martedì 5 aprile 2016

SPECIALE TREVISO - LA RIUNIONE OSTACOLISTICA DEL 2016 AL SANT'ARTEMIO





NOMEN OMEN: TRIANGLE D'OR MANTIENE LE PREMESSE E FA TRE SU TRE. MENY BAY E SOL INVICTUS A COMPLETARE IL MARCATORE NELLE CLASSICHE TREVIGIANE.


A cura di MATTEO MANCINI


SOL INVICTUS
vince la sua settima pattern race
aggiudicandosi il VII STEEPLE CHASE DI TREVISO
(Foto Matteo Mancini).

Va in archivio la stagione 2016 della Treviso Galoppo, una riunione impreziosita dalla presenza di cavalli di un certo prestigio nel meeting dei gran premi andato in scena il 26 marzo e che ha visto confermare il numero di diciotto corse in ostacoli del 2015, con la novità del primato di ospitare la prima prova per tre anni in siepi dell'intera stagione ostacolistica. Non si registrano sorprese al vertice delle varie classifiche in fatto di nomi, ma cala in modo importante la percentuale di vittorie maturate dai dominatori. Paolo Favero e Josef Bartos si confermano quali leader nelle rispettive classifiche, in virtù di otto e cinque successi a testa, tuttavia la loro incidenza percentuale in termine di corse/vittorie risulta calare in modo importante rispetto al 2015. Favero accusa un'inflessione del 22% rispetto al numero delle vittorie maturate nel 2015, quando si aggiudicò dodici delle diciotto prove disputate. Un trend, se vogliamo negativo, che conferma la tendenza già maturata a Pisa e ascrivibile a un palco di acquisti inglesi a nostro avviso non sempre azzeccato. Il Paolo nazionale perde l'Amedeo Duca D'Aosta e la XIII Corsa Siepi di Treviso, rifacendosi però con il main event costituito dalla VII Edizione dello Steeple Chase di Treviso (unica pattern race tra le diciotto) che non era riuscito a marcare nel 2015 quando perse di una testa con Union du Bosc. Alla fine vince il 44,5% delle prove (contro il 67% dell'anno passato), portando l'otto anni Sol Invictus a centrare la prima vittoria in steeple chase e la settima in pattern race. Per il prodotto degli allevamenti del Signor Frascatani, top horse tra i siepisti anziani in fatto di montepremi vinti nel 2015, una corsa che ne ha esaltato una duttilità mai dimostrata sugli ostacoli alti. Interpretato dal fido Josef Bartos, il baio da King Charlemagne ha sfruttato il discreto ritmo scandito dal rientrante compagno di allenamento Company of Ring (soggetto chiamato alla stagione della verità in questo 2016), per giocare in anticipo sul campione uscente Catch Life e scappare via all'attacco della curva finale, prendendo così un margine incolmabile per l'avversario finito comunque assai bene alla distanza. Dunque un successo che propone Sol Invictus in un nuovo formato, pur sottolineando che lo steeple di Treviso è uno steeple non troppo impegnativo (3.500 metri e un poker di ostacoli a diversificare il tracciato rispetto alle siepi), ma che rivela ancora una volta un ottimo Catch Life che sulla pista veneta si trasforma. L'allievo di Pavel Kasny, di ritorno in Italia dallo scorso anno e piuttosto scialbo in patria, aveva vinto alla grande la prova di rifinitura andata in scena il cinque marzo e che, come ogni anno, lo aveva visto presentarsi quale estremo outsider (20 a 1). Una vittoria quest'ultima assai convincente con il sauro a controllare la situazione fin dall'imbocco della curva conclusiva, con la coppia debuttante nella specialità presentata da Favero, e costituita da Relco Sud Ovest e The Alamo, incapace di contrastare l'avversario pur avendo condotto la gara fin dall'inizio. Nove le lunghezze sul palo tra il primo e il secondo, col conferimento dei gradi del vice anti Sol Invictus nel main event, sacrificato nella scala giudizi, oltre che al Magog, al deludente All About Cossio (scelta Vana sr), caduto nella prova di rifinitura e desistito alla distanza nel VII Steeple Chase di Treviso

