DALL'HUNGARORING A QUELLI DI KAZAN... UNA COSTANTE: PROFONDO THRILLING NEL CROSS SPORTIVO MULTIDISCIPLINARE DELLE ULTIME SETTIMANE.
Vittorie inattese, cadute pazzesche, regie ballerine, telecronisti esultanti altri protestanti senza esser legati al Martin, avversari inviperiti, gran premi principali di cartello a lasciar trepidare i cuori, classiche internazionali, campionati del mondo con favoriti che si ritirano, ricordo di grandi campioni... Seguire resta prerogativa per pochi eletti, c'è persino chi vince e non sa di esserci riuscito, chi crede di aver capito e invece finisce preda della girandola di colpi di scena... Mazzoni e Masoni in collegamento da diverse redazioni, altri free lance e persino assessori... E' il cross, nel segno di... TUTTO QUEL GIALLO e domenica c'è il Palio!
A cura di MATTEO MANCINI.
MARCO PAGANINI con la Giubba della Redazione
in una prova del 3 LUGLIO.
A SIENA, sua terra natale, un Premio a lui dedicato
nella giornata Principale della Riunione di Grosseto.
Dopo la pausa dedicata a "Che fine hanno fatto?" ovvero i siepisti passati ad altre discipline, ci eravamo lasciati con Top Secret (sia il mezzosangue e sia la trasmissione di Claudio Brachino con le partecipazioni straordinarie di De Zan Jr e di Terruzzi) e le battute finali del Tour de France, ma soprattutto con la girandola di colpi di scena del Gran Premio di Formula Uno dell'Hungaroring, iniziato nel giusto tributo a un grande campione scomparso prematuramente in pista in giovanissima età a seguito di un incidente stradale: Jules Bianchi.
Iniziamo quindi questo articolo con una classica del ciclismo disputata la scorsa settimana e che ha visto un nostro pupillo sorprendere tutti quanti lui stesso compreso. Del resto i pupilli erano di casa anche in Ungheria dove un tale Bertrand Gachot, nell'anno del debutto di Michael Schumacher in Formula 1 su macchina IRLANDESE, piazzò un pazzesco e sorprendente giro veloce finale della corsa (unico nella sua carriera nella massima serie) prima di finir coinvolto in certe vicende giudiziarie per aver reso piccante un certo tassinaro a suon di spray, un po' come i personaggi di Mad Max Fury Road (sponsor della Lotus di Pastor Maldonado, società di Norfolk come il team motoristico di cui Gachot divenne socio in formula 1 e che debuttò con il monegasco Paul Belmondo, figlio del noto attore). Personaggio, questo Gachot, così popolare da divenire il protagonista di un pezzo deglli SLUGS, gruppo punk di musicalità vicina ai Ramones (quelli di Spider-Man), nato in Belgio, da genitore francese, ma di nazionalità Lussemburghese, l'unico (o uno dei pochi per la sua epoca) a correre con due caschi (uno giallo, l'altro con i colori dell'Europa). Insomma... uno un po' difficile da seguire... Di sicuro da riempire le pagine di un giornalista scrittore come Nicola Roggero.
E da un pilota che correva con due caschi si passa a qualcun altro che con i doppi ci sta bene, ovvero Adam Yates, da noi dato, su altre pagine, come possibile e concreta sopresa del Tour de France, ma capace di colpire subito dopo l'epilogo della Gran Boucle. "Sei stato lungimirante... anzi brevi-mirante nel dare Yates... Ha vinto subito!" il commento, a fine gara, dell'amico di penna Carmine Cantile, autore del racconto lungo Halloween Nights, grande appassionato di sport e grande tifoso di Vincenzo Nibali.
Procediamo con ordine. Stiamo parlando della Clasica (non è un refuso) SAN SEBASTIAN (santo patrono, tra l'altro, della Polizia Municipale), in territorio Basco, forse la classica più importante di Spagna. 219 km, con sei piccoli strappi (tre di prima categoria e gli altri tre di seconda), ma dalla forte pendenza. Si parte e si arriva a Donostia.
E' l'uno agosto. La corsa si sviluppa con una serie di fughe fin dalle prime battute di gara, tra i fuggitivi anche Ryder Hesjedal. C'è persino chi riesce a toccare i cinque minuti di vantaggio sul gruppo, ma vengono ripresi tutti. A circa 50 km dalla fine irrompe la longa mano di Ecclestone direbbe Mazzoni. La regia sparisce, difficoltà con il ponte aereo, forse per l'interferenza di UFO o di Foo Fighters, un po' come quella strana partita tra Fiorentina e Pistoiese del 1954; non si è ben capito... tanto che sia Top Secret che i fan di Mario Gariazzo - uno che in un posto come Donostia ci sta anche bene per aver diretto nel 1971 Acquasanta Joe e Il Giorno del Giudizio - sono a lavoro con gli occhi puntati al cielo. Guardano infatti tutti per aria, tanto che nessuno si accorge della caduta del belga Van Avermaet, passato al comando della corsa sull'ultimo strappo senza che le telecamere si degnino di inquadrarlo. Nessuno sa che in testa c'è lui, nessuno lo sa, ma lui è là, davanti, da solo. "C'è lo zampino di Ecclestone... Vedi, Ivan, che è vestito di Rosso!" riecheggia da certi studi giornalistici. Beh, che sfortuna direte voi, lo sponsor, la BMC, presenterà formale ricorso, è una vergogna, penserete... Ma succede di più, Van Avermaet viene tamponato in salita da una motocicletta della regia che lo manda a gambe all'aria. Cadono anche motociclista e camera-man. Van Avermaet è costretto al ritiro per cedimento meccanico del mezzo, ma sembra smaterializzarsi come un perfetto Shinobi. Tanto che tutti sanno che è davanti, ma nessuno poi ne è tanto convinto, anche perché in diretta non è dato sapere nulla, Misterium. Ma ecco che a sette chilometri dall'arrivo, con le immagini ballerine, vediamo scattare Adam Yates dal gruppo. La strada è in salita, è il passo del Bordako Tontorra, due chilometri e mezzo con punte fino al 20%. Lo scalatore inglese prende una quindicina di secondi da un gruppo di insegutori tra cui il campione in carica Valverde e Joaquim Rodriguez, presto raggiunti dall'irlandese Daniel Martin, Mollema, Kreuziger e Uran Uran.
Il ventiduenne originario di Bury (si pronuncia come la città pugliese il cui santo patrono corrisponde a quello di Merano), nato nel giorno del ricordo di PAGANINI offerto dall'ippodromo di Grosseto che andremo di seguito a raccontare e dunque in odore di compleanno, spinge come un dannato, roba da finisseur di razza, lui che è più uno scalatore che altro e che ha vinto solo tre corse in carriera tra i professionisti (un po' come i partenti delle corse dei due citati), nessuna nel 2015. Il traguardo si avvicina sempre più, dietro sono convinti di andarlo a prendere. Confidano persino nella Cabbala dato che un inglese non ha mai trionfato nella San Sebastian. Su Euro Sport, sponda English Channell, i telecronisti albionici sono in subbuglio. Il traguardo è sempre più vicino e il distacco costante. Dietro, specialisti come Valverde, Martin e Rodriguez ce la mettano tutta, ma l'inquadratura in campo lunghissimo sul lungo rettilineo è implacabile. Yates si invola verso il traguardo, ma non ha l'aria di chi pensa di aver vinto, un po' come Elio De Angelis in un certo gran premio di Imola quando disse al delegato di Poltronieri, il mitico Zermiani, di aver sperato di esser finito al primo (lo sarà, a seguito della squalifica del professore). Lo vediamo portarsi le dita sull'auricolare, c'è una voce... Perché i problemi della regia hanno coinvolto anche le ammiraglie, non si capisce più niente... Ma chi cacchio c'è in testa? Yates dice: «Come...? ho vinto io? Ma che avete fumato...? Ma per davvero... no, Wrong, Wrong, Wrong... No, dai... STUPEFACENTE!» commenta alla squadra della Orica GreenEdge, alzando le braccia al cielo, quasi a dire... "scusate, ci sono anche io!"
ADAM YATES
Arrivo della San Sebastian, 2015.
Arrivo della San Sebastian, 2015.
Dopo la prova ciclista trasmessa da Euro Sport, ha inizio il giro di campi sportivo della settimana con un lotto di corse scelto dalla redazione e che va a omaggiare delle piste che qualcuno suggerisce persino di chiudere e che invece, a nostro avviso, devono esser tutelate.
Si parte con CAPALBIO, che non è un caparbio con refuso, ma una pista in sabbia del litorale grossetano, piccolo ma sempre presente nei palinsesti, forse l'unica superstite di certi ippodromi estivi italiani di piccolissime dimensioni. Piste stritolate dalla morsa dei grandi impianti, ma che si reggono sull'entusiasmo e sulla passione degli indigeni. Una pista omaggiata persino da un figlio di Cyrano de Bergerac e di "via davanti" ovvero Way Ahead, sponda irlandese (Flynn, l'allevatore), mai vincitore in pista e allenato in chiusura da Bianchi seppur di provenienza Ligas (solo qua si potrebbe ricordare). Il suo nome Capalbio Beach. E allora andiamo in omaggio a certi nostri colleghi e a certi personaggi storici di piazza del campo, che hanno debuttato nella magica Siena con qualcuno contro il quale la redazione ha avuto il piacere di confrontarsi e che è fratellastro per linea paterna del soggetto che vedrete proposto in ultima foto in questo articolo dalla chiusura circolare.
Premio Antica Selleria Salvati, che non è un omaggio al tradizionale direttore della fotografia di Lucio Fulci (da non confondere con Ferrando che invece era scuola Martino). E' mercoledì cinque agosto, san Osvaldo (soggetto conosciuto sia al cinema, sponda Lupo, sia in piazza del campo), seconda corsa dell'ippodromo maremmano sui 1.000 metri secchi, categoria vendere. Cinque al via dopo il ritiro de Il Corrazziere di Mister Burla, uno che intorno a una certa zona non vuola nulla... Favorito netto della corsa è Liberty River, il fiume della libertà, figlio di un certo Stormy (uno che con una certa Penna ha incrociato il destino), Mario Sanna in sella, Santella per fare la rimella l'allenatore. Soggetto molto regolare ed estremamente pericoloso per la categoria. Controfavorito, 3 a 1, è Fabula Bianca, nome giusto in riferimento all'ultimo allenatore di Capalbio Beach, uno che con gli ostacoli non mancava appuntamento nei cross, basti ricordare Murasaky, figlio di una certa New Mary (nulla a che fare con Mina) e con una certa aria da burla essendo passato dalle mani di Bianchi a quelle di Arnaldo Bianco (che non ha certamente a che fare con il più famoso Mondadori). Attenzione a questo nome perché in sintonia con una certo leader generazionale dei quattro anni in steeple a Merano.
In pista c'è anche Mikol Arras, che vedremo protagonista qui di seguito in uno dei Main Event dell'articolo, è in sella al "capitano", Captain Stabbin di Massimo D'Addio. Attenzione poi alla rientrante Augusta Baia, rispolverata da Mario Canu, detto Clemente, dal prato dove l'allevatore Mauro Pratali l'aveva destinata per fine carriera e giusto riposo, magari riproduttivo. Piuttosto appoggiata al totalizzatore. Estremo outsider Quick Service di Biagetti che menzioneremo di seguito.
