IL BIONDO LI FA NERI, PAROLA DI MAZZONI DA MONS... MA IL BEL GIO FA TRIPLETTA. FAVERO IN MOLTO CHIARO E POCO SCURO.
La giornata di preparazione gran premi di Merano si traduce in un trionfo Favero. La scuderia del mago di Sinigo è una Potenza come un sole che abbronza gli avversari, resiste solo la Nero che vince la preparatoria alla Gran Corsa Siepi di Merano con Clarus Mons, come direbbe l'entourage del Sol, ovvero Chiaromonte, notorio paesino da 1933. In pista anche un grande Joly.
Articolo di Matteo Mancini.
Avevamo introdotto la giornata parlando di SPECTACULUM AD LIBITUM omaggiando il jolly del Premio A.S.S.I., main event di giornata a Merano e corsa preparatoria al gran premio dei gran premi ostacolistici italiani. Stiamo parlando dello sfortunato Libitum, ex Vama, che ritornava in pista sabato al Mediterraneo di Siracusa dopo un'assenza di un anno e con l'ultima uscita proprio nel Pr. Assi ed è dunque lui il jolly della riunione. Appena dodici mesi fa accarezzò l'idea di prendere parte al G.P. Merano e pure con velleità di piazzamento dati i confronti con Alpha Two e Cornet Obolensky. Passato sotto i nuovi colori di Binanti, assente dalle piste da tre anni e all'asciutto da vittorie da undici stagioni, è ritornato in pista sul tracciato che avevamo omaggiato, per il nome della pista, ricordando DONATO CAVALLO e il suo Veramente 'ccezionale. Così poi ci eravamo lasciati, prima degli auguri al nuovo entourage e al cavallo: "Se i cavalli non fossero dei quadrupedi, ma degli atleti dai tratti umanoidi, la copertina della giornata sarebbe dedicata proprio a questo sfortunato vincitore classico e visto che noi consideriamo i cavalli i veri protagonisti dell'ippica (non sono i soli, chiaramente) e ci piace ricordarne le gesta: è Libitum l'eroe di giornata." E allora andiamo a vedere come è andata.
Si corre sulla sabbia, come nella celebre scena del film di Salvatores che ha lo stesso nome dell'impianto di Siracusa. 1.800 metri, a vendere, premio Eredivisie, un favorito netto per il totalizzatore è Icy Ring, l'anello ghiacciato, poco meno di mezzo la quota per questo regolare soggetto che ha debuttato molto bene a Pisa nel 2014 (perdendo di una testa con quota pazzesca di 26 a 1) per poi spostarsi in Sicilia. Rientra però da maggio e non si piazza da marzo. Potrebbe dunque pagare l'assenza dalle piste, ma per gli scommettitori corre da solo. Gli fa da antagonista abbozzato Gold Fish, tre e mezzo la quota. Anche questo è un soggetto abbastanza in ordine sul tracciato nonostante sia stato stralciato da un Once upon a Time a Jumper ovvero il quarto classificato della Gran Corsa Siepi di Pisa edizione 2015. Corre per i colori di Mark Cuschieri uno che ha la croce di malta in giubba e il duo Rock of Malta e Mr Lavellette tra i cavalli più rappresentativi nella sua storia di proprietario, il primo per la vittoria nell'Handicap Principale Pr.Sicilia, nel 2013, il secondo grazie al terzo posto nel Criterium del Mediterraneo, Listed Race, edizione 2010. Premio quest'ultimo principale della pista vinto da Cuschieri due anni dopo con Lord Unfuwain. Da ricordare poi, pur non avendo ottenuto grandi risultati dopo un'assenza dalle piste di un anno e mezzo, un certo Damien acquistato da Cuschieri in Inghilterra dove era una grossa belva, pluripiazzato in pattern race e secondo a Doncaster in una corsa dove il vincitore, un tale Awinnersgame, con Frankie Dettori (il fenomeno forgiato a Pisa), si portò a casa 200.000 euro battendo di un'incollatura proprio il futuro pupillo di casa Cuschieri. Dunque un proprietario di un certo prestigio al Mediterraneo.
Chiudono il campo gli outsider Libitum, col tifo della redazione ippicaostacoli, e Genti d'Abruzzo a quasi 5 a 1, con quest'ultimo vincitore l'ultima volta nel Pr.Siena, a febbraio. Ritirato Alca Leone.
Andiamo in cronaca. Rimane subito attardato Gold Fish che pare staffato, Cannarella, fantino omaggiato per la vittoria sul Ring con Zaiman (ovvero successo nel Circuito del Nurburgring), ha grosse difficoltà a seguire gli avversari e finisce subito fuori quadro. E' il favorito Icy Ring a condurre su Genti di Abruzzo e in coda Libitum. E' il bianco stellato su sfondo rosso della Rob & Mar Adventures - vincitrice per la prima volta in pista nel 2013 con la storia dei sogni, ovvero Dream Story, personificata da un certo North Ireland protagonista controppasto a Big Violett nel Criterium dell'Immacolata del otto dicembre scorso - che si mantiene saldo in vantaggio, affiancato da Genti di Abruzzo, con Guerrieri che porta gradatamente la propria pedina sul favorito, tirandosi dietro Libiutm.
Ingresso in dirittura con i tre che scurvano molto larghi l'uno affiancato all'altro, praticamente su una stessa linea. Libitum si sposta a largo di tutti con Fontana che lo chiama allo spunto finale come ai vecchi tempi di Merano. Genti di Abruzzo è il primo a mollare dopo aver lanciato la volata. Si rianima invece all'interno Icy Ring che prende vantaggio da Libitum con giubba similar Gerecon Italia ma rappresentativa dei colori di Binanti che non vince dal 2004. Duello finale Zappella vs Fontana. Il grigio Icy Ring sembra reagire tutta strada a Libitum che però insiste. Testa a testa fin sul palo, con l'ex Vama che alla fine copre Icy Ring... Strettissima, ma... Fontana, la fa sua! Sulamani per miseri 1.275 euro offerti al primo con l'altro figlio, Dar Said, pluripiazzato nel Merano, in forse per il gran premio. Comunque Spectaculum ad libitum per i fan del blog ippicaostacoli e del personaggio Donato Cavallo che vedono quintuplicare la loro scommessa vincente. Dal Mediterraneo è tutto, linea al Maia anzi no... si va a Monza per una breve parentesi, proprio là, nel parco dove andava in scena il Cross-Country Internazionale, definito da tutti come la corsa più spettacolare in ostacoli andata in scena sulle piste italiane.
Dedichiamo allora un omaggio direttamente dalla penna di Marco Vizzardelli quando non faceva come un certo Chicago poi corretto dall'eroe del cross internazionale più bello d'Europa. Allora momento di ricordo grazie al contributo del volume sul centenario della Società degli Steeple Chase d'Italia, che invitiamo a recuperare.
"Quando andavamo in questo luogo eravamo proprio bambini. In questa strana corsa, davvero diversa da ogni altra, i cavalli partivano dal centro della pista, saltavano tutti su una linea una siepe larghissima, poi passando davanti ai nostri occhi sgranati proprio sotte le tribune, uscivano dall'ippodromo, inghiottiti nel bosco. Ci avevano raccontato, ed era vero, che andavano ad attraversare un fiume, e a noi, bambini, questo fatto sembrava un'impresa da libro di fiabe. I cavalli non si vedevano più per diversi minuti, poi, dal cuore del bosco, ne sbucavano uno, due, un terzo dopo un po'. Tagliavano il traguardo, e i cavalieri venivano festeggiati come eroi. Poi arrivava qualcuno che era stato a vedere la corsa laggiù al fiume, e raccontava storie incredibili: «Il Giuggi è caduto in acqua, non si riusciva a ripescarlo» «Cuchi, forse, ha un braccio rotto». Sembrava un bollettino di guerra.
