martedì 27 settembre 2016

Vincitori Atipici di stampo Classico


UN GOLDEN DI PREPOTENZA PER UNA VENDERE CARDIOPALMA .

COLORI VERDIGI
qua con un soggeto detto
IL VERDONE
(Scatto di Matteo Mancini)

A cura di Matteo Mancini.
L'ingiallire degli anni atrofizza il verde dell'alloro del tempo andato, ma non cancella i ricordi degli appassionati assiepati in una curva di uno stadio, seduti comodamente in una tribuna coperta, piuttosto che sotto il sole cocente di un autodromo. Un colpo a effetto, un errore clamoroso oppure un'azione, piuttosto che un sorpasso, travolgente che ubriaca tutti quelli in campo e fa allargare la bocca di quelli in tribuna o urlare e trepidare per immedesimazione con i protagonisti. Sono anche queste le cose che regalano emozioni. Vedere un Villeneuve che fa a sportellate con Arnoux oppure un incontro di boxe che si chiude al primo round ma che vede due pugili darsela senza esclusione di colpi e senza lesinare restistenze come il confronto che portò la cintura sotto la vita di Ray Boom Boom Mancini, con il campione Art Frias friabile come zucchero avvolto dall'acqua. Queste cose, agli occhi degli appassionati, non evaporano, ma racchiudono perle di filosofia. Niente a che fare, a esempio, con i ricordi di una fredda votazione sui tavolini di una sede più o meno politica o tra quelli allegri e un po' brilli di una partita a biliardo al bar piuttoso che un pokerino a chi rialza di più senza avere carte buone in mano, perché mica ci si può sbracare... Ma i ricordi sportivi degli appassionati restano vivi nel tempo, quasi sempre per imprese da leggenda, titoli conquistati o montepremi in palio da urlo. «Sai quello chi è?» e qualcuno: «Boh.» E il più scafato subito a riprendere: «E' un ospite internazionale» e l'altro: «Lo sapevo infatti dicevo boh per dire Beua!» E lo specialista di lingue che gli fa: «No Bid, Hello... Quel Bo è svedese!» Al di là di questi giochi di parole, magari alleggeriti al bar davanti un bel bicchiere di spuma di uva, è ben più difficile, ma tutt'altro che impossibile, ricordare, per i non diretti interessati, una banale prova che nessun altro andrebbe a vedere se non fosse stato presente ai fatti, perché di quelle prove ne è pieno il mondo e perché in ballo ci sono gli ultimi, o i tendenti agli ultimi (come disse Michele Alboreto commentando le immagini del duello Villeneuve vs Arnoux: "Robe del genere? Quando lo fanno nelle retrovie sono ordinarie... come lo fai davanti sei un fenomeno!"), perché è l'ultima categoria possibile e immaginabile. Insomma, una prova di contorno, tanto per far numero in supporto a un secondo, regalare due soldarelli ai più meritevoli e tirare a campare, lasciando perdere gloria e ambizioni. Ma un ottimo giornalista come Nicola Roggero ha scritto che "si può perdere ed essere grandissimi come vincere ed essere dimenticati" e di storie che hanno lasciato il segno al di là del valore sportivo e della posta in palio. Roggero conclude la sua quarta di copertina del suo volume L'Importante è Perdere, titolo alquanto provocatorio, per ribadire che si può scegliere tra "vincere da arroganti o perdere da gentleman. Non ci sono dubbi: questi ultimi sono i veri fuoriclasse."