Andiamo in cronaca diretta con l'omaggio allo speaker del campo che poi è quello di Grosseto. Augusta Baia schizza subito al comando lungo la corda, con Liberty River incollato alla sella, gli altri già discosti con Quick Service subito molto largo alla prima curva, con all'interno Captain Stabbin e Fabula Bianca più attardata. Simone Mereu, davanti, è chirurgico nel tracciare le traiettorie di curva, Liberty River deve inseguire con le altre posizioni che restano inalterate fino alla seconda curva. All'apice della piegata conclusiva, Liberty River tenta di operare l'aggancio ad Augusta Baia tirandosi dietro Captain Stabbin. Cede di schianto Quick Service assorbido da Fabula Bianca. Ripresa frontale in campo lunghissimo come l'arrivo della San Sebastian e con i protagonisti a mulinare le fruste. Augusta Baia in corda, Liberty River a centropista, più spostato all'esterno in terza corsia Captain Stabbin. Battute finali... Il regista della pista con la collaborazione del montatore, cambia punto di prospettiva, con una ripresa in diagonale. I tre schierati a ventaglio... ma "Liberty River perviene su Augusta Baia... Lo scatto di Liberty River che passa, nettamente", come viene a dire lo speaker, davanti a una buona Augusta Baia, al rientro da circa un anno quando chiuse quarta ne I Sellai di Pisa (dove vinse Arras col "capitano") e in grado di respingere alla grande il rivale Captain Stabbin. Più indietro Fabula Bianca, molto deludente, chiude, al quarto, davanti a Quick Service. Il cronometro si ferma poco sotto al minuto, 58 secondi per andare dalle gabbie al palo di arrivo!
Poco più di mille euro al primo, ovvero Giancarlo Usai, piccolo proprietario (debutto dei colori nel 2003 con Satrail) che ricordiamo anche con Grand Champion, oltre che con un altro soggetto in linea a certe nostre premesse di articolo ovvero Jordan Strada e con svariati elementi scuola Golden Horse. Dunque un montepremi basso, ma la passione è comunque (quasi) la stessa delle corse più importanti. Secondo Mario Canu, con un saluto particolare al collega Pratali che è l'allevatore del soggetto, forse non troppo fortunato dato che la madre della cavalla è una certa Monique Girl che a Napoli, con i colori Chimax, non era affatto male. A Pratali va il primo premio riservato agli allevatori, dato che chi ha vinto proviene dalla Francia, Ecurie Biraben.
Giro di lancette completo del quadrante che segna l'orario per passare dal cinque agosto al sei agosto. Ci spostiamo sull'ippodromo Caprilli di Livorno, pista con un blasone assai superiore a Capalbio ma purtroppo caduta in disgrazia tanto da rischiare più volte la chiusura dei battenti (persino alcuni appassionati, più legati alle scommesse che alla natura sportiva a nostro avviso, chiedono la chiusura di qualche tracciato o la riduzione corse). Campo dei partenti ridotto all'osso complice la crisi che sta uccidendo il settore, dovuta, oltre ai problemi generali conosciuti da tutti, anche da certe politiche di settore a nostro avviso scellerate. Si aggiungono inoltre ritiri in massa giustificabili con l'esigenza di salvare le corse e raggiungere il numero minimo per poter andare in pista. Si va dai tre ai cinque partenti massimi. Le due prove che aprono e chiudono il convegno saranno corse da tre cavalli.
Si apre allora col Pr.Croce Rossa, prova sui 1.950 metri, handicap di minima per fermmine di tre anni. Risulta partente un soggetto iscritto anche a Grosseto, per il Pr. Marco Paganini che andremo più avanti ad analizzare in ricordo dei bei tempi. La giubba che il soggetto porta per la pista è un po' una via di mezzo tra quella indossata da Paganini nella foto che lo omaggia a inizio articolo e quella finale di un certo R.J.'s Fighter, soggetto che il "Paga" conosceva assai bene avendolo montato per tre volte prima del debutto in ostacoli. Si sta parlando della Picchi Galoppo proprietaria di una femmina di nome Zamora. Nome che gli sportivi, quelli veri, andranno subito ad associare a un eroe di terra spagnola (e il riferimento, vista la partenza di questo articolo, non va al ciclismo). Stiamo parlando di Ricardo Zamora (celebre e scandalosa la rete che Ferrari andò a fargli in un clima generale da vergogna, in un certo mondiale), soggetto su cui l'ex assessore alla cultura del comune di Montemurlo, Fausto Bagattini autore del volume Portieri Figli di Puttana (ediz. Ultrasport, pagina 34) così si esprime: "Parlare di lui come un portiere ci sembra riduttivo, perché per tutti fu IL PORTIERE, il più forte fra tutti quelli che erano mai stati visti giocare fino ad allora, ovvero fino agli anni TRENTA (come la giornata omaggiata da questa sintesi, ndr). Era detto EL DIVINO in ossequio al detto spagnolo Esistono due portieri: San Pietro in cielo, Zamora in terra... Si diceva addirittura che avesse capacità mesmeriche. Votato all'intervento spettacolare per inclinazione, inventò la respinta di gomito, un vezzo tecnico, ricordato ancora oggi come LA ZAMORANA... Un vero e proprio regista arretrato tanto che fu il primo calciatore ad aver recitato in un film..."
Dopo questa digressione da cross sport veniamo alla corsa. C'è un favorito netto allevato da una scuderia che corrisponde quasi al nome dell'ultimo premio corso da quel Murasaky che abbiamo poco sopra ricordato, ovvero Lagoni in luogo di Laguna. Vale mezzo la quota e si tratta di Gagliarda, una sola vittoria in carriera risalente a maggio, di Letizia Salvestrini per i colori di Moreno Poggioni. 2 a 1 invece è Zamora, outsider Magic Land della signora Ferrero, già omaggiata nel blog con la foto di Arco Romano, mai piazzato in carriera e allevato dalla mitica Andy Capp (scuderia che ricordiamo sempre con piacere per i successi di Coral Reef e per i suoi lunghi trascorsi in ostacoli alla corte di Colleo). Ritirati sul campo Ginseng Coffee e China Girl.
La corsa vede Magic Land cadenzare con moderazione la prova fino al termine della curva dello stadio, quando Mario Sanna aumenta il ritmo indispettendo, quasi, Andrea Fele, un nome che ricorda un certo soggetto di provenienza Julia G allevatore di Sol Invictus e di Romanae Memento, il quale richiama Gagliarda al maggior impegno. L'isolana, provenienza Gorgona, passa in testa con i colori similar-Giacobbe, superando brillantemente l'avversario. Resta sempre a tiro, invece, Zamora ben nelle mani di Germano Marcelli. A metà della dirittura di fronte a quella di arrivo, Fele rompe gli indugi e lancia una volata lunga. Cede di schianto Magic Land, ed anche Zamora (una che è un po' punta, sebbene di zanzare non se ne siano viste in cielo, e un po' portiere) è costretta alla frusta prima ancora di intravedere la villa del contadino. Al contadino sono già tutti a menare braccia e frusta, Fele compreso. Gagliarda si isola, giustamente in onore alla madre, davanti e sembra un treno in corsa un po' come il titolare di una certa Stazioncina di Tirrenia, Zamora è bene in seconda con l'altra dispersa. L'arrivo sembra un epilogo da prova per Purosangue Arabi con i contendenti che terminano affaticati e con Gagliarda che vince di dodici su Zamora, lontana Magic Land. Commette un refuso in postazione di cronaca lo speaker Marannini che dice: "C'era scritto mezzo e mezzo valeva... Uno-due è l'ordine di arrivo... no, un momento, due-uno" quando si dice fare un testacoda controllato, giusto per regalare un brivido ai temerari spettatori che non possono scommettere, se non il vincente. Per Moreno Poggioni un marchio da spaghetti-western scuola Beatles grosso come una casa, sponda Febbre da Cavallo INFASCELLI e La Montagna Sacra di KLEIN, essendo il proprietario anche di Blindman, quando è il caso di cantare Never Without You, firmato Tony Anthony... E menomale che El Divino era Zamora... anche perché Toni era nella prova di Capalbio... La Fabula Bianca: Incredibile amisci, come direbbe Altafini, può suscedere de tutto....
La giornata di Livorno si chiude col Pr. Simba, prova fotocopia della prima in tutto e per tutto ma per maschi. Cinque dichiarati partenti, ne restano in tre dopo i ritiri di Lunaris e Spirit to Spare. Prova di cartello comunque per la redazione che altrove prepara in sede redazionale un trio di corse che partono dal Pr.Simba si ripropongono in formato copia nel Paganini e poi si attende la Coppa del Mare in un clima, su altre postazioni tutt'altro che amichevole e giocato su modi che a nostro avviso sono a dir poco vergognosi, ipocriti e intellettualmente disonesti. Anticipiamo la corsa con la duplice foto di Rebel Angel, in pista nel Simba, da una parte mettiamo la foto di cui sotto, dall'altra quella con Rebel Angel che segue Lady San Rossore al rientro al tondino della pista di Pisa.
Dunque tre al via. Quote che vedono un estremissimo outsider, Nusayef, 11 a 1 mai vincitore per i colori questa volta veri di Giacobbe (colori conosciuti anche dagli ostacolisti per il legame con Vana sr), e due soggetti a quota a mio avviso vergognosa che rende impossibile giocare ovvero 1,77 per Cannonball e 1,86 Rebel Angel. Due Sanna in pista, Mario e Gavino, e Marcelli a contendersi la vittoria.
Partiti! Notiamo subito Rebel Angel in testa con un cap inconsueto per lui (rosso in luogo di nero, cambio di colori per la Salvioni). Ritmo moderato, con Nusayef in seconda e Cannoball in chiusura. La partita si risolve sulla curva conclusiva, quando Nusayef si rivela incapace di resistere all'accelerazione di Rebel Angel contrariamente a Cannonball che si fa sotto presentandosi all'attacco. Dirittura finale, Cannonball passa facile e controlla, mentre Rebel Angel paga dazio ma contiene Nusayef. E dunque il successo dell'ANDY CAPP arriva con questo fratellastro per linea paterna di Sol Invictus, terza vittoria in tredici corse per la gioia del recente proprieario Nicola Singali che ha solo questo cavallo con i colori fatti debuttare il 25 gennaio per lui trionfi nel Capponi, nel Quercione e ora nel Simba manco fosse un leone bianco, altrimenti ci sarebbe stato di certo un refuso.
Il birichino REBEL ANGEL
fa linguacce di saluto al fotografo!