Il Mirabello di Monza, e il suo fantastico Cross-Country Internazionale: Dio sa quanto sarebbe giusto che ce lo restituissero! Sarebbe il segno tangibile che una "certa" passione non è morta. Tutto può esitinguersi, o può mutare, nello sport dei cavalli. Spariscono persino le Regine (e badate proprio oggi, che Matteo Mancini vi scrive, è Santa Regina), ora, forse, anche gli sceicchi. Ma guai se muore la passione per i cavalli e le loro competizioni. Allora l'ippica è davvero finita.
Ecco perché sono tanto importanti i gentleman riders. I "dilettanti" dell'ippica. Termine che, significato per esteso, suona coloro che svolgono attività ippica per passione, non per professione. Ovvero coloro che, nel mondo dell'ippica, si fanno portatori del valore della passione.
Dal 1933 esiste l'Associazione Gentleman Riders d'Italia (AGRI)... In un mondo che si picca d'insegnarci che nulla si fa gratis, e si vanta d'insegnarlo; in un mondo nel quale la "professionalità" ha sorpassato la nozione di valore, per diventare talvolta stucchevole luogo comune, il "dilettantismo" ad alto livello dei gentleman riders rischia di proporsi come un contro-valore indispensabile. E' straordinario ch esistano persone che, in possesso d'una regolare professionalità al di fuori dell'ippica, trovino tempo e voglia... Pazzia? Chiedete a un tifoso autentico d'automobilismo, se per lui Gilles Villeneuve (conosciuto nell'ambiente motoristico come "Il Fantino", n.d.r.) fosse pazzo. Vi dirà che così è, o può essere lo sport. Nella sua accezione più nobile."
Un applauso a Vizzardelli che scrive qua un bel passaggio e visto che ha parlato di Monza e di Villeneuve andiamo a vedere cosa è successo nel tempio dell'automobilismo italiano, dove qualche decennio fa si saltava anche e con uno Spectaculum ad Libitum.
Nella domenica dei quattro A.S.S.I. spunta un
JOKARI
Vincitore del G.Steeple Chase di Roma con in sella
un gentleman a cui è dedicato un celebre Gran Premio per i crosser
e che vinse la classica romana, la prima volta, con un cavallo
del Re del Cross Country di Monza quel giorno sconfisse un NEW TEAM
(Foto dalla pag.92 di Soc.degli Steeple Chase d'Italia 1892-1992)
Partenza con un giallo, e si scoprirà poi essere un gioco di parole, ovvero la capigliatura misteriosa, si dice bionda, del leader del mondiale Lewis Hamilton il quale parte in pole, sfoggiando il nuovo tatuaggio di un aquila sul collo ("mi piace perché è l'uccello che vola più in alto di tutti"), con alle spalle le due Ferrari di Raikkonen e Vettel che fanno palpitare il cuore dei tifosi giunti in massa all'autodromo, uno dei classici del mondiale di Formula Uno da quando fu istituita la manifestazione. Ricordiamo la famosa curva parabolica, conosciuta in tutto il globo, su cui oggi non si passa più, ma su cui, svariati piloti, hanno scritto la storia del settore grazie alle loro eroiche gesta. Grande tradizione e grande fascino su cui però si allunga l'ombra dettata dalla logica del denaro. Il patron Ecclestone annuncia che potrebbe essere l'ultima volta della F1 a Monza, problemi di denaro e attenzione pressoché nulla alla tradizione e alla cultura sportiva. Contano solo i denari di chi offre di più, come in un'asta impazzita che non segue più le logiche della tecnica e della storia, Questo è il mercato e lo sport dei giorni nostri.
Abbiamo detto partenza con giallo metaforico, ma c'è anche quello non metaforico, perché Raikkonen fa l'inverso di quanto fece Villeneuve, il compianto 27 Gilles, quando partì in anticipo con Andretti nell'infausto gran premio di Monza del '78. Prova in cui perse la vita lo svedese idolo di Villeneuve e compagno di squadra di Andretti, uno che, ironia della sorte, portava il nome del protagonista interpretato da Franco Nero in Vamos a Matar, Companeros e che sulle prime si era fatto molto meno male di Brambilla che invece era finito in coma. Lo svedese perse la vita, qualche ora dopo la partenza (poi invalidata e ripetuta), in un banale intervento chirurgico per la riduzione di una frattura al perone, davvero un peccato, oltre che umano, sportivo. Una tragedia. Ma abbiamo detto che Raikkonen ha fatto l'inverso di Villeneuve, avrebbe avuto allora più senso dire che ha fatto come Pironì, sempre su Ferrari, sulla pista intitolata a Gilles Villeneuve, quando rimase piantato in pole e fu centrato in pieno dall'ultima vettura in griglia ovvero quella del "povero e sfortunato" Riccardo Paletti. Un giovane di belle speranze, forse arrivato troppo presto in formula uno o forse solo avversato da un destino crudele, che guidava la fragilissima Osella schizzata dall'ultima posizione. Per fortuna però i tempi son cambiati e oggi la sicurezza ha fatto passi da giganti, anche perché Raikkonen riesce ad avviare la macchina e a partire, sfilato però da tutti gli avversari.
Hamilton subito in testa a tirare come un forsennato (farà un hattrick), inseguito da Vettel e dalle due sorprendenti Williams di Massa e di Bottas, con Rosberg in quinta. La corsa prosegue senza grandi emozioni, si ritirano subito le Lotus di Maldonado e Grosjean che già pensano al New Team targato Renault (in settimana l'incontro decisivo per il passaggio di proprietà a Parigi). Animano la corsa i soli Raikkonen e il giovane Verstappen che si esibiscono in sorpassi dai c.d. controco'.
Ma attenzione... attenzione... lo spettacolo non manca. Alla Mercedes fanno l'inverso di quanto fatto dalla Ferrari nella corsa della discordia di Imola dell'82, un G.P. in cui corsero in pochi (tra questi il povero Paletti, al debutto assoluto) per via dei contrasti tra F.O.C.A e nascente F.I.A... Da qui il famoso W LA FOCA da parte dei team ribelli che desertarono la prova. Anziché dare il comando "Slow" ad Hamilton che, a dieci giri dal termine e senza più la necessità di doversi fermare, viaggia con ventidue secondi di vantaggio su un Vettel braccato da Rosberg, arriva l'invito a spingere: "Pushin'... Pushin'" gli dicono dai box, assicurando di spiegargli il tutto a fine gara e non certo dicendogli che stavano intonando il celebre pezzo di Stallone (anche perché, a fine gara, si parlerà di PSI), non Sylvester (quello che voleva fare il film sulla F1 e che poi fece Driven grazie all'amico regista finlandese), ma il fratello Frank.
Il sottoscritto commenta il tutto in diretta corsa su facebook, scrivendo: "Questi fanno peggio di Bellof sul Ring". Il riferimento va all'atteggiamento agguerrito e per nulla pago di uno dei più grandi campioni di F1 non riconosciuti dal circus, uno che a metà anni ottanta sul tracciato del Circuito del Nurburgring, con i prototipi, fece un record pazzesco (tutt'oggi imbattuto) e chiedeva un set di gomme nuovo per migliorarlo con l'intero team Porsche con cui correva, contro il compagno Ickx (nome da cross per eccellenza), che lo guardava come se fosse un matto scatenato, avendo seminato tutti gli altri con distacchi abissali ed esser ancora disposto a prendere dei rischi assurdi.
Hamilton però non fa calcoli e asseconda le richieste. Piazza una serie di "apparenti" inutili giri veloci, che aumentano il divario sugli avversari. Mazzoni, telecronista RAI, si entusiasma e comincia a dire: "Il Biondo li fa neri... è davvero il caso di dire. Si scommette su' capelli, ora...!" Non si capisce bene se voglia dire che scommette "con Capelli", che gli sta accanto, o se si riferisca alla nuova chioma di Lewis, del resto non c'è da meravigliarsi visto che in Inghilterra sono soliti scommettere sui cappelli della Regina e oggi, come abbiamo detto, è Santa Regina....Chapeau, allora...
