martedì 30 gennaio 2024

Presentazione sesta giornata corse, Pisa.

 
 

CHES DEMONMIRAIL TENTA IL TREBLE IN STEEPLE. LIGHT FRENCH, TRA I QUATTRO ANNI, CONTRO I RAPPRESENTANTI DI CHARVAT E I DEBUTTANTI. SOPRAN MENEGHINO GUIDA LA PERIZIATA.

 
LIGHT FRENCH
un candidato alla vittoria non proprio nascosto.
(Foto Matteo Mancini).

A cura di Matteo Mancini.

1 febbraio, ultimo appuntamento per i comuni mortali prima del main event dell'anno per gli ostacolisti impegnati in Toscana. In programma tre sottoclou, tra cui, in apertura, l'ideale gran premio per gli anziani impegnati sugli ostacoli alti di Pisa.

Spiccano alcune notizie di cartello, quali il debutto assoluto dell'allievo Sassoli, cognome che evoca un blasonato premio per il miglior giornalista dell'anno under 40 nonché uno per la migliore tesi di laurea; in effetti, Sassoli è fresco di patentino da meno di un mese, con prova di qualifica conseguita in pista a San Rossore durante la canonica riunione di corse. Bagnerà l'inizio carriera con il prestigioso e titolato fucsia di Paolo Favero, sperando di seguire le orme di Gaetano Volpe e Gabriele Agus (che sarà impegnato anche nel ricordo del padre Palmerio, tributato da un premio in una piana dove figurano degli storici colori, rappresentati da un soggetto un po' dileggiato al rientro al tondino nell'ultima corsa, che hanno fatto la storia della Gran Corsa Siepi di Merano in rappresentanza di un velocista – dal nome in verità canzonatorio - che dei 1200 metri fece la sua distanza di elezione per i colori della scuderia Amir). Per il giovane frustino previste due monte.

Grassetto assoluto, poi, per il ritorno graditissimo, da noi praticamente invocato nel precedente articolo, dell'ex presidente del Jockey Club Ceco Jiri Charvat, per il training di Pavel Tuma, che presenta due pedine nella maiden per tre anni. Colori che hanno fatto la storia dell'ippica ceca e italiana, vincitori anche del Derby Ceco e protagonisti a Deauville nonché, the last but not the least, detentori del Gran Premio Merano centrato dopo un lungo inseguimento negli anni coronato da First of All. In bacheca, tra gli altri, si contano molteplici edizioni della Gran Corsa Siepi di Merano e della Gran Corsa Siepi di Milano, oltre che il Velka Pardubicka, due Coppa d'Oro di Milano e una moltitudine di pattern race dell'est europa (tra Austria, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia). In cabina di regia, torna al suo posto di comando, Jan Faltejsek, costretto a rinunciare al Gran Premio Merano per infortunio con sostituzione all'ultimo momento operata da Felix De Giles. Il fantino slovacco sarà accompagnato dalla brava ed efficace Tereza Polesna, occasionale compagna di colori, a cui manca ancora l'affidamento di un elemento di primo piano per poter vergare l'amato circoletto rosso decantato nei momenti topici da Luca Galbiati.

Si segnala poi il debutto a Pisa di un'altra brava e giovane jockette ceca ovvero Tereza Podraska, vincitrice di due prove per gentleman e amazzoni in estate a Merano in cross, che avvia la carriera, da quel che si interpreta dai discarichi, di allieva fantino e lo fa con un soggetto (Sopran Meneghino) di primo piano per la categoria, al punto da esser risultato il più vincitore, dopo Mauricius, nel 2023 (5 vittorie). Venticinque monte per lei, nel curriculum, con due vittorie ottenute tutte in Italia quando era amazzone.

Dopo un turno di riposo, torna infine “Eva Kant” Lenka Neprasova, vincitrice della classifica fantini (in parità con Josef Bartos) del Sant'Artemio nella passata stagione e ripetitivamente al marcatore a San Rossore. Dunque un trio di interpreti al femminile che non si ricorda da tempo, in Italia, nelle prove in ostacoli per professionisti tanto che azzardo, in tutta probabilità, che non sia mai successo in un'ordinaria riunione di corse italiana nel settore ostacoli (disciplina che, sovente, spaventa più di un professionista per l'alto tasso di infortuni) di avere tre jockette (e non amazzoni) schierate tra i professionisti.