(Foto di Matteo Mancini)
E si arriva al sette agosto giorno in cui i due Yates spengono le candeline per il loro compleanno, con Adam che ha ricevuto un regalo molto particolare e il fratello Simon che gli chiede le spiegazioni se davvero non sapesse di aver vinto nella San Sebastian, noi però ci spostiamo sulla pista di Grosseto dove va in scena un Premio a cui siamo legati per ricordi di infanzia. Pr.Marco Paganini in onore all'omonimo e promettente fantino maremmano entrato nelle grazie di una scuderia importante come la Cieffedi dell'Avvocato D'Alessio, una scuderia romana che ha fatto la storia del settore. Fantino di grande spessore, allievo di Gianfranco Dettori il numero uno in Italia per il genere, scomparso prematuramente sulla pista di casa a causa di una caduta in dirittura di arrivo e investimento di un cavallo che sopraggiungeva dalle retrovie. Un incidente di cui ho ancora memoria e che vidi in diretta in tv nei primi anni novanta. Paganini ha montato due cavalli a cui sono particolarmente caro. Il primo lo abbiamo già ricordato ovvero R.J.'s Fighter cavallo che ha disputato cinque corse in piano nel 1989, per poi passare a un lunghissima carriera in ostacoli (oltre 80 corse), venendo montato per tre volte da Paganini e per due da Bartolo Jovine (fratello di un altro fantino scuola Cieffedi) che poi monterà Stormy Fighter (ultimo soggetto avuto a disposizione dalla redazione) nell'unica corsa disputata a Roma (vi vincerà una futura e qualitativissima siepista) e il cui nome, datogli da colui che vi scrive, è un omaggio al Fit to Fight specialista dei cross e trionfatore a Torino. Il ricordo personale e familiare di Paganini però non è legato allo Stormy, ma al fratello di Best the Best (soggetto allenato da Coppola) ovvero Bob (da Tribù) allevato dalla Az. Agr R. di Barbialla che Marco Paganini (e non la sorella Monica, come viene ricordato su hippoweb, i soliti sprecisi pure con Fitahl, a tal riguardo pubblichiamo una foto a chiusura articolo in stile hippoweb) montò nel lontanissimo tre luglio (aria di palio) del 1988 e di cui possediamo la foto sul palo oltre quella messa a inizio articolo. Per i colori fu un onore avere in sella un fantino di tale levatura tanto da farsi stampare la foto in primo piano e conservarla tra i ricordi. Quel giorno Paganini, sui 1.000 del tracciato labronico, colse un "varchetto" (uso questo termine perché è legato a un debutto particolare) lungo lo steccato pazzesco e portò Bob alla vittoria nel Pr Giovanni Marradi, ascendente corso da numero uno della scala. L'arrivo fu come il numero che Pastor Maldonado, in formula uno, porta in giro per la pista: 1-3. Mezza lunghezza su Queenoga con in sella Fernando Jovine (quando si dice un'accoppiata Cieffedi di lusso), terzo Royal Xaveri montato da un fantino conosciuto e vincitore (da scosso con foto che ha fatto il giro del mondo per la sua particolarità) in piazza del campo che ha montato anche Stormy Fighter a Grosseto (io c'ero!). Penultima, in quella corsa, con Donova (che non ha a che fare con Donostia luogo in cui si è corsa la San Sebastian), colei che ha debuttato col cavallo che vedete impresso sul blog, sempre per i colori di casa, ogni volta che vi connettete alla pagina..
Ma veniamo alla corsa e ai protagonisti di oggi, che hanno reso molto bello il finale di corsa in ricordo a un grandissimo e sfortunato primo attore dell'ippica. Avevamo preparato, altrove, la presentazione della corsa pubblicando la foto al tondino del doppio compagno di colori (Ostanel-Santamaria) di Zaiman, primo tra coloro che hanno abbandonato le siepi a tornare in pista. Lo vediamo passeggiare al tondino, con in sella Columbu, e con davanti una parente di Stormy Figher, a legarli un certo vincitore di un Pr. Chiusura di tanti anni fa, di proprietà Landi (non il fantino senese che si è ritirato da poco dopo una carriera lunghissima, ma un italiano emigrato in Inghilterra) per il training di mister Dunlop, uno che con i titoli dei film ci andava a nozze. Stiamo parlando di Sympathyforzedevil da English Channell, che non è il canale ma il nome del padre, e che più che un film ricorda un celebre pezzo dei Rolling Stones, rivali storici dei Beatles. Ma attenzione, la foto che abbiamo pubblicato nella locandina nel pre corsa va a sostituire quella di Rebel Angel dietro Lady San Rossore e la giubba di quest'ultima ricorda qualcuno (ostacolista) molto vicino a Linchetto, cambiano però giubba e allenatore. Il baio difende infatti i colori di Stefano Mariotti. I fantini sono Mikol Arras su Linchetto e Alessandro Fiori su Sympathy. Si tratta dell'ultimo e del penultimo cavallo del campo, uno è a cinque e l'altro a quattro abbondante. Gli avversari sono tre per un totale di cinque partenti. C'è Atomic Law, allevamento Antezzate (nome quest'ultimo omonino di un altro cavallo di proprietà della redazione), ma soprattutto Marex del secondo Mariotti della corsa, Giorgio, e Silver Gauntlet (che ricorda nominalmente qualcuno imparentato con Alan Ford) alla quarta corsa in Italia e proveniente dall'Irlanda. Sono questi due a contendersi il ruolo di favorito e controfavorito della corsa, comunque a buona quota (entrambi superiori al 3 a 1).
Andiamo allora a vedere questi 2.200 metri dedicati al grande Marco Paganini, handicap non di minima con 3.400 euro al primo.
Dalla voce dello speaker ufficiale (dicesi sbobinatura originale): "Buono il break da parte di Linchetto che dopo i primi 200 metri di gara assume l'iniziativa, togliendo la leadership ad Atomic Law, che aveva deciso di correre immediatamente sotto. Terza posizione galoppa Marex nei confronti di Sympathy...Forze...Devil, alla retroguardia Silver Gauntlet". Torniamo in sintesi, Mikol Arras modera il battistrada tanto che lo speaker sul palo dice: andatura davvero soporifera in questa prima parte di gara. Il battistrada cerca di addormentare la corsa. "Il gruppo è compatto e presumibilmente si andrà a una lunga volata" dice in grande stile lo speaker, ma ecco che Sympathyforzedevil, quando si va ad attaccare l'inizio della curva finale sfila Marex, in terza corsia, e va a gravare sul battistrada. Atomic Law coglie varco interno per prendere la terza posizione, in coda evidenzia qualche difficoltà Silver Gauntlet. Ancora settecento metri dall'arco finale che sovrasta il palo. Al termine della curva Sympathyforzedevil minaccia Linchetto, i due affiancati danno spettacolo con in scia Atomic Law e Marex sostenuto con gran voga da Salvatore Sulas, non perviene il Silver. Dirittura di arrivo, testa a testa Linchetto - Sympathy nel duello Arras-Fiori. Tenta l'aggancio Atomic Law, ma non guadagna metri, più a largo prova la progressione lunga Marex. Siamo all'arrivo... come urlerebbe Poltronieri in una celebre corsa disputata allo Spielberg del 1982... Linchetto ha guadagnato un leggero margine, ma Sympathy recupera qualcosa. Lotta serrata fin sul palo, con il giallo-verde che mantiene un muso davanti al rivale più brillante all'epilogo e con Fiori che sfiora Arras in un rush finale che ha visto gli allievi di Mariotti (Stefano) e Santini (Riccardo e non l'ottimo allenatore di ostacoli Paolo, deceduto anni fa e di cui io ho un articolo di un certo Cusani in lotta con Master, oltre la scheda originale che scrissi all'epoca di Special Issue, ovvero speciale uscita da intendersi giornalistica, che fu abbattuto in pista dopo una caduta con Sparapano) darsele di santa ragione sotto un profilo sportivo-metaforico. Dunque grande corsa e grande omaggio a Paganini, con un arrivo da cardiopalma che non ammette ripetizioni perché viene promosso in pieno. Per Linchetto la terza vittoria consecutiva, la quarta nelle ultime cinque uscite (grande stato di forma). Ancora secondo (somma più alta vinta da lui in Italia) Sympathyforzedevil che nel precedente articolo avevam dato maturo per vincere e che, infatti, ha corso molto ma molto bene in categoria crescente. In progresso...
Un SIMPATHYFORZEDEVIL nel ruolo di
Rebel Angel alle spalle di qualcuno che ha a che fare con
Fonte delle Fate.
(Foto Matteo Mancini).
Eccoci al Main event della stagione estiva del Casalone. Il Pr. Città di Grosseto, handicap principale un tempo Listed Race e poi declassato nel corso degli anni. Una corsa che vide giungervi da molto lontano un vero e proprio Globe Trotter internazionale dal nome che risuona un po' come Formula Magica ovvero Zimzalabim di Silvaniana memoria. Il proprietario la Stall Quo Vadis, roba da Re e il riferimento non va Stephen King ma a LeRoy, un po' come a dire a certi soggetti: "ma dove andate?" Cavallo nato e allevato in Inghilterra con la monta di colui che disse "Beautiful" dopo aver provato un certo Red Arrow che avrebbe dovuto montare Gianfranco Dettori nel Derby di Roma, poi dirottato su Jerez, outsider della corsa dell'Avvocato D'Alessio (Scuderia Cieffedi), con l'ordine di attendere l'epilogo per andare a cogliere un secondo posto perchè un Ufo si aggirava sulla tracciato delle Capannelle con Panici (Vittorio) a mordersi le mani. I due faranno un clamoroso primo e secondo, mentre Red Arrow, grandissimo campione morirà in pista per un volo di uccelli piantandosi dentro uno steccato durante una corsa come a dire che le disgrazie, purtroppo, fanno parte delle competizioni e non si possono eliminare del tutto. Torniamo a Zimzalabim, vincitore di altro Derby, quello austriaco (forse lo ricorderanno i proprieari sponda Magog, visto il nome) il 20 giugno del 1993, in quella corsa in decima posizione la femmina Corvetus che poi intraprenderà la carriera in ostacoli, anche in Italia, e che ricordo al tondino come fosse ora, caduto addirittura uno Champion Club solito correre con paraocchi quasi chiuso del tutto (finimento speciale per lui) ovvero quel Canton Judge che sarebbe poi giunto in Italia alla corte del biblofilo Luca Zuppan. Presente poi la futura crosser Precious Cheeky di cui ho un ricordo molto vago. Per Zimzalabim una vittoria di sette lunghezze su Mazatenango e sull'appropriato Karthago. 330.000 scellini per il baio allenato da mister Hills. Nemmeno un mese e Zimzalabim va a passeggiare anche nel derby slovacco, a Bratislava, Otto lunghezze su Manhattan Projetc e la prestigiosa monta, su quella pista mostruosa dato il blasone del diretto interessato, di Lester Piggott. Ad agosto a Grosseto, nel Pr.Grosseto, duello serrato con la scuderia dei film rappresentata da Futurballa (che poi finirà nelle scuderie di mister GLADIO ROMANO CIRINI), c'è anche l'ex White Star Maori (se non ricordo male con i colori Andy Capp) e Super Actor (terzo nel Premio Pisa corso da Dolce Sorriso). Zimzalabim viene presentato come un UFO dalle testate giornalistiche, si sa poco di lui e non si conoscono i margini di miglioramento. Hills ci mette su Jean-Pierre Lopez e gli scommettitori lo eleggono favorito. Molta qualità in pista tra gli otto partenti, c'è anche il vincitore in carica del Pr.Pisa Marghine. Zimzalbim però fa esultare il pubblico maremmano ben felice di aver visto volare sulla propria pista un campione internazionale che però deve faticare non poco sull'anello verde a mano contraria attualmente superstite dopo la demolizione di Torino. Arriva poi una vittoria in Austria e il grande salto, Zimzalabim va a correre il Gran Prix de Saint Cloud, 1.200.000 franchi, Gruppo 1. Per gli amanti degli alberi vince Apple Tree di un'incollatura su Muhtarram. Zimzalabim è strepitoso e inorgoglisce il pubblico del Casalone che lo vede piazzarsi terzo davanti a una luna lucente che non è quella che saluta le riunioni estive della pista, ma Bright Moon con Olivier Peslier. Il giorno di questa speciale corsa è lo stesso giorno della foto scattata a Marco Paganini e che abbiamo posto a inizio articolo, cambia solo l'anno (1994 in luogo di 1988); la monta anche quel dì è quella di Lester Piggott, che lo monterà anche in Germania. Una piccola storia grossetana, prima di andare dalle nuove leve.
