lunedì 27 luglio 2015

Sintesi 28' e 29' Giornata, Maia, Merano.


U.F.O. IRLANDESI COLONIALIZZANO MAIA, ALLARMATA LA REDAZIONE DI BRACHINO.

I gestori e il pubblico della pista pensano di avere a che fare con gli inglesi, ma quelli sono ragazzi che intonano l'Amhrán Na Bhfiann.


A cura di Matteo Mancini.

Martedì in seconda serata si parlerà de I DANNATI DELLO SPORT
conduce Claudio Brachino.

Erano sette le prove in ostacoli che salutavano la ripresa delle corse nell'impianto austro-ungarico di qualche anno fa, spalmate in due riunioni l'una attacca all'altra. In programma due cross, uno steeple-chase e quattro siepi con nove soggetti al debutto stagionale sui salti, due di questi, Danzki e Isaias, alla prima esperienza in ostacoli, uno addirittura alla prima uscita in carriera, ma col nome di stampo cinematografico ovvero l'attoriale Pacino della Magog Staj (quella sponda ceka), fratello pieno dello specialista Pregio di Polly (dell'altra Magog, quella sponda Favero). Abbiam parlato di attori perché in pista debutta fin dalla prima corsa di sabato un ottimo fantino irlandese in linea con certi personaggi di Hollywood, cresciuto alla corte di David Pipe, allenatore figlio del celebre MARTIN Pipe, top trainer in Inghilterra che si aggiudicò il Grand National di Aintree solo nel 1994 con Minnehoma e Richard Dunwoody (clamorosa caduta sull'ultima fence di Into The Red, lo ricordiamo ancora con la giubba gialla e il cap bianco disarcionare un poco attento Richard Guest, eroico comunque qualche anno dopo con "il predone rosso") dopo duello serrato con Just so, compagno di colori di quella Dubacilla che si piazzò sul podio l'anno successivo. Dunque un giovane jockey che porta a Maia l'aria del top dell'ostacolismo mondiale, da considerare che David Pipe è anch'egli vincitore di un Grand National, edizione 2008 con il NUMERO 33 (dunque non giocabile in Italia) Comply or Die ovvero Rispettare o Morire, secondo in quella circostanza giunse King John's Castle (il vincitore Snai).  Ma attenzione le sorprese non le porterà  Conor O'Farrell, omonimo di un attore americano conosciuto soprattutto per la partecipazione in Echi Mortali, dal romanzo di Richard Matheson quello de Ai Confini della Realtà... 

Protagonisti assoluti della doppia riunione sono tre personaggi. Il primo è il solito, la costante, quando si parla di ostacolismo. Paolo Favero, l'uomo da Sinigo, centra sei vittorie, su sette disponibili e due doppiette (per un totale di 61 vittorie e 21 doppiette, in altre parole: non ha rivali). Deve però alzare bandiera bianca col figlio di Galileo di estrazione nobile come si legge su certe pagine, a batterlo c'è "Mister Fatal Mac" con quello che abbiamo definito "TRE più TRE fa sempre sette" per citare una certa canzone dedicata a Nuvolari e dunque al di là delle nubi non può che emergere un cielo Stellato. E' lui, il cinque anni nato il 30.3. corrispondente all'anno solare numero '10 con frequentazioni di alta elite in gioventù, sette di sella a rispettare il soprannome per rompere l'egemonia fucsia and other friends colors del Paolo nazionale. In sella c'è proprio lui, Conor O'Farrell, non l'attore diretto dall'uomo di Steven Spielberg ma il Jockey griffato Pipe, al primo successo assoluto in Italia, procediamo però con ordine andando a chiamare in causa il secondo protagonista della riunione: il suggeritore delle sorprese tanto gradite dagli scommettitori.

Altrove intanto Ryder Hesjedal, fin a ora in gita al tour de France, all'attacco nella tappa più importante della grand boucle. Il capo redazione, che è un suo sostenitore, lo aveva difeso in settimana dandolo come potenziale vincitore di una delle ultime tappe. In fuga c'è però un Geniez, braccato dal canadese e da uno stoico Pinot. Più indietro Nairo Quintana a far vedere i sorci verdi al leader della classifica Froome, protetto da due compagni di squadra, con Nibali discosto e Valverde a controllare il terzo posto. In crisi "il pistolero", in quota anche il combattente Rolland. Quando la strada sale non ci si può nascondere specie se si chiama Alpe d'Huez.

Ritorniamo però su Merano, dove un grande MARCO PANTANI, che Brachino omaggerà martedì, colse il suo primo successo al giro d'Italia con una fuga da eroe d'altri tempi. Questa però la presentazione fatta prima della corsa su queste pagine divertite e divertenti (lo si spera, ma neanche tanto): "Merguib ed Ernesto dovrebbero essere i due che si contenderanno il ruolo del favorito della corsa. A me piacciono le sfide e le soluzioni sulla carta difficili, ragion per cui do Top Secret come mio cavallo favorito. L'AQPS è finito a mezza lunghezza da Alcydon Fan che in questa compagnia sarebbe favorito netto e ha rifilato cinque lunghezze a Mamacita Tango. E' pertanto in linea sia con Merguib sia con Ernesto, ma dovrebbe avere maggior qualità seppur reduce da un gravissimo infortunio. Può vincere, ma è da giocare a quota".
Voci di corridoio danno Top Secret giocato a cinque piazzato, a quota fissa. A montarlo c'è l'irlandese Gary Derwin, in pista anche il più famoso O'Farrell alla prima assoluta in Italia sul pericoloso ma poco attendibile Technokrat.

