mercoledì 31 agosto 2016

SPECIALE GRANDE STEEPLE CHASE DELLE FIANDRE. Responsi dall'Estero: Belgio, Waregem.


IL 169° GRANDE STEEPLE CHASE DELLE FIANDRE NON CAMBIA PADRONE: SECONDO SUCCESSO DI TAUPIN ROCHELAIS ED E' DOPPIETTA.

Sesta vittoria consecutiva nel main event dell'ostacolismo belga per la connection Ecurie des Dunes e Patrice Quinton padrona incontrastata della corsa, loro anche l'argento conquistato da Varabad du Buisson.

TAUPIN ROCHELAIS
nei pressi del palo della 169° edizione del
Grande Steeple Chase delle Fiandre.
(Foto Equidia.fr)

Commento di Matteo Mancini.
La strada che conduce al Gran Premio Merano dopo essersi snodata da Clairefontaine, dove abbiamo ammirato il dominio di Le Costaud e la battuta di arresto di Quick Davier, a Praga, pista Velka Chuchle, dove Fafintadenient si è arreso a una nuova pedina di Jiri Charvat proveniente dalla Francia (Anaking), e aver fatto scalo a Merano per il tradizionale Richard vinto senza possibilità di repliche da Dominato si è spostata sulla celebre pista di Waregem, in Belgio, dove lo scorso anno giunse secondo il vincitore del Merano Kazzio. Domenica andrà in scena, di nuovo a Merano, la quarta e ultima tappa con il Gran Premio degli A.S.S.I. in cui saranno al via svariati candidati alla gran classica nazionale per eccellenza degli ostacolisti.
Linea però a Waregem, dove il 30 agosto tiene banco il tradizionale Grande Steeple delle Fiandre, prova sui 4.600 metri su tracciato circolare. 169° Edizione nella storia, dunque prova antichissima. Campo partenti non eccelso, in controtendenza con lo scorso anno. Appena otto partenti, ma esito finale che libera nell'etere una certa aria da record. L'allenatore Patrice Quinton centra infatti per la sesta volta consecutiva la gran classica delle fiandre, realizzando una doppietta oscurata solo dalla tripletta del 2014, quando il transalpino conquistò l'intero podio della gran classica. Una prova che va a particolare genio all'allenatore e che, ogni anno, calamita soggetti poi dichiarati partenti proprio nel Gran Premio Merano e con velleità di vittoria. Non a caso, lo scorso anno, il secondo classificato Kazzio vinse proprio a Merano l'ambito Gran Premio, mentre Martalin (giunto sesto, ma vincitore delle edizioni 2012 e 2013) vinse il Nazioni col vincente del Grande Steeple delle Fiandre quarto nella Gran Corsa Siepi Merano. Dunque una prova da seguire con grande interesse per gli appassionati dell'ostacolismo italiano e che si rivela quanto mai probante.
Montepremi aumentato di 5.000 euro rispetto al 2015, con dotazione passata da 95.000 a 100.000 euro. 50.000 euro circa al primo, nessun rango di pattern race. In pista solo due reduci della passata edizione.
Favorito, non netto, il campione uscente Taupin Rochelais, ammirato in siepi lo scorso anno a Merano in Gruppo 1. 4 a 1 la quota sulle lavagnette per il grigio affidato ancora una volta a Thomas Beaurain, come nel 2015. Cavallo annunciato non in grande forma, ma in cerca del cappotto. Rientrato in modo anonimo a Clairefontaine, nella Gran Corsa Siepi della pista, listed race con dotazione complessiva da 105.000 euro, dopo un assenza dalle piste di dieci mesi, viene annunciato come preparato in vista dei main event di Waregem e di Merano. Lo accompagnano nella trasferta altri due alfieri dell'Ecurie des Dunes ovvero il controfavorito Varabad du Buisson, 41/10, alla prima in assoluto con i nuovi colori dopo l'acquisto da Michel Postic. Autre que pur sang interessante questo sei anni, nato nella regione della Manche (Normandia), rientrante da aprile dopo un quarto e un sesto posto in Gruppo 3 sugli steeple di Pau e di Auteuil; e l'infinito Martalin alla sua quinta partecipazione (73/10). Il terzo cavallo più appoggiato, e dunque il primo rivale della coppia Quinton, risulta essere il francese This is It, allievo di Philippe Peltier chiamato a un non semplice salto di categoria. Si gioca a quattro e mezzo. Discrete giocate anche su Aladin du Chenet, quarto allievo di Quinton ma colori Olivier Jouin. Arriva dalle reclamari o comunque condizionate di minima di provincia. Alte le quote degli altri tre con un duo di François-Marie Cottin, uno dei quali a difendere gli storici colori, vincitori di un Gran Premio Merano (con Alì Baba), dell'Ecurie Centrale, completa un portacolori di Jean Louis Bertin che ne è anche l'allenatore e che non ha mai preso parte a questa classica.

Bagarre iniziale. Taupin Rochelais va davanti di forza respingendo l'assalto iniziale del grigio Gary Charm, in corda il terzo grigio della corsa This is It, quindi, affiancati, gli altri due alfieri dell'Ecurie des Dunes, a precedere gli altri con in coda il peso leggero Vapalo su cui modera Kevin Nabet.
Taupin prende presto l'iniziativa, emerge in seconda posizione, dopo pochi salti, il compagno Varabad du Buisson, si mantiene in corda This is It, retrocede invece Gary Charm che sbaglia qualche salto e finisce in quarta. Al primo passaggio davanti alle tribune, cade dalla sella di Vapalo Nabet. Escon dunque di scena i colori dell'Ecurie Centrale. Alla riviera, un terzetto alleneato con This is It nella morsa dei due allievi di Quinton. In quarta Aladin du Chenet affianca Gary Charm. Seguono gli altri due con Martalin a chiudere.
Sulla dirittura opposta a quella di arrivo, Varabad du Buisson rileva, dall'esterno, il compagno, lasciando in terza l'antagonista dichiarato. Rimonta in quarta Aladin du Chenet, cala leggermente Gary Charm entrato nel mirino di fuoco di Tout est La con in coda sempre Martalin.
Secondo passaggio davanti alle tribune. I tre davanti fanno la voce grossa come un terzetto che assicura una rissa in un barre, come si dice in terra toscana. Vantaggio di almeno dieci lunghezze su Aladin che ne ha almeno quattro sul terzetto di chiusura.
Brutto salto di Varabad du Buisson all'attacco della piegata conclusiva. Rischia parecchio Duchene in sella. Gli restan incollati gli altri due grigi. Non esistono più invece gli altri, ormai staccatissimi. E' una lotta a tre. Varabad du Buisson allunga davanti in quella che assume la consistenza di una lunga e graduale progressione. Gli resiste Taupin Rochelais, mentre comincia a dare cenni di cedimento This is It. Sulla curva sfila per vie interne Thomas Beaurain che supera il compagno di colori. A cinque lunghezze cerca di ritornare This is It. Taupin Rochelais se ne va, in modo deciso, accusa invece un vistoso calo Varabad du Buisson che sembra aver giocato uno scherzetto a Duchene tanto che si riporta sotto This is It.
Grosso pericolo in dirittura di arrivo. Lo scosso Grey Charm, caduto fuori quadro, percorre in contro mano la pista. Brividi sulle tribune, ma per fortuna di tutti si mantiene esterno. Taupin Rochelais viene così a cogliere il settimo successo in carriera, il secondo consecutivo nel Grande Steeple Chase delle Fiandre in cui vanta anche un secondo posto nel 2014. In piedi sulle staffe Thomas Beaurain a prendersi gli applausi del numeroso pubblico. Vittoria di almeno dodici lunghezze (nell'ordine di arrivo si indica "lontano") che gli valgono, siamo sicuri di poter dire, la candidatura al Gran Premio Merano. Secondo Varabad du Buisson respinge This is It caduto, anch'esso, preda della stanchezza con Martalin che gli recupera parecchio, come suo solito, nella parte terminale di corsa arrivandogli a  cinque lunghezze. Quinto Aladin du Chenet davanti all'ultimo superstite Tout est La.
Bella prova per il grigio che, contrariamente ai dubbi della vigilia, sfoggia una discreta forma dominando, di fatto, la corsa. Dubbi per gli altri, la cui candidatura al Merano non sembra agevole.
Sesta vittoria consecutiva dell'Ecurie des Dunes, che arriverà in gruppo anche a Merano, dopo le doppie vittorie di Royal Fou (2011 e 2014) e Martalin (2012 e 2013), oltre ai due successi marcati da Taupin Rochelais nelle ultime due edizioni.

Il mitico GAVERBEEK
(Foto users.skynet.be)

Corsa  nella storia dell'ippica questo Grande Steeple Chase delle Fiandre, prima edizione andata in scena nel 1858 nell'ippodromo del Gaverbeek, ovvero l'ostacolo più spettacolare della prova collocato sotto la tribuna, un vero e proprio fiume da superare, da argine ad argine, con cavalli costretti a staccare senza punti di battuta di riferimento. Nel corso degli anni, per le proteste degli animalisti, questo ostacolo sarà rivoluzionato. Fondamentale per l'istituzione della prova la sponsorizzazione dell'industriale francese Marc Lejeune. Pochissimi i main event che vantano una costituzione più antica. Diciannove anni più recente del Grand National di Aintree ovvero la corsa a ostacoli più importante al mondo; quattro anni più giovane del Grande Steeple Chase di Roma, ovvero quella che era la corsa in ostacoli più antica di Italia e che è stata soppressa per far spazio alla pista del trotto. Tutte le altre principali prove in ostacoli d'Europa sono successive. Risale, ad esempio, al 1870 il Grand National Irlandese, del 1874 sia il Grande Steeple Chase di Parigi sia il Velka di Pardubice, più recenti il Maryland Hunt Cup con la prima edizione del 1894 e via via a procedere col Gran Premio Merano istituito solo nel 1935, e con i Grand National Norvegese e il Gran National Svedese rispettivamente costituiti nel 1968 e nel 1971. Questo per fornire un quadro storico finalizzato a far emergere l'importanza di questa corsa. Dunque una prova di rilievo internazionale fin dalle origini, al punto da aver determinato lo sviluppo del paesino rurale che prestava il proprio suolo per lo svolgimento di questa corsa. Sorse così dal nulla la città industrializzata di Waregem, sviluppatesi proprio grazie al suo ippodromo. Risale invece al 1849 la fondazione della società deputata a organizzare corse di cavalli nella campagna della nascente Waregem. Felix de Ruyck il socio di maggioranza nonché promotore dell'iniziativa, con presidenza onoraria devoluta nel 1854 al Principe Filippo, Conte delle Fiandre.
Pista molto versatile che ospita, oltre gli ostacoli, anche corse in piano e al trotto.
Aneddoti a non finire, però non di facile reperibilità. Nel 1861 tre fratelli in pista, i Du Roy de Blicquy finiti contemporaneamente per le terre al salto del Gaverbeek.
Un nome, tra i cavalli, a essere leggenda sulla pista, è quello di Redpath, vincitore di sette edizioni (una più di Patrice Quinton) tra gli anni '80 e '90 dell'ottocento. Addirittura, secondo certe fonti, avrebbe vinto qualcosa come otto edizioni segnalandosi quale cavallo più vincente, in tutta la storia dell'ippica, in un medesimo gran premio. Pazzesca l'ultima vittoria, da record imbattibile specie se si considera che si corre in steeple. Da notare infatti l'età del cavalllo che vince l'edizione del 1897 all'età di 21 (ventuno) anni!?
Di rilievo anche le sei vittorie consecutive dell'allenatore de La Manche, come dicono i francesi, Patrice Quinton, capace di marcare addirittura una tripletta nell'edizione del 2014. Ci risulta difficile recuperare l'albo d'oro delle corsa, ma non so chi possa aver fatto meglio di lui.

PATRICE QUINTON
con le due giubbe più rappresentative della sua scuderia
a sx l'ECURIE DES DUNES
a dx i colori di PAPOT già omaggiati col vincitore
di VELKA CHUCHLE
(Foto france-sire.come)

Definito, in alcuni articoli, il Re del Belgio, Patrice Quinton è nato a Granville il 6 aprile del 1966. Il suo rapporto con la pista di Waregem è stato fin da subito magico. Giiunto da Dragey Ronthon (suo luogo natale, dove ha sede la sua scuderia, nella baia di Mont-Saint Michel), per la prima volta, sulla pista belga nel 2004, ha subito colto un secondo posto col binomio Fakir Rochelais e Jerome Zuliani. Allenatore di discreto prestigio, in cima alle classifiche francesi nell'ultimo decennio dopo dieci anni di studio (la scuderia veniva considerata provinciale, adesso è una delle più grandi in ostacoli in Francia con circa cento allievi), vincitore nel 2010 del Grande Steeple Chase di Auteuil (Gr.1) con Polar Rochelais (vincitore di 1.000.000 euro in carriera), vanta in bacheca anche il Gran Cross di Pau aggiudicato grazie all'acuto di Sulon. Rullino di quindici vittorie poi per Inecess, vittoria in Italia, nel Nazioni (Gr.2) 2015, con Martalin, circa 72 successi nel 2015 (suo record stagionale e quinto posto in classifica in Francia), per un totale, al 2015, di oltre 650 vittorie complessive. Esperienze anche a Cheltenham, con trasferte per prendere parte al tradizionale cross della pista inglese (disciplina tra le più amate da Quinton). E' passato delle sue mani anche la giovane Orphee des Blins poi ceduta in Repubblica Ceka alla DS Pegas e divenuta una star del Velka di Pardubice (vinto per tre volte).
Ex fantino (carriera terminata presto, poco dopo il servizio di leva), è un vero e proprio figlio d'arte, il padre Raymond era anch'esso allenatore di cavalli, ma dai metodi di allenamento rivoluzionari, con cavalli lanciati sulle dune di Mont-Saint Michel, sulla sabbia, impegnati in tratti di salita e altri in discesa. "Molti mi hanno preso per pazzo" afferma quando ricorda i primi tempi dei suoi nuovi metodi di approccio. "Il mare è un must per chi voglia conquistare le vette, ringiovanisce i cavalli e li rimette in assetto" afferma, a ragion veduta, a chi lo intervista. Qua in Italia, vien un po' da ridere nel verificare come il settore ostacolistico venga snobbato da chi sta sul mare mentre i maestri sono gli "uomini delle montagne". Un metodo di allenamento che Quinton ha ripreso dai trainers inglesi, si ricordi l'immenso Red Rum, ma che viene seguito anche da Macaire.  In Francia hanno dedicato a questo allenatore ampi documentari, prossimi all'ora, dove vengono mostrati i metodi di allenamento, in particolare sulle dune offerte dai luoghi limitrofi a dove sorge il centro di addestramento della scuderia in quel di LA MANCHE.
Avviato alla carriera da allenatore grazie all'appoggio di Vladimir Nikolic, nel 1997 è passato in proprio fondando l'Ecurie des Dunes (la scuderia delle dune, in omaggio ai suoi metodi di allenamento). In italia ha preso parte a nove corse vincendone una. Il debutto nel Gran Premio Merano del 2010 con Puncho.
E' rimasto coinvolto in uno strano episodio, nello scorso marzo, ovvero nella scomparsa dalla sua scuderia proprio del sopracitato Polar Rochelais, il miglior cavallo avuto in tutta la sua storia di allenatore, ma ormai ritirato dalle competizioni da anni. Il cavallo non è stato più ritrovato, inevitabile la denuncia di furto e gli avvisi di ricerca. Non è ben chiaro comprendere, quanto meno non abbiamo trovato notizia, circa l'esito finale di questa strana vicenda che riporta alla memoria il mito di Shergar.
Al momento, in Francia, Quinton ha conquistato nell'annata 47 vittorie e si trova in quinta posizione dietro a Macaire, Francois Nicolle, Guy Cherel e Arnaud Chaille-Chaille. Secondo, dietro alle spalle di Macaire, nella specialità Cross Country, dunque un vero e proprio specialistà dei cross.



lunedì 29 agosto 2016

Responsi dall'Estero: Repubblica ceka, Premio Velka Narodni.