La storia che veniamo a proporre si perde nei meandri del tempo, sconfina nella mia fanciullezza, nel lontano 1992, anno di imprese. Su tutte quella da Sfide griffato Ercolani con la Danimarca che vince gli Europei da ripescata, per la squalifica della Jugoslavia piegata dalla sanguinosa guerra dei balcani, e trainata dalle reti di un padre che ha una figlia morente per tumore all'ospedale. Uno scontro, quest'ultimo, dove le tifoserie di due delle squadre più blasonate del campionato slavo si trasformarono in veri e propri eserciti e dove persino un giocatore ragionevole come Boban, detto Zorro, lasciò un segno su un poliziotto in uno scontro tra Dinamo Zagabria e Stella Rossa. Il 1992, anno in cui la blasonata Italia se ne rimase lontana dall'Europa a vedere il calcio che conta dalla televisione e non certo per ozio. Ed è anche l'anno delle Olimpiadi di Barcellona e del tormentone Portami a Ballare a braccetto con l'inno all'amore cieco di Non Amarmi perché vivo a l'ombra, non armi tanto il mondo non si cambia e siamo tutti specchi del duo Baldi & Alotta. Un'accoppiata vincente ma un po' difficile da far andare d'accordo, perché uno vorrebbe andare a ballare e l'altro non vorrebbe esser amato. Quando si dice i paradossi...
Ma è anche l'anno di una vendere, una delle tantissime in una stagione, corsa a Pisa con qualcosa come ventuno, e dico VENTUNO (manco nei concorsi dell'epoca ce n'erano tanti), partecipanti per  i vecchi e rimpianti quattro milioni di lire.
Temperatura da giacchetto, ma tempo soleggiato. Correva l'anno 1992, il giorno 31 del mese di gennaio. Io ero un bambino di circa dieci anni, all'ultimo anno di elementari già intento a pensare all'Irlanda come argomento di geografia da discutere all'esame con la maestra (peraltro assente, ironia della sorte, un po' come la presidenza dell'attuale Pisa, dato che la signora Marini aveva ben pensato di andare in pesione in quinta lasciando la classe senza guida). Come molti pomeriggi di inverno, uscendo da scuola alle ore 12, dopo un veloce pranzo vengo portato a San Rossore, nel mitico Prato degli Escoli. Non ricordo se a bordo di una Renault 19 o di un Alfa 33 Ed è qua, in un banale venerdi, che si consuma la leggenda. Se scorrete le prove vedrete in palinsesto due prove: una discreta condizionata vinta da una cavallina (Snow Carpet) che campeggiava negli spot pubblicitari di canale '50, agevolata dal ritiro del futuro stallone Wild Crouse, e chiusa dal cavallo che vinse nella prova di debutto del penultimo cavallo di scuderia (al debutto con i nuovi colori) in quel di TORINO ovvero prova il bianco Trywhite; e soprattutto la corsa TRIS (all'epoca un evento che capitava una sola volta il venerdì e in una sola piazza, dunque piuttosto raro). Ma non è in queste che si consuma la leggenda, nonostante si verifichi un epilogo pazzesco proprio nella tris con un duello rusticano da altri tempi tanto da evocare le sfide tra cowboy. Da una parte il Piano d'Azione del re della piazza, baffetto Ettore Pistoletti da Calci, dall'altra un cavallo di una scuderia il cui nome richiama alla memoria gli storici colori di Favero donati a Dolzan ovvero la Vamar, dunque un Romeo (per l'alfabeto Nato), a far la differenza in un doveroso tributo alla piazza; nel mezzo, in zona quinte, lo specializzato in ostacoli Black. No, signori, state andando fuori strada: io vi avverto.. Non fu in queste prove che avvenne il fatto che, sono convinto, è rimasto scolpito nei ricordi dei presenti più sensibili che appassionati. Una prova di cui non troverete traccia in alcun libro, forse neppure nei trafiletti degli addetti ai lavori dell'epoca, ma dal sapore epico. Una vittoria da leggenda, capace di rubare gli occhi dalla sagoma dei grandi protagonisti e far restare con lo sguardo attaccato alla pista, forse con un po' di amaro in bocca per chi ha colto il vincente (ci credo poco, ci piace immaginarlo), di certo per chi ha strappato la carta e chi ha bevuto un caffé non zuccherato prima della corsa. A ogni modo, vincenti e perdenti nonché osservatori, tutti ancora con gli occhi fissi sul vincitore anche dopo il traguardo, perché quel vincitore, signori miei, non si ferma. Ed ecco che le sue gesta sono capaci di risucchiare il pubblico assiepato all'interno dei locali delle strutture per portarlo in tribuna, come trasportati da un onda da cui è impossibile sottrarsi, un richiamo che non si può notare standosene sulle poltrone a rimirare le immagini vendute al circuito nazionale, perché il regista ha già staccato il collegamento, perché quel che interessa e delineare l'ordine di arrivo. Ma quello che sta succedendo è una cosa che in molti non hanno più visto in anni e anni di carriera e di pomeriggi spesi al dolce riossigenarsi della purezza liberata dal verdone del parco di San Rossore.