Io scrivo ancora: "Spingi... Spingi... E c'ha ventidue secondi di vantaggio!?" Appena una ventina di secondi, la regia di Monza stacca su una macchina fumante: è la Mercedes... ma è quella sbagliata, per il senso patriottico della squadra di Stoccarda, si tratta di quella di Rosberg che stava attaccando Vettel.
Il premier Matteo Renzi, che è nel box Ferrari a fare il tifo, tira un soffio di sollievo. Si narra che stava ripetendo in continuanzione ai meccanici: "E c'è da fareee per resisteree... e c'è da fareeee..."
Gara finita... manco a dirlo, proprio ora inizia la tradizionale girandola di colpi di scena, una costante quando organizza Sir Ecclestone, roba da circoli letterari scuola Lord Byron. Quelli della Mercedes cambiano idea: "Non prendere nessun rischio, Lewis!" Il pilota inglese li sente e, sorpreso, accenna: "Eh, ma con i tempi che facevo, qualche rischio lo prendevo!!!" Grande scoperta, direte voi...
Bandiera a scacchi. Mazzoni continua con il leit motiv: "Il biondo li ha fatti neri!" Entusiasmo della folla, Hamilton non accenna a togliersi il casco. Mazzoni lo definisce "un Lewis Hamilton in versione mistica". Tutto intorno drappeggiano bandiere rosse, un enorme striscione rosso con lo stemma gigante in sfondo giallo della Ferrari impreziosito dal dettaglio di un cavallino nero rampante. E' il mitico stemma dell'aviatore Baracca (uno che il trio vincitore di San Remo forse, il Volo, non conosce, visto che in diretta dicono di fare il tifo per la Ferrari, ma che dato il loro nome forse farebbero meglio a interessarsi di aerei, ecco fatto...). Compare anche un striscione con suscritto: "SAVE MONZA" e ci pare anche giusto visto che la Saint'Ambroeus era lì vicino ed era sua speciale prerogativa battezzare i cavallini nati nei loro allevamenti con il nome "Save The" e dietro un nome di un animale, tipo Bear (Orso, e non certo per fare il verso al soprannome del compagno di squadra del fantino, cioè Villeneuve, in Ferrari) con cui vinsero il Grande Steeple Chase di Roma per il colore di chi le ali le prendeva di certo...
Si sale sul podio. Terzo il redivivo Felipe Massa con lo sponsor Martini, per la gioia di qualche ferrarista nostalgico e di Sir Frank, non Stallone ma Williams. Secondo è un felice Vettel, primo arriva Hamilton con una capigliatura che pare omaggiare Villeneuve, non Gilles, ma Jacques, questa volta non il fratello ma il jr, ovvero il figlio. Tutto bene, inni, champagne, risate e abbracci... Arriva anche George Lucas, celebre regista di Star Wars che va a intervistare i protagonisti, non del suo film, ma della corsa. Dal pubblico si levano grida, acclamazioni. Suggeriamo anche un "Viva Ben Bova", in omaggio a L'Uomo che Fuggi dal Futuro poi portato sul grande schermo da Lucas, oppure un "Perché non avete chiamato Cozzi?" (regista dello Star Wars italiano ovvero Star Crash) del resto a Monza è tutto un Profondo Rosso e Cozzi lavora proprio nel negozio romano di cui è socio Dario Argento, ci sarebbe sembrato a tema. Ecclestone e la Fia sembrano esser d'accordo con noi, ma interpretano in modo diverso e organizzano un bel colpo di scena, roba da thriller tanto che si scomoda pure il controspionaggio inglese che informa Mazzoni, dandogli una notizia che gli fa palpitare il cuore: la Mercedes è Sub iudice, ci sono problemi con le gomme (proprio come Bellof, che voleva un set nuovo per continuare a girare dopo aver fatto il record della pista). In particolare c'è un problema di pressione, più in particolare di PSI, anche se a noi sembra roba da CSI. Nuovo colpo di scena, si mormora che Ecclestone si sia ispirato a Wallace, non quello che non doveva picchiare il Biondo ne Il Buono, il Brutto, il Cattivo, bensi Edgar, uno esperto di altri gialli... Del resto avendo visto la capigliatura bionda ossigenata di Hamilton, si dice che Ecclestone, che è un buon gustaio, abbia subito pensato a Linda Hamilton, quella che incontrò l'uomo fuggito dal futuro (in Terminator), ma che a lui, visto il contrasto di colore, ha fatto saltare in mente il grande King Kong (del resto Capelli era compagno di squadra di chi portava un nome simile al regista di questo film, ovvero Gugelmin) e chi ha scritto l'addamento romanzato (uno dei rari casi di libro scritto dopo l'uscita di un film) del film?
Mazzoni battezza subito il caso come "IL GIALLO DELLE GOMME!" Renzi, consumato esperto di formula uno, dai box si anima, sente parlare di gomme e di tedeschi e dice: "Eh la son messo bene con la cancelliera... e l'ho già portato un trentatré, e loro la rilanciano con un quarantaquattro... ma non sanno che io la son toscano... la faccio un salto a Livorno, e mi ci presento con un cinque e cinque, vedrete che vinciamo! E l'è una golosona la signora, lasci'avelo dire da me che la 'onosco..."
Il professor Lauda dice che il regolamento non menziona il caso, gli risponde un Allievi che dice: "Senso di confusione... Nessuno capisce niente di quanto potrebbe succedere".
Interviene Marchionne: "Le regole di Formula 1 sembrano esser state scritte da un gruppo di ubriachi al bar!" Insomma grande caos, un ordine di arrivo che non arriva mai. Fisichella, detto il Fisico, gufa facendo notare che in GP2 qualcuno è stato estromesso dalla gara per il medesimo problema. Occorre dare atto che l'entourage Ferrari non fa forza su queste voci, perché, fanno capire, preferiscono vincere in pista e questo è il giusto approccio. Fisichella però ha ragione, perché se l'indicazione sulla pressione risponde a logiche di sicurezza non si capisce perché si debba esporre qualcuno al rischio incidente e poi si intervenga in un secondo momento. Avevamo appena detto che la sicurezza fa passi da giganti e poi... Dopo tre ore arriva il comunciato ufficiale: Hamilton ha vinto il G.P. di Monza e conduce con due gare di vantaggio e qualche punto sul compagno Nico Rosberg. Roba da giganti del volante...
E mentre la redazione esulta con la colonna sonora firmata FIA di Django, film interpretato dal Nero con i capelli biondi, il grande Terruzzi, nelle sue immancabili pagelle (redbull.com), commenta così: "La FIA lascia basiti... Persino Renzi ha fatto un salto. Mancava Papa Francesco ma Bernie lo aspetta a metà settimana nei pressi di Lesmo per fare un punto sulla relazione tra il Vangelo e i Paradisi Fiscali. Risultato di questo ambaradan? Zero al quadrato... Pensiamo noi ad abbassare la media di Hamilton. Motivo: La tintura biondo cenere ostentata in Brianza, neanche fosse un rapper con i bongo... Con il casco sembrava il solito fenomeno. Senza sembrava un maranza a caccia di una disco. Oh mamma!"
