venerdì 21 dicembre 2018

Statistiche di fine Stagione 2018.


TRE GRANDI BLOCCHI A CONTEDERSI LE CLASSIFICHE DI SETTORE: LA SPUNTANO VANA SR, JOE BARTOS E JOSEF AICHNER

Non riesce il dominio totale all'entourage Vana che conquista la classifica allenatori e proprietari ma che, con Vana jr, perde, sul filo di lana, la classifica fantini. Aichner doma Favero e Troger tra i proprietari, mentre il suo allenatore Vana sr ha ragione sulla coppia Romano/Saggiomo e su Paolo Favero.

JOSEF VANA SR
brinda al secondo scudetto italiano consecutivo.
Il bicchiere però sembra esser bucato... dove
sarà finito lo champagnino?
(Foto Alamy).

A cura di Matteo Mancini
Stagione 2018 in archivio per un altro anno che passa a lasciare qualche striatura in bianco in più sulle criniere dei cavalli dAl mantello grigio e sulle tempie degli appassionati del movimento.

LE CORSE
Sono state 149 le corse disputate in ostacoli in Italia, spalmate su quattro piste (Pisa, Milano, Merano e Treviso) e tre discipline (93 in siepi, 35 in steeple e 21 in cross). Un dato in lieve controtendenza rispetto al 2017 dove si sono disputate 155 prove e soprattutto al 2016 dove erano state 164 (una in più rispetto al 2015). Si evidenzia dunque in via preliminare un cospicuo restringimento del settore che in due anni ha perso la pista di Grosseto (pur ritrovando nel 2018 quella di Treviso) e qualcosa come 15 corse ovvero cinque riunioni. Un dato che non ci pare affatto da sottovalutare e che è esemplificativo della crisi del settore ippico in generale.
Settore Merano centrico sia per quel che concerne le scuderie che gli allenatori impegnati, sia per la concentrazione delle prove. Sono state 73 le corse, escludendo quelle per dilettanti, disputate a Merano per una percentuale del 52% sul totale, contro le 31 di Milano, le 21 di Pisa e le 14 di Treviso. 10 sono state le prove per dilettanti, quasi tutte svolte a Merano.
Sul totale di 139 prove per professionisti, 25 sono state quelle qualificate dal rango di pattern race.

GLI ALLENATORI
Il ceko Josef Vana sr, spesso sostituito al tondino dal figlio, si è confermato per la seconda volta consecutiva leader della classifica allenatori. Il maestro ceko è partito subito forte, prendendo il largo fin dalla riunione di Pisa, confermandosi a Milano. Ben in avanti a tutti già a metà stagione, ha avuto un evidente calo nella seconda parte del 2018 che non è però stato tale da permettere agli inseguitori di operare l'aggancio. Ha preso parte a 114 corse (76,5% del totale), qualificandosi quale terzo allenatore più in pista, vincendone 42. Suo il record di doppiette (11) e triplette stagionali (3), ma anche di vittorie classiche (7 ovvero il 25% delle prove in pattern race) e di montepremi aggiudicati dai suoi allievi (561.194 euro). Vincitore inoltre delle classifiche di riunione di Pisa e di Milano. Si tratta di numeri in perfetta linea con quelli della stagione 2017, anno in cui Vana sr conquistò il medesimo numero di vittorie, marcando una doppietta e due triplette in meno ma vincendo circa 20.000 euro in più.

Risale in seconda posizione, seppure sul filo di lana grazie a un grande fine stagione a Pisa caratterizzato da tre vittorie su sei corse, Paolo Favero. L'ex leader assoluto del movimento chiude il 2018 con 33 successi su 122 corse (record di presenze stagionali tra gli allenatori) con 7 doppiette, 1 tripletta e cinque classiche in bacheca per un totale di 396.076 euro. Si tratta di dati in lievissima ripresa rispetto al 2017 quando, contando anche i successi di Arnaldo Bianco che lo aveva sostituito a causa della squalifica doping, aveva conquistato 29 vittorie di cui solo una di rango pattern race, a farne una delle sue peggiori stagioni nell'ultimo decennio. Pressoché costanti le entrate, circa 10.000 euro in più rispetto al 2017. Si tratta di dati che, se rapportati al 2016 (58 vittorie e 653.000 euro di introiti) e soprattutto al 2015 (93 vittorie e 1.014.137 euro di vincite) confermano il forte ridimensionamento dello “zar di Sinigo” che ha perso quel dominio del settore che, per molti anni, era riuscito a detenere a suon di vittorie. In sole tre stagioni Favero ha visto crollare le proprie entrate di oltre 600.000 euro (non bruscolini!!!) non riducendo di molto il parco cavalli.

Stagione molto positiva per l'entourage Romano. Il buon Raffy ha perso in volata la medaglia d'argento, penalizzato da una squalifica iniziale che gli ha tolto quelle vittorie utili a conquistare per la seconda volta consecutiva l'ambita piazza d'onore in classifica allenatori. È tuttavia interessante analizzare il dato sommando ai successi di Romano quelli della compagna Ilaria Saggiomo che con lui forma una vera e propria squadra a due punte. Romano ha centrato 31 successi (uno in più del 2017), su 116 prove (secondo più in pista), che se sommati agli 8 della Saggiomo (quarta nella classifica generale) lo portano a sole tre lunghezze da Josef Vana sr. Dato dunque importante che pone la scuderia del giovane allenatore quale candidata alla vittoria finale per la classifica 2019. In particolare Romano ha brillato nella riunione clou meranese, aggiudicandosi la classifica di riunione con 20 successi (quattro in più dei rivali Favero e Vana sr) che diventano 23 con le vittorie della Saggiomo. Sua, per una lunghezza su Vana sr e Favero, anche la classifica di Treviso.
Come i suoi diretti rivali è l'unico ad aver marcato doppiette e triplette, per la precisione ha ottenuto 7 doppiette, 1 tripletta e 3 classiche in bacheca per 368.744 euro di introiti che sommati a quelli messi in cascina da Ilaria Saggiomo (autrice di cinque vittorie in più rispetto al 2017) diventano 453.046 euro contro i 388.000 del 2017, a testimonianza di un'importante crescita di scuderia rispetto al 2017. Determinanti, ai fini dei risultati ottenuti, gli investimenti di Christian Troger che ha raddoppiato i propri elementi portando da undici a ventuno i propri portacolori destinati alle prove in ostacoli.

Dietro ai quattro allenatori c'è il vuoto. Figurano molti allenatori provenienti dall'estero, capeggiati dal polacco Greg Wroblewski (5 vittorie, una in più del 2017), quindi a tre vittorie Radek Holcak (autore anche di una doppietta e quinto per introiti con 92.820 euro), Pavel Poles, Zdenek Semenka e il sorprendente Gian Luca Verricelli che ha marcato tre successi, un secondo e un quarto posto in cinque prove. Doppi successi per Stella Giordano (in prove per dilettanti), Stanislav Popelka, Guillaume Macaire (quarto per introiti con 151.300 euro), Tomas Vana, Ludvik Haris e Fausto Trappolini.
Stagione poco fortunata per Christian Ghiotti, ufficialmente alla prima stagione da allenatore ma già da anni nel vivo della manovra. Il bravo allenatore altoatesino, sostituito nel 2016 e 2017 da Melanie Frank, ha collezionato una sola vittoria su 29 uscite, vedendo ridursi di circa la metà gli introiti del 2017.
Non risale neppure Ilenia Nero, sorprendente quinta classificata (in sodalizio con Ghiotti) nel 2015 quando era stata la rivelazione della stagione, che tuttavia centra un successo, due secondi posti e un terzo in appena 7 corse (non male) a valerle la diciassettesima posizione, appena davanti a Davide Pacifici che ha conquistato la sua unica vittoria nella penultima giornata della stagione. Oltre ai tre menzionati, hanno marcato un successo Pavel Tuma, Davide Satalia (anche lui al debutto stagionale da allenatore, ma già da anni in attività) e la meteora Arslangirej Savujev per un totale di 21 allenatori vincitori di almeno una corsa.

Spariscono di classifica Arnaldo Bianco (terzo nel 2017 in sostituzione di Favero), Eleonora Bianchi (2 vittorie importanti nel 2017, ma mai vista nel 2018), l'esperto Simone Pugnotti (una sola presenza), Silvia Casati, vincitrice di 3 corse nel 2017 e apparsa una sola volta in pista nel 2018 con un quinto posto, il decano Francesco Contu (appena 7 corse con 3 quarti posti come miglior piazza) e Alex Taber (5 vittorie nel 2015 e sempre vincitore nei due anni a seguire), apparso quattro volte in pista. Assenza che intristiscono un po', in alcuni casi, perché segnano in modo evidente l'incedere infausto del tempo.

In totale hanno sellato in almeno una corsa un totale di 64 allenatori (dato in perfetta linea con quello degli anni precedenti) a rappresentanza di Italia, Slovacchia, Repubblica Ceka, Germania, Francia, Ungheria, e Polonia.

