martedì 11 settembre 2018

Responso 30° Giornata, Maia, Merano.


IL BRISCOLINO COMPANY OF RING RUBA L'ASSI, MANGIANDO TUTTI I CARICHI PESANTI

Grossa sorpresa nel Premio Assi dove il portacolori della Milano sorprende il favorito netto Al Bustan, vittima di intralci e di un atteggiamento troppo permissivo. Capolavoro Romano nel Tagliabue con un Leonardo da Vinci in costante espansione, completano la giornata d'oro del bresciano Live your Life e Tequila Tango nel cross. Apertura all'insegna dei calibri pesanti con un Aztek versione tornado davanti ai tre attesi campioni con laurea di Gruppo 1.


Il volo di COMPANY OF RING
nel A.S.S.I. vale la prima vittoria
in pattern race del portacolori Milano.
(Foto Arigossi).

A cura di Matteo Mancini.
La giornata del 9 settembre 2018 di Merano, disputata su uno stato morbido del fondo di gara, presentava molti motivi di interesse in vista del gran galà del 29 e 30 settembre, fiore all'occhiello dell'intera stagione. Di scena la main category dei tre e quattro anni in siepi, oltre che della categoria anziani in siepi e in steeple. Due Gruppi 3 e due condizionate di qualità, intervallate da un cross per gentlemen e (invisibili) amazzoni. 
Due grosse sorprese, la prima in siepi e la seconda in steeple. Partiamo proprio da quest'ultima prova. Premio A.S.S.I. (Gr.3) sui 3.900 metri sul percorso grande dello steeple chase di Merano, per cavalli di cinque anni e oltre. Seicento metri in meno di percorrenza rispetto alla storica distanza del tradizionale Premio U.N.I.R.E, naturale passaggio in vista dell'accesso al Gran Premio Merano.
Riscuoteva il ruolo di favorito netto Al Bustan, detentore in carica dello scettro del Gran Premio Merano, imbattuto sulla pista e forte di uno stato di forma estrinsecato da qualcosa come sette vittorie consecutive, tra cui due Gruppi 1, un Gruppo 3 e una Listed, oltre al Grand National Svedese. Il portacolori della Lokotrans vedeva arrestarsi la propria quota al misero 13/10, praticamente ingiocabile. Solo l'accoppiata Aichner costituita dall'acerbo in steeple Notti Magiche, alla prima esperienza sul percorso grande, e dall'altalenante Ole Caballero, fratello pieno dello specialista Ole Companero, veniva individuata dagli scommettitori quale l'unica concreta minacca a una vittoria pressoché annunciata. 28/10 la loro quota. Gli altri soggetti, tra cui il laureato del Gran Premio Merano 2016 Mazhilis, al rientro da un anno di inattività e visto molto grosso al tondino, vedevano le proprie chance bancate dall'11 a 1 di Mazhilis al  34 contro 1 dell'estremo outsider Volcancito.
L'esito della corsa lasciava perplessi e non poco gli spettatori, con molti ghiacciati alla stessa maniera degli attori del finale del film La Mandrakata dei fratelli Vanzina, dove il duo Proietti-Montesano viene indotto a giocare da un abile manovratore di carte al grido "chi trova l'asso, vince". Un sequel ispirato dal precursore Febbre da Cavallo dove l'epilogo si consumava all'interno di una sala di tribunale dopo un pazzesco finale del Premio Assi, in cui la favorita netta veniva trattenuta oltre il dovuto dal proprio interprete per poi inscenare una prodigiosa rimonta contro il fuggitivo avversario debitamente giocato da tutto l'ambiente.
Ed ecco che, come una burla del destino, nel vero Premio A.S.S.I, la "briscola" di Paolo Favero, chiamata a mostrare i muscoli contro due vincitori di Gruppo 1, un plurivincitore di Gruppo 2 e un vincitore di Gruppo 3, assumeva veste - più che dell'asso - del tre di briscola (come peraltro sventolato dal sottosella) e andava a mangiare, con mossa astuta, gli alti carichi stesi sull'ideale panno verde da gioco, a partire dal numero uno (asso di numero e di fatto) Al Bustan, rimasto attardato come la Bernadette della pellicola di Steno per poi mettere in campo uno speed finale travolgente, eppure non sufficiente ad andare a prendere il fuggitivo Company of Ring, vincitore a gran sorpresa (quota di Pokemon nella sòla al milanese nel film la Mandrakata: 20 a 1). L'allievo di Paolo Favero, soggetto dall'illustre (ma non troppo) passato, reduce da una vittoria a vendere, dopo aver faticato per tutta la stagione estiva (sette corse e una sola vittoria, per