sabato 27 febbraio 2016

Prima Giornata corse SANT'ARTEMIO, TREVISO, GALOPPO.



PEPE RADDOPPIA NEL PAPI PER LA GIOIA DEL PAPA' CON UN TAHINI DA LECCARSI I BAFFI.

Secondo successo consecutivo per il cavallo che porta il nome di un noto burro di sesamo. Il sauro interrompe il poker di vittorie firmato da Favero che non può ribellarsi nonostante Y me Rebelo. Vince anche il Mosca, praticamente in mano.

TAHINI
al tondino a Pisa nel 2016.
(Foto di Matteo Mancini).



A cura di Matteo Mancini
Prima giornata di sei in scena al Sant'Artemio di Treviso con tre prove in ostacoli e altrettante in piano che hanno visto in pista potenziali ostacolisti. Terreno pesante aggravato da una leggera ma costante pioggiarella.
Tahini, della Statek-Chyse, conferma il buon periodo di forma facendo suo il main event di giornata (Pr. Papi Clemente), una condizionata per cinque anni e oltre sui 3.500 metri in siepi preparatoria alla XIII Corsa Siepi di Treviso. Tornato sotto l'egida di Josef Vana jr (per gli amici Pepe), sostituito senza rimpianto da Jan Kratochvil nel precedente impegno, il sauro ha lasciato sfogare la compagnia tenendosi tranquillo in ultima posizione per buona parte della prova. Davanti uno scatenato e impreciso Nomev, alla seconda uscita sui salti e poi crollato alla distanza, braccato dal favorito Y me Rebelo. Svolta della corsa dopo il secondo salto della siepe collocata sulla dirittura opposta a quella di arrivo. Davide Columbu non riesce più a sostenere il mal gestito Nomev, preso nella morsa dei due compagni di allenamento Y me Rebelo e Arjen con Tahini, in seconda linea, a seguirli, lasciandosi dietro il rientrante Le Temujin e la debuttante nella specialità Von Teese, mai in corsa con quest'ultima neppure mai citata dal telecronista. È Arjen con Dominik Pastuszka a provare la fuga in curva. Il vincitore della XII Corsa Siepi di Treviso, non apparso ancora al meglio della condizione, non ha però modo di piegare le resistenze dei due rivali, che lo passano agilmente all'ingresso in dirittura, sfilandolo uno all'interno (Y me Rebelo) e l'altro all'esterno. “Corsa che si anima e diventa bellissima” abbozza lo speaker, ma il triello diviene presto duello. Joe Bartos e Y me Rebelo si apprestano al salto finale con un paio di lunghezze di margine sull'ospite ceco, ma nel tratto piano non c'è più tempo per regalare pennellate d'autore. Tahini stacca alla distanza, pur allargando verso la tribuna, col rivale che controlla Arjen, gli altri dispersi. Seconda vittoria stagionale per cavallo e fantino, Josef Vana jr. Cavallo che potrebbe diventare importante nello sviluppo di stagione (in linea per piazzamenti in pattern race), soprattutto alla luce delle abilità dell'allenatore Josef Vana sr miracoloso nel recupero dei cavalli anziani. Ricordiamo questo soggetto in gioventù alla corte dell'asso tedesco Woehler, pluripiazzato a tre e quattro anni in listed race in Germania. Sesto nel derby tedesco (Gr.1) davanti a signori avversari, quinto in Gruppo 3 nell'ultima prova in patria poi una lunga assenza dalle piste e il passaggio nelle scuderie di Josef Vana. Il rientro anonimo in Repubblica Ceca in prove in piano. A sei anni il debutto vincente in ostacoli, proprio a Merano, di circa sette lunghezze avanti a Chiaromonte. Benino, ma non troppo in patria dove semina per la pista Khalshani ma viene stralciato da Luminator. I Vana lo propongono a Strasburgo in una prova da oltre 10.000 euro al primo, viene anche appoggiato dagli scommettitori, ma cade. Torna in Italia nella Gran Corsa Siepi di Grosseto dove viene offerto a un'ingiustificata quota astronomica, ma chiude terzo davanti a Luminator e dietro ad appena tre lunghezze da Dar Said (terzo e secondo nel GP Merano). Finisce di nuovo vittima di infortunio, ma appare tonico a Pisa nel 2016 e si conferma oggi a Treviso. Attenzione, signori...: se Vana lo scorso anno è riuscito a trasformare Taquari, qua, a nostro avviso, ha materiale assai più qualitativo pur se (verosimilmente) fragile. Vedremo...
Chiude secondo Joe Bartos, vincente nel cross misto d'apertura riservato anche ai gentleman e al comando della classifica di settore con cinque sigilli. Lotta aperta tra gli allenatori. Sale a quattro affermazioni Josef Vana sr contro la doppia quota toccata dal rivale Paolo Favero vincente nelle altre due prove di giornata dedicate agli ostacolisti, oltre che in due prove piane con le affermazioni del debuttante in Italia Marital (col bravo ceko Marcel Altenburger), in condizionata sui 1.650 metri (prova vinta da Favero anche lo scorso anno con Swanwick Shore), dopo lungo inseguimento, in coppia col compagno di colori Lindaro (poi calato all'epilogo e giunto quarto), al grigio Glasser protagonista di gran selezione, e del costantissimo Red Pilgrim difficilmente battibile, alla vigilia, nell'ultima prova di giornata a vendere sui 2.350 metri (primo successo stagionale per il gentleman Riccardo Belluco). Nella restante piana dominio assoluto di Madame of Desert della "Mosca Atomica" Ferramosca, praticamente mai richiamata al maggiore impegno e rallentata negli ultimi duecento metri in handicap di minima corso da contro favorita del deludente Biondo d'Irlanda

Ara Gold controlla gli avversari dal primo all'ultimo metro di gara nella prova che inaugura la riunione veneta. Condizionata aperta ai gentleman, ce ne sono due (Riccardo Belluco e Andrea Lancini), sui 3.900 metri in cross. Il grigio, in preparazione al suo eventuale secondo Amedeo Duca d'Aosta, ben interpretato da Joe Bartos, ha moderato il ritmo all'avanguardia per oltre metà del tracciato, togliendosi di dosso la ruggine invernale, accompagnato da Crack Chichi e Monjoliano, col rivale dichiarato Priory Bay a tenerlo a tiro. In pista altri tre soggetti però impegnati a giocarsi la quinta moneta, col solo Dzacheron impegnato nel cercare di stare sui primi per la prima frazione di gara. Graduale progressione finale con i tre Favero inseguiti dal solo ospite ceko. Curva finale con Ara Gold inseguito da Priory Bay nell'eterno duello Favero-Vana sr o Bartos-Vana jr se preferite. Ci crede e ci prova Priory Bay contro il più blasonato avversario, i due saltano sulla stessa linea l'ultima conclusiva. Il grigio però, favorito (dati i valori tecnici) dal rapporto di peso egualitario rispetto al rivale, riparte arroccato in corda e batte l'avversario di tre lunghezze. Una prova però non esaltante che deve esser migliorata nelle proporzioni per il figlio di Goldeneyev. Terzo, vicino, Monjoliano. Crollato alla distanza Dzacheron, ultimo sul palo dietro ai mezzosangue Udine de Champfeu (al debutto in Italia) e Union du Bosc. Quarto un ridimensionato Crack Chichi, apparso in forma fin troppo esaltante a Pisa.

