DOMINIK PASTUSZKA
A cura di Matteo Mancini
Nel corso della prima mattina del 4 febbraio 2024 veniva confermata la tragica notizia della scomparsa del jockey polacco (ma d'adozione italiana) Dominik Pastuszka, trentacinquenne protagonista sulle piste italiane da circa un ventennio. Il forte impatto col terreno, a seguito della caduta sulla seconda siepe della diagonale discendente dell'impianto San Rossore di Pisa avvenuta giovedì 1 febbraio 2024, risultava fatale oltre che al cavallo War Brave anche al suo interprete. Trasportato in condizioni disperate all'ospedale cittadino, Pastuszka veniva ricoverato in prognosi riservata senza dare alcun segno di miglioramento nel corso della nottata di venerdì. Dichiarato cerebralmente deceduto il 2 febbraio 2024, si spegneva due giorni dopo.
Una notizia tragica da anteporre a tutto il resto eccetto, a quanto pare, allo spettacolo che proseguiva anche nella giornata di domenica 4 febbraio senza spazio alcuno per riflessioni o commemorazioni (anche se tutti sono consci dei rischi del mestiere). In circa trentadue anni, da quando lo scrivente segue le corse, nessun fantino in Italia aveva mai perso la vita in un prova in ostacoli (diversi, invece, sono stati coloro che sono deceduti nelle corse in piano). Dominik Pastuszka era uno dei fantini più esperti, cresciuto soprattutto alla corte di Paolo Favero (all'epoca numero uno assoluto in Italia) presso il quale era giunto nel 2009 quale allievo di scuderia alle spalle della blasonata coppia formata da Josef Bartos e Raffaele Romano. Proprio da questi due campionissimi, Pastuszka aveva acquisito il mestiere, con la speranza di divenire uno dei migliori interpreti del circuito italiano, proposito riuscito solo in parte. Molte le cadute e le fratture subite, a dimostrazione della fondatezza della frase proferita dal fantino inglese Fred Winter (319 cadute in carriera) quando definiva il Grand National “il modo più pazzo di guadagnarsi da vivere”. Tra le varie cadute, ne ricordo una in particolare, che mi fece non poco innervosire durante la visione della corsa. Anno 2009, si correva presso l'ippodromo di Merano. Un giovanissimo Pastuszka menava l'andatura di una prova per tre anni di modesta caratura in sella a un cavallo di Paolo Favero chiamato Cadillac Man. Al comando senza moderare alcuna energia, a pancia a terra come si direbbe e con gran margine di vantaggio sugli avversari, galoppava come se non ci fosse un domani. Tutto bene fino all'attacco della dirittura opposta a quella di arrivo, quando Cadillac Man iniziò visibilmente ad accorciare l'azione. Un primo salto sbagliato, quindi un secondo, ma ancora davanti a tutti. Pastuszka, all'epoca allievo e ancora inesperto con circa 100 corse in carriera, insistette nell'azione. Al salto che immetteva sulla piegata finale, Cadillac Man centrò in pieno l'ostacolo, rovinando a terra morto sul colpo. Una caduta all'apparenza simile a quella di giovedì scorso, ma in realtà assai diversa. Allora vi fu, a modesto parere dello scrivente, un errore di Pastuszka che invece non è individuabile giovedì scorso, quando una serie di eventi sfavorevoli hanno fatto banda concretizzandosi tutti insieme contro lo sfortunato binomio. War Brave è verosimilmente caduto perché disturbato, senza colpa, da due concorrenti che seguiva che gli hanno celato la vista dell'ostacolo portandolo a sbattere con gli anteriori sulla parte superiore della siepe. Incidente inevitabile e sfortunato su cui non ha colpa nessuno e che, purtroppo, ha lasciato conseguenze irreversibili.