Ventuno cavalli a sfilare al tondino in una vendere, anzi no perché ci sono quattro ritiri. Tra questi c'è anche il futuro ostacolista Caer to Win, c'è il "doppio nero" Pretty Perfect (frequentatore titolato di queste categorie) e c'è il vecchio Montelupone del produttore di cioccolata Zaini, leggenda tra i gentleman e distributore di uova di pasqua gratuiti per i bimbi dell'impianto che hanno studiato (loro poco, più che altro i loro informatori con domande trabocchetto predisposte dalla fervida memoria del signor Castelli e dislocate alla stregua di temibili fence da superare per giungere alla sorpresona finale). E poi manca anche il francese che ha un nome che indica quasi la volontà di andare a pelo e via, si tratta infatti di Limoselle che pure ha vinto un interessante discendente da attuali 5.000 euro tre mesi prima e che potrebbe essere un candidato alla vittoria. Dunque quattro ritiri, mica poco, ma non si notano. Al tondino, peraltro molto più ridotto rispetto all'attuale, una fiumana di muscoli e teste che ondeggiano da una parte e da un'altra. C'è persino qualcuno che salta: è CaddyMaster che, in scuderia lavora con quel Bo, sopra ricordato. Qui lo monta nientemeno che HILL, 35 a 1 la quota. Viene dalla Svezia ed è di proprietà del simpatico Bjorling, anche se cercate su ippica.biz vedrete spuntare fuori un FAVRETTO. E' al debutto assoluto in Italia, e vi resterà per un po'. Ospite internazionale che saprà cogliersi anche delle ottime soddisfazioni con lo sfortunato Obeliski (morto in siepi a Pisa per un salto ultra anticipato sulla diagonale dell'arginello percorsa però in senso contrario rispetto all'attuale e sul percorso siepi), ma anche con il monumentale Potter's Dream che aveva dei nodelli giganteschi. Un sauro con grande lista frontale. Memorabile poi la cessione di Little Carla, vittoriosa se non ricordo male in una vendere di Pisa, con festeggiamenti finali per le somme incassate a base di liquori non meglio precisati.
Poi ecco che arriva un sauro dal passato interessante. E' il mitico Master Reply prima punta della simpatica triade del FIDIO GABRIELLI. Gli altri due sono Loving Wild e Savak. I tre insieme, come i moschettieri vinca chi vinca (ci vorrebbe D'Artagnan e Zorro scappato dalla Maledizione di Capestrano per farlo, forse, anche se la vedrei comunque dura) hanno una quota del 24 a 1 (praticamente pagherebbero di più piazzati). C'è persino chi scommette sull'ultimo posto: andrà alla cassa agile. «O chi c'è laggiù? quello col cuffino...»
«E che ne so!? Non risulta neppure nell'ordine di arrivo. Sarà un fantasma...»
Ecco il diciassette, numero da toccarsi nelle tasche, ma è il favorito della corsa: è il cavallo di Latorre, uno che quando c'è da menare le fruste non si fa pregare per il fatto di ricordare col suo nome un campanile, tutt'altro. Ed eccolo in formato barista: e che ci do, che ci do, che ci do, un po' in stile Opazo. Appena 3 a 1 la quota, dunque favorito netto. Il nome è da melodia buono, concedetemi il fatto di essere una battuta: Magic Sound, ideale base piazzata per tris e accoppiate.
