sabato 30 aprile 2016

Responso San Siro, Milano, Ostacoli + Bonus Track, vittoria di Touch of Genius.


GLI INEDITI DI JOSEF VANA A BERSAGLIO GROSSO CON UN TOCCO DI GENIO DA FESTA

Touch of Genius regala la quarta vittoria italiana in piano a Josef Vana che poi raddoppia in siepi nell'ultima corsa. Doppio anche per Favero che cambia un Prepotent con un saluto d'oro.

A Cura di Matteo Mancini

TOUCH OF GENIUS
vince il Cavalchina in grande stile
(Foto da Josef-Vana.cz)

Iniziamo l'articolo con il main event della giornata, per una volta non in ostacoli. Lo facciamo perché è da giovedì che avevamo sponsorizzato su facebook il debutto di questo cavallo in Italia scrivendo cose all'apparenza tamarrissime e in gergo locale. Queste le nostre scritte, proprio sotto la copertina che avevo scelto e che era caratterizzata dalla foto di cui sopra: "un gol alla Cornet Obolensky“; "un tocco di tre dita“, riferendosi alla leggendaria punizione di Roberto Carlos contro la Francia, dato che Cornet Obolensky fu acquistato in Francia da Vana dall'Ecurie Brasilien; "sembrava buttalla di f'ori e poi ed è gol“; "Hai voglia a mettici le schiere d'ostacolo"; "e un s'è nemmeno mosso!“. Ebbene grandissima soddisfazione nel vedere la corsa e la gioia di aver dato un vincente a nostro modo, scatenato forse, arrogante magari, di certo pure emotion... E andiamo a vedere allora chi è questo Touch of Genius, signori, come dice l'amico speaker di Corridonia.

Super campione della vecchia Ceco-Slovacchia, dato che ha trionfato in entrambe le prove principe delle due nazioni. Figlio dell'acclamato Galileo, ma soprattutto vincitore del Derby Ceko e di quello Slovacco, entrambi fregiati del titolo di Gruppo 3, vincitore, prima di oggi, di quattro corse in sette uscite, piazzato nelle altre tre. Cavallo dotato di enorme stamina, probabilmente il miglior tre anni sulla lunga distanza, della stagione 2015, ammirato nell'Europa dell'Est. Genialogia da neretto assoluto, secondo prodotto (il primo è il ciuco e maiden Sahara Desert, dodici corse nel Regno Unito, il cui fratello pieno è stato però ceduto yearling per 110.000 sterline nel 2014) della vincitrice Festoso (Ire, da non confondere con la ciucona omonima allevata dal signor Urbano Aletti), femmina vincitrice di due corse in quattordici uscite, da due a quattro anni. Affetta da diversi acciacchi, vince al debutto a Newmarket, agli ordini del trainer Harry Dunlop, poi viene proposta per quattro volte in categoria di Gruppo. E' seconda nell'Irish Thoroughbred Cherry Hinton S. (Gr.2) corso a Newmarket e si conferma, quarta e terza, nel Jaguar Cars Lowther Stakes (Gr.2) e nel blasonatissimo Cheveley Park S. (Gr.1). Fermata per un anno, rientra con un terzo posto nella Japan Racing Association Sceptre S. (L) di Doncaster, quindi riprova un Gruppo 1 finendo lontana dal marcatore. Altri sei mesi di pausa e il rientro a quattro anni in tempo per correre altre sette corse, tutte pattern race inglesi (praticamente corre in totale tredici pattern race su quattordici corse). Vince il Betfredcasino Cecil Frail S. (L) ed è terza a Newbury nel Dubai Duty Free Cup, (L), le altre cinque prove sono incolori. Il proprietario, il principe A.A. Faisal (giubba fucsia con spallette grigie), la cede per qualcosa come 483.000 sterline. La cavalla passa in varie mani alla fine giunge a un Syndicate irlandese che prende il nome proprio dalla fattrice: Festoso Syndicate. Buon curriculum infatti, ma soprattutto linea generazionale spaventosa. Sorellastra dello stallone Olden Times, figlia della plurivincitrice in pattern race Garah prodotto di Ajdal, a sua volta sorellastra di una cavalla madre di vincitori di corse di Gruppo. 

Dunque soggetto altamente interessante, mai apparso in Italia e di proprietà della Statek Blata Cesky, già omaggiata nel blog in occasione della vittoria di Le Cirque (altro Galileo) in siepi a Treviso, quando avevamo parlato di starlight per seguirne la prova successiva al debutto (vittoria pure in quell'occasione, la prima in Italia per la scuderia). Vincitore comodo in più di un'occasione in Rep.Ceka, tra i seminati per la pista i vari Signum (protagonista in ostacoli in estate a Merano nella categoria massima per tre anni), Napastnik, la campioncina di Tuma Dumnonia, il tedesco Jungleboogie, quarto nel derby Svizzero e futuro vincitore nel Gran Premio di St. Mortitz (Gr.2), e capace poi di riprendersi le rivincite su quasi tutti i soggetti che lo avevano battuto (Sanok, Aldzarb, Napastnik, Oriental Sky e Sirius Shine). Il debutto questo sabato in Italia, a distanza di sette mesi dall'ultima prova, la giusta pausa invernale concessa da Vana ai suoi migliori prodotti e la scelta di provare il turf lombardo per probabile chiusura in patria del programma in piano. Circa una trentina, dal debutto avvenuto il primo agosto del 2004 con Fox Valley Lady, le prove in piano in Italia della volpona degli ostacoli alti ceki. Appena tre vittorie, fino a oggi, in questo particolare settore tutte conseguite in gentleman da Maly Kapral, tra il 2012 e il 2013. Una presenza, da non piazzato, anche in pattern race nel Premio Bereguardo, Listed, a Milano nel 2011, con Malg. Campo partenti ridotto, ma qualitativo, a parte forse il solo Schumy Forever, e favori del pronostico per Victory Song preferito, di poco, proprio a Touch of Genius, piuttosto a sorpresa (data la cabbala e il rientro). Circa 3 a 1 a quota fissa per il ceko, non poco ma nemmeno tanto, di certo quote bassissime al totalizzatore con tre cavalli sotto il 3 a 1. Paga infatti 2,87 Bertinoro, poco più di 5 Targaryen. Due stranieri contro gli italiani.

Lodevole curriculum di Victory Song di Kurt Fekonja (altro amico degli ostacoli), un allievo di Sarah Steinberg (recente terza nell'Ambrosiano, Gr.3) di rientro dal Federico Tesio (Gr.2), e vincitore di due corse da circoletto rosso a Milano la scorsa primavera, quale il Premio Lombardia (Listed) e la Coppa d'Oro di Milano (L), quarto nel 2014 nel St. Leger Italiano (Gr.3) e secondo nel Duca d'Aosta, classica declassata a condizionata di lusso e vinta, decenni fa, anche dal portacolori di casa che vedete tutte le volte che vi connettete in questo blog (allora per altri e più blasonati colori). Dunque avversario ostico. Luca Maniezzi sceglie però Touch of Genius, Fekonja fa allora scendere dalla Germania la monta di Rafael Schistl in luogo dell'abituale Maniezzi. Attenzionissima però a Bertinoro, belvissima griffata Dioscuri, soggetto capace di arrivare secondo nel Tesio (Gr.2) dello scorso anno a cinque lunghezze dal cavallo, sulla distanza, indiscutibilmente più forte di Italia (Dylan Mouth, 11 vittorie su 12), secondo nel Berardelli (Gr.2) 2013, dunque vincitore del Gran Premio d'Italia (L), del Circo Massimo (L), secondo nel Carlo D'Alessio (Gr.3) sempre dietro al mostro Dylan Mouth (onorevole sconfitta di tre lunghezze) nonché nel Villa Borghese (L), dove fu battuto a sorpresa da Pentagono, e nell'Unire (L) a Napoli battuto dal compagno di colori Keshiro. Grandissimo cavallo, c'è poco da dire, magari sfortunato per gli avversari affrontati e un pochino in appannamento, ma comunque rodato rispetto ai due ospiti. È della partita anche l'allievo di Vitabile, ex fantino in ostacoli, che risponde al nome di Targaryen. Meno qualitativo di Bertinoro, ma signor cavallo anche questo. Un inizio carriera a Siracusa, secondo nel Criterium del Mediterraneo (L) a due anni, vincitore nel Coppa d'Oro di Siracusa (L) a quattro anni, quindi il tentativo, sulla carta ardito, di operare la scalata di qualità nel 2014 con riscontro positivo della pista. Terzo nel Circo Massimo (L), vinto dallo sfortunato Mr Gotham (morirà in pista a Roma a fine 2015, in un convegno che vedrà in pista anche un portacolori della Regina d'Inghilterra), terzo nell'Ambrosiano (Gr.3), addirittura vincitore del Roma Vecchia (L) edizione 2014 dove batte agevolmente gli sfortunati Mr Gotham e Too Much Trouble (eroico vincitore dell'ultima Coppa del Mare), quarto infine nel 2015 nella Coppa d'Oro di Milano (L) e nel Lombardia (L), con una seconda parte di stagione in calo, ma con un'ultima prestazione degna dei tempi d'oro (quota quasi di 20 a 1) con una vittoria ai danni dei qualitativi Duca di Mantova e proprio Bertinoro. Quindi una prova di gran spessore, propedeutica alle pattern race per adulti e che rende palese quanti i nostri annucci della vigilia sarebbero potuti sembrare arditi a dir poco, seccenti forse, se non arroganti... ma sarà stato poi così? Andiamo a raccontare la corsa.

2.800 metri, Premio Cavalchina, dotazione complessiva di 15.400 euro. Victory Song di gran lena davanti. Due lunghezze comode su Targaryen, in terza Touch of Genius, indi Bertinoro, in coda l'otto anni Schumy Forever mai presentato in pattern. Tutti in rigorosa fila indiana in vista della curva che traccia la parabola prevista per la pista grande. Dario Vargiu gioca la carte dell'anticipo e gradatamente, all'ingresso in dirittura, porta Targaryen ai fianchi del battistrada per un primo attacco, tende addirittura a passare all'intersezione con la pista media. Touch of Genius segue i due, più in affanno Bertinoro, non perviene Schumy che desiste alla distanza. Vanno via forte i due davanti, sembrano prendere in controtempo il ceko con Maniezzi che si mantiene in scia a Targaryen come se fosse un ciclista in scia al suo gregario in vista della volata finale. Ai seicento Targaryen da l'impressione di fare di un sol boccone di Victory Song che però è coriaceo in corda. Touch of Genius vede la luce ai quattrocento metri finali, in terza corsia. Alza bandiera bianca Bertinoro. All'altezza dell'ultima siepe, Touch of Genius innesta il turbo tanto atteso dalla redazione, supera Targaryen che accusa la distanza ma resta su buon passo. Si difende lungo la corda ancora Victory Song, ma lo sforzo è necessario solo per contenere l'allievo di Vitabile che tenta un disperato ritorno finale. Duecento metri finali, Maniezzi chiude la contesa, si volta addirittura a controllare i due rivali e stacca tratteggiando i contorni di una vittoria piuttosto impressionante data la compagnia. Victory Song eccelso secondo davanti a Targaryen.
Dunque la più importante vittoria conseguita in piano da Josef Vana sr, la quarta in assoluto, la prima della Statek Blata Cesky in piano, la seconda in assoluto. Un'affermazione che candida Touch of Genius per le gran classiche del turf italiano e che dimostra la qualità dei gran premi ceki in piano, forse un po' sottovalutati da certe cricche, questa però è solo una nostra modestissima opinione. Dunque applausi per l'entourage ceko e tanto di cappello, con la soddisfazione di aver presentato la corsa in modo colorito forse, coraggioso senz'altro, arrogante per niente dato il chiaro e netto responso della pista. Chapeau!

Il Tocco del Genio scuola Galileo
(Foto derbyzapisnik.martin-cap.cz)

Quattro le prove in programma dedicate agli ostacolisti. Impegno principale la quarta esibizione sul programma nazionale dedicata ai tre anni, Premio dei Novizi, seconda prova più importante in termine di montepremi delle quattro fin qui disputate. Rivincita tra Golden Hello e Amaranthus col secondo chiamato a ripetere il successo di Treviso e il primo a scrollarsi di dosso la qualifica di maiden dopo due secondi posti. Attenzione però a Prepotent, favorito al betting e di gran lunga superiore se si corresse in piano, molto falloso però al debutto nella specialità. Questi i tre chiamati a dare battaglia, completa un'inedita coppia chiamata a difendere i colori della ceka Lydia Olisova composta dal monocorde John Palmer e dal debuttante in siepi Lulworth, col primo però schierato con una giubba in bianco integrale.
La prova, sui 3.200 metri, propone un Prepotent netto dominatore e risolutore della contesa, ma incapace di chiudere il percorso per una grave esitazione con brutto capimbolo sull'ultimo ostacolo. Una caduta senza conseguenze, ma piuttosto spettacolare tale da recare intralcio anche al compagno di colori Golden Hello con Dominik Pastuszka bravo a restare sulle staffe della seconda scelta in casa Favero. Dunque una seconda caduta in due uscite per questo interessante figlio Kodiac, indubbiamente il miglior tre anni visto fin qui in ostacoli ma incapace di concretizzare. Discorso diverso invece per Golden Hello apparso in costante progresso al punto da aver facile ragione su Amaranthus che lo aveva battuto al debutto in quel di Treviso. La seconda pedina di Paolo Favero ha seguito gli scatenati front runner John Palmer e Amarantus, tenendosi in terza affiancato da Prepotent, per poi emergere all'attacco della curva che immette sulla diagonale breve. Qua si è spenta di botto la spinta di John Palmer rilevato da Amaranthus con i due fucsia nell'immediata scia. Epilogo con i due Favero ben davanti ad Amaranthus. Joe Bartos intento a controllare gli inseguitori su un Prepotent già autore di qualche salto un po' difettoso. Brutta caduta però sull'ultima siepe per il battistrada e via libera, allora, a Golden Hello che vince di dieci su Amaranthus, lontano John Palmer, mero allenamento per Lulworth ancora a corto di preparazione e mai in corsa.
Prima vittoria stagionale a Milano per Dominik Pastuszka nel 2016, quinta in totale, e unico fantino ad aver preso parte a tutte le prove stagionali. Primo rapporto di scuderia in assoluto per Lydia Olisova che quest'anno è stata rappresentata da tre cavalli, ventisettesimo posto in classifica tra i proprietari in fatto di vincite. Prima vittoria in carriera, dopo dieci uscite (tre delle quali in ostacoli), per Golden Hello, acquistato a ottobre in Inghilterra per 5.000 ghinee.
1.690 euro, ovvero il premio per il primo cavallo italiano meglio classificato tra i primi tre, aggiudicati dall'Az. Agr. Farina che, grazie ad Amaranthus, risale in quinta posizione nella classifica degli allevatori a poco meno di duecento euro dal podio. Al comando sempre la Soc. Ag. Al. Deni che, con Rio Apache, ritocca pure il vantaggio con ulteriori 500 euro a fine convegno.

Favero cala il secondo successo nel Premio Madesimo, ascendente per anziani sui 3.200 metri in siepi corso a ritmo assai più moderato rispetto alla paritetica prova disputata dai tre anni (otto secondi in meno). Si rivede sul gradino più alto del podio Shame, che non vinceva da oltre un anno. L'ex Razza dell'Olmo si è reso protagonista di un intenso duello finale col compagno di allenamento Romis, con i due allineati fino alle ultime falcate e con Shame piombato, a largo di tutti, sul rivale. Una testa a fungere da differenziale per il portacolori Favero sul favorito della D'Altemps. Bravo Mastain, alla prima vittoria della stagione, a centellinare le energie del sei anni per poi scagliarlo all'attacco del più avanguardistico Romis mandato da Bartos in pressione del battistrada Saarinen già all'attacco della curva finale. Spettacolo all'epilogo tra i due faveriani con Arcachon a completare la tripletta (la prima della stagione) con rimonta su Saarinen. Peraltro quattro cavalli allevati in Italia che giungono nelle prime quattro posizioni, cosa piuttosto rara. Grandissima corsa anche dell'estremo outsider Kesprint, sei anni mai vincitore in carriera, che John Paul Brennan ha presentato in lotta per la vittoria fino all'ultima siepe quando, disturbato da un contatto  a sandwich tra Shame e Saarinen, ha perduto la concentrazione necessaria per affrontare in modo adeguato l'ultima insidia. Brutto il capitombolo determinato da una pessima ricezione, ma nessuna conseguenza. Sorte invece assai più infausta per il sei anni Drounais, rimasto in coda per tutta la prova, fratturatosi in modo irreparabile a causa, probabilmente, di una buca nel terreno. Voci di corridoio parlano di soppressione del cavallo per impossibilità di far fronte alla lesione patita. Quarantaquattro corse in carriera, cinque vittorie (una delle quali in siepi) e quindici piazzamenti, prodotto degli allevamenti della Razza Dormello Olgiata, nipote di Denner (fratellastro della madre Durella) secondo nel Richard del 1999 alle spalle di Taico, settimo nel Gran Premio Merano del medesimo anno. Le seconda perdita nel 2016 per il trainer Ilenia Nero, costretta  ad addormentare anche Bartolomeo, rimasto vittima di analogo infortunio in allenamento. Quinto, mai in corsa, il vecchio Priory Bay.


SHAME
Uno dei cavalli più impegnati nel 2015 con dodici corse,
il record fu di tredici.
(Foto di Matteo Mancini)

Debutto vincente in Italia per l'ex francese Roman, prelevato dalla Scuderia Tania a Cagnes-sur-Mer e affidato alle cure di Josef Vana sr, nella maiden di fine convegno. Soggetto proveniente dagli allevamenti dell'Ecurie Biraben celebri per aver dato i natali, tra gli altri, a Martalin, pazzesco vincitore dell'ultima edizione del Nazioni di Merano. Terza vittoria nella stagione per questi freschi colori e sorprendente decimo posto nella classifica generale dedicata ai proprietari in virtù delle vittorie anche di Burgundy Ball e Priory Bay. Vittoria comunque agevolata dalla goffa caduta di Andres dall'atteso Peintre Elusif  sul secondo salto e dalla poco esaltante prestazione del favoritissimo Rio Apache. L'allievo di Raf Romano ha pedinato il compagno di allenamento, nonché debuttante in siepi Max and Ruby (discreto anche se da mesi in preparazione), incapace però di staccare la compagnia al momento opportuno come invece sperato dal suo interprete. Più di conseva Roman, appostato in quarta posizione alle spalle della dormelliana Diva Silente da noi menzionata quale potenziale sorpresa in categoria vendere (così scrivemmo dopo il suo debutto).  Più indietro i due Favero, Katros e Counterproof, ancora una volta pessimi, come tale è stata Nostalgia di Fano (ormai lontana anni luce dagli exploit dello scorso anno). I primi quattro a fare la corsa con volata lanciata da Rio Apache però già acciuffato sulla penultima da Roman. Più spigolosa Diva Silente, comunque autrice della sua migliore corsa in carriera nonostante un enorme rischio sull'ultima siepe, sul passo Max and Ruby. Roman bene dopo l'ultima su Rio Apache, grandissimo finale di Diva Silente azionata da Domenique Jolibert e autrice di una falcata finale superiore a quella del vincitore, ma sufficiente solo a prendere la seconda moneta. Non male Max and Ruby in quarta, primo piazzamento in carriera in siepi per la Montalbano Strategic Love, comunque mai in corsa. Primo piazzamento in siepi, penso di poter dire, per il trainer livornese Riccardo Santini.

ROMAN contiene il finale di 
DIVA SILENTE, in corda RIO APACHE
(Foto De Nardin).

Grandissima confusione nell'Argenton in cross country per gentleman e amazzoni, quarta prova stagionale valevole per il campionato dilettanti. Centra la quarta vittoria in carriera, dopo un'astinenza di tredici anni, Daniele Tonelli in sella a Vanessa del Cardo, oltre 100 a 1 la quota. Cavalla di sei anni, figlia di Miola (sorellastra del vincitore del Berardelli Duel), proveniente dai blasonati allevamenti della Incolinx di mister Romeo (alla prima vittoria in assoluto in ostacoli), mai vincitrice però in carriera e con appena mille euro di guadagni ottenuti in ventidue corse.
Prova apparentemente brillante e senza grandi intoppi, con la consueta front-runner Tweety Kash a cadenzare i tempi di gara. La portacolori di Remo Romano è la favorita netta e va via molto bene, ben moderata da Altenburger (leader della classifica con due vittorie). Corre sui primi anche Vanessa del Cardo, quindi Tiparlo, Don Viannei e gli altri ben raccolti chiusi da Union du Bosc. Nei giri concentrici propri del percorso cross, emerge dal gruppo il rientrante Regain Madrik, affidato alla svizzera Claudia Wendel alla sua prima in ostacoli nella stagioneche si porta all'inseguimento della leader. Perde invece lieve contatto Tiparlo con più indietro Union du Bosc, ma sono tutti piuttosto raccolti. Si delineano i valori in campo a circa metà percorso con Tweety Kash davanti, seguita da Regain Madrik, emergono quindi nell'ordine Kitano, al debutto nella specialità con Luca Bonacina, il Favero Merguib, a contatto Napoli Molticolori, più indietro Don Viannei perde contatto Vanessa del Cardo, ma è qui che si verifica il paradosso. Il gruppo si dirige al termine della diagonale lunga per andare a imboccare la curva a mano contraria, Tonelli opta invece per un taglio di tracciato imitato da Claudiano Patelli su Tiparlo. Avrebbe la possibilità di seguirli anche Union du Bosc, ma Torosani pensa a un errore di percorso dei due colleghi. Confusione generale che coinvolge anche il telecronista. Vanessa del Cardo e Tiparlo, con il loro taglio, rubano agli avversari cento metri e spuntano dal nulla davanti a tutti sulla penultima insidia saltando una siepe che gli altri evitano. Mai vista una cosa del genere anche se Tonelli dichiarerà che nei cross non esistono passaggi obbligati (!?). Vanessa del Cardo clamorosamente davanti a tutti con buon margine, viene invece risucchiata Tiparlo. Tweety Kash all'inseguimento con Altenburger, prima dell'ultima siepe, che si volta a controllare gli avversari certo che chi gli sta davanti abbia sbagliato percorso.  Vanessa del Cardo vince addirittura rallentata, mentre Napoli Molticolori con Carminati, uno che se non cade arriva secondo, finisce a velocità multipla e va quasi a coprire Tweety Kash, quarto Kitano davanti a un deludentissimo Merguib alla settima uscita stagionale (record al momento del 2016) che viene a superare nelle ultime battute Regain Madrik. Vicini anche Tiparlo e Don Viannei. 
Epilogo pazzesco di questo cross, ordine di arrivo che viene confermato dopo circa mezz'ora, regolamenti alla mano, pubblico in stato confusionale, discussioni di ogni tipo. C'è persino chi, a nostro avviso in modo sensato, chiede la squalifica di tutti i concorrenti meno Vanessa del Cardo e Tiparlo, la quota dell'accoppiata sarebbe stata astronomica (praticamente gli ultimi due del campo). Alla fine i commissari non prendon alcun provvedimento, sebbene due concorrenti abbiano saltato un ostacolo in più degli avversari. Il cross dei dilettanti non tradisce la sua caratterstica dell'imprevedibilità.

