domenica 14 agosto 2016

Responso 12° e 13° Giornata, Maia, Merano.


UN ALLYCAT FORMATO UFO VOLANTE SCOMBUSSOLA I PIANI E GUIDA LA CARICA: PRONOSTICI IMPAZZITI

Amaranthus è del cielo il colore tra i tre anni, accantonata anche l'opzione bianco dopo quella formato oro. Si fa dunque chiarezza in cielo, prima del Mazzoni. Pazzesca edizione invece del Carica Isbunschenskij dove Allycat e Cherchi centrano un successo che il baio aveva centrato solo una volta a Sedgefield. Questo lo score: una vittoria in sedici corse e mai più sopra il quarto posto. Battuti i campioncini di specialità Arman e Ara Gold. Vittoria da 115 a 1 in piano per il crosser Kardo a render bollente l'atmosfera da qui la particolare tonalità dominante.

ALLYCAT
con i vecchi colori di Mickey Stud e Derrick Mossop
(Foto chrisgrantracing.co.uk)

Commento di Matteo Mancini
Spettacolo nel Carica Isbuschenchenskij dove succede l'imponderabile. Favorito netto il grigio Ara Gold di Paolo Favero, reduce dal successo nel Grande Steeple Chase di Roma, Gruppo 3, e vincitore praticamente di tutte le massime prove in cross svoltesi in Italia, Nazioni (Gr.2) compreso. "Si limiterà a vincere o stravincerà" pensa qualcuno alla lettura dei partenti, ma non noi. Facciamo subito notare un peso proibitivo sulle spalle e lo togliamo tra i pretendenti alla vittoria. Distanza poi accorciata rispetto ai canoni, per qualcuno potrebbe esser uno svantaggio per il figlio di Goldneyev specializzato nelle distanze superiori ai 4.000 metri. Eccezione che ci trova solo parzialmente d'accordo, dato il peso in groppa e l'attitudine di testa del soggetto, dunque accorciare significa ridurre l'incidenza del peso. Ciò nonostante i 76 chili e mezzo non spaventano gli scommettitori e fanno invece d'oro i bookmakers: il grigio viene eletto favorito netto della prova: 16/10. Attesa però la risposta dal ceko Arman, rivale storico dell'ex Centrale, e anch'esso vincitore e pluripiazzato nelle due prove regine del settore. In bacheca la coppa, anche per lui, del Grande Steeple Chase di Roma. Vana lo affida al figlio e mette la seconda monta sul rigenerato Star Maker, il quarto per gli scommettitori dopo il grigio Salar Fircroft che Romano ripropone in cross dopo un periodo in siepi. 
Si aggira al dieci a uno la quota del nostro atteso: l'ex Giannotti Nils. Peso eccellente ma forma smarrita dopo il passaggio da Favero a Semenka. Si tratta di un vincitore del Duca D'Aosta oltre che pluripiazzato in prove di Gruppo di specialità. E gli altri? 30 a 1 Larsen Bay, che debutta in cross, poi i due scudieri del favorito: l'interessante Shame e l'estremo outsider della prova Allycat, finito addirittura fuori dai cinque nel cross per dilettanti con a meno di una lunghezza la ciuchissima New Girl e dietro a Vanessa del Cardo. La quota se non corresse per Favero? Non provate a immaginarla... In sella Cherchi a ricordare uno storico volume della giornalista della RepubBlica interessata di sport.
Queste le premesse... e dopo cosa succede? Di tutto... naturalmente, è il cross. Va in testa come consuetudine Ara Gold con Joe Bartos. A dispetto del peso, il grigio tira via di buona lena e divora i 3.500 metri con discreta sicurezza, ma moderando le possibilità esplosive che lo caratterizzano. Andatura va bene, ma non certo indiavolata. Lo tiene a tiro l'altro grigio, il portacolori Guglielmi, Salar Fircroft marcato dalla coppia Favero costituita da un brillante Shame e dal "braccialettato" giallo Allycat. A tiro Star Maker, quindi la coppia Nils e Larsen Bay con in coda, a qualche lunghezza, Arman.
Al passaggio davanti alle tribune, a circa metà prova, Shame rileva Salar Fircroft in seconda posizione. Si mostra vivo anche Nils che va in quarta su Allycat, a una lunghezza Star Maker, più discosti gli altri due.