Grande ammucchiata nella reclamare aperta ai quattro anni. Addirittura dodici in pista con Favero che schiera per la prima volta nel 2016 un poker di compagni di colore. Livello piuttosto scarso, debuttano in Italia i ceki Le Cirque, un qualitativo figlio di Galileo della Statek Blata Cescky, e Gotscha su cui fa la prima comparsa in Italia il fantino Josef Borc. Debutto nella specialità per Monti Reale preparato dal duo Ilaria Saggiomo e Raf Romano per i colori già portati in auge a Merano da Makarenko. Attenzione poi a Muffarreh che cambia colori e passa da un Gruppo 2, corso da ultimo della guardia, a una reclamare. Favorita la scuderia capitanata dal binomio Counterproof - Bartos, con Kamaran, cinque a uno, nel ruolo del contro favorito, a seguire Le Cirque a sei e Vespro Place a sette. Torna a montare per Paolo Favero Ivan Cherchi ingaggiato per condurre il rientrante Katros
È l'estremo outsider Nusayef ad assumere l'onere di scandire l'andatura, pur procedendo a ritmo ridotto. La femmina ha subito a ridosso un terzetto griffato Favero e viene superata al terzo ostacolo da Katros, seguito da Muffarreh ed Entente, sui primi il regredito Moncerrati (pessimo a Pisa dopo promettente debutto milanese) e la compagna di allenamento Nostalgia di Fano. Opta invece per l'estrema attesa Counterproof a chiudere il lungo serpentone, pur tenendosi per corsia interna, in vista del passaggio davanti alle tribune. Tre di Favero davanti, Jan Kratochvil porta sotto Kamaran imitato da John Paul Brennan e Vespro Place. Grave esitazione sulla siepe posta sotto la tribuna per Monti Reale, in pancia al gruppo. Il debuttante prende in pieno l'ostacolo andando addirittura a sfondarlo come di solito capita di vedere negli hurdle inglesi. Piegata di fondo con i tre di Favero davanti, sfilano all'interno Kamaran e Vespro Place rubando così metri ai battistrada. Si mantiene larga Nusayef. In difficoltà, in coda, Nostalgia di Fano e Le Cirque che perdono contatto dal gruppo superati da Counterproof. Inizio della dirittura opposta a quella di arrivo. Cala Muffarreh ingoiato dal plotone. Katros sempre leader su Entente, quindi Kamaran e Vespro Place. In quota Moncerrati, si porta sotto Counterproof. In difficoltà anche Nusayef, sopravanzata da Gotscha e da Monti Reale, ferma in coda Nostalgia di Fano lasciando la maglia nera virtuale a Le Cirque. Si attacca la curva finale, Entente rileva il calante Katros ancora però in condizione di stare in quota. Si prospetta la concreta minaccia incarnata da Vespro Place che galoppa molto bene in seconda posizione. Provano a farsi sotto anche Kamaran e Moncerrati in scia a Katros, a distacco Counterproof e gli altri. Dirittura di arrivo. Ufo Brennan chiama all'ultimo sforzo Vespro Place, davanti c'è ancora il maiden e mai piazzato in tredici prove, se si eccettua un terzo posto a Wolverhampton in una corsa dove secondo si piazzò un soggetto omaggiante una celebre ala destra locale (Scalzo), Entente. Kamaran, in terza, si sbarazza di Katros prima dell'ultima, col Favero che inizia a vedere le luci della fatica accendersi in tonalità accecante. Più indietro si butta di dentro Counterproof su Moncerrati che alza bandiera bianca e viene rallentato da Columbu come già successo a Pisa. Indietro di dieci lunghezze c'è Le Cirque. Duello finale Entente vs Vespro Place. Col figlio di Halling, passato dalle mani dei Satalia a quelle di Bianco, che va all'attacco per colorare di nero l'avversario. Entente però non demorde, attenzione all'interno allo spunto d'arrivo di Kamaran sospinto da Kratochvil, quindi Counterproof e Katros non in condizione di intervenire. Battute finali trionfali per Dominik Pastuszka che centra la terza vittoria stagionale, la prima in carriera per Entente che ricordiamo caduto in modo preoccupante sulla penultima siepe di Pisa nel giorno del debutto in Italia (rimase a terra per qualche secondo). Kamaran, zitto zitto, rimonta e batte bene Vespro Place, per la quarta un finale pazzesco di Le Cirque che finisce a velocità multipla sbarazzandosi di Counterproof sul fil di palo giungendo così a ridosso del podio (recuperate circa dieci lunghezze nel tratto piano ai migliori del lotto). Corsa da evidenziare con tonalità da starlight per questo allievo di Vana sr, ultimo staccato in curva e da seguire attentamente alla prossima.

giovedì 18 febbraio 2016

Speciale GRAN CORSA SIEPI NAZIONALE 2016 e CRITERIUM D'INVERNO


LA BONACCIA FERMA BABOSSO E LA PIOGGIA, MA NON I VANA: PER I MAGHI DEL PARDUBICE E' IL TRE SU TRE NEI GRUPPI UNO DEDICATI AI SIEPISTI ADULTI.

Lo scatto di Roches Cross vale il terzo sigillo dell'allenatore ceko che batte ancora una volta Chiaromonte. Paolo Favero si conferma maestro con i quattro anni, piazzando la sua seconda doppietta stagionale innescata da Tuk-Tuk e confermando il doppio High Master - Solar Focus nel Criterium d'inverno. Pasticcio nell'apertura nel Pardubice: la bonaccia ferma Babosso. 


Il trionfale rientro di ROCHES CROSS
nella Gran Corsa Siepi Nazionale. 
Josef Vana jr intervistato da un Enrico Querci oscurato.
Sullo sfondo il temporale imminente.
(Foto Matteo Mancini).

A cura di Matteo Mancini
Giornata coperta e minaccia continua di pioggia (pioverà solo al momento dello scambio delle coppe della Gran Corsa Siepi Nazionale con Vana che farà cadere il premio) a oscurare la magia del Prato degli Escoli nel giorno più caldo del suo programma ostacolistico. Eloquente la scritta in pennarello nero che intacca il candore del programma appeso nelle bacheche destinate allo sbirciare degli scommettitori: “terreno pesantissimo”. Questa la situazione ambientale che fa da cornice alla tappa finale della riunione pisana, quella in cui vanno in scena il primo Gruppo 1 e il primo Gruppo 2 della stagione, ma anche la prima prova in cross country che da il là al Campionato Italiano Assoluto. Ed è da quest'ultima che inizia il count down, l'ormai tradizionale Premio Pardubice declassato di valore a prova da 1.700 euro al primo. Cinque al via con l'imbattuto binomio Tweety Kash – Marcel Altenburger chiamato a ripetere i fasti di Merano di fine estate, ma anche le buone prove di Grosseto della femmina dimostratasi la reginette dei sotto clou di categoria. Artefice di prova di prova di testa, la femmina dimostra subito grande adattamento al tracciato pisano, rendendo palese certe nostre affermazioni estrinsecate lo scorso anno quando, affidata a Carminati, aveva dato prova di difficoltà alquanto impreviste e imprevedibili. Nelle mani del ceco Altenburger, la figlia di Bonbon Rose non accenna mai ad alcuna difficoltà, neppure quando piega nel passaggio obbligato convergendo dall'esterno all'interno con una traiettoria propensa a favorire un potenziale scarto. In testa fin dal via mena la danza senza grandi difficoltà, macinando i 3.200 metri del tracciato, alleggerito dall'eliminazione della gabbia di siepi (sostituita dalle balle di paglia) e del primo passaggio obbligato che i concorrenti affrontavano dopo il primo salto della siepe mobile, in 3.59.30 (cinque secondi in più della corrispettiva prova del 2015). Favorita netta della prova, ha avuto facile gioco del deludente duo Favero costituito da Uni Light (compito di francobollare la battistrada) e Merguib, dovendo però sudare la vittoria, insidiata in retta d'arrivo da Luca Bonacina. Il bravo gentleman italiano, unico tra i cinque impegnati ad aver preso parte al primo cross country della pista moderna di Pisa (prova del lontano 2008) nonché vincitore dell'edizione 2015, ha però vanificato lo sforzo del redivivo Babosso, 8 a 1, già apparso in ordine a Milano, sbagliando il palo di arrivo nel boato di disapprovazione di svariati scommettitori. Errore minimo, non troppo plateale, ma determinante sul responso finale del campo dato l'arrivo testa a testa tra i due contendenti. Terzo Merguib con Riki Belluco, apparso assai in ritardo rispetto ai suoi standard ma comunque capace di acciuffare un fin troppo stanco Uni Light. Mai in corsa la sudatissima Tiparlo.

Quarta vittoria di fila, nel XXIV Criterium d'Inverno (Gr.2), per Tuk Tuk che ha impressionato più del previsto probabilmente agevolato dal terreno faticoso. L'allievo di Paolo Favero, favorito dei bookmaker, ha battuto il “gemello” compagno di allenamento Keen Move, i due sono praticamente identici e schierati entrambi con il paraocchi integrale, in 4.14.90, contro il 4.15.80 di High Master dello scorso anno marcato con terreno più scorrevole, per la seconda doppietta stagionale dell'allenatore di Sinigo dopo quella ottenuta nella prova inaugurale sempre con un Magog in seconda posizione (Multiplier). Mantenuto costantemente per linee interne da Dominik Pastuszka, che lo montava per la prima volta in corsa, Tuk Tuk ha galoppato in centro gruppo fino all'attacco della piegata finale. Trainato dal duo Rio Apache e Keen Move, subentrato alla battistrada Azamourday prematuramente ceduta alla distanza, ha respinto l'attacco di L'Etacq ed è partito all'inseguimento dei due. Duello a tre prima dell'ultima siepe col duo Favero capace di staccare dal rivale della Milano e inscenare un epilogo a fruste alzate che permetteva a Tuk Tuk di aver facile ragione sul più blasonato vincitore del Berligieri di Milano, scelto anche per questo da Joe Bartos. Tre le lunghezze a separare i due. Da rilevare l'ottimo spunto di arrivo di Scocosita, emersa alla distanza per la quarta moneta. In deciso regresso l'ospite di Tuma Northerly Wind, ceduto a traguardo lontano così come il neo acquisto di Josef Aicher Azamourday, sesta con in sella l'irlandese Gary Derwin al debutto sulla pista. Prova di allenamento per il debuttante in siepi Muffarreh, finito a enorme distacco e mai in gara.
Cavallo importante questo Tuk Tuk, figlio di una cavalla generata da Sadler's Wells scesa in pista in una sola occasione (seconda a Longchamp), acquistato per sole 10.000 sterline da Paolo Favero ma con frequentazioni d'elite in Irlanda con debutto avvenuto per mano di Roche. Già vincitore a Gowran Park in una prova da 8.000 euro scarsi al primo sui 2.400 metri. Un nome che non è di pura fantasia né vuol sottolineare un onomatopeico suono da fumetti, piuttosto il pittoresco taxi del sud-est asiatico, che deve il nome al rumore prodotto dal motore di derivazione motociclistica.
Nipote di una vincitrice in categoria Listed in Francia, a sua volta progenitrice di un plurivincitore in listed race in Francia (Kocab) e nonna di Virtual Game (plurivincitore di Listed in Italia). Non vanta ascendenti specialisti in ostacoli, ma esalta l'eccezionale terza linea materna ancora una volta esplosa in territorio francese con almeno una decina di vincitori in pattern race, tra cui lo stallone Apsis.

