UN U.F.O AL CASALONE... FAVERO SI CONCEDE UNA BATTUTA D'ARRESTO: BELLA VISIONE.
Nessuna vittoria per l'allenatore di Sinigo. Hurricane Mix risolve a suo favore il confronto con Ara Gold, torna a vincere l'atteso Salar Fircroft... tra i tre grigi protagonisti della giornata si inserisce il quarto... quello alieno timbrato UFO Brennan: 28 a 1 la quota, in una prova, contro tre compagni di scuderia e altri tre ritirati, corsa in nove secondi in meno rispetto a chi ha coperto 900 metri in più e oltre venti secondi in più rispetto all'ascendente sulla medesima distanza.
Articolo di Matteo Mancini.
Nella giornata dei Grigi non si lascia attendere
SALAR FIRCROFT
del marchese de Vulci che ricordiamo, noi del blog,
per VERATRO e per PRINCE PAMIR
Seconda vittoria nella stagione, dopo il Santa Severa
di quasi 365 giorni fa sempre a Grosseto.
di quasi 365 giorni fa sempre a Grosseto.
(Foto di Matteo Mancini)
Conclusa la prima giornata dedicata agli ostacoli nella riunione del Casalone stagione 2015. Tutto come preventivato in sede di presentazione nel Portoferraio. Hurricane Mix ha avuto facile ragione sul favorito Ara Gold sul severo tracciato dei 4500 metri dello steeple-cross d'apertura. Prova caratterizzata dalla sollecita andatura di testa cadenzata da Uni Light nelle prime parti di gara e poi da un Trangle d'or piuttosto baldanzoso sfilato dai due grigi all'attacco del giro finale. Epilogo in scioltezza per il figlio di Great Journey che ha rimontato il rivale alla gabbia di siepi e ha allungato nel tratto precedente all'ultimo salto per controllare il secondo classificato del Nazioni 2015 e venire così a centrare la terza vittoria stagionale a coronamento di un finale 2015 in grande stile.
Terzo ancora in quota un onorevole Triangle d'or, ceduti alla distanza Crack Chichi e soprattutto Uni Light finito a gran distacco.
Epilogo thrilling nel Porto Azzurro iniziato all'insegna di tre ritiri e di un trio di compagni di colori contrapposti all'estremo outsider Good Vision. Fanno tutto i rappresentanti della Favero ostacoli davanti dal primo all'ultimo metro di gara con i due acquisti di Doncaster, Tuk Tuk e Counterproof, a scandire, a rilento, i tempi di gara davanti al compagno Shipwright e in coda Good Vision con la quarta monta di casa Favero in sella. Non succede niente di rilevante fino all'ingresso in dirittura d'arrivo, con in quattro su una stessa linea. Tuk Tuk salta in vantaggio il penultimo elemento, con all'interno Shipwright ben presentato per vie interne da Sylvain Mastain, quindi Counterproof in leggero calo e a largo di tutti Good Vision. Sull'ultima siepe Shipwright balza molto bene davanti a tutti, in anticipo su Tuk Tuk e su Good Vision. Il battistrada però allarga e viene a ondeggiare su Good Vision, è bravissimo Josef Bartos a leggere la situazione e a incrociare la propria linea con quella del compagno di colori sparando Tuk Tuk lungo la corda. Resta in quota anche Counterproof. I quattro finiscono molto vicini, con Shipwright che riparte e contiene il ritorno di Tuk Tuk, terza Good Vision. Paradossale intervento dei commissari che distanziano i primi due a vantaggio del terzo classificato, per una quota vincente shock di 28 a 1, contro l'uno netto della scuderia. Good Vision vince così al debutto in carriera, regalando a Ilenia Nero la sesta vittoria nella stagione e la terza ad alta quota, la seconda con epilogo pazzesco, a tratti impossibile da immaginare anche per la penna di un mago del brivido.
Aria di casa assai gaudia per Salar Fircroft che torna a vincere a un anno esatto dall'ultimo successo. Ilaria Saggiomo, allenatrice da programma alla prima vittoria nel 2015, lo ripresenta in siepi per la fedele interpretazione di Raf Romano in vena di doppio. Il fantino bresciano ha mantenuto il portacolori Guglielmi ben protetto, dapprima in terza/quarta posizione e poi sempre più in coda al gruppo, per emergere in modo prepotente sulla piegata conclusiva così da andare a prendere Lord of the Nile prima dell'ultima siepe e chiudere, nel più facile dei modi, con ancora molto da spendere. Dietro ai due, i front runner Andrea Doria e Kisanji, apparsi brillanti ma incapaci di cambiare passo. Solo quinto il controfavorito Arcachon a poco agio sulla pista e costretto sempre a inseguire senza accarezzare mai la speranza di giocarsi un piazzamento. Pessimi gli altri tre, con la cocente delusione Trafalgar Square, ceduto a traguardo lontano, e Depeche Code e Achen apparsi in evidente affanno già a metà percorso.
Appuntamento alla prossima, con un divertissiment riepilogativo della stagione fin qui maturata.
