e da Romis in seconda posizione. Chicago, stranamente contenuto da Vana che non lo libera nella sua usuale andatura di testa, finisce già la benzina all'attacco della diagonale discendente, dove si fa invece sotto Relco Sud Ovest seguito da Star du Cochet.
All'attacco dell'ultimo giro Principe del Mare accellera in modo violento con l'irlandese Gary Derwin in sella. Il baio prende buon vantaggio in quella che da idea di essere una volata lunga. Romis e Relco Sud Ovest sono i due che capeggiano il gruppetto degli inseguitori da cui non sembra poter emergere nessun altro. Principe del Mare vince in modo netto, manco disponesse di un galeone sospinto dallo Shirocco sulle onde verso la risacca e in vista del porto d'attracco. E sulle note di People from Ibiza di Marton, Paolo Favero viene a cogliere il 54° successo stagionale, in ricordo del collega Chiodini, Relco Sud Ovest è secondo con Romis a completare il podio. Roba da KING si potrebbe pensare, e non è sbagliato... solo che non si parla di Stephen, bensì di G., l'allevatore del Principe che torna a vincere a quasi due anni di distanza (si trattava, allora, di un Gruppo 1). Secondo successo stagionale, invece, per Gary Derwin, irlandese pure lui come l'allevatore.
DUE ALLIEVI IN QUALIFICA PER
IL TRAINER CHIODINI.
(Foto di Matteo Mancini, anni '90).
Ci chiede ora la linea Mazzoni per gli sviluppi finali del G.P. di Silverstone, con il batterista dei Pink Floyd Nick Mason che prova a dare pareri a Ecclestone dicendo "sarebbe il colmo se mi ascoltassero". Intanto in pista il divertimento non manca. C'è stata una girandola di colpi di scena, ed è KING HAMILTON, come titolerà qualche giornale nel post gara (aggiungendo "Vettel ringrazia il cielo" evidentemente nella battaglia dei pianeti ha scommesso su quello giusto) , ad aver preso la testa approfittando del cambio gomme e della piogga scesa a variegare l'esito della gara. Lewis, e non l'omonima Linda protagonista in King Kong II (deve esser l'influenza di Veleno, noi avevamo fatto l'accostamento prima ancora della corsa su facebook), ha allungato in modo importante, ma con brivido a causa della grande rimonta operata dal compagno di squadra Nico Rosberg bravo a sfruttare le slick sulla pista scivolosa. Il tedesco poliglotta e a volte pure figlio di... arte volevamo dire, ha compiuto due ottimi sorpassi sulle Williams sponsorizzate Martini andate in grande crisi appena scesa l'acqua. In terza posizione ecco allora sopraggiungere Vettel, con Ferrari, autore di grande rimonta. Primo punto stagionale per la McLaren, decima con Alonso, in una corsa che vede giungere sotto la bandiera a scacchi solo tredici vetture. A ricevere i vincitori, sul podio, c'è FRANKIE DETTORI che si rivolge a Vettel dicendogli di esser da sempre stato un fanatico Ferrari. Vettel che è un tedesco risponde con serietà, del resto lui non è un egocentrico bastardo come dice Lauda (in senso tarantiniano e howardiano del termine), e non dice quello che avrebbe dovuto dire e cioè: "Per forza, con tutti i cavallini rampanti che monti..."
FRANKIE DETTORI e LEWIS HAMILTON se la ridono,
mentre i due tedeschi leggono le scritte sulle coppa d'oro consegnata al vincitore
pare che ci sia scritto un romanzo sopra...
(da express.co.uk)
Da monti si torna a Merano, da dove ci chiedono la linea con le immagini in sovraimpressione curate dal montaggio di Vince Monteleone. Va in scena il Premio Ezio Vanoni, giunto alla LX edizione, prova per cavalli di quattro e cinque anni, sui 3.800 del circuito in steeple, classificata come gruppo 2. Ottimo campo di partenti, sotto il profilo numerico (meno dal punto di vista qualitativo), con dieci elementi dichiarati al via e nessun rapporto di scuderia.