Carezze di Dominik Pastuszka
per TUK-TUK
vincitore del Gruppo 2 Criterium d'Inverno
e autore di quattro vittorie consecutive.
(Foto di Matteo Mancini)

Una vittoria a sorpresa nella Gran Corsa Siepi Nazionale dove vince il quinto cavallo del campo, Roches Cross, 8 a 1 la quota finale al totalizzatore per questo otto anni ancora maiden in Italia ma vincitore in Repubblica Ceca e Irlanda con eccelsa carriera in piano esaltata dalla vittoria nel Derby Ceco (Gr.3), nel 2011, non bissato da analoga prova in quello Slovacco (Gr.3) vinto dal terzo classificato del Derby Ceco. Campioncino dunque dal miglio ai 2.400 metri già di proprietà della Jasna, allevato negli stabilimenti irlandesi di J.S. Bolger che già lo scorso anno ha visto trionfare in Italia un certo Solar Focus dominatore tra i quattro anni impegnati sui volumi importanti. Sette corse da due a tre anni condite da cinque vittorie e un secondo posto tutte in categorie d'elite. Il tentativo quindi di sfidare la crema delle pattern race europee. L'approdo in Germania, a Baden-Baden teatro della prima vittoria italiana all'estero nella storia dell'ippica, per provare il Grosser Preis Der Badischen Unternehmer. Gruppo 2 sui 2.200 metri per quattro anni e oltre. Roches Cross è il penultimo cavallo del campo, oltre 30 a 1 la quota. Lo monta l'italiano Porcu ma non riesce a evitare l'ultimo posto, giungendo ben indietro al penultimo classificato. Viene allora ripresentato in Repubblica Ceca dove vince di nuovo, distillando piccole dosi di entusiasmo che portano alla trasferta di Vichy, in terra di Francia, per prendere parte al Prix Jacques De Bremond, listed sul miglio dove partecipa anche un soggetto che ricorda un certo stallone di estrazione Cieffedi (ma di origini francesi): Pareo. Il risultato della pista è ancora deludente, denotando i limiti del soggetto nel confronto internazionale. Al rientro in patria subisce l'ottimo Pegas, del proverbiale doppio Pegas visto il nome della scuderia proprietaria, reduce però da una figuraccia nel Derby Ceco del 2012 corso dopo quattro vittorie consecutive due delle quali marcate in Austria. Corre in piano anche a cinque anni, Vana lo lancia sugli ostacoli solo a sei. Tre corse a Merano che non entusiasmano soprattutto alla luce degli avversari, tra i quali il fratellastro del re del Gran Premio Merano (riferimento ad Alpha Two) Alpha Prim che gli arriva vicinissimo. Roches Cross non riesce a vincere, battuto dai vari Kitano, Persei e Romis (cavalli da discendente al massimo). Viene fermato per un anno, non è dato sapere se per infortunio. Cade al rientro a Velka poi ottiene due vittorie in territorio amico che portano Josef Vana a schierarlo nella Gran Corsa Siepi di Grosseto che affronta con la quota del tre-otto ovvero 8,88 (penultimo cavallo del campo). Corre di testa prendendo anche buon vantaggio. Sulla sua strada c'è però il campione uscente Khalshani, dell'amico-rivale Pavel Tuma, che a un giro dalla fine lo scalza nella leadership imprimendo decisa accelerazione. Roches Cross accusa un cedimento, sembra calare in modo evidente sulla curva finale per poi riproporsi in modo prepotente in retta di arrivo. Cavallo che non muore mai questo Roches Cross, il volo finale gli vale la seconda moneta alle spalle del grigio in odore di doppio e definito “troppo potente” dallo speaker Calchetti.
E dunque un soggetto che a Pisa ha maturato esponenziale miglioramento, confermando però lo stile di corsa. Andato davanti di buona lena, in categoria superiore a quella di Grosseto e in quella che è apparsa, per valori tecnici, una delle più qualitative prove ammirate in ostacoli a Pisa negli ultimi anni. Accompagnato dall'ospite francese Dulce Leo, recente acquisto della scuderia Milano e con un passato glorioso ad Auteuil (vincitore in Gr.2 e piazzato in Gr.1), ha palesato accenni di difficoltà sulla penultima siepe della retta di fronte a quella di arrivo, anticipato dall'atteso trio Sol Invictus, Mentore e Chiaromonte. Costretto quindi a optare per corsia esterna si è riproposto ben gestito da Josef Vana jr, proprio mentre Ale Pollioni su Mentore cercava di operare la fuga a immagine e somiglianza di quella vincente piazzata nella Gran Corsa Siepi di Pisa. Bella reazione di Sol Invictus, il primo degli avversari a partire all'attacco dell'oggetto misterioso preparato da Laura Marinoni, quindi il macchinoso Chiaromonte e fuori quadro, sullo steccato opposto in puro stile Vana, Roches Cross, ancora una volta a disagio sulle accelerazioni avversarie. Invisibile allo speaker che è preso dal “grande campione” a interno pista riferendosi al vincitore uscente Sol Invictus (unico cavallo ad aver preso parte a tutte le edizioni della classica retaggio della Gran Corsa Siepi di Roma), ma minaccia concreta e apprezzabile dal senso della vista sull'ultima siepe. “Attenzione a Roches Cross a largo di tutti!” il grido allarmato del Marannini. Lo scatto del figlio di Danemarque, secco e deciso come un colpo inferto sull'incrinatura di un vaso, con Chiaromonte a traino sospinto da "Django Reinhardt" sull'ottimo Sol Invictus, penalizzato dal terreno, e uno stratosferico Mentore che si conferma in categoria massima dopo un passato da comparsa nei sotto clou. Quinto un atteso Soros, eroe nel teatro del Velka di Pardubice, ma ancora non al meglio per l'interpretazione di Jan Kratochvil. “L'ombra e la firma di Vania sulla corsa” la cesellatura da artista di Marannini per il doppio Josef Vana, senior e junior in formato sei e sei per non pagare i diritti d'autore alle pizzerie livornesi. Il tempo è di quattro secondi inferiore alla corrispettiva prova del 2015, che si dilata se si considera il fondo maggiormente faticoso. Apprezzabile il parallelo con la prima edizione, quella vinta da Y me Rebelo, su terreno morbido con cronometro stoppato sul 4.52.60 contro il 4.54.90 di Roches Cross. Tempo comunque alto se si va a spulciare nei ragguagli offerti dalla Gran Corsa Siepi di Pisa, quando si correva sulla distanza dei 4.000 metri. Quindici edizioni dove, tra i vincitori, il solo Asselin, della Razza Dormello Olgiata, ha marcato un tempo superiore a quello di Roches Cross. Forniamo il dato per dovere di cronaca. Il record della pista, lo ricordiamo, resta del localissimo Almuhtaram, presentato dalla mosca atomica, col pazzesco 4.17.10 che costrinse alla resa l'eterno secondo Waterstone nel lontano 2001.

Passaggio davanti alle tribune della GRAN CORSA SIEPI NAZIONALE

da sx a dx RELCO SUD OVEST, CHIAROMONTE, MENTORE

e sullo sfondo Davide Satalia su FROLON

(Foto Simone Soldani).


Genealogia interessante per Roches Cross, ma non sul versante ostacolistico. Il padre Whipper, sangue di Sadler's Wells e Mr Prospector nelle vene, non particolarmente fortunato nei risultati italiani (si ricorda Oro di Pisa e il musicale Miritorninmente) non ha fornito nessun altro figlio che si sia distinto in siepi in Italia. Desta curiosità il fatto che si tratti del fratello pieno di Whip Storm stralciato da Kylach me if U Can nel Portiere di Notte di Siracusa mesi fa, a tal riguardo sottolineiamo l'intervenuta centesima vittoria di Anthony Mark Cuschieri proprio con questo cavalo come avevamo suggerito nell'articolo omaggio al proprietario maltese. Whipper e Danemarque l'unione ripetuta più volte da Bolger, che non ha a che fare col Bolgheri di provenienza Chiaromonte. Cavalla addirittura australiana da Danehill e da una figlia di High Top. Ha corso anonimamente in piano in territorio australe senza eccellere in razza. Whip Rule il miglior prodotto, fratello anche questo pieno di Roches Cross, secondo nel Golden Fleece di Leopardstown, Listed Race. Nobiliare la seconda linea materna offerta da Circus Ring, vincitrice di Gruppo 2 a York e progenitrice di numerose fattrici che hanno a loro volta generato dei campioncini come il piazzato nella Gold Cup di Ascot Pole Star, o la conosciuta in Italia Far Hope piuttosto che l'eletta miglior tre anni australiana Serenade Rose, plurivincitrice in gruppo 1. Nipote di Circus Ring anche lo stallone americano Brave Act. Quindi una linea internazionale a tutti gli effetti che comprende vincitori in Grecia, Spagna e Hong Kong, oltre che negli Stati Uniti, Australia ed Europa.
Ennesima dimostrazione di classe sopraffina per Josef Vana sr, magistrale con i cinque anni e oltre reduci da periodi di appannamento. Dopo aver vinto la Gran Corsa Siepi di Merano 2015 e la Gran Corsa Siepi di Milano 2015, cambiando sempre cavallo, vince a ruota l'ex Gran Corsa Siepi di Roma, tutti Gruppi Uno infliggendo il tre a zero a Chiaromonte e Sol Invictus, abbonati nella categoria, fallendo col solo Taquari nell'unica prova concessa all'allievo di Ilenia Nero, comunque esemplare con il quarto piazzamento utile su quattro in Gruppo 1. Elogio poi per il ritornato protagonista Sol Invictus, pessimo nella Gran Corsa Siepi di Pisa, e soprattutto per lo statuario Mentore. Malissimo Dulce Leo, controfavorito della prova e naufragato a traguardo lontano, e in modo particolare Frolon passato nella mani dei Satalia e mai in corsa con pazzesca quota di 46 a 1 (mai neppure sfiorata in tutta la carriera) dovuta in parte al rientro ma forse e soprattutto agli scarsi risultati fin qui ottenuti, in termini di riscossione scommesse, dagli allievi di Satalia. Peraltro cavallo presentato al tondino con una curiosa crema similar creta spalmata sulle zampe posteriori. Opaco anche Relco sud Ovest che paga il salto di categoria e non ha trovato le coordinate giuste per far risultato al cospetto dei grandi di specialità.