A laghetto perde la postura, pur avendo saltato bene, Salar Fircroft che viene beffato dal dislivello in uscita e cade in acqua. L'allievo di Romano intralcia non poco Nils. Jiri Kousek è bravo a restare in equilibrio e a riprendere la posizione. Grave empasse anche per Shame costretto, letteralmente, a saltare il rivale per non restare travolto nel capitombolo. Il baio interrompe l'azione e finisce in coda al drappello con Pastuszka costretto a lavorare di braccia e frusta per riportarlo sotto. Ne approfitta, indirettamente, Ara Gold che si ritrova da due a circa otto lunghezze di vantaggio, quando si piega sulla marrana. Un vantaggio e uno sviluppo di corsa decisivo per un soggetto della sua levatura, ma non qua. Sulla marrana cade di sella in modo goffo proprio Pastuszka che lascia scosso Shame. E' il compagno di colori superstite del fuggitivo a serrare l'inseguimento e a far saltare i pronostici. Cherchi spinge come un dannato l'estremo outsider Allycat tirandosi dietro Nils e soprattutto Arman che dopo gara attendistica entra nel vivo con Pepe Vana. A contatto, ma in difficoltà, Star Maker e Larsen Bay. Ara Gold entra in dirittura ancora in vantaggio, ma il peso fa sentire la sua morsa: quasi dieci chili la differenza sul compagno di colori che gli piomba addosso prima dell'ultima insidia. Scuola Civel contro scuola Grant. Prova a fare l'arrivo anche Nils che però non accende il turbo, a differenza invece di Arman che va a cercare lo steccato opposto in chiaro stile Vana, dovendo però recuperare parecchio nel tratto piano conclusivo. Francia, Inghilterra e Repubblica Ceka nel finale. Ai 150 metri conclusivi si appesantisce l'azione di Ara Gold in corda, passa allora il compagno con bracciali gialli Allycat che deve però subire il volo finale di Arman che mangia metri su metri finendo fortissimo ma non a sufficienza. Una lunghezza ancora in favore dell'estremo outsider, l'ex allievo di Chris Grant che se la ride dall'Inghilterra. Dai colori del duo Mickey Stud e Derrick Mossop al rosa shockin' di Favero, torna a vincere questo modestissimo soggetto che vive il suo momento di gloria. Seconda vittoria in carriera in diciassette uscite, dopo l'affermazione in una corsa di minima (inferiore ai 2.000 euro al primo) a Sedgefield, a maggio dello scorso anno, e maiden in ostacoli. Mai piazzato in tredici corse in ostacoli, deludente anche nelle prove per dilettanti di Meran in cross. Sei anni da Beat All, successo più importante nella carriera sia per montepremi sia per avversari battuti: addirittura due vincitori di gruppo più un quarto che ha fatto incetta di vittorie nella specialità. Acquistato da Favero per 2.600 ghinee a Doncaster, in autunno, somma più bassa spesa in quell'occasione dallo zar di Sinigo. Figlio di una cavalla che ha lo stesso nome, ma scritto in modo diverso: Alikat. Prodotto in casa del precedente proprietario, Mickey Stud, venduto per disperazione per gli scarsi successi in pista, ma genetica da campioncino. Uno dei suoi zii, tutti conosciutissimi in Italia (segnalo anche l'ostacolista Borgo Pio), Spirit of Sport ha trionfato anche in territorio cinese, a Hong Kong, oltre che nel Botticelli (L) a Roma e terzo nel Daumier (L) sempre nell'ippodromo della capitale del tricolore in salsa bianco, rosso e verdone. La madre è stata plurivincitrice proprio in ostacoli ma soprattutto è stata madre di un grosso campione fratellastro del modesto Allycat. Stiamo parlando di THE LIQUIDATOR vincitore in Gruppo 1 a Punchestown (Irlanda) e nello Sky Bet Supreme Trial Sharp Novices (Gr.2) in siepi a Cheltenham. Ha altri tre fratelli di cui l'ultimo da Schiapparelli che non vuol certo dire che si tratta di un soggetto che nei rally, leggesi cross per motorizzati, sia una schiappa come i protagonisti di quella famosa partita Bhutan vs Montserrat definita la finale delle Schiappe da una celebre rivista tedesca e ricordata nel volume TUTTI I CERCHI DEL MONDO dell'Audisio come match da leggenda. E dai Cerchi al Cherchi che torna a vincere, primo successo stagionale, dopo le affermazioni dello scorso anno in sodalizio con il team Ghiotti e Ilenia Nero, soprattutto al servizio di Chiaromonte (vincitore e pluripiazzato in Gruppo 1), rivelazione indiscussa tra le siepi per anziani del 2015. Il sardo, giunto alla votazione da lode in questo 2016 in fatto di monte (trentunesima uscita), non vinceva dal San Giorgio corso il tre ottobre del 2015 sullo scomparso Drounais (abbattuto per un infortunio dovuto a una gibbosità del terreno di San Siro in inverno). Per lui si tratta della settima vittoria in carriera, la seconda con Favero che gli aveva regalato la possibilità di conquistare la prima vittoria in assoluto sull'acquitrinio di Grosseto in sella a La Grande Vera. Quel giorno, sembra, che in pista cantassero tutti Have You Ever Seen The Rain, ma qualche nostalgico locale, per sottolineare l'affermazione alquanto Bella, pare che abbia intonato: Come Pioveva... Come Pioveva! ideale conclusione per chi pensa alla musica come suggerisce la quarta madre di Allycat che si chiama, giust'appunto, Think Music.