giunta a vendere), beneficiava oltre ogni più rosea aspettativa dell'uso del paraocchi e, a sette anni suonati, offriva la prestazione della vita. Un successo che permetteva a questo figlio di Windsor Knot di conquistare quella qualifica di vincitore classico che gli era stata strappata nel 2015, nel Premio Richard (Gr.3), a seguito di un danneggiamento attribuibile a una deviazione di Tramonto a Ivry (poi distanziato dal primo al terzo) che aveva di fatto parato l'allievo di Favero sorvolato dall'esterno anche da Solar Focus, e nel 2016 per il vibrante finale di High Master, che lo aveva stampato di una testa proprio nel Premio A.S.S.I. Dunque una vittoria meritata, alla carriera, ma meno alla luce delle ultime prestazioni.
Un arrivo che faceva scoppiare un gran sorriso sulla faccia di Paolo Favero, all'asciutto da Pisa nella top category degli anziani, ma soprattutto faceva muovere l'impassibile e refrattaria alle domande Lydia Olisova sul palco premi per ritirare il trofeo in sostituzione dei titolari della Scuderia Milano (grandi appassionati di Trotto, proprio come gli amici protagonisti dei due film di cui sopra), ma ancora in modo più pertinente faceva riscuotere un'accoppiata da"Bizona", dal gusto Martino nel tempio Martone, da 55,5 a 1 agli impavidi e informati scommettitori sempre attenti ai lavori mattutini.
La corsa viveva il primo momento clou al salto dell'oxer grande, dove uscivano di scena tre dei nove concorrenti. Cadevano infatti, nell'ordine, gli interpreti di Volcancito, Monsieur Bachir (all'ennesima incertezza su questo ostacolo: due volte per terra e una grave inciampone nella precedente esibizione) e High Master, quest'ultimo in prudenziale attesa in coda al drappello e al salto con scarsa spinta e scarsa potenza tanto da rimanere fermo in piedi, subito dopo la ricezione, alla stregua di una statua equestre di composizione marmorea.
Company of Ring approfittava dell'impasse, sfilava Ole Caballero, fin lì leader, e andava ad assumere l'onere del pacemaker. Bravissimo, in cabina di regia, Joe Bartos, scandiva i tempi giusti per cogliere di sorpresa gli avversari, tra cui tergiversava troppo Jan Faltejsek, in sella al favorito Al Bustan. L'interprete ceko, pur tenendo nel vivo della manovra il potente figlio di Medecis, costantemente nella scia di Alcydon Fan, dava l'impressione di quello che è conscio di avere per le mani il vero fuoriclasse e aspetta oltre i tempi leciti, plagiato dalla convizione di risolvere la partita a piacimento, nel più classico concetto del "vinco come e di quanto voglio." I calcoli del bravo interprete, che innescava correttamente Al Bustan al salto del muro collocato sulla dirittura opposta a quella di arrivo, venivano tuttavia influenzati prima dalla presenza di un cavallo scosso, che intralciava non poco la manovra di aggiramento del portacolori della Lokotrans, quindi del traffico, evidentemente sottovalutato, costituito da Ole Caballero e Alcydon Fan, ancora vitali sulla piegata di fondo. Aspetti che costringevano Faltejsek alla corsia esterna, con grave dispendio di metri decisivi ai fini dell'esito della prova. Bartos infatti era geniale, e anche fortunato, a sferrare l'attacco, con cambio di accelerazione dopo il verticale, rubando in pochi tempi di galoppo un margine da Al Bustan che si dilatava da due lunghezze e mezzo dopo il verticale a qualcosa come dieci lunghezze all'ingresso in dirittura. Il finale vedeva il vecchio Company of Ring, arroccato in corda, resistere al notevole cambio di passo di Al Bustan che, in pochi metri, polverizzava tutto il vantaggio conquistato con sagacia dall'attaccante, riduncendolo a mezza lunghezza e questo senza che il fuggitivo appesantisse troppo l'azione. Eloquente il divario scavato sui validi Ole Caballero (bene nel finale, per la resistenza) e il remissivo Notti Magiche, che subivano, nel tratto piano, qualcosa come almeno sette lunghezze da Al Bustan, che relegava il primo della coppia Aichner a undici lunghezze. Quinto un buon Alcydon Fan, con l'inusuale monta di Raf Romano. L'allievo di Cova si giocava la corsa da protagonista, flettendo solo all'epilogo. Anonimo Mazhilis, in sesta, artefice di semplice rientro.