Tra i cavalli merita una menzione speciale il rientro di uno degli specialisti dello steeple pisano: il “vecchio” (in simpatia) Quinze de la Rose, su un curriculum di sei corse a Pisa, tutte in condizionata, senza mai scendere dal podio e riportando tre vittorie.


NATAM
la mina vagante per far saltare il pronostico nello steeple. 
(Foto Matteo Mancini).

 

Apertura di convegno alle ore 14.05 in memoria di un pluri-titolato fantino in ostacoli della prima metà degli anni cinquanta, Armando Carangio, fantino di fiducia di Ettore Tagliabue per il quale trionfò nel Gran Premio Merano edizione 1954 in sella a Lokifepsscht, nella Gran Corsa Siepi di Roma edizione 1955 su Romantique (corsa vinta dal fantino anche nel 1953), nella Gran Corsa Siepi di Merano edizione 1956 e nella Gran Corsa Siepi di Milano del 1955 su Machiavel (corsa che vide trionfare Carangio anche nel 1954), in bacheca anche tre Grande Steeple Chase di Roma (1951, 1953 e 1954) e un Grande Steeple Chase di Milano (1953).

Pisa omaggia Carangio con uno steeple chase sui 3500 metri dall'interessante dotazione, al punto da farne la prova regina, per la disciplina, riservata agli anziani.

Favorito della pista non può che essere Ches Demonmirail, già duplice vincitore in analoghe prove disputate nelle settimane scorse sulla pista toscana. Convincenti affermazioni, ma non così debordanti da chiudere il pronostico. La corsa infatti è molto più aperta di quanto potrebbe apparire, al punto da consentire a ogni partecipanti di presentare credenziali tutt'altro che secondarie. Chiedono formalmente la rivincita al portacolori Aichner Azonto e Kid Tango ovvero i due soggetti battuti, con distacchi piuttosto rotondi, da Ches Demonmirail nelle due precedenti esibizioni. Entrambi guadagnano qualcosa al peso sul rivale - con Azonto da preferire rispetto a Kid Tango - ma non a sufficienza per contendere il ruolo di favorito al betting del rappresentante di casa Aichner. Attenzione, piuttosto, a Natam, centellinato dalla Tania e spesso protagonista in discrete compagnie. Avrebbe potuto tentare, per un piazzamento, la Gran Corsa Siepi di Pisa che ha visto Pope, con cui ha duellato a dicembre, portare a casa l'argento. Potrebbe essere proprio lui l'arma per rovinare il treble al favorito.

Si rivede a Pisa Quinze de la Rose, verosimile battistrada della corsa, reduce da una serie di esibizioni in Francia non proprio da sottovalutare. Il sauro di Zdenek Semenka, lo scorso anno, non riuscì ad andare oltre due terzi posti a San Rossore controvertendo le prestazioni degli anni precedenti che lo avevano visto vincere tre delle quattro prove in steeple sul tracciato. In una di queste due prove, tuttavia, relegò a pesante distacco Azonto, dato che lo renderebbe uno dei più immediati controfavoriti. Da notare come sia Natam che Quinze de la Rose abbiano battuto agevolmente in un recente passato Zio Reginaldo, a sua volta vincitore a Pisa davanti a Kid Tango.

Chiude il campo il grigio Passion d'Ipanemix, caduto sull'arginello all'ultima uscita, a cui va riservato il ruolo di outsider per effetto di prestazioni ancora da registrare. A ogni modo, corsa molto interessante da vedere.

Pronostico: Ches Demonmirail, Natam.

 


NA SCOITEAR
all'ultimo appello per mostrare un valore fin qui nebuloso. 
(Foto Matteo Mancini).

Si prosegue con una maiden o a vendere sui 3500 metri per cavalli di quattro anni. Light French è piaciuto moltissimo al debutto, forte di un parziale finale sui livelli, se non migliore, dei due soggetti che lo hanno preceduto ovvero i primi della categoria (per il circuito italiano) Apex e Sopran Leger. Una prestazione, peraltro esaltata dall'aver battuto Policasta (molto brillante nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa), più che sufficiente a renderlo il favorito di una prova dai valori ancora da accertare.