Top Ten
1° Josef Vana sr, 42 vittorie su 114 corse per 561.194 euro.
2° Paolo Favero, 33 vittorie su 122 corse per 396.076.
3° Raffaele Romano, 31 vittorie su 116 corse per 368.744.
4° Ilaria Saggiomo, 8 vittorie su 44 corse per 84.302 euro.
5° Greg Wroblewski, 5 vittorie su 28 corse per 72.148 euro.
6° Radek Holcak, 3 vittorie e 5 secondi su 10 corse per 92.820 euro.
7° Pavel Poles, 3 vittorie e 3 secondi su 11 corse per 43.605 euro.
8° Zdenek Semenka, 3 vittorie, 1 secondo e 1 terzo su 10 corse per 22.576 euro.
9° Gian Luca Verricelli, 3 vittorie, 1 secondo e 1 quarto su 5 corse per 25.287 euro.
10° Guillaume Macaire, 2 vittorie e 2 secondi su 5 corse per 151.300 euro.

JOSEF BARTOS,
prima monta della scuderia Favero, 
sul filo di lana, 
torna al successo nella classifica fantini
dopo esser stato battuto nel 2017.
(Foto Daniela Carlotti).

I FANTINI
Sono stati 46 gli interpreti che si sono misurati in prove riservate ai professionisti, di cui nove dilettanti per un totale di 37 professionisti. Dato in importante regresso dal momento che erano stati 52 gli interpreti nel 2017, 53 nel 2016 e 49 nel 2015.
Torna a conquistare il frustino d'oro, dopo appena un anno di pausa, Josef Bartos. Il fantino ceko, legato da un contratto di esclusiva con Paolo Favero e al quarto frustino d'oro italiano in carriera, ha ribaltato nell'ultima riunione di Pisa un confronto che sembrava risolto a traguardo molto lontano a favore del campione uscente Josef Vana jr. All'apertura della stagione, Vana jr aveva infatti rifilato al connazionale, in quel di Pisa, un sonoro 7 a 2 (vincendo poi la classifica di riunione), incrementando il vantaggio a Milano dove tuttavia concedeva troppe vittorie al “compagno” di scuderia Jan Kratochvil (pari merito nella classifica di riunione tra i due). Decisiva la riunione di Merano che vedeva Bartos aggiudicarsi la classifica di riunione con 15 successi (6 in più di Vana jr) dopo rincorsa pienamente conseguita nei confronti della sorpresa Jan Faltejsek, secondo con 12 vittorie. A Treviso il divario tra Vana e Bartos restava invariato col primo che conservava una lunghezza di vantaggio. Il colpo di scena maturava nell'ultima riunione della stagione (la fatal Pisa) con Bartos che metteva a segno un doppietta che gli permetteva di ribaltare a proprio favore la contesa.
28 vittorie a 27. Nel 2017 Bartos era riuscito a marcare appena 16,5 successi (una parità per il mezzo punto), vedendo quindi incrementare di 11,5 vittorie il proprio bottino. Di converso calano i successi di Vana jr che vede accorciare i propri acuti di 8 vittorie, tornando quasi ai livelli del 2016 quando vinse 23 corse. A discolpa di Vana jr sono da sottolineare i numeri degli ingaggi, appena 107 (secondo fantino più impegnato) contro i 129 di Bartos (saltate solo 10 corse), mentre nel 2017 avevano entrambi preso parte al medesimo numero di prove (127).

Dietro ai due grandi rivali figura Raffaele Romano che ha collezionato meno successi rispetto al 2017 e ha perso il secondo posto nella generale. Il bresciano ha montato di più rispetto alla passata stagione, 90 ingaggi contro i 79 del 2017, ma non è andato oltre le 15 vittorie in luogo delle 21 dell'anno precedente e delle 18 del 2016.

Sorpresa in quarta posizione dove troviamo a pari merito, con 13 successi cadauno, Jiri Kousek e Jan Faltejsek. Faltejsek dava spettacolo a Merano, sfiorando addirittura il successo nella classifica di stagione pur non disponendo di molte monte e chiudendo ad appena tre lunghezze da Bartos dopo aver capeggiato per mesi la classifica. Appena 53 gli ingaggi complessivi nell'intera stagione per il globe trotter ceko. Più impegnato il veterano Kousek (appena 3 successi nel 2017 e nessuno nel 2016) che viveva una vera e propria seconda giovinezza, aggiudicandosi addirittura la Gran Corsa Siepi di Merano. 75 monte per lui e il record di cadute, sei capitomboli contro i cinque di Romano e Bartos e i quattro di Vana jr e Dominik Pastuszka.

Sesto Jan Kratochvil, splendido in primavera a Milano, ma poi affievolitosi nel corso della stagione complice un'assenza dalle corse negli ultimi quattro mesi di stagione. Stagione comunque da incorniciare per lui con il record, credo di poter dire, di vittorie in Italia con 11 acuti.
In calo i due italiani Davide Columbu e Alessio Pollioni, penalizzati da acciacchi e un numero di ingaggi poco appetibile. Bravo Pollioni che sfoggia la terza percentuale di vittorie per corsa con un invidiabile 23% (contro il 25,2% di Vana jr, il 24,5% di Faltejsek e il 21,7% di Bartos) per un totale di 39 corse e 9 vittorie (due in meno rispetto al 2017 dove però era salito in sella 99 volte). A giocargli contro tre mesi di pausa forzata con la stagione primaverile di Merano completamente saltata.
Crollato il rendimento di Davide Columbu, addirittura quarto in graduatoria nel 2017 con 14 vittorie (e 11 nel 2016), visto in pista 58 volte con appena quattro acuti. Anche per lui decisivo, in negativo, l'infortunio subito a fine luglio in quel di Merano che gli ha fatto saltare quasi metà stagione.

Promettente debutto stagionale in ostacoli per il figlio d'arte Gabriele Agus, giovanissimo, che ha dimostrato bello stile e grande sicurezza, conquistando, prova su prova, la fiducia di Raf Romano. Alla fine l'allievo fantino ha centrato 4 vittorie su 41 ingaggi, equamente ripartite tra Milano e Treviso. Soggetto da seguire con attenzione e che offre la sensazione di avere qualità pre crescere in modo importante.

Quattro vittorie e stagione piuttosto deludente per Dominik Pastuszka. Il polacco, rimasto fuori dalle monte di Paolo Favero prima e Franco Contu poi, ha spesso subito la penalizzazione di ricevere cavalli con poche chance di vittoria. Ha montato tantissimo, 97 volte (il terzo più impegnato), ma vinto pochissimo, dimezzando gli acuti del 2017 e ancor di più se si analizzano quelli del 2016 (aveva vinto 11 volte).

Tre vittorie poi per il polacco Marcel Novak, due per l'irlandese Thomas Garner, a precedere altri sei fantini con una vittoria per un totale di 18 vincitori.

Relativamente al dato cadute se ne contano 55, su 139 corse con media di 0,4 per corsa. Dato in forte regresso, se si considera che nel 2017 il top cadute era stato di 10 per tre fantini (Kratochvil, Pollioni e Vana jr.) contro il record negativo di 6 di Kousek nel 2018. Nella passata stagione erano state 83 su 145 corse (0,57 per corsa) e 74 su 151 corse nel 2016 (0,49 per corsa). Dunque si sono registrate 28 cadute in meno rispetto al 2017, dato utile da sventolare ai detrattori della disciplina.

Top Ten
1° Josef Bartos 28 vittorie, 70 piazzamenti, 5 cadute su 129 corse.
2° Josef Vana jr. 27 vittorie, 60 piazzamenti, 4 cadute su 107 corse.
3° Raffaele Romano, 15 vittorie, 53 piazzamenti, 5 cadute su 90 corse.
4° Jiri Kousek, 13 vittorie, 45 piazzamenti, 6 cadute su 75 corse.
5° Jan Faltejsek, 13 vittorie, 25 piazzamenti, 3 cadute su 53 corse.
6° Jan Kratochvil, 11 vittorie, 50 piazzamenti, 2 cadute su 68 corse.
7° Alessio Pollioni, 9 vittorie, 21 piazzamenti, 3 cadute su 39 corse.
8° Dominik Pastuszka, 4 vittorie, 56 piazzamenti, 4 cadute su 97 corse.
9° Davide Columbu, 4 vittorie, 38 piazzamenti, 1 caduta su 58 corse.
10° Gabriele Agus, 4 vittorie, 28 piazzamenti, 2 cadute su 41 corse.


RICCARDO BELLUCO,
al centro con i colori Marbell,
torna sull'olimpo dei gentleman in ostacoli
risolvendo per il maggior numero di podi conquistati 
il confronto a tre con 
Carrassi del Villar e Altenburger.
(Foto klaudiafreitag.it).