Il Vincitore: Dunque una vittoria che rendeva merito alla carriera di Company of Ring, sette anni da Windsor Knot e una maiden da Danetime, sorella piena del piazzato in Listed a Sandown Park Prince of Denmark (vincitore in Inghilterra e negli Emirati Arabi). Vittoria in pattern race che arrivava alla trentesima uscita in ostacoli, dove il cavallo debuttava, nell'ottobre del 2014, agli ordini e per i colori di Paolo Favero. Carriera preceduta da sei uscite a tre anni in piano, con una vittoria sui 1.700 metri in una maiden capitolina e due piazzamenti per i colori e il training di Agostino Affé.
Le prime esperienze in siepi del cavallo, peraltro subito vincente alla seconda uscita in siepi a Milano in una maiden o vendere, non lasciavano intravedere grandi speranze di trarne un campione. Già relegato negli ascendenti e vendere dalla quarta corsa in siepi in avanti, peraltro regolarmente battuto da rivali di profilo non eccelso, vinceva al debutto in steeple, a Pisa, l'usuale Prova d'Assaggio, condizionata di valore - un tempo fregiata dal rango di Listed - sfruttando un grave infortunio nel tratto piano del compagno Locky Taylor, già avviato alla vittoria. Riproposto in siepi in vista di Merano, esplodeva sul percorso steeple piccolo altoadesino, pur subendo costantemente il compagno di allenamento Solar Focus che conquistava il titolo ideale di miglior steepler di quattro anni della stagione. Secondo nell'Ezio Vanoni (Gr.2) a tre lunghezze abbondanti da Solar Focus, sfiorava la vittoria nel Premio Richard (Gr.3), dove veniva frenato da una deviazione di Tramonto a Ivry, vincitore sul campo ma poi distanziato, che ne andava a interrompere l'azione favorendo il volo esterno del solito Solar Focus, abile a sfruttare il confronto tra i due litiganti per far proprio il titolo a tavolino. La scuderia Milano decideva, dopo la prova, di acquistare il cavallo da Paolo Favero, lasciandolo tuttavia in allenamento al maestro di Sinigo. L'acquisto maturava la decisione, probabilmente prematura, di schierare la nuova pedina nel Gran Premio Merano che, tuttavia, il quattro anni onorava con un buon sesto posto, alle spalle di soggetti rodati e di età superiore.
I primi dodici mesi di carriera in ostacoli si completavano così con qualcosa come 15 corse, non poche, 3 vittorie e 12 piazzamenti, qualificando il cavallo quale soggetto estremamente regolare, non eccelso in siepi ma promettente in steeple tanto da poter esser qualificato quale il quarto miglior quattro anni in steeple dopo Solar Focus, Little Bruv e Tramonto a Ivry.
Il 2016 lo vedeva infrangersi sulla scoglio costituito dallo scontro con i cavalli anziani. Essendo già stato schierato in steeple a quattro anni, Comapny of Ring si trovava costretto a non correre nella categoria riservata ai novizi, dovendo così incrociare le armi con la main category. Rientrava con un terzo posto nel VII Steeple Chase di Treviso (L), battuto dal campionissimo Sol Invictus e dal campione uscente Catch Life, per prepararsi al Grande Steeple Chase di Milano, forte del terzo posto nel Lainate. Nel Gruppo 1 milanese si estrometteva dalla contesa per una banale caduta all'inizio della diagonale lunga, rimontato ultimava quinto il percorso. Il rientro a Merano, sempre in steeple, lo vedeva subire gli eccelsi Khalshani e Fafintadenient, per poi aggiudicarsi di misura, su Alcydon Fan, il Val Passiria, condizionata di prestigio. Favero lo fiondava nel Grande Steeple Chase d'Europa (Gr.1) dove forniva una brutta prestazione, subendo pesanti distacchi. Lasciato al riposo per due mesi, rientrava alla grandissima nel Premio A.S.S.I (Gr.3), in cui accarezzava, da outsider, la vittoria fino agli ultimi metri, quando High Master lo stampava di una testa sulla linea del palo. Favero sperava di portare così l'allievo ulteriormente avanti nella forma in vista del Gran Premio Merano che il cavallo, tuttavia, non poteva correre in quanto bloccato da un grave infortunio.
Persa tutta la stagione 2017, Company of Ring tornava a calcare le piste, in modo non esaltante, nel 2018. Pur essendo piuttosto regolare, precipitava di categoria. A Milano subiva distacchi enormi dai vincitori, migliorava a Merano dove, tuttavia, perdeva da soggetti di profilo medio-basso (Fangoria, Gondaro, Mushrae) e regolava di misura soggetti incapaci di figurare in categorie modeste (Secret Sinner). Tornato a vincere, alla settima uscita, a vendere, regolando un Silver Tango fin lì non esaltante, anche se poi dopo vincitore in cross, stupiva l'intero ambiente aggiudicandosi, contro ogni pronostico, il Premio A.S.S.I, battendo nientemeno che il fenomeno Al Bustan.