Intanto su facebook parte la risposta alla mozartiana frase pubblicata in calce al nostro articolo, quella relativa alla fortuna che c'è ma non si sa dove sia, con la base musicale non classica, bensì di un tale Mansell. Uno che in gioventù, prima di arrivare in Formula 1, correva col numero 44 numero esaltato in contemporanea dal connazionale Lewis Hamilton in pole nell'Hungaroring. Il sound corrisponde alla colonna sonora del film inglese The Hole, cioè "il buco" piuttosto in tema quando si parla di fortuna ma soprattutto, e sottolineo soprattutto, colonna sonora di una sigla che Claudio Brachino conosce MOLTO bene...

Vediamo come procede la corsa, col Mancho che, se fosse stato in tribuna sarebbe stato agli altoparlanti un po' come quel famoso telecronista nella partita di Fuga per la Vittoria di Huston.

La corsa vede Top Secret al comando fin dai primi metri di gara, con discreto vantaggio. Gary Derwin scandisce buona andatura, intanto davanti alle tribune Dirk Fuhrmann, omaggiato dal sito concorrenziale hurdle&chase (dove non è ancora giunta la notizia che l'Irlanda non ha nulla a che fare con la Bretagna sia Gran che piccola) con una foto con liquore in bella mostra, cade in modo goffo dal debuttante in Italia Nifty Fox, altro Magog sponda Holcak. Attenzione perché la corsa avrà ulteriori risvolti thrilling in salsa revenge movie. Anche perché in pista ci sono due acerrimi rivali, da una parte la femmina Albina dall'altra Kamikaze de Teille. I due hanno avuto un incontro molto ravvicinato qualche settimana fa, quando al verticale l'allievo di Favero ha rifilato una zoccolata al nodello della femmina provocandole un taglio superficiale. Niente di grave per l'angolo di Ilenia Nero che ha provveduto subito a rimettere in ordine la figlia di Diamond Green. Si narra che abbia anche cercato di compiere opera di convincimento sulla femmina che nitrendo minacciava "ma se me ne fa un altra, quel vecchiaccio... Fatto sta che i due gravitano dietro al battistrada, con i favoriti Ernesto e Merguib a marcarsi e Technokrat presto fuori dalla corsa. Alla fence piccola Kamikaze de Teille salta in modo scomposto intralciando Merguib, Albina che gli galoppa alle spalle scodella invece a terra Cherchi. Top Secret prova la fuga a un giro dalla fine, ma Kamikaze lo tiene a tiro, a contatto gli altri due. Dopo il verticale il cavallo scosso di Albina va a centrare in pieno Kamikaze facendolo cadere proprio nel punto dove questo l'aveva ferita. Dominik Pastuszka nel cadere si frattura lo zigomo. "Vendetta... Vendetta..." nitrisce la femmina tanto forte che la sente anche Emanuele Pirro che dall'Hungaroring medita di infliggere un drive through al team Ghiotti.
Sulla curva finale Jan Kratochvil è lesto a sparare l'attacco con Ernesto e sembra andare a mettere le mani sul Val Senales, lui che ha una quota da tre periodico al totalizzatore, prendendo una lunghezza e mezzo di margine sul mezzosangue e su Merguib che pare non intervenire. "Ehe ehe ehe" ridacchia qualcuno, l'ha preso nel baogigi!
Dopo l'ultimo ostacolo Top Secret, tutto spostato sullo steccato opposto, pesca energie da serbatoi occulti e rientra in maniera stoica al cavallo polacco erede di Janosz (non il collaboratore di Enzo Ferrari, quello strappato alla Fiat e portato all'Alfa). Lodi a Paolo Favero che riporta al successo un AQPS che non correva dal 2012 e che nel 2010, proprio nel giorno del santo patrono di Merano, inanellò una serie di tre vittorie consecutive, agli ordini di David Cottin, culminanti nel primo posto nel Prix Christian de l'Hermite - Gr. Steeple des 4 Ans (L) a Cagnes sur Mer, rifilando otto lunghezze a un certo Triangle d'Or (poi piazzato in Gr.2 e Gr.3 in Italia) per un totale di 66.700 euro aggiudicati con sole tre corse. Quindi un soggetto di grande qualità e non un brocchetto che non aveva mai vinto. Esulta anche Gary Derwin alla terza vittoria in Italia, lui che o vince o manco si piazza, mentre su Maia vengono sparate a tutto fo'o (come si dice dalle mie parti) le musiche di Clint Mansell per la gioia di Hamm che non è la tipa tedesca che da il giro a Hill ne Lo Chiamavano Trinità, ma un regista britannico. Dopo Giacobbe anche Brachino se la ride e ci pare più che giusto, questione di par condicio.

ERNESTO SPARALESTO non è stato fin troppo desto... 
c'era una riserva di energie segrete nel buio pesto
e il polacco ne è uscito mesto
poi il fucsia di sfondo ha fatto il resto.