Il signor Paul Rabbit, si chiedono da Dover,
ha vinto la scommessa sul numero dei capelli di
LEWIS HAMILTON
facendo un SOGNO MOSTRUOSAMENTE PROIBITO
ad aiutarlo una svedese al verde
(Foto da scmp.com)
Allora dal Maranza andiamo al Merano o meglio alla preparazione. Musica del vivo in pista, Vizzardelli nel pregara parla dei "Taber che ballano con Nando", chissà se intende riferirsi a Teo Mammuccari o se ritiene il soggetto un po' ballerino per il difficile tracciato in steeple che prevede il passaggio sulla fence e compagnia. Misteri della penna di Trotto & Turf votato all'umorismo tanto che sembra esser passato da un concessionario Fiat e più specificatamente specializzato nella distribuzione di ALFA. Deve essere un modo per entrare in sintonia con i latinismi di Sol Invictus, così tanto per iniziare con l'alfabeto della cultura cugina, quella greca, che viene presentato, per la giornata, proprio imbattibile, roba che nemmeno a rispolverare Reckless William si potrebbe pensare di batterlo. Si scomoda persino il campione inglese Hurricane Fly, per gli amici l'uragano volante o la mosca uragano... c'è controversia sul punto tanto che un team nato dalle ceneri dell'accademia della crusca si sta interrogando sulla questione. Così si legge dalla penna del trotter: "Meeting e spettacolo, nell'Az. Autonoma vanno in campo in sei, siamo sui 3.500 metri, ciò significa che il favorito rimane l'Hurricane Fly di casa Ambruschitz ovvero il re delle siepi veloci Sol Invictus (fin qui ci siamo, ndr), qausi (refusetto) PIU' INFALLIBILE SE NON IMBATTIBILE DEL CAMPIONISSIMO DI MULLINS NEL TEMA DELLO SPRINT SIEPISTICO (bestemmiona sportiva, ndr). DIFFICILE PERDA STAVOLTA, potrà accadere a fine mese MA QUI, in mano a Bartos, E' IN UNA BOTTE DI FERRO TATTICA RISPETTO A CHIAROMONTE"
Procediamo però con ordine, non vorremmo perdere qualcuno per strada. Quattro prove in ostacoli, tanti quanti gli assi che si possono avere in una mano a poker, jolly permettendo, s'intende... Poi tre in piano, con il campioncino Libitum che, dalla lontana sicilia, non ha deluso la redazione e, in una prova in cui solo in tre hanno tagliato il traguardo sui cinque dichiarati partenti, ha reso onore al Pr. A.S.S.I. corso molto bene lo scorso anno. Roba da Superstiti.
Si parte con il Pr. Lions Club Maiense, condizionata per quattro anni sui 3.300 metri in siepi, con una coppia di favoriti nettissima: High Master, sulla carta l'asso della corsa, e Makarenko con il valore del K. Dura per gli altri tre. Nel pregara proviamo ad anteporre, per la terza, Nelly Darrier, Q d'obbligo, a un Constantine che indichiamo però in buono stato di forma e quindi lo rinominiamo Roman Jack. Valori numerici per gli altri.
La corsa non riserva sorprese ma mostra un grande Pacchianillo, montato da cani da Brennan, che questa volta esagera con gli allargamenti quasi a imitare l'arrivo della prova di Siracusa, dico quasi perché sulla curva finale, affrontata ancora in testa, ha praticamente fatto come Pytheos nel famoso primo palio da scosso nel bruco. Non è scartato, come ha commentato il telecronista, è andato proprio a diritto. Peccato, perché questo cavallino da Blu Air Force e dal buon passato in piano, con la perla costituita dal secondo posto nel Criterium Partenopeo di due anni fa, battuto da Salford Secret (poi vincitore del Pr.Pisa), ha corso alla grandissima. Brennan l'ha lanciato, a mio avviso troppo, con ardore al comando delle operazioni a metà percorso. Il sauro, che rientrava da otto mesi e che era al debutto nella specialità, ha tirato via di gran lena acquisendo anche dieci lunghezze di vantaggio. Avvicinato da High Master, all'altezza della curva finale, non ha praticamente girato, lasciando via libera al compagno di allenamento che ha controllato con gran classe Makarenko. Terzo, autore di gran gara, Constantine sempre a ridosso dei migliori e quasi in grado di acciuffare la seconda moneta con apprezzabile tratto piano conclusivo (Makarenko però è di un altro livello). Deciso passo in avanti per il figlio di Holy Roman Emperor che sembra gradire molto il tracciato meranese. Quarto, a distacco, Pacchianillo, quasi oltre la pista, quindi Carioca Black e una Nelly Darrier preferibile sui volumi alti, ma non malaccio, specie l'allievo di Pugnotti, se si considera la categoria del vincitore.
Da tenere d'occhio, per la prossima, specie se scendono di categoria Pacchianillo e Constantine che ci sono piaciuti molto. Su High Master che altro aggiungere... in siepi, in Italia, tra i quattro anni è indiscutibilmente il migliore. E' l'unico cavallo, quest'anno, tra gli ostacolisti ad aver vinto sei volte ed è reduce da cinque vittorie consecutive. Andrebbe valutato al confronto dei campioni esteri, per ora grande banca...
Seconda prova in ostacoli, l'attesissimo Pr. A.S.S.I. ex Unire, Gruppo 3 sul tracciato del G.P. Merano sforbiciato di cinquecento metri. Cinque al via, con favori del pronostico sul duplice campione uscente della classica che si correrà il ventisette ovvero Alpha Two. Appoggiatissima anche la vincitrice del recente Steeple Chase d'Europa, Kamelie. I due hanno quote che non superano il 3 a 1, come invece fa Il Superstite della Magog. Ha quota bassa anche il debuttante in Italia Nando, ottavo soggetto importato da Josef Aichner nella stagione. Quota alta per Ciro Vincenti.
Noi, in sede di presentazione, ci esprimiamo in questi termini: "Rivincita Kamelie against Il Superstite, ma attenzione ad Alpha Two che dovrebbe essere in progresso e che andiamo a preferire a tutti".
Il Vizza sceglie la foto di Kamelie per il suo articolo parlando di "binomio super del Grande Steeple Chase d'Europa" e poi parte con una sequela ubriacante e ubriacata in cui si intreccia con le Alfe, risultato finale...? Terminano il percorso tanti quanti i protagonisti della prova vinta da Libitum, il superstite del Pr. A.S.S.I. dello scorso anno in pista nel week-end, ma al Mediterraneo.
Kamelie va in testa, con lunghezze di margine ma al primo passaggio sul verticale si pianta e fa le bizze. Non ne vuole proprio sapere. Jan Faltejsek, fuori quadro, prova a farle saltare di nuovo l'ostacolo, tanto per fare allenamento, ma la femmina ha deciso di scioperare e finisce lì la sua corsa. Si ritrova allora al comando il coraggioso Ciro Vincenti, cavallo reduce da due grossi infortuni che lo hanno tenuto lontano dalle piste due volte ed entrambe per quasi due anni: dal settenbre 2011 al marzo 2013, dopo la caduta nel Trofeo Fiorio, e dal novembre 2013 al maggio 2015. Non è roba da poco per chi viene proposto ai massimi livelli dell'ostacolismo italiano. Alla fence, per fare il verso a certi proclami, Anvedi come rotola Conor, è proprio il giorno del giudizo... del resto Vizzardelli si era riservato: "qui ci sono fence e oxer grande da assaggiare prima di dire si o no al Gran Premio, ma parliamo di un soggetto da Listed francese, quindi rispetto!" La fence non è piaciuta, aspettiamo però il secondo prima di decidere se pagare il conto...
Come cantava Modugno "siamo rimasti in tre". Fa una grande corsa proprio Ciro Vincenti, pulito sui salti e in corsa in grande stile, per un soggetto pluricurato come lui. Il Superstite, sudatissimo, lo ha seguito sempre a qualche lunghezza, con Bartos spesso sorpreso a controllare il favorito Alpha Two, autore di una prestazione troppo brutta per essere veritiera (comunque preoccupante per i suoi supporter esterni). Solo che il pericolo numero uno era davanti. L'allievo di Romano, che ne era pure in sella, ha costretto il Magog al massimo sforzo e alla fine ha alzato bandiera bianca con un distacco molto contenuto. Mai in corsa Alpha Two, finito a dieci lunghezze dal portacolori di Giuseppe De Moliner che, a questo punto e con questi soggetti in pista, può legittimamente pensare di correre il Gran Premio. Qualcuno direbbe: ma sembra una barzelletta... Normale per chi aveva un certo Bramieri come soggetto preferito.
Il vincitore morale del PR.A.S.S.I.