I GENTLEMAN E AMAZZONI
Classifica molto corta per effetto dell'esiguo numero di prove disputate, appena 10 su 149, di cui nove in cross e una in siepi, ovvero il 6,7% del novero complessivo. Dato in perfetta linea rispetto al 2017, ma in regresso se guardiamo le stagioni 2016 e 2015, quando furono disputate 13 (7,9% sul complessivo) e 12 prove (7,3% del totale).
Tre gentleman in fotografia stretta per la conquista del titolo, foto poco decifrabile ma ci proviamo giusto per evitare fastidiosi pari merito. Nella nostra graduatoria siamo ricorsi alle regole seguite nel medagliere olimpico. Indichiamo così Riccardo Belluco quale vincitore. Il bravo gentleman, pur montando poco in ostacoli complice la scarsa adesione di Paolo Favero alle prove riservate ai dilettanti, torna così ad alzare il frustino d'oro dei dilettanti in ostacoli dopo due anni di pausa. Termina così la breve egemonia del ceko Marcel Altenburger, vincitore nel 2016 e nel 2017. Il duello si è riproposto nel 2018 e ha visto i due chiudere a due successi a testa e un secondo posto, con l'italiano a conquistare un bronzo di differenza utile a fargli mettere le mani sulla classifica. Altenburger, penalizzato dalla monta in più di un circostanza del mediocre Ermetico (in luogo del volante Kitano) e pur essendo stato il gentleman più ingaggiato nella stagione (9 monte contro le 8 di Tonelli e Stefani e le 7 di Carrassi del Villar), ha finito col subire anche Alberto Carrassi del Villar tornato a montare in ostacoli dopo tre anni di pausa. Quest'ultimo ha ottenuto la monta di Kitano determinando la sconfitta nella classifica di Altenburger e con un quarto posto, in aggiunta alle due vittorie e al secondo posto, il superamento in graduatoria sul duplice campione uscente.

Una vittoria poi per Pietro Stefani (ne aveva vinte 2 nel 2017), quarto in graduatoria con due ulteriori secondi posti, il geniale Daniele Tonelli (un secondo e un terzo) che nel 2017 (a elevata sorpresa) aveva quasi fatto le scarpe ad Altenburger per il primo posto, la novità Kay Lenihan (vincitore nella prima prova stagionale e poi caduto due volte) e l'ospite francese Barbara Guenet, vincitrice della prova in siepi nel meeting del Gran Premio Merano.
Tra i mai vincenti si segnalano i tre secondi posti di Michal Miksovsky nonché il secondo posto di George Noel, oltre ai due terzi posti marcati da Fabio Massimo Cicerone (pure lui assente in ostacoli da anni) e dall'appassionato Lorenzo Chierigati.
Sempre più ai margini, con pochissime monte, Pavel Peprna e Luca Bonacina, gentleman che in anni passati avevano nobilitato il circuito.
Molti ingaggi, ma mai a podio, per Andrea Lancini (8 corse) e Claudiano Patelli (7 corse).

Sei i gentleman che si sono misurati anche tra i professionisti, tra questi Filippo Fineschi che pure non ha mai corso nella stagione nelle prove riservate. Pietro Stefani il più volte a misurarsi con i professionisti (sei gettoni di presenza) e anche l'unico a piazzarsi con una sontuosa prova nell'Amedeo Duca D'Aosta in sella al non trascendentale Lost Monarck, caduto sulla piegata di fondo quando era ancora in quota per un piazzamento.

In totale sono stati 21 i dilettanti saliti in sella, tredici dei quali per più di una volta e dieci di essi italiani. 14 sono state le cadute con elevato tasso percentuale ovvero 1,4 a corsa (per i fantini si parla dello 0,4% per corsa), dato più o meno in linea a quello dei precedenti anni. Record di cadute stagionali marcato da Kay Lenihan, Marcel Altenburger e Claudiano Patelli con due capitomboli.

Top Ten
1° Riccardo Belluco, 2 vittorie, 1 secondo e 1 terzo su 5 corse.
2° Alberto Carrassi del Villar, 2 vittorie, 1 secondo e 1 quarto su 7 corse.
3° Marcel Altenburger, 2 vittorie e 1 secondo su 9 corse.
4° Pietro Stefani, 1 vittoria, 2 secondi e 1 terzo su 8 corse.
5° Daniele Tonelli, 1 vittoria, 1 secondo e 1 terzo su 8 corse.
6° Kay Lenihan, 1 vittoria su 3 corse.
6° Barbara Guenet, 1 vittoria su 1 corsa.
8° Michal Miksovsky, 0 vittorie, 3 secondi e 1 terzo su 6 corse.
9° George Noel, 0 vittorie, 1 secondo su 1 corsa.
10° Fabio Massimo Cicerone, 0 vittorie e 2 terzi posti su 4 corse.
10° Lorenzo Chierigati, 0 vittorie e 2 terzi posti su 3 corse.



L'entourage de LA NUOVA SBARRA
trionfa nettamente nella classifica allevatori,
confermando l'importante successo del 2017.
A sx il titolare SERGIO SCARPELLINI,
scomparso il 20 novembre scorso.

GLI ALLEVATORI ITALIANI  
Interessante il dato relativo agli allevatori italiani, con un trend decrescente che si conferma nel 2018 per quella che è una lenta, ma inesorabile restrizione. Sono sempre meno i cavalli allevati nella nostra penisola ad affrontare le insidie proposte dal palinsesto della stagione. Nel 2015 erano stati 81 gli allevatori italiani rappresentati da almeno un cavallo in almeno una prova, 69 nel 2016, 59 nel 2017 appena 40 nel 2018. Dunque una riduzione del 50% in appena tre anni.
Sono stati 60 i cavalli allevati in Italia (1/3 al debutto nella disciplina, con tredici di essi tre anni e sette quattro anni), di cui 49 nati in Italia (gli altri 11 successivamente registrati). Per fare un parallelo, i saltatori allevati in Italia nel 2015 erano stati 121, dunque ancora una volta confermato il dimezzamento del numero. 98 invece il numero di cavalli allevati in Italia nel 2016 e 87 nel 2017. Sarà un caso oppure no, ma questo dicono le statistiche che, in quanto tali, costituiscono dato oggettivo circa la sfiducia o la scarsa propensione alla scommessa sui prodotti locali.

Si conferma allevatore al vertice della disciplina La Nuova Sbarra, del recentemente scomparso Sergio Scarpellini. Nonostante le note vicissitudini processuali legate ad altro settore, l'allevamento romano ha vissuto di inerzia dietro all'ottimo inizio di stagione di Musique de la Nuit, seconda nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa (L) ma primo premio allevatore conquistato per effetto della vittoria di un cavallo allevato all'estero, e soprattutto di Live Your Life e Solar Walker, che pur non centrando vittorie da neretto nella stagione hanno preso i primi premi allevatori in due Gruppi 2 a testa. Il sauro ha strappato i primi premi allevatori nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano e nel la Corsa Siepi dei 4 Anni di Merano, mentre il secondo ha fatto altrettanto nel Criterium d'Inverno e nel Crterium di Primavera. Un totale dunque di cinque primi premi allevatori in altrettante prove di pattern race, tutti riportati da portacolori di Christian Troger figli di stalloni dell'allevamento Nuova Sbarra vale a dire Vol de Nuit, Turati e Permesso. Stalloni dunque dal basso valore di monta, ma generati da un trittico di stalloni che in ostacoli, in passato, ha dato dimostrazione di saper produrre ottimi saltatori ovvero, nell'ordine, Linamix, Lomitas e Sakhee.
Hanno contribuito a mettere in cascina somme inferiori, con primi premi allevatori conquistati in prove di minima, Noisemaker e Lost Monark per un totale di cinque cavalli, tutti vincitori di primi premi allevatori, gli unici tra gli allevati in Italia capaci di conquistare somme destinate agli allevatori in prove di pattern race, fatta eccezione per il solo Notti Magiche, allevato dalla Azienda Agricola Il Tiglio. 43 sono state le volte in cui la Nuova Sbarra è stata rappresentata in corsa per un totale di 37 corse (numero inferiore rispetto alle rappresentazioni, perché in più di un caso sono scesi in pista nella medesima corsa più prodotti dell'allevamento), 7 vittorie e 19 piazzamenti utili ai fini della distribuzione dei premi all'allevatore, vale a dire 19 piazzamenti al secondo o terzo posto, per un totale di 48.596 euro. Numeri molto prossimi a quelli ottenuti nel 2017, ma con la particolarità di aver centrato il risultato dimezzando il numero dei cavalli, passati da 10 a 5, e diminuendo le vittorie passate da 10 a 7 per una contrazione di appena 4.000 euro.
A giocare contro La Nuova Sbarra, per la prossima stagione, la mancanza di new entry nel settore. Tutti i cavalli schierati nel 2018 avevano già corso in ostacoli gli anni precedenti. Le vicende processuali e il restringimento del numero dei cavalli allevati hanno giocato a sfavore dell'allevamento che comunque, dopo il terzo posto del 2016 e il quarto del 2015, si conferma al vertice del settore per numero di cavalli rappresentati (cinque, come il solo Elia Tanghetti), vittorie (contro le 4 di Elia Tanghetti), rappresentazioni (43 contro le 31 di Elia Tanghetti), corse (37 contro le 29 di Elia Tanghetti) e introiti (48.596 euro contro i 7.800 euro dell'Azienda Agricola Il Tiglio). Dominio totale dunque dei bianco azzurri.