«Bada quello che scene... O chi è?» fa il bimbo grande. «E te l'ho detto chi è... o i chi è?» fa il bimbo piccino. «A me sembri scemo, qualche volta e ti chiudono!» E il bimbo piccino comincia a ridere... «E li distanziano quelli... perché Who is Coming? e l'è 'i nomeeee.»
Il bimbo grande sbianca, ma non certo perché prende le scommesse, in tal caso avrei detto sbanca. A momenti perde anche capelli, che era accanto a Mazzoni, in quel della Lombardia, ma si è salvato col piazzato. Ha davanti il numero uno della scala. Scuderia PMZ roba da non dire gatto se non ce l'hai... indovina un po' dove? Sopra c'è Mario, quello che ora monta come prima scelta nella Dormello Olgiata. Peso di 49 chilogrammi, è quello più basso. Molto molto interessante. Disputerà l'ultima corsa in carriera con Romeo e con un Preparatore Terribile (a momenti potrebbe sembrare Montella, ma all'epoca era roba da SACCHI... Ricordate, no, il detto? Sennò sembran freddi modi di dire sparati alla boia di un giuda come dice Kazzenger di Crozza). E infatti ippica.biz non è aggiornato alla prime, perché il cavallo è della donna di Django, la famosa ZARO ed è allenato da un abile preparatore in ostacoli: Feligioni. Può andare a bersaglio ed è spesso protagonista nei gentleman con Rossi. Passerà in vecchiaia sotto il frustino del top gentleman: Stefano Botti. E' il terzo al picchetto. Se avete fortuna e vi raccomandate lo potete giocare a otto con buona gioia di coloro che bancano.
«Chi ci può stare qua?» fa il bimbo grande. E quello piccino allunga l'indice e comincia a fa' dei gesti strani.
L'altro lo guarda e fa: «O che novità è questa?» L'altro, lentamente, ruota il capo e piega il labbro in modo da tratteggiare i contorni di una smorfia. «Al massimo ce ne posson stare altri quattro o cinque, ora che è entrato anche quel 21 e lì. E quello li mette tutti sugli attenti!»
Il bimbo grande annusice e guarda il giornale. Col dorso della mano batte due colpetti e fa: «Immagini già quali potranno essere gli ordini per l'interprete?»
E quello piccino: «Non lo so mica se il Muzzi sa la lingua... è francese il cavallo... e parlavo del numero... Non lo vedi sono tutti ammucchiati qui, sono più quelli dentro di quelli di fuori. Guarda, guarda, guardati intorno...»
Il bimbo grande ruota il capo. Intorno c'è una buona fetta di pubblico ma è quella minore, quella. Al tondino, ora che entrano i fantini, c'è più materiale che in un kolossal di Hollywood di qualche decennio fa, prima dell'avvento della computer grafica.
«Allora giochiamo questo General Rocket? Vedo qua dalle informazioni certe acquisite sugli altri campi, che se ripete la prestazione del Rifiano siamo di sicuro fortunati, gli si toglie la sigla Rif, e si lascia i Ano e si rivà alla cassa. Anche questo è roba da Zaini, guarda... senti cosa ti dico: prendo appunti!»
E quello piccino: «Ma fai che ti pare...E paga 40 a 1, sarà pure un General ma secondo me perché non voglion guadare nel particolare...»
«O questo sauro qua? Mi sembra arzillo» fa il bimbo grande. L'altro stacca una foglia dalla siepe e la stropiccia. «Arzillo, non vince da un anno, dal premio Capannelle... Rientra da giugno. E' sette mesi che non corre, se facesse risultato sarebbe roba poetica dato che come ultima corsa ha fatto il Castagneto Carducci. Te lo immagini Icardi che dietro a una Serata di Gala e ti vede Gold of Honour. Come quella volta, ti dico una visione dal futuro, che dirà durante la sfilata di un Grand National dove ultimeranno il percorso senza cadere due soggetti: Feels Like Gold - Sentimenti come Oro... Va beh, l'oro e l'onore ma qua per vince' è come quella volta in cui gli Avion Travel vinceranno il festival di San Remo...e deve Volare!»