Ryder Hesjedal piegato sulla bici, "Non è stilisticamente bello, ma ha altre doti" dice Martinello, acciuffa e passa Geniez, ma non riesce a mantenere la ruota di Pinot, il secondo classificato del 2014 e grande delusione del tour 2015, comunque combattivo in diverse tappe. Sono le 16.15 circa con Quintana che scatta per la terza volta e stacca il britannico leader della classifica. «Fermo, disgraziato... Fermo!» urla Froome al gregario Poels, particolarmente spiritato con Richie Porte che prova a dirigerlo. L'inglese non riesce a tenere il passo dei due compagni di colore, figurarsi del suo primo rivale. Il colombiano ha un minuto abbondante di distacco dai due fuggitivi e una ventina di secondi di margine su Froome, gliene deve recuperare almeno due e mezzo per strappargli la maglia, più indietro gli altri. Siamo a 7 km dall'arrivo, ci spostiamo da Bulbarelli al cross di Merano perché vanno in scena i gentleman e amazzoni con il colonnello Satalia che mostra orgoglioso il campo dei partenti. Undici al via ma noi, implacabili come il Running Man Show,  sentenziamo fin da venerdi: "Di undici ne contano solo quattro, Luca Carminati avrebbe del materiale ma sarà molto dura per lui". Regain Madrik è la base del blog, con Missed Approach e Doux Amer di rincalzo. Come quarto soggetto viene indicato Monjoliano, gli altri con possibilità quasi nulle. Fa notizia la mancanza del leader della classifica Riki Belluco: cinque vittorie in sei corse. Debuttano nell'annata Annalisa Miotti e Daniele Tonelli, debutto assoluto invece per Giuseppe Trabeschi e Pietro Stefani che porta a diciannove il numero dei "dilettanti" scesi in pista nel 2015 in ostacoli (undici dei quali con una sola monta su otto previste). Rientra invece da un infortunio Claudiano Patelli.

2.800 metri da percorrere per aggiudicarsi i 2.550 euro messi in palio. La corsa ha l'esito che avevamo previsto e intascare i 121 euro della trio è tutt'altro che difficile. Cambia tipologia di corsa Regain Madrik, Claudia Wendel lo tiene coperto lasciando ad Andrea Lancini e a Luca Bonacina il compito di scandire un'andatura veloce, poi rilevati da Monjoliano e Pavel Peprna. Ormai queste corse hanno reso palese come lo scandire una forte andatura di testa sia condizione pressoché sicura per eliminare metà della concorrenza, in serio imbarazzo a sostenere ritmi solleciti. Così dopo metà corsa dietro a Doux Amer restano in cinque, con gli altri discosti in un lungo serpentone. I due soggetti che fungono da sorpresa della corsa sono New Girl con Lancini, ma soprattutto il rientrante da cinque anni (!?) Interim con un bravissimo Pietro Stefani alla prima uscita in ippodromo. I due, per quel che è possibile, partecipano attivamente alla competizione, cosa che invece non fa Claudiano Patelli con una Tiparlo già fuori corsa, discosta in coda, dopo i primi trecento metri di gara (quando con altra monta aveva vinto a Milano con gara di testa). Malissimo anche Luca Carminati che dispone di uno dei migliori cavalli del lotto ovvero la femmina ex Favero Napoli Molticolori, poi caduta fuori quadro e pronta a duellare, da scossa, con i rivali nella retta finale, sebbene separata dallo steccato che divide la pista dal corridoio dove si erge la maestosa fence.
Dopo l'uscita del laghetto, al salto del muro perde le staffe l'irlandese Shanahan che cade da Missed Approach. Monjoliano attacca la curva finale da battistrada, ha nella scia Regain Madrik, all'interno Doux Amer, quindi a contatto un ottimo Interim (100 a 1 la quota) e New Girl vicina, gli altri dispersi. Monjoliano va saltare l'ultima siepe dando l'impressione di dominare la parte terminale della competizione, ma Luca Bonacina chiama Doux Amer all'ultimo sforzo. Il grigio finisce molto forte mangiando almeno quattro lunghezze all'avversario che comunque si salva, terzo Regain. Per il quarto New Girl stampa in fotografia Interim. Prima e meritata vittoria stagionale per Pavel Peprna, spesso secondo quest'anno, continua invece la maledizione di Doux Amer, eterno piazzato in categoria. Elogi per Stefani, davvero bravo per il debutto e considerando il soggetto che era chiamato a montare; in costante miglioramento Lancini, sfortunato Shanahan, sugli altri c'è da lavorare e pure parecchio.

Ci chiede la linea Bulbarelli perché il favorito della tappa Quintana ha raggiunto e superato un coriaceo Ryder Hesjedal, ma Pinot ormai è in vista dell'arrivo. Braccia alzate per il francese, davvero strepitoso nella sua azione finale in cui è riuscito a mantenere inalterato il distacco che aveva da Froome all'iniizo scalata, con un Quintana che gli arriva però ad appena 18 secondi; terzo, a una trentina, c'è Ryder Hesjedal, incapace di resistere agli scatti del francese ma comunque maiuscolo e ben quotato come piazzato di giornata dai bookmaker. Dietro la maglia gialla, salito del suo passo per evitare fuorigiri con 1.20 distacco dal colombiano, può festeggiare la vittoria del giro. Il pistolero invece arriva con "lo squalo" Nibali a 3'30 dal vincitore. Il siciliano frenato da una foratura ai piedi dell'Alpe d'Huez ha poco da recriminare, il suo è stato un tour che non lo ha mai visto in condizione di poter emulare il successo dello scorso anno. Chiude comunque quarto nella classifica finale dietro a Valverde, ma davanti a Contador. Alla fine dei conti è un piazzamento comunque importante.