In seconda posizione vive di rendita l'Azienda Agricola Il Tiglio, da anni attaccata alle sontuose prestazioni del vecchio Notti Magiche. Quest'anno l'otto anni ha vinto la Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3) ed è giunto terzo nella Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1), dove ha comunque strappato il primo premio allevatori per effetto dei primi due posti conquistati da due cavalli allevati in Francia. Dunque, oltre la Nuova Sbarra, l'Az.Agr. Il Tiglio è l'unico altro allevatore che ha conquistato il primo premio in prove di pattern race, riportandone due di cui uno in Gruppo 1 (cosa non riuscita alla Nuova Sbarra).
Otto le corse disputate dal baio da Montjeu, poi provato con poco costrutto in steeple, per 1 vittoria e 3 ulteriori piazzamenti utili a portare il suo allevatore in seconda posizione con 7.800 euro di introiti, più o meno gli stessi nel 2017 (2.700 in meno rispetto al 2016), ma con salto in classifica dalla quinta alla seconda posizione.

Terzo posto per Elia Tanghetti, allevatore più specializzato in ostacoli rispetto ai due che lo precedono. Ha indirizzato, tutti con i propri colori o con quelli di Tamara Tanghetti, cinque cavalli in ostacoli, tre dei quali alle prima stagione in carriera in aggiunta al veterano Silver Tango e a Tequila Tango, gli unici due a garantire all'allevatore 4 vittorie (due per testa) in cross. Deludenti gli altri tre, incapaci di portare fieno in cascina all'allevatore, sempre sotto i piazzamenti utili. 31 sono state le rappresentazioni (secondo in questa speciale classifica) in 29 corse, per 4 vittorie e 5 piazzamenti utili tradotti in 5.784 euro di introiti a valergli, complice il restringimento del gruppo, il passaggio dalla quarta posizione del 2017 alla terza del 2018 nella classifica generale, pur riducendo di poco meno la metà le entrate. Non era stato rappresentato nel 2016.

Sotto il podio, in quarta posizione, troviamo l'Immobiliare Casa Paola, rappresentata dal regolare Sbarazzino, 11 corse, 1 vittoria e 6 piazzamenti utili per 5.515 euro con bel balzo in classifica (32° nel 2017) e ritorno ai livelli del 2016 (era stata quinta con 14.230 euro di entrate, pur sempre rappresentata da un solo elemento).

Risale la china anche la Società Agricola Allevamento Deni, sesta nel 2016 con 12.940 euro (tutti garantiti da Rio Apache), tornata in quinta posizione (18° nel 2017) grazie a Rio Apache, ma anche a Rocket Ball.

Tra gli altri menzioniamo, dopo le prove interessanti di Fly Filo Fly, il tentativo di proporre altri elementi dell'Azienda Agricola Cansana, tutti figli di Kingsfort, con risultati che però non sono stati al livello del primo elemento (l'unico a riportare 1 vittoria) e addirittura a rivelarsi nulli ai fini dei piazzamenti, così da non permettere all'allevatore di incrementare i 3.900 euro messi in banca grazie a Fly Filo Fly (1 vittoria e 1 piazzamento utile) utili a garantirle la sesta posizione nella generale.

Si rivede i classifica la gloriosa Azienda Agricola San Uberto, sesta a pari merito con la Az.Agr. Cansana, col medesimo numero di prodotti (tre, tutte new entry), ma con un solo piazzamento utile centrato da Sopran Duilio, cavallo poi persosi nel proseguo della stagione.

Ha perso il podio, dove era sempre stata negli ultimi tre anni, la leggendaria Razza Dormello Olgiata che ha visto calare drasticamente i propri prodotti, dai sei dei tre anni precedenti al solo Dalton del 2018. Ha comunque centrato, in 7 corse, 1 vittoria e 3 ulteriori piazzamenti utili per 3.430 euro (nona posizione).

In flessione anche la Ramondini Talon Renata, erede di un'altra leggenda ippica (Talon ovvero il titolare della giubba più antica dell'ippica italiana), legata al solo Panta Rhei e scivolata in 21° posizione (con 1 vittoria e 2 piazzamenti utili per 1.695 euro) dal sorprendente secondo posto della passata stagione.

Tra le new entry è da fare attenzione a Mara Martinelli che ha visto debuttare in ostacoli, con gran costrutto, il suo Time Fatal, promettente tre anni che ha marcato due vittorie in quattro uscite.

Buon numero di vittorie, tre, per l'Aleali tutte centrate da Chappy Bros, che portano l'allevatore in decima posizione, quale terzo allevatore col maggior numero di successi. Due vittorie poi, tra i non menzionati, per l'Allevamento il Quadrifoglio con la favola Il Superstite, cavallo recuperato da Vana sr dopo un'assenza di tre anni dalle piste in ostacoli.

Tra le altre curiosità possiamo segnalare, quale terzo allevamento a presentare il maggior numero di elementi e il maggior numero di corse (dodici), l'Antezzate, sempre nelle prime posizioni, di anno in anno, per il numero di cavalli destinati alle prove in ostacoli, ma mai, negli ultimi anni, nelle posizioni di vertice per introiti. La ricordiamo in auge, nel precedente quinquennio, ai tempi dei vari Branit, Red Doctor, Sharpmon e Liberge. L'allevamento, collegato ai colori Siba, ha sfornato 4 elementi (tra cui il redivivo Rikat, proveniente dall'Ungheria, e uno solo al debutto nella disciplina), la metà rispetto al 2017 (ne aveva invece presentati 7 nel 2016 e nel 2015), intascando appena 350 euro.

Tre cavalli, due dei quali al debutto nella disciplina, per la Razza del Velino che ha sperato qualcosa di importante con Give a Break, soggetto assai discontinuo.


Sparisce di classifica l'Azienda Agricola Massimo Farina, vincitrice della classifica nel 2016 e sesta nel 2017, che, perso Amaranthus, non ha avuto nessun rappresentante nella stagione.

In totale dei 40 allevatori italiani impegnati nella stagione, 31 sono quelli che hanno incassato dei premi (l'ultimo con 70 euro è la scuderia Dei 3 Re), 17 quelli che hanno visto vincere almeno una volta un proprio prodotto, cinque quelli che si sono ripetuti.

Top Ten
1° La Nuova Sbarra. 48.596 euro, 5 prodotti, 43 rappresentazioni, 37 corse, 7 vittorie e 19 piazzamenti.
2° Az. Agr. Il Tiglio, 7.800 euro, 1 prodotto, 8 rappresentazioni e corse, 1 vittoria e 3 piazzamenti.
3° Elia Tanghetti, 5.784 euro, 5 prodotti, 31 rappresentazioni, 29 corse, 4 vittorie e 5 piazzamenti.
4° Immobiliare Casa Paola, 5.515 euro, 1 prodotto, 11 rappresentazioni e corse, 1 vittoria, 6 piazzamenti.
5° Soc. Agr. All. Deni, 4.842 euro, 2 prodotti, 10 rappresentazioni e corse, 1 vittoria e 6 piazzamenti.
6° Az. Agr. Cansana, 3.900 euro, 3 prodotti, 6 rappresentazioni e corse, 1 vittoria e 1 piazzamento.
6° Az. Agr. S.Uberto, 3.900 euro, 3 prodotti, 7 rappresentazioni, 6 corse, 0 vittorie e 1 piazzamento.
8° Mara Martinelli, 3.744 euro, 1 prodotto, 3 rappresentazioni e corse, 2 vittorie e 0 piazzamenti.
9° Razza Dormello Olgiata, 3.430 euro, 1 prodotto, 7 rappresentazioni e corse, 1 vittoria e 3 piazzamenti.
10° Aleali, 3.065 euro, 1 prodotto, 10 rappresentazioni e corse, 3 vittorie e 1 piazzamenti.


JOSEF AICHNER,
con i suoi amati piumini, 
sulla dx, si conferma leader dei proprietari
in ostacoli.
A sx il giallo nero che conduce la classifica.
(Foto hurdle & chase).

I PROPRIETARI
Eccoci ad analizzare la classifica dedicata a chi caccia i soldi, mette tanta passione e permette di procedere nel fare lo spettacolo delle corse. Sono stati 113 i colori rappresentati in pista, facenti capo ad altrettanti proprietari. Contrariamente a quanto si è soliti ascoltare nelle interviste al tondino o nelle sale dei giornalisti, anche qua abbiamo un dato in forte regressione. Lo scorso anno erano stati 143 i proprietari coinvolti nelle prove. Dunque una contrazione di 30 unità, circa di ¼ rispetto all'attuale dato. Un numero che, non vogliamo fare il Vespa della situazione (date certi acquisti del trainer di maggior riferimento del movimento), non ci sembrano affatto da sottovalutare. La matematica non è un'opinione e non da possibilità a ipocrisie di sorta. Ogni quattro proprietari uno ha abbandonato il movimento, è una semplice costatazione. Sono stati 55 i colori di scuderie registrate all'estero, circa la metà del totale. Un aspetto anche questo piuttosto allarmante, dato che solo 58 colori registrati in Italia hanno preso parte alle nostre corse che, dunque, vivono soprattutto grazie alla presenza numerosa e massiva di scuderia provenienti dalla Slovacchia e dalla Repubblica Ceka soprattutto, oltre che Germania, Francia, Polonia, Svizzera e Ungheria.