QuaNDo l'estate si fa rovente...
THE LIQUIDATOR
per spegnere i bollori dei tuoi avversari!
(Foto p2p.ie)

E dalla Think Music passiamo alle note di Ramazzotti che cantava Amaranto del cielo il colore per affrontare le siepi del Fiorio. Amaranthus conferma la propria superiorità tra i tre anni e vince da un capo all'altro per la connection Romano: Raffaele in sella e Remo ai colori per un doppio Romeo come conviene nell'alfabeto Nato. Il prodotto degli allevamenti Farina ha così riportato il quarto successo nelle ultime cinque uscite. Buona la quota di 24/10 offerta al totalizzatore, per una vittoria che era nell'aria. Il baio ha dovuto comunque resistere all'affondo finale di un cresciutissimo Leitrim Traveller che avevamo definito come l'unico che avrebbe potuto scombussolare i piani di una prova dall'esito già scritto in partenza. Il portacolori di Aichner, montato nell'occasione da Dirk Fuhrmann per l'indisponibilità di John Paul Brennan, ha preso di mira il battistrada da metà percorso in poi per sferrargli un deciso attacco dopo l'ultima siepe. Bell'arrivo con i due, spostati sulla parte esterna della pista, a duellare e con un Amaranthus inesauribile al punto da raschiare dal fondo le energie sufficienti per portare a casa la vittoria e rispondere, colpo su colpo, all'americano pescato in Inghilterra da Aichner. Da sottolineare quindi la bella corsa per quest'ultimo soggetto, alla seconda uscita in ostacoli, che lo eleva tra i candidati alla vittoria per i gran premi per tre anni prossimi venturi. Siamo infatti convinti che Leitrim Traveller abbia importanti margini di crescita.
Terzo posto per un cresciuto, pur se a piccolissimi passi, Lost Monark che conquista un altro piazzamento ed è dunque pronto per ambire a una vittoria in categoria inferiore. Il grigio, ex Nuova Sbarra, 17 a 1, conquista il quarto terzo posto consecutivo pur non essendo mai stato capace di contendere la vittoria agli avversari di turno. Se scende di categoria potrebbe esser interessante anche se, questi piazzamenti, rischiano di caricarlo al peso.
Deludente quarto posto per un sudatissimo Golden Hello, il controfavorito, apparso coperto di schiuma sui pettorali. Il Favero ha corso per vincere stando sui primi e cercando, a rimorchio di Leitrim Traveller, di sferrare l'attacco al battistrada sulla piegata finale, pagando però dazio all'epilogo al punto da finire battuto anche da Lost Monark e soprattutto da subire tredici lunghezze dai due attesi rivali finiti in fotografia stretta.
Maluccio anche Sareerah, quinta grazie a un discreto tratto piano finale che le ha permesso di acciuffare a pochi metri dal palo un arrembante, ma limitato, Kolt Tango. La figlia di Teofilo, in pista con classico paraombre di colore scuro tipico dei portacolori Favero, ha pagato l'accelerazione sulla dirittura opposta a quella di arrivo perdendo battute preziose. Pessimo White Ensign, partito ultimo e lì rimasto per tutta la corsa. Penso di poter dire che il grigio, insieme a Velociter, per le qualità attese sia una delle delusioni più cocenti di scuderia.
Applausi a scena aperta meritati per Raf Romano che torna a conquistare, virtualmente, il primo posto in solitaria nella classifica fantini della riunione meranese a distanza di due anni grazie ai nove successi contro gli otto del rivale ceko Joe Bartos. Chissà se Enrico Polito, che prima aveva in mano il cavallo, si morderà le mani per averlo venduto, credo di poter dire, a prezzo di bassa entità... Non c'è però da farne una colpa: con i cavalli è spesso una lotteria e non certo per richiamare in causa un certo vincitore del Grand National che scioccò tutti con Mason in sella, dando l'avvio a una leggenda nella prima edizione della gran classica che ha visto vincere soggetti alla quota di 100 a 1 ("per vincere te, devono cadere tutti!" detto fatto). E da Lottery, questo il nome del cavallo, passiamo al clamoroso successo del "crosser" mancato Kardo che ha vinto il Clemente Papi, in pianoalla quota di 115 a 1 dopo la caduta, goffissima di Faust, in una prova per dilettanti vinta da Moqorro.