Se la ride come un matto LUCA BONACINA
in sella a BABOSSO forse divertito da una barzelletta
del groom. Non faranno altrettanto coloro che scommetteranno
sul cavallo dato l'epilogo da risate per i Romano.
(Foto Matteo Mancini).


LE STATISTICHE DELLA RIUNIONE PISANA 2016
Stagione ostacolistica molto più combattuta rispetto al corrispettivo inizio datato 2015. Due giornate in meno concesse a Pisa per un totale di 14 corse contro le 20 dello scorso anno. Paolo Favero si conferma ad alto livello tra i quattro anni, dove centra le sue due sole doppiette di stagione, ma subisce tra gli anziani. L'allenatore di Sinigo vede svanire le speranze di vittoria nella Gran Corsa Siepi di Pisa e nella Gran Corsa Siepi Nazionale dove non va oltre ai terzi posti di Monello e Sol Invictus. Partecipa a tutte le corse in programma, ma ne vince "appena" sei (contro le 17 del 2015), quattro delle quali tra i quattro anni. A incidere sul risultato uno Josef Vana sr subito arrembante (tre vittorie, con un +2 rispetto allo scorso anno), ma soprattutto un'inflessione nel numero degli allievi schierati. Il plotone fucsia è calato di dieci unità (21 pedine anziché 31) per un totale del 30% tra tutti quelli scesi in pista (69 in luogo degli 81 dello scorso anno), otto punti in meno in termine di percentuali. Numeri che hanno così portato a salire il numero degli allenatori vincenti: sette contro i quattro del 2015 tra i quali è da escludere Eros Ostanel (non apparso nel 2016, se non al tondino).
Favero è già sulla soglia dei 90.000 euro di vincite conquistate dai propri allievi, lo segue a 45.000 euro circa Vana poi il vuoto con la sorprendente Laura Marinoni in terza posizione in virtù della vittoria nella Gran Corsa Siepi di Pisa dove si è verificata la prima accoppiata al femminile (seconda Ilenia Nero, quarta nella generale pur senza aver vinto una corsa) nella storia dell'ostacolismo italiano. Ancora una volta a rilento la partenza di Raffaele Romano, considerato il volume di fuoco (secondo solo a Favero), peraltro sfortunato in sella e costretto a subire un intervento chirurgico.

Tuk Tuk, a sorpresa ma non troppo, ad onor del (fa)vero, è stato il dominatore della riunione. Il quattro anni da Sinndar, colori di Paolo "prezzemolo" Favero, è l'unico ad aver vinto più di una corsa. Il baio, una copia estetica di Keen Move (i due una goccia d'acqua), si è reso protagonista di una tripletta (come Sol invictus lo scorso anno), aggiudicandosi la Corsa Siepi dei 4 Anni (Lr) e il Criterium d'Autunno (Gr.2) per un totale di 36.550 euro a fronte delle 10.000 sterline di spesa per l'acquisto. Da rivedere in quel di Milano dove entrerà nel vivo la stagione dei quattro anni, attesi al rientro i top Triple Pursuit, Panther Cat e Silver Tango.

La rivelazione della riunione, senza ombra di dubbio, è stata Mentore. In pista tre volte, il baio oscuro dalla mole gigante ha dominato la Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3), vincendo così la sua prima corsa in carriera, e si è confermato nella più probante Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1) chiusa al quarto posto dopo tentativo di fuga per la vittoria. L'allievo di Laura Marinoni si segnala così come il terzo cavallo più vincente di inizio riunione, battuto da Roches Cross (vincitore del primo Gruppo 1 della stagione) e dal citato Tuk Tuk. Al quarto posto nella HIT PARADE si conferma Chiaromonte che ha colto il quarto piazzamento utile su quattro in un Gruppo 1, ricamando il proprio curriculum con due posti d'onore nelle due prove principali della stagione pisana. In ritardo Sol Invictus che si è comunque parzialmente riscattato con un discreto terzo posto nel Gruppo 1, ma ha visto salire a 6 a 4 il confronto diretto con lo storico rivale di Ilenia Nero. Da segnalare infine la vittoria di Sbarazzino nel primo steeple chase della stagione riservato ai quattro anni.

La rivelazione MENTORE
vincitore della GRAN CORSA SIEPI DI PISA
(Foto Matteo Mancini).

Tra i fantini Joe Bartos si conferma il frustino d'oro, ma anche per lui cala vertiginosamente il numero delle vittorie. Quattro centri, anziche nove, con doppio vantaggio sul trio Ale Pollioni, Jan Kratochvil e Dominik Pastuszka. In ritardo Josef Vana jr salito in sella due sole volte, causa postumi di un infortuinio, ma subito vincente nel main event. A segno anche Davide Columbu ed Emmanuel Reinhardt. Saltato per overbooking il debutto in Italia di Marc-Antoine Billard.

Corse abbastanza tranquille con appena sei cadute che hanno visto protagonisti, due volte a testa, Ivan Cherchi ed Emmanuel Reinhardt. Caduta anche per la giovane Michaela Vitkova, unica fantina del gentil sesso apparsa in una sola prova con la prestigiosa giubba della Razza Montalbano. Di Mentore la vittoria più netta, nove lunghezze di margine su un certo Chiaromonte, e a maggior quota (23 a 1). Esibizione di forza anche per Burgundy Ball in una prova di contorno (e alla prima vittoria in carriera), sotto un autentico nubifragio, con sette lunghezze rifilate a Moqorro e resto della compagnia, a partire dalla positiva Andrea Doria (capace di battere poi Relco Sud Ovest su terreno più scorrevole), dato per "lontano". Vittoria a sorpresa poi per Crack Chichi, oltre 4 a 1 piazzato, in uno steeple discendente da 6.375 euro al primo, somma che il grigio, otto anni, non incamerava dal 2012.

Tra gli allevatori italiani, colpaccio della Soc. Ag. Al. Deni che grazie ai piazzamenti di Rio Apache (terzo nella Gran Corsa Siepi dei 4 anni e nel Criterium d'Inverno) ha guadagnato oltre 10.000 euro, niente male davvero, tanto da distanziare la Razza Dormello Olgiata di oltre 6.000 euro nonostante i quattro prodotti schierati in pista (unico allevatore ad aver visto scendere più di un proprio cavallo).

Altemburger tra i gentleman a centrare l'unica prova dedicata ai dilettanti, complice l'erroraccio di Luca Bonacina nel percepire il palo. Riccardo Belluco e Pavel Peprna costretti all'inseguimento.

Quarantadue proprietari rappresentati in pista, dominio però del solito fucsia integrale di Paolo Favero. Sei vittorie, praticamente tutte quelle riportate da allenatore, per un totale di 65.000 euro abbondanti di vincite. Tredici corse disputate, ha saltato la sola Gran Corsa Siepi Nazionale, dieci delle quali con più cavalli in pista (cinque volte due e altre cinque tre). Lo insegue la Jasna, apparsa solo nel Gruppo 1 vinto da Roches Cross, quindi la Magog, ancora all'asciutto di vittorie, apparsa in otto corse, usufruendo di cinque cavalli (secondo volume di fuoco, un soggetto in più rispetto a Christian Ghiotti), e piazzatesi sette volte per un totale di appena 20.000 euro di introiti. Seguono Gabriele Amato, Scuderia Milano e Ghiotti. Nessuno, a parte Favero, ha vinto più di una corsa. 

Sinndar è l'unico stallone ad aver visto trionfare più volte un proprio prodotto (Tuk Tuk), Mujahid e Azamour sono invece gli stalloni che hanno avuto più prodotti in pista con tre soggetti a testa. Due anche per Strategic Prince, Manduro, Aussie Rules e Red Rocks. Sessantuno in classifica, conducono i padri dei vincitori nei gran premi: Sindarr (36.550 euro di vincite) davanti a Whipper (25.500 euro), Doyen e Domedriver.
Dominio assoluto invece per Sadler's Wells tra i padri della fattrici. Sono state quattro le vittorie del celebre stallone in questa particolare classifica, frutto dei successi dei due nipoti scesi in pista. Seguono dieci stalloni con una vittoria.