Si conferma davanti a tutti, per la seconda volta consecutiva, l'altoatesino Josef Aichner che conferma il numero di 87 corse, come la passata stagione, ma incrementa le vittorie, passate dalle 21,5 stagionali alle 26 (nessuno come lui nel 2018), con oltre 60.000 euro di aumento introiti (da 316.513 euro a 373.836 euro) che però fanno fronte all'incremento della scuderia passata da 24 a 34 cavalli. Un dato dunque che va bilanciato all'aumento delle spese. Forti anche gli esborsi per gli acquisti, soprattutto per aggiudicarsi il francese Capivari, che poi non ha reso quanto sperato. Immenso Champ de Bataille che ha bissato il successo del 2017 nella Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1) e fatto suo la Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1), perdendo a sorpresa la Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1) di Pisa in cui era favorito netto e che ha comunque chiuso all'onorevole secondo posto. Successi importanti poi per Notti Magiche, nella Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3), la meteora Martinstar nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1), Morning Star nello Steeple di Treviso (L). Piazzamenti elitari per Big Fly, Capivari, L'Estran, Ole Caballero e Piton des Neges

Cresce di numero e di prestigio la scuderia di Christian Troger, che aumenta anche lui il parco cavalli di dieci unità, passando dagli undici del 2017 ai ventuno del 2018. Se Aichner ricerca la qualità soprattutto tra gli anziani (scommessa vinta col proibitivo recupero de Il Superstite), Troger, da sempre, lavora con i giovani e si conferma, al terzo anno di fila, sulla cresta dell'onda dei tre anni grazie al duo Leonardo da Vinci (vincitore nel Tagliabue, Gr.3) e Mensch (vincitore nel Berlingieri, Gr.2), degni eredi dei vari Amaranthus (leader dei tre anni nel 2016) e Live Your Life (leader dei tre anni nel 2017), oltre che a ritrovarsi sempre competitivo con i quattro anni grazie al trio di provenienza Nuova Sbarra costituito da Musique de la Nuit (prima parte di stagione), Solar Walker e Live Your Life. Non è invece riuscita, per sfortuna, la scalata ai main event in steeple, a causa dell'infortunio proprio sul più bello di Quick Davier (netto vincitore in Listed), e sulle siepi dove Chateaudemalmaison è stato presto ridimensionato di prospetto rispetto agli ingaggi iniziali.
I rossi stellati di bianco hanno chiuso al secondo posto nella classifica generale per introiti, col terzo numero di vittorie (16, una lunghezza dietro ai fucsia di Paolo Favero, ovvero sei in più rispetto al 2017) scalzando Lydia Olisova (in realtà era Paolo Favero) dal secondo gradino del podio della generale. 237.456 euro di introiti con marcato miglioramento a dispetto dei 141.729 euro del 2017, i 67.464 euro del 2016 e i 3.638 euro del 2015. Una marcia inarrestabile che passa da importanti investimenti non sempre gratificati dai premi, spesso non all'altezza della situazione. Una scuderia sorta da nulla con una prepotenza tale, insieme a Josef Aichner che ha fatto un percorso similare, a imporsi nel movimento e scrivere, a suo modo, una pagina di storia nel settore.
Dopo Paolo Favero e Aichner, che hanno condiviso il numero di cavalli sellati in almeno una corsa (34 a testa), è la terza scuderia più importante per ampiezza. Ha più che raddoppiato i propri gettoni di presenza, rispetto al 2017, passando da 31 a 78 corse, 22 doppi rapporti di scuderia (in luogo dei 7 del 217) addirittura due terzi rapporti. È il solo a esser stato rappresentato in questo modo, unitamente a Aichner (23 doppi rapporti, 4 terzi rapporti e addirittura quattro porta bandiere nel Gran Premio Merano) e a Paolo Favero (32 doppi rapporti e 12 terzi rapporti).
Dovrebbe avere la forza per migliorare ancora, almeno noi gli facciamo questo augurio.

Resta in quota, pur se circoscritto rispetto allo strapotere avuto fino al 2016, Paolo Favero, terzo nella generale, ma secondo per numero di vittorie che sono state 17. Record di corse per lui con 106 adesioni, il 71% del totale, il più schierato. 230.678 euro di introiti, dato in calo se si considerano quelli nel 2017 raccolti dalla prestacolori (sostituì Paolo Favero costretto a rinunciare a colori e training per squalifica) Lydia Olisova (che chiuse seconda con 303.403 euro). Per dare un dato omogeneo andiamo a sommare gli importi accantonati nel 2018 dai due proprietari per rapportarli a quelli del 2017. Il duo costituito da Paolo Favero e Lydia Olisova (decima nella generale con poco meno di 62.000 euro) ha raccolto 292.644 euro contro i 328.711 euro del 2017. Una decrescita che il trainer di Sinigo, pur continuando a battagliare e addirittura a ritornare a vincere un Gruppo 1 con la sorpresona Vodka Wells, a Pisa nella Gran Corsa Siepi Nazionale, (un capolavoro tecnico e tattico di preparazione, che ci vide complimentarci nel dopo corsa con l'allenatore, che Favero sta tentando, e non c'è lontano, di ripetere con Mezajy), non riesce ancora ad arginare. Ricordiamo infatti che nel 2016, senza contare la Magog sua cliente e seconda in classifica con 145.000 euro di vincite, aveva raccolto 367.536 euro e addirittura 505.377 nel 2018 con la Magog a intascarne 335.486. Numeri che fanno riflettere e che sono dipesi, a nostro modo di vedere, solo in parte all'inserimento di due ostici avversari quali si sono dimostrati Josef Aichner e Christian Troger. È pur vero, a onor di onestà intellettuale, che il numero di cavalli di Favero è lievemente sceso pur mantenendosi la scuderia più rappresentata (in parità con Aichner) con 34 pedine. Nel 2017, anche se il dato non è facile da decifrare data la “confusione” (intesa nel senso legato al diritto civile) con Olisova, aveva avuto oltre 40 cavalli di proprietà, 48 nel 2016 e addirittura 73 nel 2015. Si capisce dunque come la compressione delle somme introitate sia dipesa dalla riduzione degli investimenti e anche da una strategia d'acquisto che cerca sempre di trovare il potenziale campione tra quelli che sono, di fatto, “scarti” con qualità genealogica dalle piane. Aichner e Troger, invece, provano anche qualche innesto più rodato con un rischio d'impresa, se ci consentite, più esposto a perdite. La cosa è lapalissiana se analzziamo la qualità offerta dai portacolori fucsia. Appare evidente che il trainer gioca sulla quantità e meno sulla qualità. A parte Vodka Wells, si è distinto, salvo poi eclissarsi, Imperial Red (dominatore nella prima parte di stagione tra i tre anni e poi ridimensionato con gli interessi) e il sorprendente Mezajy quasi autore di un'impresa a dir poco imprevedibile nella Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1).

E dietro ai tre grandi interpreti dell'ostacolismo italiano? Ci verrebbe da dire il vuoto, ma così non è. Si classifica quarta la ceka Vocetka con 107.236 euro di introiti, trainata da un coraggioso e mai domo Santo Cerro, leader assoluto tra i novizi in steeple (vincitore nel Vanoni, Gr.2) e cuor di leone nel Gran Premio Merano, ultimato con un grave risentimento al tendine. Il figlio di Sorbie Tower ha intascato metà delle somme riscosse dagli arancioni fluorescenti. 7 vittorie complessive, una in meno della Tania-Vana, a farne la quinta scuderia che ha ottenuto il maggior numero di successi. Undici cavalli schierati, tanti quanto quelli di Lydia Olisova, tre in meno della Tania-Vana, a farne le sei scuderie ad andare in doppia cifra su questo dato. Tre doppi rapporti, quasi 40.000 euro di crescita passando però dalle 18 corse del 2017 alle 26 del 2018.
Scuderia divisa su più fronti. Wroblewski da una parte e l'emergente Pavel Poles che ha centrato le sue prime prove da neretto riportando in auge, nei gran premi cross, il vecchio All About Cossio, vincitore del Nazioni (Gr.2) e del Grande Steeple Chase di Roma (Gr.3).

Quinto posto per Terry Amos, proprietario dell'extraterrestre Le Costaud, assoluto trituratore di avversari nel Gran Premio Merano (Gr.1), a farne uno dei più forti degli ultimi dieci anni.

Sesta posizione per un'altra scuderia degna del massimo rispetto e di una certa tradizione ovvero la Tania-Vana, del signor Montanari, ex La Faina, che ricordiamo in passato in auge con i vari No Surrender e St.Petersbourg. 46 corse disputate, la quarta più rappresentata, 8 vittorie (quarta), 14 cavalli schierati (quarta) e 91.967 euro di vincite (sesta). 10.000 euro in più rispetto al 2017, quasi raddoppiati gli introiti del 2016 con raddoppio però anche delle pedine (da 7 cavali a 14). Dati che la vedono in lieve ascesa su tutti i fronti. È, a tutti gli effetti, in Italia la seconda scuderia di punta (dietro Aichner) di Josef Vana sr. Nessuna vittoria di cartello, ma piazzamenti d'onore importanti per A Pigalle (secondo nel Grande Steeple Chase di Milano, Gr.1), Edef Xam (secondo nel Berlingieri, Gr.2) e Star Maker (terzo nel Grande Steeple Chase di Roma, Gr.3).