Battezza con una vittoria la trentreesima uscita in carriera Kardo, cavallo tedesco di nove anni con una lunga carriera in Francia. Acquistato dall'appassionata d'ostacoli Edwina Elliott, al secondo successo in carriera dopo la vittoria in steeple firmata dal bizzoso Collar an Tie il 4 novembre scorso nel Miocamen (a tal proposito si segnala un eccellente quarto posto di questo soggetto, a luglio, in una trasferta tedesca in quel d'Amburgo - accompagnato dal compagno di allenamento Larsen Bay -, prova vinta dal mitico Falconettei compagno di colori di Koffi Lady che avevamo ricordato in sede di presentazione a proposito di Notti Magiche e Chicago).
Soggetto molto qualitativo prima di un gravissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dalle piste, praticamente, per quattro anni. Non vinceva infatti dal marzo del 2012 con vittoria a Deauville in un premio da 25.000 euro circa. Passato dal giallo-nero formato ape di Barbara Taber al bianco-verde della Elliott, è rientrato in modo anonimo, giungendo due volte ultimo in piano e cadendo in cross in modo goffo. In precedenza era stato un allievo di Wern. Baltromei per i colori del tedesco Dirk Von Mitzlaff.
Ultimo cavallo del campo nel Clemente Papi, 115 a 1 addirittura, con quota superiore al doppio del penultimo cavallo del campo: Ilcavallodi Piero di Stefania Pagot che ricordiamo, decenni fa, per l'aneddoto legato al cambio di nome del cavallo Tempestoso poi divenuto, col passaggio da Turri a Pagot, dietro pagamento di una somma di denaro (crediamo), Tempestoso Nord (ex Tempestoso senza coordinate, calmo al centro, moderati gli altri mari...). 
La corsa merita un commento, perché poi quando arriva l'intervistatore e ti chiede: «Cosa hai provato...?» diventa difficile trovare le parole per una vittoria del genere. Poesia allo stato puro, sogno diletto per gli scommettitori, roba da infarto come quel tifoso che morì nel vedere giocare Ezio Vendrame, appunto un poeta del calcio.
Ilcavallodi Piero come consuetudine all'attacco del battistrada di turno che è Roncalli. Il cavallo della Pagot, sempre ben lontano dallo steccato. In terza "la mosca atomica" con la favorita Atomic Law. Esterna la futura siepista Rikitea, piaciuta al debutto sulla pista. Si mantiene in pancia al gruppo Kardo.
Ilcavallodi Piero, erroneamente pronunciato "di Pietro" da Manigrasso, ha già fatto l'arrivo in curva (terzo posto) e saluta la compagnia con la Pagot che è tutt'altro che in mano. Roncalli con la De Bortoli tira via davanti a tutti, Atomic Law e Rikitea le più immediate inseguitrici. Ai 400 finali si unisce alla lotta Kardo, che Berton sposta a centropista. Filtra all'interno Atomic Law che diventa il nuovo battistrada, resta sul passo Rikitea che viene sfilata da Apelle Fan, fratellastro dello steepler Alcydon Fan, e soprattutto da Kardo che viene all'esterno di tutti per fare l'arrivo al fianco di Roncalli. I tre si staccano in lotta, con Kardo, munito di paraombre bianco, che fa venire i bollori a chi lo ha dato a oltre 100 a 1, venendo a vincere con discreta autorevolezza la corsa. Quinta vittoria stagionale per l'interprete Alberto Berton che, nell'ultimo week-end aveva vinto la corsa da noi battezzata dei neri con Carioca Black. Secondo Atomic Law, terzo Roncalli, per la quarta Zumbinator acciuffa Apelle Fan.
Così Manigrasso: "E è arrivata la sorpresa, in questa sesta corsa. Kardo, dopo aver affrontato anche gli ostacoli viene a vincere con un finalone alla quinta corsa in carriera, alla quinta vittoria in carriera" (abbiamo assistito a una correzione di un refuso in cronaca diretta). Un vincente dunque da sogno per gli scommettitori, pensate che con dieci euro se ne intascavano 1.150. Gran bel colpo, non c'è che dire, per un premio da 3.033 euro.

KARDO 
in occasione dell'ultima vittoria marcata nel 2012
sulla prestigiosa pista di DEAUVILLE, allora una vittoria
dal premio paragonabile, in Italia, ai GRUPPI 1 in siepi:
circa 25.000 euro al primo.
I colori sono quelli di DIRK VON MITZLAFF
(Foto rmcsport.bfMTV.com).

Completa la giornata di domenica, per quel che ci riguarda, Scottish Command. Il baio, che noi insistiamo nel voler vedere all'opera sui 1.000 /1.200 metri, pur avendo accorciato la distanza a 1.500 metri si è reso protagonista di un'ulteriore pessima prestazione che fa apparire roboante la spesa di 5.000 ghinee sborsata per acquisirne le prestazioni. A poco è servita la monta di Marcel Altenburger che pure ha fatto buona partenza. Quando i cavalli sono entrati in dirittura, Scottish Command ha fatto una puntata che poteva lasciar presagire a un quarto, magari terzo posto, poi ha ceduto e, rimasto monocorde sul passo, è stato ingoiato dal gruppone. Cavallo di poca resistenza, sembrerebbe. Vittoria per il pisano Filippo Orti, al terzo successo stagionale, su City Napoli che ha staccato alla grande all'epilogo dopo duello con Rockandroll Boy e Itasip, quest'ultimo poi battuto da Alfono che, zitto zitto, lungo la corda si è arrampicato dal basso del suo pesino per chiudere al marcatore.
Quinto il top weight Right From Wrong che potrà così perdere un po' di piombo alla prossima. Incolore l'altro ex ostacolista Larmor, che Virginia Tavazzani ha tenuto bene davanti ma che poi, al momento topico, è rimasto pure lui monocorde ai fianchi di Scottish Command. Rispettivamente ottavo e settimo.