STEPANKA MYSKOVA BEFFA  JOSEF VANA NEL VELKA NARODNI (L): VITTORIA DI UN NUOVO PORTACOLORI CHARVAT CHE POTREBBE CANDIDARSI AL MERANO.

Non incrementa il proprio curriculum l'italiano Fafintadenient battuto dal francese Anaking alla prima in assoluto in Repubblica Ceka e con passato illustre in Francia.

ANAKING con i vecchi colori di
M.me Papot portati sul podio del Gran Premio Merano
dello scorso anno da OLE COMPANERO
(Foto Paris-turf.com).


Commento di Matteo Mancini.
L'ex francese Anaking, acquistato da Jiri Charvat (attualmente 46° nella classifica proprietari in Italia nel 2016) a fine maggio dalle scuderie di Patrick Papot (trainer Clayeux), quelle di Ole Companero (terzo nell'ultimo Gran Premio Merano) beffa l'atteso Fafintadenient nel Velka Narodni (L) sul tracciato circolare di Velka Chuchle, Praga, sulla distanza dei 4.500 metri, steeple chase. Circa 37.000 euro circa il montepremi complessivo, dunque più alto di quello offerto dal Richard corso, in simultanea, a Merano, con 15.100 euro al primo. Una battuta d'arresto non troppo preventivabile per Josef Vana sr, 38 vittorie complessive, su 216 corse, in questo 2016 (27 in ostacoli), quattordici delle quali in ostacoli in Italia (secondo posto in classifica allenatori, tredici le vittorie in ostacoli in patria), tre in Slovacchia e le restanti in patria.
Il baio da Sakhee, favorito netto al betting (17/10), si è arreso di mezza lunghezza al controfavorito al debutto nel territorio ceko bancato 4,5 a 1. Anaking, questo il nome del vincitore, è un sei anni dotato di un passato agli ordini di Jacques Ortet e un origine genealogica concepita esclusivamente per la carriera in ostacoli (sebbene la madre non abbia mai corso in siepi). Prima della cessione in Repubblica Ceka, avvenuta a fior fiori di bigliettoni da 500 euro, vantava uno score di  25 corse, tre vittorie e 15 piazzamenti per circa 150.000 euro di vincite. Particolarmente in auge a quattro anni, quando chiuse  secondo ad Auteuil nel Prix Morgex (Gr.2) in steeple e soprattutto quarto nel Grande Steeple Chase dei quattro anni (Gr.1) di Auteuil, ha visto il suo rating scemare da 695 ai 645 dell'anno in corso. Non vinceva da circa due anni quando fece sua una condizionata da 31.000 euro al primo che lo portò al cambio di allenatore da Ortet a Clayeux.
La corsa è stata caratterizzata dalla consuetudinaria prova di testa di Fafintadenient, a ritmo moderato, con vicino il nuovo arrivo dalla Francia, per la scuderia Tania-Vana, A Pigalle, quindi Anaking e l'atteso Cheeky Chappie, piaciuto a Merano in Gruppo 1 sugli ostacoli bassi. Lungo la corda Cariray, in pancia al gruppo Soros, preceduto da Oldfieldroad e Makler, quindi Borderland e in coda Manifestation.
Schema di corsa che non subisce variazioni al secondo passaggio davanti alle tribune. Cheecky Chappie è il primo che muove su Fafintadenient poco prima dell'apice della curva finale. Il portacolori della Montenegro, montato da Matusky e terzo al gioco (55/10), si limita a una puntata per poi venire ingoiato dagli altri partecipanti.
All'ingresso in dirittura di arrivo, ventaglio a sei con anche il Pegas Makler, vecchia conoscenza dei gruppi 1 meranesi sugli ostacoli bassi, a unirsi alla contesa a largo di tutti in anticipo sul baio Cariray. Per vie interne il grigio Oldfieldroad, altro cavallo di allevamento italiano (Razza Ascagnano) allenato da Brecka ed estremo outsider della corsa (25 a 1). Cede invece in curva Cheeky Chappie, a traguardo ancora lontano, dopo aver cercato di contendere la leadership a Fafitandenient. Più indietro Soros incapace di unirsi alla lotta finale, seguito da Manifestation e Borderland. Piegata a destra in direzione del tratto piano finale. Fafintadenient in fuga inseguito da Anaking a un paio di lunghezze dall'interno all'esterno sono in lotta Oldfieldroad, Makler e Cariray, con A Pigalle alla ricerca di un varco dopo aver subito un primo leggero calo. Non perviene Soros sopravanzato anche da ManifestationFafintadenient va via molto bene col fido Josef Vana jr, ma ai cento finale Anaking, sospinto da Jaroslav Myska, cambia azione e prende un'ingambata incontenibile per il prodotto dell'Azienda Agricola Francesca, colori Statek-Chyse. Il francese precede di poco, proprio all'altezza del palo di arrivo, Fafintadenient. Netta prova di superiorità per i due al confronto con gli avversari, distanziati in poche centinaia di metri di otto lunghezze con l'ex italiano Oldfieldroad, solito correre in Slovacchia, a cogliere il suo miglior piazzamento in carriera precedendo di una lunghezza un trio schierato a ventaglio con A Pigalle ritornato, coraggioso, a stampare Makler e Cariray. Settimo a dodici lunghezze, a oltre venti dal vincitore, il vecchio Soros. Fermato Cheeky Chappie. Infortunato in dirittura di arrivo l'otto anni Manifestation, colori Charvat ma training Tuma, che ha chiuso zoppo la corsa, tagliando il traguardo sullo slancio poco dopo Borderland.
Tempo del vincitore 5.28.33.
Bel riscatto dunque per Fafintadenient, dopo il pessimo Grande Steeple Chase d'Europa, che si candida per un piazzamento nel Merano. Pensiero di iscrizione anche per il vincitore Anaking che di certo non sfigurererebbe, ospiti stranieri di d'oltralpe permettendo.

Ottavo modesto posto, in una prova di contorno, per Le Baron Rouge, favorito al betting (3 a 1) nonostante le deludenti prove meranesi, e finito a quasi trenta lunghezze dal vincitore Rabbit Mount Nelson, suo controfavorito e già vincitore a Kolesa.

Deludente prova a Clairefontaine, la scorsa settimana, per un altro possibile pretendente al Merano ovvero il netto trionfatore del Vanoni  (16 lunghezze davanti a Dominato) Quick Davier, passato a difendere i colori dell'italiano Cristian Troger. Quarto favorito del campo, su un lotto di quindici partenti di una prova sui 3.600 metri in siepi con oltre 40.000 euro al primo, è arrivato a una lunghezza abbondante dalla zona premi, per l'occasione offerta dal settimo posto. Un peso proibitivo, addirittura 71 chilogrammi (top weight), ha opalizzato una prova comunque meno negativa delle apparenze. L'allievo di Macaire, confermato comunque allenatore, non correva in siepi da quasi un anno ed è apparso più calibrato sugli ostacoli alti. Non si capisce perché Troger dovrebbe rinunciare al Gran Premio Merano, dato che lo strapazzato Dominato sembra far un concreto pensiero alla corsa e pure con una certa speranza di piazzamento. Non siamo certo noi a ricordare come le lunghe programmazioni con i cavalli ostacolisti siano una prerogativa che può andar bene per le grandi scuderie (Macaire senz'altro rientra in questa categoria) mentre rischia invece di nuocere ai "piccoli" proprietari. La storia di Halling Joy insegna come un cavallo in forma, seppur non espertissimo nella categoria, possa benissimo correre il gran premio, del domani poi, come diceva un sommo signore di Firenze, non v'è certezza. Siamo certi che l'iscrizione alla gran classica non mancherà.


domenica 28 agosto 2016

Responso Quindicesima giornata, Maia, Merano.


DOMINATO NON CONCEDE RIVINCITE NEL RICHARD: CONFERMATO L'ARRIVO DEL POLLIO.

Seconda pattern race da allenatore per Raffaele Romano che domina la corsa. Sbarazzino e Triple Pursuit completano il podio.


DOMINATO conduce su 
SBARAZZINO e TRIPLE PURSUIT 
al muro
(Foto Arigossi).

A cura di Matteo Mancini
Non riesce l'operazione aggancio promessa da Paolo Favero, alla vigilia assai ottimista circa le possibilità del "suo" Triple Pursuit. Il portacolori di Kurt Fekonja ha controllato la corsa dal primo metro di gara, scandendo un ritmo dapprima blando per poi lanciare la volata finale all'attacco del verticale. Lo ha accompagnato per buona parte della gara il compagno di allenamento Chikname du Potier. L'Autre que pur sang di Locatelli è apparso arzillo, molto cresciuto rispetto alle ultime uscite, ma ha ceduto alla distanza nel momento in cui la corsa è entrata nel vivo. All'uscita dal verticale Raf Romano ha chiesto e ottenuto l'accelerazione decisiva dal suo allievo. Bartos ha tentato di anticipare Sbarazzino, lanciando Triple Pursuit all'inseguimento. Ancora della partita anche un sorprendente Mishghar, agevolato dal ritmo soporifero di corsa. Epilogo con distacchi dilatati rispetto al Pollio, Dominato largheggia di sette su Sbarazzino finito bene alla distanza sul calante Triple Pursuit. Quarto Mishghar.
Perfetto schema di corsa costruito da Raf Romano con accelerazione finale poco congeniale alle caratteristiche di Sbarazzino, rimasto sul passo e poi venuto a fare un bel finale. Ancora a corto di preparazione Triple Pursuit.
Dopo la vittoria nel Premio Giovani con Amaranthus, torna a vincere in pattern race Raffaele Romano che conquista la sua prima corsa di gruppo da allenatore. Il fantino bresciano acciuffa di nuovo Bartos in testa alla classifica di riunione, dieci a dieci, e conquista per la prima volta nel 2016 la seconda posizione nella generale superando di una lunghezza Josef Vana jr. Solo due invece le lunghezze in favore di Josef Vana sr nella classifica generale riservata agli allenatori, con Raf Romano che, in verità, sarebbe a pari merito col ceko se si computassero anche le due vittorie assegnate a Ilaria Saggiomo. Secondo posto in solitaria, invece, nella classifica di riunione con Romano che insegue Favero a otto lunghezze di distanza: 19 a 11 il confronto, col terzo (Vana sr) fermo a cinque.
Quarta vittoria stagionale per Dominato, la quinta in carriera, che si segnala quale rivelazione dell'anno. Al momento è il terzo cavallo nella classifica generale per importi conquistati, meglio di lui hanno fatto solo Sol Invictus (49.215 euro) e Tuk Tuk (38.550). Un incremento notevole di prestazioni se si considera che nel 2015 aveva incassato poco meno di 9.000 euro, finendo in categoria reclamare in quel di Treviso e, nello scorso aprile, in categoria ascendente. Eccezionale il miglioramente riscontrato col passaggio dalle siepi allo steeple. Il portacolori di Kurt Fekonjia ha incassato, al momento, 32.470 euro ed è terzo in classifica. Somma importante che lancia il proprietario in sorprendente sesta posizione, con balzo dal quindicesimo posto della vigilia, dietro alle cinque "super potenze" (Favero, Magog, D'Altemps, Aichner e Milano). Prima pattern race in ostacoli nella storia di Fekonja, di cui ricordiamo il debutto dei colori avvenuto nel maggio del 1998 nell'impianto secondario (oggi non più esistente) di Novi Ligure, nel Premio Spegasso, con Gladia. La prima vittoria, conquistata in piano, due anni dopo a Merano con Ocho Ladros, in gentleman, con il mito Marco Bozza. Non grande tradizione in ostacoli, con la prima vittoria conquistata solo lo scorso anno, proprio da Dominato, nel Something Special. Cinque le vittorie in ostacoli, tutte marcate dal sauro. Per il resto ben poco, secondo nella Corsa Siepi di Treviso del 2007 con Wolix. Di altro valore lo score in piano, dove brilla la vittoria nel Federico Tesio (Gr.2), nel 2012, con Orsino, poi secondo e quarto nelle due successive edizioni, vincitore del Carlo D'Alessio (Gr.3), secondo nel G.P. di Milano (Gr.1), terzo  nel G.P. del Jockey Club (Gr.1), terzo nel Duca d'Aosta (L) di Milano e nella Coppa d'Oro di Milano (L), ques'ultima poi vinta con Victory Song. Colori regolarmente in pista anche in Germania.

Nelle altre due prove, conquista la prima vittoria in carriera Kolt Tango che sovverte i pronostici nel Valgano, vincendo da penultimo del campo (7 a 1). Terza vittoria stagionale per l'allenatore Franco Contu, la prima quest'anno a Merano. Il baio ha approfittato dell'andatura sollecita imposta da Sareerah, poi in debito all'epilogo, per riservarsi lo spunto decisivo per andare a prendere il fuggitivo Giannettoni che, a metà della dirittura opposta a quella di arrivo, aveva cercato di rompere gli indugi rilevando il battistrada e operando una lunga progressione. Terzo un anonimo White Ensign, mai in condizione di giocarsi la vittoria. Pessima Kew Gardens che, a quanto pare, paga gli effetti della caduta del debutto che non le ha lasciato segni evidenti ma l'ha, probabilmente, "scuorata".