Due parole sul premio, nato sulle ceneri del Premio Unire nel 2010 con una dotazione che prevedeva 17.000 euro al primo, contro gli attuali 9.775 (riduzione del 42,5% rispetto al massimo storico). Corsa che è sempre stata considerata una Listed Race e si è sempre svolta sulla distanza dei 3.500 metri. Rispetto alla Corsa Siepi di Treviso si è registrato un duello Favero vs Vana. Tre i successi del ceko, peraltro messi a segno nelle prime tre edizioni con la doppietta di Budapest (2010 e 2011) e successo di Nobel (2013), contro i due del trainer di Sinigo, vincente nel 2013 con Hanawa (scuderia Australia) e in questa edizione. Successi a sorpresa per Salar Fircroft e Catch Life rispettivamente nel 2014 e nel 2015. Tra i fantini invece due successi per il solo Josef Bartos, mentre curiosamente nessun fantino italiano ha mai vinto un'edizione (caso più unico che raro).

Se Favero vede il suo potere ridimensionarsi, seppur in minima parte, cresce rispetto al 2015 Josef Vana sr, protagonista di quattro successi (contro i tre passati), ma incapace di ben figurare nei main event. Per lui quattro vittorie su undici corse (36%), secondo posto in classifica allenatori, e concreto tentativo di aggiudicarsi la XIII Corsa Siepi di Treviso con il curato Tahini. Favorito netto della corsa, quota inferiore al due a uno, il sauro, netto trionfatore nella rifinitura del 27 febbraio quando sul pesante aveva avuto facile gioco su Y me Rebelo e sul campione uscente Arjen, non è stato però capace di confermare la propria forma sui 3.500 della blasonata condizionata da poco meno di 6.000 euro al primo. Prova caratterizzata da un ritmo ridottissimo, nonostante tre pedine su sei presentate da Paolo Favero, che ha costretto Tahini a gravitare in prima linea in luogo della tradizionale gara attendista. Uno schema di gara che è risultato però letale anche per il trio Favero a beneficio dell'outsider Meny Bay, al debutto in Italia per i colori della slovacca Victory Farm e il trainer di Jaroslav Brecka. La femmina è emersa veemente in dirittura di arrivo con tutti i sei pretendenti ancora a giocarsela. Duello finale a fruste alzate tra la slovacca e uno stoico Relco Sud Ovest, prima scelta Favero, con l'ospite costretta a sudarsela nel tratto piano minacciata dal ritorno del D'Altemps arroccato in corda, quando ormai tutto lasciava presagire per un facile successo della portacolari della Victory Farm. Il giallo e arancio di casa, in un continuo moto di esplosione e contrazione di forme all'interno, a far trepidare il pubblico locale intento a spingere con gli occhi Josef Bartos, ma è il blu col cap bianco a prevalere sotto lo sguardo attento dei fotografi del campo. Una testa tra i due sul palo e il beneficio per la vincitrice dei quattro chili in differenza concessi dal periziatore. “Solo terzo” Tahini con Vana Jr anticipato dai colleghi nel momento topico. Quarto il campione uscente Arjen. Prima vittoria in Italia per Jaroslav Brecka sia come interprete che come allenatore, la quarta per la sei anni da Footstepsinthesand, precedentemente vincitrice solo in due prove in siepi, una a Bratislava (24.5.15) e l'altra a Topolcianky (12.7.15), e rimasta maiden per ventuno corse. A rendere ancora più sorprendente la vittoria è la linea offerta da Ange Guardian, piuttosto mediocre in estate a Merano in categoria vendere e battuto in patria da Meny Bay di mezza lunghezza. E dunque a sette anni di distanza dal successo di Makalde, una femmina torna a trionfare nella Corsa Siepi di Treviso la cui prima edizione fu vinta proprio da un femmina di allevamento italiano: Golden Jean's per i colori meranesi della Scuderia Orange e il training del livornese Fabrizio Ferramosca. Ma chi è questa Meny Bay? Che origine ha? Si tratta di una figlia di Footstepsinthesand, “orme sulla sabbia”, che in razza ha generato, in Italia, solo due altri vincitori in siepi: l'ottimo Serica (vincitore di tre corse di gruppo nel 2012-13, tra cui Criterium d'Autunno e Criterium d'Inverno per i colori Magog) e il mediocre Silent Footsteps. Dunque non proprio uno stallone specializzato nel ramo ostacolistico, con un altro poker di soggetti presentati senza risultato sugli ostacoli. La madre è l'inedita Margaux Dancer da Danehill Dancer. Meny Bay è il suo secondo prodotto di sei, quattro dei quali corridori e tre di questi vincitori. Niente di rilevante, discreta la seconda linea offerta da una figlia di Fabulous Dancer che ha generato, in Francia, nove vincitori su nove corridori con due vincitori di pattern race negli Emirati Arabi e in Francia.
Nata il trenta marzo del 2010 in Irlanda, Meny Bay ha preso le mosse in Repubblica Ceca, correndo anche in Ungheria e Slovacchia con uno score, da due a tre anni, di 16 corse, nessuna vittoria e 15 piazzamenti dai 1.100 ai 1.700 metri. Ha vinto per la prima volta, a quattro anni, a Bratislava sui 1.700 metri. Compiuti cinque anni è stata messa in siepi, dove in sette corse (cinque della quali in Slovacchia) ha ottenuto tre vittorie e quattro piazzamenti senza andare mai sotto il terzo posto. 