L'altro comincia a ridere... «Te a forza di vedere gli inglesi ti sei svitato e hai perso le chiavi... Ora sai anche il futuro... Fammi un po' vede' la quota: 33 a 1. Mica tanto poi, tutto sommato. L'ultima volta è arrivato ultimo, lontano dal penultimo. Aha aha aha» E prende a ridere, ma ride di gusto. Poi tartagliando quasi fa: «Bada qua, la volta prima l'ha battuto pure Master Reply!»
Al quel punto si sente una terza voce che i due, fino a quel momento non avevano notato: «Hallow...» sembra un tedesco che risponde al telefono, ma salvo John Titor del momento sarebbe impossibile perché i cellulari non ci sono ancora. Il bimbo grande raccoglie tutte le dita della mano destra nel medesimo punto, poi ruota il polso verso di se e muove in su e in giù la mano, come a dire: «Ma cosa dice?»
Il cavallo che sta passando sotto il naso dei due ha una conclusione che ricorda un po' un famoso socio del precedente proprietario di Gold of Honour. Il soggetto si chiama infatti Hallow Baba, mentre il socio del proprietario del precedente soggetto era la scuderia Azzurra che avrà, qualche anno dopo, un certo MacBobo tra le proprie fila. E questo Bobo è dovuto a una particolare compartecipazione che ben sanno in certi ambienti. Il nuovo proprietario di Gold of Honour sfoggia invece una giubba conosciuta anche a Merano pur essendo locale. Si tratta di VERDIGI che all'epoca dispone solo di questo cavallo. In seguito avrà svariati soggetti, credo anche in società con qualche abitante di Marina (zona frutta)... Un nome su tutti: Rose Fen figlia di Trojan Fen. E ancora Big Champion e il verdone che vedete in cima in fotografia. E cosa c'entra Merano...? E c'entra, perché c'è il cross con Rox du Desert. Le maggiori soddisfazioni però, anche se credo da prestanome, arriveranno con il campioncino Sweet Melon, ex Lady M che si allenava sul mare a Marina, zona Arnino pur essendo sul lato opposto dell'Arno senza diminuitivo, come tradizione transalpina comanda, così da rassodare i tendini. E che dire poi del "maestro" Mozart, uno che di musica buona ce n'è anche da vendere da quanto è in abbondanza. Un nome da genio precoce come L'enfant Terrible ma senza Allons en fan, perché era un'Arma Fatale irlandese piuttosto che francese (dunque niente inno d'oltremanica in caso di vittoria), anche se poi, a ogni buon conto, i gusti della giubba ripiegavano spesso sulla Morandi con il fantomatico Enrico che suona. A proposito di Enrico, non ricordo se all'epoca fosse già lì in giro con cappello e microfono... Mi pare di no... Guarda un po': vale un pane e torta, come dicono a Pisa quell'Hallow. Cinque e cinque e si fa anche merendina...
«O andiamo a gio'à...» C'è anche un soggetto che paga 130 a 1, è del Gonnelli, colori Giusti, e si chiama Card Blue. E' nato nel 1985, rientra da due anni ed è stato di proprietà di Tidu, vecchio proprietario di Bob Morse, nome da grande giocatore di Basket e di cui conserviamo una vecchia fotografia in polaroid. Lo abbiamo conosciuto in occasione di una trasferta a Grosseto, fatta insieme, al seguito di Bob, ma senza Morse, perché era il fratello di Best the Best sempre della redazione. Una giubba spettacolare quella del signor Tidu, che ora per le becere regole non farebbero più fare per la stardizzazione voluta da coloro per i quali lo spettacolo è solo quello che dicono loro. Giubba, dicevamo, con lo stemma di Cagliari: i quattro mori come griffe, colori caratteristici e difficilmente dimenticabile. Roba da Sul Crinale.