Tutto come previsto nell'ascendente per anziani, sulla medesima distanza della prova di cui sopra riservata ai tre anni ovvero sui 3.000 metri. Max and Ruby perde la qualifica di maiden in ostacoli e vince in formato coast to coast, pungolato per buona parte del percorso dalla cresciuta L'Avenir est Ici. Ale Pollioni (prima vittoria a Merano nella stagione) ha ben dosato il carburante del portacolore di Troger tenendo botta fino in fondo e riuscendo persino ad allungare nel tratto piano finale sul favorito Spettacolo. Prova comunque, a livello generale, mediocre, basti vedere il tentativo addirittura di Kitano di giocarsi la vittoria. Il baio di Biffi, ben montato da Cherchi, è venuto all'attacco de L'Avenir est Ici sull'ultima siepe saltando addirittura in seconda posizione. L'ex Schileo ha dovuto poi arrendersi nel tratto piano agli avversari, comunque generosissimo, con Muffarreh che, zitto zitto, lungo la corda è emerso in scia a Spettacolo venendo a prendere il terzo posto. Imbarazzante il controfavorito Velociter che, in categoria di minima e con Bartos in sella, si è reso protagonista di una prestazione che dir pessima è dir poco. Ultimo, lontano e rallentato.

Omaggio Dominato.
Terzo prodotto della fattrice Dominante, nato nel febbraio del 2011 nei prestigiosi allevamenti della Gestuet Etzean, frutto dell'unione con lo stallone Sholokhov (da Sadler's Wells). Scuderia operante da anni in Germania, agli ordini di Andreas Wohler, si tratta di un allevamento che ha sfornato fior fiori di soggetti che si sono fatti valere in pattern race di mezza Europa. Ricordiamo, tra i tanti, Meridiana vincitrice dell'Oaks Italiane (Gr.1), Night Magic, seconda nel Lydia Tesio (Gr.1) del 2009 e plurivincitrice in Gruppo 1 in patria, o gli ottimi steepler affidati a Macaire Allen Voran e Marinas, quest'ultimo secondo nell'ultimo Gran Premio Merano (Gr.1).
Origini nobiliari per Dominato, venduto da yearling alle aste BBAG per qualcosa come 61.000 euro a Manfred Hofer. La madre, una classe 2004 da Monsun che risponde al nome di Dominante, ha disputato sette corse in carriera, da due a tre anni, riportando 2 vittorie, tra cui il Grosser Zentis Stutenpreis (L) a Krefeld, e 4 piazzamenti, tutti in Germania (non piazzata nell'unica sortita a Longchamp), tra cui il secondo posto nelle Oaks Henkel Preis der Diana (Gr.1), a Dusseldorf, e il terzo nel Grosser Dallmayr Bayerisches Zuchtrennen (Gr.1) di Monaco, per un totale di 113.000 euro di vincite.
Piazzamento da neretto anche per la "zia" Deauville, da Dashing Blade, vincitrice nel Grosser Preis der Dr Duve Inkasso (L) di Hannover.
La nonna di Dominato, tale Dea, è la sorella piena di Dapprima (da Shareef Dancer, figlio dell'immancabile Northern Dancer), cavalla quest'ultima vincitrice in Germania in categoria Listed e piazzata in Gr. 2 e Gr.3, ma soprattutto eccelsa riproduttrice con tre prodotti vincitori in pattern race tra cui lo stallone Davidoff. Piazzamenti in pattern race anche per la terza madre e vittorie in Gruppo 2 per la quarta madre, rispettivamente Diaspora e Diu (questa madre dello stallone Diu Star).
Dunque una buona genealogia, da sottolineare la presenza di Northern Dancer quale bis nonno paterno e tris nonno materno, che si perde un po' nella linea riproduttiva di Dominante. Cinque i prodotti generati senza però confermare quanto di buono fatto vedere in pista. Il primo figlio, Savanna Days da Danehill Dancer, ha corso 24 volte in Inghilterra, da due a quattro anni, riportando 1 vittoria in classe 4 a Kempton e 13 piazzamenti.
1 vittoria anche per il secondo prodotto, Dyne da Montjeu, questa volta in Francia e Polonia con 15 corse, da due a quattro anni, e 6 piazzamenti per un totale di 20.000 euro. Al momento risultano inediti gli altri tre prodotti tra cui una femmina sorella piena di Dominato che risponde al nome di Divina.
Dominato debutta tardi, ad agosto del 2014, a tre anni, per i colori della Stall Salzburg e il training di Wolfgang Figge. Non si piazza al debutto a Monaco, ma è quarto un mese dopo sulla medesima pista, sui 2.000 metri. I cavalli che lo battono non sono dei fulmini di guerra. Idem quelli dietro. Ricompare un anno dopo a Merano con i colori Fekonja, il resto è storia recente.
Gran Premio Merano o Memorial Argenton, quando rivedremo in pista Dominato? La tentazione forse è di schierarlo nel Merano, anche perché Raf Romano non ha di meglio, la logica invece direbbe di schierarlo nell'Argenton dove avrebbe chance di vittoria. Nel Merano la vediamo molto ardua. La dichiarazione di Raf Romano, però, farebbe propendere per la soluzione più difficile. "Correrà il Merano solo nel caso di limpida vittoria!" così aveva detto il bresciano, a quanto si legge su altri siti. Beh, la vittoria direi che è stata più che limpida... per cui, se due più due fa quattro, la scelta sembrerebbe scontata.



venerdì 26 agosto 2016

Presentazione quindicesima giornata, Maia, Merano.


RICHARD FORMATO POLLIO: GRUPPO TRE DOMINATO DA UN TRIPLO SBARAZZINO.

Solo sei partenti per la seconda classica della riunione che vede andare in scena la rivincita a tre del Pollio col solo Triple Pursuit ad aver vinto in categorie d'elite. Sbarazzino chiamato a ribaltare l'esito dell'ultima prova su Dominato.

SBARAZZINO
seguito da TRIPLE PURSUIT
immortalati da Simone Soldani.
Contu, Favero e Romano ovvero
Columbu, Bartos e Romano, sopra nell'ordine, all'assalto del
RICHARD.
nel meeting del Merano.

A cura di Matteo Mancini.
Giornata interlocutoria quella di domenica a Merano, dove andrà in scena il palio del Burgraviato, la corsa delle botti e altri eventi finalizzati ad attrarre pubblico soprattutto quello non legato al movimento ippico. Folklore, musica, balletti, ma campo partenti piuttosto contenuto quello delle tre prove in ostacoli. Due "batterie di recupero", come le chiamiamo noi, e un Richard (Gr.3) che si presenta privo di soggetti di grande richiamo. Partiamo da quest'ultimo, steeple sui 3.900 metri per quattro e cinque anni, che ripropone la rivincita del Pollio con tre ulteriori soggetti che hanno le carte in regola per esser mero contorno.
Sbarazzino riceve un bel trattamento al peso, ha già battuto Dominato nel Vanoni ricevendo tre chili e mezzo. Domenica ne riceverà uno in più. Per tale motivo, pur essendo stato battuto di misura nel Pollio dal rivale, lo indichiamo come nostro favorito sullo stesso.
Triple Pursuit, lo scorso anno in siepi, ha dimostrato di esser superiore a Sbarazzino, tuttavia è rimasto fermo per quasi un anno e al rientro in steeple ha subito qualcosa come quindici lunghezze dai due sopraelencati. Certo, venti giorni in più di preparazione potrebbero essergli utili per invertire lo stato di forma. Se sta bene i mezzi potrebbe anche averceli e di certo verrà avanti rispetto al Pollio. Non parte battuto, ma deve dimostrare di essersi scrollato di dosso la ruggine.
Sulla carta partono battuti gli altri tre col deludente Mishghar che debutta in steeple, il mai piazzato Grass Roots, rientrante da oltre un anno, che addirittura debutta in ostacoli e Chikname du Potier seminato per la pista domenica in modesta compagnia. Campo partenti poco adeguato per una pattern race e gioco pressoché difficile da fare se non per un'accoppiata secca.

Pronostico Mancho: Sbarazzino, Dominato, Triple Pursuit.

Ancora meno interessanti le altre due prove che hanno tutte le caratteristiche di essere corse in cui sono finite le delusioni delle prove principali.
Nel Valgano, al di là della scelta di Bartos, Sareerah è la cavalla da battere. Ha praticamente già battuto i quattro rivali ed è quella dotata di maggiore regolarità. Curiosamente viene montata da Pastuszka, mentre Bartos va su White Ensign. Il grigio della D'Altemps è reduce da due pessime prove, dove non è mai stato in corsa. Gli prefereriamo allora Giannettoni. Ottimo peso per Kew Gardens, che dopo l'ottimo debutto (terminato con una caduta quasi mortale sull'ultima siepe) ha corso altre due volte in modo imbarazzante. Potrebbe sorprendere anche se, considerando le ultime due prestazioni in siepi, è l'ultima cavalla del campo. Non parte battuto neppure Kolt Tango. Ultima chiamata un po' per tutti, categoria bassissima.

Pronostico Mancho: Sareerah, Giannettoni.

Altro ascendente in siepi, medesima distanza sui 3.000 metri, questa volta per anziani. Livello anche qua modesto. Potrebbe esser la volta giusta per Spettacolo che dovrà comunque tenere a bada l'irascibile e spesso disordinato Max and Ruby. Attesi segnali di ripresa da Velociter, una delle maggiori delusioni Favero nella campagna inglese. In secondo piano gli altri tre. 

Pronostico Mancho: Spettacolo, Max and Ruby, Velociter.

domenica 21 agosto 2016

Responso quattrodicesima giornata, Maia, Merano.


IL MEMORIAL CAIMI E' DEI DEBUTTANTI, MA NON CAMBIA LA REGIA: 41° CENTRO FAVERO.

Anima Mundi si aggiudica il Memorial Caimi e regala a Paolo Favero la 41° vittoria nella stagione. Si tratta invece del primo successo assoluto in ostacoli per il proprietario Il Cavallo in Testa e per lo stallone Gladiatorus, entrambi al debutto nella disciplina.



ANIMA MUNDI
si gode il trionfo nel CAIMI con DAVIDE COLUMBU
e PAOLO FAVERO
(Foto Faverostacoli.it)