Contro l'allievo di Raffaele Romano, colori Tanghetti, ci sono infatti ben poche certezze, tanto da rendere il pronostico difficilmente decriptabile. Tre sono i debuttanti, con tre ulteriori soggetti alla seconda o terza esperienza in ostacoli e due estremi outsider (Na Scoitear e Maybach). Impossibile ignorare la coppia di Jiri Charvat, due cavalli di allevamento irlandese dalla genealogia non da ostacolista puro ma comunque con una forte attitudine al mestiere. George of Beaumont, figlio dello stallone national hunt Order of St George (padre di numerosi vincitori di Gruppo in ostacoli) e di una vincitrice francese a sua volta madre di uno stayer vincitore in Listed in Francia, rientra da settembre, quando fu terzo di Apex e Sopran Leger, davanti a Poirot, Australian Boss e Mazinga poi protagonisti a Pisa in categoria secondaria. In quell'occasione non corse da protagonista, finendo lontano rispetto a chi lo precedette, dando tuttavia l'impressione di prendere dimestichezza con la nuova professione poco interessandosi dell'esito della prova. Una performance dunque avvolta da un alone di mistero che ne rende la candidatura alla vittoria tutt'altro che primaria, sebbene abbia già mostrato qualità tali da renderlo un potenziale piazzato. Da evidenziare la scelta di Pavel Tuma di affidarlo a Tereza Polesna, spostando Jan Faltejsek sul non troppo esaltante (al momento) Cheverny. Quest'ultimo è fratellastro dell'interessante Cheminee - vincitrice della Corsa Siepi di Treviso (L) e di altre sette prove in ostacoli tra cui una vittoria ad Auteuil e una a Vichy - oltre che di altri quattro vincitori in ostacoli (tre in Repubblica Ceca e l'altro in Irlanda). Il padre è Dandy Man (non eccelso nella riproduzione di ostacolisti, ma valido in piano e disponibile a 10.000 euro di monta), mentre il nonno materno è il capo razza nel circuito degli ostacolisti anglo-irlandesi King's Theatre. Cheverny è stato battuto a Kolesa da Esther Hill che a Pisa ha subito Poirot e Australian Boss. La madre, sorella piena della vecchia conoscenza italica Absolut Taft (vincitore del Nastro d'Oro di Sicilia, L, pluripiazzato in Listed), ha corso in ostacoli senza piazzarsi dando tuttavia dimostrazione di una certa prolificità nel generare saltatori particolarmente apprezzati in Repubblica ceca.

La carta dice che tra i due di Charvat il migliore dovrebbe essere George of Beaumont, sebbene la monta di Faltejsek spostato su Cheverny faccia sorgere più di un dubbio sull'impressione e renda pertanto ancora più solida la candidatura alla vittoria di Light French (che sembrerebbe essere di altra categoria rispetto a Esther Hill e dunque di Cheverny).

Dietro ai tre diviene impossibile orientarsi. Sea and See, a cui va la prima monta della scuderia Romano, debutta in ostacoli dopo una sfilza di mancati piazzamenti in piano (è ancora maiden). Ha qualità genealogica da vendere, pur se da verificare in ostacoli, tanto da sfoggiare una carta che ne farebbe un probabile top price in un'asta selezionata italiana per yearling. È figlio del campionissimo Sea the Stars (tasso di monta 200.000 euro), fratellastro del caporazza Galileo e assai difficile da vedere rappresentato in Italia, incrociato con una pluripiazzata in Listed in Italia. Sea and See è fratellastro del velocista duplice vincitore di Gruppo 3 (Premio Tudini e Premio Aloisi) e di sette listed The Conqueror, nonché della vincitrice di Gruppo 3 (Premio Cumani) e di due listed Candy Store, quarta nel Lydia Tesio (Gr.1). Tanto di cappello, soprattutto perché si tratta di un prodotto dell'allevamento italiano (Razza del Velino). Raffaele Romano tenta di ricostruirne la carriera in ostacoli, così da riscattare la deludente prima parte di carriera. Gli ingredienti ci sono tutti, ma i motori fin qui sono andati piano.

Yellow Red Dream debutta in ostacoli ed è il primo elemento della stagione pisana a essere presentato dal decano degli allenatori in ostacoli “Master” Franco Contu. Acquistato yearling a Newmarket per 30.000 ghinee, non vanta una linea genealogica degna di particolare nota se non sulla terza madre. In piano, si è dimostrato un soggetto combattivo (1 vittoria in handicap di minima, ma pluripiazzato in handicap superiori) e ha dimostrato di gradire la distanza. Quasi nullo l'apporto in ostacoli del padre Seahenge. Da seguire con interesse e non tagliato fuori da un piazzamento, anche se azzardarlo al gioco è quanto di più ardimentoso ci possa essere in questa compagnia e senza riferimenti sui lavori mattutini.