Secondo passaggio davanti alle tribune del 
CRITERIUM D'INVERNO
conduce Rio Apache.
(Foto di Matteo Mancini)

sabato 6 febbraio 2016

NAPOLI E SIRACUSA, speciale ex ostacolisti


GLI OMAGGI AL TEMPIO DELL'OSTACOLISMO MONDIALE VENGON DAL PROFONDO SUD, COSì COME L'OMAGGIO ALLA TOSCANA

Napoli getta un occhio oltremanica ricordando le fence di Aintree, per Siracusa è vera passione Toscana. Per gli amanti delle statistiche: Bossa e Diana confezionano il 3 a 3, con la concessionaria Chimax a emularli in un epilogo da Starting Grid.

A cura di Matteo Mancini.

NUMBERSIXVALVERDE
vincitore del GRAND NATIONAL DI AINTREE
col copyright quasi omonino del proprietario di POLONSKI
vincitore dell'ultimo PALIO DI SIENA.
(Gettyimages.com)

A Cura di MATTEO MANCINI.

Week-end dedicato agli ippodromi del profondo sud che si apre con il responso negativo circa le analisi condotte sul cavallo Golden Down tese a verificare l'eventuale somministrazione di prodotti ritenuti dopanti. Il cavallo, lo ricordiamo, è deceduto a seguito di un'emorragia durante il palio di Buti disputato per i colori della contrada di San Rocco nella domenica di San Antonio Abate. L'esito delle analisi, condotte nei laboratori certificati di Settimo Milanese, ha escluso ogni pratica finalizzata ad alterare le prestazioni del cavallo ponendo così fine al mare di polemiche sollevatesi nel dopo batteria, finale peraltro non disputata anche per il sopraggiungere dell'oscurità, alimentate dagli articoli di giornali dai titoli roboanti, ma soprattutto dalle impressioni a caldo rilasciate da personaggi poco avvezzi al mondo dell'ippica. Quanto sopra per dovere di cronaca e rispetto per proprietari, comune di Buti e contradaioli, passiamo allora agli omaggi a Napoli e a Siracusa, con corse disputatesi sabato scorso.

Omaggi all'ostacolismo d'elite sulla pista partenopea che le siepi non le vede ormai da anni, scelta quest'ultima decisamente squilibrata a favore degli ippodromi del nord. Al momento, infatti, Grosseto costituisce il confine dell'ostacolismo europeo oltre il quale non è possibile incontrare prove dedicate a siepisti. Ecco allora che la giornata dedicata dall'impianto d'Agnano assume valenza speciale nel suo scrutare altrove e nel suo voler rendere omaggio a un mondo apparentemente lontano a quello della pista. Ricordiamo, peraltro, l'omaggio anche al Palio di Siena reso da Napoli alcune settimane fa con vari premi intitolati ai più importanti fantini di piazza del campo. E attenzione a Siena, perché a Siracusa si corre in giornata proprio il premio dedicato alla città toscana. Procediamo però con ordine da Napoli. In scena lo "speciale Aintree" col fiore all'occhiello costituito dall'ultima corsa del convegno, dedicata proprio all'ippodromo della periferia di Liverpool dove ogni anno si rinnova il rito del Grand National ovvero la più impegnativa e massacrante prova mondiale sui salti. Una mattanza capace di elevare i vincitori in puri eroi nel suo distendersi per 7.200 metri del tracciato inglese. Prima però della chiusura della giornata previsti anche i premi dedicati ad alcuni miti della prova. Si parte dal The Lamb (il primo cavallo grigio a vincere il Grand National) per proseguire col Numbersixvalverde, Mon Mome Don't Push It, rispettivamente i vincitori delle edizioni 2006, 2009 e 2010. Da rilevare, peraltro, che Mon Mome non era neppure un purosangue inglese, bensi un Autre que pur sang.

Partiamo con la cronaca eccezionale del Numbersixvalverde giusto per collegarsi dalla premessa Golden Down, erroneamente scritto dai giornalisti locali Golden Dawn, alla prova che ha visto vincere per la settima volta in carriera l'ex ostacolista Zaiman, il migliore tra quelli rimandati in piano nel 2015, a Siracusa, con corsa oscurata, per la seconda volta che ha visto trionfare questo grigio, dal portale di ippica.biz che ha pubblicato al suo posto una trottata di Palermo con vittoria di Tempra Breed, numero quattro, sul numero uno di The Best e allora noi, per parallelismo, ci orientiamo con il programma da GRAND NATIONAL in scena a NAPOLI con la cronaca da Ippicaostacoli.. Premio Numbersixvalverde dove in pista c'è la traduzione di quel Golden Dawn erroneamente scritto dai giornalisti.

2.000 metri, handicap per femmine... Partenza subito veloce con tre concorrenti che vogliono prendere la testa delle operazioni. E' Pilot per i colori Chimax che vuol stampare il miglior parziale in vista della Starting Grid finale in omaggio Aintree. Germano Marcelli, quello che ha vinto con un coast to coast con Armano Brown, però si lascia sfilare da Tubinga che sfonda a largo di tutti ben controllata da Porcu. Lady Kikka e Bridge Arabrab su una linea con lo Chimax, in coda, a distacco, Albadorata, col numero quattro, controlla tutti da lontano con fare tattico e nel ruolo che compete al favorito della corsa. 
Inquadratura frontale in campo lunghissimo con i cinque concorrenti che gradatamente si avvicinano verso l'obiettivo, lascandosi alle spalle una nube di polvere alzata dai fondali della pista. Niente di rilievo quando si piega verso la dirittura di arrivo, un'eternità per le dimensioni di Agnano. 
La rappresentante de Il pirata funambolo ancora a solcare nel verde mare della pista grande partenopea, cerca di mostrarsi ai fianchi la sagoma candida di Lady Kikka che Mezzatesta, celebre incontro ravvicinato quando vinse con un altro grigio in quel di Pisa, porta ai fianchi del leader. Pilot in scia al battistrada, più di fuori Bridge Arabrab trattenuta dall'interprete e in coda sempre Albadorata in giubba gialla e verde.
Prima delle intersezione delle piste c'è già lavoro per Porcu che deve spingere, Mezzatesta è minaccioso ai fianchi ancora ben in mano. Muove deciso anche Marcelli su Pilot in corda, all'esterno Bridge e in coda ancora Albadorata. Allunga decisa Tubinga, ma all'esterno perviene Bridge Arabrab con a rimorchio Albadorata. E' presto lotta a tre, con Tubinga in corda che comincia a vedere le luci accedersi davanti agli occhi... Bridge Arabrab a centropista e più all'esterno il volo di Albadorata. Ai ducento finali. Bridge Arabrab e Albadorata ingaggiano duello serrato... I numeri sono quelli di PALERMO della corsa di Zaiman censurata... Il quattro contro l'uno ma a ruoli invertiti...Albadorata, in altra lingua Golden Dawn, va su Bridge Arabrab e lo speaker non può che dire: "Albadorata di forza, prevale!" Quattro uno... come per la prova di Palermo che i poco attenti gestori di ippica.biz han deciso di montare al posto della vittoria di ZAIMAN. Poi Tubinga e Pilot...

E allora terza vittoria per il cavallo affidato a monsiuer Diana per il training del signor Bietolini, un prodotto della Capriccioli allevato e di proprietà del piccolo proprietario FRANCESCO DI LENA che ha debuttato da allevatore con una tale Moruccia nel luglio del 2007, roba da bagnine di Bay Watch dove e c'era anche l'ALBERO DI GIUDA, peraltro la ricordiamo schierata in un Bracci Torsi con la Yacht Woman beffata alla maniera di Andrea Doria nella siepi di giovedì scorso a Pisa. Colori invece molto più antichi. Carriera ultraventennale, la prima vittoria con Bateau Ball, nel giugno del 1994. Il premio più importante vinto è prerogativa registi di Batman, con Burton: 8.500 euro in una seconda maiden milanese. Soggetto quest'ultimo schierato anche in siepi, a Pisa, nella CORSA SIEPI DEI QUATTRO ANNI vinta dal nemico giurato di Dylan Dog: l'Allegri con Manacerace. Il sogno poi Ramitelli, vincitore di ottime condizionate (tra cui il PALMIERI, prova massacrante con 21 partenti col motoristico Final Lap stampato sul cronometro di un muso, nel classico urlo figlio delle vittorie più belle) e schierato in pattern race. L'incontro col giovane SOL INVICTUS nella debuttante intitolata a SUPERMAN, vittoria per il Dragoppo, il futuro campione delle siepi terzo, Di Lena settimo con Tierra del Aqua.
Il resto è storia recente...Albadorata nipote della CASA GIALLA (Jeune Home), 26 corse in carriera, con un inizio promettente. Il debutto vincente in una prova alle Cascine dal sapore livornese: Il Premio 4 Mori con tanto di Ballando al Buio per festeggiare con gli Stadio in bellabarba a Il Presuntuoso che è solo terzo, tra loro anche il futuro siepista dell'avvocato Schileo, quella del Dylan Dog, con il Bardo che cavalca le onde. Quindi la vittoria sfiorata nel Barcellona ad appena una testa da A Zampe Levate fino all'apice costituito dalla vittoria nel San Gennaro a tre anni, Handicap Principale da 9.350 euro, sfangando i 1800 metri, resi collosi dalle frequenti piogge, in 1.55.50 per gli amanti del trotto... Ancora un secondo posto in Handicap Principale, questa volta da 11.900 euro al primo, in quel di Roma, nel Pr.Perretti. Quindi una serie di non piazzamenti, complici ingaggi ardui persino in pattern race. L'infortunio a metà 2015, il rientro a dicembre con una vittoria, quella di oggi dedicata a un saltatore del GRAND NATIONAL, che mancava da due anni. E allora un plauso ad ALBADORATA e al suo entourage, cinque anni da Intikhab e da una femmina che è un'accozzaglia di colori (il giallo e il celeste, scuola delfini ma del mondo delle fiabe dato che il celeste è GRIMM) nipote del padre di quel MASTER scuola NERINO CAPON ricordato già oggi nelle cronache in diretta su facebook.