Commento di Matteo Mancini.
Quarantunesimo "centrowitz" per Favero, verrebbe da dire per omaggiare la medaglia d'oro da noi raccontata in diretta nella nottata di sabato su facebook conquistata sui 1.500 metri dall'americano Matthew Centrowitz Jr (per distinguerlo dal padre anch'egli campione olimpico e omonimo in tutto e per tutto). Un successo quest'ultimo che ha colto tutti di sorpresa, telecronisti Rai e diretto interessato compreso ("corsa bizzarra nel nome del padre" il commento), ma non noi che lo avevamo dato, con tanto di scritta al momento della partenza tra i commenti sotto il post della nostra recensione "Tutti i Cerchi del Mondo" della giornalista della Repubblica Emanuela Audisio. Non è stato capace di emularlo, su distanza da Nazioni, il connazionale Lagat che pure ricorda certi cavalli, per lui "solo" un quinto posto ottenuto però a un'età pari ai centri marcati da Favero a questo punto della stagione: ironia della sorte quarantuno, a dimostrazione di un grande Centrowitz firmato, peraltro, da un cavallo allevato dall'allevatore di Pentagono, figlio di uno stallone americano che era di proprietà della Razza del Colmo, anzi no... della Razza dell'Olmo, perdonate il refuso...
E a proposito di centri, 24 a 1 invece la quota offerta dal cavallo da noi omaggiato nell'articolo di presentazione di giornata, in fotografia, grazie alla galleria, artistica verrebbe da dire, offerta dalla faverostacoli.it. Un 24 a 1 da moltiplicarsi per la quota offerta dai tre vincenti da  noi centrati nelle tre precedenti prove ostacoli. Vittorie infatti, nelle prove di contorno, per Kauto Sweety (7,72 al tot), Astro Benigno (1,45 al tot) e Zikjpaki (2,12 al tot) che se moltiplicate fanno appunto 24 a 1. Tre per uno dunque per Anima Mundi che, a sorpresa e approfittando del ritiro dell'ex compagno di scuderia Relco Galaxy (da noi dato favorito), ha colto il bottino pieno. Primo successo in carriera, alla prima uscita, per la blasonata scuderia Il Cavallo in Testa facente capo all'esperto allenatore in piano Bruno Grizzetti. Risultato emulato in pieno dallo stallone Gladiatorus, anch'egli alla prima esperienza indiretta in ostacoli. Connazionale di Matthew Centrowitz, questo Gladiatorus, da ricordare quale il migliore, probabilmente, allievo di Riccardo Menichetti per i colori della Razza dell'Olmo. Importato dagli Stati Uniti, figlio di Silic e allevato negli states dall'italiana Az. Agr. La Ferriere (verrebbe da dire La Ferrari, anche se il fratellastro nato l'anno dopo sarà figlio di uno stallone che si chiama Minardi), tra i miglior due anni italiani nel 2007 sulla distanza dei 1.500 metri con quattro vittorie in Listed Race e un secondo posto nel Gran Criterium (Gr.1) di Milano, battuto da un ospite straniero di caratura mondiale (Scintillo autore di una vittoria quanto mai scintillante). Corsa notevole che gli vale l'acquisto da parte di una certa Godolphin che lo paga a peso d'oro. Il cavallo lascia l'Italia, un po' come fatto da alcuni atleti del Kenya passati a difendere i colori degli arabi per una questione di dinero e assistenza ma anche di altre nazioni (è il caso del vecchio Lagat). Riappare in zona Nad al Sheeba con tre pazzeschi primi posti agli ordini di Saeed Bin Suroor tra cui la vittoria nel Dubai Dusty Free (Gr.1), sui 1.800 metri, che gli frutta 2.330.000 euro (!!!). Un successo anche per l'ippica italiana, per un cavallo dunque meritevole di veder a lui dedicate ampie pagine nel libro invisibile della storia dell'ippica nostrana degli ultimi anni. L'ultima vittoria in Italia, quasi un tributo alla terra che ne ha visto muovere i primi passi, nel Di Capua (Gr.1), quindi la sfida agli Stati Uniti, sua terra natale, ma anche quella di Centrowitz e del naturalizzato Lagat. Risultato finale? Nono posto a Santa Anita, California, Arcadia se cercate sulle cartine, nel Tvg Breeders' Cup Mile (Gr.1) con  840.000 euro al primo e vittoria andata a un soggetto in perfetta linea con una medaglia d'oro: Goldikova, una femmina francese che ha del pazzesco avendo vinto in carriera qualcosa come 5.100.000 euro.
Un'edizione in salsa tricolore questo Memorial Caimi, a tema con l'epilogo delle Olimpiadi di Rio de Janeiro, che ha visto dietro i nastri di partenza nove concorrenti, più uno ritirato, tutti allevati da allevatori italiani. Credo si tratti di un raro caso negli ultimi anni, di certo è il primo caso nella stagione con così tanti partenti. Gioco sul Magog L'Industriale, favorito netto sotto il 2 a 1 la quota, sul compagno di allenamento Bobo Merenda a 4 a 1, quindi Graveler della Milano a sette e Verghereto a nove per il ritorno in ostacoli (prima stagionale) del trainer Gianluca Bastianelli. Ruolo di estremi outsider per il Siba Cralegre, sorellastra dell'ostacolista pazzo Megalodon (soggetto che entrava in pista cinque minuti dopo gli altri senza neppure passeggiare al tondino), e proprio per Anima Mundi, rispettivamente a 27 e a 24.
Soggetti molto immaturi, come dimostrano le sbavature sui salti, ma soprattutto le linee irregolari e le larghe scurvate disegnate da svariati concorrenti. C'è ancora molto da lavorare per vari allenatori con margini di miglioramento ancora da sfruttare e definire. Verghereto davanti a tutti, con traiettorie ondulatorie. Lo accompagnano Bobo Merenda e Sevilla Real. Sui primi anche Monforte e L'Industriale. Davide Columbu tiene invece in coda Anima Mundi. Al passaggio davanti alle tribune sfila per vie interne Graveler che Raf Romano porta nel vivo della manovra. Il grigio si porta in scia al battistrada che è sempre Verghereto, molto verdone e disordinato questo soggetto di Bastianelli. Cerca di non farsi anticipare Bartos che porta subito L'Industriale per vie esterne a controllare i leader della corsa. A metà della dirittura opposta di arrivo il Magog accelera e diventa il nuovo battistrada tirandosi dietro Anima Mundi e in corda Graveler che accusa il cambio di andatura e in pochi tempi di galoppo si fa risucchiare in coda al gruppo. Fermano, leggermente più discosti, Monforte e Cralegre. All'attacco della curva finale duellano i due compagni di allenamento inseguiti da Strategic View e Sevilla Real, quindi Verghereto. Subisce invece un brusco calo Graveler che lascia in coda una monocorde Bobo Merenda sostenuta già da un giro. Si staccano i due davanti. L'Industriale in corda con alla sella Anima Mundi. Sulla siepe che immette in dirittura di arrivo va giù il sauro di Axel Ambruschitz che intralcia Sevilla Real e soprattutto Strategic View che Reinhardt deve far allargare. I tre hanno un vantaggio considerevole sugli altri che rimangono sul passo. Anima Mundi si deve difendere dall'attacco di Sevilla Real, dodicesimo portacoli di Josef Aichner nella stagione ostacolistica (secondo proprietario più rappresentato dopo Paolo Favero). Nel tratto piano i due allungano da Strategic View e il rosso integrale del cavallo in testa chiude la partita prendendo margine da Sevilla Real, egregia seconda. Per il quarto, a quindici lunghezze, Graveler ritorna sui superstiti.
Bella vittoria col ritorno dell'Agr. Patrizia, allevatore con oltre un trentennio di esperienza, a vincere in ostacoli dopo otto anni. L'ultima vittoria, per l'allevatore, dovrebbe essere quella ottenuta da Trasser, a Roma, nel Palais Rose l'otto febbraio del 2008. Tradizione certo non forte sugli ostacoli ma buoni risultati in bacheca, si ricorda su tutti l'Amalita Fedian vincitore, dal 2001 al 2003, di undici prove in ostacoli tra cui Neni da Zara, Staffe d'Oro e Vanoni tutti Gruppi 3. Provenienti da questo allevamento anche i maiden in siepi Parnassus Patto d'Acciaio oltre al vincitori Fracasso, Giakinto, Sallustro (vincitore del Criterium d'Inverno del 1997) e Vamabushi (vincitore della Gran Corsa Siepi di Milano edizione 2001) per un totale, Fedian escludendo, di quattro vittorie prima di oggi negli ultimi quindici anni in ostacoli.
Abbiamo già detto del proprietario e dello stallone alla prima assoluta in ostacoli, subito bagnata con vittoria. La madre, Art Naif da Desert King, è un ex Zaro, allevata in casa dal signor Rossi, che ha corso quattro volte a tre anni senza mai piazzarsi. E' nipote di Sharpo, sorellastra di buoni soggetti come il vincitore del Premio Merano, pluripiazzato in listed, Around Alone e della vincitrice del Rosenberg (premio dedicato al primo vincitore del Premio Pisa) Vola Vola. Nulla però a che fare con le siepi.
Non piaciuto al debutto sulla pista in piano, qualche settimana fa, Anima Mundi si è rivelato a perfetto agio sulle siepi e ha conteso la vittoria a L'Industriale, caduto male ma sembra senza conseguenze. Un calo finale ha rimesso in corsa la semidebuttante Sevilla Real, altra sorpresona della corsa, che però nel tratto piano ha pagato dazio. Da rivedere Graveler che all'attacco della dirittura opposta a quella di arrivo sembrava poter andare a lottare la corsa, ma poi è rimasto sul passo. Male Bobo Merenda. Immaturo Verghereto.


Quinto posto per 
LAGAT
il diversamente statunitense
(Foto Krgv.com)

Nessuna sorpresa, quanto meno per noi, nelle altre tre prove di minima dove facciamo tre su tre, centrando tutti i vincitori. Ottiene la prima vittoria in Italia il vecchio Kauto Sweety, la seconda stagionale per Arcadio Vangelisti (ventinovesimo posto in classifica proprietari), la quinta per Davide Satalia, settimo nella classifica fantini. Il saurone da Bonbon Rose è rimasto guardingo in terza posizione per buona parte della corsa, in marcatura sul favorito Mighty Mambo, per prendere la testa delle operazioni sul salto del muro, in anticipo sull'avversario. I due figurano appaiati sul salto dell'ostacolo che costò la vita al soggetto a cui è dedicato il premio della corsa: Something Special. Bravo Bartos a tenere la traiettoria interna e a far scurvare al comando il portacolore Favero. Sui due anche Romano con il fantasma di Ciro Vincenti (irriconoscibile rispetto a quello del 2015). Crolla alla distanza, dopo spinta decisa da front runner, lo sconclusionato Devonian, incapace da mesi di chiudere come si deve il percorso (grave cedimento finale reiterato per lui). Non pervenuto Kontigo. Retta di arrivo con aperta lotta. Mighty Mambo da l'illusione di poter potare a casa la vittoria, tenta quasi la fuga in curva ma non riesce nell'intento. Più macchinoso Kauto Sweety  a cui si aggiunge anche Larsen Bay, tenuto calmo in coda da Vana jr per discreta parte di gara. Incapace di rispondere ai due Ciro Vincenti, volato via da Larsen Bay che prova a fare l'arrivo nei pressi dell'ultima secca conclusiva. Finisce fortissimo il portacolori di Pirone, all'asciutto da vittorie da due anni e maiden in ostacoli. Il baio vola, vola, vola,  stampa quasi sul palo Kauto Sweety che si salva, dimostrando che questa è la sua categoria (non certo le prove di gruppo). 50 a 1 l'accoppiata, quasi a otto la quota del vincitore, penultimo cavallo del campo. Mai sopra il quarto posto fino a oggi, questo Kauto Sweety, un tempo però dotato di classe e fino alla primavera dello scorso anno capace di farsi rispettare in Francia. Vedremo se Satalia lo riproporrà in categoria superiore, a nostro avviso sarebbe preferibile confermarlo in questa categoria o provarlo in cross di prima fascia. Staremo a vedere.

Dal rosso in tinta unita de IL CAVALLO IN TESTA
al fucsia in tinta unita dell'ALLENATORE IN TESTA
si passa al blu in tinta unita dello STALLONE DEL TRE ANNI IN TESTA
qui tutti UNITI STATE, Ahò!
GLADIATORUS vince alla prima in siepi da stallone,
qua nell'ultima prova in Italia prima dell'uscita negli STATI UNITI
(Foto Godolphin.com)

Tutto facile per Astro Benigno, nella vendere in siepi dedicata a Ocean, almeno fino all'ultima siepe. Il portacolori della trevigiana D'Altemps, sesto successo per loro come la Magog (le più vincenti dietro a Paolo Favero vincitore, con i suoi colori, di venticinque corse) e terzo in quattro gare per il cavallo, ha impostato a piacimento il ritmo di gara, francobollato dal rivale dichiarato Morning Star, in totale controllo. Bartos ha gradatamente aumento il ritmo, optando per una lunga progressione finale idonea a mettere in crisi tutti. Un leggero rilassamento per l'interprete ceco, come la volta precedente, intento a voltarsi prima dell'ultima siepe a scrutare i rivali. Astro Benigno, forse stanco, ha scartato quasi prima del salto ed è andato al di là dell'insidia di traverso (in passato è caduto in questo modo), allargando in modo vistoso. Ha così provato ad approfittarne Dirk Fuhrmann che ha scagliato Morning Star all'attacco, ma il quadribalzano D'Altemps ha avuto la forza di ripartire e di salvare sul palo due lunghezze abbondanti. Lo avevamo detto: sono due cavalli di categoria superiore. L'accoppiata vale 3 a 1 ed era facile da prendere. Terzo il mediocre Toward Glory, autore di prova attendista, ben davanti al nobile ma ciuco Muffarreh. Male, molto male, Shipwright, addirittura ultimo dietro a un Chikname du Potier in ritardo di preparazione, terzo sul salto dell'ultima siepe della dirittura opposta a quella di arrivo, ma in debito di ossigeno per l'ultima parte di gara. Scrivetevelo su un taccuino: crescerà.
Una vittoria dunque che permette a Big Joe Bartos di riprendere la leadership della classifica fantini di riunione, dieci successi a Merano per lui (contro i nove di Romano), ventiquattro in Italia (con vantaggio di quattordici sul duo Vana-Romano).

Nell'ottava prova in ostacoli riservata ai gentleman, non delude la femmina Zikjpaki che coglie il suo primo successo alla sedicesima uscita in carriera e dopo due anni di riposo per infortunio. Prima vittoria in Italia anche per il bravo Michal Miksovsky (davvero bravo questo gentleman), che è stato agevolato dai problemi di Riki Belluco rimasto staffato sul controfavorito Lord of the Nile e dunque costretto a fermare.
La femmina della signora Ralli, terza vittoria per lei nella stagione in ostacoli, era piaciuta nelle due precedenti uscite, dove aveva raccolto due secondi posti (il primo dei quali a gran quota), e qua ha avuto gioco facile. Dzacheron, penalizzato da un gravoso peso, le è giunto a sei lunghezze, comunque autore di buona prova. Ha provato a dire la sua anche Kitano, incapace però di allungare nel tratto piano conclusivo. Generoso invece Chic Anti Shock, che non corre con regolarità da tre anni, tenuto al comando delle operazioni da Luca Bonacina e ceduto solo nell'ultima parte di gara. Se regge fisicamente può crescere in modo deciso. Rallentato all'epilogo, è finito quinto battuto da New Girl. Deludente Napoli Molticolori che non ha beneficiato più di tanto della monta di Marcel Altenburger che ha tentato di impostare una gara per vincere, primo all'ingresso a mano contraria al laghetto, ma poi è rimasto senza motore sotto.

Nelle piane sono da segnalare la bella vittoria della declassata tre anni My Isla, sorellina di quel Signum che lo scorso anno si rivelò tra i migliori tre anni in siepi prima dell'avvento di Triple Pursuit. Ci aspettavamo una vittoria e restiamo alquanto sorpresi nel vedere la quota di 11 a 1 retribuita dal totalizzatore. Affidata a Marcel Altenburger, la fammina di Paolo Favero si è aggiudicata la vendere sui 1.900 metri, correndo sui primi fino all'ingresso in dirittura. Intralciata da un cambio di direzione, a traguardo ancora lontano, del battistrada Right From Wrong non si è scomposta, spostando dall'interno all'esterno dello stesso, incalzata dal Ferramosca Madame of Desert, e una volta vista la luce ha allungato in modo netto dimostrando superiorità sugli avversari.

Completa il doppio della svizzera Claudia Wendel, brava questa amazzone quest'anno un po' assente nei cross, che ha centrato la sua ottava e nona vittoria stagionale con l'ex ostacolista Le Puy de Sancy (mai vincitore in carriera), autore di un coast to coast impressionante per la categoria, e con la mascotte della pista Troppo Forte giunto alla nona vittoria (sei delle quali negli ultimi quindici mesi) e autore di un assolo dopo sfuriata iniziale dell'ex ostacolista Monti Reale,  con Manigrasso che non può che chiudere dicendo "Troppo Forte è un cavallo che su questa pista va vermanete forte." Male, in entrambe le prove, gli attesi di Paolo Favero. Mai in corsa Third Strike; puntata in curva invece, nella prova di Troppo Forte, di Ho Yam Lay che, tornata a difendere i colori di Lydia Olisova, sembra aver di nuovo perso lo smalto. Ben presentata da Altenburger, la grigia è rimasta sul passo finendo fuori dal marcatore.

MATTHEW CENTROWITZ
centra l'oro inatteso, ma da noi pronosticato,
sui 1.500 di Rio de Janeiro.
Solo quinto LAGAT sulla distanza da GRAN PREMIO NAZIONI.



venerdì 19 agosto 2016

Presentazione quattordicesima giornata corse, Maia, Merano.


IL TRENTATREESIMO TRE ANNI DELLA STAGIONE PER IL MASSIMO CAIMI CHE VEDE IL DEBUTTO IN OSTACOLI DE IL CAVALLO IN TESTA.

Dodicesimo appuntamento in ostacoli per tre anni che vede in campo dieci concorrenti che andranno ad aggiungersi agli altri trentadue che hanno corso fin qui. Potrebbe uscire da qui il vero rivale di Amaranthus. Completano il programma tre prove di minima.