Piacciono assai meno gli altri, tra i quali il debuttante in ostacoli di Favero Solar Portrait (frequentatore delle classi 5 inglesi, acquistato in autunno a Newmarket per 4000 ghinee), l'ennesimo Zoffany selezionato dallo zar di Sinigo, affidato all'allievo Sassoli alla prima assoluta in carriera. Na Scoitear, al di là di mostrare una discreta morfologia al tondino e più di qualche riottosità, non ha fatto vedere niente di rilevante, correndo in modo anonimo in entrambe le esibizioni fin qui disputate. Non avrà altri appelli, prima di scivolare negli ascendenti. Maybach, il più esperto della compagnia, pare chiamato a confronti proibitivi per la vittoria e difficili anche per un piazzamento. Ultimo cavallo del campo Englishsummerrain, non incisivo nella sua prova di debutto in siepi.

Pronostico: Light French, George of Beaumont, Cheverny.

 

SOPRAN MENEGHINO
top weight nell'ascendente. 
(Foto Matteo Mancini).

Chiusura di programma per gli ostacolisti alle ore 15.45 con un ascendente per gli anziani, sui 3500 metri in siepi, curiosamente tagliato in due e con larga schiera di pesi minimi, a dimostrazione di una qualità media tutt'altro che apicale.

Apre la graduatoria Sopran Meneghino, affidato a Tereza Podraska alla prima assoluta a Pisa. Cinque anni molto regolare e abituato a vincere in categoria di minima, non ha molte linee con i più anziani. Sulle prestazioni fin qui mostrate è sulla linea, se non meglio, di Black Star (vincitore un paio di settimane fa contro i rivali che seguono nella perizia). Concederà tre chili a Normandy de la Vega che, sulla prestazione offerta un paio di settimane fa, è il soggetto più garantito del lotto, forte della monta di Lenka Neprasova che gli permette di beneficiare di alcuni chili di discarico. Eleggiamo pertanto il portacolori di Elia Tanghetti a nostro favorito su Sopran Meneghino. Crebillon, War Brave, Black Watch e Firion sembrano tagliati fuori dall'ultima prestazione rispetto a Normandy de la Vega. Crebillon ha corso in forte progresso, ma le sei lunghezze e mezzo subite da Normandy de la Vega sembrano uno scoglio difficile da superare per ribaltare la prestazione. Più dura per gli altri tre sopramenzionati. Meglio allora orientarsi, come terzo favorito, sulla grigia Surabaya, fin troppo ben trattata dal periziatore che sembra non aver ponderato l'ultima prestazione della cavalla. L'allieva di Zdenek Semenka, peraltro affidata a un volpone come Jan Faltejsek, ha corso molto bene in categoria superiore finendo non lontana da Dirham Emirati e Machinos con peso pressoché paritetico, mentre qua riceverà otto chili da Sopran Meneghino e cinque da Normandy de la Vega (soggetti sulla carta di qualità inferiore ai due avversari affrontati da Surabaya nel confronto in condizionata). Depone a sfavore della cavalla l'astinenza dalla vittoria: non vince da tre anni (in piano) e non ha mai vinto in ostacoli, Subiamo Mumtaz che in ostacoli non si vede su performance valide dal 2022.

Pronostico: Normandy de la Vega, Sopran Meneghino, Surabaya.


Nel Palmerio Agus, maiden sui 1200 metri piace Cheeky Blimey, colori storici di una coppia di saltatori che chiuse con primo e un secondo posto, voi penserete nella Gran Corsa Siepi di Merano e invece io vi dico in una debuttanti in siepi a Pisa con vittoria per un Sadler's Wells (quando a Pisa appaiono i prodotti dei grandi stalloni, c'è poco da fare per la concorrenza) dal muso similar Cheeky Blimey. La femmina, qua, dovrebbe beneficiare dell'accorciamento della distanza. Soggetto su linee importanti ai margini della main category, dovrà battere Scalea. Pronti a inserirsi Naditza e Anonymous Guest.

 

CHEEKY BLIMEY
un soggetto incapace di vincere?
vedremo.... 
(Foto Matteo Mancini).

domenica 21 gennaio 2024

Responso quinta giornata, Pisa

 FEED BACK, APEX E MAURICIUS... NON TROVA IL CORTO MUSO ALLEGRI, UN TIME TO CRY LO COSTRINGE A UNA FOTOGRAFIA IRRISOLVIBILE PER I COMMISSARI.