Dal 5° del Tour 2015
Al 5° del Giro 2015
RYDER HESJEDAL mette in crisi il Pistolero
al giro di Italia, andando ad artigliare un insperato quinto posto sulle
salite terminali della corsa in rosa.
(Foto Slipstreamsports.com)

Nelle due prove in siepi che chiudono il convegno è tutto facile, come previsto, nel Pr. Tatti Jacopo, dove Stellato, dopo il ritiro di Makarenko, non poteva perdere. Il blog centra nell'ordine i primi tre posti, con Lord of the Nile e Windfinder a completare accoppiata e trio secca in ordine. Per gli altri il compito era gravoso e difatti sono finiti a distacco sebbene si sia notato un qualche progresso in Red Pilgrim, quarto a mezza lunghezza dal terzo. Corsa di testa per Brockton poi calato alla curva finale. Mai in corsa Drounais e Danzki, finiti "lontani" da Brockton. Dunque secondo successo irlandese di giornata, questa volta porta la firma di O'Farrell in una corsa che ha visto il debutto in Italia di John Paul Brennan chiamato a sostituire Pastuszka sul "pellegrino rosso". O'Farrell giovane interprete irlandese con una carriera comunque già decennale, quest'anno ha disputato ventisette corse nel Regno Unito vincendo due volte in categoria hurdle. Ottiene così la terza vittoria stagionale.

Si chiude la riunione con il Pr. Sharstar, 3.000 siepi per tre anni che avevamo definito "la corsa della verità per diversi soggetti". Queste erano state le nostre parole nel definire la corsa di più difficile interpretazione tra le quattro previste sui salti. "Livello in pista non eccelso, chi non lotta la corsa qua è poca roba. Potrebbe essere la volta giusta per la ceka Journey, pericoloso poi, data la compagnia, il debuttante Pacino della scuderia Magog, sponda Holcak, fratello pieno dello specialista Pregio di Polly. Attesi miglioramenti sia da Big Ro che da Eroe Antico, pessimi al debutto ma in piano non proprio scarsi. Preferiamo però indicare Vespro Place quale possibile sorpresa della corsa."
Il verdetto della pista è stato eloquente. Non ha fallito la missione Big Ro, deludente al debutto, ma qua in palla tanto da non tradire quanto di buono di lui aveva detto Paolo Favoro. Interpretato da Joe Bartos, unico successo della giornata per il top jockey ormai giunto a 36 vittorie (quasi il triplo rispetto a quelle di Josef Vana Jr, assente nel week end, fermo in seconda posizione), ha avuto facile gioco sugli avversari, resistendo assai bene all'ottimo finale della "nostra base" ovvero Journey buon seconda. E gli altri...? Aria di naufragio per i sogni di gloria dei Satalia boys (e girls) ancora lontani dalla vetta sebbene dispongano di soggetti tutt'altro che scarsi. Se Eroe Antico ha cercato di farsi vedere tra i primi, poi calando sulla curva finale nonostante la freschezza di O'Farrell, Vespro Place della scuderia Incolinx con Davide Satalia in sella non è mai stato in corsa. I due hanno terminato quinti e sesti e le cose peggiorano se si considera che il certo non eccelso Misterium ha rifilato ai due un distacco superiore alle dieci lunghezze, posizionandosi davanti a un disordinato e irruento Katros (non poche le difficoltà per John P. Brennan per mantenerlo lineare sulle curve). Male il debuttante, ma era alla prima assoluta, Pacino. Per Vespro Place ed Eroe Antico potrebbe profilarsi un ritorno in piano, vedremo...vedremo.

Chiusura di giornata in collegamento da Ascot, nell'ippodromo della Regina, dove Dylan Mouth, imbattuto in Italia con nove vittorie su nove corse, complice un improvviso acquazzone non riesce ad approfittare del ritiro del favorito della corsa (Golden Horn) chiudendo in ultima posizione nel celebre King George Queen Elizabeth Stakes (Gr.1) caratterizzato comunque da un epilogo in salsa gialla con un duello testa a testa tra gli italiani Frankie Dettori e Andrea Atzeni. Eagle Top, numero tre, passa a duecento metri dal palo con Dettori che accarezza l'ennesimo successo, ma Postponed in giubba gialla con palle nere (unico menzionato nell'articolo di presentazione insieme al numero tre rappresentato da Dylan Mouth e da Frankie Dettori) riesce a rientrare dall'interno e nelle ultime battute mette davanti un muso all'avversario, un muso che gli vale una vittoria da 878.636 euro. Un epilogo simile al Val Senales ma di caratura ben distinta. Per "Dove Osano le Aquile" come direbbe un certo Clint e il riferimento non va a Clint Mansell quello della colonna sonora di Top Secret, ma al Clint dell'est anche se legato al west (il riferimento è Where Eagles Dare? al Top, che domande...) va un montepremi da 3 periodico: 333.000 euro, proprio come i numeri che avevamo suggerito con i numeri di sella dei due cavalli leggenda immortalati in presentazione. Standing ovation del pubblico inglese, con la BBC che scrive: "Postponed wins thrilling King George" e di thrilling non ne è certo mancato, parola di Top Secret e attenzione... come dice Ligabue, non quello dei molti-colori, ma quello che fa concorrenza a Rossi, giusto per par condicio, il meglio deve ancora venire... 