Bel campo di partenti per l'edizione Città di Grosseto 2015, 1750 metri per tre anni. Undici al via dopo che non viene fatto correre Meraviglia Nascosta. Discreti cavalli, ma non campioni per quella che si presenta come un duello in casa Botti, Dioscuri vs Pancho, con quest'ultimo che quasi viola i diritti di autore del grigio che compare sulle locandine di presentazione del G.P.Merano ovvero Puncho di Quinton, ma visto il vecchio sponsor della pista altoadesina sicuramente potrebbe apprezzare un poncio pensando al capo che solleva Eastwood al cospetto di Volontè sotto l'occhio vigile del vignettista Punch. I numeri dei tre... Il duo Dioscuri, al ritmo musicale dell'omonimo gruppo, prevede uno Changeling secondo classificato in una corsa Sclaviana e il riferimento non va a Dylan Dog, ma al Pr.Boffalora con Aria di Primavera trionfante a una settimana dal GP Merano, e vincitore di due corse in buona categoria. Stesso discorso per la compagna di colori, ma più elegante visto come si presenta: Injaka. Molto più qualitativo il curriculum di Pancho, della Quafim, ma mai capace di graffiare in pattern race (per lui un quarto in Listed a Milano, dietro, tra gli altri, a Brex Drago), ma vincitore di cinque corse per un totale prossimo ai 40.000 euro.
E gli altri? Occhi puntati sul deludente Chester Deal (comunque terzo nel Rook e soprattutto nel Pr.Pisa, L) del regista western omaggiato da Quentin, il Tarantino di Knoxville, quello di Pulp Fiction, Mario Lanfranchi che non è riuscito a ripetere la favola di Salford Secret, ma che Riccardo Santini presenta a lustro con ambizioni di piazzamento. Attenzioni anche per L'Etacq, chiamato a un difficile salto di categoria, lui che è di proprietà della Concarena, scuderia che con i salti era di casa (un nome su tutti: Bon Marin, giusto per non ricordare la stella della scuderia in piano: Welnor). Aria poi da guastafeste annunciato per chi porta il nome di un colonnello re dei cross country di qualche decade fa ovvero Cetra, soggetto che corre sempre in pattern race e non si piazza quasi mai (eccezione il terzo posto nel Pr. Seregno L).
Andiamo in cronaca.
Castelli subito davanti a tirare con Battleranger, 7 a 1 la quota per la scelta del veterano Alessandro Muzzi. Lo tiene sotto osservazione Pancho, in seconda posizione, marcato dal primo Dioscuri Changeling, con subito sui primi El Marangon con all'interno Beauty of Art di Devis Grilli seguono gli altri con in coda, a qualche lunghezza, l'estremo outsider Lallo Benny. Andatura di gara molto veloce, con Pancho che pressa Battle Ranger operando una prova di forza in curva. L'allievo di Elisa Castelli da segni di cedimento sotto la manovra offensiva scatenata da Nicola Pinna in sella al rivale. I due restano sottotiro del duo Dioscuri con Injaka che si fa sotto davanti a El Marangon. Tutti molto compatti all'ingresso in dirittura. Mucchione selvaggio schierato quasi su un'ipotetica pista a dieci corsie. Battleranger beneficia della prima linea, ma cede,,, cede a quattrocentro metri dal palo, passa davanti a tutti Pancho, attaccato all'esterno dal duo Dioscuri. A centropista Cristiano Di Stasio presenta bene Chester Deal che però non cambia passo. Changeling e Injaka più a largo vanno su Pancho e ne hanno facile ragione "per questo en plein Dioscuri nell'86° edizione del Grosseto... Changeling che vola nel finale e vince comoda avanti alla compagna Injaka, quindi Pancho nei confronti di Cetra!" come commenta in presa diretta lo speaker, mentre qualcuno lo farebbe sulle note di Vurria Cantari.
Triplo Botti, con Endo al primo e al secondo, terzo il fratello Stefano. Quasi 12.000 euro al vincitore, per una corsa che vede dieci soggetti molto vicini tra loro con distacchi non superiori a due lunghezze tra un soggetto e l'altro; unico a trasgredire il castelliano Battleranger, ultimo a nove lunghezze dall'estremissimo outsider Lallo Benny che lo precede sul palo.
Un candidato che non ha bisogno di presentazioni, anche
perché il nome c'è scritto sotto.
Forse, il più forte cavallo a essere apparso al Casalone.
(Foto Trotto & Sportman, dagli archivi Mancho).
Bel campo di partenti per l'edizione Città di Grosseto 2015, 1750 metri per tre anni. Undici al via dopo che non viene fatto correre Meraviglia Nascosta. Discreti cavalli, ma non campioni per quella che si presenta come un duello in casa Botti, Dioscuri vs Pancho, con quest'ultimo che quasi viola i diritti di autore del grigio che compare sulle locandine di presentazione del G.P.Merano ovvero Puncho di Quinton, ma visto il vecchio sponsor della pista altoadesina sicuramente potrebbe apprezzare un poncio pensando al capo che solleva Eastwood al cospetto di Volontè sotto l'occhio vigile del vignettista Punch. I numeri dei tre... Il duo Dioscuri, al ritmo musicale dell'omonimo gruppo, prevede uno Changeling secondo classificato in una corsa Sclaviana e il riferimento non va a Dylan Dog, ma al Pr.Boffalora con Aria di Primavera trionfante a una settimana dal GP Merano, e vincitore di due corse in buona categoria. Stesso discorso per la compagna di colori, ma più elegante visto come si presenta: Injaka. Molto più qualitativo il curriculum di Pancho, della Quafim, ma mai capace di graffiare in pattern race (per lui un quarto in Listed a Milano, dietro, tra gli altri, a Brex Drago), ma vincitore di cinque corse per un totale prossimo ai 40.000 euro.
E gli altri? Occhi puntati sul deludente Chester Deal (comunque terzo nel Rook e soprattutto nel Pr.Pisa, L) del regista western omaggiato da Quentin, il Tarantino di Knoxville, quello di Pulp Fiction, Mario Lanfranchi che non è riuscito a ripetere la favola di Salford Secret, ma che Riccardo Santini presenta a lustro con ambizioni di piazzamento. Attenzioni anche per L'Etacq, chiamato a un difficile salto di categoria, lui che è di proprietà della Concarena, scuderia che con i salti era di casa (un nome su tutti: Bon Marin, giusto per non ricordare la stella della scuderia in piano: Welnor). Aria poi da guastafeste annunciato per chi porta il nome di un colonnello re dei cross country di qualche decade fa ovvero Cetra, soggetto che corre sempre in pattern race e non si piazza quasi mai (eccezione il terzo posto nel Pr. Seregno L).
Andiamo in cronaca.
Castelli subito davanti a tirare con Battleranger, 7 a 1 la quota per la scelta del veterano Alessandro Muzzi. Lo tiene sotto osservazione Pancho, in seconda posizione, marcato dal primo Dioscuri Changeling, con subito sui primi El Marangon con all'interno Beauty of Art di Devis Grilli seguono gli altri con in coda, a qualche lunghezza, l'estremo outsider Lallo Benny. Andatura di gara molto veloce, con Pancho che pressa Battle Ranger operando una prova di forza in curva. L'allievo di Elisa Castelli da segni di cedimento sotto la manovra offensiva scatenata da Nicola Pinna in sella al rivale. I due restano sottotiro del duo Dioscuri con Injaka che si fa sotto davanti a El Marangon. Tutti molto compatti all'ingresso in dirittura. Mucchione selvaggio schierato quasi su un'ipotetica pista a dieci corsie. Battleranger beneficia della prima linea, ma cede,,, cede a quattrocentro metri dal palo, passa davanti a tutti Pancho, attaccato all'esterno dal duo Dioscuri. A centropista Cristiano Di Stasio presenta bene Chester Deal che però non cambia passo. Changeling e Injaka più a largo vanno su Pancho e ne hanno facile ragione "per questo en plein Dioscuri nell'86° edizione del Grosseto... Changeling che vola nel finale e vince comoda avanti alla compagna Injaka, quindi Pancho nei confronti di Cetra!" come commenta in presa diretta lo speaker, mentre qualcuno lo farebbe sulle note di Vurria Cantari.
Triplo Botti, con Endo al primo e al secondo, terzo il fratello Stefano. Quasi 12.000 euro al vincitore, per una corsa che vede dieci soggetti molto vicini tra loro con distacchi non superiori a due lunghezze tra un soggetto e l'altro; unico a trasgredire il castelliano Battleranger, ultimo a nove lunghezze dall'estremissimo outsider Lallo Benny che lo precede sul palo.
Vittoria da SUPER EROE per MIKOL ARRAS
nel Pt. dedicato a MARCO PAGANINI,
il fantino infatti indossa i colori scuola KRIPTON,
davanti un Ferramosca e un rappresentante della Razza dell'Olmo,
sarebbe proprio il colmo se la giubba del Paga avessse a che fare col Ciclone...
(Foto di Matteo Mancini).