Debutto in Italia in una prova per gentleman e amazzoni del Favero Velociter, cavallo da miglio pagato 8.500 ghinee a ottobre che viene però chiamato a percorrere l'impegnativa distanza dei 2.200 metri (mai coperti in carriera) e pure con andatura iniziale alè alè all'inseguimento della battistrada Turmalina. Sospinto da Altenburger il sauro si mantiene ancora in seconda posizione fino ai seicentometri finali poi si pianta. E' quinto ai quattrocento, poi Altenburger si rialza e finisce settimo dato come "lontano" dal sesto nelle distanze ufficiali del campo.

Due dati anche sulle Guineas Breeze Up & Horses in Training Sale andate in scena il 28 e il 29 aprile. Paolo Favero acquista la sorellastra di Signum, My Isla, numero di catalogo 27, tre anni con 66 di rating, tre corse in carriera con un secondo posto a Wolverhampton in classe 5. Interessante il prezzo di appena 3.500 ghinee, sicuramente un acquisto condivisibile se la cavalla versa in buona condizione fisiche.
Di rilievo la grande spesa sostenuta da Christian Troger, piccolo proprietario con la passione per le siepi (Fire of Debora, Max and Ruby e Nadat), che ha sborsato 35.000 ghinee, cifra importante, per aggiudicarsi le prestazioni di Ragner, interessante tre anni nipote della fattrice Gay Gallanta, madre dello stallone Byron e nonna del vincitore del Grande Steeple Chase di Milano Cornet Obolensky. Quattro corse in carriera, sempre piazzato ma in categoria 5. La senzazione è che sia stato pagato carissimo.
Si segnala anche un acquisto del maltese Cuschieri che acquista un castrone di quattro anni, Mr Boomer, per 3.000 ghinee che ha disputato una sola corsa. Acquisto curioso pure questo.

VANESSA DEL CARDO premia l'arguzia di Tonelli
che taglia la curva finale e torna a vincere dopo tredici
anni di astinenza. Seconda TWEETY KASH
(Foto De Nardin).


Un cenno per le prove di Siracusa del primo maggio. In scena l'handicap principale Città di Siracusa sui 1600 metri, con in pista una mascotte del blog, anche se non ha a che fare con gli ostacoli, ovvero Kylach Me If U Can, soggetto omaggiato dal sottoscritto al momento dell'acquisto alle scorse aste autunnali in Inghilterra, entrato nella storia del suo proprietario, Mark Cuschieri, per avergli regalato la centesima vittoria in carriera. Cinque vittorie in dieci corse dal suo arrivo in Italia, con altrettanti piazzamenti mai sotto al terzo posto. Duello annunciato con la belva locale Rayos de Sol, sette vittorie consecutive prima di subire due sconfitte a opera di Kylach Me If U Can e rifinire il tutto con una vittoria a metà aprile per dispersione in condizionata. Tra i partenti anche l'ex ostacolista di Paolo Favero Il Re Tritone, estremo outsider ma protagonista in categoria vendere. Ci prova anche Futuro Anteriore su una distanza però per lui un po' troppo breve.
Dinasty d'Or di Angelo Russo è velocissimo alla sgabbiata e va in vantaggio di buona lena. Tre anni di buon valore, ma al primo confronto diretto con gli anziani. Lo seguono come un'ombra i due top weight Rayos de Sol e Kylach Me If U Can con il portacolori di Mark Cuschieri a fare la corsa sul cavallo di Sebyan Guerrieri. A qualche lunghezza gli altri chiusi proprio dal pesino Il Re Tritone. All'intersezione delle piste Rayos de Sol passa in vantaggio e va via sul passo. Prova a operare l'aggancio Kylach Me If U Can, cede nettamente ai duecento finali Dinasty d'Or, faticano a intervenire gli altri. Rayos de Sol si mantiene comodo in vantaggio, mentre Kylach Me If U Can mantiene il secondo posto dal recupero, tardivo, dei due grigi Laguna Drive e Grey Bet, quinto, vicino, un buon Il Re Tritone.
Rayos de Sol vince per il secondo anno consecutivo il Città di Siracusa, portando a tre le vittorie in Handicap Principale a dodici quelle generali con otto piazzamenti per un totale di ventuno corse e un solo non piazzamento, in categoria Listed Race. Il miglior cavallo da miglio in Sicilia, poco da dire, e dunque prestazione ancora ultra positiva per Kylach Me If U Can, che gli concedeva due chili e che lo ha battuto per due volte. Cuschieri, nella cui bacheca manca ancora il Città di Siracusa, può comunque sorridere anche se la vittoria era alla portata. Nulla però da dire sulla strategia di gara, il rivale è apparso più in palla.

Grande debutto, tra i due anni, nel Premio Ida Monte, per Irish Diamond, velocissimo alla sgabbiata ma poi rilevato all'attacco della curva finale da Camden Zac, fratellastro dell'Amaranthus ammirato nella prova per tre anni di Milano in siepi. Nulla però da fare per il portacolori di Antonella Sirugo, un pochetto largo all'ingresso in dirittura. Irish Diamond, ben in mano di Giuseppe Cannarella, ha sfilato via il battistrada lungo la corda vincendo da netto dominatore e per dispersione. Gran finale, a largo di tutti, di My Man, sgabbiato in netto ritardo ma autore di prova generosa con una disperata e graduale rimonta agli ordini di Cannella. Un volo finale, quello del portacolori Cuschieri (acquistato a settembre per 9.000 ghinee), utile ad artigliare la seconda moneta ai danni di Camden Zac, che regala al suo allevatore Farina il primo premio riservato agli allevatori (1.170 euro). Completa il quadro dei premiati  Shardana Prince, veloce alla sgabbiata ma calato alla distanza. Opaco debutto di My Master, secondo portacolori Cuschieri, forse a disagio sulla breve distanza e caratterizzato da una genealogia tutt'altro che da sottovalutare. Si tratta infatti di un figlio di un'inedita sorella piena di Puerto Rico, vincitore in Gruppo 3 a Curragh e piazzato a York in Gruppo 2. Di grosso calibro la seconda linea genealogica che propone molti vincitori di classiche inglesi, compresi i Gruppo 1. Soggetto che genealogicamente parlando ci piace, vedremo cosa riuscirà a fare nel proseguo.

KYLACH ME IF U CAN col suo proprietario
Mark Cuschieri alla sx della foto.
(Foto lagazzettasiracusana.it).

lunedì 25 aprile 2016

SPECIALE PAOLO FAVERO... VINCITORI CLASSICI.


DAMMI UNO SPECIAL, L'ESTATE CHE AVANZA E LA SETE MI INCALZA, SIEDITI COMODO CHE TI PORTO UN GRAN GIN. 

NON è UN BARRE MA LA CARRIERA DEL NUMERO UNO.

A cura di MATTEO MANCINI

HIGH, HIGH, HIGH
Brindisi col sindaco JA, JA, JA 
JANUTH.
(Recuperato su Meranomaia.it)

Esco di fretta dalla mia stanza, a marce ingranate dalla prima alla quarta, devo fare in fretta devo andare a una festa, è che c'è l'estate che avanza e il gota della stagione ostacolistica austro-ungarica per una vacanza che ti porta qualcuno davanti alla stanza. Sembra di fare come Baglioni nell'atto di ascoltare belle canzoni, roba da Dagli il via laggiù nella landa incontaminata del Sud Tirol (Alto-Adige) dove sta per entrare in scena il 2016 dei salti e a guidare tutti, ormai da anni, c'è un solo uomo che per destriero avrà più un mulo o un cavallo...? Inutile rispondere a certi inviti o a pronunciare certi nomi, potrebbe sembrare ridondante perché tutti sanno di chi si sta parlando, pure lì sassi aggiungerebbe Carlo Verdone in uno storico sketch da ketch di Troppo Forte. Ma come è iniziata la storia, quale è stata la premessa? Domande giuste e lecite, con risposte che a volte non lo sono ma non è questo il caso. Potreste pensare che il tutto sia nato per una passione di famiglia o per l'appartenenza castica al mondo delle corse o magari per una scelta dettata da un lavoro occasionale, un po' per costrizione più che per diletto, come potrebbe capitare a qualcuno della stazza idonea alla professione di fantino. No, signori miei... Spero che disponiate di mezzi pari allo sponsor della Juventus di Mister Allegri, perché siete fuori strada. Qua la storia inizia in modo particolare e non pensate, dati certi giornalisti del ramo, alle mosche estrazione Maurizio, né a chicchi da caffé che potreste trovare in un bar degno di un circolo letterario con passioni cinematografiche. No, cari miei... questa non è storia da Phenomena, anche se gli Stivaletti c'entrano eccome, piuttosto è la storia di un fenomeno perché il nostro ha ormai dimenticato l'argento e non fa che collezionare oro, stagione dopo stagione, al punto da far perdere il conto agli avversari e a non interessarsi ai chicchi da caffé da piazzare davanti alle macchine da presa, anche se il ceko Vana gli toglie diversi gruppi uno dalla bacheca, manco fosse Arsenio Lupin, un personaggio degno rappresentante della produzione Leblanc. Signori, qua non si fanno giri di parole senza epilogo, o passaggi a vuoto come bizzarri stalloni riottosi, qua si danza, come insetti formato Maia, come quella famosa frase di Alì che diceva di fare come le farfalle di fiore in fiore, con la leggerezza di un'ape (rigorosamente Piaggio) che svetta sulle siepi e che con la dolcezza di un grillo canterino bacia l'erba della pista e si confonde col verde che gli corre intorno, mentre gli occhi guardano e poco capiscono di ciò che vedono vuoi che sia a muoversi l'insetto o l'ambiente che c'è intorno. Roba da Socrate diranno gli esperti della Sofia, ma vedete tafani, voi? Non siamo mica all'incavezzatura di San Rossore... Comunque non è certo prerogativa di Parmenide, soggetto che nega il movimento, ma ha frequentato certe scuderie e forse per quello ha colto ben poche soddisfazioni in carriera. Signori, la storia vera qua inizia da una VESPA più un GRAN GIN, specialità della casa ordinata, contro ogni parere della compagnia, in virtù di un gran colpo d'occhio e un culo grosso così da leggersi tocco da gran intenditore. Brindiamo allora al filotto di successi e immergiamoci nel 1979 in un'ubriacante carriera in retta ascendente fatta di numeri, vittorie, imprese, e interviste al vetriolo come quando il nostro, intervistato dalla gazzetta dello sport, rispose al grande maestro della categoria in questo modo: "prima o poi la leadership del settore ostacoli sarà mia. E che l'inerzia possa cambiare la testimonia un numero". Parole lapidarie, implacabili, per qualcuno anche arroganti, ma c'è poco da obiettare... il tutto viene e verrà riscontrato dal campo, dato su dato, senza possibilità di replica per chi pensava in una mera opinione del momento. Miglioramenti continui, vittorie su ogni fronte, difficoltà però di espatriare in modo vittorioso. Signori e signore, questa è la storia di... PAOLO FAVERO.

E iniziamo questa lunga cavalcata che è resa possibile grazie ai database di ippica.biz e di hippoweb.it senza cui questo articolo mai avrebbe potuto vedere la luce e ai quali, dunque, va il nostro ringraziamento per la messa a disposizione dei dati relativi agli ordini di arrivo.
Perché fare un articolo su Paolo Favero? Beh, innanzi tutto perché è il leader del settore ormai da oltre un decennio con un trend di vittorie che i grafici dimostrano in continuo aumento o, nelle annate meno fortunate, in lieve e temporaneo calo. Una progressione che lo ha portato dalla ventina di vittorie a stagione di inizio carriera, alle oltre trenta maturate dopo un decennio di attività, quindi al deciso incremento nel triennio 2004-2007 con oltre cinquanta vittorie, livello poi raddoppiato a partire dal 2009, fino a marcare il record, non so se assoluto per il settore ostacoli, di 116 successi in un anno ottenuto nel 2013, oltre quello di vittorie consecutive dello scudetto allenatori di settore (vinto, probabilmente, undici volte di fila). Solo questi dati basterebbero a giustificare un articolo del genere, ma non è questa la ragione principale. Come dimostra la portata di documenti che sono allegati a questo articolo, ho seguito Paolo Favero fin dai suoi inizi di carriera. Sembra quasi assurdo, ma è proprio così. Il perché? Semplice, perché ero un fanatico di siepi fin dalla gioventù e Favero, pur correndo corse per lo più di contorno, era uno specialista del settore e dunque portato a finire sotto la mia attenzione. Non era il solo a esser seguito dal sottoscritto, tra gli altri vi erano anche Paolo Santini (scomparso da decenni) e il duo Marini-Baschieri, questo perché mi son sempre piaciute, un po' in tutti gli sport, le scommesse piuttosto che i campioni affermati, e quando dico scommesse non intendo quelle monetarie piuttosto quelle di prospettiva di resa futura (anche qua centrate pienamente e con interessante occhio lungimirante).

Paolo Favero nasce l'11.02.1963 da Alfisio Favero in quel di Sinigo e per sedici anni ignora cosa sia l'ippica. Passa le sue giornate con gli amici e vaga per le vie della provincia di Bolzano con un'inseparabile Vespa 50. Da quel che si legge non dimostra grande passione per lo studio, è iscritto alle superiori ma viene folgorato dall'ippica. Ha già sedici anni quando scopre questo sport, un pomeriggio insieme ad amici e cugini si reca all'impianto Maia e viene folgorato. Comincia a prendergli un'idea alquanto ardita e che potrebbe sembrare folle. Vende la sua Vespa 50, prosciuga il libretto alle poste e si compra un cavallo zoppo: Gran Gin. Siamo agli inizi degli anni '80, tempi in cui l'ippica non era attanagliata dalla morsa delle crisi. Per mantenersi sceglie la difficile via della gavetta da artiere, sembra inizialmente non retribuito. Sveglia presto alla mattina, cavalli da accudire e poi da lavorare, nonostante un peso troppo elevato che ne preclude persino la possibilità di fare il gentleman e di confrontarsi sotto gli occhi dell'amico pubblico locale. Non c'è solo questo, ma la grande scommessa, quella dalla quale veder sbocciare i frutti necessari per manlevarsi dagli eventuali sfottò e risolini di amici e parenti: c'è da recuperare Gran Gin da un infortunio a un tendine. Un ragazzo di sedici anni, bravo quanto vuoi, non può certo compiere il miracolo da solo, ed è per questo che Favero ha scelto il giusto ambiente. Aiutato dalle mani esperte dei dominus, rimette in piedi, giorno dopo giorno, la sua pazza scommessa, ma soprattutto ascolta i consigli dei veterani. È un Favero in formato allievo quello dei primi anni, attento a rubare il mestiere ai vari Pasqualino Mazzoni e Mattei, vecchie volpi del sistema e per i quali il giovane Favero diviene presto un utile supporto su cui contare. Gran Gin resta intanto fermo per oltre sei mesi, quindi prende le vie delle piste e diventa una mascotte dei cross country. Vince qualcosa come dodici corse, secondo alcune fonti diciotto, e contribuisce a infondere quell'entusiasmo che porterà Favero a scegliere la via che lo condurrà all'inevitabile sbocco da allenatore. Nel 1985 consegue la patente di assistente allenatore presso Bugatella, nell'estate del 1991 rileva invece, a Merano, il patentino da allenatore e inizia una lunga carriera a disposizione, inizialmente, della sola Franca s.a.s che poi diviene Scuderia Montefranco a partire dal 1992. Scuderia questa composta (almeno credo) da parenti dell'allenatore che ne è pure socio. I colori, nero con rombo e berretto fucsia, diventeranno il marchio di fabbrica dell'entourage Favero che manterrà la linea cromatica per tutto il suo corso riflettendola in altre svariate giubbe (Va.Ma di Dolzan e Schileo su tutte, con la prima giubba ricalcata sulla prima di Favero e la seconda, quella dell'Avvocato di scuderia, a fungerne da negativo), ivi comprese le due di Favero che cambierà livrea prima di passare al completo fucsia con cui oggi noi lo conosciamo.

Il debutto, probabilmente perché le fonti iniziali non sono affatto chiare, avviene a ventotto anni con Titti Brugnoli, nel Premio Ora, a Merano, il 19 maggio del 1991, e termina curiosamente con una caduta nonostante si tratti di una prova piana per gentleman. Hippoweb riporta per la prima volta il nome "Favero" in occasione della corsa disputata da Adario il 26 maggio del 1991 e ultimata con un terzo posto, a grande distanza dal vincitore, in quel di Merano. Il sottoscritto indica invece Titti Brugnoli quale cavallo di debutto, in quanto compagno di colori di Adario e di altri portacolori della Franca s.a.s tutti gestiti da Favero. Sempre secondo hippoweb Favero centra la sua prima vittoria, nonché unica nel 1991, in una vendere in steeple chase, Premio Tubre, disputata a Merano il sei ottobre del 1991 e vinta da Toujours au Future.


RAMA EXPRESS
Primo cavallo a regalare un piazzamento in un Gran Premio a Paolo Favero
nonché il primo con l'onore di difenderne i colori in pista.
(Foto by Foto Press, dalla pag. 427 del n.149 de Il Purosangue in Italia).

Il primo anno pieno da allenatore meranese si apre nel 1992 ed è subito interessante, pur senza grandi acuti. Favero compare in quarantacinque corse che va ad affrontare disponendo di nove cavalli, otto dei quali della Montefranco e uno, Jellicoe Point, del Circolo Ippico Meranese. Vince cinque corse avvalendosi della sagace monta di Carletto Mirandola (fantino tra i più vispi della categoria, ricordo alcune sue soluzioni ardite in corsa a Pisa, tipo scendere in pista con dei piccoli speroncini o agganciarsi in curva alla sella di un avversario per farsi trainare in modo da sfiancarlo e sganciarsi per sfugirre all'occhio indiscreto delle telecamere). Niente di rilievo, a parte la buona affermazione in condizioata di Adario che riporta un successo in un premio dedicato a Ryan's Daughter (favola dell'ostacolismo, capace di passare dalle vendere di Livorno in piano alla vittoria nel Gran Premio Merano del 1979) con dotazione al primo corrispondente agli attuali 7.746 euro. Adario, steepler di medio basso livello, è anche il cavallo dell'anno di scuderia vincendo nell'annata qualcosa di poco superiore agli attuali 16.000 euro.

Il 1993 prosegue per la medesima via, otto cavalli a girare nei box ma vittorie raddoppiate con appena dieci corse in più rispetto alla stagione precedente. Davvero niente male per un semi-esordiente. Arriva anche il primo piazzamento in neretto conquistato al debutto da Rama Express, secondo a Milano nel Corona Ferrea (all'epoca non ancora fregiata del rango di Listed Race perché in Italia gli ostacoli non erano ancora configurabili quali pattern race, limite superato solo nel nuovo secolo). Cavallo quest'ultimo che sarà il primo a difendere i colori personali di Paolo Favero che debutterà, con giubba nera, serie centrale circolare di rombi fucsia, maniche a cerchi fucsia-neri e berretto fucsia-nero (in luogo dell'attuale completo fucsia), il quattordici maggio del 1995. Al di là dell'ottimo piazzamento di Rama Express, è la femmina Marie Palace, pretoriana di scuderia, a segnalarsi quale la più vincente della stagione, con un introito guadagnato quantificabile in 24.180 euro e una condizione di forma tale da dichiararla partente nel Premio del Prato (ultima sul palo). La Montefranco investe poi su un tre anni allevato dalla Montalbano, che in quegli anni furoreggia nei gran premi ostacolistici di tutta italia (in particolare nel Gran Premio Merano con Miocamen), che non ha mai corso in siepi, pur essendo fratellastro per linea paterna di Miocamen e per via materna di ostacolisti come Nitrocor. Si tratta di Cristel Night che arriva alla corte di Favero nel luglio del 1993 dopo aver disputato nove corse in piano, vincendone una e piazzandosi in un'altra. Niente di eccezionale, ma Favero ci lavora su e lo acquista, probabilmente, dopo averlo visto saltare presso la Montalbano. Passa infatti poco più di un mese dall'ultima uscita in piano a Varese, che il cavallo, con i nuovi colori Montefranco, debutta in siepi a Merano. Favero, dopo un debutto più che sufficiente, lo lancia subito nel Tagliabue, attuale Gruppo 3, ma il cavallo non risponde all'appello, terminando ultimo. Corre quattro ulteriori volte senza mai vincere, l'ultima di queste la vigilia di Natale nella tris straordinaria delle Capannelle. Termina quinto,vince invece un cavallo partito da Marina di Pisa, paese confinante a quello dello scrivente, che onora con la vittoria la morte avvenuta nella mattinata del soggetto che avrebbe dovuto accompagnarlo in corsa, Don Artek, abbattuto a seguito di un infortuinio innescato da una caduta di un albero prima di salire sul van.
Nel 1994 Favero riuscirà a trasforare Cristel Night da soggetto di medio-basso livello, quinto nel Není da Zara di Roma (altra prova che sarà fregiata del titolo di Gruppo 3), al suo primo grande cavallo, vincendo sotto un'autentica tormenta di pioggia e di vento il Premio Piero Richard (altro futuro Gruppo 3) del 1995 (36.151 euro, sarà per molti anni il record conseguito in un'unica corsa da un cavallo presentaot da Favero) e correndo con chance al lumicino il suo primo Gran Premio Merano, edizione 55°, terminando eccelso quarto alle spalle di tre mostri sacri ovvero Or Jack (alla prima delle tre vittorie), Lord Madonna e il piazzato del Grand National di Aintree Dockland Express. Purtroppo non potrà beneficiare di altre occasioni, perché il cavallo morirà a seguito di una gravissima frattura al posteriore destro subita a seguito di una caduta a Torino sulla fence nel corso di un Mole Antonelliana che difficilmente avrebbe perso.