Seguono la slovacca Lokotrans, di passaggio e forte della qualità di Al Bustan (secondo nel Merano), con 81.914 euro., quindi la Scuderia Milano. Quest'ultima dopo l'interessante puntata offerta nel 2016, in cui era risalita in quinta posizione con 111.617 euro di introiti, è di nuovo ritornata ai livelli degli altri anni. Sempre costante, più o meno il numero di cavalli, sette, divisi tra Contu, Romano e Favero, 5 vittorie (due in più rispetto al 2017) ma in linea con gli altri anni per 79.245 euro di introiti (10.000 in più rispetto alla passata stagione). Tra i portacolori da segnalare l'ottima stagione di Company of Ring, autore di apprezzabile acuto nel Premio Assi ribadito nel Lainate.

Scorrendo la classifica troviamo in nona posizione il Dr. Charvat, sempre pericoloso nelle sue incursioni e mirabolante con il duo Arkalon e Aztek rispettivamente vincitori nella Gran Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano (Gr.2) e nella Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) con bottino di 65.484 euro frutto di sette corse, tre vittorie e tre piazzamenti con quattro elementi presentati. Decima l'appassionata Lydia Olisova, presenza fissa alle corse ma restia a rivolgere parola agli addetti sebbene comprenda bene lingua. Difficile fare un rapporto col 2017, per la sostituzione di Paolo Favero, così come diventa difficile analizzare il dato col 2016. La slovacca ha cresciuto il proprio parco cavalli, soprattutto sul versante della qualità. Non troppo fortunata, ha perso per strada Lemien, Timely Arrival (buono in piano), ma soprattutto Vermithor che aveva riportato in bello stile Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa (L) e Criterium d'Inverno (Gr.2). 29 corse, 5 vittorie e undici cavalli in pista per 61.966 euro (raddoppiati rispetto a quelli del 2016).

In undicesima e dodicesima posizione le due blasonate scuderie di Radek Holcak: la K-K Metal e la Montenegro, che hanno corso poco ma hanno nobilitato e reso spettacolari i gran premi in siepi conquistando rispettivamente 43.928 e 39.712 euro, con doppio successo in Gruppo 2 di Stuke e piazzamenti elitari conquistati da Dajuka, King Heart e Brog Deas.

Tra gli altri spiccano le cinque vittorie di Richard Stampfl (tutte siglate Padrinho), elogio a questo proprietario per non aver fatto voli pindarici e aver mantenuto la categoria di spettanza, e il forte ridimensionamento di Christian Ghiotti, vero e proprio acrobata nelle passate stagioni, capace di entrare per tre volte consecutive nella top ten con un budget che dire irrisorio (ci permettiamo di dire e suona come complimento), rispetto alla concorrenza, non rende bene il concetto dell'idea. Fu addirittura sesto nel 2015, quando collaborava con Ilenia Nero grazie a un portentoso Chiaromonte (che ora vive libero in aperta campagna), nono nel 2016 e ottavo nel 2017. Il 2018 non lo ha aiutato. L'investimento Hirondelle non è stato baciato dalla fortuna, mentre Finoras è incappato in una serie di inconvenienti che lo hanno frenato. Inevitabile il responso della classifica col crollo al trentaseiesimo posto con appena 10.645 euro (poco più del cugino Luca Ghiotti che ha debuttato quest'anno come proprietario col duo Spettacolo e McEnroe) ottenuti con 5 cavalli, in diciotto corse senza alcuna benedizione di vittorie (in ostacoli). Stagione da dimenticare e da cui ripartire.

Non brillante anche Remo Romano che pure ha investito, sebbene su soggetti che sono più da inquadrare nel profilo della scommessa piuttosto che del soggetto delineato nelle prestazioni. Sette cavalli, due vittorie in cross con Tequila Tango, 28 corse per la ventiseiesima posizione per introiti (18.724 euro). I tempi dei fasti di Amaranthus, spettacoloso investimento, sono passati.
In calo poi Elia Tanghetti che ha quasi dimezzato gli introiti, e la D'Altemps (una sola vittoria, terza nel 2015 e sesta nel 2016) mai così in basso negli ultimi anni (ventiduesima, ma si è conentrata anche in piano).


Ottantacinque sono stati i proprietari che hanno raccolto vincite, quarantacinque quelli che hanno riportato vittorie (il 39,8%), ventiquattro quelli che si sono ripetuti. In cinque hanno superato i 100.000 di introiti, in venticinque i 20.000 e appena trenta le 12.000 euro, soglia che potremmo definire (regalando molto) quale linea rossa sotto la quale iniziano le perdite, un dato che va poi bilanciato al numero di cavalli schierati e a quello delle somme spese d'acquisto, aspetto che innalza e di molto il limite. Questo per dire che se pensate di fare soldi con i cavalli siete fuori strada. Il movimento è costituito soprattutto da appassionati, che corrono più per il gusto della sfida e dello spettacolo che per il denaro, dal momento che i premi italiani, e questi dati ne offrono testimonianza diretta, sono a dir poco che inadeguati (specie quelli dei Gran Premi) a quanto sarebbe lecito attendersi. Guardate un po', per esempio, cosa succede in Francia e ditemi se si brinda con gli stessi champagnini.

Top Ten
1° Josef Aichner, 373.836 euro, 87 corse, 34 cavalli, 26 vittorie e 69 piazzamenti.
2° Christian Troger, 237.456 euro, 78 corse, 21 cavalli, 16 vittorie e 63 piazzamenti.
3° Paolo Favero, 230.678 euro, 106 corse, 34 cavalli, 17 vittorie e 97 piazzamenti.
4° Vocetka (CZE), 107.236 euro, 26 corse, 11 cavalli, 7 vittorie e 11 piazzamenti.
5° Terry Amos (FRA), 106.250 euro, 1 corsa, 1 cavallo, 1 vittoria.
6° Tania-Vana, 91.967 euro, 46 corse, 14 cavalli, 8 vittorie e 34 piazzamenti.
7° Lokotrans (SVK), 81.914 euro, 9 corse, 4 cavalli, 2 vittorie e 5 piazzamenti.
8° Milano, 79.245 euro,  38 corse, 7 cavalli, 5 vittorie e 30 piazzamenti.
9° Jiri Charvat (CZE), 65.484 euro, 7 corse, 4 cavalli, 3 vittorie e 3 piazzamenti.
10° Lydia Olisova, 61.996 euro, 29 corse, 11 cavalli, 5 vittorie e 15 piazzamenti.



LE COSTAUD
demolisce gli avversari e supera l'Oxer,
a dir poco devastante nel GRAN PREMIO MERANO.
(Foto di altoadige.it)

I CAVALLI
Cresce lievemente il numero dei cavalli in pista rispetto alle stagioni 2016 e 2017 e tocca le 314 unità, otto in meno rispetto al 2015. Su 314 cavalli, 54 sono stati i tre anni alla prima stagione in siepi ovvero il 17,2%. Un dato piuttosto in linea con i precedenti anni (52 nel 2017, 54 nel 2015), inferiore solo rispetto al 2016 (63 tre anni in pista). Curioso il dato offerto dai cavalli che avevano già corso in ostacoli, in Italia, nelle precedenti stagioni. Solo 167 tra i cavalli scesi in pista nei precedenti anni si sono rivisti, alcuni con pause superiori all'anno. Ciò evidenzia un corposo tasso infortuni dato che solo il 54,7% dei cavalli visti nel 2017 e negli anni precedenti è tornato in pista.
85 sono stati i debuttanti di cui 63,5% aventi tre anni di età.
Tra i più anziani registriamo quattro dodicenni (Dzacheron, Borderland, Star Rochelais e Nils), quattro undicenni e sei cavalli di dieci anni, a precedere sedici di nove e ventisei di otto.
Nove le nazioni interessate dalla nascita. Francia e Irlanda a contendersi lo scettro, con tre unità in più per i transalpini in virtù di 80 elementi nati in Francia, contro i 77 nati in Irlanda. Al terzo posto l'Italia con 49 nascite (davvero poco: il 15,6%). 30 unità per la Germania, 27 l'Inghilterra, 25 Polonia, 18 Repubblica Ceka, 5 Stati Uniti, 3 Ungheria e 1 Svizzera.

In quindici hanno corso almeno 10 volte, col record marcato dal Favero Spin a Disc che ha marcato 14 gettoni. Niente a che vedere col record del 2017 centrato da Shame che prese parte a 19 prove (una sola prova nel 2018). Tredici uscite per il compagno di colori Catalaunian Fields. Seguono a 12 un terzetto allenato da Raffaele Romano e costituito da Musique de la Nuit, Giacalmarbar e Lost Monarck. Sono tuttavia poche le corse disputate dalla quasi totalità degli elementi. Si pensi che con appena cinque corse ci si assesta attorno alla sessantesima posizione dei cavalli più impegnati. In 102 hanno corso solo una volta. Mentre in 156 hanno corso più di due volte.