 

  MAURICIUS, rientro vincente.

(Foto Matteo Mancini).

Servizio di

Matteo Mancini

Giovedì 21 gennaio

(Tempo soleggiato, terreno leggermente pesante).


Il primo appuntamento con i gran premi pisani andava in scena sotto la benedizione di un sole fondamentale a rendere la temperatura mite dopo le gelate della mattina. L'asticella dei termometri fermava la sua ascesa attorno ai dieci gradi. Buono lo scorcio di pubblico, il più numeroso della stagione nel contesto dedicato agli ostacolisti, con molte famiglie presenti.

Feed Back, leader generazionale dopo l'infortunio nella passata stagione di Nabil, riempiva gli occhi nel Chivas Regal, condizionata sui 3500 metri in steeple per quattro anni, finendo la prova come il più celebre dei suoi fratellastri sulla linea paterna ovvero Full Drago. Il portacolori di Aichner, interpretato da Josef Bartos, disponeva degli avversari a traguardo lontano mostrando una classe nettamente superiore, tanto da permettersi di infortunarsi all'anteriore destro a cinquanta metri dal palo. Fortemente claudicante al rientro, abbandonava prematuramente il tondino per la difficoltà a camminare. Un vero peccato, addirittura doppio se consideriamo la sorte dell'altrettanto qualitativo fratellastro materno Bad Drake (anch'esso infortunato quando sembrava ormai destinato a vincere una prova di gruppo). Difficilmente si rivedrà in pista, out per il Neni da Zara dove verosimilmente Aichner dirotterà qualcun altro dei suoi.

Tentava di frenare l'impeto di Feed Back la sola strategia di Raffaele Romano, che schierava contro l'avversario un trittico di soggetti con ruoli studiati a tavolino.

Master of Art era la prima delle fiches a essere giocata sul tappeto verde di San Rossore. Il modesto rappresentante della prole Mastercraftsman mutuava la prova di debutto in steeple e si incaricava di scandire blandi parziali di gara. Non lo perdeva di vista Feed Back, subito tra i primi, affiancato dal debuttante assoluto Achilleusz, soggetto di discreta mole e fratello pieno di un allievo di Willie Mullins impiegato nella Gran Corsa Siepi di Auteuil di qualche stagione fa. Si manteneva in coda il contro-favorito Khoeur Cauvelliere, scommessa di Marco Luigi Biffi da 17.100 euro investiti a Cagnes-sur-Mer dopo un terzo posto a reclamare. A centro gruppo attendevano Pan de Azucar e Movie Night, con quest'ultima che scivolava in coda all'attacco della seconda diagonale.

Gruppo piuttosto compatto fino al cosiddetto “oxer pisano” (dove Marannini veda la seconda siepe resta un mistero), quando Feed Back rilevava il battistrada dando una prima graduale accelerazione alla corsa. Jan Kratochvil su Khoeur Cauvelliere muoveva frettolosamente dalle retrovie per inscenare all'inizio della curva di fondo un'ardita e quanto inappropriata offensiva al rivale di casa Aichner, lasciando in attesa degli eventi Pan de Azucar, mentre cedevano gli altri tre. Feed Back, in assoluto controllo e senza strafare, respingeva con una graduale intensificazione del ritmo Khoeur Cauvelliere che si rivelava decisamente monocorde in dirittura di arrivo, al punto da esser rilevato nell'inseguimento dal compagno di allenamento Pan de Azucar che lo agguantava prima dell'ultima siepe. Feed Back centrava in assoluta solitudine la terza vittoria su cinque prove disputate in ostacoli, un successo amaro per effetto di un infortunio patito a cinquanta metri dal palo forse per un dissesto del terreno. Palese il cambio di azione finale che ben evidenzia il momento del danno verosimilmente al nodello. Pan de Azucar ne approfittava per accorciare a cinque lunghezze e mezzo il proprio ritardo con due lunghezze abbondanti di vantaggio su Khoeur Cauvelliere. Quest'ultimo, al tondino, non riempiva gli occhi per la struttura fisica. Alquanto piccolino e corto. Male gli altri. Movie Night si limitava ad artigliare un quarto posto, a venti lunghezze circa dal vincitore, emergendo sul calo di Master of Art e sul rallentamento di un verdissimo e voluminoso Achilleusz. L'allievo di Greg Wroblewski, molto volenteroso per oltre metà della corsa, evidenziava la propria inesperienza saltando molto alto le prime siepi e rischiando la caduta su arginello e fence. Da rivedere, soprattutto con una strategia di corsa meno dispendiosa e più orientata a seguire le vie più brevi.