Passiamo a Kazan, visto che siam partiti col ricordo della corsa thrilling dell'Hungaroring (chissà cosa avrebbe detto il flemmatico Poltronieri) in cui si era omaggiato Bianchi della Marussia, siamo infatti in terra russa, per commentare la finale di coppa del mondo sui 1.500 metri, in piscina, con un numero di vasche identico sia al numero delle giornate ostacolistiche fin qui disputate sia al numero dei siepisti che nel 2015 hanno corso almeno una volta in ostacoli in Italia per poi provare di nuovo col piano, a Merano, infatti torna in piano una certa Nostalgia (ed è inutile che qualcuno muova il capo come per "fa no"!). Trenta vasche da divorare, in perfetto stile libero ma purché si faccia nel modo più veloce possibile. Subito un colpo di scena che nemmeno il buon Alfredo, e il riferimento non va al Banco, avrebbe potutto immaginare. Il campione in carica degli 800 (velocisti giovanli ippici di tanti anni fa), il cinese Sun Yang non si presenta sulla pedana numero TRE. Gli avversari scherzano pensando a Carlo Lucarelli e con le mani vanno a fare il gesto che il parmigiano, ben conosciuto da qualcuno di Carpi (e quelli di Carpi quando si tratta di nuotare hanno sicuramente un vantaggio, anche perché non stanno in superficie), fa a Blu Notte per dire: "Paura". Solo che Sun non arriva davvero e non certo perché è una prova indoor. Girandola di tesi sul punto, roba che nemmeno all'università capita di vedere. C'è chi sostiene si tratti di un infortunio, chi di una precauzione per dei sintomi piuttosto anomali, chi di una lite con la fidanzata, addirittura di una rissa che lo abbia messo K.O. manco fosse un allievo del Jeet Kune Do con degli atleti brasiliani specializzati nella Capoeira (non si capisce poi come facciano a fare i nuotatori se hanno le mani legate, ndr), tanto che poi passa anche la notizia di un colpo subito alla testa. Insomma, di tutti i colori... Un episodio che a certi giornalisti farebbe certamente gola, dato anche l'epilogo memorabile della prova, per l'inserimento in quei volumi antologici che tanto piacciono agli amanti di sport a 360'. Sun Yang comunque, un po' come un certo Petri in una famosa corsa di inizio secolo scorso, viene a prendere il premio di Migliore Atleta della Rassegna Iridata: comunque una bella soddisfazione e la certezza che saprà dare battaglia al ritorno in vasca.
Paltrinieri, detto il gregoriano e non certo per la Burana che rimescola le carte della finale e nemmento per il possibile refuso nel nome che potrebbe chiamare in causa certi telecronisti (dato che Sun Yang confermerà di aver avuto problemi al motore, ovvero il cuore, nel warm up), non perde la "calmina" anche se è conscio di aver perso il riferimento numero uno della prova. "Devo vincere per forza" si dice per farsi coraggio, mentre anche tutto il pubblico resta a bocca aperta per questo epilogo thrilling. Sei pronti a tuffarsi: corsia numero uno l'americano McBroom, col rapporto di scuderia con il numero cinque il rollingstoniano (Connor) Jaeger; corsia numero due un tifoso di Blu Wells ovvero l'egiziano Ahmed; centrovasca per il gigante Paltrinieri, numero quattro; quindi completano la piscina i commonwelthiani Milne e Ryan Cochrane, per Inghilterra e Canada. Si ricorda come le corsie centrali siano le preferibili perché meno disturbate dall'ondate determinate dagli avversari.
Intanto in cronaca dopo le prime vasche, i commentatori RAI fanno domande serie e chiedono: "Manca uno, chi manca?" Non c'è certo David Copperfield di mezzo, "dicans, dicans..." "No, non c'è Sun Yang e non l'aveva assolutamente annunciato!"
Paltrinieri subito davanti nettamente con Jager che prova ad andarlo a prendere in lunga risalita. L'italiano parte male ma poi si assesta ben davanti, con l'americano all'inseguimento e con oltre tre secondi da recuperare, ma autore di un fortissimo spunto finale all'attacco delle tre vasche conclusive. I due fanno nuotata a se, con gli altri dispersi. Sembra il repeat, dati i nomi, tra Linchetto e Sympathyforzedevil nel Paganini (visto che ora c'è quasi anche il cantante, manca la G al posto della E). Paltrinieri resiste, resiste e stampa il record europeo di disciplina fermando il cronometro a 14'39'' e 67'''. Prima medaglia d'oro nella storia dell'Italia sui 1.500 metri in un mondiale, quinto nuotatore a vincere un oro ai mondiali (dopo Lamberti, Rosolino, Boggiato e Magnini). Sono 14 le medaglie conquistate dall'italia a Kazan, "un record, veramente" come direbbe l'amico MASONI da SIENA in ricordo a un certo palio vinto da uno che in piscina ci sarebbe andato a nozze: GALLEGGIANTE che, sempre nel giorno della foto scattata a Paganini, del 1992 in luogo del 1988, regalò ad Aceto il record di vittorie in piazza del campo in una carriera memorabile per gli scontri con la Pantera su cui c'era Legno (un altro che galleggia di sicuro). Rivincita dunque per il nuotatore di Carpi, medaglia di Argento sugli 800 sul cinese Sun che però non ha preso parte a questa finale. Saltano i tifosi in tribuna, chiude al terzo, ben lontano, il canadese Cochrane (refuso sul torinese Tuttosport dove al posto della H c'è una K) respinge Milne.
"Non avere Yang è stato un elemento di disturbo per tutti, perché ci ha costretto a cambiare la gara... Questa gara ha un po' di follia intorno, tanta follia" questa la dichiarazione di Paltrinieri all'inviata Rai, a me verrebbe da dire, ricordando un amico dell'università, e facendo un po' la morale della storia: un c'avrà mica una Cinofollia anche perché altrimenti le orme si vedrebbero su quella macchina che girava a Livorno!
Così Alessandra Giorgi, un'amica delle FIAMME GIALLE, si era espressa il cinque di febbraio dello scorso anno, niente a che fare con una certa Pantera di Zeus memoria: "Paltrinieri è un simbolo per la sua forza, umiltà e costanza". I complimenti della redazione che sono comunque resi evidenti dal tempo del cronometro. Bravo! Sulla piscina musiche di Satisfaction con Connor che se la ride!
GREGORIO PALTRINIERI
versione SPIDERMAN e anche un po' REBEL ANGEL.
(Foto per gli amanti delle bevute toscante ovvero
spoomeweek.com)
Giusto per non fare passaggi fuori tema come suggerirebbe qualche sprovveduto poco esperto, dalla piscina passiamo al Pr. Elsa, di domenica, e visto che si tratta di un noto fiume toscano che divide la provincia di Pisa da quella di Firenze, zona di confine, con un paese chiamato PONTE A ELSA, caratterizzato per esser diviso in due, come una sorta di Berlino Est e Berlino Ovest, e dove le due parti determinano la fine della provincia di Pisa e l'inizio di quella Firenze. Posto quest'ultimo dove chi vi scrive ha proferito i primi vagiti per poi fare ritorno nella terra eletta, ovver quel luogo nato con ambizioni hollywoodiane nel 1932. Certo sarebbe il colmo se qualcuno con il nome Ponte, tra l'altro quasi sinonimo del titolare degli Studios Pisorno di Tirrenia ovvero Ponti, marito di Sophia Loren, andasse a centrare questo premio aggiudicandoselo. E allora dato che dalla piscina, siamo passati al fiume perché no, in una crescente e mirata evoluzione, ci si sembra il caso di passare al... ma, si... al Mar-si.
Linea allora a Tagliacozzo per la dirittura finale della prima corsa della riunione, dove in pista c'è qualcuno legato alle siepi ovvero Lux in Arcana, vincitore del Pr.Marte già ricordato su queste pagine e figlio della siepista Kiri's Fantasy una che con Galaxy, anch'esso presente in pista nella prova, fa un'accoppiata magica, per i miscredenti chiedere ai De Angelis così che si possa passare al Kespettacolo, ragazzi. Ma bando alle ciance e via con la cronaca...
Si prendo la linea dal Premio Elsa, curva finale che immette all'arrivo di questi 1.350 metri, categoria reclamare con 2.100 euro abbondanti al primo. Bridge Artemide, davanti fin dall'apertura delle gabbie, prova la fuga di forza, inseguita da Lux in Arcana, a rimorchio, all'esterno, Grazia Force, con Kespettacolo alla ricerca di un varco e vicino, di dentro, Galaxy. Fuori corsa Lady Friendly. Volatona finale. Cangiano di dentro con Bridge per andare all'Elsa, all'esterno, decisi, muovono Lux in Arcana e Grazia Force in terza corsia, tentano poi di interferire Kespettacolo e Galaxy più a centropista. Finalone a cinque sul piccolo anello di Tagliacozzo, tutto il pubblico in piedi. Bridge Artemide di dentro sta per cedere agli affondi avversari, ma il palo è lì. Muso per la figlia di Majestic Missile della scuderia Ponte di Pietra, che si salva dal volo di Grazia Force, a meno di una lunghezza Lux in Arcana a salvarsi da Kespettacolo e Galaxy. Dall'Elsa al Bridge, dunque l'accostamento è presto fatto per certi tirreniesi scuola PISORNO o Cosmopolitan, se preferite: Ponte a Elsa e mister Sbariggia anche detto l'uomo dei ponti. Per il vincitore seconda vittoria di fila in sette giorni, tre e mezzo la quota, ma davvero notevole lo scatto finale del portacolori Ceccarelli che ci da l'occasione di salutare certi nostri lettori. Per Grazia Force, sorella di Tiramisù ma non quello acquistato da Favero bensì un altro, una vittoria sfiorata, per lei che manca al primo posto dal giorno di apertura di questo blog. L'allevatore è ancora lui... Loreto Luciani, a cogliere il primo e il secondo premio allevatori data l'importazione del vincitore e il terzo posto di Lux in Arcana (sorellastra per linea paterna di Grazia Force, la base il lucarelliano Blu Notte ovvero Blu Air Force). Dal Marsi è tutto linea allo STUDIO con il brano Fantasy degli Oliver Onions giusto tributo per un doppio d'autore.
Linea dunque alla postazione centrale, ippodromo Maia di Merano. Intanto in Cina la Juventus di qualcuno legato a San Rossore e anche al Caprilli ha la meglio per due a zero sulla Lazio di Lotito. Pertanto primo titolo stagionale assegnato nella sezione calcio con la Supercoppa italiana disputata in estremo oriente.
Allora dalla piscina russa siamo passati al fiume Elsa del Marsi di Tagliacozzo, ci sembra quindi pertinente riallacciarsi all'OCEAN che va di scena all'ultima Merano, che abbiamo scelto come nostro personalissimo main event e come sappiamo quando si passa dai mari agli oceani le trombe d'aria potrebbero assumere la consistenza di Uragani.
Parliamo prima di questo campione di una famiglia che con la musica non può certo mancare, anche perché altrimenti dovrebbe cambiare nome, ovvero i Singer, proprietari di questo cavallo polacco che nel 1991, a quattro anni, riuscì a vincere a sorpresa il Gran Premio Merano, senza poi ripetersi, piegando in un epilogo thrilling con intervento decisivo dei commissari avversari particolarmente agguerriti tra cui la grigia Frappeuse, seconda l'anno precedente dietro a Miocamen e vincitrice sul campo con in sella colui che sarebbe diventato il mostro della pista ovvero quel CRISTOPHE PIEUX capace poi di vincere quattro volte con i colori di madame Vuillard (tre volte con lo stronca avversari Or Jack e una col buon Grey Jack) e di instaurare così il record ancor oggi imbattuto.
