BAD DRAKE TRIONFA NEL BELBUK
MENTRE A SIRACUSA SONO AL TONDINO I CONTENDENTI
DEL PREMIO FERRARI.
GHIOTTA L'ACCOPPIATA CON DON CARLO: 50 A 1
BAD DRAKE
Servizio di
Matteo Mancini
Giovedì 6 gennaio 2023.
(tempo variabile – terreno leggermente pesante).
Inizio di stagione all'insegna dei tempi di gloria per Raffaele Romano. Il trainer e fantino bresciano, nel duplice ruolo, faceva tesoro della scelta di svernare al Prato degli Escoli per giocare la carta dell'asso pigliatutto.
Riportava in bello stile sia l'apertura che la chiusura del programma ostacoli, sfiorando il trittico con la ritrovata e gagliarda Velo Dipinto, autrice di parziali importanti che scardinavano le chance del favorito Beau Sainois, ma non quelle dell'ospite ceco Petarda molto ben inquadrato all'epilogo.
Se Bilbo d'Assault sorprendeva al prologo, il debuttante Bad Drake non deludeva i tanti scommettitori che preferivano affidare le loro speranze all'incertezza piuttosto che alle linee offerte dalla pista. Il tre anni di casa Romano chiudeva al rango di terzo cavallo del campo. A giocargli a favore la debacle del favorito Red Coral e la non troppa consistenza dell'atteso Vaslorey.
Le polveri venivano bagnate da Bilbo d'Assault, puntuale come un orologio svizzero a replicare il successo di 365 giorni fa, confermandosi di prepotenza nel primo steeple per anziani della stagione.
Il portacolori di Tamara Tanghetti sportellava, a traguardo ancora lontano, con l'inatteso front-runner Andoins (penultimo cavallo per le quote riportate sulle lavagnette), prendendo di sorpresa il resto della compagnia. I due si isolavano in apparente facilità, entrando in dirittura con un vantaggio superiore ai tre secondi e quantificabile in almeno quindici lunghezze.
Raffaele Romano completava l'aggancio sullo stanco avversario prima dell'ultima insidia e lo piantava a fare i conti con l'acido lattico. Vittoria di sette senza dover andare a raschiare stamina dal fondo del barile.
Risultavano ultra tardivi i recuperi del rientrante Quinze de la Rose e del favorito Dominque, rimasti troppo lontani dalla manovra quando la prova sviluppava il tema del canovaccio.
Se l'allievo di Zdenek Semenka, a parte un brivido in ricezione dopo l'arginello, veniva collocato in terza posizione e prediligeva operare un parsimonioso rientro con interessante e qualitativa apertura di gas finale (notevole parziale nel tratto piano conclusivo), risultava macchinoso il ruolino di marcia di Dominique. Pavel Slozil lasciava l'iniziativa agli attaccanti e quando si svegliava dal letargo non riusciva a entrare neppure nella trio, venendo respinto fino in fondo dal sempre verde Quinze de la Rose, di nuovo al marcatore sulla pista a undici anni suonati.
Non pervenuti gli altri, con le bocciature definitive di French Chardonnay (quinto e non adatto alla pista) e Kapjahr (sesto e lontano dalla forma migliore). Infortunio piuttosto serio per il controfavorito Meeradler che accusava un'evidente zoppia al rientro al tondino, dopo aver lavorato in marcatura stretta agli scarichi di Dominique.
Il team Charvat tornava a sorridere nel Premio Monravel, condizionata sui 3.500 metri in siepi per anziani, grazie a un calibrato ed essenziale Petarda. Modello formato tascabile di allevamento irlandese, figlio di Free Eagle (da High Chaparral), il baio veniva ben gestito da Jan Odlozil, che operava il cosiddetto “taglia fuori” su Beau Sainois in curva, così da dare seguito all'imbattibilità su quattro uscite in ostacoli e mettere nel mirino la fuggitiva come si fa negli scontri di aviazione alla Top Gun.