ANIMA MUNDI
colori de IL CAVALLO IN TESTA
(Foto faverostacoli.it)

A Cura di Matteo Mancini
Luce dei riflettori proiettata sul Massimo Caimi, premio in ricordo del gentleman capace di aggiudicarsi il Gran Premio Merano, come cavaliere e come proprietario (scuderia Sagal), nell'edizione 1988. Appuntamento fisso di metà stagione per tre anni. Quest'anno sono stati trentadue i giovani saltatori che si sono confrontati con la nuova disciplina. Undici le corse fin qui aperte alla nuova generazione, oltre un terzo delle quali vinte da Amaranthus, che è il cavallo che fin qui ha ottenuto in assoluto il maggiorn numero di vittorie: quattro. L'allievo di Raf Romano, vincitore del Premio dei Giovani (L), resterà così alla finestra a spiare i nuovi potenziali avversari per gli imminenti gran premi di categoria. Potrebbero infatti uscire da questo lotto di dieci candidati dei futuri campioncini. Di certo uscirà il nome del nono vincitore di tre anni della stagione.
Torna all'antico Paolo Favero che accantona le opzioni offerte dal mercato inglese per presentare quattro allievi tutti provenienti dalle piane nazionali. Rispondono poi alla chiamata le quattro scuderie più rappresentate nella stagione, fucsia di Favero escludendo. Figura infatti partente il dodicesimo cavallo della stagione ostacolistica di Josef Aichner, l'ottavo della D'Altemps e della Magog e il settimo della scuderia Milano. Fa invece il debutto assoluto in ostacoli la scuderia Il Cavallo in Testa (nome dietro cui si cela l'allenatore su cui Paolo Favero ha costruito buona parte della sua fortuna: Bruno Grizzetti) con colori similar Favero, ma di intensità meno accesa, più tendente al rosso. Scuderia che ha ufficialmente debuttato nel 2015, con la cavalla Bobo Merenda, anch'essa presente in questo gran premio ma per i prestigiosi e storici colori della Razza Montalbano per la prima volta associati a Paolo Favero. Proprietaria altresì di Relco Galaxy, anch'esso nella partita ma recentemente ceduto alla D'Altemps, e rappresentata in questa corsa da un terzo soggetto: Anima Mundi
Difficile fare un pronostico, trattandosi di cavalli al debutto può succedere di tutto. Anima Mundi e Bobo Merenda non sono piaciuti nella rifinitura in piano di qualche settimana fa. Preferibile la femmina che vanta una discreta linea genealogica che comprende una vecchia conoscenza degli ostacoli come King Hawk, oltre a campioncini tutti griffati Grizzetti quali Lord Nash, Lord Chaparral e il cavallo di Tremendo - che ha corso l'ultimo palio di Siena sull'unico debuttante in piazza (Remistirio) - ovvero Lord Fasliyev.
Joe Bartos viene dirottato su L'Industriale che correrà con giubba Magog. E' stato prelevato dalla scuderia Ste.Ma e vanta un andamento piuttosto regolare in piano. Non è un campione, ma si è spesso piazzato. E' fratellastro per linea paterna di Nils. Potrebbe costituire una base su cui far gioco. Qualità dalle parti però del compagno di allenamento Relco Galaxy a cui viene tuttavia affidata la monta alternativa e occasionale: quella di Josef Vana jr. Se fosse stato montato da Bartos sarebbe stato il sicuro favorito al betting. Si tratta di un vincitore di handicap principali (il Castello Sforsesco, ben davanti a Bobo Merenda) frequentatore di buone categorie. E' il mio primo favorito. Questo il poker targato Favero.
Si affida a un oggetto sconosciuto Josef Aichner che risponde al nome del quasi inedito Sevilla Real. Ha debuttato male nel Premio Angri sui 1.100 metri a Roma e appartiene a una famiglia che ha sfornato soprattutto velocisti. Fuhrmann sostituisce ancora Brennan in sella, lo subiamo.
Non danno molte garanzie neppure gli altri, tra cui si segnala la sorellastra del pazzo Megalodon ovvero Cralegre, la scelta della Scuderia Milano Graveler, quindi l'allievo Pacifici Monforte, Verghereto (forse il migliore di questi cinque) e Strategic View.
Sarebbe da vedere tranquilli in tribuna, ma la necessità di un pronostico incombe.

Pronostico Mancho: Relco Galaxy, Bobo Merenda, L'industriale.

Se il Caimi calamita attenzioni e curiosità non brillano per qualità le altre prove. Si apre con un'edizione del Something Special che sembra avere la valenza di una batteria di recupero di cavalli perduti. 3550 steeple-chase, ascendente. In pista buoni soggetti lontani dalla migliore condizione, altri su cui ricadevano aspettative mai accontentate e altri ancora che fanno della discontinuità il loro biglietto da visita. Sei al via, col solo Larsen Bay, a nostro avviso, tragliato fuori dalla vittoria, ma nemmeno troppo a dir la verità. Tutti gli altri possono dire la loro come non piazzarsi. Difficile il pronostico, dal momento che più di un concorrente potrebbe risorgere. Dispone di un bel peso Kauto Sweety, chiamato all'ultimo appello per poter ambire a una vittoria. Se non vince qua sarà ben difficile che possa farlo nel proseguo della carriera in steeple. Lo azzardiamo nostro favorito nonostante lo presenti Satalia che di certezze, in corsa, e dati alla mano ne offre ben poche. Forma dalla parte di Mighty Mambo, cavallo discontinuo al mille per mille, ma rientrato con un secondo posto che ha colto di sorpresa persino il suo staff. Dovrebbe essere lui il favorito al gioco.
Qualità, ma forma imbarazzante, per Ciro Vincenti e Devonian, che non è da escludere di veder correre in controtendenza rispetto alle loro precedenti prestazioni. Mina vagante Kontigo di cui non si conoscono i margini di miglioramento.
Corsa da evitare da inserire in multipli di gioco.

Pronostico Mancho: Kauto Sweety, Mighty Mambo.

Più calibrate invece le scelte nel Premio Ocean, siepi per anziani a vendere sui 3.000 metri, dove Astro Benigno andrà alla caccia del terzo successo stagionale. L'unico che, sulla carta, potrebbe rompergli le uova nel paniere è Morning Star. Come già detto in un'altra occasione, sono due cavalli di categoria superiore. Mine vaganti che potrebbero rivelarsi le sorprese della corsa per un piazzamento Chikname du Potier (rientrato alcuni giorni fa) e il rientrante, ma declassato, Tullio Ostillio. 
Su un secondo piano gli altri tre.

Pronostico Mancho: Astro Benigno, Morning Star.

Chiusura col cross per dilettanti. 3.000 metri, ascendente. Forma e peso per Zikjpaki, monta per Lord of the Nile e classe immensa per Chic Anti Shock, acciaccatissimo, nascosto da Bonacina al rientro, e qua pericolosissimo anche se non in condizione di offrire garanzie. Grande peso penalizzante per Dzacheron. Quota per gli altri cinque.

Pronostico Mancho: Zikjpaki, Lord of the Nile, Chic Anti Shock.


mercoledì 17 agosto 2016

Palio di Siena e Palio di Fermo: i Responsi 2016.


FREEZER A FERMO INDUCE SIENA A RISPONDERE COL CAPPOTTO: LUPA, SCOMPIGLIO E PREZIOSA PENELOPE NELLA STORIA DI SIENA

Esito finale di rilievo storico per il Palio di Siena, il fantino Jonathan Bartoletti, in arte Scompiglio, centra il doppio con lo stesso cavallo e la stessa contrada: non succedeva dal 1933 e, in tutta la storia del palio, è successo solo due volte dal 1693. Per la Lupa, dopo 231 anni, arriva il secondo cappotto.


PREZIOSA PENELOPE, sulla dx, centra il cappotto
per la Lupa. Da dx a sx: Drago con MOROSITA PRIMA
Aquila con OPPIO, Civetta con PORTO ALABE
e Bruco con SMERALDO NULESE.
(Foto Gazzetta.it)

Commento di Matteo Mancini.
Diciassettesimo cappotto nella storia del palio di Siena, quasi a voler omaggiare le diciassette contrade che ogni anno, da secoli, sono protagoniste di una "giostra" conosciuta e amata in ogni angolo del mondo, con buona pace dei detrattori sempre pronti a strumentalizzare incidenti e problematiche per far forza su tesi non sempre coerenti con il contesto su cui ruota il tema del cavallo da competizione. 
Già questa premessa è tale, per un evento secolare che si disputa due volte all'anno, salvo pali straordinari, per definire "la carriera" (così è definita a Siena la corsa) leggendaria. Era infatti dal 1997 che una contrada, allora la Giraffa, non riusciva a far propri i pali di luglio e di agosto. Allora furono il purosangue Lobis Andrea (cavallo che ha debuttato in corsa a Livorno in una prova vinta da un cavallo appartenente alla famiglia di chi scrive questo articolo) e il potente mezzosangue Quarnero a permettere a Giuseppe Pes, detto Il Pesse, di alzare per due volte il nerbo al cielo. La lupa, contrada nonna fino al palio di luglio, ovvero quella che da maggior tempo non vinceva una carriera (astinenza di ventisette anni), ha fatto di più: è entrata in un mito che ben difficilmente potrà scolorire al decorrere degli anni. Ha centrato un pazzesco "cappotto" (così viene definito in gergo la doppietta costituita dai trionfi nel medesimo anno nei pali di luglio e di agosto) con lo stesso fantino e lo stesso cavallo. Non accadeva dal 1933 quando Fernando Leoni, in arte Ganascia, condusse al doppio successo il mezzosangue maremmano Folco (cavallo che disputò qualcosa come venti pali vincendone otto), per i colori della tartuca e la gioia del proprietario Attilio Furi e dell'allevatore Egidio Bruchi. Un evento quindi che non si ripeteva da ottantatre anni e che, in tutta la storia del palio, non si era mai verificato prima del '33. Ho infatti controllato e, dagli archivi del Palio di Siena, ho riscontrato che il doppio successo marcato nel 1842 dal Bruco, col fantino Giuseppe Buoni, detto Buonino, in sella a un morello di Luigi Riccucci fu marcato da due cavalli dal medesimo manto ma distinti l'uno dall'altro. 
Per completezza segnaliamo che il primo cappotto risale al 1761 quando al Castellare degli Ugurgieri, edificio in cui si trova la sede della Contrada della Civetta, finirono i drappelloni conquistati rispettivamente da Domenico Laschi, detto il Lasca, e da Mattio Mancini (in alcuni documenti si legge Mattia, non si capisce dove sia il refuso... chissà, magari si chiamava Matteo) detto Bastiancino. Fantino, quest'ultimo, mitico e prodigioso nella storia del palio (vinse addirittura a quattordici anni), detentore di svariati record (a partire dal primo a permettere a una contrada di marcare un cappotto), uno tuttora imbattuto fatto di sedici successi (contro i 14 dell'epoca moderna marcati da Andrea De Gortes, in arte Aceto) in 28 pali (percentuale del 57%) disputati tra il 1759 e il 1780. Secondo alcune fonti avrebbe vinto quindici carriere, la diatriba sorge in virtù di un palio straordinario disputato il 2 aprile del 1765 e vinto da Mancini per il bruco. Una carriera, quest'ultima, che alcuni si ostinano a non riconoscere. Ciò nonostante, dato anche il destino tragico, Mattio Mancini viene definito all'unisono "una leggenda vivente nel panorama senese". Perse la vita a soli trentacinque anni per i postumi di una caduta nel palio di agosto del 1780 che corse per la Chiocciola. Facciamo dunque notare come in cronaca diretta del palio del 16 agosto 2016 i telecronisti RAI abbiano commesso un refuso, avendo detto che il record di vittorie, tra i fantini, è stato marcato da Gobbo Saragiolo ovvero Francesco Santini, che invece detiene il secondo posto in questa particolare classifica, avendo vinto quindici pali (uno in meno di Mancini e uno in più di Aceto) su 59 corsi dal 1823 al 1860 (è corretto, invece, definirlo il più vincente dell'800).
Tornando ai cappotti, evidenziamo come la Giraffa sia la contrada che si è deliziata più delle altre iscrivendo il proprio nome per tre volte sotto la voce cappotti (1807, 1897 e 1997), uno in più di lupa (traguardo conquistato dopo 231 anni dalla prima affermazione risalente al 1785), civetta (che si è aggiudicata i primi due cappotti della storia nel 1761 e nel 1778), torre e tartuca. Un solo cappotto per onda, montone, nicchio, drago, bruco e chiocciola. Nessuno per le restanti contrade.

Un successo che marchia a fuoco il nome del pistoiese Jonathan Bartoletti, classe 1981, nell'elenco dei più grandi, nonostante gli "appena" quattro pali vinti in diciotto carriere. Un predistinato come pensarono in molti quando nel 2007 vinse al debutto su Brento, per la contrada del Leocorno. Un'opinione che finì presto per spegnersi, nonostante il successo col montone a pelo de Lo Specialista (cavallo con cui vivrà un duraturo sodalizio), fino a rischiare di esser compromessa definitivamente da un brutto episodio avvenuto al Palio di Asti nel 2013 quando, per un errore alla mossa, Bartoletti determinò una brutta caduta del suo cavallo provocandone, indirettamente e involontariamente, la morte. Un evento che portò i capitani del famoso palio piemontese a squalificarlo per dieci anni. Un'onta che rischiava di estrometterlo dal mondo paliesco con disonore, ma che non ne ha frenato l'ardore e lo spirito. Aiutato dalla fortuna, ma anche dalla sua bravura, Scompiglio, questo il nome di guerra, ha avuto la forza di inventarsi due coraggiosissime traiettorie che hanno permesso alla cavalla Preziosa Penelope di vincere, in rimonta, i pali di luglio e di agosto 2016 proprio all'ultimo giro e facendo a "sportellate" con l'avversario di turno.
Interessantissima, sotto il profilo tecnico, la carriera di agosto, a mio avviso di gran lunga superiore rispetto a quella di luglio. Sorte che ride ancora alla lupa offrendole in sorte la stamina e la caparbietà di Preziosa Penelope, vincitrice del palio di luglio. Una partenza non fortissima allora, anticipata da una Preziosa Penelope rampante, appena quattro secondi prima della caduta del canape, alla stregua del famoso cavallino che onora il marchio storico di Maranello. Mossa valida, con Nicchio davanti a tutti e Drago, secondo, all'inseguimento. Una situazione che si ripeterà ad agosto, a voler rimarcare ancora una volta la forte componente esoterica, o se volete cabalistica, che sembra impreziosire la giostra di piazza del campo fungendo da undicesima contrada occulta. Quadrivia e Tittia davanti a impostare le curve. Trecciolino e il debuttante Phatos de Ozieri a sperare in qualche errore del battistrada. Primi due giri in scioltezza per il Nicchio, poi un calo improvviso a far sperare il drago. Trecciolino, più vincente tra i fantini in attività (tredici successi, uno in meno di Aceto, e storico "assassino" del Castellare per i suoi primi cinque pali corsi con la civetta) cerca di superare l'avversario per vie esterne al secondo casato e al terzo san martino. Grande scurvata all'interno di Scompiglio proprio sulla temibile curva in discesa, inseguito dall'oca con Porto Alabe risalito con ardore dopo una brutta chiusura in partenza. In quattro a lottare prima dell'ultimo casato. Errore decisivo di Tittia che concede lo spazio interno alla lupa, tenendosi all'esterno per ostacolare il drago. Scompiglio lancia Preziosa Penelope in direzione del bandierino del casato, quindi allarga e supera le due rivali. Secondo esce il drago sull'oca che emula la traiettoria della lupa, finisce addirittura quarto il nicchio risucchiato dalle tre avversarie. Primo capolavoro firmato Scompiglio. Non ne sono convinti in molti che puntano il dito su Tittia accusandolo di non aver gestito le energie di Quadrivia. Chiacchiere da bar o da trasmissioni televisive che non cambiano il risultato: contradaioli in festa, la lupa perde la maledizione di essere la contrada nonna, tornando a vincere dopo ventisette anni  (l'ultimo tedeum nel 1989 con Vipera e Il Bufera, vincitore da scosso). E' il trentacinquesimo palio nella storia dei bianco-neri. Il fardello della contrada nonna, una sorta di maglia nera di ciclistica memoria, cade sulle spalle della nobile contrada dell'aquila, a secco dal 1992 quando Aceto, con Galleggiante, vinse uno dei pali più combattuti dell'ultimo secolo (memorabile guerriglia con la pantera e Legno, Sebastiano Deledda, a suon di nerbate tra i canapi) divendando il fantino più vincente del novecento. Da ricordare il primo successo Lupa, certificato dai documenti, avvenuto nel 1696 con Pecoraio montato da Giuseppe Galardi in arte Pulcino, quindi una bizzarra serie di undici successi per i tre secoli successivi, ovvero nel 1700, nel 1800 e nel 1900, con l'acuto offerto dal cappotto del 1785 firmato dai fantini Isidoro Bianchini, in arte Dorino, e Angelo Pacchiani detto Pacchiano. Vittorie, queste ultime, precedute dal doppio firmato Bastianone (Antonio Giovannetti), seguito dal successo di Mattio Mancini in arte Bastiancino. Particolare poi la vittoria del 1907 con un palio corso da dieci cavalli scossi.  