La Genealogia del Vincitore: Figlio di Windsor Knot, Company of Ring (inbreeding 4x5 su Northern Dancer) non sembra avere scritto nei propri geni un futuro da saltatore. Di genialogia irlandese (Tally-Ho-Stud) non certo nobiliare, deriva da una linea femminile che non annovera madri vincitirici fino alla quarta madre. Pressoché nulla la produzione della prima madre Diamond Soles, vanta una serie di zii vincitori in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all'Arabia, passando per Hong Kong e Europa (Inghilterra e Belgio), con due piazzati in Listed, tra cui il fratello pieno della madre, Prince of Denmark, secondo nel Dragon Stakes (L) a Sandown Park. Qualitativa la linea della terza madre, che ha prodotto Impressionist (vincitore in Gruppo 3 in Irlanda, secondo in Gruppo 2 in Irlanda e terzo in Gr.1 in Inghilterra nel Dewhurst Stakes a Newmarket), e la cavalla eletta miglior due anni della stagione 1995 in Belgio Greenshaw (vincitrice in Listed locali a Sterrebeek). Per trovare degli avi specializzati negli ostacoli, bisogna ascendere ai prodotti della quarta madre (cavalla piazzata in Listed a Longchamp) dove troviamo Yamashina, cavalla vincitrice di sei prove in ostacoli in Francia, seconda classificata Prix Europe 2 (L) a Enghien. Tra i prodotti della quinta madre riscontriamo poi una seconda saltatrice di qualità che risponde al nome Waheeda, vincitrice di due corse in ostacoli in Francia, terza nel Prix Prince d'Ecouen (L) ad Auteuil.

Non migliorano le cose se andiamo ad analizzare il padre, un figlio dell'eccelso Pivotal che non viene neppure menzionato nella produzione del padre nei cataloghi delle aste inglesi. Vincitore di due Gruppi 3, a due (Solario Stakes a Sandown Park) e cinque anni (Darley Stakes a Newmarket), ha corso molto senza mai esser schierato in categoria superiore ai gruppi 3, pur rivelandosi soggetto regolarissimo Schierato un totale di 11 volte, ha riportato 4 vittorie (1.400-2.000 m.) e 7 piazzamenti di cui sei in pattern race per vincite di poco inferiori alle 100.000 sterline. Ritirato in razza in Irlanda al tasso di 4.000 euro, ha visto scemare il valore del proprio seme fino ai 1.500 euro nel 2016.
Molto deludente in razza, pressoché ignorato fuori dall'Irlanda. Vanta all'estero appena due vincitori in Francia (su sei apparsi), due in Repubblica Ceka, due in Polonia, uno in Spagna e uno in Russia. Curiosamente efficace in Italia dove ha offerto risultati, per il valore della monta e per la percentuale di riuscita, che definiamo eccelsi.
Modesto sul piano delle main category della nobiltà ippica, ha dato i propri migliori prodotti soprattutto sul versante femmine con i fiori all'occhiello nella propria produzione costituiti da EUPHRASIA, vincitrice in Gruppo 3 e in Listed in Irlanda, terza nelle Tattersalls Gold Cup (Gr.1) di Curragh nonché in tre Listed irlandesi, ANOTHER BATT, vincitrice nell'International Trakya Trophy (Gr.3) in Turchia con premio da 115.000 euro, piazzata in Listed e Gruppo 3 in Inghilterra, Asidious Alexander, vincitrice in Listed a Deauville, seconda e terza in Gruppo 3 e Mamma Giovanna, vincitrice da estrema outsider nell'Archidamia (L) a Roma, seconda nella Coppa del Mare (HpP) a Livorno e terza nell'Handicap d'Autunno (HpP) a Roma. Degni di menzione poi Jalapeno, vincitore nel Memorial Francesco Faraci (L) e nel Filiberto (condizionata di blasone), terzo nel Criterium di Pisa (L), nel Conte Scheibler (L) e nel Circo Massimo (L) a Roma, oltre che quarto nel Ribot (Gr.3) sempre a Roma, Croi an Or, terza in Listed in Irlanda, e Kokshe, vincitrice di quattro Listed Locali in Polonia, nonché Lachine, vincitrice di due Gruppi 2 locali in Russia.
Eccelso in Italia, dicevamo, dove, oltre ai due sopraelencati vincitori in Listed, i prodotti di Windsor Knot si sono spesso destreggiati con successo in Handicap Principali e condizionate, vincendo svariate corse. Sono stati appena dieci i figli scesi in pista, di cui sette vincitori (percentuale del 70%), oltre ai due sopraelencati ricordiamo Under and Over (terzo nello Shadwell Naip Stakes, HpP, a Roma), Balerion (terzo nel Città di Grosseto, HpP), Dersu Uzala (terzo nel Federico Regoli, HpP, a Pisa) e Sgomma, vincitore di qualcosa come venti corse in 61 uscite.
Rarissima la produzione in ostacoli, tutta concentrata in Inghilterra e Irlanda, fatta a eccezione del qui presente Company of Ring. Sono stati ventinove i prodotti ammirati in ostacoli, di questi dieci sono risultati vincitori di almeno una prova in ostacoli, due soli in pattern race, si tratta di FLAXEN FLARE, vincitore nel Fred Winter Juvenile Hurdle (Gr.3) a Cheltenham, secondo in Gr.3 in Irlanda, terzo due volte in Gr.2 in Irlanda, e in un Gruppo 3 ad Ascot, quarto in Gruppo 1 ad Aintree e in Gruppo 3 a Cheltenham, e di COMPANY OF RING, vincitore nel Premio A.S.S.I (Gr.3) a Merano, secondo nel Vanoni (Gr.2), nel Richard (Gr.3) e nel Premio A.S.S.I (Gr.3), terzo nello Steeple Chase di Treviso (L), quinto nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1). Piazzamenti importanti per Swamp Fox, terzo in Gruppo 1, Gruppo 3 e Listed in hurdle in Irlanda.