 Un STANDING OVATION per Conor O'Farrell,
con i colori del vincitore del Grand National 2008.
Quando si dice mettere un nome preciso per l'occasione...
(Foto bloodstock.racingpost.com)

Si riparte domenica con la seconda giornata corse. Maia apre ai fantini delle piane e delle sette prove previste solo tre sono dedicate agli ostacolisti, anche se Paolo Favero prende parte a diverse flat con alcuni siepisti (i grigi Magical Roundabout e Ho Yam Lay) e altri destinati a diventare jumper (Triple Pursuit e Sarhaan).
L'allenatore di Sinigo domina la riunione dove però spicca il terzo personaggio di cui avevamo fatto cenno. Si tratta del dublinese JOHN PAUL BRENNAN giunto in Italia giovedì scorso per trovare l'amico del cuore Gary Derwin e subito chiamato in corsa a sostituire l'infortunato polacco Dominik Pastuszka. Erano solo quattro le vittorie in carriera del jockey, nato alla corte di TONY MARTIN, non il ciclista ricordato nel nostro precedente articolo quello in maglia gialla sospinto dal campione del mondo polacco Kwiatkowski, bensì il trainer ippico che Brennan non ha perso occasione di ringraziare al termine della riunione, tra gli appalusi scroscianti di un pubblico incredulo. "Ma chi essere quel fantino inglese...?" il tormentone della riunione serpeggiato di labbra in labbra. Sono davvero ben poche le informazioni su questo fantino che ha tutta l'aria di essere un vero e proprio U.F.O., del resto il nome echeggia ancora, giusto per fare il verso al connazionale Conor O'Farrell, nelle orecchie di certi appassionati cinematografici . Le immagini sui monitor corrono a Bud Spencer che si rivolge al grande Big Joe, non Bartos, ma Joe Bugner (uno che ha resistito a un certo Muhammad Alì): "Brennan, libero per buona condotta!" Il titolo del film...? Che domande: Uno Sceriffo Extraterrestre... Poco Extra e Molto Terrestre, diretto dal regista che ha girato ben due film, con Bud Spencer, in quel di Tirrenia e Marina di Pisa. Ma andiamo a vedere come è andata...