CIRO VINCENTI
(Foto altoadige.gelocal.it)
(Foto altoadige.gelocal.it)
Terza prova in ostacoli, forse quella più livellata e interessante. Vuoi per il rinnovato duello Chiaromonte vs Sol Invictus, vuoi per la convinzione della redazione di un Chicago possibile sorpresa della corsa. Lo stesso Vana, sul giornale uscito il giorno dopo al nostro articolo, assicura di aver corretto certi vizi del figlio di Montjeu definendolo un po' "stupitino" ma dal grande potenziale. A sorpresa gli scommettitori puntano forte su questo cavallo che sale di categoria e, alla fine, il Joly, tra tutti gli assi, finisce controfavorito dell'invincibile proprio come avevamo detto noi in sede di pronostico. Appoggiato anche Stellato, 5 a 1, quota astronomica per "E' arrivato Mio Fratello", di Chicago, ovvero Notti Magiche, su cui ci eravamo espressi così: "E' atteso in progresso, ma l'ultima volta è andato davvero male", un po' come la penultima corsa di Chicago quando, non certo per intemperanze, gli furono consegnate le chiavi per chiudere le cancellate della pista. Vana jr, che è uomo dotato di "travolgente humor", sicuramente assicurerà che non erano inglesi anche se doveva pur smontare di sella.
Alla fine viene fuori una bella corsa con lo scudiero in casa Magog, Arjen, a tallonare e pressare il front-runner dichiarato Chicago, fino a rilevarlo a metà corsa con il comando di "fare andatura". Gli altri tutti raccolti, con Stellato a chiudere a qualche lunghezza. Così fino alla curva finale che porta alla volatona conclusiva. I cinque saltano quasi in contemporanea l'ultima siepe. Chicago è il primo a riceversi, su Arjen, Sol Invictus e Notti Magiche, quindi Chiaromonte e Stellato a ridosso. Il pubblico ha la sensazione che possa vincere chiunque, eccetto forse Arjen che appare stanco. Sol Invictus ha lo spunto più brillante, ma tende ad appesantire l'azione nell'ultimo quarto di tratto piano conclusivo dove spunta fuori il Clarus dal Mons per i supporter targati PZ, c'è poi il ritorno di fiamma di Chicago che va quasi a riprendere Sol Invictus che si salva di un muso sul palo. Quarto un ritrovato Notti Magiche. Vizzardelli se giocava a sette e mezzo, vista la foto pubblicata in articolo, a forza di assi aveva sballato (da leggersi alla spagnola) il pronostico.
Si conferma allora Chiaromonte, al terzo successo consecutivo e in prospettiva Gruppo 1 che andrà a correre, stranieri permettendo, con i galloni del favorito e le grida della sua allenatrice Ilenia Nero per un entourage che festeggia il successo con pane e Nutella: Ghiottoni!
Ottimo pure Chicago che si scopre all'alltezza della situazione e soprattutto in grado di recuperare metri su metri a uno che è meglio di Hurricane Fly, secondo alcune voci non certo di sponda Soprano, non parlando qua di fiction e nemmeno di allievi griffati S.Uberto, proprio lui che è stupidino e che di solito fa il passistone davanti... ironia della sorte... Il Sol è andato in Darko e il riferimento non va al gioco di parole costituito dal successo in Nero, ma al Darkino generato a casa Invictus un po' come dire che negli iscritti del Merano, dati per estrangeri dal Vizza, c'è più di un Favero in formato Camuffo... Si, insomma... roba da Invikta. Ironia della sorte, la vincitrice della corsa fa la professoressa di matematica... roba da numeri, ma del resto nel giorno degli A.S.S.I. cosa volevate: le lettere? Zaini per gli amanti della cioccolata!
In scuderia dicon che son GHIOTTI.
E per forza.
CHIAROMONTE si vizia con i gentleman riders furiosi.
Barattolino in ferro
Barattolino in ferro
(Foto Ilenia Nero)
Chiusura con l'Ettore Tagliabue, seconda pattern race riservata agli ostacolisti di tre anni. In scena la rivincita Signum vs Silver Tango con Triple Pursuit a giocare da gustafeste per i nuovi colori D'Altemps. Durissima per gli altri con Sbarazzino considerato dagli scommettitori come la possibile sorpresa. Quota stratosferica per il Magog Multiplier, 33 a 1, che, a primavera, a Milano qualcosa di buono l'aveva fatto vedere. Ultimo cavallo del campo Kamaran, 50 a 1. Completa il discontinuo Kandhamal, quasi a venti.
La corsa non ha riservato grosse sorprese. Signum e Triple Pursuit hanno cadenzato di buona lena, mantenendosi per buona parte della gara bene davanti al gruppo guidato da Multiplier e chiuso da Kandhamal. All'attacco della curva conclusiva il D'Altemps prendeva la testa attaccato da un arrembante Multiplier, evidenti i segni di ripresa del Magog, quindi Signum in debito e Silver Tango assai restio a prendere l'azione giusta. In quattro a giocarsela all'ultima siepe, col battistrada ormai lanciato alla vittoria in virtù del calo netto di Multiplier e il tardivo allungo di Silver Tango che vola nel tratto piano conclusivo e va quasi a stampare un Triple Pursuit che si salva per un'incollatura. Signum, piuttosto deludente, è terzo davanti a Multiplier. Quinto, a distacco, Sbarazzino (mai in corsa) che, nella giornata degli A.S.S.I, a dispetto della mamma (Scopa d'Assi), fa il servizio scopa sbarazzando il campo e precedendo i soli due K in pista giunti fuori tempo massimo per la distribuzione dei premi.
Ancora Paolo Favero, ancora Joe Bartos per il Triplo di giornata. I due ormai sempre più soli nelle rispettive classifiche. 73 successi per il Mago di Sinigo, 47 per Bartos. Quarto secondo posto di fila per Silver Tango, cavallo specializzato nelle sconfitte di misura ma in costante ascesa.
Nelle piane si segnalano il secondo posto della siepista Fire of Debora davanti a The Mercantilist (come al solito protagonista di un finale tardivo), con Eccentrica a farci saltare un'accoppiata da bassa retribuzione con un coast to coast che porta Graziano Pedersoli a esultare a frusta al cielo.
Avevamo poi parlato dell'ex siepista Valdivizze e soprattutto di un certo Spettacolo con debutto in veste di trainer di Dirk Fuhrmann e ritorno a Merano della celebre scuderia Eledy. Cavallo quest'ultimo da quasi 20 a 1, ma a cui noi abbiam dedicato il secondo omaggio in sede di presentazione dopo quello riservato a Libitum, da qui il titolo Spectaculum ad Libitum. Il figlio di American Oak, per la gioia dell'orchestra del campo che dopo l'arrivo ha intonato America Ok dei New Trolls, è venuto a mettere la firma sul registro dei protagonisti finendo molto forte a prendere quasi un secondo posto che ci avrebbe regalato una quota, in accoppiata, di alto livello. Vittoria per Valdivizze e Manfred Tschigg (alla settima corsa in carriera), dopo una corsa condotta a tutta randa da Medard e miss Wendel che sembravano avviati alla vittoria, ma che hanno ceduto di schianto ai duecento finali. Secondo, a rovinare il senso artistico, Desperados con Noemi Pulcini alla quarta monta nel 2015. Ritirato Nicketommaso, non piazzato Stefani al debutto in piano con Black Hawk.
Dallo spettacolo del Pure Emotion meranese, ricordato in sede di presentazione parlando dello spot con Libitum protagonista, passiamo alla corsa del Pure King dove in pista c'era l'altro once upon a time a jumper di giornata ovvero Recife. Corsa strategica dedicata al non troppo vecchio Strategic Game di estrazione Villa vincitore di quel Criterium Partenopeo in cui, l'altro protagonista della prima di Merano, Pacchianillo era arrivato secondo. Nella prova dello Strategic però a ricoprire tale posizione fu Dark Ray uno da Sol in Darko mentre ritirato fu un certo siepista che abbiam, a modo nostro ricordato, col vincitore della prova disputata da Pacchianillo e, se non ricordo male, compagno di colori proprio di quest'ultimo (scuderia Ste.Ma) ovvero Il Banchiere.