Terzo ancora in quota un onorevole Triangle d'or, ceduti alla distanza Crack Chichi e soprattutto Uni Light finito a gran distacco.
Epilogo thrilling nel Porto Azzurro iniziato all'insegna di tre ritiri e di un trio di compagni di colori contrapposti all'estremo outsider Good Vision. Fanno tutto i rappresentanti della Favero ostacoli davanti dal primo all'ultimo metro di gara con i due acquisti di Doncaster, Tuk Tuk e Counterproof, a scandire, a rilento, i tempi di gara davanti al compagno Shipwright e in coda Good Vision con la quarta monta di casa Favero in sella. Non succede niente di rilevante fino all'ingresso in dirittura d'arrivo, con in quattro su una stessa linea. Tuk Tuk salta in vantaggio il penultimo elemento, con all'interno Shipwright ben presentato per vie interne da Sylvain Mastain, quindi Counterproof in leggero calo e a largo di tutti Good Vision. Sull'ultima siepe Shipwright balza molto bene davanti a tutti, in anticipo su Tuk Tuk e su Good Vision. Il battistrada però allarga e viene a ondeggiare su Good Vision, è bravissimo Josef Bartos a leggere la situazione e a incrociare la propria linea con quella del compagno di colori sparando Tuk Tuk lungo la corda. Resta in quota anche Counterproof. I quattro finiscono molto vicini, con Shipwright che riparte e contiene il ritorno di Tuk Tuk, terza Good Vision. Paradossale intervento dei commissari che distanziano i primi due a vantaggio del terzo classificato, per una quota vincente shock di 28 a 1, contro l'uno netto della scuderia. Good Vision vince così al debutto in carriera, regalando a Ilenia Nero la sesta vittoria nella stagione e la terza ad alta quota, la seconda con epilogo pazzesco, a tratti impossibile da immaginare anche per la penna di un mago del brivido.
Aria di casa assai gaudia per Salar Fircroft che torna a vincere a un anno esatto dall'ultimo successo. Ilaria Saggiomo, allenatrice da programma alla prima vittoria nel 2015, lo ripresenta in siepi per la fedele interpretazione di Raf Romano in vena di doppio. Il fantino bresciano ha mantenuto il portacolori Guglielmi ben protetto, dapprima in terza/quarta posizione e poi sempre più in coda al gruppo, per emergere in modo prepotente sulla piegata conclusiva così da andare a prendere Lord of the Nile prima dell'ultima siepe e chiudere, nel più facile dei modi, con ancora molto da spendere. Dietro ai due, i front runner Andrea Doria e Kisanji, apparsi brillanti ma incapaci di cambiare passo. Solo quinto il controfavorito Arcachon a poco agio sulla pista e costretto sempre a inseguire senza accarezzare mai la speranza di giocarsi un piazzamento. Pessimi gli altri tre, con la cocente delusione Trafalgar Square, ceduto a traguardo lontano, e Depeche Code e Achen apparsi in evidente affanno già a metà percorso.
Appuntamento alla prossima, con un divertissiment riepilogativo della stagione fin qui maturata.
Capitolo allenatori: Primo successo da programma, in realtà si tratta di un sodalizio, per Ilaria Saggiomo che vince con Salar Fircroft e risale in 23° posizione facendo scivolare nelle sabbie mobili il colonnello Satalia (al momento 26° davanti ad Acuna, Brecka e all'ottimo Holcak), comunque onorevole terzo nella prima prova di giornata dietro ai due attesissimi. Centra la quarta vittoria con un cavallo diverso Ilenia Nero, sempre a rigorosa quota stellare roba da "Orrore delle altezze" come suggerirebbe Conan Doyle, per un totale di sei vittorie che le valgono la quinta posizione in classifica con un numero di successi pari a mastro Contu.
Terzo posto messo in cascina invece per Raf Romano che sale a 9 + 1, grazie all'autorevole vittoria di Hurricane Mix nella maratona che ha aperto il programma e non certo per chiamare in causa il Filippide scuola di Dio, che a Grosseto prese le mosse in siepi lo scorso anno, visto che l'interprete di allora era la seconda monta di oggi in casa Romano-Saggiomo: El Rherras finito tuttavia in prestito senza diritto di riscatto a mister Pugnotti per un code formato Slovacchia, forse scritto in modo sbagliato come suggerisce un certo complesso, di certo per nulla musicale, verrebbe da dire afono, se non ci fosse un omonimo mancato che nitrisce nel box divertito e appagato. Al comando, manco a chiederlo, lui, sempre lui, una certezza pari alla convinzione che l'acqua bagna e anche disseta, una scoperta che nemmeno a parlarne, ma che lascerà delusa Iva Zanicchi e non per via del tormentone La Riva Bianca la Riva Nera, ma solo perché non potrà fare quel 100 tanto bramato dal pubblico, un'aspettativa che movimentava una monotonia che nemmeno le canzoni di Gigi d'Alessio... Quest'anno al massimo un 98 con due lasciato per la mancia ai più brillanti... Cannibale comunque, roba da fare invidia a Eli Roth e Tarantini, il Michele Massimo, s'intende, e non il Quentin con refuso...