Apertura doverosa nel ricordo di chi ci ha lasciato, almeno apparentemente, per monitorare tutto dall'alto, dalla cabina di regia su cui nessun produttore può mettere mano. Dall'apatia dei giorni tristi si dipinge così l'immagine di un cerchio fatto di molti colori, che apre squarci di memoria collettiva proiettata ai giorni felici dominati dal colore più lucente di tutti, un fascio di luce che si traduce in chi non potrà più correre in pista, e non potrà più mostrare il suo sorriso in pubblico, ma che di certo non abbanonderà la sua passione continuando a seguire amici e rivali, compiendo magari altrove le proprie evoluzioni, laddove solo gli eletti possono esibirsi. Collegamento allora all'Hungaroring dove sta per andare in scena uno dei gran premi più avvincenti dell'anno, ironia della sorte, su una delle piste più noiose e pallose del circus. Sono circa le 14 quando le macchine prendono il via e si capisce subito che il regista ha in serbo una corsa in salsa Hitchcock, roba da Tale Hitchcock come commenterebbero certi frequentatori di ben altre piste. Le luci infatti lampeggiano, ma non si leva nessun fumo dalle auto né si vedono mani agitarsi ai quattro venti. Mistero, come direbbe Ruggeri. Si deve compiere un nuovo giro di ricognizione, forse un problema all'impianto semaforico... No, è tutto molto più semplice ma al contempo folle: Massa ha sbagliato a posizionarsi in griglia. Si ritorna in postazione e via, gomme fumanti sull'asfalto. E' la partenza, quella vera, e altro colpo di scena. Le Ferrari di Vettel e Raikkonen schizzano davanti, con Lewis Hamilton, partito in pole, stretto da Vettel verso il lato interno della pista e costretto a subire il sorpasso anche da Nico Rosberg. L'inglese, originario di Trinidad & Tobago cresciuto alla corte di Ron Dennis (non il Rohan Dennis maglia gialla al tour), non ci sta, morde il freno e va subito all'attacco del compagno di squadra, la ruota posteriore sinistra tocca la terra e la macchina parte per la tangenziale, direzione rally, roba da Markku Alén, uno in perfetta sintonia con la filosofia "Pastoriana".
Subito gara in salita per l'albionico, sebbene sia tutt'altro che albino, costretto a rimontare su una pista dove per sorpassare ci vuole domanda in carta bollata sottoscritta dai marziani. Ora è decimo. Se la ride Nico Rosberg che ai microfoni Rai, dopo aver detto che "è un caldo boia", aveva parlato del rapporto con Lewis: "Siamo due grandi attori, non c'è problema tra noi. Poi magari oggi lo mando fuori e le cose cambiano..." Mai dire queste cose specie se c'è il regista di Bernie Ecclestone in agguato, uno che annaffierebbe le piste con le girandole per rendere più imprevedibili le corse, specie se in testa c'è chi potrebbe ammazzare lo spettacolo. Del resto uno dei suoi primi piloti era Watson, manco a dirlo irlandese e compagno di Lauda.  Fatto sta che Hamilton deve avere le orecchie lunghe e dice via cavo: "Nico mi ha buttato fuori", sbagliato, sbagliatissimo, come direbbe Vezio Benetti, telecronista leggendario di certe emittenti televisive...
Davanti ai monitor mastica amare bacchette di liquirizia Niki Lauda, che nel week-end aveva detto che gli italiani sanno far bene solo gli spaghetti e che la Ferrari in Ungheria sarebbe arrivata dietro a Williams e Red Bull. In sovraimpressione il regista piazza subito un indizio importante: compare il nome Niki... un qualcosa che suonerà come guai imprevedibili, insomma roba da Uno Studio in Rosso.
Mazzoni, speaker ufficiale Rai, inizia a lamentarsi perché la regia ignora le due Ferrari in testa. Si mette quasi a piangere, invoca una sommossa popolare da tramutarsi in una serie di e-mail alla FIA, si dice che ci sia anche qualcuno che ha spedito lettere profumate perché ha frainteso la richiesta. Eh, si... perché Mazzoni sente puzzo di cose sporche. "E' Ecclestone che ha chiesto specificatamente di non riprendere la Ferrari, vuol arrecare un danno alla scuderia di Maranello per non permettere agli sponsor di avere visibilità." Chi c'è alla regia, chi c'è? insiste, ci manchi che arrivi a dire "viva la FOCA" per evocare i primi anni '80. La federazione, in gran segreto, risponde predisponendo per i prossimi gran premi due modellini delle Ferrari da regalare al giornalista e da collegare su pedana mobile di 360° così da poter permettere una visione completa e dettagliata su ogni particolare. Capelli accanto sbuffa, e non certo per la chioma... preferisce, a ragione, gustarsi le sportellate che Pastor Maldonato rifila a destra e a manca conquistandosi il nomignolo di John Spartan, per il numero di penalità che gli vengono inflitte da Pirro e compagni. Roba da Demolition Man di un certo Brambilla, uno che in F1 non si lasciava certo intimidire.
Ecclestone del resto è un incallito del grande spettacolo ed ecco subito la risposta a Mazzoni. Al 19° la telecamera sulla macchina RAI (diminuitivo di Raikkonen) vola via in maniera clamorosa, balzellando sulla pista come un marsupiale impazzito. "Ecco, ora non ci permettono più nemmeno di inviare le immagini nel riquadro basso... Non è colpa nostra, ce ne scusiamo" continua la tiratela a suggerire la colpa della FIA.
Girandola di pit stop, Hamilton rinviene alla grande dalle retrovie, supera Ricciardo, e va a caccia di Rosberg, con le Ferrari isolate davanti. Ha inizio il filmone giallo per la gioia di Ecclestone. Spettacolo allo stato puro e si riparte da Nico, questa volta Hulkenberg non quello che sostiene di essere un gran attore. L'ala anteriore della sua Force India, in modo assai pericoloso, collassa in rettilineo quando la macchina con licenza indiana segue la MARTINI WILLIAMS. Il tedesco finisce nelle gomme a grande velocità. Situazione di imbarazzo dei commissari impegnati a rifilare penalità ai piloti come clown generosi di caramelle a una festa per bimbi. Detriti sparsi dappertutto, sembra di essere in certe piazze al risveglio la domenica mattina. Alla fine entra la safety car con consequenziali penalità per chi non rispetta i limiti. Maldonado, già dichiarato campione del mondo in questa speciale classifica, non perde occasione per ritoccare lo score. Si riparte e Raikkonen ha un problema di elettronica e viene subito infilato da Rosberg. Hamilton, dietro, si fa cogliere di sorpresa da Ricciardo che lo infila sulla linea del traguardo, l'inglese però non ci sta. I due inscenano un duello rusiticano che va oltre la pista. Poi il muso della Mercedes si rompe per le imprecazioni di Lauda e il ritorno di Hamilton ai box. "Forse ho esagerato dire certe cose sui italiani... anche fare pizza non sono male!" bofonchia a un meccanico appassionato delle vecchie pellicole cinematografiche e per questo chiamato "pizza".
E' il momento di Ricciardo, uno che gioca spesso al biliardo senza avversari, che si carica come una molla e inizia ad avvicinarsi a Rosberg che intanto si gode il secondo posto tutto tranquillo. Mazzoni non perde occasione per fare inutili conti, tradendo il proprio sogno mancato di fare il commercialista, quando mancano ancora svariati giri: "Rosberg ora è in testa al mondiale. Pensa, Ivan, potrebbe andare in vacanza da leader della classifica... ehe, ehe... Ma che vergogna questa regia!"
Rientra Hamilton assai indietro, ma non sa ancora che Pirro e company hanno in serbo per lui una bella penalità. Al 57° giro si ritira Raikkonen. Intanto, zitto zitto, Hamilton, di nuovo entrato e uscito dai box, risale in zona punti compiendo svariati sorpassi nelle posizioni di rincalzo. "Con la sua gara ha posto fine a un record Mercedes, oggi non avranno due piloti sul podio..." commenta Mazzoni. Solo che sul podio non ci andrà nemmeno Nico Rosberg perché Riccardo tira una folle staccata e nel riportare la macchina in linea trancia la gomma posteriore sinistra del tedesco. Entrambi devono rientrare ai box. Ed ecco che secondo emerge il russo Kvyat, mai a podio in carriera ma sub iudice pure lui. Ricciardo rientra terzo, Rosberg invece deve fare un intero giro su tre ruote e finisce dietro a Hamilton, dopo aver saggiato il fondo terroso ungherese. Quarto c'è il numero 33 Verstappen (miglior piazzamento in carriera) per la gioia di Michael John Lazzari, uno che credeva ciecamente nel riproduttore Jos. Vince Vettel, per il secondo successo stagionale degli uomini di Maranello, secondo Kvyat, terzo un infelice Ricciardo (sempre in cerca di sfidanti al biliardo). Il team manager Ferrari, Arrivabene (beato lui che con quel nome non può certo lamentarsi), commenta in grande stile non sapendo le ultime di Lauda: "Stasera mangerò una pizza all'arrabbiata, gli spaghetti, a me, non piacciono..." Il meccanico di Lauda ride sotto i baffi: ha già pronta la pizza Semaforo Rosso, tanto per far vedere che con certi registi vien l'acquolina alla bocca.
Podio con grande ricordo, il migliore possibile, per JULES BIANCHI, pilota dal grande potenziale costretto per anni a correre con una carretta e dunque impossibilitato a mettersi in luce come avrebbe meritato. A ricordarlo, oltre le parole e i gesti dei colleghi, il pazzesco successo della Ferrari (squadra titolare del cartellino) e il secondo posto di Kvyat, primo russo a conquistare un podio in F1 e connazionale dei titolari della Marussia, squadra per la quale pilotava lo sfortunato driver francese. Un podio che solo uno sceneggiatore con un certo gusto per le citazioni avrebbe potuto tracciare, anche perché prevedere Mehri o Stevens su uno di quei gradini avrebbe significato ricevere l'interdizione dall'utilizzo della penna e allora meglio accontentarsi di questo... anche perché c'è sempre il rischio di qualche ulteriore penalità tardiva, tanto per rimescolare le carte e generare incertezza... con certi regolamenti può succedere di tutto!