CRISTEL NIGHT 
Primo campione in casa Favero, vince il RICHARD
(Dagli Archivi di Matteo Mancini).

E con Cristel Night siamo saltati nel 1994, il primo grande anno di Favero che, ad appena trentuno anni e con tre soli anni di esperienza effettiva, vince lo scudetto di categoria, complice un anno di appannamento di Francesco Contu. Diciotto vittorie finali gli sono sufficienti per regolare di una lunghezza il più fornito collega sardo. Un risultato ottenuto senza incrementare il volume di fuoco fatto di nove cavalli per sessantuno corse. Decisivo per il risultato finale si rivelerà Flying Besurga che vince in tutte le discipline inanellando sette vittorie (39% del totale di Favero), di cui tre consecutive e una quarta intervallata da una caduta nel 50° Premio Nazioni disputato da controfavorito. Record di vittorie fin qui marcato in una stagione da un allievo Favero. Si distingue poi un grande Rame e Oro che regala il primo Gran Premio vinto da Favero, aggiudicandosi l'XI Corsa Siepi di Torino e un bottino quantificabile in 18.000 euro. Le somme introitate dalla Montefranco, mai così sulla cresta dell'onda, portano a investire deciso su un cavallo che si è gia segnalato su buoni livelli in siepi: Max Blind. Si tratta di un altro elemento ben conosciuto dallo scrivente, che lo ha visto e fotografato al tondino, sotto una pioggia torrenziale, in occasione della sua ultima corsa in piano contrapposto, tra gli altri, al cavallo della redazione (Stormy Fighter). Piuttosto deludente in piano, con due soli piazzamenti a due anni in categoria maiden, è, in ordine cronologico, il secondo grande cavallo di Favero. Questa volta però non è l'allenatore di Sinigo a svezzarlo alla nuova disciplina, ma i Botti per mezzo di Adriano Santoni. Il cavallo debutta sugli ostacoli, per i colori Siba, a tre anni in una vendere a Torino. Vince, ma persevera a correre a reclamare e vendere per circa 25.000.000 di lire. Si comporta bene, vince e si piazza, tanto da guadagnarsi, dopo buone uscite in condizionata, il biglietto per il Tagliabue a Merano. Corre alla grandissima e contende la vittoria a un certo Something Special, che anni dopo vincerà il Merano. Purtroppo per Santoni sbaglia un salto e cade nella parte terminale della gara, lasciando al rivale una vittoria dai contorni chilometrici: quindici lunghezze sul secondo, con terza un'altra futura campionessa quale Sopran Ambra. Un secondo posto nello Staffa d'Oro convince Favero a fare il suo primo grande investimento. Sembra che siano gli stessi Botti a cercare di convincere Favero all'azzardo. Max Blind diviene così il cavallo dell'anno in casa Favero nel 1995, vincendo 57.500 euro e battendo il record di 56.000 del più qualitativo Cristel Night, con l'acuto nello Staffe d'Oro di Torino, terzo gran premio vinto da Favero con montepremi di 21.950 euro al primo, e il bronzo nel Není da Zara.
Altro soggetto su cui vengon convogliati un po' di lire è Evrecy, strappato dalle scuderie di De la Motte ma poco incisivo, pur se piazzato nella Prova d'Assaggio di Pisa (secondo) e nel Soc. Steeple Chase a Torino (quinto). Compie i suoi primi passi anche Toni Morris, quinto nel Berlingieri (attuale Gruppo 2).


MAX BLIND
All'ultima corsa in carriera in piano, in sella Giovannino Forte.
(Foto Matteo Mancini).

Lo scudetto conquistato nel 1994 accresce il tenore di attenzione attorno a Favero, ma non le vittorie che alla fine saranno sedici (due in meno) a fronte di un deciso aumento di allievi, diciassette (praticamente raddoppiati rispetto al consueto) e di corse (ottantotto). Arrivano inoltre alcuni nuovi proprietari che decidono di affidare i propri cavalli all'allenatore meranese. È il caso della scuderia Nadia, di Alberto Oppo, della Flying Fox Farm, della signora Massei, ma soprattutto della contessa Ludovica Albertoni, nipote di Leopoldo Pirelli e moglie del magistrato Clemente Papi (poi separatesi nel 1970), che decide di rientrare da prima protagonista nell'ippica dopo aver vinto oltre cento prove da amazzone negli anni '60 ed essersi segnalata l'amazzone più vincente nel 1963, 1965, 1966 e 1967. Si tratta di un'entrata che si rivelerà decisia per la carriera dell'allenatore, la contessa, sfortunata all'inizio, si toglierà grandi soddisfazioni regalando all'allenatore il primo Gran Premio Merano, in un'edizione che si rivilerà thrilling con lotta persino nelle aule dei tribunali (lo vedremo in seguito). La Albertoni avvicina Favero e gli manifesta la volontà di comprare un cavallo. La scelta cade su Dyktafon, un polacco importato dalla Scuderia Simonazzi (celebre per i suoi affari in Polonia), fratello pieno di un certo Dynamit che qualche anno dopo vincerà tutto in cross country. La Albertoni lo acquista dopo una vittoria per dispersione a vendere a Merano. Favero lo prepara e lo presenta, dopo un mese, in ascendente. La giubba rossa, con maniche a cerchi bianco e blu e berretto bianco, bagna subito con la vittoria il debutto. La fortuna iniziale però si ferma qua, il cavallo si infortunia a Treviso dopo appena due mesi dall'acquisto e pone fine alla propria carriera. La Albertoni non demorde e acquista a dicembre proprio Max Blind, il migliore soggetto di scuderia. Una corsa, ancora una volta vincente (due vittorie su tre corse), e un altro infortunio, questa volta non irreversibile ma tale da fermare il cavallo per oltre un anno. Niente paura e altro investimento di discreto tenore. La contessa viene catturata da un grigio arrivato dalla Francia che ben si comporta nel Giulio Coccia, prova propedeutica al Grande Steeple delle Capannelle. Si tratta del sette anni Beau Bleu, finito alle spalle dello specialista Cabotin III della Diamante. Sgancia allora una discreta somma per poter correre il Grande Steeple delle Capannelle (prima edizione per Favero), ma uno scarto mette fuori gara il grigio. Vince l'ospite Gaburn, agevole, davanti proprio a Cabotin III. Il grigio è la prima nota positiva per Favero nel 1996, ma non mantiene il potenziale dimostrato in allenamento. Cilecca tutte le grandi occasioni, vince le prove preparatorie ma fa capricci nei main event. Cade nel Cross Internazionale di Torino corso da favorito, fa il bis in condizionata in steeple a Merano, quindi riporta due primi posti a Treviso e altrettanti piazzamenti. Non molto, direte voi, eppure con 21.422 euro di vincite è il miglior cavallo di scuderia del 1996. Non è un anno fortunato per Paolo Favero, che perde la migliore pedina, Max Blind, ma anche Toni Morris (fermo per oltre un anno), Evrecy dopo interessante debutto in steeple, e soprattutto gli investimenti dell'anno costituiti da Power Pach della Albertoni (secondo nel Premio dei tre anni di Torino, con il maggior incasso conseguito in unica prova in virtù dei 7.000 euro conquistati), Best King e Sablonville tutti estremamente positivi al debutto, quest'ultimo nel Prime Siepi davanti a Better Days e Salastrains (che poi faranno vedere cose positive in seguito) ma fermato nel Tagliabue per infortunio, incapaci però di dare un seguito per acciacchi vari. Alla fine saranno solo tredici le vittorie totali, nonostante i sedici cavalli allenati (sette dei quali della Montefranco, quattro di Favero, due Albertoni, uno per Messmer, Circolo Ippico Meranese, sig.ra Massei e per Cornali Maurizio), molti dei quali infortunati come dimostrano le sole 52 corse disputate (circa trenta in meno rispetto all'anno precedente). Tenta il Vanoni Egal a Vous, rilevato da Messmer dalle scuderie De la Motte (presso le quali sarà riportato qualche mese dopo), ma finisce ultimo. Vince un paio di corse Sonnenheim per i colori Massei, ma niente di grande conto.


L'articolo originale di TROTTO & SPORTMAN
sullo STAFFE ORO vinto da MAX BLIND
(Dagli archivi di Matteo Mancini).

La nuova stagione inizia con la collaborazione col venticinquenne Fabio Sparapano che arriva a Merano dalle piane di Roma finendo sotto le attenzioni di Favero, che lo ingaggia e perfeziona in modo definitivo da fantino delle piane a ostacolista. Sembra quasi un buffo gioco del destino, con un'accoppiata di scuderia da induzione alle esercitazioni al poligono costituita dall'invito Mirandola - Sparapano. E' Flying Besurga il primo cavallo che Sparapano monta per Favero nel 1994, ma si tratta di un ingaggio occasionale, solo nel 1997 il rapporto tra i due diverrà duraturo con la scelta decisiva di Ludovica Albertoni che lo fa ingaggiare per i propri cavalli. Intanto il numero di pensionati cala a tredici unità. Crescono i portacolori della contessa che acquista anche Balkan Ups dalla Montefranco che lo aveva importato dalla Francia (primo acquisto all'estero di Favero) e Hero's Wish, recuperando poi dall'infortunio Max Blind. Calano invece quelli della Montefranco, ormai sulla via del tramonto. Sono appena quattro i saltatori della fedelissima di Favero. Si segnala invece l'ingresso di un proprietario di lusso come l'Allevamento Il Cavallino Nero, plurivincitore in Gruppo 1 in piano (un cavallo su tutti, Pelder) ma all'ultimo cavallo della loro lunga storia (Mister Andrew). Investe all'estero anche il signor Cornali che preleva dalla Francia il sette anni Afasoon, un ex Aga Khan recuperato da Favero dopo un anno di inattività, riproposto su buoni livelli (due vittorie a Treviso in quattro uscite) e penultimo nel Lainate. Alla fine Favero prende parte a sessantatré corse vincendone sedici con l'acuto di Hero's Wish, promettente tre anni di Ludovica Albertoni (il più forte tre anni della stagione) artefice di quattro vittorie su quattro corse (risultato fin qui mai marcato da un allievo Favero), nel Premio dei Giovani (12.072 euro al primo). Il cavallo purtroppo però si infortunia e non potrà così capitalizzare appieno il proprio talento, rendendosi comunque protagonista di tre passeggiate dove rifila qualcosa come trenta lunghezze a Magic Baiki (futuro vincitore del Richard). La dea bendata sembra non voler seguire Favero e soprattutto la sua proprietaria di punta Ludovica Albertoni, che vince ma vede poi infortunarsi tutti i suoi primi attori. Max Blind rientra ma non è più quello del pre-infortunio, corre tredici vole, ivi compreso nel XIX Steeple Chase delle Capannelle (arriva ultimo) riuscendo a vincere solo due corse. Tra i redivivi rispunta anche Toni Morris che, a differenza di Max Blind, non accusa molto l'inattività. L'ex Siba disputa sei corse, vincendone due e non andando mai al di sotto del terzo posto incassando qualcosa come 27.000 euro. Sarà il soggetto, reduce da un infortunio, che darà maggiori soddisfazioni a Paolo Favero. Questi i dati di una stagione che potremmo definire interlocutoria con "il nostro" ancora pronto a pescare in Francia in vista del 1998 dove acquista Le Change (per sé) e Fier de l'Etre per la contessa Albertoni. Saranno le premesse verso un deciso salto in avanti nella carriera e l'avvio del graduale e costante miglioramento che porterà  Favero a riempire la propria bacheca di trofei.

Alla FIER DE L'ETRE
per due soldi un campione comprò.
Belva dei cross scuderia ALBERTONI PIRELLI
(Foto Trottosportman, dagli archivi MANCINI MATTEO).


Il 1998 è l'anno dei primi grandi numeri di Paolo Favero che supera la quota cento nel numero di prove disputate, stabilendo un nuovo record personale, disponendo di ventuno cavalli destinati agli ostacoli, otto dei quali acquistati dalla Francia e già specializzati nella disciplina. Ventinove le vittorie, altro record personale, insufficienti però ad acciuffare la quota trentacinque fatta registrare da Francesco Contu e soprattutto l'inarrivabile, per ora, cinquantotto di Eric bec de la Motte. Record di vittorie anche per un cavallo con i sette successi di Fier de l'Etre che eguaglia i centri stagionali di Flying Besurga. Deciso balzo in avanti inoltre sul versante della qualità con Paolo Favero che si aggiudica, da allenatore, quattro gran premi, due anche da proprietario, grazie agli acuti di Taico (vincitore del Berlingieri, attuale Gruppo 2, con un premio al primo di 54.873 euro, record di vincite in una corsa conseguito da un cavallo della scuderia Favero, e del Premio Prime Siepi Maschi) e di Fier de l'Etre, mezzosangue di Ludovica Albertoni protagonista assoluto nel programma cross con vittorie nel LIV Nazioni e nel Grande Steeple Cross di Grosseto - Mem.Argenton, con l'amarezza di aver mancato la tripletta, causa caduta, nel Grande Steeple delle Capannelle vinto da Del Santo davanti a Cabotin III (acquisto Montefranco) battuti entrambi nel preparatorio Coccia. Piazzamento importante poi per Le Change, terzo nel 39° Steeple di Torino e per il vecchio Bannkipour, altro portacolori Albertoni, quarto, lontano però dal terzo, in un pirotecnico Grande Steeple di Milano. 

Questi in breve i numeri di una stagione che ha visto Paolo Favero (titolare di dieci cavalli) e la sua più forte proprietaria, dopo il ridimensionamento della Montefranco, Ludovica Albertoni pescare direttamente in Francia. Acquisti per lo più di cavalli da valorizzare, ma anche di una vecchia gloria come Bannkipour, nove anni proveniente dalla prestigiosa scuderia di Jacques Ortet. Ex campione sulla via del tramonto, due volte terzo nel Grande Steeple Chase di Parigi, ad Auteuil, nel 1995 e nel 1996, davanti a un mostro dell'ostacolismo come Al Capone, quarto nell'edizione del 1994 (davanti al numero uno della perizia del Grand National di quella stagione The Fellow, nonché vincitore della Gold Cup di Cheltenham). Cavallo dal grande blasone, ma lontano dalla vittoria da quattro anni. Deluderà le attese, secondo nel Durini a Milano e quarto nel Grande Steeple Chase di Milano, a grande distacco dai vincitori e agevolato, in entrambe le occasioni, dalle svariate cadute degli avversari. Cadrà, a sua volta, in due cross meranesi corsi da favorito al betting, terminando tuttavia ultimo al terzo impegno nella disciplina e poi terzo in medesima compagnia. Verrà ceduto ad altri proprietari, ormai lontano dalla migliore forma.

Più fortunato invece l'acquisto del mezzosangue Fier de l'Etre. Curriculum scarno. Anni cinque, prelevato dal trainer Guy Cherel, otto corse in ostacoli in Francia, tutte a quattro anni e per lo più ad Auteuil. Una vittoria in steeple da 18.000 euro, quindi due quarti posti a fungere da migliori piazzamenti e una brutta prestazione nel Grande Steeple Chase dei 4 Anni di Parigi. La Albertoni lo acquista, non credo con particolari pretese, e il cavallo, agli ordini di Favero, si trasforma. Vince il Coccia regolando altri due mezzosangue come Cabotin III e Del Santo che poi si riprenderanno la rivincita nel Grande Steeple Chase delle Capannelle, sfruttando la caduta dell'avversario. Fier de l'Etre si prende a sua volta la rivincita a Pisa dove, in steeple, batte di misura Del Santo, ben lontano però dal vincitore Tadjeskaian. E' però nel cross dove il cavallo si rivela più a suo agio. In otto corse ne vince sette, sempre agli ordini del gentleman Marco Bozza, venendo battuto in lotta serrata nel Cross Internazionale solo dallo svizzero Zigeuner. Vince il Nazioni, il primo per Paolo Favero, di misura sul campionissimo svizzero Balou e sull'ottimo Dynamit, prendendosi la rivincita su Zigeuner (quarto) e concedendo chili a tutti. Largheggia in autunno nel Grande Steeple Cross di Grosseto, rifilando sette lunghezze abbondanti a un certo Duval che vincerà poi l'edizione successiva, e, a nuovo anno, vincerà anche il Grande Steeple delle Capannelle, corsa da netto favorito 15 a 10, davanti al futuro Albertoni Champagny du Renom. Mancherà l'en plein nel panorama cross, causa infortunio, nel Duca d'Aosta di Treviso, vinto per dispersione da Duval. Fier de l'Etre è il secondo cavallo più vincente di scuderia per l'anno 1998 con un bottino di 62.800 euro che ne fanno un acquisto ultra azzeccato.

Fa meglio l'acquisto più oneroso della stagione operato in Italia da Favero: Taico. Arriva dalla Colle del Papa e promette un certo livello di prestazioni. Favero, credo, deve sborsare un po' di decine di milioni di lire per aggiudicarselo. Vincitore al debutto a Roma a due anni, pluripiazzato in condizionata, vince subito al debutto in siepi nel Prime Siepi (oltre 15.000 euro al primo) e si guadagna il ruolo di controfavorito nel Tagliabue, dove però cade. Favero lo indirizza, in vista del Berlingieri, a Milano. Vince la prova preparatoria, poi si prende la rivincita nel Berlingieri su Cecco Stayer, favorito netto della scuderia Amalita che aveva trionfato proprio nel Tagliabue. I due si rendon protagonisti di un tratto piano al cardiopalma col Favero che prevale di mezza lunghezza e col terzo, Marieschi (secondo nel Prime Siepi) relegato a tredici lunghezze e il secondo del Tagliabue, Falco Max, a oltre venti. Un successo prossimo ai 55.000 euro e che fa di Taico il secondo miglior tre anni della stagione in ostacoli, dopo Cecco Stayer (cinque vittorie e due secondi posti del 1998, battuto da Taico e da un UFO di Frank Turner chiamato Earton che gli ha rifilato dieci lunghezze), e il migliore in assoluto nella scuderia Favero con 79.000 euro di vincite.

Il resto vede un discreto Le Change, prelevato da Paolo Favero senza grande convinzione dalle scuderie di Bertrand de Balanda. L'acquisto si concretizza nel dicembre del 1997, sei anni entrante in sette, specialista degli ostacoli alti della provincia francese. Quarantadue corse in carriera, sei vittorie con il meglio offerto da tre a quattro anni sulle piste di Lione e di Cagnes-sur-mer. Cavallo da battaglia, vince la sua corsa più importante in territorio transalpino che si estrinseca in 6.500 euro al primo. Due prove convincenti a Roma in categoria vendere, dove giunge secondo a sette lunghezze da Del Santo al debutto in Italia, convincono Ludovica Albertoni a rilevarlo dal suo trainer. Le Change, in Francia ormai decaduto rispetto alla giovinezza, vive un piccolo momento di gloria, aggiudicandosi un discendente a Roma in steeple, seguito da un terzo posto in condizionata a Pisa, ma soprattutto da una vittoria a sorpresa al debutto sulla pista di Torino dove batte la vincitrice del Lainate edizione 1997, Alma de Llaves, colei che vincerà il 39° Grande Steeple Chase di Torino, Croix Celtique, e il quarto dell'ultimo Gran Premio Merano, Le Pic Montaigu. Una prestazione forse inattesa  che, a dispetto degli avversari battuti, frutta solo 5.500 euro scarsi. Favero però iscrive il cavallo al 39° Steeple Chase di Torino dove però non va oltre a un terzo posto, ben lontano dal vincitore Croix Celtique, nonostante la caduta di Save the Bear (vincitore dello Steeple di Roma) che verrà abbattuto per frattura scomposta. Forse affetto da qualche acciacco, Le Change deve restare nei paddox per cinque mesi, vincendo la sua quarta corsa in Italia a Treviso in autunno e segnalandosi in altri tre piazzamenti. Chiude la stagione con 33.000 euro, penso di poter dire un livello inatteso all'acquisto.