Doppio Basile invece nelle prime due corse in programma, ex fantino in ostacoli lo ricordiamo. Itinere e Senza Sudore i due vincitori, rispettivamente del 4 Miglia, 770 yard (la distanza coperta dal Grand National, ndr) e del The Lamb. Prima vittoria in carriera per il primo portacolori Chimax ad andare a segno in giornata sui 1.000 metri riservati ai tre anni. Vittoria di una testa su Bushalem e sul più quotato compagno di colori Chassis. I tre a giocarsela dopo buono spunto iniziale di Shadow of Line. Da segnalare il leggero scarto verso l'interno di Chassis, proteso all'esterno del trio e da seguire per la prossima.
Ancora 1.000 metri alla seconda, questa volta per adulti e in categoria vendere, e ancora un rapporto di scuderia per Basile. Questa volta a far compagnia al vincitore è El Panzer, un tardivo esponente (ha debuttato alla soglia dei quattro anni) allevato dalla famiglia Ponti che ne è anche il proprietario. E' un prodotto invece della famiglia Agrestini il vincitore che è legata all'allenatore del duo che scende in pista con il grado di favorito netto (1,37 al totalizzatore nazionale).  Soluzione di forza per Senza Sudore autore di una passeggiata da un capo all'altro. No Bull Baby e Apple Cream a completare il marcatore con posizioni mai in discussione. Scendeva di categoria Senza Sudore, schierato in tempi non lontani anche nell'ultimo Premio Capannelle, corsa che ha visto vincere e poi piazzarsi secondo in una successiva edizione Golden Down. Gli scommettitori non avevan dubbi e ne han avuto dimostrazione netta.

Dopo una vittoria a testa per Germano Marcelli e Manuel Porcu, entrambi per i colori Chimax, rispettivamente nel Seven years old and up (che indica i requisiti relativi agli anni che devono avere i cavalli per esser schierati nel National) e nel Mon Mome, con Dreamlifter (seconda vittoria in carriera) e il maiden Black Trudi, Samuele Diana aggancia Basile e lo batte per tre a due con una Starting Grid da urlo ad Aintree. Vediamo la cronaca di quest'ultima corsa, preceduta dal successo di Try Moon, reduce dal terzo posto nel Premio Aceto corso però da favorito,  nel Don't Push it che sembra quasi voler scherzare, in chiave ironia inglese, dato che dopo andrà in scena la Starting Grid. In quest'ultima corsa da rilevare il terzo posto, 40 a 1, dell'ex siepista Maratory ovvero la cavallina più volte impegnata in ostacoli nella riunione ostacolistica pisana del 2015. La femmina, passata sotto i colori del signor Di Corinto dopo aver perso il contatto con la Scala, ha seguito fin dal via il battistrada Liberiscatti, nella prova dalla maggiore distanza della giornata con i suoi 2.600 metri, e ha cercato di giocarsi la vittoria fino ai cento metri finali. Nulla da fare però al cospetto di Try Moon e Sibsagar emersi a centropista. Passiamo ora all'ultima prova della giornata. Handicap di minima, 1.500 metri per questo Premio Aintree, quattro anni e oltre. Partiti. Si corre sotto la luce dei riflettori. Vanno davanti in tre, si tratta di Callittis, Complicated Theme e Kalispera. Solo ques'ultima dimostra di possedere stamina all'ingresso in dirittura. Francesco Dettori la lancia in fuga, ma dal gruppo esce fuori il fucsia di Starting Grid che piuttosto facilmente supera l'avversario e va a vincere di due lunghezze e mezzo. Per la terza Key to your Heart regola la compagnia. Quarto finisce bene alla distanza Ragtimeband. 
Starting Grid, colori storici di Giovanni Matrullo, quinto successo in carriera. Un inizio promettente di attività, per questa quattro anni di importazione irlandese. La vittoria subito al debutto a due anni a Napoli, il quinto posto nel Criterium Partenopeo e la vittoria quasi da 10.000 euro nel Memorial Artina. Poi un infortunio e il declassamento a vendere e handicap di minima.

GOLDEN DOWN
Vincitore del Pr. CAPANNELLE
nell'ultima apparizione a Buti e con colori storici.
(Foto Matteo Mancini).

La cronaca sperimentale della giornata corse di Siracusa con premi interamente dedicati alla toscana limitrofa a Siena e alla città del palio per eccellenza.
Così abbiam commentato "in diretta" le corse da facebook, scherzando un po' e giocando a una sorta di tutto il nitrito minuto per minuto. 

"Attenzione scusa, prendo la linea dal Mediterraneo perché questa giornata in salsa toscana ha tutte le premesse per essere ricordata. Subito un risultato a sorpresa alla prima. 2.100 metri che non si schioderanno dalla memoria del vincitore. Nel Pontassievie, a parte il toscano mancato, complice un refuso, Pistonesi (quota paragonabile al più alto voto rilasciato in un esame universitario), vince l'ultimo soggetto del campo, di proprietà di un ridente Leonardi (Salvatore), ma soprattutto si registra la PRIMA VITTORIA IN CARRIERA per SORIN MOLDOVEANU. Per Moldoveanu, classe "un'estate all'italiana" essendo nato nel 1991, una vittoria da Hateful Eight essendo alla sua ottava uscita in carriera, fino a oggi un solo piazzamento nella Margherita chissà se scuola coniuge della conduttrice di forum, non è dato sapere... complimenti allora dalla redazione. Dal Mediterraneo un super coro, 3.300 la dotazione... non avevamo dato il nome del vincitore, lo diamo ora per i meno attenti, Super Coral, che torna a vincere dopo un'astinenza di due anni abbondanti, per questo fratellastro di Gilberto, non il Lord scuola Bianchi, piuttosto un vincitore a Leopardstown e da Leonardi a Leopardstown la costante è da re della foresta, linea allo studio con una fuga per la vittoria andata a buon fine ai danni di Deister e Tab Bien. A voi per la seconda.

La seconda non è vedibile su ippica.biz, come avevamo già indicato, per un macroscopico errore di regia. Vince comunque il pupillo del blog, dato peraltro su facebook nel giorno precedente dallo scrivente, stiamo parlando di Zaiman. L'acuto del figlio di Oratorio, il settimo in meno di dodici mesi, vale il primo sigillo in carriera per i recenti colori della signora Beatrice Pruiti Ciarello. Battuto di una abbondante il favorito La Chica Sensual. Non pervenuto l'atteso Kastini, rallentato a traguardo ancora lontano.

"Attenzione scusa, intervengo dal Mediterraneo, colori del cross country a trionfare agli antipodi di Merano... Il premio è la Sinalunga, prova per 3 anni, 1900 metri nel segno del Nerino, il Capon, proprietario del Master estrazione Maracanà, ha operato rimonta decisa all'inseguimento del tattico Formica su Teatro Greco fatto rifiatare prima della curva finale e superato da tre rivali ma capace di artigliare un quarto con recupero importante all'epilogo. Però davvero applausi per Box on Fire di Mark Anthony Cuschieri artefice di grande corsa, penultimo cavallo del campo, ma battagliero alla grande col fido Cannella in tardivo recupero esterno cadenzato da falcate da vincitore morale... Testa tra i due sul palo, con la centesima vittoria rinviata del Maltese volante, mentre chiude ultimo l'omonimo del cavallo che correva i cross, il Chirone, mai in corsa. Per il vincitore, di cui ricordiamo anche gli storici compagni di colore Ile de Paris e Amaly, Acrisio, prima vittoria in carriera. 3,48 piazzato Box on Fire è una grande quota da noi suggerita nel pregara con tanto di musiche di Hearts on Fire per chi vuol festeggiare con un Cafferty. E dalla postazione centrale è tutto...

Sopran d'oro si aggiudica il PREMIO SIENA dove mister one hundred è ancora buon secondo per una piazza, non quella del Campo dato il nome del premio, bensì del totalizzatore, che frutta qualche spicciolo essendo Derrochadora il favorito della prova. Una vittoria che sa di favola per questo Sopran, che non vinceva da quattro anni complice un'assenza di pari anni dalle piste. Una ripresa eccezionale operata dall'ex fantino Restuccia che certamente sarà fonte di special da parte della trasmissione Canter, un giusto omaggio per elogiare il recupero di un cavallo che sarebbe potuto sembrare finito... Ma attenzione, ancora un "buona la prima" perché il coast to coast di Sopran d'oro, in testa fin dal primo dei 1.100 di gara, garantisce la prima vittoria in carriera per il proprietario Calantropo Melchiorre, in pista nella giornata anche con Agent Hunt, roba da Ron Howard date certe risultanze dell'Aintree anche se più in linea col nuovo film di Tarantino nelle sale dal quattro febbraio, essendo quella dell'agente l'ottava corsa nella storia di Calantropo dunque atmosfere da Hateful Eight come i pretendenti del Premio Siena il cui responso della pista pare volere offrire un tributo alle 17 contrade di Piazza del campo, mandando infatti a riscuotere a buona quota (23 a 1) coloro che hanno scommesso sui numeri 1 e 7 in accoppiata secca.
Per gli amanti delle cronache tutto facile per Federico Bossa che ha gestito con superiorità Sopran d'Oro, avendo facile ragione su Great Sligo, brillante all'interno, ma poi battuto dal ritorno del top weight Derrochadora  piuttosto duro a trovare l'azione giusta sullo steccato opposto. 