Relativamente al premio ricordiamo in pillole l'albo d'oro. Tredici edizioni, a partire dal 2002 con le pause del 2008 e 2014 quando non si è corsa la prova. Edizioni tutte sui 3.500 metri, variabile il montepremi con i 10.625 euro al primo iniziali calati fino ai 7.650 euro nel 2007, quindi l'improvvisa impennata a 14.875 - con successo di una seconda femmina (Makalde) - ridimensionati, poi, di anno in anno fino alla “miseria” degli attuali 5.950 (minimo storico per la prova, riduzione del 60% rispetto al massimo storico). Nessun cavallo è mai riuscito a centrare più di una vittoria, C'è andato vicino il solo Frolon, battuto da campione uscente di un'incollatura. Piazzamenti d'onore seriali per Leuci Lamps, secondo e terzo (rispettivamente 2010 e 2011), e per Salar Fircroft, terzo e secondo (2013 e 2015). Tre le femmine vincenti con la prima vincitrice (Golden Jean's) nella prima edizione della prova. Dardanelli, il vincitore della seconda edizione, il cavallo più vecchio a trionfare con i suoi dieci anni suonati, contro i quattro di Sandomierz (2005), Age of Jape (2010) e Nobel (2011) quali soggetti più giovani a vincere. Sei le scuderie straniere che hanno scritto il proprio nome nell'albo d'oro (tra esse la prestigiosa Wrba Racing), cinque delle quali della Repubblica Ceka e una Slovacca, con la MPL Racing (training Hanacek) a interrompere l'egemonia italiana nella sesta edizione andata in scena nel 2006, con coppa portata a casa da Rainbow Dash. Da allora cinque successi in sei edizioni per i ceki, con filotto consecutivo di quattro. 
Nessun proprietario si è aggiudicato più di una volta il premio, discorso diverso per gli allenatori con la tripletta Favero che ha vinto con Sandomierz (Sc. Eurosia, 2005), Frolon (Sc. Australia, 2012) e Arjen (Sc. Magog, 2015) e le doppiette di Aldo Locatelli con Dardanelli (Imberti, 2003) e Skyrock (Remo Romano, 2006) e di Josef Vana sr con Nobel (Chladek-Vana, 2011) e Alanbrooke (Koei, 2013). 
Tripletta tra i fantini per Andrea Renzi, dominatore assoluto nelle prime quattro edizioni (tre vittorie su quattro) con duello serrato con Raffaele Romano, anch'esso vincitore di tre prove con vittorie nella seconda, quinta e decima edizione. Due vittorie poi per Josef Bartos (2011 e 2015), quindi le vittorie di Jiri Kousek (2007), Jan Faltejsek (2009), Marek Stromsky (2010) e il recente Jaroslav Brecka (2016). 
Per le vittorie più a sorpresa sicuramente quella costituita da Golden Jean's è stato il successo meno atteso dagli scommettitori per il suo 13,37 al totalizzatore per la gioia del signor Schwabl Hansjoerg titolare dell'Orange, peraltro con epilogo thrilling con un finale in corta testa con Quim di San Jore. Interessanti anche la seconda edizione con un cavallo a 42 a 1, Linus, che chiude secondo e la quinta edizione con Marcel Duchamp, 33 a 1, che perde la corsa per una corta testa. Di Age of Jape il successo più limpido esaltato da tredici lunghezze rifilate al qualitativo Leuci Lamps. 
Elaborazione dati a cura di ippicaostacoli, nella persona di Matteo Mancini, con albo d'oro scandalosamente non inserito in nessun portale ivi compresi siti definiti di primaria fascia da certi lettori un po' disattenti nell'esternare dichiarazioni ben lontane dall'onestà intellettuale.