WINDSOR KNOT,
padre di COMPANY OF RING,
produzione internazionale non esaltante 
ma brillante in Italia.

Nel Premio Tagliabue (Gr.3), sui 3.300 metri in siepi, Raffaele Romano completava un capolavoro di preparazione conducendo Leonardo da Vinci a un sempre più espansivo stato di forma. Il tre anni di Christian Troger, dopo un inizio di carriera in siepi all'insegna delle difficoltà, sembra per il vezzo di lottare col morso, completava la propria evoluzione conquistando la terza vittoria consecutiva tenendosi dietro i migliori pari età visti in Italia nel corso della stagione. Un successo che permetteva a Troger di conquistare, per il terzo anno consecutivo (dopo i successi di Amaranthus e Live Your Life), l'ambito premio.
Il grigio, allevato in Francia dalla S.Uberto, ripeteva il gradito schema di gara caratterizzato dal gioco d'anticipo. Dopo aver fatto procedere davanti Andoins, ancora una volta assai deludente, assumeva in prima persona l'onere di scandire i tempi di gara, emergendo per vie interne, dalle posizioni di rincalzo, all'attacco della piegata di destra percorsa a mano contraria. La corsa viveva così di un'improvvisa accelerazione, dopo prima parte di gara alquanto soporifera che creava più di un grattacapo a Marek Stromsky per contenere l'ardore dello scalpitante King Heart. Il favorito Imperial Red seguiva con attenzione le mosse dei due attesi Leonardo da Vinci e King Heart, affiancati al comando prima dell'ulteriore accelerazione del grigio inferta al passaggio davanti alle tribune. Restava invece all'estrema attesa l'altro grande atteso Mensch, preceduto da Starman. Leonardo da Vinci scurvava a Marlengo con almeno due lunghezze di margine, sulle sue tracce persisteva Imperial Red con in schiena King Heart e Mensch in graduale risaltita. Stentava a farsi vedere Starman, secondo classificato nel Premio dei Giovani (L) di inizio luglio. Alzava addirittura bandiera bianca Andoins scivolato, pian pianino, in coda al drappello e qui fermato. Sulla seconda siepe collocata sulla dirittura opposta a quella di arrivo rischiava la caduta Mensch, autore di un errore che poi si riverberava sul resto della sua corsa. La seconda pedina Troger si disuniva e poneva termine alla sua risalita, accorciando sempre più l'azione. Imperial Red si portava alla sella di Leonardo da Vinci sull'ultima siepe della dirittura opposta, deciso a confermare la propria supremazia sulla classe 2015 dimostrata da un en plein di tre vittorie su tre sortite. Proposito tuttavia fallace, perché Leonardo da Vinci ripartiva con coraggio e senza mai flettere rendendosi intangibile dagli avversari nonostante un salto lievemente anticipato sulla penultima siepe. A ogni modo, Imperial Red tentava costantemente di operare l'aggancio, palesandosi quale minaccia concreta pronta a sfruttare ogni evenienza. Il grigio di Romano però non accennava cedimenti e allungava ulteriormente nel tratto piano, fornendo sontuosa prestazione. Terzo chiudeva un disordinato e sudatissimo King Heart, prospetto che avrà sicuramente modo di migliorare le proprie prestazioni imparando a gestire meglio le energie. Quarto, a dodici lunghezze dal vincitore, un brutto Starman, che pagava la lonananza dalle piste di circa due mesi. Il portacolori Aichner, mai in corsa, si prodigava nel tratto piano per andare a strappare la quarta moneta a un Mensch non più esistito dopo il grave errore sopraindicato. Fuori categoria Banjo's Voice a completare l'arrivo dei sei superstiti.