Ottiene meno del preventivato l'ottimo mezzosangue Cabotin III su cui la Montefranco azzarda un investimento aggiudicandoselo dalla Scuderia Diamante. Veterano degli steeple, otto anni, quinto nel Merano del 1996, rimasto fermo per due anni e riproposto da De la Motte. Non andrà oltre a quattro corse, con una vittoria a Treviso e il secondo posto nel Grande Steeple Chase delle Capannelle, per poi infortunarsi di nuovo e restare lontano dalle pista per un anno e mezzo. Vincerà ancora a discreti livelli, ma per i colori Crescini, cavallo industruttibile questo Cabotin III sempre capace di ritornare su livelli accettabili, a fronte dei numerosi infortuni.

Il resto è la classica frittura mista, anche se Toni Morris vince tre corse, tra cui due discendenti da oltre 8.000 euro al primo per un totale di 33.000 euro di vincite. Tre vittorie anche per il tre anni Igor Man, prelevato a Roma dove era ciuchissimo in piano, e per Gan Pach.
Si infortunia dopo due vittorie e due piazzamenti Moustin, ennesimo acquisto francese della Albertoni che a fine stagione avrà disposto di sei pedine. Si affacciano nuovi occasionali proprietari, come la prestigiosa Ste.Ma o il signor Tibeletti che però non avranno gran fortuna. Favero però deve ancora puntare tutto su sé stesso, se si eccettua la Albertoni, anche perchè la Montefranco sta per alzare bandiera bianca.

TAICO piega, all'esterno, CECCO STAYER
nel Berlingieri edizione 1998.
(Dagli Archivi di Matteo Mancini, foto Trotto & Sportsman).


Paolo Favero si conferma sui livelli del 1998, centrando ventisette vittorie tra cui i bis nella Corsa Siepi di Torino, nel Richard, entrambi vinti da Taico, e nel Prime Siepi col nuovo astro nascente di casa Albertoni Prince of Tides (deve il suo nome a un celebre film diretto da Barbra Streisand e tratto dall'omonimo romanzo di Conroy). Taico ripete le vincite dell'anno precedente con un bottino lievemente superiore agli 80.000 euro che ne fanno il cavallo più vincente di scuderia. Rientra in modo quieto a Milano, ben distante da un soggetto pluribattuto come Marieschi, quindi ristabilisce i valori nella 40° Edizione della Corsa Siepi di Torino, prova per quattro anni, dove piega di una lunghezza l'Andy Capp Honey Chop, impressionante a Milano, e semina per la pista proprio Marieschi. Favero lo azzarda sugli ostacoli alti, ma con costrutto. Viene affidato alle esperte mani di Maurizio Moretti, che dall'estate collabora in scuderia, e Taico si rivela il miglior steepler di quattro anni della stagione meranese. Vince a fatica il Val d'Adige davanti a una sorprendente Nicosie (sarà terza a gran quota, pochi mesi dopo, nella XLV Corsa siepi di Merano), aumenta i divari nel main event per disciplina e età dedicato agli steepler ovvero il Richard, già vinto cinque anni prima da Favero con Cristel Night. Il successo porta l'allenatore a ripetere il percorso marcato dal suo precedente allievo e così iscrive Taico al Gran Premio Merano (ne correrà tre senza mai figurare), il secondo disputato da Paolo Favero. È l'anno del primo cavallo tedesco a vincere il Gran Premio, Kifti. Gli scommettitori credono nel portacolori Favero al punto da eleggerlo a terzo favorito della corsa. Il responso della pista però è piuttosto implacabile anche se non pessimo: sesto, a dieci lunghezze dal quinto posto con a ruota il secondo del Richard, il dormelliano Denner, a testimoniare la superiorità degli anziani.

Tre sole corse sono sufficienti a Prince of Tides per esser considerato il secondo cavallo di scuderia nonché uno dei più promettenti tre anni mostrati dalla stagione meranese. Si tratta dell'unico investimento italiano di Ludovica Albertoni, che per il resto si rivolge al mercato francese con acquisti che si riveleranno poco premianti. Guidata da Favero, preleva questo figlio di Classic Secret, fratellastro dell'ostacolista tutt'altro trascendentale Erleville, da Ovidio Pessi che lo allenava per conto della Cieffepi. Cinque corse a due anni, una vittoria in categoria maiden, un secondo posto in condizionata. Soggetto interessante, ma poco che possa far pensare a un futuro campione. E invece Favero ci vede giusto. Il cavallo rientra in categoria gentleman in piano finendo quarto, dietro a soggetti per lo più mediocri, ma impresisona nel Prime Siepi che corre da favorito e che vince per dispersione. Vanifica con una caduta la prova preparatoria al Tagliabue, ma si ripresenta in gran spolvero per il grande appuntamento vincendo in modo ancor più impressionante rispetto all'affermazione del Prime Siepi. Nell'ordine di arrivo ufficiale si legge la scritta "molte" a sottolineare l'intervallo scavato tra il vincitore e il secondo, che poi sarà terzo nel Berlingieri disatteso da Prince of Tides verosimilmente per acciacco. Il cavallo dovrà infatti restare fermo due anni, causa problemi tendinei da cui darà l'impressione di esser recuperato, vincendo agevole al debutto in steeple e chiudendo secondo, penalizzato da un nuovo infortunio al tendine, nel Richard alle spalle di Lareine d'Anjou battuta al debutto nella nuova disciplina. Grande cavallo, purtroppo funestato dagli infortuni, viene ritirato dalle competizioni e affidato a una ragazzina per le sue passeggiate fuori porta. Favero tenta allora di difendere il titolo conquistato da Taico, presentando No Surrender della Scuderia La Faina che gli destina anche un secondo prodotto su cui torneremo tra alcune righe. È una figlia di Sikeston mai vincente in sedici uscite in piano, che ha però largheggiato al debutto nella disciplina in quel di Milano e che farà vedere cose egrege nel proseguo carriera (vincerà il Richard edizione 2000, raccogliendo così l'eredità di Taico). Favero ci spera, ma in pista c'è una belva acquistata dalla Amalita presso la scuderia Rencati. Si tratta di Fresass, vincitore in piano dell'Handicap Corriere dello Sport, ma fatto correre per due volte da Contu in siepi con due vittorie contenute, appena due lunghezze davanti a Beacon battuto di sette, in un precedente impegno, da No Surrender. Il Berlingieri però, corso su un terreno molto pesante, ride al portacolori dell'Amalita che vince per distacco su Sir Nicoletto, cavallo battuto anche da Prince of Tides. No Surrender si deve accontentare dell'ideale bronzo, comunque un piazzamento di elité in una prova che ai giorni nostri si fregia della qualifica di Gruppo 2. 

Favero schiera, a fine stagione, un'altra tre anni promettente: Pernigotta dell'Az. Agr. Bresciana che destina all'allenatore altri tre cavalli (è il terzo proprietario più importante, per numero, nella storia di Favero dopo Montefranco e Albertoni). Cavallina passata dalle reclamare alle condizionate, debutta con un secondo posto nelle Prime Siepi Femmine, prestazione che la porta nelle scuderie Favero. Subito un impegno importante, a Torino, nel Soc. Steeple Chase, ideale Listeed per i canoni moderni, dove favorito è proprio Sir Nicoletto dopo il ritiro di No Surrender. La corsa si rivela equilibrata, ma Pernigotta non va oltre al quinto posto. Seguirà un terzo posto e una caduta nel Noa Noa, al debutto in steeple, che ne decreterà la fine della carriera. 

Tra le vittorie in neretto arriva il primo Grande Steeple delle Capannelle firmato Favero, grazie a Fier de l'Etre che poi, purtroppo, si infortunia nel Duca d'Aosta, lasciando le speranze della Albertoni, per il circuito cross, riposte nel solo Champigny du Renom, AQPS acquistato dopo una vittoria a reclamare in steeple a Roma. Si tratta di un nove anni figlio dell'ostacolista Cyborg, importato in Italia da De la Motte nell'ottobre del 1998. Soggetto dotato di stamina, piuttosto regolare e affetto da pochi intoppi, vincitore di due corse a tre anni sulla lunga distanza, poi passato, con maggior gloria, alle siepi. Vincitore nel 1997 (stagione migliore con circa 90.000 euro di vincite) ad Auteuil di uno steeple da oltre 30.000 euro al primo, quinto in un premio da oltre 70.000 euro sempre ad Auteuil, corsa più importante disputata. Si presenta in Italia con un curriculum francese, sugli ostacoli, di ventisette corse, tre vittorie e quattordici piazzamenti (150.000 euro di vincite in cinque anni). Disputa sei corse, ne vince una e si piazza in cinque tra cui il secondo posto nel Grande Steeple delle Capannelle. La Albertoni decide così di acquistarlo. Con i nuovi colori, è spesso in pista, addirittura quindici volte nel 1998, nonostante i nove anni suonati, ma delude le attese della proprietà. Vince una sola volta a reclamare a Treviso, in steeple, poi cade nel Duca d'Aosta e non impressiona nel cross meranese tanto da non esser presentato nel Nazioni. È terzo, seminato per la pista da Zigeuner, nell'Anniversario degli Steeple Chase, quinto nel Cross Internazionale con al passivo, ancora una volta, pesanti distacchi. Favero lo sposta di nuovo agli steeple dove frequenta categorie di minima vincendo a fine anno poco più di 15.000 euro. Nel 2000 otterrà due inattesi piazzamenti d'onore nel Grande Steeple delle Capannelle, sconfitta di misura inflittagli dallo specialista Duval, e nel Duca d'Aosta (sconfitto senza recreminazioni da Dynamit), dimostrandosi a grande agio sul tracciato cross romano dove riporterà due vittorie consecutive (21.500 euro circa di vincite nell'intera stagione).

Questi gli acuti di fine secolo di una scuderia che cresce ancora arrivando a trentadue cavalli impegnati in prove ostacolistiche e una proprietaria come Ludovica Albertoni che viene rappresentata, nel corso della stagione, da nove cavalli contro i dodici di Favero. Arriva poi un altro proprietario forte, non resterà però per molto, ovvero l'Az. Agr. Bresciana che destina a Favero quattro cavalli (uno dei quali mai impegnato in siepi). Non mancano poi proprietari come la Delta di Mimmocchi che spediscono all'allenatore di Sinigo dei soggetti per la stagione meranese, o alcuni locali come Centro Equestre Merano Maia, Walter Dainotti, Elio Della Cloppa, l'Az. Agr. Al Castagno o Gianfranco Fasan che affidano a Favero i loro unici e spesso mediocri soggetti.Un caso a parte, degno di menzione, va fatto per Mario Montanari titolare della Scuderia La Faina che investe in Francia per Hammerklavier e dispone dell'interessante No Surrender di cui abbiam già parlato. Hammerklavier è un cavallo allevato in Irlanda ma avviato alla carriera agonistica in Francia. Soggetto da miglio, una vittoria a reclamare a tre anni, in quel di Chantilly, viene avviato alle siepi da Rolland e vince due volte a Clairefontaine in handicap da 11.000 euro al primo, piazzandosi in altre due occasioni su un totale di otto. Favero lo ha a disposizione a partire dal settembre del 1999. Lo manda in pista cinque volte in condizionata senza raccogliere vittorie o prestazioni di rilievo, incassa appena 10.200 euro di introiti. 

Si può completare l'analisi con un cenno alle tre vittorie in categoria di minima del quattro anni Igor Man, imitato dall'Albertoniano Moustin e dal tre anni Nervino (secondo, a sorpresa, nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Merano dell'anno seguente per i colori svizzeri della Stall Weirhof). Cilecca il francese Brahe, acquistato sempre dalla Albertoni, e destinato, con difficoltà persino di piazzamento, alle condizionate in siepi per quattro anni. Soggetto destinato fin dalla prima uscita alle siepi, vincitore di due corse in patria in ventuno uscite in ostacoli senza mai figurare in impegni di cartello.

L'irriducibile TONI MORRIS 
otto stagioni agli ordini di Paolo Favero.
(Dagli archivi di Matteo Mancini).

Una vittoria in meno rispetto all'anno precedente, tre in meno rispetto al 1998, per il primo anno del XXI secolo, il tutto conseguito con quindici soggetti risultati vincitori con i record parziali di quattro vittorie di Joshua Tree e Brahe. Favero schiera ventinove saltatori (record per lui), sedici dei quali nuovi (55%), circa la metà di proprietà Favero, sette dell'Albertoni e altrettanti della scuderia Faina, esce di scena l'Az.Agr. Bresciana. Si nota subito un netto cambio di strategia nel reperimento di questi nuovi soggetti. Favero e i suoi proprietari non si rivolgono più alla Francia, né optano, salvo un caso (il deludente Frequent Gold acquistato in Germania dopo quattro vittorie consecutive in condizionata e in difficoltà a piazzarsi in Italia in categoria di minima), per soggetti già preparati all'ostacolismo. Si tratta di una scelta che probabilmente è legata al prezzo dei cavalli, con Favero che spera di costruirsi in casa i campioncini. Così gli acquisti avvengono in ogni parte di Italia, rivolgendosi a soggetti che frequentano condizionate, in vari casi addirittura Handicap Principali, tre soggetti vengono prelevati dalle scuderie Guarnieri, altri tre da Grizzetti, un paio da Gasparini, uno (quello che si rivelerà il migliore) da Pessi. È una decisione che sulle prime sembra non pagare rispetto agli investimenti. Si aggiuncono inoltre le defezioni di soggetti come Prince of Tides e Fier de l'Etre, che non possono così offrire continuità di risultati, cui si somma un anno piuttosto opaco di Taico che vince una corsa, si piazza due volte e altre due non ultima i percorsi per la misera somma di 15.800 euro di vincite, si rifarà in seguito. La sola No Surrender, della Scuderia La Faina che tra l'altro diventa la seconda forza di scuderia con sette elementi, riesce a vincere una di quelle corse oggi definite pattern race. L'occasione è ancora offerta dal Premio Richard, il terzo ottenuto da Favero peraltro il primo consecutivo e il primo aperto anche ai cinque anni. La figlia di Sikeston rientra con un secondo posto, dopo nove mesi di inattività, in siepi, affronta poi una prova per debuttanti in steeple, che vince senza grandi patemi e senza avversari di calibro, quindi si guadagna il biglietto per il Richard, accompagnata dal più esperto compagno di colori Fornero (secondo nel Vanoni). Favero la preferisce al compagno dato che sposta la monta di Maurizio Moretti sulla femmina. I favori del pronostico vanno su Persepoli, vincitore del Vanoni e vincitore in cinque occasioni su sette uscite in ostacoli, imbattuto in steeple. Il controfavorito è il cinque anni Misterious Tale, dominatore degli steeple di Pisa (tre vittorie su tre corse) e terzo nel Grande Steeple Chase di Milano. La corsa sembra esser aperta a queste quattro soluzioni. Persepoli si trova costretto a fermare, non correrà più, mentre Misterious Tale, che non correrà poi per un anno, alza bandiera bianca chiudendo al quarto. Palesa difficoltà anche Fornero, reduce da un capitombolo nel freddo cambio di stagione capitolino offerto dal main event per quattro anni, il Criterium d'Inverno, e quarto miglior cavallo di scuderia nell'annata (30.300 euro di vincite ottenute con una sola vittoria), che cade sugli ostacoli alti rinviando anche lui il proseguo carriera di sette mesi. Diventa allora tutto più semplice per No Surrender che vince comoda davanti a un elemento proveniente dalle reclamari. Il terzo del Vanoni, tale Rodrigo, ultima il percorso in quinta posizione a quarantaquattro lunghezze dalla vincitrice. Favero programma così il suo terzo Gran Premio Merano, quello che fin qui si rivelerà esser il peggiore, ricalcando quanto già fatto con Cristel Night e Taico. Per No Surrender si aprono così le porte del gran premio, ma si tratta di una decisione che si rivelerà penalizzante per la femmina. Gli scommettitori le preferiscono otto elementi, segno evidente di un Richard poco performante, e il campo non offre sorprese. Ferma lontana dal gruppo dei migliori e resterà lontana dalle piste per quasi due anni, passando nelle mani del giovane Federico Kronauer. Correrà un'altra volta il Merano, ancora fermata, vincendo una sola corsa delle dieci che andrà ad affrontare. Ritirata dalle competizioni genererà due prodotti, uno dei quali inedito. È comunque lei a risultare la reginetta della stagione in casa Favero con 64.500 euro di vincite, miglior quota dopo quelle toccate da Taico.

La Faina tenta poi un acquisto d'effetto e sborsa non pochi soldi per aggiudicarsi le prestazioni di un quattro anni che ha in bacheca il Premio dei Tre Anni (Handicap Principale milanese), conseguito battendo, da favorito, di un'incollatura l'outsider Joshua Tree (altro arrivo nelle scuderie Favero) e la futura belva in ostacoli dell'Amalita Fresass (quinto), ma anche il futuro vincitore della 41° Corsa Siepi di Torino ovvero Silvio lo Svelto (decimo), c'è anche il Pinzauti Chuck Stupack (settimo); ma anche il secondo posto nel Premio delle Alpi (Handicap Principale), il secondo nel Città di Torino (handicap principale), il terzo nel Carlo Porta (Handicap Limitato), il quarto nel Città di Grosseto (Handicap Principale) vinto proprio da Joshua Tree e qualcosa come dieci vittorie, quindici piazzamenti in ventotto corse e una versatilità alla distanza che lo porta a vincere dai 1.000 ai 2.000 metri. Stiamo parlando di Super Gasper che la Faina acquista dalla Jemncha dopo due vittorie in condizionata a Milano. Il cavallo ha ancora molto da dire in piano, ma viene subito dirottato alle siepi. Debutta, dopo una preparazione lampo di poco più di due mesi, e vince subito comodo a Merano. Favero lo azzarda nella XLVI Corsa Siepi di Merano, affidandolo a De Maria in luogo di Moretti. Vince l'ospite tedesco Sudden Shock, ma Super Gasper riesce a contenere l'esperto franco-italiano Skyborg di De la Motte e consegue subito un piazzamento da Gruppo 1 alla seconda uscita in siepi. Eccelso secondo, il miglor piazzamento fin qui conseguito da Favero in questa classica d'elitè. Super Gasper si presenta così da favorito netto in condizionata a Milano, ma viene battuto di oltre quindici lunghezze dal semidebuttante Sopran Pinkas (tre anni dopo vincerà la Gran Corsa Siepi di Milano) e dalla vincitrice della Corsa Siepi dei 4 anni di Merano Lareine d'Anjou (vincerà il Richard edizione 2001). E' la prima battuta di arresto che preannuncia un lungo declino, nel 2001 cambierà allenatore non ottenendo più piazzamenti degni di particolare lustro. Con 32.704 euro vinti è comunque il terzo miglior cavallo di scuderia del 2000. Fa meglio di lui, pur senza ottenere piazzamenti in quelle che oggi definiremmo pattern race, l'acerrimo rivale nelle piane Joshua Tree, investimento di Favero in persona. Soggetto maiden a due anni, vince la sua prima corsa alla sesta uscita e dimostra subito di avere qualità lasciate solo intravedere in gioventù. Sorprende tutti nel Premio dei Tre anni, quotato 20 a 1, chiudendo secondo alle spalle del favorito Super Gasper. Una prestazione che il figlio di Classic Secret ripete a Roma nel Tullio Righetti (Handicap Principale) risolvendo l'intrigo offerto dai diciannove partenti mettendo tutti in riga. Vince poi il Città di Grosseto ed è quinto nel Trenno (Handicap Principale). Favero deve sborsare, penso, una bella somma per farlo suo. Lo prepara con cura, sperando in un erede di Taico, ma le cose non vanno come sperato. Joshua Tree si rivela un buon cavallo, ma non un campione. Vince quattro corse, ivi compresi due premi da oltre 15.000 a fine stagione, in quel di Torino, dove passeggia per la pista, in un'occasione prendendosi la rivincita su Lareine d'Anjou (nove lunghezze). Si dimostra tuttavia a grosso disagio nei gran premi. Tenta la Corsa Siepi dei 4 Anni di Merano e arriva a ventiquattro lunghezze dalla vincitrice (Lareine d'Anjou), in quinta posizione. Riproposto in discendente vince in bello stile, poi subisce venti lunghezze da Sopran Pinkas a Milano. Si infortuna a inizio nuova stagione, quando non è ancor ben chiaro il potenziale, magari da testare sugli ostacoli alti (che non affronterà mai). Resterà anche lui fermo per un anno e mezzo, subendo poi un ulteriore stop, dopo una corsa, di un anno. Non vincerà più. Con circa 52.000 euro di vincite è il secondo cavallo dell'anno nella scuderia Favero, il primo tra i quindici cavalli che hanno difeso i colori dell'allenatore di Sinigo (che rileva, in corso di stagione, due soggetti di altri proprietari).

Anno piuttosto di transizione per la contessa Albertoni che si consola con i due secondi posti di Champigny du Renom nel Grande Steeple delle Capannelle e nell'Amedeo Duca d'Aosta. La contessa ottiene poi quattro vittorie, più due di Champigny e due del nuovo acquisto (dal blasonato entourage Brogi, ma proveniente dalle reclamare) Fortunio (secondo nel Neni da Zara del 2001), con Brahe protagonista in tutte e tre le discipline ostacolistiche ma in categorie di minima. 

Si distinguono poi l'irriducibile Toni Morris (due vittorie, una delle quali in condizionata), l'ex Lazzeri Durer (valido vincitore in condizionata in piano, quinto nel Castello Sforzesco, rilevato in Toscana dalla Scuderia La Faina) che vince al debutto nella nuova disciplina e chiude terzo nel Tagliabue (a oltre venti lunghezze dal vincitore), Secret Way (interessante due anni agli ordini di Bietolini acquistato da Favero) che vince il Pollio e debutta con un secondo posto nel Prime Siepi, ma non si conferma nel Berlingieri (fermato) – vincerà comunque nel 2001 il primo Není da Zara di Favero nonostante una predisposizione allo steeple poco marcata (tre cadute nelle prime cinque uscite) e l'altro tre anni Shadow of my Mind (secondo in piano nel Premio delle Scuderie, Handicap Principale) che largheggia al debutto in siepi, ma è solo quarto nel Berlingieri (vincerà la Prova d'Assaggio a Pisa nel 2001 quale suo apice ostacolistico).