BRECKA non si fa pregare e con un 
break finale rompe le resistente del locale Relco Sud Ovest 
in sella alla femmina MENY BAY
(Foto da stajanglicaku6.wbs.cz)


Il protagonista della riunione, se così lo possiamo definire, di certo il cavallo più volte primo, è stato il ritrovato autre que pur sang Triangle d'Or. Giunto in terra veneta con una forma non troppo chiara, il nove anni affidato alle cure di Giuseppe Satalia (anche se sembra che i trainer siano Davide Satalia e Giada Menato che però, salvo ultime ore, sono sprovvisti di patentito da allenatori e come sa chi legge per conseguirlo occorrono esami e studio) ha messo sul piatto un continuo progresso apprezzabile in termini di lunghezze rifilate alla blasonata concorrenza incontrata lungo il percorso. Un rientro in cross, dopo scialba prova in steeple a Pisa, il cinque marzo con larga vittoria contro avversari di terza fascia, quindi la conferma, una settimana dopo, contro il qualitativo Ara Gold (secondo del Nazioni) piegato di nove lunghezze, per esaltare tutti e tutto con la prepotente affermazione nell'Amedeo Duca D'Aosta. Edizione, quest'ultima, corsa dalla pedina Satalia in modo scatenato e pericoloso, con un consueto schema di gara d'avanguardia ma potenziato da una spinta e da un ritmo che ha minato le resistenze dell'intero campo di gara. Crack Chichi ha cercato, vanamente, di portare pressione al battistrada, facendo da scudiero all'altro grigio Ara Gold, cedendo però alla distanza ma mantenendo comunque la terza moneta. Gruppo sgranato, con cadute a ripetizione, e avversari seminati sul percorso per quella che è parsa una delle edizioni più veloci nella recente storia della prova. Vano il tentativo di Joe Bartos di avvicinare il fuggitivo all'attacco della piegata finale, Triangle d'Or ripartiva in grande stile non accennando alcun cedimento e vinceva da lontano l'edizione davanti all'eterno secondo Ara Gold. Fuori dai giochi, per caduta, il campione uscente Nils, passato dai colori Favero a quelli ceki dell'Euroframe, e la femmina Tweety Kash, uscita presto di scena (al laghetto). Dunque un tre su tre per questo vecchio drago (cavallo più volte primo, per ora, nella stagione insieme a Tuk Tuk; 2° nel 123° Steeple Chase di Roma, Gr.3, nel 2012), un tempo appartenuto alla Scuderia Vama, capace di tornare a vincere dopo un digiuno di quattro anni (inoperoso per tre a causa infortunio) e di bissare il successo marcato nel 2012 nella medesima corsa. Dunque un ritorno piuttosto inatteso e un recupero incontestabile, dati alla mano, che ha regalato a Giuseppe Satalia la terza posizione nella classifica degli allenatori della pista (un podio che mancava da decenni per il romano) e a Davide Satalia la terza in quella fantini. 
Per i colori della Liga la Sela (nati nel 2014) si tratta delle prime vittorie in ostacoli, mentre Giuseppe Satalia torna a vincere tre corse in ostacoli in una stagione dopo diciannove anni, ovvero gli anni dei tempi del Centro Militare d'Equitazione con i vari Kerky, Sober Mind e Imco Lusty (4 vittorie nel 1997; 5 nel 1995; 6 nel 1994; 7 nel 1993 record del trainer in ostacoli). Torna a vincere in sella anche Davide Satalia dopo un digiuno di 18 mesi, con la vittoria più importante della sua carriera dopo il Grande Steeple Chase di Milano (Gr.1) vinto nel 2014 e la Gran Corsa Siepi di Grosseto (L) del 2013. L'Amedeo Duca d'Aosta, con i suoi 4.750 metri e i quasi 6.500 euro al primo è la seconda corsa più importante del programma trevigiano (la prima per valenza storica) e, pur non essendo fregiata del rango di pattern race, la terza in assoluto per i crosser. 