E' Solar Focus a scrivere il proprio nome, per la prima volta, in una classica, dopo i secondi posti nel Criterium d'Autunno e nella Corsa Siepi dei 4 anni di Milano. Il figlio di Intese Focus conferma le ottime impressioni dimostrate nell'annata (tre vittorie e tre secondi posti in otto corse) e cancella la pessima ultima prova quando, su un terreno molto faticoso, non era riuscito a emergere dalle ultime posizioni. Questa volta il baio, dopo aver seguito da vicino il battistrada Astro Benigno, ha allungato bene alla distanza avendo facile gioco sul compagno di allenamento Company od Ring, bene anche sul buono e assai più in palla rispetto alle siepi, e sul favorito del campo Grand Link, separato dal secondo classificato di una sola testa. Non pervenuti gli altri, eccettuato Astro Benigno, caduto goffamente al verticale quando era ancora in condizione di dire la sua. A quest'ultimo riguardo non ha convinto la monta di Gary Derwin che già aveva pasticciato sulla curva di fondo, quando aveva portato Astro sul lato opposto rispetto a quello consueto facendolo scurvare molto lontano dall'ideale linea di marcia e lasciando la conduzione di corsa a Company of Ring. Ha cercato di giocarsi la corsa anche Green Paradise, quarto sul palo, sempre sui primi, ma incapace di resistere all'accelerazione finale tanto da subire un pesante distacco dai primi tre, registrato dai commissari come "lontano".
Ennesimo successo quindi per la Magog di Axel Ambruschitz, sempre più leader tra le scuderie specializzate sugli ostacoli, e per il trainer Paolo Favero alla sua settima classica della stagione.
Si prosegue con i gran premi con il VII Steeple-Chase d'Europa, banco di prova in vista del G.P. Merano, ma su distanza ridotta, 4.600 metri. E' il quarto gruppo 1 della stagione ostacolistica, il secondo in steeple. Grande attesa per la seconda prova stagionale di Alpha Two, con ruolo di antagonista riservato a Il Superstite. Si preannuncia una lotta a due, anche se c'è chi attende con fiducia risposte dal vecchio Dar Said. Invece, a sorprendere tutti, sono Michal Lisek e Jan Faltejsek, i quali presentano una Kamelie in forma smagliante. La femmina, dopo esser rientrata blandamente in Francia, ha sbaragliato la blasonata compagnia ottenendo il successo più importante della sua carriera. La prova è stata caratterizzata da una forte andatura dettata dall'AQPS Top Secret, poi crollato alla distanza e rilevato, all'attacco della curva di Marlengo, da A Ton Tour che ha tentato una pazzesca fuga da lontano. Kamelie si è sempre mantenuta sui primi, lasciando Il Superstite e Alpha Two a marcarsi in posizione di attesa, preceduti da Dar Said con gli altri a fare da spettatori. All'arginello grande Kamelie è andata ad attaccare A Ton Tour, sotto la minaccia de Il Superstite con Alpha Two in grave ritardo e in grossa difficoltà a trovare il passo giusto. Dopo l'ultimo salto, la femmina da Martalaine, spostata sullo steccato opposto, si è isolata da Il Superstite, mentre Alpha Two con un ottimo spunto finale è andato a piegare Dar Said, quinto il mal gestito A Ton Tour (assurda la scelta di Davide Columbu di forzare il ritmo a traguardo lontano).
Grande e inatteso successo per la DS PEGAS, chiurgica in questa prima parte di stagione.