Record di vittorie, piuttosto a sorpresa dati i primi approcci a Pisa, per Padrinho che ha riportato 5 vittorie. Decisiva la scelta di Richard Stampfl di correre sempre nelle categorie di spettanza, senza tentare voli pindarici contro avversari di maggior calibro. Impegnato nella giusta categoria, questo prestigioso fratello al 75% di Toronado (miglior figlio di High Chaparral), è riuscito addirittura a entrare nella top 20 dei più ricchi della stagione, istallandosi alla posizione diciannove con 26.099 euro di introiti. Resta comunque lontana la soglia toccata nel 2015 dal fratellastro, per linea paterna, High Master che firmò sette successi facendo en plein (quattro su quattro, nessuno come lui negli ultimi anni) nelle prove di cartello per cavalli di quattro anni in siepi.
Tredici cavalli hanno riportato 3 vittorie, in ventisei due vittorie per un totale di 93 vincitori per una tasso del 29,6% sul totale degli scesi in pista.

Vediamo ora la classifica introiti. Il cavallo più ricco, nonché il più impressionante in tutta la stagione, seppure apparso una sola volta in Italia, è stato il sauro di Guillaume Macaire Le Costaud: 106,250 euro. A dir poco devastante nel Gran Premio Merano, il francese è andato davanti, ha imposto un infernale treno di gara e ha letteralmente polverizzato le speranze degli avversari, vincendo con una prepotenza tale da ridicolizzare il campo di gara. Hanno provato a frenarlo Santo Cerro (quarto nella graduatoria introiti con 53.125 euro), che si è posto subito sulle sue tracce, tentando di resistere ma rimettendoci un tendine pur chiudendo sul gradino più basso del podio, e il campione uscente Al Bustan, emerso nella seconda parte di gara e tuttavia incapace di avvicinare il grande campione pur risultando il secondo più ricco nell'annata (79,475 euro). Si tratta di due elementi che sono stati assoluti protagonisti nella stagione, aspetto che amplifica la prova di Le Costaud. Santo Cerro è stato l'assoluto dominatore tra i novizi in steeple, passeggiando nella pista in occasione del Vanoni (Gr.2), riportato nel più facile dei modi. Di converso Al Bustan ha scherzato fin troppo con gli avversari, vincendo prima il Grande Steeple Chase d'Europa (Gr.1) e poi gettando alle ortiche, complice una scellerata tattica di gara, il Premio A.S.S.I (Gr.3) chiuso alle spalle di Company of Ring. Nonostante l'ottimo stato di forma, tutto è stato vano al cospetto dello strapotere del sauro di Macaire, portatore di una classe immensa, specie se si considera che è stato fermo oltre un anno per infortunio.

In terza posizione con 68.765 euro, a fare il re del circuito siepi anziani, Champ de Bataille. Il sette anni ha dimostrato una grande regolarità, pur faticando a vincere le prove preparatorie. Battuto a gran sorpresa da Vodka Wells nell'inizio di stagione a Pisa nella Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1), complice la scelta di aderire alla classica senza passare da una prova di rodaggio, ha vinto due prove centrali del palinsesto ostacolistico ovvero Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) e Gran Corsa Siepi di Italia (Gr.1), fallendo la Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) ultimata in quarta posizione. Quest'ultima ha visto assurgere al rango di campione il sette anni Aztek, proprietà ceka (i mitici colori del Dr. Charvat), alla prima esperienza italiana nonostante l'età avanzata. Il sauro, linee sovietiche nel sangue (aspetto curioso), ha vinto al primo assaggio sulla pista meranese e ha sfiorato un tremendo uno-due nelle due prove principali del settore siepi anziani. Ha vinto La Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) e ha costretto alla fotografia il detentore del titolo nella Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1).
Solo” sesto il miglior cavallo allevato in Italia ovvero Live Your Life (41,803 euro). Il quattro anni di Troger non è apparso sugli stellari livelli del 2017, pur recitando ruolo da primo protagonista nelle gran classiche per quattro anni. Caduto per un contatto con un avversario nel Criterium di Primavera, preceduto dalla sonante sconfitta nel Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano (Gr.2) a opera del ceko Arkalon (che ribadiva la propria superiorità già manifestata nel Berlingieri del 2017), Live Your Life non riusciva a riprendersi la rivincita su Stuke (soggetto regolarmente battuto a tre anni), che aveva approfittato della sua caduta nel main event di primavera meranese e che ribadiva il successo nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Merano (Gr.2), costringendo il campione di Troger alla medaglia d'argento.

Settima posizione per la sorpresa Leonardo da Vinci, il tre anni più ricco. Avviato in siepi con risultati poco eclatanti (ne è una dimostrazione il rapporto vittorie fatto di tre successi in nove uscite: 33%), il grigio si rivelava il primo vincitore classico da Style Vendome, aggiudicandosi, a sorpresa, il Tagliabue (Gr.3) e chiudendo terzo nel Criterium d'Autunno (Gr.1). Due prove sontuose, con cavallo progredito in modo importante di qualità, grazie al caparbio e paziente lavoro di Raf Romano. Lasciato a riposo nel Berlingieri (Gr.2), il grigio lasciava campo aperto al compagno di colori Mensch (quindicesima posizione con 30.090 euro) capace di trasformarsi sul terreno faticoso della pista meneghina per riportare la classica con una facilità impressionante. A onor del vero il cavallo, alquanto discontinuo, aveva già lasciato intravedere qualità in estate tanto che Troger si era espresso in termini di fiducia su questo elemento reputandolo superiore a Leonardo da Vinci.

Ottava posizione per il vecchio leone All About Cossio (37.910 euro) riportato, dopo anni opachi, da Pavel Poles a trionfare nelle prove classiche (prime vittorie in pattern per l'allenatore). Il figlio di Cossio, si aggiudicava tre corse su cinque con l'invidiabile doppietta, per gli amanti del cross, Nazioni (Gr.2) e Grande Steeple Chase di Roma (Gr.3) a permettergli di scrivere, a nove anni suonati, una pagina importante in questo spettacolare settore.

Al nono posto il più ricco in casa Favero ovvero il tre anni Imperial Red. Avviatosi in modo convincente, tanto da illudere qualcuno di avere per le mani un super campione, il sauro listato si rivelava imbattuto nei primi tre ingaggi, centrando il Premio dei Giovani (L), per poi impattare contro lo scoglio di Leonardo da Vinci, in precedenza sempre battuto, nel Tagliabue (Gr.3), comunque chiuso al secondo posto. Una sconfitta da cui il cavallo non riusciva a riprendersi deperendo sempre più di forma. 35.445 euro di vincite.
Top ten chiusa dal portacolori Olisova Vermithor (33.566 euro), assoluto protagonista in inverno a Pisa così da riportare le due principali prove per quattro anni in siepi ovvero Criterium d'Inverno (Gr.2) e Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa (L), salvo poi infortunarsi sul più bello.
Da segnalare poi la dodicesima posizione di Company of Ring (32.393 euro), alla sua migliore stagione alla veneranda età di sette anni in virtù di un esponenziale crescita di forma esplosa nella vittoria nel Premio A.S.S.I. (Gr.3) poi bissata nella condizionata di lusso di Milano Premio Lainate.
Tredicesimo Vodka Wells (31.875 euro), capolavoro tecnico-tattico di Paolo Favero nella Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1), vinta a gran sorpresa a Pisa dopo che il cavallo, in Inghilterra, era apparso su standard non certo compatibili alla categoria. Una soluzione che Favero ha cercato di ripetere, addirittura con maggior sorpresa, a Milano nella Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1) con l'importato Mezajy giunto in fotografia, terzo, per la vittoria.
Degni di menzione Martinstar (quattordicesimo), meteora Aichner vincitore in bello stile nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1) poi infortunatosi, e Athena du Berlais (sedicesima), campionessa di tre anni di Macaire che ha vinto nella sua unica uscita nel Criterium d'Autunno (Gr.1).
Appena in ventisei hanno superato i 20.000 euro di vincite, in 56 (17,8%) il limite di 12.000 euro che indichiamo, in modo ultrageneroso, quale soglia minima sotto la quale la gestione del cavallo diviene un debito. Si badi bene però, qui si sta parlando di entrate da cui devono esser scorporate le somme per gli acquisti. Se ne deduce che l'acquisto di un cavallo è più dettato da passione che da altro e dunque applauso a chi permette agli appassionati (sempre meno che degli scommettitori) di andare a vedere le corse.

Top Ten

1° Le Costaud, 1 corsa, 1 vittoria per 106.250 euro.
2° Al Bustan, 4 corse, 2 vittorie per 79.475 euro.
3° Champ de Bataille, 8 corse, 2 vittorie per 68.675 euro.
4° Santo Cerro, 4 corse, 3 vittorie per 53.125 euro.
5° Aztek, 3 corse, 2 vittorie per 48.280 euro.
6° Live your Life, 7 corse, 3 vittorie per 41.803 euro.
7° Leonardo da Vinci, 9 corse, 3 vittorie per 40.103 euro.
8° All About Cossio, 5 corse, 3 vittorie per 37.910 euro.
9° Imperial Red, 6 corse, 3 vittorie per 35.445 euro.
10° Vermithor, 4 corse, 2 vittorie pe 33.566 euro.