Ma andiamo a vedere come è andata... Anna Lupinacci subito al comando con Paso Escabroso, il favorito della corsa. Il figlio di Defenitive Article va via molto bene, con a largo un Gabbrielli stellato ovvero Pure King, fratellastro di Sol Invictus per linea paterna ovvero il Re puro delle siepi veloci, più all'interno Piccola Mia, estremo outsider al debutto nei gentleman (quarta nel Baggio, Listed Race a maggio dello scorso anno) . In corda Recife, in coda Nonno Richi con De Paola. Scurvata sulla piegata di fondo estrema delle Cascine, imbocco della dirittura in pista grande. Quattro schierati l'uno accanto all'altro e con Piccola Mia su una seconda linea. Ferramosca di dentro mulina la frusta per far progredire Recife che però non è brillante. Più convinti Pure King e Bindi che muovono decisi sul battistrada che è ancora Paso Escabroso. Nonno Richi, all'esterno di tutti, non progredisce. Tenta invece un varco a destra e a sinistra Piccola Mia. Dribbling di Federico Frommija tra Paso Escabroso e Recife, roba da Shinobi consumati. Piccola Mia vede la luce della Razza del Sole, scuola La Giocatrice, ed è un Authorized che vola verso lo Strategic Game. Scacco matto nel finale il "from che torna a colpire e batte Paso Escabroso". Il numero è sempre il tre mostrato da Libitum nella foto che avevamo pubblicato a inizio post-presentazione. Il gesto di complimenti reso dall'interprete di Recife, con Antonio Ferramosca che stringe la mano all'avversario e gli dice: "Bravo!". Il Ninja alza il pugno al cielo, i colori sono i suoi scesi per la prima volta, ironia della sorte per chi presenta un prodotto della Razza del Sole, da un Astro (di Zania) nel 2003. Un pugno di corse in siepi per questi colori, agli ordini del decano, con l'ultima prova corsa da Queen's Angel's dove vinse una Sort of Legend davanti a Santomaso e con Dublin Master a chiudere tra i premiati e La Triglia a ultimare il percorso in ultima posizione con sei soggetti finiti per le terra. Era il Premio dei 4 Anni ed Oltre di Merano del 2006. Vincitori, sempre sui salti compresi i volumi alti, con Mommy Royal e Spanish Wind, quest'ultimo vincitore in steeple, categoria Listed Race, frenato da un infortunio alla soglia del Vanoni che avrebbe affrontato da favorito con cinque vittorie di fila e un secondo posto al debutto in siepi nel Generale Bocchini (altra Listed), e figlio di una cavallina con cui la redazione ha incrociato più volte il proprio destino, correndoci contro e battendola anche sonoramente. Non vogliamo poi sbagliarci, ma ci sembra di ricordare il ninja, Federico Frommija in sella anche a un certo Il Profeta e il riferimento non va certo a Khalil Gibran.
Tra i premi più importanti vinti si ricordano poi il Pr.Barbarecina e il Pr. Monterosa, con Batten Boom nel 2011 e 2009, cavallo quest'ultimo migliore tra tutti quelli formato Frommija, che ha anche corso il Città di Corridonia in un'edizione vinta da mister Porta Medaglia Policentro, battendo il solo Beldemonio, con Polli in sella ma senza fare centro.
OMAGGIO FROMMIJA
Con la mamma del miglior ostacolista
che ha difeso i colori di Piccola Mia,
un vero campione, sfortunato, che avrebbe fatto
man bassa negli steeple.
Dopo la cioccolata, questa è roba da ZUCCHERINO.
(Foto di Matteo Mancini)
E ora, visto che abbiam parlato di Città di Corridonia, si vola al Martini dove va in scena la serata gala dedicata al film di Steno Febbre da Cavallo e in pista, nella giornata, ci sono due protagonisti del Memorial Cuttone. Il soggetto dei varchi impossibili, questa volta in fantini, e il super eroe delle corse di testa.. Stiamo parlando di Royalesce e di Capitan America. Avevamo poi citato, su facebook, Middle Arch che arriva proprio dal Citta di Corridonia, quindi Glodrake e Kostabi. Vi diciamo subito che sono arrivati tre piazzati su quattro, con due vincenti e un secondo. E allora il giorno del Gran Premio degli A.S.S.I di Merano, di cui abbiamo omaggiato il superstite dell'anno scorso, vincitore al Mediterraneo si passa a un altro film in un ipotetico passaggio da Salvatores a Steno, film quest'ultimo incentrato proprio sul Gran Premio degli Assi. Andiamo a vedere com'è andata...
Si parte col Pr. Febbre da Cavallo, omaggio al capolavoro sul mondo delle scommesse ippiche italiano, firmato Steno e prodotto dal figlio d'arte Roberto Infascelli. Grande volpone, purtroppo sfortunato, morirà l'anno dopo l'uscita del film, nel 1977. Infascelli aveva fatto fortuna con dei western squattrinati, ma distribuiti con grande sagacia dal coproduttore Allen Klein, nientemeno che il manager dei Beatles, poi con i poliziotteschi e i thriller. Aveva debuttato in produzione nel 1967, con un film a tema per gli scommettitori: Un Dollaro tra i Denti.
Un plauso ai simaptici organizzatori del Martini, per una serata tra le più allegre della stagione. Sette al via. Noi facciamo il tifo per Royalesce con la sua giubba formato Paganese (peraltro in campo per prima, nell'anticipo, in Lega Pro) e quota niente male, visto che paga cinque e mezzo. Lo suggeriamo vincente, perché ci ha impressionato la sua retta finale nel Memorial Cuttone, qua trattato alla stregua di un gran premio. Poi supportiamo Goldrake, anche lui reduce da una vittoria e favorito della corsa (quasi tre a uno). Potenziali guastafeste, per i "nostri", Domingo di Luca Sorbino e Ora and Pride di Lydia Tardella. 1750 metri, handicap, in sabbia... Corsa caratterizzata dall'andatura non troppo sparata del solito Hazel Shells, "facendo la classica cacciarella", braccato da Royalesce (questa volta sui primi) e Domingo, con Goldrake a supervisionarli. Prima svolta, in senso di colpo di scena, all'ultimo passaggio sulla curva del ristorante, frangente che vede i due top weight lottare. Dalla pariglia esce fuori il Royal che vince il duello con Hazel e prova la fuga da lontano. Domingo e Goldrake muovono per andare a prendere il portacolori Cesarini montato da Giuseppe Ergecovic. Non ce la fa Goldrake infilato, poco prima dell'ingresso in dirittura, dall'estremo outsider Pensierodebole. Royalesce vince in grande sicurezza e fa annuire la redazione che lo aveva dato su facebook come vincente. Salta invece l'accoppiata con Goldrake regolato da Domingo e da Pensierodebole. "Viaggia su una forma stratosferica il numero uno di Royalesce che l'ha vinta ai 600 metri iniziali" la rifinitura dello speaker del campo.
E allora dato il nome dell'interprete che potrebbe non sembrare italiano andiamo a omaggiare un passaggio del film: "E non gliele deva dare la biada, questo quando non mangia, vince... E ti credo, entra in pista, pensa alla biada e PAM... Eh, non lo ferma più nessuno... Certo che lo iscriviamo al Gran Premio, Soldatino, al Gran Premio degli Assi, lo iscrivo io..."