Il vincitore: Culmine di carriera per Leonardo da Vinci, soggetto anonimo in piano e tutt'altro che veloce ad apprendere la nuova professione. Il grigio infatti raggiungeva la quota tutt'altro che bassa di otto corse in ostacoli in cinque mesi, qualificandosi quale tre anni più impegnato nella stagione in Italia. Soggetto che sembrava a inizio luglio confinato a un ruolo secondario, costantemente battuto da Imperial Red, Starman e Watching Spirits, esplodeva in modo inatteso ad agosto con un incremento prestazionale progressivo. Vincitore per dispersione in categoria maiden, si confermava, partendo da lontano, in una condizionata da 9.000 euro scarsi rubando quelle lunghezze utili a contrastare l'energica rimonta del compagno di colori Mensch, che gli finiva a un'incollatura. Il successo nel Tagliabue, per come veniva centrato, confermava una volta per tutte il valore del cavallo, ancora un po' incerto e nebuloso, e dava sicuro valore al lavoro operato dal suo allenatore Raffaele Romano. C'è da dire che su questo soggetto sia l'allenatore bresciano che il proprietario Troger avevano sempre speso parole di elogio. Opinioni che, a questo punto, erano più che fondate. Imperial Red, forse rallentato da un filino di ruggine per i due mesi di assenza (peggio di lui faceva Starman), vedeva perdere le cinque lunghezze che aveva dimostrato di possedere a proprio favore sull'avversario subendone addirittura tre di distacco. Esiti piuttosto a sorpresa e altalenanti che, a questo punto, rendono tutt'altro che chiaro chi sia il leader generazionale in Italia.

La Genealogia del Vincitore: Altro inbreeding 4x5 di Northern Dancer, generato da Sopran Woomari (da Woodman), interessante inbreeding 3x4 sul velocista Raise a Native. La madre è stata una valida cavalla, vincitrice di 2 corse (1.600-1.800 m.), terza classifica nel Torricola (L) a Roma e nel 69° Royal Mares (HpL) a Torino. Leonardo da Vinci è il suo sesto prodotto, preceduto da due vincitori non eccelsi.
Genealogia più qualitativa spulciando tra i prodotti della seconda madre, una figlia di Caerleon che risponde al nome di Marina Duff, vincitrice del Premio Dormello (Gr.3) e Crespi (L), seconda classificata nel Royal Mares (Gr.3) a Torino, nel Buontalenta (L) e nelle Repubbliche Marinare (L) a Roma, terza nel Primi Passi (Gr.3) e nel Perrone (L). Dunque grande qualità non ben trasmessa alle figlie, tra cui figura tuttavia, quale zia di Leonardo da Vinci, Sopran Mariduff, vincitrice nel Black Helen Handicap (Gr.2) negli Stati Uniti, nel Seregno (L), seconda nel Just a Game Breeders' Cup Handicap (Gr.3), nel Baggio (L) e nel Novella (L), terza classificata nelle Oaks Italiane (Gr.1), nel Legnano (Gr.3) e nel Dormello (Gr.3), quarta nel Regina Elena (Gr.2). Un'altra zia, Sopran Martha, ha generato un secondo classificato nel Berardelli (Gr.2) chiamato Magico Marco.
Nei prodotti della terza linea materna spicca Mesmerize, madre di due vincitori di gruppo ovvero gli stalloni Just Happy (vincitore in Gr.2 a Deauville) e Mujtahid (vincitore in Gr.2 a York).
Di ostacolisti manco l'ombra.