PREZIOSA PENELOPE torna a far vincere
la Lupa dopo 27 anni.
Alle spalle, dall'interno all'esterno, PORTO ALABE (Oca)
PHATOS DE OZIERI (Drago) e QUADRIVIA (Nicchio)
(Foto Gazzatta.it).

Di ben altro rilievo la carriera di agosto. I capitani scelgono un lotto ancora una volta livellato ma, rispetto a quello di luglio, si tratta di un equilibrio che sale decisamente verso l'alto. Si rivedono in piazza il potente grigio Oppio, alla quinta carriera e vincitore in piazza col drago nel 2014 . Il vecchio Mississippi, vincitore al debutto in piazza nel 2011 per l'oca. Il mai vincente, ma interessante Porto Alabe, particolarmente apprezzato dai capitani essendo stato scelto otto volte su otto presentazioni. Soprattutto però si rivede l'undicenne Morosita Prima, l'unica, tra gli scelti, ad aver vinto due pali su cinque partecipazioni e la più ambita nei sogni dei contradaioli. E poi c'è Preziosa Penelope, al suo terzo palio ma convincente a luglio. Cinque "bomboloni", come li chiamano a Siena, per ambire al drappellone dipinto da un'artista belga: Jean-Claude Coenegracht. Meno qualitativi gli altri cinque, tra cui il partente ma poco resistente e mai vincitore Mocambo di proprietà di Mark Getty (vincitore del palio di agosto del 2015 con Polonski), tre semidebuttanti alla seconda carriera e lo sconosciuto Remistirio al debutto in piazza, ma non disprezzabile negli ippodromi sardi. Figlio del discusso Vidoc III, allevato dal signor Dettori Tonino, si presenta forte di una vittoria a Sassari sui 1.400 metri e sei piazzamenti su un totale di dodici corse: è la mina vagante e unico debuttante della corsa.

La tratta, primo contatto con la dea bendata ovvero il momento in cui la sorte designa il cavallo con cui le contrade andranno a darsi battaglia in piazza, ride soprattutto al drago. Dall'urna esce il nome di Morosita Prima che, dopo due anni esatti, torna dagli uomini di Camporegio lasciando presagire una primissima possibilità di vittoria esaltata dall'ingaggio di Andrea Mari, in arte Brio, alla venticinquesima carriera, cinque pali vinti e già vincitore per la torre nel luglio del 2015 associato proprio alla cavalla di proprietà di Niccolò Rugani, già vincitrice per la proprietà di Carolina Tacconi. Il compagno di colori della femmina, il vecchio e coetaneo Mississippi, finisce invece in sorte alla tartuca che si accorda col fantino più vincente tra quelli ancora in attività: Luigi Bruschelli meglio conosciuto come Trecciolino.
Affascinante ritorno alla Lupa della vincitrice di luglio Morosita Prima, a caccia quindi di uno storico cappotto con Jonathan Bartoletti, detto Scompiglio. Una doppietta integrale, formato tre su tre, che manca, ironia della sorte, proprio dal '33 (1933) e che si è verificata, in tali termini, una sola volta nella storia del palio. Spera anche la contrada "nonna" dell'Aquila a cui va in sorte il potente grigio Oppio, su cui finisce il vincitore del palio di agosto del 2015, il sardo-teutonico Giovanni Atzeni, ribattezzato Tittia, che vanta un curriculum ricalcato su quello di Brio: venticinque pali corsi, cinque vittorie, ironia della sorte una proprio con Morosita Prima, nell'agosto del 2013, e una con Mississippi nel 2011, ovvero i due cavalli di Niccolò Rugani sopra ricordati.
Ruoli di secondo piano, ma con possibilità di inserimento, per Civetta a cui finisce Porto Alabe che fa accoppiata con un fantino che ne rispecchia le caratteristiche e che risponde al nome di Valter Pusceddu e al nome di battaglia Bighino, in gergo senese "ragazzetto". Entrambi godono della massima fiducia dei capitani, ma non hanno mai vinto una carriera. Il mezzosangue ne ha corse otto, venendo sempre scelto ogni volta in cui Fabrizio Brogi lo ha presentato per la selezione; il fantino ha disputato 24 carriere senza mai alcuna gioia, se non a Bientina (tre vittorie), a Legnano (due successi), a Fucecchio (un palio) e all'ultimo palio di Asti.
Speranze al lumicino poi per il Nicchio cui va in sorte Mocambo, castrone di undici anni di una certa esperienza ma mai vincitore in sei uscite. Per la monta, scelta sul giovane Bruschelli, per i senesi Bellocchio.
Prospettiva di un palio sulla difensiva per le altre cinque, in particolare la contrada della pantera che programma un palio in marcatura sulla rivale storica dell'aquila pur avendo avuto in sorte la vincitrice uscente del Palio di Bientina Ondina Prima (vincitrice due volte in terra pisana), ma anche per il leocorno che si affida al giovane Brigante su Remistirio con l'eventualità di danneggiare la civetta. Trepidazione per l'istrice che non corre il palio, ma che ha in piazza la contrada rivale della lupa che in caso di una clamorosa vittoria farebbe calare un sudario da tragedia funebre sul popolo cui è stato concesso il titolo di "Contrada Sovrana" per concessione del Sovrano Ordine di Malta e nei cui vicoli ha sede la Magione dei Templari. Per i quadricolori un incubo solo: sentire risuonare per tutta siena il motto Et urbis et Senarum signum et decus, ovvero Di Roma lo stemma, di Siena l'onore. Questo il motto dei rivali della lupa, talmente apprezzato dalla capitale di italia da stringere un gemellaggio Lupa-Roma (niente a che fare con la squadra che disputerà il prossimo campionato di Lega-pro con i colori di Lazio e Roma, ovvero le due squadre rivali per eccellenza del campionato italiano riunite nei colori di una medesima squadra). Un contrasto, quello tra istrice e lupa, nato proprio negli anni dell'ultimo e unico cappotto, quando nel 1935, a seguito di una lite per ragioni di legittimità di confine con le due contrade che rivendicavano la titolarità di una stretta lingua di terra, scoppiò un odio profondo dovuto alle esultanze connesse alle due vittorie che entrambe marcarono, l'una di seguito all'altra, col medesimo cavallo, tale Ruello (cavallo rivale storico di quel Folco autore della doppia vittoria del '33) che dette il via a un pazzesco duello, non ancora sedato, marcando un suo personale cappotto e lanciando il suo guanto di sfida per il palio del 1936, il c.d. Palio dell'Impero (vinto da Ruello contro proprio Folco, i due cavalli rivalli per eccellenza degli anni '30, con un fantino a detta di molti ubriaco in sella). Il cappotto, manco si fosse in un racconto surreale di Gogol fatto di fantasmi e cabbala, torna ancora implacabile in questa storia, una storia da leggenda come merita la tradizione storica della città di Siena.

Il Mossiere FABIO MAGNI
qua impegnato in un Cross,
alla sua seconda esperienza in Piazza del campo
(Foto ilpalio.org)

Si arriva al momento della corsa, dopo le varie prove. Ancora una volta è la sorte a plasmare o quanto meno a influire sulle dinamiche della prova. Estrazione a sorte dell'ordine di ingresso nei canapi e lavoro per il mossiere Fabio Magni, alla seconda esperienza; giudice unico capace di invalidare la mossa e di richiamare i vari fantini all'ordine. Personaggio legato al mondo dell'equitazione, in particolare settore ostacoli. Classe 1967, lombardo d'adozione piemontese, campione italiano under 21 di dressage e campione italiano nel 2003, quattro olimpiadi nel completo (una summa di tre prove: dressage, ostacoli e cross country, con quest'ultima a fungere da principale rilievo), saltando la tappa statunitense di Atlanta. Sempre presente da Barcellona 92 a Pechino 2008, con un quinto posto nell'olimpiade australiana quale migliore prestazione, nella gara individuale di completo (una prestazione che per gli italiani non veniva ottenuta da oltre 20 anni), disciplina in cui l'oro manca dal 1980, quando Euro Federico Roman capitalizzò l'assenza dei temibili rivali statunitensi, che avevano dominato nell'olimpiade precedente di Montreal, vincendo l'oro in quel di Mosca. Mi piace poi sottolineare l'ultimo oro nel settore ostacoli che manca da 1972 quando un "certo" Mancinelli (maestro proprio di Magni, che ne è stato allievo) strappò l'ambita medaglia nell'Olimpiade di Monaco, dopo aver disputato, unico italiano ad aver tentato l'impresa, il Grand National di Aintree quale proprietario agli ordini dell'allenatore italo-americano Frank Turner (esperienza finita con una caduta sul primo passaggio del temutissimo Becher's Brook). Un oro questo conquistato solo da un altro cavaliere, ovvero il mitico Raimondo D'Inzeo capace di realizzare, nell'olimpiade di casa, una clamorosa doppietta con Piero D'Inzeo, quest'ultimo poi mossiere a Siena per cinque carriere a fine anni '80.