Il conte Dallara (uno che fa coppia con la Scuderia Italia e che giustamente si preoccupa dei driver) vedendo gli allenamenti del Soldatino, in vista del gran premio, si impressiona e interpella il suo allenatore: "Dimmi una cosa, ha davvero possibilità di vincere questo Soldatino?" L'allenatore gli fa notare che i tempi sono ottimi e che potrebbe farcela. Il conte, carico di soldi come una botte non di ferro, ovvia subito al problema: "Qual'è il più grande driver d'Europa...?" L'allenatore gli dice che è un italo-francese, Jean-Louis Rossini, uno che somiglia preciso preciso a un certo Mandrake, uno scommettitore squattrinato con velleità artistiche. "E allora fatemelo venire qui, che sarà lui a guidare Bernadette..." L'allenatore, basito, commenta: «FANTASTICO!» un po' come quella volta che un certo Carpentieri (quasi omonimo di un celebre regista americano) fece arrivare a Siracusa Willy Carson e Reid per montare in corse non di grosso spessore.
Dalla corsa di Goldrake passiamo allora a quella del menzionato Mandrake, Premio dedicato al grande Gigi Proietti, attore trasformista che non ha bisogno di presentazione, basta il suo sorriso magico: "Il regista ha sempre rovinato l'attore" afferma al termine del famoso carosello. Quinta corsa, vendere sui 1750. Diamo Kostabi della Razza del (c)olmo, cinque a uno. Sette al via. Favorito netto è Sgricinus che pare fare il verso a un ex fantino in ostacoli, poi allenatore meranese (roba da griginus Virgilio per intenderci, dato il successo clamoroso nella Pr. Dante di Cesena del grigio Soldatino su King e D'Artagnan per una tris formato Gabbriella da 20 milioni) e quindi uomo di fiducia in casa Favero. E attenzione agli accostamenti trio perché è un fratello pieno di Mercuriano, cavallo del colonnello Satalia ritirato lo scorso anno nel meeting del G.P. di Merano, e di Discorso del Re. Difficile domandarsi chi debba incarnare, in famiglia, il ruolo di D'Artagnan, mas... forse spetta in concorso agli altri fratelli pieni che, guarda caso, sono du'. Facciamo poi notare che la madre, Maria Isabella, era una discreta cavalla da ostacoli, che non ha mai corso in piano e che è stata allevata dalla Sc. Marchione, che non vuol dire che è griffata Ferrari, perché altrimenti ci sarebbe un refuso. Indovinate un po' qual'è il premio principale che ha vinto...? Ovviamente il Pr. Tagliabue, in scena a Merano nel week-end degli A.S.S.I.
"Qui c'è della Magia" dice Mandrake nel constatare che i cavalli che gli ha indicato a casaccio la fidanzata corrono tutti nel Gran Premio... E infatti non sbaglia perché la mamma di Maria Isabella è proprio Magica da Ercolano, si insomma, per chi conosce certe giornaliste, è roba da Sfide, la trasmissione RAI.
Il controfavorito è Makin' Drop Kid reduce dalla vittoria nel Pr. San Rossore, corsa di casa per la redazione. Il quarto considerato viene invece dal Tullo Ostillio, non l'ottimo saltatore riapparso nel gruppo di San Rossore, ma il regale di Roma. E si tratta di Hiver Plage presentato da Pisano con una giubba che sembra uguale ugale a quella di Ettore Tagliabue, solo che è di Carmine Tavaglione e sostituisce le palle con le stelle. Quote stellari per gli altri tre da ricercarsi poi con l'astrolabio.
Andiamo a vedere com'è andata. Hiver Plage, alè alè, in testa su Sgricinus poi gli altri a distacco in lunga fila indiana. I due sono ben davanti all'attacco del giro finale, prova a ricucire il gap Makin' Drop Kid con a rimorchio Kostabi. Spariti gli altri manco ci fosse David Copperfield. Hiver Plage allunga, Sgricinus paventa uno stato di crisi prima ancora di piegare sulla curva di fondo, Cristiano Di Stasio prova a rianimarlo. Serrano sotto al fucsia e nero gli altri due. Hiver Plage in fuga per la vittoria sulla curva finale. Alessandro Fiori manda e frusta. Dietro a ventaglio Sgricinus in corda, su Kostabi e più a largo Makin' Drop Kid. Assolo in chiave solista, cede di schianto come Antonello da Messina il favorito che lascia in lotta serrata Kostabi e Makin Drop Kid con il trionfatore del San Rossore che conquista il posto d'onore per un non nulla, facendo saltare il poker piazzato. "Hiver Plage ha giocato d'anticipo, signori, e li ha messi tutti nel sacco" commenta il frizzantino speaker del campo
"Vuole tagliare il mazzo, ma guardi la carta: non mente mai... Sopra il primo cavallo c'è un fante, sul secondo un re, sul terzo cavallo un asso di spade. Adesso è lei che deve interpretare il signum del destino..." dice la maga alla fidanzata di Mandrake.
Nel giorno dei MAGOG, passando dal WALLACE
ispirazione di Ecclestone si giunge alla Maga del film
quindi allo stupore di Lauda
fino al Montesano che dice trovandosi al cospetto dei Rossini:
"COLPO SEGRETO ALLA NIKI LAUDA, GLI FECI...."
E noi le proponiamo subito il Pr. D'Artagnan. Terza corsa che non avevamo trattato. Sei al via, per dovere di cronaca diciamo che vince la Razza dell'Olmo col favorito Tout Charmant, fa invece finta di niente, un po' come Mandrake che pensa bene di non giocare la tris della donna dell'esercito del Surf, il controfavorito Finisela Subit che si piazza penultimo, limitandosi a controllare Lucky Event che chiude in ultima posizione.
Ma c'è anche il Premio King, nome da scrittori di best seller per antonomasia tipo L'Uomo in Fuga. Insomma un super eroe della penna americano e chi abbiamo come front runner...? Capitan America che indichiamo come nostro favorito su facebook, ma attenzione... sembra che ci sia un imbattibile: King Philips, forse riferimento al maestro di King (ovvero il buon Howard Philips L.). Nemmeno due la quota, del resto indovinate un po' chi è il suo ascendente? Rossini e il Conte Dallara è stato preciso: "Un italo-francese che non perde mai..." Del resto il proprietario del cavallo risponde al nome Ercolani, abbiamo detto che le sfide son di casa...
Distanza breve che più breve non si può, roba da Finesela Subit come direbbe una certa azienda. 1.000 metri, gentleman-riders. C'è anche Leonardo Forlini in pista su Olmo Greek.
Andiamo allora a presentare la corsa con un ricordo di un grande telecronista da una storica pista, anche per noi che non ci interessiamo di trotto, dell'ippica italiana purtroppo rasa al suolo...
"E' Alberto Giubilo che vi parla dall'ippodromo di Tordivalle, in Roma, per il Gran Premio degli Assi, prova internazionale che raccoglie alla partenza i migliori esponenti indigeni contro la fuoriclasse Bernadette del Conte Dallara. A guidare la francese Bernadette è venuto dalla Francia nientemeno che Jean Louis Rossini, l'uomo che da dieci anni trionfa puntualmente sugli ippodromi di mezzo mondo..."
Supereroe subito in vantaggio. Bocci non ha paura della minaccia insita nel proprio nome e svernicia in partenza King Philips. Terzo è l'uomo dei varchi impossibili Forlini con Olmo Creek, quindi Hola Corazon con sopra un'amazzone dal cognome ostacolistico per eccellenza: Coccia. Subito attardato Procacci su un cavallo da Stuntman o da registi, a seconda dei punti di vista, essendo figlio di Freda's Choice. Roba da pagine gialle e chi non capisce cambi Canale, essendoci parecchi numeri, tra l'altro, da mettere in scena.