Finale col thrilling, preceduto da alcune visioni con relative pubblicazioni sul profilo facebook dello scrivente. Due corse su tutte, il duello Principiante vs Twilight Zone (dichiarato non partente nella giornata corse di Merano) nel Pr.Cavalchina, con i due separati sul palo di una corta testa e col muso bianco (come sottolineato dallo speaker del campo) di Principiante davanti all'estremo outsider della corsa; seguito dalla visione di un Arc de Tiomphe in tema con il protagonista di questo articolo ovvero S. Martino, ma anche col padre del cavallo del segno del destino ovvero Signum (figlio di Arch, stallone americano che monta a 40.000 dollari). Dal muso bianco di Principiante si passa infatti a quello di White Muzzle, baio ex White Star vincitore del 110° Derby Italiano, protagonista il 2 ottobre del 1993 nella classica francese, un edizione che vede in pista anche un certo Platinì. Roba da fantasisti puri, tutto genio e sregolatezza, e infatti si registra la vittoria di Urban Sea, nome piuttosto in linea col vincitore del Chiodini, montato da Saint-Martin, davanti all'ex italiano di Gaucci (più indietro Misil con Frankie Dettori e in trasferta da Milano). E in una corsa dove vince Saint Martin si registra anche la curiosità di avere in ultima posizione un soggetto montato da Mosse, un testa coda dai nomi piuttosto palieschi. E lo si sa... il destino gioca spesso dei tiri mancini (sarebbe più opportuno dire Martini) e infatti al tour de france, in perfetto stile Nuova Sbarra (Signum infatti, come abbiamo avuto modo di dire, ha un omonino allevato dalla scuderia romana), all'epilogo della terza tappa, si registra una lotta per la maglia gialla che vede coinvolto il tedesco Tony MARTIN. I telecronisti sono convinti che abbia conquistato la maglia, il leader della classifica, lo svizzero Cancellara, è caduto e il tedesco è il secondo in graduatoria. Tuttavia, grazie agli abbuoni conquistati dai piazzati dietro al vincitore di tappa, per un secondo soltanto il giallo va sulle spalle dell'inglese Froome, ma cambia poco. Martin conquisterà la maglia il giorno dopo, perdendola, dopo due tappe, in condizioni a dir poco rocambolesche. Spaventato dal movimento di un tifoso dietro le transenne, a meno di un chilometro dall'arrivo, scarterà addosso a un avversario innescando un capitombolo generale da curva di San Martino (si suggerisce l'impiego dei paraocchi). Un groviglio che vedrà coinvolto anche "lo squalo" Vincenzo Nibali e per poco l'inglese Froome, con i due a litigare a fine tappa per la dinamica; un mucchio selvaggio che avrà un unico responsabile: il tedesco Martin. Frattura della clavicola per lui, come per il precedente titolare della maglia gialla, altro che rotule... Un doppio di infortuni che potremmo definire quasi da fotocopia (frattura delle vertebre per l'elvetico). Ma non è tutto, nella tappa che ha visto trionfare Joaquim Rodriguez, detto il Purito (un soprannome per lui alla stregua dei fantini del palio, ci sembra giusto), si evidenzia in quinta posizione, davanti a Galoppin, la presenza di un altro MARTIN, questa volta irlandese, ovvero DANIEL, cugino di un certo Roche che non è il citato Balboa bensì il grande Stephen. Un doppio pure qua, forse un segno del destino e allora passiamo dai duelli testa a testa da Confini della Realta dell'Arc di Longchamp e del Tour de France, che guarda caso si conclude sotto l'arco di trionfo al termine dei Campi Elisi, alla corsa del figlio di Arch, protagonista nel Pr. Dei Giovani. Quando si dicono i Signum...
La maglia gialla scortata sul traguardo.
NOTARE IL NUMERO.
NOTARE IL NUMERO.
Listed Race per tre anni, sette al via sui 3.300 metri in siepi. E' Signum della Pegas a ottenere il maggior numero di puntate, preferito all'eterno secondo Silver Tango di Elia Tanghetti. Attenzione poi al debuttante Big Ro di cui Paolo Favero ha parlato molto bene, ma soprattutto a Multiplier, imbattibile a Milano ma pessimo al debutto sulla pista altoadesina. In secondo piano gli altri tre, con tifo della redazione rivolto a favore del discendente diretto di Yeats ovvero Kontigo.
La corsa ha un epilogo thrilling alla Hitchcock, il riferimento non va al regista Alfred, bensì al figlio di Sparkler che si aggiudicò il Premio Natale di Roma (Gr.3 come la tappa del tour) del 1983 grazie a un ondeggiamento del vincitore del campo (il bianco rosso cerchiato Bold Run, con in sella il mostro Gianfranco Dettori per i colori Cieffedi). Questa volta però è il bianco rosso cerchiato di scuola Pegas ad aver la meglio. In testa fin dal via, l'allievo di Michal Lisek ha respinto il primo attacco di Kontigo, al termine della dirittura opposta a quella di arrivo, subendo poi l'affondo di uno scatenato Silver Tango che lo aveva seguito sempre da vicino accompagnato da Big Ro. I due hanno ingaggiato serrato duello finale, con l'italiano a centropista e il ceko di allevamento italiano spostato all'esterno. Sull'ultima siepe Jan Faltejsek si è esibito in un brillante cambio di frusta, da sinistra a destra, in modo da frustare sul lato di marcia del rivale, operazione che non ha eseguito Raffaele Romano incapace quindi di domare l'improvviso scarto verso l'esterno del suo cavallo. I due hanno chiuso testa a testa sul palo, con Silver Tango davanti, complice anche una migliore ricezione dopo l'ultima siepe. Il primo dei battuti, l'eccellente Kontigo, ha chiuso a dieci lunghezze dai due, con cinque di margine su Kandhamal. Rimandato Big Ro, deludente ancor più dell'ultima volta Multiplier, addirittura ultimo.