Il padre Style Vendome è uno stallone francese, da cui Leonardo da Vinci ha ereditato il mantello, che è entrato in razza a quattro anni, nel 2014, vedendo precipitare il proprio tasso di monta dai 12.000 euro iniziali agli attuali 5.000 euro. Si tratta di un soggetto, figlio di Anabaa e nipote di Dr Fong, che è sceso in pista 9 volte, da due a tre anni, debuttando con un secondo posto in Listed per darvi seguito con cinque vittorie consecutive col fiore all'occhiello costituito dal successo nel Poule d'Essai des Poulains (Gr.1) sui 1.600 metri di Longchamp, vincitore inoltre nel Prix Djebel (Gr.3) a Maisons Laffitte oltre che in due Listed. Soggetto veloce, vincitore dai 1.100 ai 1.600 metri, è inoltre quarto nel Prix Jean Prat (Gr.1) di Chantilly. Ha vinto in carriera 466.000 euro.
Un accostamento quello con Sopran Woomari che sembra congeniale per un prodotto da miglio, dotato di spunto veloce.
Leonardo da Vinci è stato il primo prodotto da Style Vendome a correre in Italia, lo ha seguito il solo velocista Rock Vendome (classe 2016), che si è piazzato più volte in maiden e condizionata.
Al momento sono scesi in pista i prodotti nati nel 2015 e 2016. Vanta ventiquattro vincitori in Francia e due in Inghilterra (Jahaafel e Sharp Style), tra cui la due anni Lily's Candle, vincitrice nel Prix de Jouvenceaux et des Jouvencelles (L) di Vichy, quarta nel Prix La Rochette (Gr.3) a Longchamp, la tre anni Style Presa, seconda classificata in Listed sia a Longchamp che a Maisons Laffitte, e la coetanea Talbah, terza nel Prix Imprudence (Gr.3) a Deauville.
La produzione dello stallone, è assai scarsa in ostacoli, dove LEONARDO DA VINCI si segnala quale primo vincitore nella disciplina e unico vincitore in categoria di Gruppo, con l'acuto nel Tagliabue (Gr.3) e il terzo posto nel Premio dei Giovani (L) a Merano, così da entrare fin da subito tra i migliori prodotti generati. Lo ha seguito, una settimana dopo, Matfog, vincitore al debutto in siepi a Royan, secondo poi ad Auteuil in condizionata (da 28.800 euro) per i colori (dal Romano) Al Romaihi. Non si è piazzato nei due tentativi in siepi Tabouk (vincitore di tre corse a reclamare in piano in Francia).

LEONARDO DA VINCI
in azione nel Tagliabue
(Foto Arigossi).

Nelle prove di contorno, tra cui due condizionate main category e un cross per dilettanti, Raffaele Romano, in qualità di allenatore, completava una tripletta di vittorie esaltata dall'en plein nel Premio Bar Ricevitoria, condizionata per quattro anni sui 3.500 metri in siepi. Live Your Life ristabiliva le gerarchie con lo storico accompagnatore Solar Walker (terza doppietta maturata dai due) e si aggiudicava la prova rifilando quattro lunghezze al gregario, a cui andava il compito di dettare i tempi di gara. Terzo completava, a otto lunghezze e mezzo dal vincitore, Sternkranz per il primo intero podio stagionale conquistato da Raf Romano (impresa riuscita nella stagione solo da Josef Vana sr). Il terzetto Romano aveva facile gioco sui restanti due avversari, specie dopo la caduta al passaggio davanti alle tribune dell'interprete di Dzan Moritz, fin lì a gravitare sul battistrada. L'altro concorrente, Lord E, perdeva contatto all'inizio della dirittura opposta a quella di arrivo, dimostrandosi inadatto alla categoria. Parte finale di gara all'insegna della vera lotta tra i tre compagni di allenamento, con i valori che si delineavano così da rendere sempre più Sternkranz un mero gregario dei due più qualitativi compagni.