 

 Vittoria amara per il potente FEED BACK 
(Foto Matteo Mancini).

Nell'altra prova per i quattro anni, ovvero la Corsa Siepi dei 4 Anni (L), soffriva più del dovuto Apex che riportava sul gradino più alto del podio i colori della Magog di Axel Ambruschitz. Il figlio di Kessaar, fratellastro sulla linea materna di una triplice vincitrice in Gruppo 3 in piano tra Francia e Inghilterra, marcava per tutta la corsa la nuova pedina di casa Aichner First Polar, finito addirittura favorito alla pari. Soggetto quest'ultimo dall'interessante morfologia, acquistato per 24.000 euro dopo un successo a reclamare a Cagnes-sur-Mer e subito in assetto alla prima uscita italiana. Non stava a guardare Raffaele Romano che mandava in avanscoperta Kensington Square, debuttante in ostacoli della Roessl Team con qualità genealogica tutt'altro che secondaria (fratellastro di un duplice vincitore di Gruppo 3 in piano in Italia) tanto da essere considerato al gioco (7 a 1). Il baio da Ribchester, gestito da Gabriele Agus, piazzava violentissimi parziali fin dalla caduta del tape, curiosamente seguito dall'estremissima outsider (30 a 1) Desert Dancer, preparata da Nera Sassetti, alla sua prima in ostacoli. Apex e Policasta, affiancati, prendevano di riferimento First Polar. Seguiva in coda ad alcune lunghezze Na Scoitear, ingestibile al tondino dopo la salita in sella di Pastuszka. Sulla siepe che immetteva sulla prima diagonale, Tereza Polesna, in giubba similar Godolphin e similar Kartus Wieslaw (in realtà Flore's Racing Breeding), moderava Desert Dancer facendola rinculare in penultima posizione. Non si risparmiavano davanti. Kensigton Square, First Polar, Apex e Policasta, l'uno in marcatura dell'altro con la femmina che rilevava la posizione del portacolori Magog, non brillantissimo su alcuni salti, sfruttando le vie interne all'imbocco della diagonale discendente per subirle all'inizio dell'ultimo giro per il cambio da mano sinistra a mano destra. Questo il tema della corsa.

Sul secondo elemento della diagonale discendente, Kensington Square dava segni di difficoltà saltando sotto l'ostacolo. Un'incertezza che non impediva a Gabriele Agus di riorganizzare il cavallo. First Polar, francobollato da Apex, ne seguiva le mosse, quindi Policasta e più indietro, ma ancora a contatto, Desert Dancer e Na Scoitear.

All'inizio della dirittura opposta, Josef Bartos su First Polar tentava lo sfondamento esterno trovando in Kensington Square un avversario tutt'altro che in riserva. Vigili Apex e Policasta. Perdevano contatto Na Scoitear e Desert Dancer visibilmente rallentata. First Polar non riusciva nello sfondamento a traguardo lontano e veniva costretto alla seconda corsia in curva, un imprevisto che in tutta probabilità ne costava la vittoria. Perfetto Ondrej Velek su Apex a non concedere pericolosi metri al rappresentante di Aichner standogli incollato alla sella confidando in una maggiore punta di velocità. Dopo la penultima siepe, Kensington Square obliquava all'esterno su Apex pronto ad agire di spunto su First Polar. Dietro ai tre Policasta. Finale incerto e spettacolare. Apex a centro pista piazzava l'atteso affondo, non staccando però dai rivali. Apex e First Polar in acceso duello con anche Policasta eccezionalmente vigorosa nel tratto piano conclusivo. L'allievo di Paolo Favero, su una linea sul giallo-nero scuola Aichner sull'ultima siepe, la risolveva nel tratto piano, senza però impressionare. First Polar, mediocre in patria, chiudeva infatti a trequarti di lunghezza, concedendo al rivale qualcosa come tre chili e mostrandosi su livelli di primo piano che offrono incoraggianti riferimenti ad Aichner in vista di Merano. Policasta terza, a tre lunghezze dal vincitore, mostrava gli attesi miglioramenti. Quindi un generossissimo Kensington Square buono per la prossima. Dispersi gli altri due.