E veniamo al programma di ferragosto, quello centrale. Resta schiacciato nella morsa dei Magog il grigio Nadat, comunque artefice di buona prova. Raf Romano ha praticamente marcato il rivale atteso, Keen Move, lasciando sfogare davanti le due front runner: Azamourday (vaghi segnali di ripresa) e Tinuviel (categoria inferiore, ceduta a traguardo lontanissimo dopo assurde sfuriate iniziali). Sviluppo della corsa all'attacco della dirittura opposta a quella di arrivo, con Rio Apache già fuori dai giochi per una brutta caduta nella prima parte di gara sulla curva di fondo a mano contraria. Keen Move davanti impone un deciso cambio di marcia. Restano nella partita Nadat, il debuttante in ostacoli Red Shirt (deve ancora affinare il mestiere) e una calante Azamourday, comunque capace di non perdere contatto. Nadat rompe, a sua volta, gli indugi sulla siepe che immette sulla curva finale e da la netta impressione di controllare la corsa. Sfila Keen Move e prova la fuga, non ha fatto però i conti con la grinta di un avversario quest'oggi quanto mai volitivo racchiuso nei suoi paraocchi blu. Il Magog resta agganciato a rimorchio del favorito e dopo l'ultima insidia, contrariamente ad altre sue uscite, rimonta in modo impronosticabile l'avversario e lo batte bene all'epilogo. L'eterno piazzato torna così a vincere dopo il trionfo nel Berlingieri (Gr.2), sua unica vittoria prima di oggi, cui hanno fatto seguito tre piazzamenti in categoria Gruppo 2.
Terzo Red Shirt davanti ad Azamourday. Quinta, lontanissima e mai in corsa, L'Avenir est Ici. Joe Bartos pareggia così subito il conto con Raf Romano: i due davanti a tutti con nove successi a testa nell'impianto che risponde al nome di Maia.

KEEN MOVE
torna a far brillare i colori Magog
dopo la vittoria di nove mesi fa nel Berlingieri
(Foto Matteo Mancini).

Da un campionicino che torna a vincere a distanza di nove mesi, a un campione che invece non vinceva da unidici mesi. Profili similari, eterni piazzati entrambi, nella fattispecie con tre piazzamenti da podio in Gruppo 1. Sto parlando di Chiaromonte a cui si era costruita una corsa che aveva scritto, in presentazione, su misura. Affidato a Emmanuel Reinhardt, che lo tornava a montare da mesi di distanza, e presentato con paraocchi australiani (novità), il baio ha corso in modo più vivo del solito, mettendo subito in chiaro di voler recitare il ruolo del protagonista. Si è posto al comando degli inseguitori, alla caccia del fuggitivo Chicago (tornato nel suo consueto schema di corsa e anche su livelli di forma apprezzabili), e ha dato del gran lavoro al suo interprete, costretto a tenerlo arzillo per buona parte del tracciato, facendogli saggiare anche la frusta. Passato già in testa prima della siepe che lancia i cavalli all'apice della curva finale, novità per questo passistone solito venire a fare l'arrivo nel tratto piano finale, ha dato la sensazione di far corsa per conto proprio nonostante le giustificate proccupazioni di Reinhardt. L'interprete infatti si è trovato costretto già a frustare e richiamare al maggior impegno il cavallo ben prima dell'attacco della curva finale. Non ha resistito al cambio d'andatura Sol Invictus, penalizzato da un peso severo ma comunque vitale al punto da provare a inscenare l'inseguimento in vista della volata finale. Ha sorpreso invece tutti Kazoo che, dopo incolore rientro, ha dato dimostrazione di classe cristallina, dati gli acciacchi, in sostituzione di uno spettrale Notti Magiche fermato a traguardo ancora lontano. Il fratellino di Kazzio, da Lateral, ha attaccato i due inseguitori del battistrada spostato all'esterno da Jan Kratochvil e, dopo averne avuto facile gioco, ha tentato di disporre anche di Chiaromonte finendogli addosso in modo cattivo e convinto e arrivando quasi a batterlo. Dietro, duello a due Chicago-Sol Invictus col ceko capace di rientrare al blasonato avversario per una testa. Quinto, mai in corsa, Monello.
Vittoria attesa, ma sofferta per Chiaromonte che meritava la vittoria già da mesi. Primo successo in ostacoli per Melanie Frank. Torna a vincere anche Christian Ghiotti che può tornare a sorridere anche se stava per trovare l'ennesimo e variegato avversario capace di battere il suo pupillo e miglior cavallo della sua carriera di proprietario. Una curiosità di Chiaromonte è infatti costituita dal fatto che negli ultimi dodici mesi è stato battuto in duello finale dai sei cavalli diversi, estrinsecati da cinque secondi posti e da un terzo posto. Oggi ha rischiato, dopo aver perso il confronto testa a testa con Fafintadenient, Chicago, Mentore, Roches Cross, Sol Invictus e, Notti Magiche, di esser battuto dal settimo cavallo diverso. Sarebbe stato troppo: e che Kazoo...