La vittoria veniva preceduta dalla netta affermazione, in cross, di Tequila Tango, alla prima vittoria in ostacoli, sempre preparata da Raf Romano. La figlia di Mujahid, sempre a maggior agio con la monta di Riccardo Belluco (anche lui alla prima vittoria stagionale in ostacoli), si lanciava fin da subito in avanti e, a differenza della precedente sortita, non palesava cenni di cedimento allungando bene alla distanza. Risultava quindi azzeccato l'utilizzo, per la prima volta, del cuffino.
Nulla da fare per il favorito netto Le Moulleau, atteso a un'affermazione pressoché sicura, ma incapace di tenere il ritmo della femmina, così da lasciarla fuggire a traguardo ancora lontano. Il grigio subiva qualcosa come dodici lunghezze di margine, riuscendo solo a contenere gli attacchi in dirittura di arrivo di Hades. Male, più indietro, Marcus Aurelius, quarto ma mai nel vivo della manovra. Quinta Vanessa del Cardo, tenuta sui primi da Tonelli, addirittura seconda sulla piegata finale, prima del grave cedimento nella parte terminale della corsa.
Brutta scivolata per Ermetico, impiegato a fari spenti da Alterburgerer, caduto in malo modo in un tratto piano sulla curva interna di Marlengo.
Il trittico di vittorie permetteva a Raffaele Romano di salire a quota venti successi stagionali, mettendo una seria ipoteca sulla classifica allenatori nella riunione di Merano. A causa della squalifica per doping che ha tenuto, formalmente, lontano il professionista bresciano dalle corse, Romano conquistava ben 19 dei 20 successi stagionali proprio a Maia, portando a sette lunghezze di vantaggio il proprio vantaggio su Vana sr e a nove su Paolo Favero. Vantaggio dunque considerevole, ma non ancora sufficiente a impensierire il leader della classifica generale, Josef Vana sr, ancora in vantaggio con trenta successi (dieci in più di quelli marcati Romano). Va comunque dato atto al trainer bresciano che i suoi cavalli, considerando i successi marcati anche dagli allievi della compagna Ilaria Saggiomo (alcuni conseguiti da sostituta dello squalificato Romano), hanno centrato un totale di ventotto successi ovvero due in meno di Vana sr e nove in più di Paolo Favero. Una crescita dunque esponenziale che dimostra l'ottimo lavoro e i buoni investimenti fatti soprattutto da Christian Troger (secondo nella classifica proprietari per introiti) e, pur se in scala minore, da Gunther Alber (nono nella classifica proprietari), principali clienti della connection Romano-Saggiomo.

Nella prova di apertura, Premio Azienda Soggiorno di Merano sui 3.500 metri in siepi per anziani, si registrava la sorprendente, ma non troppo, vittoria del sette anni Aztek, al debutto sulla pista ma già su eccelsi livelli in patria (vincitore in particolare in una Listed locale ceka davanti a un certo Roches Cross). Lasciato in prudenziale ultima posizione da Jiri Kousek per buona parte del percorso, il sauro del Dr. Charvat emergeva con prepotente ardore, specie se si considera il valore degli avversari, sulla piegata finale e faceva di un sol boccone di tre vincitori di Gruppo 1 italiano, andando a prendere, per ultimo, il fuggitivo Brog Deas che appesantiva l'azione negli ultimi cento metri, come già successo nella precendente Gran Corsa Siepi d'Italia (Gr.1), quando ormai sembrava avviato alla vittoria. Champ de Bataille non riusciva a mantenere la scia di Brog Deas, pur finendo in modo assai più brillante del rivale (guadagnava di fatti lunghezze negli ultimi cento metri), ed era "solo" terzo, davanti al rientrante in siepi Kifaaya che dovrebbe avere margini di miglioramento per la prossima uscita, probabilmente, nella Gran Corsa Siepi di Merano.
Presenza fuori luogo quella di Jankin, che dipingeva le traiettorie con impeto davanti a tutti nella prima parte di gara, per poi cedere in modo netto sulla piegata finale e ultimare ultimo a grave distacco.
Dunque un nome "nuovo" per l'ostacolismo italiano, pur se conosciutissimo in patria (è uno dei migliori prodotti dell'allevamento ceko), che si candida a pretendente allo scettro nella Gran Corsa Siepi di Merano. Jiri Kousek, nel dopo corsa, intervistato dal giornalista Emanuele Orso, riferiva di aver ricevuto ordine di far vedere la pista al cavallo, così da procedere in una sorta di rodaggio al fine di vedere l'attitudine del soggetto alla pista e agli avversari, senza nulla rischiare. Scurvato però a ridosso degli avversari i termini di ingaggio, evidentemente, variavano così da spingere Kousek a cercare, e a centrare, una gran bella vittoria, la più lucrosa tra quelle ottenute dal cavallo (premio di circa 9.300 euro), comunque reduce da una vittoria in terra tedesca, a Bad-Harzburg.
AZTEK: nuovo
pretendente ai GRUPPI 1 in siepi
in Italia?
(Foto pafoto.cz).

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