TRIANGLE D'OR
nell'ultimo posto di Pisa al debutto stagionale.
(Foto Matteo Mancini).

Un cenno poi alla prima prova per cavalli di tre anni che ha visto trionfare, con un coast to coast, Amaranthus per i colori di Remo Romano e il primo successo in carriera del fantino El Rherras. Prova senza soluzioni di replica per gli avversari, incapaci di portare fastidio al battistrada e con un quartetto Favero inidoneo a sovvertire il programma studiato da Ilaria Saggiomo. Per la compagna di Raf Romano l'unico successo di scuderia nella riunione (risultato piuttosto deludente dato la quantità a disposizione) con una convincente performance da verificare in terra lombarda. Buon secondo, a distanza di cinque lunghezze, l'outsider Golden Hello davanti al favorito netto di casa White Ensign.

Nelle prove di contorno da sottolineare la pazzesca vittoria di Big Mago, reduce da una campagna polacca a Wroclaw. Il portacolori della Vocetka, invisibile fino all'ingresso in dirittura con lo speaker del campo a commentare “non c'è sui primi Big Mago da quel che dice la grafica”, artefice di un recupero finale favoloso, peraltro arroccato in corda nonostante il faticoso terreno pesante, e tale da riprendere i leader e stampare sul palo un Arcachon tutto spostato all'esterno e la calante Saarinen protagonista di un salto finale tale da divellere metà siepe. Bella vittoria anche per il quattro anni Le Cirque anch'esso presentato da Josef Vana sr e autore di un debutto sulla pista da “starlight” con un quarto posto conseguito in formato jumbo-jet dopo corsa all'estremissima attesa e un repeat vincente, con schema di gara meno attendista, ai danni dell'eterno piazzato Vespro Place (due secondi posti e un terzo a Treviso, con deciso miglioramento dopo il passaggio di colori in favore di Josef Aichner e le interpretazioni di John Paul Brennan).

Si può dunque ora passare a un'analisi generale. Sono centoventidue gli ostacolisti che si sono visti in campo di gara (quarantuno presentati da Paolo Favero, 33%, contro i quindici del duo Romano-Saggiomo e gli undici di Josef Vana sr), ventisette di questi vincitori, con quattro capaci di ripetersi. Nessuna modifica rispetto a Pisa nella top five dei cavalli che hanno intascato maggiori euro, risale Triangle d'Or in sesta posizione per effetto dei suoi 11.687 euro di vincite (tutte a Treviso), imitato da Tahini in settima (una vittoria e un terzo a Treviso) quindi Shipwright (unico insieme a Tahimi ad aver vinto su tutte e due le piste fin qui affrontate nella stagione) e Y me Rebelo (un primo, un secondo e un terzo posto a Treviso) che si segnala quale cavallo più volte in pista con sei corse disputate.