La vincitrice del RICHARD edizione 2000, il
terzo di Favero
NO SURRENDER
scuderia La Faina.
(Dagli Archivi di Matteo Mancini).

Stagione dei record quella del 2001 per Paolo Favero che schiera trentasei ostacolisti, venticinque dei quali vincitori (69%), in centosessantatre corse riportando trentanove vittorie. Mai così in alto, ma ancora una volta battuto nella classifica finale. Per lui arriva un secondo posto e la quasi totale assenza in quelli che oggi vengon definiti i Gruppi Uno della stagione. Favero lavora soprattutto con i tre e i quattro anni. Spende e investe molto, piuttosto che lavorare su materiale già plasmato o piuttosto che lavorare nel tentativo di preparare cavalli appositamente per certi gran premi (due sole eccezioni, al riguardo, Taico e Prince of Tides). Dispone infatti di ventidue new entry e di un nuovo proprietario come Barbara Waldner che investe e diversifica il materiale tra De la Motte e Favero, portando nelle scuderie del trainer di Sinigo due campioncini come Makeup a Mistery e Gold Generator ovvero i più vincenti della stagione in casa Favero. 
I nuovi acquisti sono tre e quattro anni provenienti per lo più dalle scuderie Grizzetti. Favero ne acquista ben dieci dall'allenatore milanese, il migliore dei quali, specie nel lungo periodo, sarà senz'altro Gold Generator. Si tratta di un tre anni allevato dalla Razza Emiliana, secondo nel Castello Sforzesco (Hp Principale) a due anni e vincitore del Premio delle Scuderie, Handicap da 15.000 euro al primo, dove batte Acqua Scura di una lunghezza (futura matre di Astro Benigno con cui Favero vincerà il Tagliabue per i colori D'Altemps). Cavallo da miglio, debutta in modo convincente nel Prime Siepi dove rifila cinque lunghezze al controfavorito Mambostar, soggetto frequentatore di categorie Listed in piano, regalando a Favero la terza affermazione in questo premio e promettendo subito bene come i precedenti Taico e Prince of Tides (vincitori del premio negli anni precedenti). Cade un paio di settimane dopo in una prova disputata da netto favorito e vinta per dispersione proprio da Mambostar. Non fallisce però l'appuntamento nel main event meranese per tre anni in scena a fine settembre, ovvero il Tagliabue, che si aggiudica con tre lunghezze sul solito Mambostar, grazie anche alla caduta del favorito netto dell'Amalita Fedian. Rivincita rimandata al Berlingieri, in quel di Milano, con l'allievo di Contu che batte il campioncino di Favero di tre lunghezze sul terreno pesante. Non perviene invece Mambostar che chiude ultimo. Gold Generator completa così la stagione con due vittorie, un secondo posto e una caduta per un totale di 63.652 euro di vincite. Fa meglio di lui il compagno di colori Makeup a Mistery, su cui Paolo Favero investe forte per poi cederlo a prezzo ancora più corposo, credo, a Barbara Waldner. Si tratta di un quattro anni proveninente sempre dalle scuderie Grizzetti; plurivincitore, a due anni, in categoria Listed (Premio Rumon e Premio De Montel), piazzato addirittura nel Gran Criterium (Gr.1), tanto da esser presentato, senza successo, nel Parioli (Gr.2) e nel Di Capua (Gr.1). E' proprio dopo aver corso quest'ultimo gran premio che Favero lo strappa alla Scuderia Jemncha. Pochi mesi di preparazione e il debutto subito a Roma, a inizio stagione, con un secondo posto alle spalle del compagno di colori Bigger (altro soggetto proveniente dalle scuderie Grizzetti, vincitore e piazzato in Handicap Principali, ma che non avrà fortuna in siepi) in una maiden o vendere. La prestazione non viene confermata nel successivo impegno dove i due, ancora in rapporto di scuderia, chiudono ultimo e penultimo. Favero però insiste e schiera Makeup a Mistery nel Criterium d'Autunno e, a sorpresa, il figlio di Mystery Storm centra il primo Criterium d'Autunno di Paolo Favero che si intasca 33.000 euro. Ancora una corsa a Milano, nel tradizionale Pirelli, dove arriva un deludente terzo posto a distacco. Favero lo cede subito a Barbara Waldner, che glielo lascia in allenamento. Arrivano tre prove molto deludenti in premi comunque di spessore. Favero lo proprone allora in steeple e, a gran sorpresa, Makeup a Mistery piega di un'incollatura Sopranalbero, a fine dicembre, in quel di Roma vincendo il Premio Nuovi Salti; un'affermazione da 33.000 euro. Cavallo dunque molto discontinuo capace però di capitalizzare le occasioni al punto da diventare il più vincente della stagione (72.000 euro) anche se non il qualitativamente migliore (farà poco in seguito). Si dimostra infatti di ben altra pasta Prince of Tides che rientra in gran spolvero dopo due anni di inattività. Il portacolori della Albertoni, pur avendo un tendine acciaccato, riprende confidenza con la pista in piano e in siepi, poi passa allo steeple e si aggiudica il Val d'Adige infliggendo sette lunghezze a Lareine d'Anjou e seminando per la pista proprio Makeup a Mistery. Cavallo di qualità enorme, sfiora il successo nel Richard battuto proprio dalla francese Lareine d'Anjou di tre lunghezze abbondanti. La prova costa però la carriera al portacolori Albertoni che si infortunia di nuovo al tendine, venendo regalato a una ragazza per le sue passeggiate domenicali. Sempre per la Albertoni, che si conferma il primo proprietario Favero con sette cavalli, si distingue Fortunio che da dimostrazione di adeguarsi molto di più allo steeple rispetto alle siepi. Maturato col passaggio ai quattro anni, vince il Noa Noa davanti a Sopranalbero, quindi chiude secondo nel Není da Zara, dietro di due lunghezze al compagno di allenamento Secret Way (che regala a Favero il primo successo in questo premio), e nella Prova d'Assaggio mantenendo poi una buona costanza di piazzamenti in condizionata per ritrovare la vittoria, a fine stagione, a vendere. Nonostante questa parabola discendente, a fine anno, è il cavallo a riportare il maggior numero di vittorie nella stagione, quattro, e a vincere qualcosa come 62.900 euro.

Altri due protagonisti del 2001 sono Wirtenberg e Kumhar, due nuovi acquisti. Il primo viene acquistato da Paolo Favero, tanto per cambiare, da Grizzetti. È un discreto tre anni che predilige le lunghe distanze e che ha vinto, in discreta compagnia, in condizionata. Non viene pagato poco neppure lui. Debutta nel Prime Siepi chiudendo quinto a oltre dieci lunghezze dal compagno di allenamento Gold Generator. Un mese dopo però convince con un secondo posto, a tre lunghezze, dall'asso Fedian in condizionata a Merano. Perde per un'incollatura il Pollio a Milano, corso da favorito, ma non si lascia pregare in quel di Torino dove in otto giorni riporta due vittorie, passeggiando prima in condizionata e centrando poi il Soc. Steeple Chases di cinque lunghezze (premio da 35,000 euro, il più alto vinto nell'annata da Paolo Favero). A fine stagione riporta 59.500 euro di vincite, livello che lo porta a essere il quarto cavallo più vincente in casa Favero. 

Vince poco meno di 7.000 euro in meno Kumhar, investimento più importante nella stagione dell'Albertoni che lo prende da Brogi (presso il quale aveva già preso Fortunio). Buon quattro anni su cui Brogi aveva anche sperato qualcosa di importante, dato che lo si trova partente nel Derby di Roma (Gr.1), quale accompagnatore del più qualitativo compagno di colori Davide Umbro, e nel G.P. Milano (Gr.1). Disputa otto corse in ostacoli nella stagione, lasciando intravedere di avere mezzi. Dopo due piazzamenti, comunque a pesante distacco dai vincitori, si aggiudica la 42° Corsa Siepi di Torino (la terza per Favero) da penultimo cavallo al betting. Si salva di appena un muso da Bleifrei della solita Amalita, che si presenta forte di quattro vittorie in sei uscite. Il successo gli vale il biglietto per la Corsa Siepi dei 4 anni di Milano, ma non è sufficiente a convincere gli scommettitori: 20 a 1 sulle lavagnette e un distacco dal vincitore prossimo alle quaranta lunghezze. Chiude settimo, dimostrando di non essere un campione. Favero allora gli cambia la disciplina: destinazione steeple. Secondo al debutto dietro all'eccelso Costantino Re di circa tre lunghezze e candidatura immediata per il Vanoni che corre da controfavorito proprio di Costantino Re. Vince quest'ultimo per dispersione su Sopranalbero. Kumhar non ultima il percorso per caduta. Si rifà due mesi dopo, sfruttando la caduta del temuto rivale Costantino Re e mettendo in fila tutti gli altri a partire dall'eterno piazzato Sopranalbero che accusa dieci lunghezze di ritardo. Rivincite rinviate al Richard in cui si infortunia il generoso Prince of Tides; Kumhar gli arriva dietro di tre lunghezze e mezzo con a dieci lunghezze, quarto, Sopranalbero. Resterà fermo per oltre un anno incapace di tornare su grandi livelli, pur tornando a vincere. Rinviato per un anno a Siracusa, piuttosto mediocre il rendimento, tornerà agli ordini di Favero correndo fino a dieci anni.

Questi i protagonisti della stagione cui fanno da completamento il vecchio Taico, terzo nell'Unire e vincitore di due corse in sette uscite, nonché secondo in due circostanze vicino a campioni come Something Special (poi secondo nel Merano), battuto addirittura nei primi di agosto in un impegno preparativo al Gran Premio, e Merlino Mago. Favero lo cede a Barbara Waldner e lo prova, giustamente, nel Gran Premio Merano, il quarto nella storia dell'allenatore. Barbara Waldner schiera anche Sopran Biro, preparata però da Eric de la Motte. I due, in rapporto di scuderia, vengono dati a 76/10, quali sesti cavalli del campo. Non terminano però il percorso, entrambi fermati. Taico si rifà in una delle prove di fine stagione altoadesina vincendo in condizionata, per poi cadere a Milano in categoria lievemente superiore. Alla fine vince sempre l'onorevole cifra di 38.000 euro, piazzandosi in šesta posizione tra i cavalli più vincenti di scuderia. Un cenno poi per Secret Way vincitore del Da Zara e protagonista negativo di qualcosa come quattro cadute in sette uscite (ottavo cavallo della stagione).

Tra i nuovi proprietari, oltre a Barbara Waldner che si qualifica quale secondo proprietario con 5 elementi tutti di pregevole fattura (contro i sette della Albertoni e i diciotto di Favero), entrano in scuderia due cavalli della celebre White Star del duo Luciano Gaucci / Giulio Andreotti e uno a testa di altre due grandi scuderie dell'ippica italiana: la Nuova Sbarra e la Colle del Papa. Purtroppo per Favero si tratta di quattro soggetti che faranno vedere poco o nulla col solo Don Alfred (della White Star) capace di togliersi nel corso dell'anno la qualifica di maiden.

Non si registra nessun acquisto all'estero, per quel che concerne le new entry. Tra i più vittoriosi, in categorie modeste, si ricordano infine tre successi di Zilzal's Charm e Strong Insinct. Due vittorie anche per l'inesauribile Toni Morris.

I colori della nobil donna LUDOVICA ALBERTONI
a dx, storica proprietaria di Paolo Favero.
(Foto meranomaia.it)

Il 2002 vede Paolo Favero marcare alcuni record, pur dovendo subire una pausa forzata di due mesi da novembre a dicembre (con estensione fino a tutto gennaio) con cavalli sellati, nel periodo, dal mentore Paolo Bugatella. Il primo risultato acquisito per la prima volta è quello costituito dal numero di cavalli sellati, ben quarantadue; il secondo, il più importante, è quello delle vincite riportate da un unico cavallo con il quattro anni Gold Generator capace di chiudere la stagione con 114.784 euro di vincite, segnalandosi quale primo elemento della Favero Ostacoli a superare il muro dei 100.000 euro di vincite annuali. Un terzo record è quello costituito dai cavalli che hanno difeso i colori di Paolo Favero, ventisei senza contare i due passati a difendere il giubbino della Albertoni. Cresce il numero dei soggetti di Barbara Waldner, che diviene il secondo proprietario di scuderia, scalzando la nobile Albertoni con un rapporto di sette a quattro. Tre soggetti, uno in più del 2001, per la White Star, uno per Colle del Papa e Zambarda Lidia.
Non arrivano altri record, né quello del numero di corse disputate (centocinquantuno contro le centosessantatre dell'anno precedente) né quello di vittorie complessivie con un rullino di marcia che si arresta a trentaquattro primi posti, due dei quali in pattern race. Cala anche la percentuale di vincitori, diciotto ovvero il 42% dei sellati.
Il 2002 è l'anno in cui la società degli Steeple Chase decide di griffare le più importanti corse della stagione con la qualifica di corsa di Gruppo, come avviene in piano. Favero vince due di queste prove, entrambe col medesimo cavallo: il grande protagonista della stagione, Gold Generator di Barbara Waldner. Il baio matura sugli ostacoli alti e si rende artefice di tre vittorie in sei corse, con due ulteriori piazzamenti. Vince al rientro in sofferenza salvandosi di un corto muso dal favorito Negro, protagonista nella primavera milanese e futuro piazzato nella Gran Corsa Siepi di Merano. Cade poi in una prova preparatoria, con Favero che decide di indirizzarlo in steeple. Debutto non impressionante. Viene battuto da Burroughs, allievo di Contu, che non si rivedrà più in pista; nel successivo impegno, il Premio Richard (Gr.2), capitalizza al massimo la caduta di Fedian, candidato dichiarato alla vittoria forte di quattro successi consecutivi tra cui Neni da Zara, Staffe d'Oro e Vanoni, e vince per la quarta volta di Paolo Favero il premio, vendicandosi della sconfitta subita nel Berlingieri l'anno prima proprio per mano di Fedian. La vittoria non è tuttavia agevole, appena due lunghezze su Ituriel. Il buon stato di forma convince l'entourage a schierare il cavallo anche nella Corsa Siepi dei 4 anni di Merano, Gruppo 3. Favorito è il consueto allievo di Contu che propone Del Mar Dancer (vincerà la Gran Corsa Siepi di Merano dell'anno successivo). Gold Generator è il rivale considerato più pericoloso. A fregare tutti però è l'ospite tedesco Siberius (vincitore del Derby Austriaco del 2001), allenato da von der Recke, che domina la corsa largheggiando in prima posizione senza mai mettere in discussione la propria superiorità. Del Mar Dancer e Gold Generator non posson far altro che lottare per la seconda moneta, con il primo che regola di mezza lunghezza il Favero. 
Sogni di gloria rimandati a poco meno di un mese dopo. Barbara Waldner rinuncia alla possibilità di correre il Gran Premio Merano (un'edizione peraltro assai complicata), che il cavallo correrrà con grande costrutto l'anno seguente, per optare per il più abbordabile Mario Argenton, Gruppo 2 in steeple per cavalli di quattro e cinque anni, sui 3.900. E' l'occasione giusta per Ituriel per chiedere la rivincita del Richard, ma soprattutto per Fedian ancora una volta grande favorito alla quota di 17/10. Nonostante la vittoria nel Richard, Gold Generator finisce a 4 a 1 abbondante. Tutti si attendono l'acuto dell'Amalita, ma Fedian cade ancora una volta. Il premio è una questione tra Gold Generator e Ituriel, con gli altri seminati sul percorso. Maurizio Moretti contro Dirk Fuhrmann ovvero Favero contro de la Motte. I tre chili ricevuti a favore, così come un terreno più faticoso, non sono sufficienti al francese per ribaltare l'esito del Richard, Gold Generator vede accorciarsi il margine di vantaggio ma resta davanti di mezza lunghezza e porta in cascina un premio da oltre 50.000 euro che sommati al resto fanno quasi 115.000 euro di vincite stagionali, un record per la Favero Ostacoli.

Le prove in steeple di Gold Generator non sono isolate, ma vengono accompagnate dai salti di un altro interessante quattro anni che si rivela decisamente cresciuto col passaggio dalle siepi agli steeple. Sto parlando di Royal Nadir della Colle del Papa poi passato a difendere i colori Favero. A differenza del portacolori Waldner, preparato appositamente per la riunione meranese, il portacolori della Colle del Papa viene spremuto dall'inzio alla fine stagione. Corre qualcosa come sedici corse in dodici mesi, un numero altissimo per un saltatore, rivelandosi alla fine, nonostante due sole vittorie, il secondo cavallo col maggior numero di introiti. Vince subito a inizio anno, togliendosi la qualifica di maiden in siepi poi, dopo un secondo posto, passa agli steeple. L'obiettivo dichiarato è il Neni da Zara, Gr.3, vinto da Favero l'anno precedente e che si corre a fine febbraio a Roma. La preparazione è quanto mai incoraggiante dato che Royal Nadir batte di misura il blasonato Fedian e rifila sette lunghezze a Ituriel. Una grande prestazione, c'è poco da dire. Corre alla grande anche il Neni da Zara, dove è costretto a concedere un chilo a Fedian che vince la corsa, ma di poco meno di due lunghezze. Ituriel, per fare un parallelo con Gold Generator, finisce a quattordici lunghezze da Royal Nadir che è secondo. Il materiale per diventare un campioncino sembrerebbe esserci, la salute anche, eppure qualcosa non va come dovrebbe. A Pisa, da netto favorito, chiude terzo nella Prova d'Assaggio (L) a grande distacco dall'outsider Inganno. Favero lo ripresenta, a distanza di qualche mese, direttamente nel Vanoni (Gr.3). Royal Nadir non ultima il percorso per caduta inanellando cinque "ammutinamenti", per caduta o fermata, in sette corse tra cui Richard e Corsa Siepi dei 4 Anni. Nelle altre due prove finisce terzo dietro a Ituriel, di quattro lunghezze, concedendogli però qualcosa come nove chili; e alla campionessa Registana beneficiando lui, questa volta, di otto chili e mezzo, ma subendo due lunghezze di ritardo. Chiude la stagione con tre secondi posti a Roma in siepi, in buonissima compagnia tanto da giungere a una lunghezza da Del Mar Dancer, e un deludente quarto posto nel Nuovi Salti (L) di nuovo in steeple, disperso per la pista pur essendo il favorito degli scommettitori. Continuerà a correre in seguito, ma non più in pattern race.

Il miglior tre anni della scuderia è Italian Legend che si segnala come il soggetto vincitore del maggior numero di corse: quattro in ostacoli più una in piano. Favero lo preleva da Grizzetti, insieme ad altri sei dei diciannove nuovi elementi della stagione, a una cifra abbordabilissima. Il cavallo ha corso appena quattro volte debuttando, tardissimo, a quasi tre anni, con un secondo posto in reclamare quale migliore prestazione. Favero lo prepara facendolo correre, nel frattempo, in piano a Roma dove centra due vittorie e un terzo posto sul miglio in categoria prima maiden e poi condizionata. Debutta in siepi a Pisa, ancora in ritardo di preparazione, ottenendo un terzo posto a gran distacco dal vincitore Golden Legal che si rifarà vedere in pista dopo quasi due anni. Vince poi a Treviso, in una prova in cui Favero schiera tre cavalli su un totale di cinque partenti, e si ripete in condizionata a Merano dopo una prova di rodaggio sulla nuova pista.  Nelle successive quattro corse vince una volta e si piazza sempre secondo nelle restanti occasioni, battendo, tra gli altri, il futuro vincitore del Gran Premio Merano Masini.Con questo trend prende parte, da controfavorito, al Premio Steeple Chases d'Italia (Gr.2). Il cavallo da battere è il tedesco Calcio, cavallo che in patria correva in piano in categoria Gruppo 1 e che ha già battuto Italian Legend di tre lunghezze e mezzo al debutto in siepi. C'è poi il netto vincitore del Prime Siepi e del Tagliabue, Grand Roi, presentato dall'immancabile Contu; e merita rispetto il polacco Dalfors, vincitore di quattro corse consecutive in siepi, due volte delle quali ben davanti a Italian Legend, ma quarto nel Tagliabue e dunque atteso al riscatto. Per il portacolori Favero non sembra semplice e infatti arriva una batosta. Vince agile il tedesco Calcio che infligge cinque lunghezze a Grand Roi e altrettante sedici e mezzo a Italian Legend che chiude quarto battuto anche dalla francese Monblond. Seguono altre due corse, con una bella vittoria da 14.000 euro in condizionata a Roma e un quarto posto. Non si ripeterà più su alti livelli, pur correndo fino a nove anni con una parentesi centrale, di oltre un anno, tra Siracusa e Tagliacozzo. Nel 2002 chiude la stagione come terzo cavallo di scuderia con 53.500 euro di vincite, non poco per l'investimento sborsato.