Ocean arrivò all'appuntamento in punta di piedi, con una sola vittoria in steeple su sette corse e addirittura strappazzato di dieci lunghezze e più volte battutto da Magic Green e da soggetti come Magnez e Industrial Disease. Buoni cavalli, ma non certo campioni. Quel giorno, complice il terreno pesante, riuscì a vincere, grazie al declassamento dell'ospite francese rea di averlo danneggiato con un leggero movimento ondulatorio, e a battere colui che avrebbe vinto il Grande Steeple Chase di Roma dell'anno successivo ovvero Bal Star. Il favorito Miocamen finì decimo, disperso per la pista, come anche Magnez addirittura undicesimo, fermato Industrial Disease. Implacabile la quota al totalizzatore per i non molti che lo avevano puntato vincente. Per i Singer, proprietari locali, credo una vittoria da infarto, idem per l'allenatore Pugnotti. In sella il numero uno dell'epoca, anche se con Orlando Pacifici e Pietro Cadeddu a contendergli lo scettro, Maurizio Moretti fratello (pieno) di un certo Walter conosciutissimo in Piazza del Campo e autore di un invasione di pista, mi pare a Roma, formato Platoon stile Defoe. Dopo quel successo buone prove, come la vittoria nel futuro sponsor del Vicenza, il BELFE, davanti a buoni cavalli come l'inossidabile Le Pic Montaigu e la francese Une Risette, ma niente più Gran Premi vinti. Decimo nel G.P.Merano del 1992, con Cadeddu a menarlo per la pista, ultimo tra coloro che hanno chiuso il percorso con davanti la citata Une Risette, seconda a distacco da Miocamen, quarta la pisanissima Quiet Awakening del dentista Giannotti con in sella il grande Antonio Ceciarelli. Mai vincitore nel 1993, con un secondo posto, a Roma, come miglior piazzamento dopo otto corse disputate. Ma grande paura ed evento alquanto originale, davanti a quasi 30.000 SPETTATORI, proprio nel G.P. MERANO, una delle edizioni più memorabili e anch'essa dall'esito thrilling. Sulla pista scende un vero e proprio nubifragio, così intenso che i fantini stentano persino a vedere. A ogni falcata fango e acqua colpiscono gli occhialini. Il pubblico è tutto assiepato sotto la grande tettoia dell'immensa tribuna del tracciato. Piove come dio la manda e non fa certo caldo, il sottoscritto assiste dai monitor interni al tondino dell'ippodromo delle Cascine di Firenze, dove Stormy Fighter è alla ricerca di una vittoria, dopo aver tentato di aggiudicarsi uno dei maggiori premi di GROSSETO per i due anni ovvero il Pr.Ponticelli (con il citato Michele Bucci, quello del palio vinto da scosso e caduto a San Martino con foto che lo ritrae tutto dolorante e mezzo svestito) venendo sempre batutto da una furia gregoriana ovvero Furi Monte, di tale Di Gregorio (una bestia su quella pista a due anni).
La corsa ha un favorito nettissimo, sembra che corra solo ed è sempre lui: Miocamen (vincitore nell'edizione del 1990 e di quella del 1992, non piazzato proprio nell'edizione vinta da Ocean, sul terreno pesante). C'è però un particolare a lasciar trepidare l'entourage dell'allenatore Pozzoli ed è il terreno, pesantissimo che più pesante non si può. Sulle lavagnette compare, in gesso, la scritta "Molto Pesante" (seguita dalla descrizione in tedesco, che però a noi interessa poco tanto che la cancelliamo con un colpo di spugna) ma è un modo per non spegnere le speranze di chi col pesante non va proprio d'accordo, quel terreno, non ve lo vorrei dire... è paludoso. Il secondo indicato dai bookmaker, manco a dirlo, è il cavallo montato dal futuro mostro della pista, l'ex pugile Cristophe Pieux, che monta Vaquero, secondo, davanti a Miocamen, nel Grande Steeple Chase di Milano, in primavera e proprio sul molto pesante. Un cavallo che, in Francia, si rivelerà una belva e che l'anno dopo vincera la Gran Corsa Siepi di Milano. C'è poi un certo Stuck della Cieffedi, cavallo capace di vincere corse di gruppo in piano sui 1200 metri e che poi finirà a fare lo stallone. Non mancano la vecchia Une Risette e altri ospiti francesi. Ocean non attraversa un buon periodo di forma, ma il terreno è dalla sua. Lo monta il giovane ed emergente Gabriele Mura e la strategia è una sola: andare davanti e fare selezione. La corsa si trasforma in una prova a eliminazione, grande ritmo e cavalli sfilacciati. Ocean sempre davanti, fino all'attacco del giro conclusivo. Affronta il Talus proprio sotto la tribuna prima di piegare in direzione della curva di Marlengo. Il cavallo salta bene, fa qualche passo poi stramazza giù e non si alza più. Sulla pista scende il gelo, anche perché si tratta di un campione, di un vincitore della super classica, la massima espressione dell'ostacolismo italiano. Gli occhi però devono correre altrove perché, come dice un certo Mercury (e non per omaggiare ancora una volta l'R.J.), The Show Must Go On. La corsa ha un epilogo pazzesco con un misconosciuto Ali Babà, comunque sempre positivo sulla pista meranese, autore di due vittorie e un secondo posto con Ceciarelli in sella, alle spalle di Lord Madonna (dell'attuale gestore dell'impianto Maia), che fa a pezzi Miocamen e va a vincere segnando, a suo modo, un record per la pista: è il primo mezzosangue a vincere il Merano e poi come... per dispersione. E' il Merano dei grandi distacchi. 20 lunghezze a Miocamen che chiude secondo, 30 a Tullanahogue ospite francese che è terzo, 38 a Le Pic Montaiugu in quarta, gli altri subiscono ritardi tra loro che vanno da "molte lunghezze" a "10" tutti ben intervallati tra loro. 2/3 dei partenti ultimeranno il percorso con in coda l'appassionato Quaglia su Seth Green (che poi correrà con Stormy Fighter in gentleman), felice come una pasqua per non esser caduto. Al rientro, nelle foto, Frank Cousin, l'interprete del vincitore pare quasi spaesato. Alì Babà, dell'Ecurie Centrale, non apparirà più in pista in Italia, mentre Cousin non vincerà altri gran premi nella nostra penisola avendo peraltro gravi difficoltà a vincere semplici corse. Finirà in Svizzera, dopo qualche anno. E Ocean? Beh, in molti, per non dire tutti, credono che sia deceduto, magari vittima di un aneurisma. Invece no, sul giornale compare la notizia, piuttosto incredibile e rara, che il cavallo ha avuto un blocco dei muscoli posteriori per acidosi muscolare. Ricomparirà infatti in pista meno di un mese dopo nel North Bay, nome di un doppio cavallo (uno maschio e uno femmina) della scuderia Sagal e credo il primo ad aver vinto il Gran Premio Merano con un gentleman in sella. Ocean disputerà altre ventidue corse senza più vincere, evidentemente segnato da questa corsa.
Ricordo i tre tipi di pronunce che gli venivano riservate a seconda dei telecronisti delle varie piste: si andava dal francese "OSIEN" (che veniva pronunciato soprattutto a Roma) al più italiano ("OCEAN") fino al corretto (OSCEN)
Il profilo di OCEAN
(foto da ippica.biz)
Andiamo ora a vedere i protagonisti che hanno onorato la memoria di questo figlio di Neman, nato 28 anni fa. Favoriti le giacche fucsia di Merguib e soprattutto di Top Secret, che la scorsa settimana ha regalato una gioia alla redazione. I due favoriti netti con in sella Joe Bartos e Gary Derwin. Il controfavorito è mamma Mamacita che dato il premio ha in sella Dirk Fuhrmann che se fosse un cantante fischietterebbe le note di un famoso pezzo di Fossati anche se non cavalca un soggetto chiamato Marianne... il motivo fa un po' così "Oh Mamacita, Panama ma dov'è? Ora chi siamo in mare, sull'orizzonte ottico non c'è, si dovrà pur vedere... Signori un ULTIMO tè, il nostro porto d'attracco non da segno di sè..."
Quote per gli altri. C'è l'uragano grigio Hurricane Mix seconda scelta Romano per i colori mai vincenti quest'anno di Ilaria Saggiomo, che riconferma l'ottimo Ale Pollioni in sella. Si gioca a 5 a 1 ed è alla quarta corsa in Italia. Otto abbondante per il confusionario Kamikaze de Teille recentemente coinvolto in liti sulla pista in stile Maldonado, ma con in sella l'eroe del week-end scorso: Brennan. Quota astronomica per un piazzato in Gruppo uno, Drounais, 20 a 1 abbondante in categoria maiden o vendere che suona molto più da vendere e poco da maiden. 3.550 metri il tracciato da coprire, prova in steeple-chase per soggetti di quattro anni e oltre.
Partiti. Top Secret, con paraocchi neri, subito davanti, per il telecronista con giubba viola e bracciali gialli, sembra che O'Brien lo abbia acquistato in incognito (e ci sembra giusto dato il nome segretissimo). Kamikaze subito dietro, col grigio Hurricane Mix. Poi Mamacita Tango, a un paio di lunghezze Merguib e Drounais in coda. Così al passaggio davanti alle tribune col salto della riviera. Schema di gara invariato per quasi tutto il tracciato, percorso a buon ritmo, tanto che Derwin richiama più volte al maggior impegno un ozioso Top Secret, pungolato all'esterno da un baldanzoso Hurricane Mix. Al brook grave incertezza per Mamacita Tango che si piega sui posteriori, ma riesce a restare su, perdendo comunque battute dal trio di testa. Al doppio travone Pollioni pressa Top Secret, già richiamato e sostenuto a frusta. Anche Brennan a spingere su Kamikaze, prova a rifarsi sotto Mamacita, sempre fuori dai giochi gli altri due. Al muro quattro cavalli saltano su una stessa linea. Al verticale si unisce alla lotta Merguib che sceglie corsia interna, con abile mossa di Bartos. E' più largo Hurricane, tra i due Top Secret, mentre si fa anticipare Kamikaze. In coda, incapace di dar battaglia, Drounais preceduto da Mamacita. All'arginello di nuovo appaiati Top Secret e Hurricane, con Brennan dietro che mulina la frusta stile pendolo. Dirittura di arrivo Hurricane Mix passa in vantaggio, sposta invece all'esterno Derwin con Top Secret. Si apre il varco centrale per Kamikaze, in debito Merguib.
Hurricane allunga dopo l'ultima siepe. Ale Pollioni si volta a controllare gli avversari. Gary Derwin è perfetto nel contenere gli affondi di Kamikaze poi Merguib.
Prima vittoria stagionale per Ilaria Saggiomo, la terza per Raf Romano al training, dopo Silent Footsteps e Dominato. Settimo successo invece per Ale Pollioni che sale in terza posizione nella classifica nazionale dei jockey, segnalandosi come miglior fantino italiano in ostacoli.