Capitolo fantini: Un'acqua zuccherata per il signor Bartos, rimasto a bocca amara e un po' di stucco, manco fosse un filo-cieffedi o un amante delle opere del brivido di Gordon, lo Stuart regista di Stuck, roba da conquistador cielo lui che sorvola dall'alto tutti e tutto e che al casalone, nell'ufo day, resta ad ammirare il doppio dell'ex Romano e un vincente che tale non è, meno che per i commissari di pista impegnati a slegare gli occhi da un intreccio circense, così bello da far cantare le sirene. Sette vittorie complessive e comando nella classifica della riunione maremmana per il buon vecchio Raf, non uno che monta per la Royal Air Froce, ma l'unico autore italiano dell'hat a trick consecutivo nel GP Merano. Quarto posto a braccetto con Sylvain Mastain nella generale, sulle note di una bella Maz-urka scuola la rugginosa che al Casalone era di casa e un is your pleasure per i fuggitivi irraggiungibili scuola Rep Ceka, 56 vittorie Bartos e 19 Vana, e per un romano di nascita che di nome fa Pollioni e che il Romano di Brescia ha messo nel mirino essendo fermo a quota nove, con il solito due di mancia a far da differenza, quasi come una maledizione numerica da cui è difficile liberarsi, un optional per gli amanti della proverbile Urka, esclamazione colorita degna degli epiloghi più rocamboleschi della stagione. Dietro a questi risale la sorpresa 2015, un irlandese venuto a mangiare speck e formaggio nella terra dei wurstel e dei crauti e che poi ha fatto le scarpe a Derwin assumendo il nome di UFO nella nuova scala evoluzionistica dell'ostacolismo italiano. Un nome che fa venire in mente un famoso film sugli sceriffi extraterrestri e che vince il giorno dopo della vittoria di Space Sheriff a Roma nella corsa disputata dopo il trionfo di un vincitore del Premio Pisa presentato da un omonimo del miglior allenatore ostacolista grossetano scomparso ormai da anni. Predestinato per una special issue formato vincente invisibile, un UFO appunto, con tutti che si chiedon come abbia fatto ma che in fondo non ha fatto stralciare i biglietti quasi a nessuno: provate voi a giocare un terzetto da quota 1 a 1, soluzione da rigoristi incalliti, per una roulette finale da brivido manco ad avere in porta Grobbelaar intento a mangiare spaghetti.
Capitolo Cavalli: Giunge a 313 la carica degli ostacolisti scesi in pista dal giorno della discesa dei Re Magi all'ippodromo di San Rossore, con tanto di stelle cadenti al seguito e pacchi dono, quasi a voler onorare il Sol Invictus, in un misto da Hurricane tra paganesimo e sacralità, come a regalare una Good Vision in un mare sterminato di elementi visti e rivisti, convincenti solo a tratti, con un High Master a far sognare e molti altri Sine Alia a naufragare bassi, giù tanto da scomparire e riapparire altrove, agguerriti sì, ma vincenti poco, pochissimo, pure da negare l'evidenza marcata da un tratto tanto forte da abbagliare persino i ceki piovuti in massa nel bel paese, ma spesso battuti tanto da render quasi vane ogni speranza di trionfo. Abbiam detto vane perché solo Vana, alla fin della fiera griffata Branduardi, può dire di essersi divertito, a tratti commosso con punte di esultanza velate dalla fama di burbero, sazio forse, ma pronto a lasciare all'amico Cova il compito di presentarsi a Grosseto con un nome altisonante, roba da marina militare, ma senza fare i conti con un Vulci formato Jutland e un Galileo ritrovato, tra una stella e un'altra, a ricordarsi della blasonata discendenza dell'Urka alla faccia dei compagni di scuderia considerati più titolati dalla stampa autorizzata ma sprovvisti di un legame con un Astrolabio.
Primo successo nel 2015 per Salar Fircroft ultimo grigio a brillare dopo il duello da cavalleria rusticana orchestrata da Mascagni, che ha visto Hurricane Mix riportare la terza vittoria in Italia e la certezza di poter dire la sua nel Tagliabue avendo avuto facile ragione di sua maestà Ara Gold, terzo grigio scritturato senza considerare il quarto manovrato da Ufo Brennan, un elemento che a vederlo sembrerebbe di altro colore, ma che avendo a che fare con gli alieni non può che esser grigio. un po' come il mantello ingannevole di Ho Yam Lay, baia poco, grigia forse, di certo tendente a un misto tra roano e rossiccio da mandare in paranoia gli ideatori del libretto inglese, manco fossero stati rapiti da un balletto di Me Me Lay in versione cannibalica. Una bella visione senz'altro, roba da far invidia al cinematografo e soprattutto a chi resta ad ammirare basito lo spettacolo di un 28 a 1 che batte tre compagni di scuderia, due dei quali pagati fior di sterline in Inghilterra. Spaziale.
Nessun commento:
Posta un commento