L'interessante LE CIRQUE
uno dei quattro figli dello stallone GALILEO visti
in pista in Italia nel 2016 tra i siepisti.
(Foto da josef-vana.cz).

Paolo Favero è l'allenatore (unico che ha preso parte a tutte le prove; venti le presenze Vana sr, tredici Ilaria Saggiomo, quindi undici per Ilenia Nero e Simone Pugnotti) che ha visto incassare la maggiore somma dai suoi pensionanti con 163.367 euro di vincite (117.000 marcate in formato fucsia), da tradursi in quindici vittorie (tredici con i colori Paolo Favero e due per quelli della Magog), tredici secondi posti e ventidue terzi con la conquista di tre delle cinque classiche fin qui incontrate. Lo segue l'eterno rivale Josef Vana sr sette vittorie per 66.000 euro. Dietro ai due il vuoto, con Laura Marinoni (assente a Treviso) con 18.000 euro in terza e Ilaria Saggiomo, Ilenia Nero e Giuseppe Satalia a ridosso. Ventisei fin qui i trainer rappresentati, dodici dei quali vincitori, uno in meno coloro che sono nella classifica per le prove aperte ai fantini (ospiti quattro gentleman) e undici i vincitori. Già in fuga Joe Bartos con dieci vittorie (30%) su trentatré corse (tutte disputate), davanti al connazionale Josef Vana fermo a cinque ma con sole diciotto monte (28% il tasso vittorie). Bene a quattro Dominik Pastuszka (sei vittorie in tutta la stagione 2015) e soprattutto a tre Davide Satalia (mai vincente nel 2015) con entrambi gli interpreti partiti assai meglio rispetto alla passata stagione.
Doppietta per il ceko Marcel Alteburger nelle due uniche prove riservate ai gentleman. 

Poco da segnalare tra gli allevatori, se non il numero di trentatré italiani rappresentati. Otto sono stati i cavalli italiani, sui ventisei scesi in pista, che si sono aggiudicati una corsa (nessuno capace di ripetersi). La C.I.T.A.I – Dormello Olgiata la più rappresentata (quattro cavalli); la Soc. Ag. All. Deni quella che ha incassato di più (10.790 euro frutto dei piazzamenti di Rio Apache), davanti a C.I.T.A.I (5.495), Frascatani (2.995) e Morese (2.735).

Tra le scuderia già abbiam detto di Paolo Favero che ha schierato giacche fucsia in trentaquattro corse su trentacinque arrivando persino quattro volte a schierare quattro compagni di scuderia in una medesima corsa e addirittura tre in altrettante undici. Volume di fuoco mostruoso costituito da trentuno dei quarantuno cavalli allenati. Lo insegue, si fa per dire, il fido Ambuschitz della Magog, partito a fari spenti rispetto lo scorso anno, con appena cinque cavalli, tredici corse disputate, due vittorie e dieci piazzamenti per un totale di 35.500 euro circa. Stabile la Jasna in terza (non si è vista a Treviso), risale in quarta la Sc. Milano apparsa, per ora, in sole sei corse e vincente in una. Solo settima la Statek Chyse, davanti alla sorprendente Liga la Sela (scuderia che ha vinto il maggior numero di corse dopo Favero, con le tre vittorie di Trangle d'Or), quindi Tania-Vana e Ferruccio Giacobbe. In totale si sono viste, comprendendo i proprietari apparsi nel primo meeting milanese, sessantacinque proprietari uno di questi, Marco Luigi Biffi al suo debutto assoluto.

Galileo e Mujahid gli stalloni che sono andati per la maggiore con quattro prodotti a testa. Nessuna modifica relativa alla top four dei più vincenti di Pisa, risale in quinta King Charlemagne. Tra i nonni materni egemonia Sadler's Wells con sei vittorie e quattro nipoti (tanti quanti quelli di Galileo e Danehill Dancer).









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