Se Ilenia Nero non può ufficialmente gioire per il successo del suo miglior cavallo, passato in mano a Melanie Frank, può comunque rifarsi con una maiuscola prova della dormelliana Nelly Darrier capace, contro ogni pronostico, di chiudere seconda nel Creme Anglaise (L) con dietro la crema, o quella che dovrebbe essere tale, dell'ostacolismo italiano.
Primo assaggio strano questo steeple sui 3.800 metri, forse qualcosa di non che specificato nella ricetta. Credo che in pochi, tra proprietari e allenatori, siano rimasti contenti della prova. Non sorriderà, probabilmente, neppure l'allenatore vincitore, Josef Vana, che ha visto si vincere in grande stile l'altalenante Mazhilis (davanti a tutti con grande autorevolezza), ma non ha ricevuto grandi risposte dalle prime scelte: Alpha Two non è mai stato in corsa, seppure al rientro, sempre confinato in coda, Alcydon Fan, pur facendo corsa davanti a buona parte degli avversari, non ha approfittato (complice anche un errore di Pollioni dopo il verticale che ha "tamponato" Mazhilis e Nelly Darrier dovendo poi recuperare l'azione) della forma ancora da perfezionare del quasi debuttante sugli ostacoli alti High Master (non malaccio, ma dovrebbe aver facile gioco di quelli quest'oggi davanti) e soprattutto dell'imbarazzante esibizione di Little Bruv. Se il Magog ha dato barlumi che lasciano ipotizzare un discreto futuro in categoria, il vincitore del Grande Steeple Chase di Milano giunto sui primi a giocarsela sul verticale ha poi passeggiato per la pista, incapace di resistere all'andatura imposta all'epilogo da Mazhilis e Nelly Darrier, che non sono certo Le Costaud, ed è finito rallentato quando era già stato agevolmente battuto anche da High Master (bella scurvata al verticale da parte di Pastuszka, ma benzina insufficiente per andare al palo). Implacabile il distacco di ventisei lunghezze da una cavalla come Nelly Darrier, che ha di certo fatto una bella corsa ma ha serie difficoltà a vincere a vendere con soggetti come Shame, Larsen Bay, Mighty Mambo, Star Maker o Strike capaci di batterla (siamo qualche categoria sotto a questa, almeno sulla carta).
Ultimo posto per Frolon e Davide Satalia andati, trotterellando, avanti nei primi metri di gara, e poi in debito di preparazione. Il cavallo era al rientro, quindi ha delle scusanti, ma la sensazione è che i momenti di gloria appartengano al passato (idem Alpha Two).
Dunque quattordicesima vittoria stagionale, tra gli allenatori, di Josef Vana sr che prova ad arginare il finale di stagione di Raf Romano, terzo a dieci. Coglie invece il quarto successo Jan Kratochvil, nono nella generale, a braccetto con Ale Pollioni un po' in crisi da vittorie.
Quarta vittoria in carriera per Mazhilis, la terza in ostacoli, seconda in steeple dopo un precedente successo proprio a Merano, categoria vendere lo scorso anno. Primo successo in pattern race, quinto posto nel medesimo premio lo scorso anno. Ha corso anche la Gran Corsa Siepi di Merano senza piazzarsi nel 2014. Faceva ben sperare, nello staff, il secondo posto ottenuto a Vittel in condizionata. Ben appoggiato, curiosamente, anche dagli scommettitori, addirittura eletto controfavorito di Little Bruv. 
Allevato in Francia da madame Benillouche, sette anni, figlio di Country Reel e soprattutto di Sensational Mover, nell'ideale passaggio dalle mosse volenterose di Keen Move a quelle sensazionali di Sensational Mover. Ha corso in tre stati, fin da subito di proprietà dei blasonati colori ceki di Koei Dent, che ricordiamo associati a ostacolisti di rilievo quali Pessoa (pluripiazzato in Gr.1 in siepi e steeple nonché secondo nel Gran Premio Merano 2006), Sherento (altro piazzato in Gr.1), Alanbrooke (vincitore della Corsa Siepi di Treviso), Zarif (terzo nell'ultimo Velka), ma soprattutto, su tutti, il campionissimo Tiumen che ha permesso a Josef Vana sr di scrivere pagine nella storia dell'ippica cecoslovacca facendo il record di vittorie nel Velka di Pardubice (addirittura tre successi per il cavallo nella speciale corsa dal 2009 al 2011). Una prima parte di carriera, da due a tre anni, in piano in Repubblica Ceka. Una sola vittoria, sul miglio, a due anni a Velka Chuchle da favorito netto davanti a Stormy Dancer. Sesto a tre anni nel St. Ledger ceko sui meno congeniali 2.800 metri. Il debutto in siepi proprio in Italia, nel Gran Risa di Treviso, a quattro anni. Stralciato dallo sfortunato Allons Enfants di Favero, che morirà poi a Grosseto sull'ultima siepe. Pesanti sconfitte subite anche da Barnabo e Saluggia Dream con distacchi attorno alle dieci lunghezze. Non riesce a vincere neppure in patria e subisce distacchi abissali al debutto in Francia, sua terra natale, sulla pista di Cagnes sur Mer. Più convincente a cinque anni, quando coglie le prime due vittorie in ostacoli. Perde la qualifica di maiden a Milano e ottiene una serie di piazzamenti che lo portano a correre, male, la Gran Corsa Siepi di Merano (ultimo). Cinque corse lo scorso anno, tutte in steeple, con una vittoria a vendere a Merano. Male poi in patria dove viene seminato per la pista sia da Khalshani che da Fafintadenient, con distacchi abissali. Il resto è storia recente.
La madre, Sensational Mover, inedita in pista, ha generato dei campioncini. Tra questi Hung Parliament, nato l'anno prima di Mazhilis, vincitore in listed race a Deauville sul miglio a due anni e poi secondo, all'uscita successiva, a Longchamp, nel Prix La Rochette (Gr.3), battuto da un agente che potremmo definire, dato il nome, segreto: My Name is Bond. Ha tentato altresì il gruppo 1 nel Poule d'Essai des Poulains nell'olimpo parigino di Longchamp. Si è poi perso in Inghilterra, con scarsi risultati ivi compresi alcuni tentativi in hurdle. Gran cavallo anche Shamandar, nata due anni prima di Mazhilis, capace di vincere, oltre che in Listed a Salisbury, ad Ascot, all'età di due anni, un premio da 120.000 euro sulla distanza dei 1.300 metri. Per lei futuro da fattrice di prestigio, per Mazhilis invece un pensierino, da estremo outsider, al Merano.