Dopo l'esame della dirittura finale, i commissari hanno deciso di distanziare dal primo al secondo posto Silver Tango. Si aggiudica così il Pr. Dei Giovani Signum, uno che ha come primo fratellastro (paterno) sbarcato in Italia un soggetto dal nome quanto mai profetico: Golden Thriller.
A proposito avevamo citato l'allevamento delle 3A, allevamento del RE DI PIAZZA DEL CAMPO (un marziano a Siena), così come abbiamo detto che il termine base di questo articolo era Marte e allora...per prendere il massimo dei voti, poniamo una domanda ai lettori: come si chiama la moglie di Aceto, il titolare dell'allevamento delle 3A omaggiato con un curioso articolo pubblicato, al numero di pagina indicato dalla maglia gialla di MARTIN, su un numero da collezione de Il Purosangue in Italia intitolato Cent'Anni del Derby Italiano? La risposta è semplice... MARZIA e il voto di chi ha risposto bene è pari al numero del derby vinto da White Muzzle detratti quelli omaggiati dalla rivista... ovvero DIECI (come Platini).
Ps: Sanmartino è stato un ottimo soggetto di proprietà araba che correva in Inghilterra, il suo proprietario è stato protagonista in pista in Italia proprio in occasione di quel Derby vinto da White Muzzle... trovate voi il soggetto che ha difeso i colori quel dì e come si è piazzato sul palo: era il favorito della corsa e pagava tanto quanto il numero di gara di LEWIS HAMILTON!
In coda due soggetti a caso: Balboa Royale e Visto si Stampi!
Ps: Sanmartino è stato un ottimo soggetto di proprietà araba che correva in Inghilterra, il suo proprietario è stato protagonista in pista in Italia proprio in occasione di quel Derby vinto da White Muzzle... trovate voi il soggetto che ha difeso i colori quel dì e come si è piazzato sul palo: era il favorito della corsa e pagava tanto quanto il numero di gara di LEWIS HAMILTON!
In coda due soggetti a caso: Balboa Royale e Visto si Stampi!
PEGAS sfida il FUCSIA SHOCKING nella Battaglia dei Pianeti.
Nel giorno delle vittorie di LEWIS e di TAGLIACOZZO
c'è gloria anche per Lewis COZZI e il suo SCONTRI STELLARI OLTRE LA TERZA DIMENSIONE.
STATISTICHE PRIMA PARTE DELLA STAGIONE
CAPITOLO ALLEVATORI
GIULIO FRASCATANI, con la sua Julia G, continua a essere il leader della classifica degli allevatori grazie al poker di successi di Sol Invictus. ROSATI COLARIETI è secondo con tre successi e quattro piazzamenti utili conseguiti con un poker di pedine (tra cui Dar Said e Khandamal). Compare in terza posizione la new entry costituita dall'accoppiata LUCIANI (Loreto & Stefano) anche loro con quattro soggetti tra cui l'interessante Signum, un nome in salsa La Nuova Sbarra. Scalzati proprio questi ultimi e prima di loro la DORMELLO OLGIATA - C.I.T.A.I. Le due blasonatissime scuderie, ferme entrambe a due vittorie, hanno preso parte rispettivamente a 17 e 25 corse, con quattro e cinque soggetti a testa. Se LA NUOVA SBARRA ha vinto con Moqorro e Giant Hawk (entrambi un po' appannati e non sostituiti degnamente dai nuovi Misterium e Stoja, quest'ultima finita in piano), la DORMELLO OLGIATA ha centrato un Gruppo 1 grazie a Chiaromonte.