Dietro a questo trio torna a mostrare il blasone il grande vecchio Taico, sette anni, ceduto da Favero alla Albertoni. Su di lui sono riposte le speranze, poche, per il Gran Premio Merano. La preparazione passa da cinque prove: un rientro tranquillo in steeple a fine aprile a Treviso, una presa di confidenza col tracciato meranese un mese dopo in condizionata, prove queste che non deludono; arrivano due vittorie telefonate, quindi un impegno più gravoso in handicap dove Taico floppa pur correndo da netto favorito (quarto a 15 lunghezze da Dobromierz); decisamente meglio ad agosto dove disperde il vincitore della precedente prova e contende a Registana una condizionata, persa di solo mezza lunghezza, mettendosi alle spalle di due lunghezze abbondanti Something Special. Quest'ultimo però si prende la rivincita nell'UNIRE (Gr.3) mortificando Taico, comunque secondo, con un distacco di sedici lunghezze. Favero però non si lascia abbattere, dichiara partente il proprio allievo nel Merano, il terzo per il cavallo, il primo per l'Albertoni. Ventuno cavalli al via, è l'edizione più numerosa della storia della corsa (insieme a quella del 1989), tre laureati campioni in pista, c'è anche l'ex No Surrender, 100 a 1. A tenere banco sono però il vincitore uscente Scaligero, l'irlandese globe trotter Paddy's Turn, il vincitore del Grande Steeple Chase delle Fiandre Repere, quello del Grande Steeple Chase di Milano (Merlino Mago) e poi una delle più forti cavalle d'Europa, Registana che si presenta forte di cinque vittorie consecutive (escludendo questo Merano e un errore di percorso in un cross nel tempio di Cheltenham, ne riporterà diciassette, si badi bene "consecutive", tra cui due edizioni del Velka di Pardubice), Something Special, Nommeo ovvero colui che nel 1997 tolse alla belva Or Jack la soddisfazione di vincere quattro edizioni consecutive, ma anche un partecipante del Nakayama Grand Jump ovvero uno dei maggiori steeple giapponesi (il francese Ty Benjamin) e soprattutto un favorito che viene dalla provincia francese che di nome fa Present Bleu e che paga meno di 4 a 1 forte del rapporto di scuderia con Something Special. In questo blasonatissimo e sterminato campo partenti, Taico ottiene la roboante quota di 50 a 1, soltanto altri sette elementi hanno maggior quota. Il responso del campo non offre grosse sorprese. Il Merano si tinge dei colori che sventolano sotto le note della marsigliese. Gli ospiti francesi piazzano sei elementi nelle prime sette posizioni con la sola tedesca, di allenamento ceco, Registana, quinta, a intervallare il filotto. Vince Present Bleu, ma corre alla grandissima il vecchio Nommeo, riproposto a distanza di cinque anni nella gran classica italiana e quotato 67 a 1. Il baio chiude sesto a circa due lunghezze e mezzo dal vincitore. Taico è molto più indietro, nono, a venti lunghezze da Nommeo con la magra soddisfazione però di aver battuto Something Special e l'irlandese Paddy's Return. Ultimano il percorso in quattordici, per quella che è forse la più bella edizione degli ultimi quindici anni. Tra i caduti gli appoggiati Merlino Mago e Skywasser.
Favero non manda a riposo il suo vecchio, ma lo tiene caldo per altre tre prove e il nuovo inizio di stagione romano. Non va un gran che bene. Fermato in condizionata a Merano, terzo a Roma a gran distacco dal vincitore. Primo poi l'antivigilia di Natale davanti a Misterious Tale, con l'obiettivo dichiarato del Grande Steeple Chase di Roma. La stagione si chiude con nove corse, non poche per l'età, tre vittorie e quattro piazzamenti e un totale di 43.800 euro.

La stagione si completa con l'ottimo secondo posto nel Criterium d'Inverno (Gr.2) del White Star Don Alfred, sfortunato nel proseguo carriera. Il baio nella prova preparatoria batte, tra gli altri, Del Mar Dancer e poi sfiora il Criterium perdendo di una testa da El Maximo. Finisce invece a cinque lunghezze il favorito di Contu Matisse. Causa infortunio il cavallo starà fermo un anno e mezzo, una volta rientrato subirà un'ulteriore pausa di otto mesi per finire la carriera, con tre ulteriori corse, nelle piane gentleman. Avrebbe sicuramente potuto dir la sua in ulteriori gran premi, ma la fortuna non lo ha assistito. Dalla White Star, sezione Camici, giunge a Merano anche Coogan,  vincitore del Criterium d'Inverno del 2000, nonché della Corsa Siepi dei 4 anni di Milano, cavallo ormai di sei anni ma di classe. Favero lo riceve dopo che la White Star opta per Merano a seguito del nono posto nella Gran Corsa Siepi di Roma. Sotto il nuovo allenatore, Coogan corre sei volte in condizionata vincendo una volta a Merano. Buon cavallo ma sulla via del tramonto.

Da segnalare poi il tentativo di trasformare Fortunio, dell'Albertoni, in crosser. Il cavallo vince in scioltezza il Coccia e si candida per quel Grande Steeple delle Capannelle (L) già vinto dalla nobile tre anni prima con Fier de l'Etre. E' il controfavorito della corsa. I favori vanno all'ex Dormello Olgiata Biedermeier, cavallo riapparso in pista, dopo una pausa forzata dalle competizioni di tre anni, circa un mese prima del gran premio. Pur avendo già sette anni, sarà uno dei migliori crosser per tre stagioni. La corsa la vince il gentleman Marco Valerio De Sanctis, probabilmente l'ultimo tra i dilettanti a centrare questo premio storicamente aperto anche ai fantini, in sella a quel Regal's Hope battuto nel Coccia da Fortunio. Pagherà 18 a 1. Fortunio è buon terzo, tuttavia Favero, anziché insistere sui cross, lo ripropone in steeple e persino in siepi a vendere. Disputa quindici corse vincendo solo la prima e l'ultima di stagione più un ascendente in siepi a Merano con un bottino prossimo ai 40.000 euro (sesto cavallo della stagione Favero).

Altro piazzamento da neretto lo marca Marcel Duchamp, sempre per i colori Waldner, terzo miglior tre anni dopo Italian Legend e Shelbourne. Cavallo discreto in piano, specialista del miglio, arriva dalla scuderia Colle del Papa (allenatore Renzoni) e viene acquistato probabilmente sborsando una somma assai alta dato che a febbraio, in quel di Roma, riporta un'ottima vittoria in un handicap da 14.000 euro circa al primo. Favero, dopo meno di tre mesi di addestramento, lo fa debuttare nel classico Prime Siepi dove però il cavallo cade da favorito netto. Un mese ulteriore di allenamenti e la proposizione nel Tagliabue (Gr.3) con il compito di emulare le gesta dell'anno precedente di Gold Generator. Manco a parlarne, arriva un terzo posto che è buono per la portata del premio, ma non per i distacchi subiti. Finisce lontano dal secondo classificato, Miki Tango, a sua volta dato a "molte" dal vincitore Grand Roi. Difficoltà di adattamento che si manifestano in modo importante a Treviso, Marcel Duchamp viene battuto dalla mediocre Irwina (cavalla da minima o vendere) e addirittura non ultima il percorso nel successivo impegno. Il finale in crescendo a Roma non ne salva la stagione, sebbene in dieci giorni riporti due vittorie in condizionata, affermandosi nel primo impegno con la quota di 10 a 1. Nel 2003 sarà impegnato in steeple con piazzamenti interessanti, ma non certo quelli sperati al momento dell'acquisto. Chiude la stagione con 29.000 euro di vincite.

Falliscono molti dei nuovi acquisti di Paolo Favero, diciotto nel totale più Coogan. La ricerca di un buon tre anni non da gli esiti sperati. Possiamo definire la stagione, sotto questo versante, piuttosto fallimentare. Per il rapporto spesa vincite è ottimo solo l'acquisto di Italian Legend. Centra tre vittorie, tra cui il Pollio, Shelbourne (40.400 euro di vincite), prelevato dal Regno Unito, che fallisce però i due main event che lo vedono protagonista (caduto nel Tagliabue, fermato nel Berlingieri) e che farà poco nel proseguo, rifilando comunque otto lunghezze a Italian Legend in quel di Roma dopo averlo subito di brutto a Merano.
Un caso emblematico è offerto dal quattro anni Mister Pekan, acquistato da Favero e da questo ceduto alla Albertoni a caro prezzo, dato che nel 2001 aveva vinto il Pr. d'Estate (L) a Milano, e che disputa solo tre corse in ostacoli, due delle quali a Treviso, vincendo poco più di 3.000 euro. Fallisce miseramente anche il tentativo di trasformare in ostacolista il cinque anni Sirolo, vincitore del Botticelli (L) nel 2000 nonché sesto nel Derby Italiano (Gr.1) del 2000 ad appena una lunghezza dal quarto posto. Per lui, vittorioso in handicap da 8.500 euro due mesi prima del debutto in siepi, c'è spazio solo per quattro corse con un quarto posto in ascendente come miglior piazzamento, quindi l'invio a Siracusa per il proseguo con tanti saluti.


Anno in regresso e opaco, dato il potenziale, il 2003. Possiamo definire questi dodici mesi come i peggiori degli ultimi quindici anni di Favero. Centosettantanove corse senza vincere neppure una pattern race e con “sole“ trentadue vittorie all'attivo (due in meno del 2002 e sette in meno del 2001) frutto dei successi di ventuno cavalli su quarantasei (record) sellati, con incidenza percentuale del 45%. Tantissime le new entry, addirittura ventisei con soggetti vincitori di Listed in piano che però deludono in ostacoli. Si consolidano i rapporti di affari con Grizzetti da cui Favero preleva venti dei ventisei nuovi acquisti, prendendo però poco di veramente valido.
Confermate le collaborazioni con Barbara Waldner, Ludovica Albertoni e White Star, aumentano però i soggetti griffati Favero che toccano le trentacinque unità. Giunge in scuderia anche un soggetto, mediocre, di Castelfranchi.

Abbiamo detto stagione deludente nonostante Favero riesca a piazzarsi tredici volte nelle prime tre posizioni in pattern race (una volta in Gr.1, e due volte in Gr.2), nobilitando la stagione con il miglior piazzamento fin qui ottenuto nel Gran Premio Merano. I protagonisti della stagione sono due vecchi leoni e una giovane sorpresa. Gold Generator si segnala ancora quale il miglior soggetto di scuderia, senza vincere neppure una corsa in quattro uscite e vedendo dimezzati i propri introiti annuali (65.000 euro in luogo dei 114.000 dell'anno precedente). Viene preparato appositamente per il Gran Premio che non ha ancora corso nonostante i cique anni d'età. Torna a calcare l'erba di Maia a fine agosto, passato nelle mani di Luigi Jack che, nel frattempo, insieme a Jiri Kaminicek, ha sostituito Moretti come prima monta di scuderia. Gli scommettitori lo guardan subito con attenzione, tuttavia il rientro non è probante. Gold Generator si limita a un giro di pista finendo quinto a venti lunghezze dal vincitore Almanzor. La musica cambia nel successivo impegno, il propedeudico UNIRE (Gr.3) dove figurano il vincitore del Merano dell'anno precedente, Present Bleu, e l'infinito Something Special. C'è anche il vincitore del Grande Steeple di Roma dell'anno precedente, Costantino Re, rientrato con una caduta dopo un anno di pausa. Vince proprio Costantino Re, ma deve sudarsela perché il Gold Generator che appare in pista è un qualcosa di assai diverso rispetto a quello del rientro. I due finiscono in fotografia. La spunta il cavallo della Razza Ascagnano di una testa. Present Blue, lontano dalla migliore forma e incapace di ripetersi dopo il successo del 2002, è terzo, vicino, davanti a Something Special. E si arriva così al Merano, il sesto di Paolo Favero. 
Appena dodici al via, senza un favorito netto. Cè grande interesse per il francese Tempo d'Or di Guillaume Macaire, che vanta un curriculum pazzesco di quattordici vittorie in diciotto corse, con un filotto di successi consecutivi di sette affermazioni. Cavallo di piccolo modello, ma elastico, regolarissimo e preciso sui salti. Ha vinto anche in Inghilterra (Chepstow), dove ha corso per tre volte, piazzandosi terzo nel tempio di Cheltenham. In Francia, escludendo il debutto, ha sempre vinto tranne un terzo posto ad Auteuil. E' una belva, direte voi... Non proprio, perché Macaire lo ha sempre fatto correre sotto categoria. La vittoria più importante è proprio quella di Chepstow di circa 27.000 euro. In Francia ha corso, per lo più, in provincia in premi prossimi ai 10,000 euro. È per questo che i bookmaker lo offrono 5 a 1, controfavorito dell'altro francese Azulejo, della volpe Ortet, che si candida alla vittoria forte del successo nel Grande Steeple Chase di Lione (L) e di un'ulteriore vittoria in Listed ad Auteuil. La quota è di 35/10. I tedeschi si affidano al globetrotter Barito, che ha vinto al debutto sulla pista e vanta piazzamenti in pattern tedesche, oltre che vittorie in Inghilterra e piazzamenti in Francia; e al sauro Siberius. Speranze italiane riposte su Costantino Re, ma anche su Gold Generator, sesto cavallo del campo, quotato 8 a 1. Corsa senza storia, Tempo d'Or vince per dispersione rilevando la testa dopo la caduta di Almanzor e isolandosi in avanti con un margine quantificato in diciassette lunghezze. Dietro, tra i terrestri, la spunta proprio Gold Generator, che regala a Barbara Waldner la soddisfazione di un argento che vale 52.600 euro. Il cavallo, allevato in italia dalla Razza Emiliana (che incassa l'appetibile primo premio riservato agli allevatori italiani), regola di un'incollatura l'estremo outsider Gael d'Angron, vecchio soggetto francese che correrà fino a tredici anni conquistando il Grande Steeple Chase delle Fiandre nel 2005 a undici anni. Gli altri subiscono distacchi superiori alle trenta lunghezze dal vincitore.
Tempo d'or, vincitore impressionante, subirà una pausa di due anni. Macaire lo rispolvererà nel 2005 per tentare il bis proprio nel Merano. Il cavallo, in Francia e Belgio, vincerà le quattro corse preparatorie, ma si infortunerà alla vigilia del gran premio altoadesino e chiuderà una gloriosa carriera fatta di ventitre corse e diciannove vittorie, con una serie finale di dodici successi consecutivi.

Oltre a Gold Generator brilla ancora il vecchio Taico, cavallo dell'anno del 1998 e del 1999 in casa Favero che torna a primeggiare forte di cinque successi stagionali (il più volte primo). Otto anni suonati, ma ancora in palla tanto da essere il terzo soggetto più vincitore dell'annata. Ormai difende i colori della nobildonna Albertoni. Corre praticamente tutto l'anno, scendendo in pista tredici volte da gennaio a dicembre. Favero lo prova anche sui ritmi più blandi del cross country e Taico risponde da gran campione. Chiude terzo nel XXV Steeple Chase di Roma, Gruppo 3, che vede trionfare Il Profeta di Francesco Contu, grandissimo campione che vincerà in carriera quasi un miliardo delle vecchie lire. La corsa non ha storia, Taico finisce a venti lunghezze dal vincitore ben davanti però al vecchio leone El Paco. In primavera corre sottocategoria in steeple a Treviso, vincendo una prova e arrivando secondo in un'altra dove concede quasi dieci chili agli avversari. Il primo approccio con Merano non è dei migliori. Corre due steeple in buona compagnia, finendo lontano dal marcatore. Ne deriva la scelta di dirottarlo in cross e qui, Taico, ritorna grande protagonista. Corre sette volte, vincendo quattro volte e ottenendo tre secondi posti. Curiosamente Favero non lo schiera nel Nazioni, riportando però il suo secondo successo nel Grande Steeple Cross di Grosseto, memorial Tagliabue, dove Taico largheggia, complice una girandola di cadute, dovendo tuttavia subire un inatteso affondo di Putifarre all'ultima corsa in carriera. I due distanziano gli avversari in modo quanto mai evidente. La forma dell'Albertoni viene confermata a dicembre, a Roma, dove torna a vincere in steeple un premio da 10.200 euro, pur perdendo senza possibilità di appello da Biedermeier nella Finale del Campionato Italiano Cross.

Questi i due grandi leoni di casa Favero, a cui si aggiunge la sorpresa Guelfo Bianco. Tre anni, piuttosto mediocre in piano, di Rodolfo Casieri, che inizia la propria fortunata collaborazione con Paolo Favero dando avvio a un sodalizio che entrerà nella storia dell'ippica ramo ostacolistico. Arriva, insieme ad altri diciannove soggetti, dalle scuderie di Grizzetti. Non ha mai vinto in piano. E' un soggetto veloce, predilige i 1.200 metri, ma non lascia intendere stoffa da campioncino. Viene dirottato in siepi dopo esser scivolato in categoria vendere senza riuscire a piazzarsi. Disputa undici corse in siepi, anche perché Favero, inizialmente e probabilmente, non lo vede di buon occhio. Alla terza corsa, infatti, è già a reclamare a Merano in una prova dove Favero realizza una tripletta completata dai non trascendentali Last Bell e Cayman Isle. Il ritorno in condizionata è tramautico, Guelfo Bianco finisce ultimo a gran distacco e conferma le proprie difficoltà in ascendente dove subisce venti lunghezze da Cayman isle. Fin qui è dunque un brocchetto, ma a settembre avviene l'imponderabile. Vince un handicap non particolarmente qualitativo, si conferma secondo in condizionata alle spalle di un ospite tedesco, ma soprattutto strappa un secondo e un terzo posto in due gruppi 2: il Soc. Degli Steeple Chase e il Berlingieri. Nel primo subisce di due lunghezze abbondanti il tedesco Wagner; a Milano deve arrendersi al più qualitativo Blu Santillana, contendendo il secondo posto al semidebuttante Indulging. Manterrà questa alternanza di prestazioni anche nel 2003, dove riuscirà a centrare vittorie imporanti. Chiude la stagione con tre vittorie, due piazzamenti in gruppo 2 e 55.500 euro di vincite, segnalandosi quale secondo miglior cavallo di scuderia per il 2002 e migliore tre anni.

Deludono molti dei nuovi acquisti, su tutti Sopran Woodbird, quattro anni che viene prelevato da Grizzetti col crisma del potenziale campione (vincitore del Rumon, L, a due anni). Il cavallo vince al debutto a Roma, ma fallisce nei successivi dieci impegni ottenendo un secondo e due terzi posti. Favero lo prova nel Criterium d'Inverno (ultimo), nel Richard (ultimo) e nell'Argenton (quarto a diciassette lunghezze dal terzo). Non da i risultati sperati neppure Hooligan del Nilo, altro importante investimento Favero che lo preleva da La Nuova Sbarra. E' un quattro anni che ha corso il Parioli senza piazzarsi, ma ha vinto tre condizionate a tre anni in discreta compagnia. Corre solo quattro volte, togliendosi la qualifica di maiden alla seconda uscita dove batte di misura Twist Tern che poi vincerà il Criterium d'Inverno e disperde per la pista il compagno di allenamento Shelbourne. Grandi aspettative, disattese però proprio nel Criterium che ultima in quarta posizione per poi cadere nella successiva Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa garantendo un introito probabilmente inferiore al prezzo d'acquisto. In rosso anche il rapporto spese / introiti offerto da Bye Bye Girl che arriva da corse qualitative in piano e floppa in ostacoli finendo a Siracusa e così via con i tre anni. Costituisce un'eccezione Stand on It che Favero gira a Barbara Waldner e che, pur non vincendo, si piazza secondo nel Prime Siepi (L), dove perde in fotografia da un portacolori Amalita, e terzo nel Tagliabue (Gr.3) dove subisce di nuovo l'Amalita sempre di corta testa, ma soprattutto l'ospite tedesco di turno che vince la corsa. Manca clamorosamente la vittoria in due successivi impegni capitolini dove, da favorito, viene battuto da soggetti piuttosto mediocri, tra i quali la compagna di allenamento Sopran Njne seconda al debutto nel Premio delle Debuttanti (L).

Poco da aggiungere sul resto se non l'arrivo di un quarto portacolori White Star, Allenby, destinato da Alessandro Gaucci inizialmente alla carriera inglese e dichiarato partente nel Derby Italiano vinto da Rakti. Quattro anni di età, una vittoria a Doncaster a due anni quindi una serie di corse in categorie blasonatissime ma senza piazzarsi. Corre cinque volte in siepi deludendo, poi, per la disperazione, viene messo in piano dove non si piazza neppure a vendere.

Degne di menzione i terzi posti di Shelbourne nel Není da Zara (Gr.3), a una lunghezza e mezzo dall'ottimo Grand Roi, e nella Prova D'Assaggio (L) di Pisa; e i secondi posti nel Corona Ferrea (L) e Nuovi Salti (L) di Cudamani. Centrano infine tre vittorie il portacolori di Albertoni Kumhar (37.900 euro di vincite, quarto cavallo dell'anno) e il prodotto del Dottore pisano Marcello Lazzeri Cayman Isle.

GUELFO BIANCO
(ippica.biz)

Il 2004 è l'anno della meteora Megazan, che arriva tardi agli ostacoli e riesce nell'impresa di far sognare scuderia quando ormai era dato per un sicuro partente senza neppure vederlo all'opera sugli ostacoli. Un soggetto che vanta la prestigiosa provenienza dagli allevamenti Luciani da sempre distintesi nel settore ostacoli fin dai tempi della generazione Pipino, passando per Il Profeta (erede dello stallone King of Tales) e ancora oggi in auge. E' anche l'anno in cui Paolo Favero compie il salto di qualità verso quella attività industriale che tuttora lo distingue. Il trainer incrementa sempre più il proprio volume di fuoco aumentando di diciassette unità la propria squadra. Sella, solo per il settore ostacoli, sessantatre allievi (nuovo record) portandone trenta alla vittoria per un totale di cinquantatre vittorie stagionali (suo momentaneo record, battuto il precedente di trentanove nel 2001). Ottimo livello ma insufficiente a battere Franco Contu nella classifica finale dedicata agli allenatori. Vince inoltre due Gruppi 3, peraltro mai vinti prima, con l'accoppiata Vanoni-UNIRE, e il secondo Nazioni (L) della sua storia cui devono aggiungersi altre due Listed Race. Continua a mancare nella massima categoria.