Nel premio Ocean una buferà di intensità uraganica a travolgere gli avversari, comunque ben presentati da Paolo Favero per le musiche, dato il personaggio omaggiato nell'articolo, del buon Bob. E dunque passiamo le Carter per andare, nel giorno del Pr. Pollio, premio principale nella giornata ostacolista di Merano, a omaggiare POLLIONI. Il fantino italiano infatti ha vinto anche la prima prova di giornata in ostacoli con il battistrada Fantastico Daniele, cavallo che se non avesse avuto problemi forse oggi correrebbe in altra categoria. Il sauro della Crossing Promotion è andato a vincere il Pr.Sinigo, paese di origine del numero uno del settore, Paolo Favero. Corsa da front runner e a buona quota, 7 a 1. L'allievo di Mario Marcialis (quarta vittoria per lui, tante quante maestro Contu) ha vinto in grande stile, con sette lunghezze sul ceko Nos Galan per un'accoppiata molto interessante alla cassa. Corsa comunque viziata da una "grande ammocchiata" come direbbe il Masoni da Siena, ma non a San Martino, bensì sotto la tribuna alla seconda siepe con una caduta nel tratto piano di Noaly, estremo outsider della prova. 50 a 1 per la nuova scelta di Francesco Graziano Biasia che l'ha rilevata da Francesco Contu. La femmina si è piegata sugli anteriori e ha innescato un capitombolo che ha provocato anche le cadute di Halban de Juilley e di Fire of Debora. Sfortunato Davide Columbu ancora a terra (è almeno la quinta volta nel 2015), in un caduta di cui almeno due cavalli su tre si sono rialzati proseguendo scossi. Dunque una corsa che ha visto ridursi a sei i concorrenti, a controllarsi dietro al battistrada. Moqorro il più sollecito a seguire Fantastico Daniele col duo Favero, Lord of the Nile e il crosser Missed Approach subito dietro e gli altri due, tra i quali la mezzosangue Star du Cochet, a inseguire.
L'epilogo ha visto un Fantastico Daniele scherzare con gli avversari già montati e frustati sulla dirittura opposta di arrivo, con Pollioni che ha respinto il terzetto Favero, in particolare il più aitante Lord of the Nile, poi superato anche dall'attendista Nos Galan che a Pardubice si era mostrato non in gran forma ma comunque davanti a un certo The Iron Maiden. Quarta a distacco Star du Cochet, davanti a un deludente Moqorro. Pessimo Missed Approach in sesta e scomparso nel momento topico. Dunque per Pollioni un Run to the Hills tra le colline limitrofe con l'autorizzazione Vocetka per andare a cantare!
Terza prova in ostacoli, nella nostra libera esposizione, il main event della riunione: Pr. Vincenzo Pollio, personaggio che, a pagina 76 del volume 100 Anni da Ricordare - Soc. degli Steeple-Chase di Italia 1892-1992 della Fabbri Editori viene ricordato con foto con la seguente scritta sotto riportata: "per molti anni segretario generale della Soc. degli Steeple Chases d'Italia. Fu anche primo segretario generale dell'UNIRE". La società Merano Galoppo lo ricorda col tradizionale banco di prova per cavalli ci quattro e cinque anni per testare le qualità per la qualifica in vista dellla classica Pr. Richard. 3.800 metri in Steeple-Chase con un favorito netto che non si è lasciato attendere: Solar Focus. Il vincitore del Vanoni ha seguito il battistrada Company of Ring per poi passare in retta d'arrivo e vincere in modo netto, davanti al compagno di allenamento autore di una grande prova e di un'andatura di testa assai sostenuta. Buon terzo Last Scream che ha rischiato la caduta all'arginello affrontato un po' troppo decisamente con Kratochvil andato molto vicino a perdere le staffe. Solo quarto il rientrante Tramonto a Ivry in lotta con i primi fino alla dirittura di arrivo, poi in probabile debito di ossigeno. Sicuramente, Raf Romano, che ne è il nuovo allenatore, saprà portarlo avanti. Quinta Albina, mai in corsa. E' mancato il terzo cavallo del campo, l'indisponente e birichino Astro Benigno, caduto nelle prime battute di gara quando era davanti, per una ricezione che ha scodellato a terra Brennan. Per Solar Focus è la quarta vittoria stagionale, la 62° per Favero e la 37° per Joe Bartos.
Nelle piane si segnalano i debutti in Italia, nella maiden per tre anni sui 1600 metri dell'Hotel Andreus, dell'appoggiato Devonian (quinto cavallo del campo pur se a quota alta), ultimo sul palo dopo aver corso sui primi e aver poi desistito quasi in curva, per i colori di Richard Stampfl (passato da Romano a Favero dopo aver ceduto Fire of Debora), e di Grass Roots della nuova proprietaria Lydia Olisova, quinto, presentato bene da Nicola Pinna in dirittura di arrivo, dopo aver corso coperto, ma monocorde e incapace di prendere l'azione al momento opportuno. Ha chiuso davanti a soggetti che hanno fatto vedere poco. In pista, piuttosto curiosamente, anche Nostalgia di Fano, sesta a tre lunghezze e mezzo da Grass Roots, ripresentata in piano da Contu così da diventare il trentesimo soggetto a passare dalle siepi alle piane. Per la femmina una corsa all'estrema attesa in chiusura del plotone composto da dieci unità, per poi tentare la progressione finale per vie interne ma senza staccare. Vittoria finale per Nelly Ternan di una testa su Vergiate.
In pista poi il fucsia Triple Pursuit che aveva corso bene nel San Cassiano, ma che non si è ripetuto su distanza superiore. Paolo Favero lo ha provato sui 2.200 metri del Castel Korb, dscreto handicap, e il baio lo ha salutato all'intersezione delle piste quando era ancora in lotta sui primi. Mai in corsa invece Piccio Paccio della signora Sala. I due penultimo e ultimo. Vincitore Red Shirt, maglia rossa, per gli storicissimi colori della scuderia Ste.Ma che una volta rispondevano al nome di Mafalda Ostahus, celebre vincitore in piano con belve del calibro di Welsh Guide, ma che io ricordo anche in siepi con Treble Eight da King's Lake e Persian POLLY (che ci pare pure un binomio in argomento con la riunione e la base acquatica in omaggio a un po' tutti i letti che possano accoglierla). Per gli amanti degli allevatori il vincitore è allevato da Vittadini che è anche l'allevatore del siepista Romis e, prima di questa riunione, il settimo classificato nella speciale classifica dedicata agli allevatori sezione ostacoli. Una picocla curiosità si tratta di un figlio di YEATS e CAPRERA, capace di domare, in un articolo in cui si è passati dalla piscina di Kazan, al fiume Elsa del Marsi fino all'Ocean su cui l'uragano ha messo in atto tutta la sua potenza, le onde dell'oceano rappresentate da Ocean Wave, secondo di un muso per i colori dell'ostacolista Daniele Tonelli (Quiquoqua e Vanessa del Cardo) e il training di Stella Giordano.
Il vincitore di quattro GOLD CUP
YEATS.
"Giubba viola con bracciali chiari" come dice lo speaker per Top Secret.
"Giubba viola con bracciali chiari" come dice lo speaker per Top Secret.
padre di RED SHIRT
(Foto da Internet).
Dalle onde dell'oceano ci spostiamo, in chiusura, al Caprilli dove nella notte di domenica si disputa l'appuntamento di maggior richiamo della stagione livornese: La Coppa del Mare.
E' la settantacinquesima edizione di un Handicap Principale, classica estiva della pista labronica corsa peraltro, negli anni '80, anche da un rappresentante della redazione con non troppa fortuna e con qualche acciacco fisico di troppo ovvero il monumentale Giant.
2.250 metri il tracciato, quindici dichiarati partenti con l'esclusione, per raggiunto limite dei dichiarabili partenti, di G Man, fratellastro per via paterna di Solar Focus. Esclusione che sa di beffa e che reputiamo ingiusta dati i ritiri sul campo di Hatti e Mawaal, con quest'ultimo dichiarato partente con un Alberto Sanna in sella che manca dalle competizioni italiane da quasi un mese. Restano in tredici a contendersi la gloria e soprattutto i quasi 12.000 euro riservati al vincitore.
Su facebook, nel nostro stile un po' pomposo ma dai ritmi carioca, segnaliamo come nostra prima scelta, dati anche certi attacchi operati da personaggi oscuri dell'editoria concorrenziale che ci hanno attaccato dichiarando di non capire i nostri articoli e di avere avuto conferme di certi presunti nostri problemi, Too Much Trouble, numero sette proveniente da Tagliacozzo. Seconda nostra scelta per il doppio sette, ovvero il quattordici di Three Peaks, ex Ostanel apparso in Inghilterra in una prova con High Master. Indichiamo infine Mossiere nel nostro personale terno per i colori di Vincenzo Caldarola.
Su chorse.it l'amico RobyCecc realizza un'ottima disamina della corsa, presentando tutti i quindici dichiarati partenti. Il nostro compaesano indica come suo primo favorito Wonder Hide, ovvero la Meraviglia Nascosta di cui abbiamo fatto cenno in occasione del Città di Grosseto. Il Cecc lo indica come base, ma fa notare come la distanza possa costituire un pericolo di tenuta per questo ennesimo Dioscuri pronto a bissare il successo dei compagni Changeling e Injaka protagonisti nell'altra classica toscana della settimana.
Occhi puntati poi anche per lui su Too Much Trouble: "A Tagliacozzo ha avuto una gara con qualche recriminazione non è riuscito o non ha voluto trovare quel varco che poteva fruttargli miglior piazzamento, cavallo di qualità potrebbe essere un cliente del podio". Altrove, qualcun'altro, sollecitato dal sottoscritto, afferma: "E' un cavallo strano a volte fa dei numeri che ti lascia sorpreso..." La terza scelta del Cecc va su Demeteor, numero due, per i colori della Razza dell'Olmo: "quando ci sono le corse di una certa qualità si esalta... vediamo se risponde all'appuntamento".
Il campo elegge Mossiere come favorito della corsa per un'inezia su Wonder Hide, poco meno di 5 a 1 al totalizzatore la loro quota, contrapposti a French Alps della Millennium Horse e all'attoriale Andy Garcia per i colori dell'Intra (quella di Brex Drago) e Stefano Botti al training. Rispondono pressoché al 10 a 1 Do Right, Too Much Trouble e Demeteor. Quota altissima per gli altri con Pepparone da Stormy River ovvero Fiume Tempestoso nel ruolo di estremo outsider: 50 a 1 al betting.
La Cronaca: E' il grigio Pepparone che si incarica di fare l'andatura su Existence e Wonder Hide, finché non emerge Demeteor, all'imbocco del primo passaggio sulla curva del mare, che sfila tutti e va deciso davanti nonostante i suoi 61 kg che lo eleggono top weight della scala. In coda, con i mitici colori (Cantoni, ndr) di Czortkow, cavallo che ricordiamo benissimo per esser stato un nostro pupillo, e anche di un certo Tom Mix (per gli amanti degli eroi dell'epopea western) c'è Three Peaks.
Così al passaggio davanti alle tribune dove prova a serrare sotto anche Do Right, che alla curva dello stadio va a gravare sul battistrada, tallonato da Andy Garcia, mentre scivolano indietro Wonder Hide e Pepparone, presto penultimo e ultimo. Si comincia a mandare. Al contadino Demeteor è sostenuto a braccia a frusta da Marcelli e viene superato da Do Right in anticipo su Andy Garcia. Existence ancora in quarta, ma a fatica, affiancato da Corona Boreale e più all'esterno da Zampogna in terza corsia e da Too Much Trouble in quarta che avanzano molto forte a largo di tutti.