MAZHILIS
vincitore del CREME ANGLAISE
(Foto Josef-vana.cz)

Veniamo ora velocemente, non per minore importanza ma per minore attitudine del blog, alle prove principali in piano. Doppio tedesco nel Terme di Merano (L). Vince, abbastanza a sorpresa, Nazbanou, sorellastra per linea paterna di High Master, colori della Stall  Nizza. Cavalla criptica fino a domenica. Poche corse in carriera, appena tre con due buone prove in maiden e condizionate in territorio teutonico e un mancato piazzamento in listed ad Hannover. Importante la scuderia che appare per la prima volta nei database italiani con un cavallo che ricorda un famoso western in perfetta linea con i vincitori, stiamo parlando di Chato di Winner. Secondi poi nel 2001 nel Federico Tesio (Gr.3), il grande Mago che ha reso leggendaria l'ippica italiana, con Bedford Forrest. Vincitori poi, in Italia, delle Oaks a Milano con Night of Magic (Gr.2) nel 2009, del  Bessero (L) con Juvena nel 2002, pluripiazzati in Francia, Germania, Inghilterra e Italia in gruppi e listed. Di rilievo il secondo posto di Amarillo nel Di Capua (Gr.1), poi vincitore ad Haydock in Gruppo 3. Gran cavallo questo "giallone", forse il migliore nella storia della scuderia. Dunque scuderia di una certa importanza in Europa. Per gli appassionati di Viaggio al centro della Terra ricordo anche Jules Verne, quello che aveva Otto come protagonista e che debuttò proprio sulla pista di Merano nel giorno del meeting di ferragosto del 2011.
Lode particolare al trainer di Nazbanou ovvero Schiergen che ricordiamo in cabina di regia nella preparazione di cavalli quali Tertullian, Sumitas, il papà di Kazzio Koenigstiger e quello del fratellastro Kazoo ovvero Lateral, Idealist, Manduro, il citato Schiapparelli, l'eccezionale femmina Catella e altri ancora tutti capaci di farsi onorare anche nella futura carriera riproduttiva. Dunque un team di rilievo mondiale, con in sella l'italiano Ivan Rossi. La baia si è tenuta in scia alla battistrada Durlindana, che ha tenuto fede al suo allenatore fungendo da cavallo in testa. Ha poi rilevato la connazionale Danlia nel ruolo di pungolatrice della leader. All'intersezione delle piste ha poi preso il comando delle operazioni vincendo in modo chiaro sulla favorita Olala, altra tedesca, allenata da Figge. Impressionante il cambio di marcia finale della vincitrice, mentre lodevole resistenza all'interno di Durlindana tenace fino in fondo e ottima terza. Solo quarta l'attesa Wordless venuta comunque a fare l'arrivo in corsia esterna. Non male in quinta la terza tedesca: Distain. Anonime le altre. Dunque terza pattern race italiana a finire nella bacheca della Stall Nizza, ennesima invece per l'allenatore Schiergen.