Anno comuqnue interessante, ma non troppo fortunato in prospettiva. Favero scopre un nuovo campione, seppur ormai di sei anni. E' Megazan, un figlio di Classic Secret, prelevato dalle scuderie di Luigi Camici. Cavallo di gran fondo, a perfetto agio sui 3.000 m. piani. Frequentatore di buone compagnie, in handicap principali, terzo nel Roma Vecchia, quarto nello Scheibler a tre anni. Quarto ancora nel St. Leger Italiano in età adulta. Favero lo preleva per una cifra consistente, ma va incontro a una serie di imprevisti che lo tengono fermo ai box per oltre un anno al punto da essere prossimo a esser ceduto nel siracusano per poche migliaia di euro. Favero decide comunque di operare un ultimo tentativo e lo fa rientrare, a distanza di oltre dodici mesi dall'acquisto, facendolo correre sette volte, tutte sulla pista altoadesina. Il soggetto dimostrerà un apprendimento per la nuova disciplina non preventivabile. Vince subito al debutto in siepi per dispersione, ma viene fermato all'uscita successiva. Poco male, Favero lo schiera nella Corsa Siepi di Maia (L). La quota è di 8 a 1, ma il baio batte di un muso l'austriaco Cybung. L'allenatore di Sinigo potrebbe confermarlo sugli ostacoli bassi e invece lo fa debuttare in steeple, nel Pollio, dopo averlo ceduto alla contessa Ludovica Albertoni in cerca di affermazioni in gran premi d'elite. Gli avversari non sono un gran che e la prova si risolve in un duello in famiglia con Jefferson. Vince di tre e mezzo ancora Megazan sul compagno di allenamento. Il baio fa tripletta nel blasonato UNIRE (Gr.3), prova propedeutica al Gran Premio Merano, battendo di tre e mezzo il campione di scuderia Gold Generator della signora Waldner, che pare però lontano dalla migliore forma nonostante sia stato tenuto a riposo in vista della stagione altoadesina. Delude invece lo spauracchio di Pardubice Alcron, dominatore del Val di Non e favorito netto della prova, ma solo quarto e disperso sul tracciato. Perde invece la vita sul verticale, all'età di tredici anni, il mito Something Special della Centrale, vincitore, anni prima, del Gran Premio Merano. La vittoria vale la candidatura, piuttosto a sorpresa se valutata alla vigilia della decisione di non cederlo in Sicilia, nel Gran Premio Merano e con velleità di vittoria. Gli scommettitori gli preferiscono solo gli ospiti francesi Jingle Rose, vincitore del Prix de la Republique (Gr.3) ad Auteuil e la pedina di Guillaume Macaire Mont Misere, oltre al tedesco Siberius. Favero conferma Jiri Kamenicek in sella e i giornali parlano già di una storia simile a quella del brutto anatroccolo che potrebbe diventare realtà. Purtroppo invece, mentre il ceko Masini offre la prima affermazione nella storia della Repubblica Ceka nel main event dell'ostacolismo italiano, il cavallo cade e chiude qua la carriera con 80.750 euro di vincite annue, ovvero la più alta somma vinta in un anno nella scuderia Favero da un cavallo subito sotto al livello di 114.000 euro marcato da Gold Generator due anni prima.

Si rivela eccelso nella nuova professione di steepler Guelfo Bianco, tra i migliori quattro anni sugli ostacoli alti, ma anche lui destinatario di un infausto destino. Il portacolori di Rodolfo Casieri è protagonista di cinque piazzamenti da neretto in pattern race. Vince il Vanoni (Gr.3) di cinque abbondante sull'ospite Great Day, dopo quattro secondi posti di fila e un deludente quinto nello Staffe d'Oro (Gr.3). In precedenza, infatti, si era distinto con tre secondi posti di fila a Roma, tra cui l'argento nel Není da Zara (Gr.3) subendo Spanish Wind e Blu Santillana. Ancora secondo a Pisa, sempre alle spalle di Spanish Wind (tre sconfitte su tre), nella Prova d'Assaggio (L). Chiude la carriera con un onorevole terzo posto nel Richard (Gr.2) accompagnato dallo scudiero Splendido che, a gran sorpresa, contende la vittoria al ceko Manou, venendo battuto di mezza lunghezza. Guelfo Bianco, affidato alla prima monta di Kamenicek, è terzo a otto lunghezze. Chiude la stagione con 73.780 euro quale secondo cavallo dell'anno griffato Favero.

Tra i “vecchi“ esegue il canto del cigno Taico, che va in pensione a nove anni con due successi deluxe. Il figlio di Last Tycoon si conferma il più forte crosser della stagione, per i colori Albertoni, regalando alla contessa il suo secondo Nazioni (L) (secondo anche per Favero) a distanza di sei anni dal successo di Fier de l'Etre e bissa il successo dell'anno precedente nel Grande Steeple Cross di Grosseto. Curiosamente non riesce a vincere le restanti quattro prove in cui viene schierato, tutte a Merano e in cross di minore prestigio. Si congeda con altri 32.300 per un totale, in carriera, di circa 350.000 euro conquistate in ostacoli al servizio di Paolo Favero. Di certo uno dei cavalli del cuore dell'allenatore, almeno crediamo, vincitore di cinque pattern race (o assimilabili) e due Grandi Steeple Cross di Grosseto.

Toppa invece Gold Generator, in pista solo tre volte e acciaccato al punto da dover rinunciare al Gran Premio di Merano dopo esser stato battuto da Megazan nell'Unire. Correrà ancora in seguito.

Tra le novità invece delusione Dasnami, quattro anni, vincitore del Città di Varese 2003, acquistato a gran quota presso le scuderie Grizzetti e subito vincitore di sette nel Corona Ferrea (L), ma in pista una sola altra volta con un mancato piazzamento a Milano.

Questo il top. Tra gli altri, sul piano quantitativo, si segnala l'apice di cinque vittorie annue marcato in buona compagnia da Go Go la Vita (44.000 euro di vincite) e in categoria più bassa da Italian Legend.

Sul versante qualitativo invece piazzamenti importanti per Splendido (secondo nel Richard, Gr.2, e terzo cavallo più vincente nella stagione Favero con 45.000 euro di introiti), Be My Victor (terzo nel Criterium di Inverno, Gr.2), Apricale (secondo nel Val di Non, L), A Plus ma Puce (secondo nel Nuovi Salti, L) e Corpus Iuris (secondo nel Generale Bocchini, L).

HALLING JOY
(cavallo2000.it).

Il 2005 conferma il trend crescente di qualità ricercato da Paolo Favero che piazza svariati record personali. In primis vince il suo secondo scudetto, dopo quello degli anni '90, battendo il rivale storico Franco Contu, quindi ritocca il numero di vittorie annue passando dai 53 trionfi del 2004 ai 55 del 2005, portando al successo 35 soggetti su 62 sellati (medesima quantità numerica di pensionati rispetto al 2004) per un tasso percentuale superiore al 50%. Un secondo record viene marcato da Corpus Iuris, rivelazione della stagione (non sarà l'unica), che batte di qualche migliaio di euro il record ottenuto nel 2002 da Gold Generator vincendo circa 120.000 euro, grazie a due vittorie in Gruppo 3, una in Gruppo 2 e altrettanti piazzamenti al secondo posto nelle medesime compagnie.

Soggetto di quattro anni, svezzato a fine 2004 sulle siepi romane, si tratta di un figlio di Desert Prince, tutt'ora in auge grazie ai successi del tedesco Falconettei, acquistato da Favero, per tramite della giovane scuderia Eurosia scesa a calcare i teatri dell'ippica italiana dal 2004 con Splendido, dalla Razza della Sila e, più nello specifico, dalle scuderie dei Camici. Ex White Star, incarna il classico esempio di verdone, come si dice nell'ambiente. Vince tardissimo, alla settma uscita a due anni, a vendere, a Pisa, poi migliora al crescere della distanza trovandosi a suo particolare agio sul miglio. Vince, a stretto giro, a Napoli e a Roma in handicap di 5.100 e 8.500 euro, confermandosi, in un acquitrinio, nell'Arma dei Carabinieri dove giunge a mezza lunghezza dal vincitore. Favero lo preleva al tramonto dei tre anni per la nuova carriera. Dopo la presa di confidenza sulle siepi romane, secondo peraltro al debutto nel Generale Bocchini (L), diviene il protagonista numero uno della stagione successiva. Viene travolto dalla più esperta Terra Romana al debutto stagionale a Roma, dietro di quindici ma largamente davanti al resto della compagnia. La cavalla vincerà poi il Criterium d'Inverno (Gr.2). Seguono tre vittorie di fila, due delle quali in steeple, con l'acuto nel Není da Zara, Gr.3, il secondo per Favero dopo il trionfo nel 2001 di Secret Way. Kamenicek deve far poco per aggiudicarsi il premio, lo scorta al palo il compagno di colori Apricale (prodotto dello storico gentleman dei cross Giulio Tumsich, piazzato nella stagione anche nell'Argenton) affidato a Renzi e uno dei primi poi a passare nelle mani dell'Avvocato Schileo. Venti giorni dopo, Corpus Iuris deve arrendersi, a Pisa, a un Dorini alla terza vittoria di fila in siepi ma incapace, complice acciacchi, di confermarsi nel proseguo. I due si rendon protagonisti di un duello che taglia fuori tutti gli altri dalla vittoria e finiti “lontani“ come implacabile conferma l'ordine di arrivo. È una lunghezza e mezzo invece a separare i due contendenti e il premio è la Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa (Gr.3), disputata da Corpus Iuris col ruolo di favorito. Altro secondo posto, un paio di mesi dopo, al ritorno in steeple nello Staffe d'Oro (Gr.3) a Milano. Lo batte, questa volta, l'ufo ceko Shirley, nella prima delle due uniche apparizioni italiane (correrà senza fortuna, qualche anno dopo, il Velka). Seconda vittoria in pattern race nel Vanoni (Gr.3) con Favero che si riconferma dopo la vittoria dell'anno precedente di Guelfo Bianco. Ancora Kamenicek a condurre il portacolori dell'Eurosia che passeggia alla prima nel tempio di Merano. Vittoria di dieci, con il terzo distanziato di altrettante. Cade ad agosto in una prova preparatoria, poi è argento nel Richard (Gr.2) dietro all'allievo di Josef Vana Bejrut. Chiude la stagione con il suo principale successo in carriera: conquista l'Argenton (Gr.2) di Merano, facile su Amica e sul compagno Apricale. Per Favero è il ritorno sul più alto gradino del podio di questo premio già vinto da Gold Generator nel 2002 ed è anche il passaggio di testimone tra questi due cavalli dato che Corpus Iuris diviene il cavallo più vincente, al 2005, nella storia della scuderia Favero. Purtroppo chiuderà la carriera, nel 2006, con due cadute, l'ultima delle quali nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1). Di lui Favero dirà: è un talento. Simpatiche le definizioni dell'Altoadige su cui si legge: "Corpus Iuris quando allunga diventa un missile e per andare a prenderlo bisogna chiedere aiuto alla NASA" potrebbe sembrare la definizione di un Ufo, anche perché, poco oltre, si legge: "il Corpus celeste ha cambato marcia cominciando a pedalare come Coppi sullo Stelvio."

Un altro grande protagonista della stagione è Poggio Torselli, il miglior tre anni di scuderia e autore di dodici mesi sulla falsa riga di Corpus Iuris. Vincitore di due Listed Race e piazzato in tre corse di gruppo. Di fatto, uno dei tre anni più forti in assoluto della stagione. Vince 70.500 euro circa, una somma importante specie se commisurata all'investimento monetario fatto che pensiamo di poter definire relativamente basso. Viene individuato tra le file del “fido“ Grizzetti che lo ha in allenamento per conto della scuderia Il Poggio. Debutta tardissimo, a tre anni, con cinque corse a Milano dove non riesce a scrollarsi di dosso la qualifica di maiden. Appena due piazzamenti sulla lunga distanza. Viene battuto di mezza dal debuttante West Nile, in futuro capace di vincere il Città di Varese. Per il resto fa vedere poco. Favero ci scommette su, forse appassionato anche per la linea generazionale dato che in seguito acquisterà anche i fratellastri Soldino e Montizzo. Debutta in siepi subito da trionfatore, nel Prime Siepi (L), a Merano dovendo però faticare. Nel tratto piano infatti sono in tre a mulinare le fruste con l'aspettativa di poter alzare il premio al cielo. C'è Zaccaria (che correrà solo un'altra volta in siepi) e c'è il solito favorito Amalita William Conqueror (fratellastro di Cecco Stayer nonché figlio del grande siepista Reckless William, che deluderà le attese nel proseguo). Alla fine la spunta Kamenicek di un'incollatura sul duo Taber-Zaccaria. 
Ludovica Albertoni chiede allora di poter far scendere in pista il cavallo sotto i propri colori e ci vede giusto anche se arriva subito una battuta d'arresto nel successivo impegno. Il cavallo viene fermato, sebbene i suoi rivali dell'uscita precedente facciano ancora secondo e terzo. Vince Nevada Boy che si conferma nel Tagliabue (Gr.3) battendo di cinque l'ospite ceko Theoden e di nove proprio Poggio Torselli che chiude terzo. Il baio migliora dopo tre settimane centrando il bersaglio grosso, per dispersione, nel Val d'Adige (L). Favero lo lancia allora in Gruppo 2, nello Steeple Chase d'Italia (Gr.2), ma lo vede battuto dall'estremo outsider Dragozza della scuderia Allegria e dal compagno di allenamento Fatur
Finale di stagione tra Milano e Roma, col secondo posto nel Berlingieri (Gr.2), aiutato forse dalla consistenza pesante del fondo, in corta testa sul blasonato e futuro steepler Ajvazovsky, ma soprattutto davanti a chi l'aveva battuto a Merano: di otto su Theoden e di quindici su Dragozza. Da segnalare poi il pari merito, il primo in assoluto per Favero, a Roma, in condizionata, sempre sul pesante, con quel Fatur che lo aveva battuto a Merano. Ancora vincitore nell'ultima prova della stagione, piuttosto comodo. Dunque un soggetto di prospettiva già capace di segnalarsi nelle top race.

Ancora Ludovica Albertoni protagonista con l'acquisto di un cavallo che farà la storia della scuderia: Halling Joy. Cavallo già di quattro anni, fratellastro di Endless Hall, eccezionale cavallo della Paralupo, poi destinato alla carriera di stallone, capace di ottenere in maturazione, col passaggio ai quattro anni, la vittoria nel Gran Premio Milano (Gr.1) e di andare poi a trionfare in Inghilterra (Gruppo 3 ad Ayr), Singapore e piazzarsi in Turchia e in Gruppo 2 a Nad al Sheba. Ottimo davvero. Dunque bella linea e anche una carriera in piano non disprezzabile. Vincitore di due handicap a tre anni sulla distanza, terzo nel Città di Varese. Grizzetti (per conto dei proprietari allevatori Blueberry) lo cede a fine 2004, quando il cavallo sta per entrare nei quattro anni (età dell'esplosione del fratellastro Endless Hall). Compra ancora una volta Paolo Favero che lo esibisce in pista e ai suoi proprietari, in particolare alla contessa Ludovica Albertoni. Sauro, buona morfologia, e una vistosa lista sul muso. L'inizio di carriera è a corrente alternata, ma con acuti di grosso prestigio. Cade nel Corona Ferrea, disputato da controfavorito, con in sella il fantino di scuderia Kamenicek. Si rivede nel Piero Pirelli con la quota pazzesca (specie se si legge a posteriori) di 100 a 1, abbondantemente ultimo cavallo del campo tra i sedici partenti. Lo stesso Favero sposta la prima monta su Kirsch (poi fermato) e lo affida al futuro allenatore Alex Taber. Favorito netto è quella Terra Romana incontrata anche da Corpus Iuris, 23/10 la quota. Halling Joy giunge assai lontano dai tre soggetti che vanno a conquistare l'ideale podio. Finiscono al primo e secondo due ospiti tedeschi, allenati da Manfred Weber e Von der Recke, terzo è un ospite polacco allenato da Duplicki. A docici lunghezze da questo c'è l'allievo di Favero che batte Brescia e tutti gli altri. Tra i fermati c'è Dorini, vincitore a Pisa davanti a Corpus Iuris. Buone sensazioni dunque confermate alla grande nel main event per quattro anni milanese. Ancora venti giorni di allenamento e Halling Joy, sul terreno scorrevole anziché molto pesante, vince, col thrilling, la Corsa Siepi dei 4 anni di Milano (Gr.2) dopo l'intervento dei commissari che distanziano il tedesco Quirino (secondo nel Pirelli), terza a una lunghezza Terra Romana, più indietro il vincitore e il terzo del Pirelli. 
Ancora una buona corsa a Merano, secondo di un'incollatura dietro l'eccellente, ma all'epoca sconosciuto, Tiumen (cavallo dei Vana alla prima in Italia, vi correrà un'altra volta, futuro specialista a Pardubice dove vincerà, negli anni, tre edizioni del Velka di Pardubice facendo entrare Josef Vana sr nella leggenda quale allenatore e fantino per il numero di edizioni conquistate). A dieci di distacco arriva il futuro stalloncino polacco Janosz (il padre di Ernesto), vincitore nel 2004 di Prime Siepi (L) e Tagliabue (Gr.3). L'Albertoni paga allora la quota necessaria per prendersi il cavallo e correre la Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) con possibilità di vittoria. Favero non ha mai conquistato questo traguardo e non lo farà neppure nel 2005. In pista c'è un UFO liberato da Macaire, L'As de Pembo, che si presenta all'appuntamento con qualcosa come dodici vittorie consecutive in territorio francese. Gli scommettitori lo eleggono a favorito netto: 13/10. Solo Duce del ceko Olehla ha una quota sotto la doppia cifra: 5 a 1. Per gli altri dieci quote astronomiche. Ebbene Halling Joy, 27 a 1, batte tutti, a parte L'As de Pembo che conferma le paure facendo razza a sé e vincendo di 14 lunghezze. L'allievo di Favero, dal canto suo, regola di cinque il controfavorito e porta a casa un gran bel piazzamento. Un successivo secondo posto a Milano, sempre in siepi, dietro all'Amalita Blu Santillana, porta a un inverno non scevro di difficoltà prima di iniziare a saggiare quegli ostacoli alti che lo eleggeranno eroe indiscusso di scuderia, ormai, contro ogni previsione... Come si suol dire: i cavalli sono strani... Nel 2005 chiude il bottino con una vittoria in Gruppo 2, piazzato poi in Gruppo 1 per 60.000 euro.

Va a bersaglio grande, piuttosto a sorpresa, anche Go Go la Vita che si aggiudica la sua prima e unica pattern race della carriera, per giunta il blasonato UNIRE, Gr.3, ideale lasciapassare per il Merano, all'eta di sei anni e al quarto anno di carriera in ostacoli. Protagonista sempre Ludovica Albertoni in uno dei suoi migliori anni da proprietaria. Cavallo molto regolare, autore di cinque vittorie (come abbiam visto) nel 2004, ma non da main event, prodotto del super qualificato Loreto Luciani (grandissima tradizione, in veste di allevatore, sui salti e non solo), se si esclude un terzo posto a tre anni nel Da Zara di Roma. Fatica nel primo quarto di stagione non andando oltre a un quarto posto in discendente a Pisa (per giunta a 16 a 1 sulle lavagnette), ritrova forma e convinzione a Treviso per arrivare in gran forma a Merano. Sulla pista di Maia inanella cinque prove ottenendo una vittoria (nell'Unire), tre secondi posti e un terzo in condizionata. In particolare giunge, in rapporto di parità di peso, a due lunghezze e mezzo da Registana e stravince nell'Unire dove invece delude il compagno di allenamento Gold Generator (stagione incolore e falcidiata da cadute). Il finale di stagione, così come l'inizio, è a fari spenti. Vince 37,000 euro.

Prima vittoria poi nella Corsa Siepi di Treviso, giunta alla terza edizione e non fregiata del grado di pattern race. Se l'aggiudica il “polacco“ Sandomierz, per i colori della Scuderia Eurosia. Il cavallo rientra a Merano dopo quasi un anno di pausa. Entra piano piano in condizione con due quarti posti seguiti da una vittoria in condizionata in cui, ironia della sorte, batte il favorito della prova che si chiama proprio Treviso e viene dalla Repubblica Ceka, infine va a bersaglio grosso al Sant'Artemio vincendo da favorito la prova con introito da 8.500 euro al primo. 

Tre anni di speranze poi con la doppietta nel Generale Bocchini (L), grazie al vincitore Priscilliano e al secondo di Sardanapalo (vincerà l'ultima corsa della stagione) entrambi generati dall'allevamento dei Sei e acquistati dal solito Grizzetti.

Una menzione finale per i soggetti capaci di piazzarsi in pattern race ma non di vincerle, quanto meno nella stagione, ovvero per A Plus ma Puce della signora Waldner (terzo nello Steeple Chase di Roma, Gr.3, e quarto nello Steeple Chase di Primavera, Gr.2), Apricale dell'Eurosia (secondo nel Da Zara, Gr.3, terzo nell'Argenton, Gr.2), Splendido dello stesso Favero (secondo nello Steeple Chase di Primavera, Gr.3) e Fatur del signor Bertagnolli (secondo nello Steeple Chase d'Italia, Gr.2).

Per il numero di vittorie di segnala poi il crosser Sergente Garcia, vincitore in tutte le specialità (siepi, steeple e cross) per un totale di cinque vittorie (tante quante quelle di Corpus Iuris) su diciassette corse (un record, o quasi, pure questo). Quarto nel Grande Steeple Cross di Grosseto, quinto nel Nazioni, in entrambi i casi lontanissimo dalle piazze. 