Piegata finale. Do Right, lungo lo steccato, viene incalzato da Andy Garcia, ma soprattutto da Zampogna, a centropista Corona Boreale, a largo di tutti Too Much Trouble e in lunga risalita invece Three Peaks. Cedono di schianto Existence e Demeteor. Battute finali con Marannini che commenta così: "Andy Garcia che passa su Do Right sotto la minaccia di Too Much Trouble che sta scattando... lo SCATTO DI TOO MUCH TROUBLE, NEL BOATO DEL PUBBLICO E DELLA SCARAMANZIA (!?). Too Much Trouble disperde gli avversari". Secondo Andy Garcia, mentre Three Peaks non delude la redazione (ben felice per la vittoria di Too Much Trouble, anche se rattristata dall'epilogo thrilling) venendo a stampare uno Zampogna un po' chiuso e a nostro avviso danneggiato negli ultimi duecentometri. Quinto, di dentro, Do Right con ai fianchi Corona Boreale.
Pazzesco epilogo, abbiam detto, perché Too Much Trouble si frattura il posteriore destro proprio in linea sul palo, cade rovinosamente a terra e sbatte così violentemente la testa da morire sul colpo. Marannini in diretta glissa (quel suo "e della scaramanzia" non si è rivelato certo una bella uscita), ma tutto il pubblico resta scioccato con bambini che piangono e i proprietari della Fragolinos che colgono il loro più importante successo nella loro breve storia, rovinato da un finale scioccante che resterà scolpito nei ricordi degli appassionati. Implacabili le immagini dei proprietari che passano da una gioia incontenibile al pianto disperato di chi avrebbe voluto perdere, con il cavallo che resta steso sulla pista e con il fantino Monteriso che per un miracolo esce incolume dalla caduta. Davvero uno dei finali di gran premio più tragici e scioccanti di tutti i tempi, anche se non l'unico; si ricordi, a esempio la morte del campionissimo dell'ostacolismo italiano Spegasso deceduto dopo il palo da vincitore o la frattura letale del Magog Torys da vincitore in una piana di Treviso.
Una vittoria che fa entrare Too Much Trouble nella storia della pista, e non solo di questa. Difficilmente chi era presente si dimenticherà di questo cavallo, peraltro dal grande passato. Che dire poi della Fragolinos, vincitrice della sua prima corsa il 23 aprile del 2011 con un doppio nell'impianto Martini di Corridonia, Pr.Batman con Golden Guest, subito bissato dal Pr. Dylan Dog con Valsaly. Nomi da supereroi per una vittoria di un cavallo in formato supereroe e che come tutti gli eroi è andato incontro al destino tragico che lo eleva al rango di piccola leggenda. La Fragolinos è una scuderia che è stata protagonista anche nella breve esperienza della pista di Casarano (subito chiusa), nella provincia di Lecce, nel 2012, con una vittoria nel Pr.Rosa con Golden Mimosa. Vari successi, ma mai superiori ai 5.500 euro al primo, conquistati proprio da Too Much Trouble nel Gran Premio Città di Tagliacozzo, il tre agosto dello scorso anno. Idem per il suo allenatore Trifelli (al sesto anno di attività) che, prima di questo premio, aveva vinto come maggior premio un handicap-tris a Napoli, Pr.Pokemon, con The Only Way, 4.000 euro abbondanti al primo. Dati questi ultimi che rendono ancor più triste la storia, essendo coinvolti piccoli proprietari e un piccolo allenatore che hanno avuto rare occasioni per gioire in pista e che quando l'hanno avuta hanno dovuto strozzare in gola la propria gioia, subito cancellata dalla tristezza. A loro va l'abbraccio di tutta la redazione e credo anche di buonissima parte degli appassionati.
TOO MUCH TROUBLE
Sfortunato ed eroico vincitore della 75° Coppa del Mare.
(Foto da 2yor.co.uk)
Too Much Trouble, da Barathea, è stato un promettente cavallo nato nel Regno Unito che ha mosso i suoi primi passi in Inghilterra a due e tre anni, per i colori di Jaber Abdullah (Vaugham al trainer), dimostrando qualità da campioncino, purtroppo minate da acciacchi fisici molto gravi e ricorrenti. Acquistato yearling per 84.000 sterline, quarto prodotto della vincitrice Tentpole da Rainbow Quest, con discreta genealogia per gli ostacoli essendo fratellastro del vincitore in hurdle Bevouac, del piazzato, sempre in ostacoli, in Francia Playhouse e nipote di Querido (altro discreto ostacolista). Scorrendo nell'albero genealogico compaiono nomi illustri come lo zio Philatelist, piazzato in Gr.2 a Santa Anita (USA), ma soprattutto la terza madre Awaasif eletta campionessa dei tre anni in Inghilterra nel 1982, conosciuta anche in Italia per aver centrato il Jockey Club Coppa d'Oro (Gr.1), madre dello stallone Jarraar e della fattrice Snow Bride (vincitrice in Gr.1) a sua volta madre di un certo Lammtarra (stallone) che dovrebbe essere quel sauro, con giubba in completo azzurro, che compare anche in certi loghi della SNAI.
Dunque una linea genealogica di prima classe per un cavallo che va a vincere subito al debutto a Sandown (più di 6.000 euro al primo), bissando il successo alla seconda uscita in carriera, dopo otto mesi di pausa, a Catterick (8.000 euro al primo) per tentare poi la scalata alle classiche. Quarto in Listed Race a Royal Ascot nell'Hampton Court, quinto in Gr.3 a Newmarket, altri piazzamenti in handicap principali (con premi anche di 40.000 euro al vincitore) fino a un ulteriore pausa di oltre un anno, giustificabile solo con un grave infortunio. Ricompare negli Emirati Arabi, dove vi rimane dai quattro ai sei anni. Secondo al rientro ad Abu Dhabi, vince alla seconda uscita ancora in buona compagnia (10.000 euro al primo). Poi tenta di tornare ai grandi livelli, schierato nell'Abu Dhabi Championship in cui si assegnano quasi 50.000 euro al primo. E' quinto e finisce ancora una volta lontano dalle piste per un anno. Ritorna in Dubai, subito in un gran premio con dotazione faraonica. I risultati non sono buoni, ma centra un eccezionale terzo posto, alla sesta uscita, proprio nell'Abu Dhabi Championship che portano 7.000 euro circa nelle tasche di Jaber Abdullah che decide di riportarlo in Inghilterra. Quattro corse in regresso convincono il proprietario a presentarlo alle aste dei cavalli in allenamento di Tattarsalls. Viene venduto a 10.500 sterline e arriva in Italia, nell'ottobre del 2012. Le ambizioni dei nuovi proprietari, che fanno capo a un qualcuno che l'ex assessore alla cultura di Montemurlo conosce assai bene (la storica riserva all'Inter di Walter Zenga ovvero Astutillo Malgioglio), non sono pretenziose. Il cavallo corre in bassa categoria, vendere e reclamari, soprattutto a Roma, vincendo quasi subito in gentleman con Carrassi del Villar (uno che ha vinto anche in cross country, l'anno scorso, nella sua unica corsa disputata in ostacoli su Soliste, a Milano) prima del solito infortunio che lo tiene out per un anno. Il rientro è molto blando, ma la Fragolinos decide di puntare su di lui, del resto è un soggetto dal grande passato che si è sempre ripreso alla grande dagli infortuni. Inoltre, anche se ha otto anni, in modesta categoria, garantisce divertimento e successi. Spetta a Onofrio Sala il compito di rigenerarlo. Tra i primi a montarlo c'è un altro amico (per la precisione BLU) dei cross ovvero Fabio Massimo Cicerone, poi però passa in modo continuativo ai fantini. A differenza del passato, si dimostra inossidabile. In sedici mesi corre qualcosa come trentuno corse, senza arresti o interruzioni, con punte di tre corse al mese. A dispetto dei frequenti impegni e dell'avanzata età risale le categorie, partendo dal fondo. E' l'incontro con la pista di Tagliacozzo a farlo progredire. Si rivela a perfetto agio col piccolo tracciato abruzzese tanto che si aggiudica a sorpresa il Città di Tagliacozzo nel 2014 (terzo nel 2015), da penultimo cavallo del campo. I proprietari lo presentano anche nel Città di Corridonia dov'è quarto su otto, sempre a elevata quota. Lo stato di forma crescente lo porta a vincere due volte di fila anche a Roma nel settembre del 2014, così che viene proposto nel Pr. Pietro Palmieri, handicap principale da 9.000 euro al primo. Too Much Trouble non fa il miracolo, in una corsa dove terzo finisce French Alps che poi batterà a Livorno. Sala però crede nel suo allievo e lo dichiara in una pattern race, il Roma Vecchia (L), dove la Fragolinos, vincitrice per la sua prima volta nel Pr. Batman e nel Pr. Dylan Dog, si trova contro Mr. Gotham. Too Much Trouble, estremissimo outsider, termina lontano, in penultima posizione. Risultato deludente, certo, ma che dimostra un recupero per l'ennesima volta prodigioso di questo soggetto, più volte infortunato, e sempre ritornato su eccelsi livelli. Torna a vincere a vendere a Roma, a fine anno, ma non è una parabola discendente, perché una settimana dopo è terzo a Napoli in condizionata, da ultimo cavallo del campo, andando a inanellare una serie positiva di piazzamenti (quattordici su quindici corse) interrotta solo dall'ottavo posto nella 188° Corsa dell'Arno a Firenze (ancora una volta è penultimo cavallo al totalizzatore), altro Handicap Principale (21.000 euro al primo), vinta da Demeteor (che Too Much straccerà a Livorno). L'andamento della tipologia delle corse affrontate è sempre quello: passa dalle vendere o dagli handicap di minima agli handicap principali senza subire il vertiginoso passaggio di categoria. Così dopo una vittoria a reclamare a Roma, in primavera, ottiene un quarto e un terzo posto in handicap principali sempre sulla pista capitolina, un quarto in un handicap principale a Napoli e un quarto nel Città di Tagliacozzo, questa volta corso da favorito. Cambia anche l'allenatore passando al giovane Trifelli. Il Too Much Trouble che compare, per la prima volta, a Livorno è il miglior Too Much Trouble mai ammirato in Italia, un guerriero che ha vinto molte battaglie con gli infortuni tornando sempre a discreti livelli quasi come se gli acciacchi non fossero capaci di ossidarlo. Grande cuore e grande generosità che purtroppo adesso saranno a beneficio di piste disegnate su altri mondi.
Se non fosse stato minato dagli infortuni sarebbe stato un top horse. Questo il suo curriculum: 58 corse, da due a nove anni, disputate in tre stati (Inghilterra, Emirati Arabi e Italia), 11 vittorie (1600-2400 metri) e 29 piazzamenti per un totale di vincite prossimo ai 100.000 euro.
Fratellastro per linea paterna di PENNA BIANCA alias LOBIS ANDREA.
Cavallo GROSSETANO montato spesso da MONICA PAGANINI, sempre in tutte le sue corse disputate a Pisa
(tante quante il numero di GIANT),
ma ce n'è UNA DI DIFFERENZA.
Se quello che è sopra qua è la Paganini vuol dire che su Bob il 3 luglio c'era un fantasma,
come dice hippoweb. Si attendono conferme...
FOX RIVER PALAS nel PR.GRASSINI che sarà
vinto da chi giunse secondo alle spalle di Marco Paganini in quel lontato 3 luglio.
(Foto di Matteo Mancini, unico ad avere una foto di questo soggetto eccetto, forse, i
proprietari)
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