Si, scusa studio... Prende la linea il campo principale del Mediterraneo in quello che potremmo definire il quarto d'ora del secondo tempo. Ostilità riprese all'insegna dei pezzi grossi, vince il Montepulciano, periferia senese dove fanno buono pure il vino, colui che accetta le sfide, che non incarna tuttavia la figura del bookmaker ovvero dello scrittore, piuttosto del cavallo che la Soc. All. da Clodia di Roma, appassionatissima di mezzosangue peraltro, ha pensato bene di dirottare a Siracusa in luogo della trasferta a Cagnes-sur-Mer che ha visto protagonisti due rampolli alle cure di Bietolini, che ricordiamo vincitore nella GRAN CORSA SIEPI DI PISA del pazzesco parimerito al primo. Per loro la prima vittoria stagionale, nella seconda corsa per importanza del montepremi della riunione. Battuto un ex  giacca fucsia scuola Paolo Favero che si sta dimostrando in forte recupero, stiam parlando di Comet Gray bruciato sul palo da Andreino qualche settimana fa dopo tentativo di fuga in curva. Oggi, per il grigio, cento metri in più per andare a casa, schema di gara ancor più deciso nel cercare la fuga da lontano e onore di aprire la scala della perizia con 63 chili sul groppone. Troppi per il portacolori della Golia, ancora una volta stampato a pochi metri dal palo da una progressione eccezionale di Challengeaccept, ma con la convinzione di poter rinnovare, nell'immediato futuro, la sfida all'avversario. Terzo, a distacco, Lady Tari. Quote popolari in favore degli scommettitori che hanno azzeccato la combinazione giusta.

FEDERICO BOSSA, qua con giubba ROMEO
protagonista assoluto nella riunione siciliana 
grazie a 3 vittorie e 3 piazzamenti sui sei ingaggi.
(Foto di repertorio di MATTEO MANCINI).


Idomeneo, scusa... Idomeneooooo per il raddoppio del Bossa. Il sauro risolve in mischia dopo una sfuriata sul miglio, è un muso non truccato a prevalere nella contesa sulla ex catanese Madame Mascara... si festeggia nella periferia di Pisa con I Mandorli in fiore del signor ideatore di Delium e dell'eccelso ostacolista Tergeste (cavallo allevato dal signor Bardi di Peccioli)... Per i piazzisti l'ottima quota, con vincita anche per chi abbia scelto il classico cinque e cinque, offerta da Pretzel Logic di Cuschieri che vale il 2,78 piazzato, molto appetibile e gustoso direi, per il triplo piazzato a seguire di giornata del maltese con la certezza della doppia manita moltiplicato dieci da conseguire la settimana prossima... Non pervenuto il favorito Ipse Fecit Nos, per questo Monteriggioni con dotazione alla soglia dei 10.000 euro.
Dunque vittoria per i colori di Salvatore Giuliano, piccolo proprietario che ha debuttato subito vincendo nel 2003 alla prima uscita con Forever She, a Siracusa, nel Pr. Duomo. Attualmente Idomeneo, tre anni da Daggers Drawn (stallone operante negli stabilimenti dell'Allevamento I Mandorli, di Peccioli, provincia di Pisa), è l'unico cavallo attivo di cui sia in possesso. Molto positivo in Sicilia, ha tentato, vanamente, la scalata prendendo parte per epifania al Premio Sicilia (Handicap Principale) che ha corso da controfavorito senza però piazzarsi. Quest'oggi ha centrato  la terza vittoria in carriera dopo aver vinto la prima in categoria vendere.

La chisura di giornata è all'insegna dei premi d'elite (come quello che Morricone spera di strappare con le musiche di Hateful Eight) grazie al The Noble offerto da Giuseppe Cannarella con cui Federico Bossa chiude a tre il confronto con gli avversari e risolve la pratica Pienza (altra attrattiva turistica toscana tra Siena e Amiata) regolando di un'incollatura il controfavorito Grey Bet. Polar Game a completare la terna. Bossa un nome in chiave femminile che ricorda uno stallone che in Sicilia ha vissuto per anni, negli stabilimenti del signor Ierna, ovvero quel BOSSO che alla redazione fa subito saltare in mente una certa Arte Magica legata a una famiglia scuola Lady M.

Chiudiamo l'articolo con una corsa di giovedì scorso, il San Matteo di Pisa, prova collocata nel cuore di tre corse in ostacoli. Ho assistito di persona a questa prova, la più bella della giornata ad avviso di chi scrive per la vittoria senza possibilità di repliche da parte del vincitore. Ero appostato lungo lo steccato poco dopo il palo, dove poi ho assistito allo strano infortunio occorso a Raffaele Romano che, alla quarta corsa, ha sbattutto contro lo steccato della piegata di fondo in sella all'unico cavallo di proprietà di uno dei più celebri mossieri ricordati al Palio di Siena (il marchese Guglielmi di Grosseto). Scontro apparentemente di scarso conto, nonostante lo schiocco ben percepibile dal bordo pista, ma che pare esser costata al fantino bresciano la frattura del perone e altre complicazioni sanitarie (questo secondo alcune voci ufficiose, di certo qualcuno, al rientro dei cavalli, è stato trasportato fuori ippodromo con ambulanza). La seconda prova è stata invece preceduta da un tenero siparietto, che mi ha fatto andare indietro nel tempo per immedesimazione personale, tra un nonno e un piccolo bambino intento a scrutare il monitor gigante con i cavalli dietro le gabbie pronti a entrare. "Nonno, ci torniamo un'altra volta...? Io ci vengo volentieri" la voce del piccolo. E il nonno, con calma e coccole: «Vediamo, se fa bel tempo ti ci riporto, guarda quello è il cavallo che ti piaceva a te!» All'apertura dalle gabbie un uragano subito davanti, poco importa se siamo in un handicap di minima per tre anni. E' Armano Brown, un nome quest'ultimo in linea con la giornata omaggio di Napoli ad Aintree che trasforma così una prova di modesto valore in un qualcosa in salsa Gran Premio come il titolo di quel film dove la piccola e adolescente Brown, una giovanissima Elizabeth Taylor, vince la prova più importante del panorama mondiale ostacolistico, il Grand National, al suo debutto assoluto nelle competizioni e con un cavallo dato da tutti come brocco. Proprio come il proprietario di Armano Brown, il signor Ferretti anch'esso vincente all'inaugurazione dei colori grazie ad Arkadim, in quel di Grosseto nel giugno del 2002. 
Montato dal celebre "Germano Marcelli, signori, contro il resto del mondo", Armano Brown cadenza a ritmo sollecito tanto che in curva è già in grande vantaggio con Marannini che dalla cabina di commento ufficiale piuttosto che richiamare il più congeniale Brown, il Clarence regista di Gran Premio, rispolvera certi film scuola Houston: "Armano Brown è in fuga per la vittoria". Lo insegue una giubba storica per il galoppo italiano, sia piano che in ostacoli, la Concarena rappresentata dal favorito Woultlands Pomery, in quota anche Golden Friendly e la musica di Prendila Così. Ma non c'è trippa per gatti, "incursione grossetana" che scombussola piani e fa sbagliare pure la regia che da per secondo Prendila Così del signor Pisani che invece arriva dal litorale locale e nulla può al cospetto del giallo con palle nere di Woultlands Pomery.
Entusiasmo al tondino col groom del vincitore che commenta la prima vittoria in carriera del cavallo, alla sua decima uscita, così: "Fantastico... Fantastico!"

ARMANO BROWN
prodotto della fucina della Az. Agr. Massimo Farina
al rientro dal SAN MATTEO
si gode la sua prima vittoria in carriera, proprio lui che ha un nome
da ostacolista d'elite nell'unica prova in piano tra le prime 
quattro in scena a Pisa.
(Foto Matteo Mancini)



martedì 2 febbraio 2016

SPECIALE MARC-ANTOINE BILLARD, DALLA FORESTA DI CRISTALLO A QUELLA DEI PINI DEL PRATO DEGLI ESCOLI


DA TRAFALGAR SQUARE ALLA PIAZZA DEI MIRACOLI: MARC-ANTOINE BILLARD E' IL NOME NUOVO PER L'ITALIA NELLA PENULTIMA GIORNATA PISANA DEDICATA AI SALTATORI.

A cura di Matteo Mancini.