Il silenzio scende come neve in una vallata invernale di alta montagna. La temperatura è rovente, ma nessuno la percepisce alla latitudine corrispondente con la città di Siena, alle ore 19 circa del 16 agosto 2016. Il Comandante dei vigili urbani si fa spazio tra la lingua che disegna il percorso di battaglia. Ha un braccio levato al cielo che culmina con una busta bianca. C'è l'ordine di ingresso lì dentro, pronto a finire nelle mani del mossiere: l'olimpionico campione del completo Magni. 
"NICCHIO" la parola che schianta l'angosciosa quiete sepolcrale di un'intera piazza in trepidazione. Una situazione in cui l'ansia partorisce figli che prendon il nome di tensione. il rumore di quaranta zoccoli fungono da tamburelli naturali dell'occasione. E' Bellocchio il primo a varcare il campo di battaglia sopra al destriero di proprietà del vincitore dell'ultimo palio di agosto.
La bizzosa sorte gioca subito un tiro mancino mettendo a fianco le due contrade rivali per eccellenza: l'aquila e la pantera. Sono quarta e quinta, affiancate in sesta dal drago che è in rapporti di amicizia con l'aquila ma ha il "barbero" (così si chiama il cavallo da palio nel gerco della giostra) per vincere e dunque non può aiutare la contrada amica. Di rincorsa finisce il più esperto, Trecciolino, che sembra aver stretto un partito con l'aquila non tirandola tanto per le lunghe, quasi a disinteressarsi di trovare il momento a lui più propizio. Il Bruschelli, infatti, attende l'occasione per dare la mossa quando il cavallo Oppio è in posizione di sparo. Magni però invalida due mosse, la seconda delle quali vede un intelligente Tittia chiamare la mossa portando il cavallo Oppio in seconda linea, rispetto agli avversari, per voltarlo e anticipare il movimento rispetto a tutti in modo da partire lanciato e non da fermo. Trecciolino vede tutto e, dall'alto della sua esperienza (48 pali corsi), manda Mississippi oltre il verrocchio. Nessuno forza il canape che va giù. Potrebbe essere una mossa valida. L'aquila schizza via come un rapace che distende le sue possenti ali in volo verso una preda incapace di trovare riparo. Partenza eccezionale con uno dei cavalli più potenti del lotto che va davanti a tutti. Il mossiere però ravvisa un'irregolarità, dovuta a un allineamento generale non corrispondente all'ordine d'ingresso. Scoppia il mortaretto. Mossa invalidata e, credo di poter dire, rabbia che serpeggia tra i contradaioli giallo-neri. Respira la pantera, per tutto il tempo in marcatura sull'avversaria col tentativo di ostacolarla, ma incapace nel frangente di ostacolare la rivale. Un atteggiamento ostruzionistico quello di Carburo, Giosué Carboni, che non ha comunque nulla a che fare con gli indimenticabili duelli rusticani tra Aceto e Legno del 1992 o quelli, ancor più scorretti, tra Massimino e Spirito nel 1996, con quest'ultimo (non correrà più a Siena), ingaggiato dalla pantera, che costrinse l'avversario a restare al canapo trattenendolo per il giubbino.
Tutti ancora fuori dai canapi. Si allenta, per un attimo, la tensione. Si parla, si stringono alleanze, si offrono soldi in cambio di promesse. Magni poi riprende con la serie che fa calare di nuovo il silenzio in città: "Nicchio!".
Pochi giri di lancette e sono di nuovo in nove dentro e la tartuca che passeggia fuori, in piccoli cerchi. Sette sono davanti a canapi. L'aquila e la pantera, invece, si muovono come ragni dietro alle avversarie con Tittia che tenta di smarcarsi, quasi fosse un attaccante in attesa del cross da calcio d'angolo, dal marcatore Carburo in groppa alla grigia Ondina Prima. Grigio contro grigio quasi a voler confermare il famoso adagio democratico della par condicio. Sono proprio queste due, ancora una volta, a chiamare la mossa di Bruschelli che attende che dall'interno si portino all'esterno partendo di fatto in ottava e nona posizione anziché in quarta e quinta. Le altre rispettano tutte l'ordine. Al di là di questo, quando il canape cade, tutte sono perfettamente allineate e nessuna può recriminare col mossiere Magni che può andarsene tranquillo con l'arrivederci per il 2017.
Parte fortissimo il Nicchio inseguito dal drago e la lupa, sembra di rivedere il palio di luglio. Dietro Tittia rifila un paio di nerbate al bravo Carburo che, con cavalla inferiore, è riuscito ad anticipare la più blasonata rivale. Traiettoria interna per civetta e giraffa. Più indietro Bruco e Tartuca precedono il leocorno partito in ultima posizione con Remistirio.
San Martino da manuale per tutti. La giraffa con Reynard King passa terza davanti alla lupa, quindi civetta e aquila già risalita in sesta posizione con la rivale della pantera seminata in pochi tempi di galoppo e già ultima. Scompiglio forza subito su Preziosa Penelope e si libera, con una mezza sportellata, della giraffa prendendo la terza posizione. Davanti è bravo Brio a cercare il momento propizio per superare Mocambo e Bellocchio. Il fantino senese richiama l'esperta Morosita Prima senza voler rischiare, convinto della maggior potenza e stamina della cavalla rispetto all'avversario. Dopo il casato il Drago passa davanti a tutti, superando all'interno la rivale inseguito subito dalla lupa che non perde tempo per emularne la manovra. Al secondo San Martino cade banalmente di groppa Bellocchio, con l'aquila, chiamata a una difficile rimonta, che può così sperare di aver un ruolo più facile per lanciarsi all'inseguimento delle due più attese rivali. Anonima la tartuca, mai in gara, costretta invece a fermare la giraffa per il cedimento dell'anteriore del suo cavallo. Secondo casato con due sorellastre, per linea paterna, a contendersi il drappellone. Il drago da una parte, dall'altra la lupa con la storia pronta a scrivere un nuovo esaltante capitolo nel grande libro del palio. Brio prova a controllare lo scatenato Scompiglio che prepara San Martino con una traiettoria interna. Le due cavalle entrano in contatto prima del terzo passaggio della grande giustiziera del palio, come viene spesso definita la curva di San Martino. Brio chiude la porta, ma Scompiglio ci si butta dentro con grande coraggio. Esemplare Preziosa Penelope, che dimostra un grande cuore e una fiducia massima negli ordini impartiti dal suo interprete. Senza paure, si fionda tra il muretto e la calca umana che è assiepata in piazza e che urla e incita, senza dare cenni di nessuna difesa. Tenta la parata (così in gergo è definita la manovra di chiusura) Brio che chiude il più possibile, ma non ricorre alle maniere scorrette. La lupa sembra un gatto che si assottiglia per passare nel millimetrico pertugio. Viene agevolata dal fatto che Brio non gli usi il nerbo contro. Scompiglio compie così un sorpasso che ricorda la strepitosa manovra che il pilota tedesco Stefan Bellof eseguì, nel gran premio di Monaco del 1984 (quello della rivelazione Senna), ai danni di René Arnoux alla guida del cavallino rampante. Un sorpasso eseguito con l'auto, la peggiore del lotto partita dall'ultima fila, con le ruote destre sparate sopra il marciapiede poco prima della curva più lenta dell'intero mondiale della F1: il Mirabeau. E qua, a Siena, il sorpasso avviene, come a Monaco, poco prima della piegata secca della curva più lenta della corsa: San Martino. Scompiglio va largo, Preziosa Penelope si piega, sembra sul punto di cadere. I contradaioli di Camporegio tornano a sperare, ma la femmina resta in piedi. Scompiglio la richiama all'azione, mentre Brio prova a disegnare la traiettoria da replica sull'avversaria. Più indietro l'aquila viene ostacolata dallo scosso del nicchio e non completa la rimonta. E' la Lupa che vince e non tradisce il suo appuntamento con la storia entrando nella leggenda della manifestazione. Secondo il drago, davanti allo scosso del Nicchio, indi Aquila, civetta, bruco e una deludentissima tartuca.
E' notte fonda per la SOVRANA, caduta vittima di un numero da mago di chi ha il nome quasi identico di quello Strega che regalò alla Lupa il secondo palio della sua storia. Così Bartoletti ha regalato il secondo palio del 2016 alla contrada bianco-nera come invece Bartaletti (in alcuni casi riportato come Bortoletti, un po' come le discrepanze tra il nome di Mattia o Mattio Mancini), detto Strega, fece scoppiare per la seconda volta di gioia i contradaioli nel lontano 1703 con Capitanello. Quando si dice palio estoterico e forza cabbalistica. Sacro e profano, bizzarro mix che solo i senesi, e pochi eletti, possono capire.

JONATHAN BARTOLETTI
in arte SCOMPIGLIO
in formato SUPERMAN.
Il pistoiese ha egugliato il record di GANASCIA del 1933.
I due sono gli unici due fantini nella storia del Palio
ad aver vinto nello stesso anno i pali di luglio e agosto con lo
stesso cavallo e la stessa contrada.
(Foto Epochtimes.it).

Oltre a Bartoletti entra nella storia del palio anche Preziosa Penelope che iscrive il proprio nome nel registro dei cavalli capaci di vincere almeno due pali l'uno di seguito all'altro. In totale sono stati 21 i cavalli capaci di compiere una simile impresa con il record assoluto marcato da Uberta de Mores, vincitrice di quattro pali di fila, due dei quali straordinari, con quattro fantini diversi dall'agosto del 1960 al luglio del 1961. Tre vittorie di fila poi per Folco, l'unico capace di ripetersi due volte con due doppiette ulteriori, Gaudenzia, Ruello e Topolone.  Il numero si dimezza quasi a dodici se andiamo a vedere i cavalli capaci di centrare il loro personale cappotto con addirittura una cavalla, Gaudenzia, unica a centrare una tripletta con cappotto più palio straordinario, impresa marcata nel 1954. Di Folco invece l'unico doppio cappotto con lo storico cappotto integrale marcato nel 1933 e uno personale nel 1937.
Erano undici anni che un cavallo non riusciva nell'impresa di vincere per due volte di fila un palio e di centrare il suo personale cappotto stagionale. Non accadeva dal doppio marcato dal fratellastro di Preziosa Penelope, per linea paterna (il padre è sempre Approach the Bench, su cui ci soffermeremo di seguito), Berio che fece suoi i due pali del 2005. Prima di allora, scorrendo le statistiche, retrocediamo di ulteriori ulteriori 27 anni con Urbino de Ozieri, eroe del 1978, quindi Panezio che fece altrettanto nel 1973.
Ma chi è Preziosa Penelope? Vediamolo qui di seguito.
Nasce nel 2008 nel regno degli anglo-arabi italiani: in Sardegna. Il padre è lo stallone irlandese Approach the Bench, un cavallo che potrebbe determinare errori per i non addetti ai lavori. Letteralmente "Avvicinatevi al banco" come suol dire un giudice americano alle due parti in causa. Il nome di battesimo è un gioco di pura ironia inglese, o meglio irlandese, della Sweetenham Stud che ne è l'allevatore. E' infatti figlio del qualitativo Law Society ovvero la società della legge, nipote in linea materna di Pharly. E così dal riferimento legislativo al proverbiale avvicinatevi al banco per parlare col giudice. Ma perché abbiamo detto è un cavallo che può indurre in errore? Semplicemente perché è omonimo di un altro cavallo che è nato, più o meno, nel medesimo periodo ma che è figlio di una fattrice che si chiama Across the Bar, figlia di Cyane. Infatti mentre il "nostro" Approach iniziava la carriera, l'altro nasceva. E' il 1990 l'anno che accomuna i due cavalli. Per chi è interessato a saperne di più suggeriamo la consultazione del bel catalogo che potete consultare all'indirizzo sardegnaagricoltura.it/documenti/14_43_20140214105328.pdf e che, ironia della sorte, parte da un soggetto che si chiama Alkatraz, storico e leggendario carcere anti-evasione, e prosegue in ordine alfabetico. Cavallo che ha corso da due a sei anni, ovvero dal 1990 al 1994, disputando 42 corse, quasi tutte pattern race, soprattutto in Irlanda, ma anche in Inghilterra, Francia, Germania e, a fine carriera, negli Stati Uniti, riportando sette vittorie e svariati piazzamenti. Miler puro, arrivato in vecchiaia ad affermarsi sui 2.000 metri. Curioso verificare come abbia ottenuto il meglio, nella propria carriera, a due anni e nell'ultimo anno di carriera, a sei anni, riportando in questi due anni l'80% del totale delle sue vincite. 
Ha vinto un Gruppo 2 a due anni in Irlanda, il Juddmonte EBF Beresford Stakes (Gr.2) a Curragh, quattro Listed Race, per poi deliziarsi, a fine carriera, nel territorio statunitense (dove è nato l'altro Approach the Bench), in California per la precisione, conquistando così la qualifica per tentare la via del riproduttore. Un rientro, dopo un anno di inattività, a Hollywood Park con vittoria a reclamare quindi la vittoria da 170.000 euro nell'Eddie Read Handicap (Gr.1) a Del Mar, periferia di San Diego, giungendo secondo in un Gruppo 2 della medesima pista e terzo nell'Oak Tree Invitational Handicap (Gr.1) nel regno di Arcadia che risponde al nome di Santa Anita. Vanta, oltre alle vittorie e ai piazzamenti in territorio americano, quindici piazzamenti nei primi quattro posti in pattern race così ripartiti: un piazzamento in Gruppo 2 nel Tattersalls Gold Cup, di Curragh, quattro piazzamenti in Gruppo 3 e 10 in Listed, per un totale di vincite di 550.000 euro. Dunque uno stallone di gran lunga sopra la media se si valuta il parco genealogico degli anglo-arabi sardi.

APPROACH THE BENCH
ha generato 23 cavalli che hanno preso parte al palio di Siena,
riportando 16 vittorie frutto delle vittorie ottenute
da nove figli.

Ritirato in razza nel 1995, ha operato in Irlanda per il primo anno di monte dando la luce a un pugno di figli, quattro dei quali vincitori, tra cui l'ottimo, ma sfortunato castrone deceduto a quattro anni, Access All Areas vincitore in Irlanda di due corse tra cui l'Oral B Marble Hill Stakes (L) a Leopardstown, secondo nel Heinz 57 Phoenix Stakes (Gr.1) sulla medesima pista e piazzato in un ulteriore Gruppo 3 e in una Listed. Si tratta del miglior figlio di Approach the Bench. Tre vittorie e un piazzamento in Listed, sempre in Irlanda, per Dame Portia, una vittoria per l'unico figlio capace di affermarsi in siepi, Eagle Legal, in quel di Fairyhouse. Una vittoria anche per Ostarrichi, sempre sulla pista di Leopardstown, che deve il suo nome dal fatto di avere una madre nata in Austria. Questo il bilancio del primo anno di monta dello stallone su cui poi cadono gli occhi dell'Istituto Incremento Ippica Sardegna che lo individua e lo acquista per migliorare l'allevamento dell'anglo-arabo sardo. Si tratta di una destinazione curiosa, perché il cavallo ben potrebbe proseguire la sua stagione di monte nell'ambito dei purosangue. I piazzamenti ottenuti da Access All Areas dimostrano delle qualità da non sottovalutare, ma in Sardegna si pensa agli anglo arabi. Lo stallone genererà figli per questa nuova destinazione dal 1997 al 2010, essendo disponibile per tredici anni e diventando padre di quasi tutti mezzosangue. Ritornerà, parzialmente, a coprire fattrici purosangue inglese solo nel 2000 e nel 2001 contribuendo a dare la luce a otto cavalli, la metà dei quali vincitori (in Sardegna), tra cui i vincitori in categoria di minima  Minestra e Mara the Bench e i lievemente più qualitativi Su Dillu e Giualera. Ampio invece il numero dei mezzosangue nati dal seme di Approach the Bench, circa 260 di cui 246 scesi in pista, 125 dei quali vincitori (51%). Il miglior mezzosangue figlio di questo erede di Law Society è stato il campione Champion Ever, vincitore nel 2001 del Derby Italiano dell'Anglo Arabo corso a Napoli, del Gran Premio dell'Anglo Arabo andato in scena a Chilivani, nella fattispecie battendo il favorito ospite francese di De Lanfranchi montato dall'ex fantino da ostacoli, scuola De la Motte, Frank Cheyer, e del 44° Gran Premio Sardo sempre a Chilivani. Tutti gran premi da oltre 17.000 euro al primo. Risultati che spinsero l'allenatore, Massimo Coghe (indimenticabile fantino anche in piazza del campo col nome di Massimino) a presentarlo niente meno che a Saint-Cloud (unico figlio di Approach the Bench ad aver corso in Francia, a parte una parentesi costituita da un purosangue nato nel primo anno di monta dello stallone e di proprietà svizzera) nel G.P. des Anglos-Arabes ovvero la corsa più importante in Europa per la categoria, con in sella proprio Massimo Coghe. Misero undiciesimo posto, ma corsa difficilissima e prestigiosa. Il baio chiuderà la carriera con tredici corse, da tre a quattro anni, nove vittorie e tre piazzamenti. Vincerà anche l'ideale titolo del miglior tre anni mezzosangue italiano della stagione 2001 e del miglior mezzosangue adulto nel 2002. In Italia è stato battuto unicamente al debutto (quando corse da ultimo cavallo del campo, 36 a 1, quota shock se letta a posteriori dato che si tratta di uno dei migliori mezzosangue dell'ultimo ventennio) e all'ultima corsa in carriera oltre che a Grosseto nel Gran Premio Sella Italiano, con 21.000 euro in palio, da Calum. Vince in carriera qualcosa come 95.000 euro (somma faraonica per la categoria mezzosangue).
Il secondo cavallo ad aver vinto più somme è stato Fargo Wells. Livello assai inferiore rispetto all'allievo di Coghe, ma carriera assai più longeva. Addirittura 73 corse in carriera per 72.000 euro di vincite. Buon soggetto, non capace però di vincere i premi principali. Dodici le vittorie che si aggiungono ai 39 piazzamenti. Superiore, ma meno vincente, Cimarron. Anche lui in pista per 73 volte, battuto di dieci lunghezze dal fratellastro Champion Ever (che dimostra così la sua netta superiorità tra i fratellastri e non solo) nel 44° Gran Premio Sardo chiuso comunque in un eccellente secondo posto, record poi di vittorie nella famiglia Approach the Bench con addirittura qualcosa come 20 acuti, praticamente su tutte le piste. Ha vinto a Chilivani, Grosseto, Corridonia, Sassari, Capalbio e Siena. Su quest'ultima piazza si è aggiudicato il premio che, se i cavalli fossero umani, sarebbe più importante della sua carriera per la valenza simbolica. Sulla pista ora soppressa, un po' come quelle contrade che al giorno d'oggi si limitano alla sfilata (vedi l'Orso, il Leone, la Spada Forte o la Vipera), il 14 settembre del 2002 vinse la vendere intitolata al padre Approach the Bench battendo, tra gli altri, Choci, futuro vincitore del palio di Siena per la contrada della pantera e per la prima vittoria delle cinque fin qui conquistate di Andrea Mari in arte Brio, rifilandogli oltre undici lunghezze. Per lui sono stati 61.000 gli euro vinti con il quarto posto in questa speciale classifica. Ha fatto meglio di lui la coetanea Carisma di Gallura, la migliore femmina generata dall'erede di Law Society. Diciassette vittorie (seconda in questo solo dietro a Cimarron) in 76 uscite. E' la terza classificata di quel famoso 44° Gran Premio Sardo chiusosi con una storica tripletta marcata dagli eredi di Approach the Bench. Ha vinto circa 67.000 euro.
Somme più basse, ma premi più importanti in bacheca per Bramida de Campeda, vincitrice del Gran Premio dell'Anglo Arabo a Napoli nel 2003, Frina de P.Ulpu, vincitrice del Gran Premio C.I.A.A. dell'Anglo Arabo a Chilivani, Fillandia, vincitrice del Premio dell'Anglo Arabo di Grosseto, Gia' del Menhir vincitore del Premio La Thuile a Grosseto (17.000 euro al primo) oltre che del Palio di Siena, Incantos trionfatore, unico dopo Champion Ever a esserci riusciuto nella dinastia, nel 49° Gran Premio Sardo e, in quel delle Capannelle, a Roma, nel Pr. C.I.A.A. Conferenza Internazionale dell'Anglo Arabo (12.750 al primo), successo quest'ultimo bissato da Laliquie, vincitore anche del Pr.St.Vincent a Grosseto con premio al primo di 17.000 euro. Questa è la crema generata da Approach the Bench per le prove regolari (così sono quelle definite in ippodromo). Ma non basta...
I figli di Approach the Bench si sono rivelati a grande agio soprattutto nei pali, con il Palio di Siena in testa. Sono stati addirittura ventitrè, numero che simboleggia la fortuna, i prodotti di questo stallone ad aver preso parte ad almeno una carriera. Nove sono risultati vincitori e hanno portato nelle sedi delle contrade che li hanno avuti in sorte qualcosa come sedici pali. Ma non basta... Tra questi figura il cavallo più vincente dell'ultimo secolo, un "bombolone" che ha disputato solo sei carriere, perché ritenuto manifestatamente superiore rispetto agli altri, vincendone quattro sempre guidato da Trecciolino (quando lo hanno montato altri non ha vinto). Si tratta di Berio, cavallo potente non in grado di esprimersi ai massimi livelli in ippodromo (due soli piazzamenti in sette corse) ma imbattibile in piazza del campo, al punto da esser repetutato, un po' da tutti, come il più forte mezzosangue, di quelli dell'ultima generazione, visto a Siena. Di grosso calibro anche il già citato Gia' del Menhir, due vittorie in tre carriere, Istriceddu, Morosita Prima e la qui omaggiata Preziosa Penelope (stesso score di Gia' del Menhir). Si tratta infatti di quattro cavalli che hanno vinto due pali. A parte Berio, solo Fedora Saura (figlia di Vidoc III) è riuscita a fare meglio nell'ultimo secolo. Dati che eleggono Approach the Bench quale stallone record nel palio di Siena. Per dovere di completezza si segnalano anche gli altri quattro prodotti vincitori del Palio ovvero Elisir Logudoro, Lo Specialista, Mississippi e Occolè.