Chiudiamo con il magistrale voto in chiusura delle pagelline stilate dal giornalista Giorgio Terruzzi (le potete leggere su redbull.com): Voto 0 alla direzione di corsa: "Con ‘sta fissa di penalizzare cani e porci, i giudici di gara hanno perso la testa in Ungheria. Tutti a spintonarsi, a tagliare gomme, a spatasciare ali, alette, alettoni. Persino una telecamera a zonzo per la pista. L’intero gruppo giudicante, dopo la corsa, è stato ricoverato in un ospedale di Budapest per dei sedativi. Prima di chiudere gli occhi alcuni commissari hanno penalizzato di 10 secondi un infermiere di nome Joseph e intimato un drive through al primario di neurologia."

JULES BIANCHI
campione che non ha avuto la possibilità di dimostrare appieno il 
proprio valore. Michael J. Lazzari per lui avrebbe portato a 31 il numero degli 
EROI AL VOLANTE.
(Foto da rotortrade.com)

Si torna a Merano giusto in tempo per la prova in cross, Pr. Raffaele Ammirato per fantini e gentleman, l'unico a provarci, tra questi, è Riki Belluco.
Su un forum addetto al settore, chorse.it, esprimiamo nella giornata di venerdì i nostri pronostici sulle tre in ostacoli e che pronostici... Su questa corsa scriviamo: "Priory Bay beneficia di un peso molto allettante, ma preferiamo optare per la garanzia di rendimento offerta da Nils. Attenzione a Salar Fircroft che potrebbe ritagliarsi un'ottima carriera in cross."
Dunque Nils come cavallo da battere, Salar Fircroft la scommessa piazzata da multiplo per la quota, Priory Bay in accoppiata con i due sopracitati. 
L'analisi è buona, ottima, anche alla luce della corsa, c'è un particolare non previsto: John Paul Brennan. Il dublinese monta alla grande Monte Pelmo, su cui noi scrivemmo certe cose nell'articolo che commentava il suo rientro di Milano. Lo sottolineamo perché, come dice qualcuno, l'essere smemorati è prerogativa di un po' troppe persone, chi ha voglia se lo vada a vedere. Il baio allevato dalla storica Eledy srl (aria di Amalita, per intenderci) ha acciuffato con gran finale il fuggitivo Salar Fircroft, finalmente di nuovo competitivo e di nuovo proposto con i colori del Marchese Guglielmi (dopo alcune uscite griffato Ilaria Saggiomo), resistendo persino a svariati ondeggiamenti verso l'esterno del grigio. I due ben avanti a un Nils penalizzato da otto chili in più sulla schiena. Un po' deludente Priory Bay in quarta, quasi stampato da Giant Hawk. Male gli altri due: un Achen acerbo nella nuova specialità, e il battistrada Uni Light ceduto alla distanza. Per Monte Pelmo è la terza vittoria consecutiva, la prima in Italia per Brennan.