In quel lontano 2009, Pastuszka, in tutta evidenza, fece tesoro dell'accaduto intensificando la propria collaborazione con Favero. Inizialmente terza monta alla corte dello Zar di Sinigo, fu promosso nel 2015 vice-Bartos, dopo la scelta di Romano di intraprendere la carriera da allenatore, fino a divenire prima monta di scuderia nel 2019. Un privilegio conservato per poco e senza riuscire, anche per un deterioramento di qualità della scuderia, laddove i suoi predecessori erano riusciti ovvero conquistare lo scudetto fantini. Paolo Favero ingaggiò infatti Alessio Pollioni. Una decisione che avvicinò per un breve periodo Pastuszka a Franco Contu, quindi presso l'amico di tante avventure Raffaele Romano e poi di nuovo agli ordini di un Paolo Favero, non più dominatore assoluto come lo era stato in precedenza, che lo elesse a prima monta nel 2020 senza tuttavia dare seguito a un connubio continuativo.
Visto dall'esterno del circus di riferimento (perché da tale prospettiva opera questo scrivente), Pastuszka era un soggetto allegro e scanzonato, positivamente goliardico e facilmente distinguibile in sella. Un assetto non proprio da manuale, ma efficace salvo quando, ad avviso (modestissimo e non professionale) dello scrivente, si faceva prendere dai treni di gara che spesso prediligeva cadenzare con acume tattico non troppo strategico. Pastuszka era un fantino coraggioso, spesso disponibile a montare persino soggetti su cui nessun altro voleva salire, che pretendeva sempre il massimo dai cavalli che gli venivano affidati, talvolta senza ponderare le chance del soggetto poco interessandosi di moderare le energie in vista di un piazzamento utile finale che non fosse la vittoria. Della serie: o la vittoria o niente. Frequente infatti era vederlo tenere testa a rivali più qualificati a traguardo lontano, finendo non di rado col fare gli arrivi in curva. Un "difetto" (parlo a mio modestissimo parere) che gli è costato più di un piazzamento in una carriera comunque non di certo passata inosservata.
Giunto in Italia non ancora diciottenne in compagnia di una scuderia polacca gestita dalla famiglia, Pastuszka debuttò proprio a Pisa in sella alla cavalla Essenza, bagnando l'esordio con una caduta. Pisa nel destino, nel bene e nel male, con una prestazione riscattata qualche settimana dopo proprio a San Rossere e con questa cavalla grazie alla prima vittoria di una carriera che lo avrebbe visto vincere per l'ultima volta di nuovo a Pisa (su Dirham Emirati) nel gennaio 2024. Due anni senza vincere, con poche possibilità di monta, fino all'esplosione della carriera a partire dal 2010, quando iniziò a prendere parte a circa 100 corse l'anno, col record personale marcato nel 2013 con 168 gettoni stagionali.
Poco meno di 1900 corse in carriera, della quali circa 1300 agli ordini di Paolo Favero, 128 vittorie, di cui 124 in Italia (94 delle quali per Favero). 56 successi a Merano, 22 a Treviso, 14 a Milano, quindi Grosseto, Roma, Pisa, Wroclaw e Varsavia.
Quarto classificato nella classifica per vittorie dei fantini in ostacoli italiani nel 2016, con undici successi alle spalle di Bartos, Vana jr e Romano rispettivamente con 35, 23 e 18 vittorie. Fece ancora meglio nel 2020, quando ottenne in Italia 16 vittorie che gli valsero la terza posizione nella classifica finale alle spalle di Bartos (31 vittorie) e Faltejsek (27).
Pastuszka era presenza pressoché costante nei meeting dedicati agli ostacolisti, in rampa di lancio anche verso la futura carriera di allenatore insieme alla compagna Lisa Stampfl Pobitzer, da cui aveva avuto una figlia e con cui aveva colto la sua prima vittoria in ostacoli da trainer proprio lo scorso anno con Amant.
Tra i successi più importanti, oltre a quello marcato nel 2013 a Wroclaw su Morfina, preparata da Rogowski (altro storico allenatore con cui Pastuszka era solito collaborare), in una sorta di Gran Corsa Siepi polacca (una delle vittorie che Pastuszka teneva sempre a sottolineare), la bacheca del fantino polacco presenta dieci vittorie in pattern race, col primo successo conquistato nel 2013 in sella ad Hanawa nello Steeple Chase di Treviso (L). Nel 2014 fu la volta della prima (di otto) prova di gruppo quando, in sella ad Arcisate, fece suo il Criterium di Primavera (Gr.2) a Merano davanti a un soggetto di eccezionale caratura quale Notti Magiche.