Il successo si concretizzava ai duecento metri finali dopo i violenti parziali di gara scanditi da Velo Dipinto. La femmina veniva montata con costrutto e intelligenza da Francesco Mula, alla prima italiana ma già in parte nel ruolo, facendo tesoro del discarico di cinque chili offerto dalla monta dell'allievo fantino. Pagava invece dazio il tentativo di sfondamento operato dal favorito Beau Sainois. Il grigio dava la sensazione di aver fatto i calcoli giusti sulla rivale e sulla piegata opposta a quella di arrivo aggrediva la femmina dell'Ingegner Romeo, finendo però con l'essere respinto. Si apriva così un'autostrada per Petarda, a tema col periodo di inizio anno specie dopo l'acuto dei Botti nella piana e soprattutto titolare di argomentazioni assai più incisive per mettere a tacere le provocazioni della femmina.
Faceva capolino sui primi anche Charles Street, poco brillante sui salti della diagonale e non solo. Il figlio di Helmet correva a vincere non accontentandosi di un ruolo da comprimario. Gabriele Agus montava con fiducia l'allievo di Christian Ghiotti, inscenando un abbozzo di repeat dello schema che gli era valso la vittoria in ascendente alcune settimane prima. Il sauro aggrediva la concorrenza dalla quarta corsia, salvo andare in riserva di energie e rischiare la caduta sulle ultime due siepi, tanto da costringere l'interprete a sventolare la bandiera di neutralità nel conflitto.
Comodi spettatori di “Chi l'ha visto?” Volunteers e soprattutto Fly Filo Fly in rodaggio per Treviso.
Bad Drake, erede dello stayer Full Drago, debuttava in bello stile nel Belbuk mentre a Siracusa andavano al tondino i contendenti della riunione dedicata ai bolidi della F1. L'ex portacolori del San Rossore Team approfittava del flop del favorito Red Coral, assai deludente pur se montato da protagonista, e della non troppo consistente resa del recente acquisto francese di casa Aichner Vaslorey.
Sognava il colpaccio l'outsider (oltre il 10 a 1) Don Carlo, che aveva colpito gli occhi degli intenditori (ma non degli scommettitori) al debutto nella disciplina, con un importante parziale finale a coronamento di un'esibizione prestata a fari spenti. Gabriele Agus risparmiava nella prima parte di gara l'allievo di Davide Viola per mandarlo all'attacco all'inizio dell'ultimo giro. Non lo stavano a guardare gli avversari, bravi a leggere le carte e a entrare tutti nel vivo sul crollo del battistrada Mago Zurlì. Vaslorey di dentro e Bad Drake di fuori non sottovalutavano la mossa dell'outsider, preceduto anche dal favorito Red Coral ben proposto per vie interne. Bad Drake rompeva gli indugi ai quattrocento dal palo e salutava la compagnia con classe superiore, lasciando a Don Carlo il ruolo di guastafeste. La lotta infatti si riduceva a una discussione da dirimere solo per l'assegnazione delle piazze d'onore, con l'argento che veniva letteralmente strappato dal collo di Vaslorey. Piantato ai trecento metri finali Red Coral, forse a corto di preparazione data l'assenza dalle piste di qualche mese, emergevano per le ultime due posizioni remunerate dal montepremi il positivo Burschi (bene all'epilogo, ma solo quarto) e la deludente Lady in the Lake subito ridimensionata su un terreno più scorrevole dopo l'impressionante affermazione al primo assaggio nella disciplina. La femmina, mai in corsa, salvava una testa sul tentativo di aggancio del bocciatissimo Black Star, soggetto incapace di far valere la carta genealogica e ormai visto più volte in pista.
Interessante la quota accoppiata remunerata a 51 a 1, buone anche le quote dell'accoppiata piazzata grazie al piazzamento di Don Carlo, l'ennesima carta a sorpresa estratta dal mazzo in sede di presentazione.
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