Due vittorie anche per la Sc. Vittadini (con Romis), la Compagnia Generale (con lo sfortunato Barnabo) e la Sc. Eledy (Monte Pelmo). In totale sono presenti in classifica 67 allevatori italiani, 21 dei quali risultati vincitori di almeno una corsa e 45 dei quali protagonisti di almeno un piazzamento utile.
Gli allevatori a essersi giocati il maggior numero di chance sono stati rispettivamente la DORMELLO OLGIATA (25 prove), Nuova Sbarra (17), Rosati Colarieti (15), il piccolo Giuseppe Morese (12), Il Grifone e Az. Agr. dell'Olmo (10). Hanno schierato poi quattro cavalli, senza raggiungere il limite di dieci prove, Antezzate e i già citati Luciani. Il record stagionale è della Dormello Olgiata con 5 elementi.
CAPITOLO CAVALLI
HIGH MASTER è il simbolo della prima parte di stagione ostacolistica. Il figlio di High Chaparral è il cavallo più vincente in pista con cinque vittorie tra cui due classiche. Lo inseguono SOL INVICTUS con quattro successi e due classiche anche per lui, e il crosser NILS (che ha mancato l'appuntamento con la quinta vittoria nella classica da lui disputata e vinta da Arman). Tre successi per SOLAR FOCUS, il miglior 4 anni in steeple (Imperioso permettendo) e vincitore del Vanoni, Gr.2, poi la sorpresa BIG MAGO, comunque confinato in prove di minima.
Tra gli altri, note di merito per CORNET OBOLENSKY, il più forte adulto visto in steeple (Vincitore in Gr 1 a Milano), vincitore di due prove, SIGNUM (atteso alla riconferma e vincitore in L), KAMELIE e CHIAROMONTE (discontinuo ma in grado di battere per due volte Sol Invictus). Bene, con note minori e rapportate ai miglioramenti messi in atto, Taquari, Arman e Company of Ring, il potente Tramonto a Ivry (non più apparso dopo Pisa), gli attesi Kazoo e Imperioso (autori di un'uscita vincente) e i mai vincitori ma sempre brillanti Mr Vittorio e Silver Tango.
CAPITOLO STALLONI
Il compianto HIGH CHAPARRAL è il leader grazie ai successi conseguiti da High Master e Signor Tiziano che lo elevano al top con le sue sei vittorie e cinque piazzamenti. Segue KING CHARLEMAGNE con il "testa-coda" costituito da Sol Invictus e Miosole, per lui 4 vittorie e due piazzamenti. In terza, figura KHELEYF, leader nei cross grazie a Nils, con 4 successi (tutti centrati dall'ex pisano). Ai margini del podio SAMUM, con tre cavalli a rappresentarlo e Arcachon a costituire il più vincente, in beneficio di 3 vittorie e 7 piazzamenti in 18 prove che lo hanno visto protagonista. Tre vittorie anche per INTENSE FOCUS e DYLAN THOMAS.
Gli stalloni più rappresentati, dei 173 in classifica, sono stati HAWK WING e RED ROCKS con sei soggetti, seguiti da Mujahid e Shirocco da cinque. Gli stalloni che invece hanno preso parte a più prove, per interposto cavallo, sono stati Samum e Hawk Wing con 18 uscite, seguiti da Shirocco e Red Rocks rispettivamente a 17 e 16. Tra gli altri si segnalano, quanto a presenze, Johnny Red Kerr e Montjeu.
I PIU' SCESI IN PISTA
Monopolio FAVERO nelle prime dodici posizioni con i soli Tweety Kash e Taquari a fungere da estranei e comunque fermi a sette uscite. LEADER ASSOLUTO è l'elemento della scuola della Razza del (c)olmo ovvero SHAME con un numero di corse pari a DIECI. Seguono in seconda posizione, con otto prove, Constantine, Kisanji, Monjoliano, Principe del Mare, Solar Focus e Well Dressed, quest'ultimo con un ritiro a separarlo dalle nove corse. Il più anziano sceso in pista è stato QUIQUOQUA, con i suoi 15 anni, seguito da GREEN DANEHILL, 12 anni, poi cinque cavalli di 11 anni. I più giovani scesi in pista (tre anni) sono stati tanti quanti il massimo voto che uno studente può conseguire all'UNIVERSITà.
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