Il cavallo più vincente dell'ultimo secolo
al palio di Siena, 
BERIO è fratellastro per linea 
paterna di Preziosa Penelope essendo figlio di
APPROACH THE BENCH.
Qua in accoppiata col fantino più vincente
tra quelli ancora in attività: TRECCIOLINO.
I due hanno vinto, insieme, quattro pali.
(Foto ilpalio.org)

Preziosa Penelope viene allevata dalla signora Maria Teresa Pes, già proprietaria della madre Chimera Carina, appartenuta, per la precisione, a Pietrina Pes (una piccola proprietaria che ha preso parte a undici corse senza vincerne alcuna) che disponeva di una giubba dai colori speculari (mentre la prima era bianca con maniche e berretto rosso, la seconda era rossa con maniche e berretto bianco). Si tratta di piccoli proprietari, Maria Teresa ha preso parte a sole tre corse nel 2012 vincendo al debutto il Premio Gazzetta dello Sport, a Sassari, con l'ultimo prodotto di Chimera Carina ovvero Queen Daiana (una delle due sorelle piene di Preziosa Penelope). Cavalla piuttosto mediocre questa Chimera Carina, figlia del purosangue arabo Veinard al Maury, ma buona riproduttrice. Appena cinque corse a tre anni, con due modesti piazzamenti dettati dai ristretti campi partenti. Terza a vendere, su quattro partenti, sui 1.500 metri di Sassari. Quarta e ultima in una maiden sui 1.000 metri, lontana di sette dal terzo, intitolata alla città di Siena ma in scena sempre a Sassari. Seminata per la pista nelle altre prove con pesanti distacchi. Qualità generazionale che non si conferma eccelsa se andiamo a vedere le prestazioni della sorellastra di Chimera Carina, ovvero Zingara Baia (futura fattrice con risultati più scadenti della sorella)generata nel 1995 dal vecchissimo mezzosangue (classe '69) Quel de Lechereo, e mai vincitrice in nove uscite (2.300 euro di vincite provento di quattro piazzamenti). La nonna di Preziosa Penelope, tale Rigorosa, dall'anglo arabo francese Sacripant, è una cavalla inedita figlia della mezzosangue Carezza da non confondere, come si potrebbe fare leggendo ippicabiz, con l'omonima e quasi coetanea purosangue da Club House a sua volta madre della femmina  Ei Caramella apparsa in Piazza del Campo nell'ultimo palio straordinario ovvero quello del nove settembre del 2000. La Carezza in questione, invece, è una figlia di Ungaretti nata nel 1978.
Questo per sommi capi l'albero genealogico della cavalla, 37% di sangue arabo nelle vene, che vanta comunque alcuni interessanti fratelli. Terza di quattro prodotti, tutti vincitori, è sorellastra dell'eccelsa Irasema (figlia di Welsh Guide) capace di vincere quattro corse di fila a tre anni, intervallate da un quarto posto nel Derby Italiano dell'Anglo Arabo di Napoli e di vincere ancora alla sesta uscita prima di finire fattrice di tre prodotti tutti vincitori. Meno qualitativi i due fratelli pieni Novanta (vincitore di sei corse dai 1.000 ai 2.200 metri) e la più giovane Queen Daiana.
Preziosa Penelope viene acquistata da Tomaso Manchia, rimasto soddisfatto delle prestazioni del suo precedente Irasema al punto da acquistare anche i due successivi prodotti di Chimera Carina. Debutta a tre anni senza grandi aspettative vincendo subito, una di seguito all'altra, due reclamare in quel di Chilivani e Sassari. Al debutto sciocca i bookmakers che la bancano 50 a 1, praticamente penultima cavalla del campo o quasi. Batte di due quello che diventerà un suo rivale di piazza: Porto Alabe, favorito netto della prova. Tra i battuti, quinto, a sei lunghezze abbondanti c'è Phatos de Ozieri con cui Preziosa Penelope duellerà nel palio del due luglio 2016. Si conferma un mese dopo a Sassari, questa volta da favorita del campo. Manchia, che la tiene in allenamento da Antonio Cottu, prova il salto di categoria in handicap. La cavalla chiude quinta, nonostante uno dei pesi più bassi della scala. Terzo, però, c'è Porto Alabe che la batte di cinque. La cavalla soffre probabilmente il passaggio dai 1.500 della prima prova ai 2.000, risultando molto più a suo agio sui 1.000 metri come visto a Sassari alla seconda uscita. Manchia però insiste sulla distanza, in preparazione al 54° Derby Sardo. Arrivano così due interessanti piazzamenti. Seconda sui 1.800 metri a Chilivani, in un discendente dove è la numero due della scala, battuta da un peso leggero a cui concede tredici chili. Terza addirittura sui 2.300 metri, rivelandosi così maturata e capace di coprire tutte le distanze, sempre a Chilivani e sempre da numero due della scala di un discendente. Vince ancora una volta un peso leggero che beneficia di dieci chili di vantaggio. Corre la sua ultima corsa a tre anni, nel main event costituito dal Derby Sardo, in rapporto di scuderia con la bis cugina Periclea (terza madre, Carezza, in comune) a cui però va la seconda monta. E' una corsa densa di sorprese. Il favorito netto Profondo Rosso viene battuto da un outsider che vince di sette. Preziosa perde di una testa il quinto posto ma batte un soggetto di qualità come Powell, suo fratellastro per linea paterna e plurivincitore anche a Grosseto. Quarto chiude invece Periclea.
Non è dato sapere se la cavalla si infortuni, certo è che resta lontano dalle piste per due anni. L'acquista Antonio Pozzi che la fa correre in provinica a Mociano per poi iscriverla alle pove di addestramento mattutine per il palio di Siena del luglio 2013. La cavalla viene ammessa, disputa le prove  montata da Alessio Migheli, ma non viene ammessa alla tratta. Non disputa invece le prove di agosto perché non vi viene ammessa. Ricompare allora a settembre a Corridonia, due anni dopo dall'ultima presenza in pista, con i colori di Luigi Migheli. Le prestazioni sono compromesse. Disputa tre prove in due mesi, categoria vendere e discendente di minima. Poco importa se il peso sia allettante, finisce lontana, penultima o ultima, talvolta distaccata dal gruppo. Grazie e arrivederci, viene destinata a sei anni al circuito delle corse in provincia, le non regolari, chiudendo con gli ippodromi con circa 4.500 euro di vincite e due vittorie. La riceve in allenamento Mannucci e continua a perfezionarsi a Monticiano e a Mociano. Pozzi non riesce tuttavia a vederla neppure ammessa alle prove nel palio di luglio del 2014, scoglio superato ad agosto ma senza ottenere l'ammissione alla tratta. Arriva la decisione di venderla. A scommettere sulla femmina, ormai giunta a sette anni,  è la senese, contradaiola della pantera, Sandra Rossi che l'affida ancora a Elias Mannucci, giovane sanminiatese detto Turbine.  Arrivano buoni risultati in provincia, la cavalla vince a Mociano e a Monticiano tanto che a luglio 2015 accede alla tratta. Solo ad agosto però riesce a essere scelta dai capitani tre i dieci eletti che dispueranno il palio. La sorte l'affida all'onda che sceglie Alberto Ricceri, detto Salasso, quale monta. E' una carriera livellata, a posteriori alla piena portata di Preziosa Penelope. Non fortunata il giorno del palio, viene designata quale contrada di rincorsa. Salasso entra in modo telefonato e parte abbondantemente ultimo. La cavalla prova a recuperare al primo San Martino, supera un paio di avversarie, ma va larga finendo di nuovo ultima. Salasso non riesce a farla avanzare, al secondo casato è ancora penultima. Finisce lontanissima dal vincitore Polonski, nelle ultime posizioni. Il suo primo palio fa pensare a tutto meno che a un bombolone, neppure a un cornetto non farcito.
Nel 2016 Sandra Rossi la manda in allenamento da Francesco Caria, detto Tremendo, che ottiene buoni risultati a primavera sulle piste di provincia di Monciano e Mociano. I capitani delle contrade ne apprezzano le gesta e la cavalla viene ancora selezionata a luglio. Il resto è storia. Intervistata, Sandra Rossi dirà di aver creduto nei mezzi della cavalla per due anni e di aver fatto di tutto per portarla al top all'appuntamento topico di una stagione per farle fare un grande palio. Così dopo il primo palio: "Era una delle più desiderate ma aveva tutto da dimostrare... Aveva un alone intorno a se di dubbio. In realtà è una cavalla che ha tanta, tanta, potenzialità e c'ha tanta qualità". E' una Rossi addirittura sorpresa quella che appare ai microfoni nella sera del 16 agosto, avvicinata da alcuni giornalisti: "Questa Penelope è una fuoriclasse..." inziia a dire, quindi la vediamo allargare le braccia, scuotere lievemente il capo, e proseguire: "Non ci sono più aggettivi per definirla. UNA FERRARI DIREI CHE è LIMITATIVO. Noi siamo al settimo cielo. Due pali in un anno penso sia il sogno di tutti... Dobbiamo dire un grazie al suo allenatore, Francesco Caria, che la tiene benissimo. E' una cavalla fortissima!"  E allora complimenti alla Lupa, a Scompiglio, fantino nato nella giostra dell'orso di Pistoia e appartenente al Rione del Drago (da simpatizzante della contrada del drago, quella di Camporegio, verrebbe da dirgli di aver trovato quasi un rimando alle sue prime esperienze dato che in entrambi i pali ha visto il drago chiudere alle sue spalle in seconda posizione, quasi a portarlo al successo), ma soprattutto a Sandra Rossi che ha scommesso su una cavalla che non sembrava affatto extraterrestre e al suo allenatore Caria che, pur chiamato a montare il debuttante Remistirio al Leocorno, ha visto la sua cavalla di tutti i giorni entrare nella leggenda.
Come dicono i giornalisti RAI che ogni anno commentano in diretta da piazza del campo: IN UN TRIPUDIO DI BANDIERE E DI COLORI, SIENA TRIONFA IMMORTALE.

Ps: Relativamente all'infortunio patito da Reynard King, il cavallo della giraffa, il dottor Ciampoli così si è espresso: "La situazione clinica del cavallo è buona: Reynard King ha avuto una distorsione interfalangea prossimale tra la prima e la seconda falange dell'anteriore destro, non si è trattato di frattura ma solo di una distorsione che in un primo momento sembrava anche più grave ma dagli accertamenti (radiografie, ecografie ecc.) tutto è stato ridimensionato. Reynard King non è stato operato, abbiamo semplicemente applicato un bendaggio rigido in fibra di vetro che ci permette di bloccare tutta l'articolazione. La progonosi è di un recupero completo nel giro di 60 giorni. Lo terremo ricoverato e sotto controllo da noi almeno per un mese, dovrà tenere il bendaggio per 3/4 settimane. In questa fase verranno applicati ultrasuoni o laser per migliorare il recupero e facilitare la guarigione, speriamo per quella data di restituirlo al proprietario o in alternativa mandarlo al pensionato, se decidono di non farlo più correre".

L'attuale proprietaria di PREZIOSA PENELOPE
SANDRA ROSSI.


PROSEGUE CON L'OMAGGIO AL PALIO DI FERMO