Ancora blog in grande spolvero nel Pr.Cleto Borella, così nel venerdì precorsa: "Astro Benigno potrebbe tornare a vincere, anche se Favero gli preferisce Alisios. Per la terza moneta indico Little Bruv davanti a Moqorro".

Perfetto, perfettissimo, anzi no, ma quasi... Astro Benigno domina la corsa con gara di testa, permettendosi anche il lusso di scurvare larghissimo all'ingresso in dirittura. Brennan esulta a pugno chiuso e avambraccio teso, ma lasciato ondeggiare con alternanza dall'alto in basso. Tutto facile per il D'Altemps, ma anche per noi, perché Alisios garantisce l'accoppiata secca chiudendo a diciotto lunghezze di distacco. Terzo Hurricane Mix a rompere le uova nel paniere, poi Moqorro e Little Bruv per una volta rimontata da un avversario nel tratto piano conclusivo. E gli altri tre? Non pervenuti, a partire dal chiacchierato Mbhali, mai in corsa. Fermata sotto le tribune, dopo un contatto, Cabrera Noire. Medesima sorte per Concerto Finale.

UN ASTRO NON IDENTIFICATO 
DI NOME BRENNAN
(da meranomaia.it)

Sul forum di chorse esterniamo la nostra soddisfazione: "Punto per il Mancho". Ma come nostra caratteristica non ci accontentiamo, guardiamo oltre, all'ultima prova e scriviamo: "Ora aspetto l'ultima, dove confido in una sorpresa... sulle siepi finali, c'è un U.F.O." Criptico? Mica tanto, bastava leggere la nostra presentazione corsa: "Alla settima favorito netto Romis, sorpresa Monello che rientra ma che se sta bene potrebbe costituire la carta che scombussola i piani. Rientra anche Air Shot, gli altri sono steepler per l'occasione schierati in siepi. Occhio di riguardo per Ange Guardian fresco vincitore in Rep.Ceka in steeple-cross."

La nostra "speranza" è quella di una debacle di Romis, favorito sì, ma secondo noi meno valido di quanto si creda. Si va quindi per un'accoppiata Monello-Ange Guardian. Purtroppo un ritiro riduce il campo partenti a cinque unità e le quote sono quelle che sono. Il ceko ci stuzzica e paga bene al totalizzatore, Monello per noi è il migliore in pista ma rientra da settembre... C'è però un particolare, in sella al rientrante c'è John Paul Brennan e questa è la sua domenica e che domenica, se la ricorderà per un bel po' tanto da chiedere la traduzione del buon articolo che gli dedicherà una testata altoadesina.
E' Air Shot ad andare in testa disturbato però da Shame e con Ange Guardian subito a ridosso, così fino al passaggio in contromano sulla curva di fondo dove Shame, a poco a poco, sfila in ultima posizione per essere poi fermato da Derwin. Sulla curva di Marlengo, Jan Kratochvil manda il suo Ange Guardian al comando, seguito da Romis e Monello. Air Shot, già all'inizio della dirittura opposta a quella di arrivo, paga in modo evidente il rientro, Ale Pollioni lo risparmia; finirà da lontano il percorso.
All'ingresso in dirittura la nostra accoppiata magica sembra fatta. Monello passa deciso in vantaggio sul muso bianco di Ange Guardian, è invece in difficoltà Romis che non riesce a prendere l'azione giusta. U.F.O. Brennan mulina la frusta a sinistra per sostenere Monello, si volta a destra e a sinistra... sembra fatta nel più facile dei modi, ma come ogni finale thrilling che si rispetti c'è la sorpresa. Romis cambia azione, finisce forte, fortissimo. Supera il ceko e macina metri su metri, Monello è a portata di tiro, un ultimo allungo, quasi un colpo di reni sul palo concesso a Bartos. Corta testa tra i due, ma Monello ce l'ha fatta. A 2,75, terzo, c'è Ange Guardian. I nostri tre indicati sono lì sul palo, con il soggetto dato quale potenziale vincitore in prima posizione. Esultiamo, nel silenzio del forum: "Allora, questi piani, come sono andati?" la nostra scritta un po' provocatoria, ma non troppo dal momento che ci eravamo esposti e dunque è anche giusto prendersi un po' di spazio per godersi il pronostico azzeccato e condiviso con chi avrebbe potuto anche approfittarne e fare cassa, poca sì ma le quote non le facciamo certo noi...

Per "John Player Special" Brennan, come dicono i dublinesi e come commenta Favero con la vittoria in piano di Triple Pursuit (Triplo Esercizio, ndr) è un Hat a Trick o semplicemente 3 su 3, un po' come ricordato da certe foto pubblicate qua sul blog in sede di presentazione di questa Double Meeting... E allora, come si direbbe dalla vecchia redazione di Bortoluzzi di Tutto il Calcio Minuto per Minuto, Irlanda batte Rep.Ceka 5 a 2, linea allo studio sulle note di Sheriff del duo Oliver Onions, appuntamento alla prossima riunione ostacolistica, lo spettacolo dello sport a tempo di musica...

  Il Trionfatore di AINTREE 2008, la Belva COMPLY OR DIE
con i numeri da noi indicati in sede di presentazione.
(Foto omaggio da davidpipe.com)

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