BILLARD ai microfoni riferisce di non avere grandi
preferenze in fantascienza di certo, afferma, non apprezza
affatto gli ASINOV che cerca sempre di evitare nelle
sue letture. Così nell'hippodrome de la Sagne
(Foto da Marlboroughnewsonline.co.uk)


Un debuttante per l'italia per la famiglia Pugnotti che si affida a un nome nostalgico, vuoi per i successi del passato vuoi per gli appassionati di letteratura fantascientifica ma anche, e soprattutto, fantastica. Un nome che sfiora la Foresta di Cristallo di estrazione ballardiana, magari sognando un crack piuttosto che un meno redditizio crash, per centrare in pieno la direzione della Foresta dei Pini titolo più a tema con certe finali carnevalesche in voga nel periodo e tanto care agli appassionati di calcio giovanile, ma soprattutto più in linea con lo scorcio di paradiso mancato che è il Prato gli Escoli.
Così alla prima e alla terza di Pisa di giovedì prossimo venturo l'Italia farà la conoscenza del giovane MARC ANTOINE BILLARD al debutto assoluto nella nostra penisola e proveniente dalla Francia. Simone Pugnotti, un solo successo nel 2015 e decima posizione in classifica tra gli allenatori conseguita in virtù di sei secondi posti ottenuti per un totale di vincite inferiore a 20.000 euro provento delle fatiche dei suoi otto allievi tra cui la sorellastra della rivelazione dell'anno Chiaromonte ovvero Carresana, decide così, piuttosto a sorpresa dato che non si tratta di gran premi, di giocare la carta transalpina. Nome peraltro in linea al soggetto che dovrà montare alla prima corsa, pur se d'oltre manica come l'originale Ballard, l'unico ad aver regalato un successo in ostacoli nel 2015 all'allenatore, ovvero il discontinuo Trafalgar Square. Nome già appartenuto, in Italia, a un purosangue, un velocista legato alla Torre ma non la pendente piuttosto l'Astura, allevato nel 2006 da un'Azienda Agricola legata ai colori ovvero la Green Red e vincitore di sedici corse, con polveri bagnate in un premio dedicato a uno storico portacolori cieffedi (Wollow detto il mostro col Polli in cabina di regia), che ne hanno fatto un vero e proprio eroe di TAGLIACOZZO con undici vittorie sulla pista (l'ultima delle quali con Christian Di Napoli), cinque delle quali consecutive che diventerebbero sette se si computasse nel conto la vittoria mancata per una corta testa in una condizionata vinta da Mrs Nervi. Un omaggio a questo soggetto con la voce dello speaker abruzzese che così commenta l'ultima vittoria sulla pista, in data 1.07.2012: "Siamo ai cinquanta finali. Ormai duello finale tra Trafalgar Square e Amico di Marzia che all'esterno ci prova, ma è Trafalgar Square che fino alla fine riesce a farcela, evidentemente portato già a puntino questo magnifico cavallo che qui, davvero, ne ha vinte tantissime. Ha reagito a tutta retta agli attacchi di Amico di Marzia e si è salvato di una testa."

Un nome però legato soprattutto a una storica piazza londinese, nota un tempo per la presenza di grosse quantità di Piccioni e poi teatro di battaglie aeree tra questi e i falchi, così chiamata in ricordo dell'epica battaglia navale di Trafalgar in cui l'ammiraglio Nelson, detto dagli amici Don Orazio, fece polpette delle flotte franco-ispaniche. Ventisette navi per l'inglese, come il numero storico di Gilles Villeneuve, contro trentatré navi avversarie agli ordini del francese Pierre Charles Silvestre de Villeneuve. Una battaglia tra le più memorabili della storia dell'uomo andata in scena nel cuore dell'oceano atlantico non troppo distante dalle coste di Cadice. Ed ecco appunto l'elemento nostalgico, quell'Ocean che ricorda l'unica vittoria nel Gran Premio Merano conseguita dalla famiglia Pugnotti, ma anche il nome del cavallo con cui ha debuttato, peraltro vincendo, il francese Marc-Antoine Billard, il protagonista di questo articolo.

BILLARD e un allenatore che gioca a interpretare
MULLINS si godono il loro
STORMINATOR che ha sterminato i rivali
nella GRAN CORSA SIEPI DI ENGHIEN
principale successo nella carriera del fantino.
(Foto paris-turf.com)

Debutta il 21 dicembre del 2009 in costa azzurra, nell'impianto di Cagnes-sur-Mer, non certo per ricordare Los Canos de Meca da dove si potevano udire le grida e gli spari della battaglia di Trafalgar e dove tutt'oggi qualche sognatore può ancora percepirne sibili trasportati da un vento che soffia dal nulla rimirando il deserto d'acqua che accarezza la terra bruciata ai confini dell'africa. Un debutto che abbiamo detto non essere citazionista anche se avviene in sella a Madra Ocean, un cinque anni comprato dal padre di Billard e affidato al bravo allenatore francese, scuola Ecurie Centrale, Civel. Billard vince per dispersione la prova, con un margine di dodici lunghezze sul secondo, aggiudicandosi i 15.000 euro abbondanti del Prix du Mont Vial. Si piazzerà in seguito in Listed e Gruppo 3 con questo soggetto che morirà, a seguito di una caduta, ad Angers nel febbraio del 2011. Il 2009 si chiude con altri quattro ingaggi, ma nessuna ulteriore vittoria pur avendo la soddisfazione di montare e di piazzarsi col cavallo di zorro: Tornado de la Vega.
Non è degno di particolare ricordo il 2010 che Billard inizia molto bene a epifania, con una nuova vittoria a Cagnes-sur-Mer in sella a Moneypenny, perdendosi poi senza riuscire più a vincere se non con una doppietta marcata negli ultimi due mesi dell'anno con i primi successi a Enghien e in un impianto periferico dal nome un po' beffardo per la stagione: Machecoul.
Nel 2012 Billard inizia a fare sul serio, centrando due vittorie importanti, per lui le principali fin qui marcate, con un cavallo il cui nome sembra essere un'azzeccato suggerimento a Tarantino: Take This Waltz. Quentin potrebbe dire: «Per vincere l'oscar?» e il ferrato Quinton, sorridendo sotto i celati baffi e chiamato a rispondere come persona a conoscenza dei fatti, risponderebbe: «Ma che Oscar, ha a che fare con Enrique, caso mai, giusto per vincere 25.000 euro a premio che proprio Oscar non è essendo il secondo un Prix de Cadettes.» Si tratta di vittorie che iniziano a legare Billard all'allenatore Bertran de Belanda con cui instaurerà un duraturo sodalizio che permetterà al giovane jockey di chiudere la stagione con undici successi, molti dei quali conseguiti nei primi quattro mesi dell'anno. Purtroppo il 2012 segna l'anno nero del fantino, penalizzato da un infortunio che lo tiene lontano dalle piste per circa sette mesi dopo la caduta a Dieppe da Last Step, manco fosse caduto da una scalinata è il caso di dire. Vince solo cinque corse, l'ultima con Golden d'Orn a La Roche Posay. Il rientro nel 2013 è faticoso, vince la prima corsa dopo svariati tentativi a Enghien su Fani, a fine aprile. Passano circa cinque mesi per la seconda, nel periferico Angouleme, grazie a Black Mamba, altro tarantiniano d'oc (soprannome della Beatrix, ci pare, non la Marie però che in sella sapeva starci tres bien) e ci pare giusto dato che il quattro febbraio, giorno di debutto in Italia di Billard, arriva anche Hateful Eight per chi all'ippodromo dovesse preferire i cinema. Alla fine sono appena tre le vittorie che ne fanno la peggior stagione per il fantino. Dalla lettura delle statistiche qualcuno potrebbe iniziare a storcere la bocca, ma ecco che si concretizza la ripresa e la risposta da proverbiale colpo di coda. Nel 2014 Billard ottiene più monte e monetizza la fiducia degli allenatori ripagandoli con 21 vittorie (contro le 23 fin qui maturate), suo record stagionale. Instaura soprattutto un grande affiatamento con Storminator, allievo di Jean Paul Gallorini da Stormy River, con cui vince tre corse e ottiene un secondo posto, aggiudicandosi il Prix de Besancon (L) e la sua prima corsa di Gruppo ovvero il Prix Leopold d'Orsetti - Gran Corsa Siepi di Enghien (Gr.3). Vince poi un handicap di Auteuil da 40.000 euro circa al primo, in sella a Non Inderdit, allievo del singor Trapenard. Giunge terzo nel Prix de Compiegne (Gr.3) sempre per Jean Paul Gallorini che lo ingaggia per cavalcare Le Grand Luce, il binomio chiude a quattro lunghezze scarse dal vincitore. Prende poi parte, senza fortuna, al Grand Steeple Chase d'Enghien. Il resto è storia recente con le 20 vittorie marcate nell'anno appena concluso e con astinenza iniziata con il Ramdam non di religiosa memoria ma di provenienza Ahdaaf, con data 25.11.15 nello Chalet. La vittoria più significativa quella ottenuta nel Prix James Hennessy (L), a giugno nel tempio di Auteuil, con Djagble presentato da Bertran de Balanda.

Questo il personaggio che sarà protagonista, per la prima volta in Italia, di due prove all'impianto di San Rossore di Pisa nella giornata di giovedì prossimo venturo. Trafalgar Squadre e Scocosita i due soggetti affidati alle mani di Billard, cinquataquattro vittorie in carriera in Francia maturate in sei stagioni, con ruoli tutt'altro che agevoli.


TRAFALGAR SQUARE il soggetto
e i colori con cui BILLARD
debutterà in Italia, salvo ritiri.
Sullo sfondo, con l'otto, ALBINA anch'essa in pista
(Foto Matteo Mancini).