Da dimenticare il Gran Premio Merano con le tre scelte di Favero, tra cui i vecchi ma nuovi per l'allenatore Costantino Re e Rivaldo (portacolori Waldner in precedenza affidati a De la Motte), che finiscono a terra in un'edizione in cui solo un terzo dei partenti riesce a chiudere il percorso. Tra i caduti anche Gold Generator.

MR ROMEO
l'inatteso soggetto più ricco in scuderia
per la stagione 2006
pur senza vincere alcuna pattern race
(Foto Ippica.biz).

Continua la marcia inarrestabile di Paolo Favero verso la storia dell'ippica italiana, settore ostacoli. Nel 2006 lo Zar di Sinigo aumenta il numero vittorie centrando 60 prove in ostacoli, frutto degli acuti di trentasei dei sessantanove soggetti sellati e dunque portando al successo oltre metà dei cavalli a disposizione. Cominciano anche le collaborazioni con i due fantini che faranno la storia con l'allenatore: Raffaele Romano e “Big“ Joe Bartos. Nonostante le cifre, che portano il secondo scudetto consecutivo in casa Favero, l'anno non è da incorniciare. Dei sessanta successi “solo“ sei sono in “neretto“, di cui uno solo in categoria di Gruppo, peraltro Gruppo 3. Mancano gli acuti dei grandi big di scuderia. Corpus Iuris chiude la carriera con due cadute, la seconda delle quali nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1). Halling Joy prende parte solo a due corse in ostacoli, senza vincerne alcuna. Favero lo schiera a primavera a Milano. Non brilla, al rientro, nella prova preparatoria alla Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1), finendo quarto da favorito del campo. Fa peggio nel main event, subendo pesanti distacchi dagli avversari (oltre venti lunghezze dal vincitore, Piedmont), ma portando comunque a casa un quarto posto.

Si conferma su ottimi livelli Poggio Torselli, al quale però manca il colpo di coda decisivo per valorizzare in modo adeguato la stagione. Vince subito in condizionata a Roma, in siepi, di misura su Mix Way, ma viene poi battuto dallo stesso nel Criterium d'Inverno (Gr.2) sul terreno buono in luogo del pesante. In entrambi i casi, i due fanno corsa a sè. Mix Way vincerà poi anche la Corsa Siepi dei 4 Anni di Milano (Gr.2). Rimasto fermo sei mesi, Poggio Torselli si rivede ad agosto a Merano. Terzo al rientro, vince il Pollio al debutto in steeple in lotta col compagno di allenamento Sort of Legend ma, ancora una volta, manca all'appuntamento in pattern. Questa volta, addirittura, cade nel Premio Richard (Gr.2). Chiude la stagione con un secondo posto in uno steeple per novizi e 43.350 euro di vincite che ne fanno il secondo cavallo più ricco di scuderia nella stagione con crollo vertiginoso delle vincite.

Venuti a mancare i tre protagonisti del 2005, è allora Priscilliano a brillare, quale unico vincitore in prova di Gruppo. L'ex Grizzetti, rimasto fermo sei mesi a inizio stagione dopo gli interessanti debutti di dicembre, vince a sorpresa a Merano per gli insoliti colori (per gli ostacoli) della Razza Rossonera la LI Edizione dell'Ezio Vanoni (Gr.3), al debutto in steeple, permettendo a Favero di aggiudicarsi il premio per il terzo anno consecutivo. L'acuto viene remunerato 16 a 1, ma non ripetuto nelle tre successive prove dove il cavallo non va oltre al terzo posto. Chiude comunque al terzo nel Richard (Gr.2), pur se a sedici lunghezze dal secondo, mentre viene fermato nell'Argenton (Gr.2) disputato da favorito al betting. Riproposto in siepi a Roma, non va oltre un quinto posto in condizionata chiudendo con uno stato di forma decrescente e non tornando più, in seguito, sui fasti di gioventù. Vince nella stagione 35.360 euro. Intervistato dopo la vittoria nel Vanoni, Paolo Favero si esprime così: "E' un grande cavallo, ha qualità da vendere in piano e ha imparato a saltare."
Fa vedere qualcosa di interessante anche Principe di Galles. Il quattro anni non brilla particolarmente in inverno a Roma, ma si adatta alla perfezione sul tracciato di Maia regalando all'Eurosia un indiementicabile doppio, completato dalla piazza d'onore di Sandomierz, nella Corsa Siepi di Maia (L), con Principe di Galles a ribaltare i ruoli della vigilia da gregario a prima scelta. Correrà solo altre due volte in ostacoli nel 2007 prima di esser trasferito in Sicilia.
In cross inizia a manifestarsi, intanto, lo strapotere di Fatal Mac. In entrata da Francesco Scaglione, l'ex Blueberry si trasforma alla corte di Favero. Da mediocre, al punto da essere in astinenza dalla vittoria da due anni e incapace di piazzarsi in ascendenti e vendere, il sette anni diviene, di punto in bianco, un campione dei cross. Vince subito, da ultimo del campo, alla prima uscita sotto l'egida Favero al debutto nella nuova disciplina in categoria ascendente. Rispedito subito in pista dopo sei giorni, chiude terzo in un cross che vede al via qualcosa come sedici partenti. Migliora al crescere della distanza e riporta un filotto di tre vittorie consecutive, tra cui il Carica di Isbunchenskij, culminante con il successo nel LXII Premio Nazioni (L) dove, tra gli altri, batte Sixteen (vincitrice e pluripiazzata nel Velka di Pardubice). Campionissimo di disciplina, vincerà il Nazioni per quattro anni di fila (portando a sei gli acuti nella prova di Favero), ispira fiducia massima in scuderia fin da subito tanto che, a ottobre, Favero intraprende la sua prima trasferta all'estero (non ne farà molte altre in seguito). Il cavallo viene iscritto a un gran premio in cross sui 5.200 metri, con 15.500 euro al primo in palio, a Maienfeld, Svizzera. Favorito al betting e gravatissimo al peso, viene battuto dal pesino Kingsire (che beneficia di sette chili di discarico) che lo regola di una lunghezza scarsa. Fallisce la tappa di avvicinamento al Grande Steeple Cross di Grosseto, cadendo in una prova preparatoria in steeple sul tracciato maremmano. Favero decide così di sostituirlo col vecchio Italian Legend, riportato in scuderia dopo due anni passati a correre tra Siracusa e Tagliacozzo. Piazzato in quattro prove in steeple, il sette anni sostituisce con decoro il più ben blasonato compagno di allenamento conquistando un inatesso secondo posto nel main event grossetano contendendo la vittoria al favoritissimo Chotan con gli altri dispersi per la pista.
Fatal Mac, dal canto suo, chiude la stagione con quattro vittorie, tante quante quelle marcate da Marcel Duchamp e Toscan (nessuno come loro in scuderia) con 30.700 euro di introiti. Proprio quest'ultimo è una delle novità della stagione. Quattro anni particolarmente esuberante, solito strappare in cima al gruppo prendendo anche considerevoli vantaggi dal resto della compagnia, viene pescato in Germania dove ha vinto in categoria handicap sul miglio. Portato in siepi, dimostra presto buona attitudine, vincendo in bello stile due corse in siepi a Pisa (dove batte, tra gli altri, Manacerace, vincitore a primavera nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa) subito bissate a Roma in condizionate qualitative dove batte di cinque lunghezze soggetti come Mix Way. Purtroppo, interrompe la propria carriera ostacolistica sul più bello. Rimarrà fermo un anno e mezzo per ricomparire, in piano, a Corridonia. Porta in cascina 35.190 euro, segnalandosi tra i più ricchi della stagione.

Si segnalano infine alcune nuove proposte. Tra queste c'è il roano Sfizioso Mix, prelevato da Bertagnolli Francesco dalle scuderie Guarnieri dopo aver corso una sola volta in piano. Tre anni che stenta inizialmente a carburare, vince alla terza uscita il Val d'Adige (L). Promosso in gruppo 2, nel Premio Steeple Chases d'Italia, palesa i limiti finendo quarto battuto però da fior fiori di campioni come l'Amalita Bye Bye Quanito e i compagni di allenamento Kandinskiy e Green Danehill. Kandinskiy è un'altra delle piacevoli novità della stagione, soprattutto per quello che farà vedere nel futuro segnalandosi tra i più ricchi in assoluto nella storia della scuderia. Entra in punta di piedi, molto modesto in piano dove stenta a reclamare tra Napoli e Roma sulla media distanza. Favero lo pesca dalla Scuderia San Nilo, presso Lorenzo Brogi, e dopo averlo fatto correre sotto i propri colori lo gira alla trevigiana D'Altemps che fa un affarone nel comprarlo per pochi euro. Con i nuovi colori, montato da Paul Andrew Johnson, domina il Trofeo Fiorio, condizionata da oltre 7.000 euro al primo, ma non è ancora il campionissimo che si scoprirà in seguito (comunque già un signor cavallo). Sul pesante, non va oltre al quarto posto nel Tagliabue (Gr.3) dove finisce a due lunghezze circa da Bye Bye Quanito. Migliora ulteriormente un mese dopo quando, su terreno similare, giunge a una testa da Bye Bye Quanito, finendo secondo nel Premio Steeple Chases d'Italia (Gr.2). Chiude la stagione a Milano, con un secondo posto alle spalle di quattro lunghezze a un altro Amalita: il polacco Herminator. Alla fine vince appena 28.500 euro.
Sono almeno altri due i tre anni che possono dirsi promettenti. Tra questi Bel Piero, proveniente dalle scuderie Grizzetti (scuderia Belforte), discreto in piano, e girato da Favero a Ludovica Albertoni con i cui colori vince a Merano il Prime Siepi (L), battendo, tra gli altri, Bye Bye Quanito e Sfizioso Mix. Non si conferma nelle successive prove e non correrà più a fine stagione. L'altro è Mazonic, altro ex allievo Grizzetti, acquistato con buon esborso di euro (vincitore in piano di handicap da 8.500 euro al primo) dall'avvocato Schileo e subito, anche lui, vincente al debutto, questa volta a Roma, nella Coppa Generale Bocchini (L). Non manterrà le promesse nel proseguo. Discreti, ma meno fortunati, i Siba Lucilio Gaio, vincitore in condizionata a Roma a pari merito con Sfizioso Mix, e La Sultana, quest'ultima seconda nel Premio delle Debuttanti (L) a Roma ma mai più apparsa in pista.

Tra gli altri soggetti sono da segnalare il terzo posto nel XXVIII Steeple Chase delle Capannelle (Gr.3) di Kirsh, colori Schileo, battuto da una coppia Amalita e poi non ripetutosi nell'annata; Il terzo posto nello Steeple Chase di Primavera (Gr.3), a Merano, del vecchio Rivaldo, quarto anche nel Steeple Chase delle Capannelle (Gr.3), a due lunghezze da Kirsh; secondo posto, ad appena mezza lunghezza da Piedmont con gli altri dispersi, nel Giulio Caccia (L) del potenziale campione Rajpute, nella sua unica apparizione in ostacoli (colori Eurosia); e il quarto posto di Costantino Re nel Premio Unire (Gr.3). 
Spiccano dunque le assenze di Favero (a esempio non prende parte al Gran Premio Merano) o comunque i piazzamenti lontano dalle migliori piazze in Gruppo 1, con il quinto posto di Sort of Legend, ancora giubba Schileo, interessante quattro anni, nella LII Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) come miglior piazza, a quasi venti lunghezze dal vincitore.

Meritevoli poi di segnalazione finale Mr Romeo e Kementari con tre vittorie a  testa. Mr Romeo, in particolare, complice l'elevato numero di corse (tredici uscite), è da evidenziare come il cavallo più ricco nella stagione della scuderia, portando a casa 51.840 euro, livello più basso dal 1999 per il più vincente della scuderia. Soggetto di cinque anni, portacolori dell'Eurosia, avviato in siepi nel dicembre del 2005 dopo brillante carriera in piano. Agli ordini di Grizzetti, per i colori di Rodolfo Casieri (il futuro proprietario di Sharstar), aveva vinto a due anni, sulla distanza del miglio, il Premio Sette Colli (Handicap Principale da 14.875 euro al primo), figurando in modo molto positivo in condizionate di spessore e sfiorando, a tre anni, il piazzamento in listed race (quinto nell'Emanuele Filiberto e nel Gran Premio d'Italia, vinto dal mostro Electrocutionist) e giungendo secondo nel Premio del Giubileo (Handicap Principale da 29.750 euro al primo). Dunque potenziale da super campione, ma stato di forma perso a quattro anni e non espresso in modo pieno in ostacoli. Tre sole vittorie nelle tredici uscite stagionali, col quarto posto nell'Argenton (Gr.2) in steeple a fungere da piazzamento più importante pur se da ultimo in pista. Bella vittoria sul finale di stagione, a Roma, in una condizionata da 12.750 euro al primo cui fa seguito un secondo posto, quattro lunghezze dietro a Manacerace, nel Nuovi Salti (L), novices in steeple. Favero lo schiera, da estremo outsider, nella Gran Corsa Siepi di Merano, ma finisce sesto e seminato sul tracciato a un'incollatura dal compagno di allenamento Sort of Legend.

FATAL MAC
uno dei più forti crosser del nuovo secolo,
vincitore di quattro edizioni consecutive del 
PREMIO NAZIONI.

Il 2007 è un anno magico per la scuderia Favero. Il trainer oltre a confermarsi l'allenatore numero uno in Italia, versante ostacoli, ritoccando a 70 il numero di vittorie stagionali (incremento di dieci rispetto al 2006), prende il via a 222 corse in ostacoli (31,5% la percentuale vittorie) utilizzando 85 allievi (quasi venti in più rispetto all'anno precedente). Il dato però viene reso ancor più splendente da un deciso incremento prestazionale nelle pattern race. Arrivano in bacheca, infatti, dieci trofei e quindici ulteriori podi in prove da neretto, in particolare arriva il primo successo nel Gran Premio Merano (Gr.1) col sorprendente Halling Joy a commuovere Ludovica Albertoni e far insospettire i commissari (avranno torto come avrà modo di dimostrare l'avvocato Schileo), oltre alle prime esperienze del campionissimo tre anni Sharstar che inanella subito tre vittorie in pattern race (una Listed e due Gruppi 2) partendo dalle vendere, alla doppietta consecutiva di Fatal Mac nel Nazioni (L), al poker consecutivo di allievi Favero nel Vanoni (Gr.3) grazie alla firma d'autore Kandinskiy, ma anche alle tre vittorie consecutive marcate nei minori Premio Prime Siepi (L) e Val d'Adige (L). In tutto si conteranno cinque vittorie in prove di gruppo (un Gruppo 1, due Gruppi 2 e due Gruppi 3) e cinque in listed race, record assoluto che Favero saprà migliorare, per un totale di 38 vincitori (44,7% dei sellati), con un eroe netto in un contesto che vede schierati almeno cinque campionissimi tra cui, non ancora menzionato in introduzione, l'eterno secondo Alma du Brasil (un secondo posto in Gruppo 2 e due secondi posti in Gruppo 3). Partiamo però dal super eroe: Halling Joy.

Il cavallo rientra, piuttosto pericolosamente, a reclamare a Treviso, in piano, categoria fantini, senza piazzarsi. Tornato in siepi subisce il tornado Paracchini, in preparazione per la Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1), dove finirà secondo, e vincitore in estate nella Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1). Fa peggio un mese dopo, ancora in condizionata, quando non va oltre un quarto posto. Favero decide allora di provarlo in steeple. Il cavallo ha sei anni. Vince subito al debutto, rifilando tredici lunghezze a un certo Asselin, il miglior prodotto in casa Razza Dormello Olgiata negli ultimi trent'anni in ostacoli. Si conferma poi nel Premio Unire (Gr.3) con mille metri in più da percorrere e un avversario come Plinsky, al rientro dopo il secondo posto nel Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1). Il portacolori Albertoni chiude a un'incollatura dal blasonato rivale che vince e si guadagna la candidatura al Gran Premio Merano dove poi sarà ritirato. Una bella prova, certo, ma niente che possa lasciar presagire a una forta candidatura nel main event dell'intera stagione. Raf Romano, tuttavia, insiste con l'allenatore e opera una vera e propria azione di convincimento per portarlo a dichiarare partente Halling Joy nel Gran Premio. Favero guarda il cielo nella speranza che scenda la pioggia, così da avere come conseguenza un terreno maggiormente congeniale al suo pupillo e puntulmente cosa succede? Acqua a catinelle, terreno addirittura colloso. Aumentano così le chance con la quota vincente che si aggira attorno al 12 a 1. Favero dichiara allora partente il cavallo affidandolo a Raf Romano. Il bresciano, trentuno anni, è al primo anno da professionista, dopo aver corso molte stagioni da gentleman, e al suo secondo Gran Premio (lanciato da Trappolini) dopo il quarto posto dell'anno precedente. Tutti gli occhi sono puntati sul ceko, di origine polacca, Kolorado, campione uscente, con in sella Paddy Aspell, preferito di poco al temibile Ortet che risponde al nome Sleeping Jack e al Vana Pessoa. Sembra che solo questi tre debbano contendere la vittoria, ma ci sono due variabili a giocare a favore di Favero: il terreno, tra i più pesanti di sempre, e il francese col mantello bianco di Fertillet Kan Nejd. È proprio quest'ultimo, fresco vincitore del Grande Steeple Chase delle Fiandre, a incaricarsi dell'andatura con Hubert Terrien che non ne contiene l'impeto. Il francese va via a forte andatura mettendo in seria difficoltà molti rivali. Paga dazio Pessoa, con Bartos che confermerà di esser stato penalizzato da un ritmo non previsto e da una preparazione fin troppo tranquilla, ma va peggio a Sleeping Jack, che frana (unico a cadere) sull'ultimo passaggio del talus con Christophe Pieux che recriminerà non poco contro il fato rivelando che il cavallo stava comportandosi molto bene, e a Kolorado che sbaglia molti salti tanto da rientrare con un grave infortunio che ne interromperà definitivamente la carriera. Con i tre favoriti in grave difficoltà, ne approfitta Halling Joy che pedina il battistrada fino all'arginello grande quando lo attacca e lo supera con irrisoria facilità. A distanza di quindici anni dall'ultimo successo italiano, Raf Romano conduce l'allievo di Ludovica Albertoni in chiaro e netto vantaggio in dirittura di arrivo. I diecimila accorsi all'impianto Maia si alzano tutti in piedi per ammirare il sauro allevato dalla Blueberry, della signora Isabella Bezzera, involarsi verso l'ultima siepe. Più indietro Zarkali (che anni dopo finirà nelle scuderie Favero) e soprattutto L'As de Pembo, entrambi ospiti francesi, provano a recitare il ruolo dei guastafeste unitamente alla sfortuna che potrebbe presentare il proprio conto sull'ultima insidia. Romano però, pur essendo al primo anno da professionista, non è un neofita. Raccoglie la giusta concentrazione e le giuste energie per superare l'ultima siepe. Halling va al di là con margine rassicurante su Zarkali, inseguito da un L'As de Pembo che viene a fare il suo gran finale sul coraggioso Kan Nejd. Romano si alza in piedi sulle staffe a salutare il pubblico, addirittura a cinquanta metri dal palo, mentre un rumore scrosciante di applausi saluta l'evento. Non c'è nessuno, in campo, che possa ostacolare il successo. Inno di Mameli pronto a invadere la vallata altoadesina prima ancora del verdetto ufficiale, quindici anni dopo la connection Miocamen (nome di un antibiotico) – Montalbano (nome di uno dei commissari più importanti di un noto giallista che comparirà poi tra le file Magog) e Moretti (nome di colui che conduce le indagini sui delitti del nano in Non ho Sonno). Ludovica Albertoni, donna nobile nella storia dell'ippica, commossa va a ritirare il premio, al fianco di Paolo Favero che così commenta: “Per un meranese è il massimo della vita!“ Tutti contenti, storia a lieto fine... neanche per sogno, dimenticate la poule che abbiamo messo in relazione col precedente di quindici anni přima: un farmaco, un personaggio da giallo e il nome di un indagatore di Dario Argento. Ed ecco allora concretizzarsi il fantasma di un'indagine che parte non da un antibiotico ma da un broncodilatatore. Nelle analisi e nelle contronalisi compare, nel sangue del vincitore, la traccia di un prodotto vietato oltre certi limiti. L'Unire mette subito sub iudice il successo. Favero spiega che la sostanza incriminata non è vietata, purché non superi un dato limite specifico che nella fattispecie viene contestato. Si va avanti per due anni di indagini. Halling Joy intanto non corre, resta fermo anche lui in attesa del giudizio che sembra non arrivare mai. Maligni puntano già il dito e sparano a zero su Favero, che però vince anche le due edizioni successive con quello che è da considerarsi a tutti gli effetti il cavallo della vita per quel che riguarda la sua carriera. In questi casi non vengono paventati dubbi o richieste. A marzo del 2009, oltre un anno dopo dal trionfo, in un'esercitazione a Merano Halling Joy disarciona Raf Romano e prosegue al galoppo con le briglie rovesciate. Una situazione pericolosa che il più delle volte finisce con un nulla di fatto, ma non in quel maledetto 27 marzo. Un anteriore del cavallo finisce dentro le briglie e il cavallo cade, procurandosi una brutta frattura che ne comporta l'abbattimento. Intanto l'avvocato di scuderia, la signora Schileo, lotta con le unghie e con i denti e riesce a far cadere ogni illazione e ogni possibile accusa in grado di determinare un rinvio a giudizio al Tribunale di Bolzano. Il procedimento penale contro Paolo Favero non sfocia in un processo, l'inchiesta viene archiviata nel novembre del 2009 sembra per assenza di “dolo specifico“ ovvero il fine di alterare le prestazioni del cavallo. Premio (125.000 euro), trofeo, gloria e onore sono salvi. Viene confermato il risultato del campo.

PROSEGUE