Tra i cavalli a cui è stato più legato sono da segnalare Fort Worth, montato 29 volte (tra cui il debutto nel Gran Premio Merano), Aventus (il cavallo con cui ha riportato il maggior numero di vittorie con cinque successi) e Big City (con cui ha ottenuto le maggiori vincite per un totale di 38.123 euro).
Del Pastuszka sportivo si ricordano soprattutto i rocamboleschi trionfi nel 2019, a distanza di ventisette giorni l'uno dall'altro, quando si aggiudicò il Richard (Gr.3) prima e il Nazioni (Gr.3) poi, in entrambi i casi quale unico binomio in grado di ultimare il percorso senza rimanere vittima di cadute. Dapprima il faticoso trionfo con Big Riot, che condusse al palo non senza difficoltà, sebbene fosse rimasto l'unico in pista a seguito di una rocambolesca caduta collettiva sulla fence, tanto da dover ricorrere alla frusta per sostenere un soggetto che non aspettava altro che piegarsi sulle gambe per mandare all'aria una vittoria già conseguita. Dette poi seguito ai trionfi in modalità Steven Bradbury con il ben più esperto allievo di Raffaele Romano, per i colori di Elia Tanghetti, Silver Tango, unico soggetto in grado di passare indenne alla doppia gabbia di siepi prevista dall'ìnterminabile cross elitario sui 6000 metri di Maia. Corsa quest'ultima dove Pastuszka aveva già vinto tre anni prima in sella a Mighty Mambo, in un'altra edizione thrilling (in quella edizione fregiata del rango di Gruppo 2) che vide la squalifica (per errore di percorso) del francese Gallo's Star che, sul palo, aveva preceduto proprio Mighty Mambo. Quell'anno, Pastuszka si aggiudicò anche l'altra prova regina del programma cross, centrando, col grigio di Paolo Favero Ara Gold, il Grande Steeple Chase di Roma (Gr.3) disputato a Merano.
Un altro momento felice nella carriera di Pastuszka fu la tripletta, sottolineata dagli applausi a scena aperta al rientro al tondino di Merano, confezionata il 30 agosto 2020 grazie alle vittorie nella medesima giornata ottenute da Burrows Lane, Let It Go Papa e Best Address, tutti allievi di Paolo Favero. Un hattrick non più ripetuto, sebbene seguito da una doppietta (la terza in carriera dopo quelle ottenute a Treviso il 01 aprile 2013 e il 22 febbraio 2020) il 18 giugno 2022, questa volta agli ordini di Raffaele Romano, grazie a Dorian Tango e More Than a Habit.
Di lui si ricordano inoltre la vittoria del 2014 nell'Ettore Tagliabue (Gr.3) col problematico front-runner di tre anni Astro Benigno, il successo del portacolori di Paolo Favero Tuk Tuk a Pisa nel Criterium d'Inverno (Gr.2) del 2016, il successo nel Memorial Massimo Caimi (Gr.3) del 2017 in steeple a Merano sul campione allenato da Stanislav Popelka Al Bustan e il Creme Anglaise (L) in steeple a Merano nel 2018 su Quick Davier.
Sei i gettoni di presenza nel Gran Premio Merano, col quarto posto di Frolon nel 2015 quale migliore piazzamento. In questa prova ha vestito in più circostanze i colori scudettati di Josef Aichner.
Va infine menzionata la clamorosa sconfitta patita nella Gran Corsa Siepi di Grosseto (L) del dicembre del 2016 quando, in sella a Secular Society, entrò in retta d'arrivo in vantaggio, lasciando aperto il corridoio interno all'inseguitore Kazoo che lo infilò stampandolo sul palo per le ire di un Paolo Favero non proprio entusiasmato dalla traiettoria del suo fedelissimo interprete.
Storia di un recente passato non destinato a sbiadire nel ricordo di chi ha vissuto le corse e, soprattutto, di chi ha conosciuto Dominik Pastuszka che lascia una compagna e una figlia piccola a cui vanno, come dovuto in questi casi, le più sincere condoglianze.
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