HIGH CHAPARRAL
si conferma lo stallone più volte
vittorioso nelle prove in ostacoli
con otto acuti.
(Foto Brownenhealyphotography.blogspot.com)

GLI STALLONI
Sono stati 220 gli stalloni chiamati in causa (per 314 cavalli in pista), un numero in lieve ascesa rispetto alle precedenti stagioni con uno scarto massimo di ventuno unità (rispetto al 2016) e di tre di minima rispetto alla passata stagione. 58 sono stati gli stalloni rappresentati da più di un prodotto, 17 quelli che hanno avuto almeno tre figli in pista. Il più rappresentato (presente in 39 corse per 44 rappresentazioni) è stato, come un po' tutti gli anni, Mujahid. Figlio di Danzig (famiglia riconducibile alla leggenda Northern Dancer) è stato rappresentato da otto elementi, tornando al vertice della classifica degli stalloni più rappresentati come già avvenuto nel 2016. Mai però aveva toccato il numero di otto elementi, essendosi sempre arrestato, negli ultimi quattro anni, alla soglia di sei unità a valergli il secondo posto nel 2015 (dietro a Hawk Wing) e nel 2017 (dietro a Sholkohov).
Si mantiene alto anche lo scomparso Montjeu, stallone di qualità di alto lignaggio, erede anch'esso di Northern Dancer, ma passando sul versante Sadler's Wells. Sei i soggetti generati, mai tanti negli ultimi quattro anni, con l'acuto di Notti Magiche nella Gran Corsa Siepi di Pisa.
Cinque prodotti poi per Sholokhov (medesima linea generazionale maschile di Montjeu), il capo-razza dei saltatori francesi Martaline e i meno qualitativi Red Rocks (figlio del caporazza assoluto Galileo) e Kheleyf con cinque figli a testa. 
Tra i più rappresentati per numero corse, dietro a Mujahid, troviamo High Chaparral e Vol de Nuit con 24 gettoni (mediocre 28° posto nella classifica introiti con 22.533 euro), a seguire con 23 presenze Red Rocks (20° in classifica generale per introiti con 28.526 euro).

Torna a sorpresa, complici i cinque successi firmati Padrinho, al vertice degli stalloni per maggior numero vittorie conquistate lo scomparso High Chaparral (ancora la linea di Sadler's Wells), che aveva già riportato tale risultato nel 2015 per effetto, allora, dello strapotere manifestato tra i quattro di anni da High Master. Appena una vittoria di differenza tra i due successi. Otto le vittorie nel 2018 (contro le nove del 2015) e tre lunghezze di distacco inflitte a Mujahid e quattro a Hurricane Run, Big Bad Bob e Martaline. Un risultato conseguito nonostante un numero di prodotti dimezzato rispetto a Mujahid con una percentuale di vittorie per corsa del 32% (mica male!), contro l'11,36% del secondo classificato. Un valore buono, ma non in linea con quello del trio di stalloni che seguono a pari merito in terza posizione. 40% la percentuale di vittorie per Martaline (con due classiche conquistate), stallone riconducibile alla linea francese costruita su Linamix e ad ascendere a Lyphard, identica percentuale per Hurricane Run (tra i migliori prodotti di Montjeu, ma anch'esso scomparso come il padre), 36,3% per Big Bad Bob.
Spariscono dal podio Azamour (una vittoria) e Turati (tre vittorie) che avevano conquistato il vertice nel 2017. Lontani anche Dylan Thomas (due vittorie), Galileo (zero vittorie) ai primi due posti nel 2016, così come King Charlemagne (zero vittorie) e Intense Focus (una vittoria) ai primi due posti nel 2015.
82 sono stati gli stalloni che hanno generato vincitori di almeno una corsa, 38 quelli che si sono ripetuti dopo la prima vittoria, diciannove quelli che hanno toccato almeno tre vittorie. 173 su 220 gli stalloni che hanno riportato euro di vincite.

A livello introiti, cala in modo importante la soglia conquistata dal leader della classifica. Centra per la prima volta la vetta di una classifica nazionale il francese Forestier, genealogia classica da stallone da ostacoli offerta da Nikos a sua volta erede di Nonoalco. 106.250 euro la somma riportata dal prodotto Le Costaud, trionfatore in modo letale (per gli avversari) nel Gran Premio Merano, con una riduzione di circa 20.000 euro rispetto ai vertici delle passate stagioni.
Scende dal primo al secondo posto Medecis, grazie all'ottimo Al Bustan. L'erede di Machiavellian, linea generazionale statunitense che scaturisce dal seme del velocista Mr Prospector, ha riportato due vittorie (di cui un Gruppo 1) e due secondi posti in quattro corse per 79,475 euro.
Il capo-razza francese Martaline è terzo, ma solo perché impiegato col contagocce e talvolta con prodotti facenti capo a scuderie straniere. Dieci corse, quattro vittorie e tre piazzamenti per 71.043 euro, suo record in Italia negli ultimi quattro anni. A beneficiargli il duo Martinstar (vincitore nel Grande Steeple Chase di Milano, Gr.1) e Athena du Berlais (vincitrice nel Criterium d'Autunno, Gr.1).
Qualità ancora per Dream Well, il migliore classificato nella linea Sadler's Wells, con l'unico Champ de Bataille a brillare in pista con duplice successo in pattern race per 68,675 euro nei main event del circuito siepi riservato agli anziani. Mai così in alto in Italia (era stato nono nel 2017). Al quinto posto la sorpresa Jukebox Jury (33° nel 2017, assente gli altri anni), stallone linea Montjeu che sta ottenendo risultati tali da farne uno dei migliori prosecutori della linea di colui che era stato, dopo Galileo, il miglior continuatore del sangue di Sadler's Wells. Ci stiamo riferendo, ovviamente con ben sanno gli esperti di genealogia, a Montjeu. Decisivo per il risultato Stuke, con i successi nel Criterium di Primavera (Gr.2) e nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Merano (Gr.2) per un totale di 58.922 euro (valore determinato anche dagli apporti di Dajuka e Spin a Disc)
A contatto lo stallone operante in Polonia Sorbie Tower, curiosa ascendenza Soviet Lad-Nureyev, che si fa forte delle vittorie e i piazzamenti di qualità di Santo Cerro, non minimamente ripetuto dagli altri due prodotti ammirati (Jankin e Tao). 55.097 euro di incassi, in linea più o meno a quelli del 2017, ma sesto posto in graduatori (+2 rispetto al 2017).
Al settimo posto la vecchia gloria High Chaparral, che aveva vinto la classifica nel 2015, finendo poi dodicesimo e quarantesimo i due anni successivi. Un colpo di coda dal sapore del canto del cigno, non essendo più attivo da anni (è deceduto nel 2015) e che ha avuto in Chappy Bros e Padrinho due egregi gregari capaci di conquistare, in due, quasi la totale somma messa in cascina dallo stallone e ammontante a 49.950 euro (30.000 euro in più rispetto al 2017, 71.327 euro in meno rispetto al 2015).
Sale dall'undicesima all'ottava posizione un altro stallone scomparso, particolarmente gradito a Paolo Favero, ovvero Big Bad Bob. Linea inglese molto qualitativa per il ramo ostacoli e riconducibile a Roberto. 48.497 euro intascati grazie a Vermithor, dominatore delle prove per quattro anni a Pisa (con acuto in Gr.2 e Listed), e al “piccolo” SpiritOfHayton acquistato per 800 ghinee in Inghilterra e vincitore 13.639 euro per un totale 48.497 euro (valore pressoché identico a quello del 2017.
Completano la classifica la new entry assoluta nel panorama italiano Moonjaz, da Nashwan e dunque Nasrullah (la linea parallela rispetto a quella di Northern Dancer griffata Nearco), padre della rivelazione tra i siepisti anziani Aztek, e l'economico Turati (linea tedesca Lomitas, ma stallone disponibile a valore risibile in Italia) disceso dal secondo al decimo posto e rappresentato dal solo fenomeno Live Your Life.
Rispetto al 2017 escono dalla top ten per la prima volta Sholokhov (quinto nel 2015, secondo nel 2016 e terzo nel 2017), caduto in sedicesima posizione pur restando costante nel numero di corse che lo hanno visto rappresentato, Intikhab (quarto sia nel 2016 e nel 2017), apparso una sola volta nei programmi degli ostacolisti, Montjeu (quarto nel 2015, undicesimo nel 2016 e quinto nel 2017) comunque a contatto in dodicesima posizione, Teofilo (settimo nel 2017, ma all'asciutto totale nel 2018) e Azamour (decimo nel 2017, 102° nel 2018).

Per quanto riguarda gli altri stalloni che hanno brillato nelle ultime quattro stagioni, il vincitore della classifica 2016 Country Reel (attualmente operante in Turchia), padre del vincitore del Gran Premio Merano Mazhilis, è apparso una sola volta senza riportare euro, facendo peggio del 47° posto del 2017; spariti anche Aussie Rules (terzo nel 2016, 16° nel 2015), addirittura non rappresentato in nessuna corsa, Koenigstiger (secondo nel 2015) e King Charlemagne, già in grave declino nel 2017 e legato alle sorti del campione Sol Invictus.

Top Ten

PROSEGUE NEI PROSSIMI GIORNI.