Terzo successo consecutivo e ruolino ancora immacolato per Apex, tramutatosi in vincitore classico dopo le brutte performance inglesi. Pienamente ripagata la fiducia di Axel Ambruschitz che lo rilevava da Favero, a sua volta selezionatore del soggetto a luglio in quel di Newmarket per la cifra d'occasione di 5.500 ghinee. Incapace di andare oltre quattro quarti posti, nelle otto uscite da due e tre anni nelle classi 5 e 6 inglesi, Apex si rivelava di ben altra caratura in ostacoli fin dal debutto di Merano. Inbreeding 5x4 su Storm Cat, piace soprattutto per la sua linea genealogica femminile. La madre è una figlia di Big Bad Bob (stallone gradito da Favero, ricordiamo Vermithor), la linea dunque americana di Roberto in ostacoli spesso interessante, che ha per nonno materno One Cool Cat (padre di un altro celebre vincitore classico di casa Magog ovvero Il Superstite).

Da rilevare la stretta parentela tra Apex e lo sfortunato saltatore Imperioso (fratellastro della madre di Apex), secondo nel Criterium d'Autunno (Gr.1) a Merano agli ordini di Paolo Favero e poi unico quattro anni a battere il pupillo di casa Magog High Master (che riunì nel 2015 in un'unica corona i quattro titoli apicali in siepi per i quattro anni). Il padre Kessaar è stato invece un velocista da Kodiac, nipote sulla linea femminile di Raven's Pass, vincitore sui 1200 metri nel Mill Reef Stakes (Gr.2) a Newbury e nel Casino Sirenia Stakes (Gr.3) sull'all weather di Kempton, quarto sui 1400 metri nel Criterium International (Gr.1) a Chantilly. Soggetto schierato sette volte a due anni e poi ritirato in razza forse per non inficiarne le prestazioni successive. Non è stato infatti particolarmente prestante nelle prime cinque corse in carriera (due volte non piazzato in Listed). Di genealogia non eccelsa, si segnala per aver avuto un fratello pieno, tale Breaking Records, dieci volte schierato in ostacoli in Inghilterra senza mai piazzarsi.

Tasso di monta scemato dagli iniziali 8.000 euro agli attuali 5.000 euro. Dal 2024 è operativo in Italia presso gli Allevamenti della Berardenga. Tre stagioni di corse per i suoi figli. Nessun vincitore di gruppo su un'ottantina di soggetti scesi in pista, di cui una quarantina vincitori (tre in Francia, undici in Italia, gli altri in Inghilterra e Irlanda). Un solo vincitore classico, l'italiano Melfi, miler vincitore nel Criterium di Pisa (L) a Pisa e nel Vittorio Riva (L) a Milano, terzo nel Gran Criterium (Gr.2) di Milano. Tre piazzati in pattern race: Ipanema Princess, terza sui 1400 metri in Gruppo 3 a Deauville, Bolt Action, velocista triplice piazzato in Listed in Inghilterra, e Tajalla, seconda in Listed a Sandown. Si segnala anche Dayron, vincitore del San Gennaro (HpP) di Napoli. Kessaar è molto gradito dagli allenatori di Siracusa, probabilmente per l'economicità dei suoi prodotti. Ha dimostrato una certa predisposizione per gli ostacoli. Su cinque soggetti in pista, quattro si sono classificati almeno una volta nei primi tre posti. Due sono stati vincitori. Apex è l'unico ad aver vinto una classica, oltre a esser stato l'unico a ripetersi e a vedersi sugli ostacoli italiani. Molly Weasley è risultata vincitrice alla terza esperienza in siepi l'1 gennaio del 2024, in classe 4, a Cagnes-sur-Mer. Due piazzati su tre in Inghilterra e Irlanda. Think First è giunta seconda al debutto in hurdle a Doncaster in classe 4 e lo stesso ha fatto Evening's Empire in una prova da 7.400 euro al primo a Cork.

 Tornano al successo i colori Magog
alla prima con APEX.
(Foto Matteo Mancini).

Nella Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3) Mauricius bissava il successo del 2023, proseguendo nella sua inarrestabile serie di vittorie classiche. Undicesima vittoria in carriera, la decima italiana, la nona in pattern race nonché la settima consecutiva. Un ruolino straordinario che maturava con gli interessi i 30.000 euro investiti da Aichner dopo un secondo posto a reclamare ad Auteuil sul finire del 2021. Soggetto che aveva lasciato intravedere qualcosa di importante anche in Francia, aggiudicandosi a tre anni uno steeple ad Auteuil da 25.000 euro per poi ottenere un terzo e un quarto rispettivamente in Listed e in Gruppo 2 sulla pista parigina. Scemato di forma a quattro anni e finito nelle scuderie di Aichner, riusciva a maturare agli ordini di Vana jr entrando di diritto nella storia dell'ippica italiana riunendo, sotto un'unica corona, tutti i Gruppo 1 italiani per anziani sulle siepi. Vincitore di qualcosa come nove classiche italiane in ostacoli, tra cui cinque Gruppo 1, due Gruppo 3 e due Listed.