Gira subito Capitan America, che pure non ha messo un gran budget in cascina. Bocci prende deciso vantaggio. "Capitan America l'ha presa di lena" dice il telecronista e ha ragione. Andrea Torini, ancora all'asciutto di vittorie nel 2015, ma vincitore ad agosto dello scorso anno nel Pr. Girasole di Capalbio, gira troppo tardi l'interruttore di calore per attivarsi. Bocci ha preso in castagna Torini e pensa già di farne una cald'arrosto. Si accorcia però il vantaggio del numero tre in dirittura di arrivo, King Philips viene a fare il finalone sul calo dell'avversario che ha speso tutto e subito. Ma la dirittura di Corridonia, signori, è corta, anzi, cortissima. Vince Capitan America sul favoritissimo, che vede tramontare il sol che gli da il movimento. Leonardo Bocci torna a vincere dopo due anni quando trionfò a Firenze nel Confidential Lady, grazie a una Love Friendly altrimenti la confidenza non ci sarebbe di certo potuta essere, allora a esser bocciato fu Malo Malo che all'imbocco della curva finale, saldo al comando, fece come Pacchianillo nella prima di Merano, andando dritto (forse però per un infortunio sugli anteriori), per lui fu l'ultima corsa in carriera e con Tramonto del Nord a fungere da chiusura. Indovinate un po' chi era l'allevatore di Malo Malo...? Proprio lui, quello dell'invincibile Sol Invictus, ma in società al 50%.
Dalle Confidential Lady e dai Tramonti ci spostiamo alla prima, Pr. Er Pomata, ovvero il personaggio del Monte... quello Sano che vediamo subito a inizio film quando spera sul tramonto di 'O Sole Mio a beneficio dell'amata Mon Amour. C'è però un socio, interpretato da Francesco De Rosa, che vorrebbe scommettere su Paganini, del resto la prima inquadratura del film è su un battistrada con giubba similar Cieffedi. C'è anche chi suggerisce Caimano, ma niente da fare: Montesano ha il suo cavallo che non si può battere, non certo in quella corsa, se la prende anche con Manzotin, all'anagrafe Rinaldi Marcello, tre chili di trippa e due di budello... Ma non divaghiamo, non vorremmo andare aldilà della pista, praticamente in tribuna.
Middle Arch il nostro suggerimento, ha corso bene nel gran premio della pista ed è il penultimo cavallo del campo. Sei a uno. Favorito è Colorado Springs che già l'ha prese dal Middle. Attenzione poi a prezzemolino Menichetti con Rocky My Soul e a Beef Bar. Estremo outsider indovinate un po' chi...? Un siepista ectoplasmatico, ex comapagno di allenamento di Rum Dum, esatto... il fermato del Corona Tilkar che paga un cifrone per i nuovi colori di MarcoAlessandrini, uno che di solito va col (Blu Air) Tango e dunque è fuori tema avendo potuto scegliere o il Can Can o, in alternativa, il Mambo (nulla a che fare con il Mighty iscritto al Merano e che il Vizza attribusice a Hill essendo, forse, il gran premio dalle parti di San Terenzio).
2.150 metri. Middle Arch davanti, ritmo blando, sul fucsia e nero di Beef Bar che sulla penultima piegata va sul battistrada per anticipare Colorado che sposta in terza corsia. I tre ben avanti a Rock My Soul e soprattutto a Tilkar sgabbiato male e rimasto sempre in coda. Colorado cede di schianto all'inizio della dirittura opposta a quella di arrivo, guadagna poco anche Beef Bar sebbene Di Stasio non si faccia pregare. Sull'ultima piegata però il portacolori di Luca Sorbino, munito di paraocchi australiano, attacca in pieno sforzo Middle Arch che può comunque sfruttare la corda. Non intervengono gli altri. In dirittura non c'è storia... Signori, il Bar dimostra che Manzotin aveva ragione quando, proprio dentro un bar, aveva affermato a Er Pomata chi avrebbe vinto la prima... e del resto Beef e Manzotin fanno una coppia che più precisa non si può. Middle Arch si deve accontentare della quota piazzata davanti al Razza dell'Olmo Rock My Soul. "Il bacio di Cristiano Di Stasio al cielo" è la frase con cui lo speaker saluta il vincitore della corsa.
Abbiam parlato di Paganini che chiude secondo alle spalle di O' Sole Mio, per la rabbia dei soliti tre che sono andati in bianco, e facciamo allora notare la realizzazione di un ottimo documentario sul fantino senese Marco Paganini a cui abbiam dedicato una precedente presentazione in occasione del Memorial vinto da Linchetto su Simpathyforzedevil. Il video è apparso su youtube pochi giorni dopo al nostro articolo, si dice però un'inesattezza, o forse si presta a esser considerata tale. Si è affermato che il grande Marco Paganini (ben ricordato da una lunga serie di interviste di chi lo ha conosciuto sul luogo di lavoro) è ricordato solo da un Premio a Grosseto. Preciso io qua che, quantomeno in passato, era ricordato anche su un piccolo tracciato di periferia, dove si correva in ostacoli e che il grande Argenton (non quello dei gialli, bensì un gigante dell'ambiente) reputava, a ragione, pista fondamentale per lo sviluppo di piccoli proprietari e gentleman-rider: stiamo parlando di Novi Ligure. Un concetto, questo, ben diverso da quello che, a volte, viene sponsorizzato oggi giorno da alcuni (è vero anche che c'è chi annuisce a queste frasi) che vorrebbero la selezione non capendo che così facendo si arriva a correre in tre. Argenton voleva persino recuperare Monza e invece adesso, se fosse ancora vivo, vedrebbe abolito non solo Novi Ligure, ma anche Torino e bestemmia delle bestemmie la celebre pista in ostacoli delle Capannelle, quella in cui vedete trionfare JOKARI sopra in foto... Non oso immaginare cosa potrebbe pensare e soprattutto a quanti, quasi quasi, vorrebbe togliere la sedia da sotto il sedere. Questo però è un altro discorso... ricordiamo il "rossino" Marco Paganini, grande appassionato di Palio di Siena, cresciuto nella contrada dell'Oca quella della cantante di Notti Magiche, per intendersi visto che siamo in un'estate all'italiana, con un vincitore di questo memorial piemontese, poi trionfatore del Pr. Spegasso, che risponde al nome del Comune vincitore del Palio dei Comuni disputato la scorsa settimana sull'anello di Maia: NATURNO, cavallo che in bianco e nero potrebbe sembrare un Tagliabue, ma che invece risponde a una scuderia in giubba gialla (come quella di Bernadette) con palle nere. Abbiamo una foto che conserviamo da anni. In quel memorial, in pista un certo soggetto amatissimo dai rossi della Ferrari ovvero Mister Micheal che poi finì a difendere i colori di Tweety Kash e che avrebbe avuto anche una discreta carriera in ostacoli, se non si fosse infortunato.
La giubba dell'omaggiato invece, ironia della sorte avendo parlato di automobolismo, è Con-Carena.
Dal cielo indicato da Di Stasio passiamo allora al Celi del film: "Qui si sono passati i limiti, eh... Si sono dette cose oltraggiose per la giustizia, si sono affermate delle assurdità, delle bugie. Per esempio si è affermato che il tempo di 1.15 è il record di un cavallo sui 2.000 metri a Tordivalle, ma per carità... E' un falso, è la maggiore frescaccia che abbia mai sentito da quando frequento gli ippodromi... Sono trent'anni che vado alle corse (ecco il Blu Air che è a tema, bravo Cristian, ma anche Manili! n.d.r). A Tordivalle il miglior tempo sui 2.000 metri con handicap, l'ha fatto MARCO POLO al Premio Campidoglio nel 1968. Tempo: 1.14 e 4... Dico 1.14 e quattro, eh... Incredibile! Cancelliere, metta a verbale: 1.14 e 4... Silenzio...! Piripicchio è figlio di URAGANO e APOCALISSE e basta... o faccio sgombrare l'aula!"
"E allora pure Jolly è figlio di Uragano e Apocalisse e, preside', corre domani alla quinta... e quello se li beve tutti!"
La prima CORSA INTERNAZIONALE disputata a SIRACUSA
nell'anno dell'inaugurazione dell'ippodromo.
In pista WILLY CARSON, al terzultimo impegno in Italia
e il fantino di EFISIO nel Chiusura quello da me omaggiato nel
CITTA DI CORRIDONIA con Francoforte ceduto a traguardo lontano
REID.
Musica IT'S LONG ROAD del resto vince il titolo di un FILM
(Foto dagli archivi del MANCHO - Trotto & Sportsman)
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