Nell'Handicap Principale, Premio delle Alpi - Green Monster, ancora Pisa a trionfare dopo la vittoria dello scorso anno di Pride and Joy di un noto regista citato anche da Quentin Tarantino. Dopo le pistole in salsa western, arriva il Ceffone estrazione sorrisi & cazzotti per la firma di Marco Gasparini e i colori di Ylenia Caldarola. Cavallo allevato dalla pisanissima Francesca Turri, nato nella città della torre pendente e nostro primo favorito (come avevamo detto), ha fatto terra bruciata degli avversari omaggiando così la madre Cenere e la nonna Crudelia a cui si deve forse il suo aggressivo nome di battesimo. 4 a 1 la quota, controfavorito di Nabucco costretto a portare in schiena una caserma intera per intonare il Va Pensiero con tutta l'orchestra immaginabile. Scatenato battistrada Salure di Marco Gonnella, partito come un missile, commenta Manigrasso, a divorare il miglio previsto dalla prova. Il Rencati (scuderia di prestigio nazionale) Sufranel a guidare il resto del gruppo, quindi Falest e Nabucco. Salure sicuro leader ai 400 finali, stenta a portargli l'attacco Sufranel. In gioco anche il siciliano Rockaroundtheclock di Giusy Guida, più indietro il compagno di allenamento Grand Oriente.
"Salure prova a difendere la sua posizione, tutto il gruppo viene al suo attacco" avvisa Manigrasso. In terza corsa il muso listato di Ceffone che supera Falest e va su Sufranel aggirandolo dall'interno all'esterno. In quinta corsia Rockaroundtheclock. Gruppone a ventaglio, prova a emergere dal gruppo anche il rientrante Carolwood Drive, in ritardo Alexanor all'esterno di tutti. Alla ricerca del varco Grand Oriente rimastro "intruppato" dietro le prime linee.
Salure vende carissima la pelle. Ci provano in tutti i modi Sufranel e soprattutto Ceffone. I tre bene davanti su Rockaroundtheclock che si porta a traino Grand Oriente. Il pisano passa ai cento finali, mentre il portacolori di Gonnella resiste a Sufranel. Quarto, ottimo, Rockaroundtheclock su un Grand Oriente un po' sacrificato nella strategia di gara.
Dunque il numero due della scala mette in scacco tutti. Luca Maniezzi in sella. Per la Calderola il terzo successo in carriera. Colori recentissimi che hanno debuttato proprio con Ceffone a maggio e che aggiungono così al Premio Trenno (Hp) un altro premio di prestigio. Non male, affatto, per chi ha ufficialmente disputato solo undici corse. Tra i cavalli di scuderia ricordiamo anche Mossiere e Cantastorie.
Si fa comunque notare il passaggio di testimone che ha portato il passaggio da V. Caldarola a Ylenia. Tradizione quindi più radicata nel tempo con debutto avvenuto nel 1999 nel Premio La Faggiola di Pisa con Green Delancy e il training di Wildgen che, contrariamente al nome, era di stazione a Pisa. La prima vittoria a Pisa nel Deposito Stalloni con Rachel Print, ritirato in quell'occasione Piffero, in un Handicap a invito da quasi 9.000 euro al primo. Da allora molte vittorie, specie in Handicap Principali (davvero tantissimi quelli vinti), dall'Alto Adige alla Sicilia, ricordiamo soggetti quali Piccolo Creti (forse il più amato nella storia dei colori Caldarola), Ramada Yankee, Trosos, Bislacca, Enda Bu Bu, Famulprezi, Bivago, Xilosio (ha sbancato Siracusa nel Premio Nastro di Sicilia), Principiante (vincitore del Pr.Firenze, secondo nel Coppa D'Oro di Milano, L), Gea and Tea (secondo nel Premio Pisa, L), Harlem Shake, Clorofilla (femmina zia di Ceffone, seconda nel Carlo Chiesa, Gr.3, terza nel Regina Elena, Gr.2, e nel Cumani, Gr.3) e Laddove, tutti vincitori di importanti premi, con questi ultimi tre vincitori delle uniche pattern race conquistate dai colori Caldarola: rispettivamente il Premio Cancelli (L), Certosa (L), e il Premio Omenoni (Gr.3), vinto sia da Harlem che da Clorofilla, il Carlo Chiesa (Gr.3) e il Premio Nogara (L) a Milano per la femmina e il Premio Enrico Camici (L) a Pisa nel 2012 per l'altro. Per un totale di sette pattern race. Colori dunque non di rilievo europeo, ma di particolare blasone specie nel pisano. Complimenti dunque per questa nuova vittoria allo staff Gasparini.

NAZBANOU
vince il Terme di Merano (L).
(Foto altoadige.gelocal.it)



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