Mauricius riportava in bello stile anche la sua seconda Gran Corsa Siepi di Pisa. Provava a sfruttare il maggior rodaggio Pope, secondo dei tre laureati in prove di gruppo, che si presentava all'appuntamento da imbattuto con quattro successi su quattro corse. Gaetano Volpe, per la prima volta in sella al portacolori di Kartus Wieslaw, tentava di operare un disperato aggancio dopo l'ultima insidia, ma nulla poteva contro lo strapotere tecnico del grigio da Kapgarde e da una madre generata da Martaline (genealogia da nobiltà francese nell'ambito nel panorama ostacolistico).

Lo svolgimento della corsa vedeva Volkov Jelois, compagno di colori del favorito, infastidire il battistrada Dirham Emirati, costringendolo al più classico dei fuori giri per tenere la testa e mantenere così il vincente schema di gara di inizio gennaio. I due si contendevano il comando davanti a Mauricius e Pope. Più di conserva l'altro vincitore classico in pista, Machinos, quindi Sword Beach e in coda l'estremo outsider di casa Troeger Magneto.

Mauricius entrava in azione all'inizio dell'ultimo giro, aggredendo e sfondando su Dirham Emirati che Paolo Favero proponeva, dopo la vittoria alla prima uscita pisana, con paraocchi. Non tergiversava neppure Gaetano Volpe che, preceduto da Volkov Jelois, prendeva a chiaro punto di riferimento le mosse del favorito. Mauricius anticipava pericolosamente il salto del primo elemento della retta di fronte, rischiando una caduta potenzialmente fatale. La grave incertezza non contrariava l'azione del grigio che riprendeva la marcia seguito da Pope e Volkov Jelois. A metà dirittura opposta, alzava bandiera bianca il taurino Dirham Emirati che precedeva ancora Machinos, di conserva con Jan Faltejsek a correre per un piazzamento, a sua volta preceduto da Sword Beach e Magneto.

Pope operava in pressione su Mauricius all'inizio della piegata di fondo. Scalava in terza Volkov Jelois, mentre perdevano contatto gli altri con Machinos in graduale risalita. Josef Bartos e Mauricius respingevano i timidi attacchi di Pope, prendendo un paio di lunghezze all'ingresso in dirittura.

Pope, a braccia e frusta, accorciava lievemente il gap da Mauricius ancora confidence nelle mani di Big “Joe” Bartos nell'intervallo tra il penultimo e l'ultimo salto. Non perdeva troppo nel parziale Volkov Jelois, con Machinos salito quarto davanti all'affaticato Dirham Emirati aggredito dal compagno di colori Sword Beach. Mauricius nel finale non concedeva soluzioni a effetto a Pope, a ogni modo ottimo secondo e ben montato da Gaetano Volpe. Terzo, a quattordici lunghezze dal vincitore, Volkov Jelois completava il podio ben davanti a Machinos, da brivido sull'ultima che costava la caduta a uno stremato Dirham Emirati impiegato, vista la categoria, con troppa intraprendenza da Pastuszka e Paolo Favero.

Nulla da fare contro questo Mauricius, atteso addirittura in progresso per il prossimo Gruppo 1 dove non si vedono avversari degni di tal nome. Cannibalico.

 Ancora MAURICIUS, bis nella Gran Corsa Siepi di Pisa.
(Foto Matteo Mancini).

Per gli amanti del calcio, alla seconda corsa, non bastava a Massimiliano Allegri il corto muso per aver ragione di un figlio di Time to Cry nel più classico dei duelli in famiglia Botti. Orange Crush, della Dioscuri, respingeva per tutta la retta Light Blu, flettendo solo all'epilogo e consentendo al portacolori di Allegri di piombare puntuale sul palo alla ricerca del corto muso risolutivo. Parità. Terza un'ottima American Fighter, ben davanti al resto della compagnia.

 Un secondo posto che sa di vittoria

per Gaetano Volpe e Pope.
(Foto Matteo Mancini).