Ma andiamo in tribuna, mentre vediamo sfilare in pista, al piccolo galoppo, la Lupi Baldi (con Alotta evidentemente sostituita dal Lupi, manco ci fossero anche gli editori da Piombino qua). La Germana è su Gelinotte, altro pane e torta sulle lavagnette. Un soggetto che è più volte in pista da corsa che sulle dirittura di allenamento. Ha corso ventisei volte in undici mesi, una numero che manco al trotto riescono a reggere. Ha vinto due volte a dicembre, piazzato a Gennaio. E' la sicurezza, per gli scommettori, della ripetizione delle prestazioni, ma le soluzioni artistiche passano altrove.
Ecco poi il tambureggiare degli zoccoli di Fesco, sul soffice manto erboso della pista. In sella Gabriele Pretta, i colori sono della Santa Rosa dei F.lli Brotini che abbiamo in foto in ricordo della vittoria del nostro vincitore del Premio Agnano Assouinde. Soggetto molto regolare, da categoria. Ci sta alla grande, arriva dal Tiziana dove ha gia fatto secco il General e il Limoselle, ma lo ha battuto Magic Sound e la Lupi Baldi che però montava altro soggetto e che ora monta, come abbiamo detto, su Gelinotte già battuto da Fesco.
Dunque da giocare con la sua giubba da bandiera a scacchi: 87/10.
Corsa dunque difficilissima, un vero e proprio rompi campo (e anche capo) con i cavalli dietro alle gabbie. Intravediamo anche Leonessa, dell'allevamento GialloBlu, anche se su Ippicabiz appare PEA forse in omaggio alla casa di produzione che produsse il secondo e terzo capitolo della trilogia del dollaro (a proposito del soggetto che vedete in cima in foto) del maschio della leonessa.
Il numero uno di steccato resta vuoto, perché era andato a un soggetto da nome da pazzi, per quella che sarà una corsa da matti, ovvero Montelupone da Montelupo. Col due di steccato, c'è proprio lui... Un qualcuno che esibisce un numero che sintetizza le prime due posiziozioni: un classico uno due da Gold of Honour. Ha accanto proprio la Leonessa. Dall'altra parte invece, praticamente nel bosco, ci sono all'esterno di tutti il General (ventunesima gabbia) e più all'interno, col venti, l'ospite internazionale dalla Svezia: Caddymaster.
Il pubblico prende posizione sulle tribune, qualcuno sotto i video presenti lungo la siepe che costeggia la strada che porta al fiume morto dove ora non sono più presenti. Ci sono volti che sono frequentatori abituali del luogo. C'è anche chi va nella sala ippica che è in fondo, in zona parcogiochi.
Lo speaker, un giovane Sandro Marannini cesellatore di perle di rara bellezza quando in giornata, snocciola quote, nomi e aggiorna posizioni con soggetti che si difendono e altri che subiscono la volontà degli artieri fino al fatidico: "Si va agli ordini dello starter..." A circa cento metri, con inquadratura frontale che sembra inquadrare Il Mucchio Selvaggio (nome da Giusti, ricordiamo Wild Bunch nei titoli originali) de Il Mio Nome è Nessuno, c'è un omino pronto a imitare Franco Battiato pur non essendo sul ponte. Se dov'esse succedere qualcosa di particolare starebbe subito a sventolarlo ai quattro eventi. BOOOOM si sente fare. Sono le gabbie che sono saettate verso l'esterno.
"PARTITIII" urla come un tuono Marannini. Le mani degli spettatori si chiudono sulle ringhiere verdi, le teste sono tutte rivolte al fiume morto. E lì che partivano i 2.000 metri del tracciato pisano, all'epoca non dotato di pista grande e neppure del tracciato siepi interno. C'è già qualcuno con i binocoli sugli occhi e il volto oscurato da coppole inclinate verso il basso. Qualche bimbo che tira il cappotto dei genitori verso il basso o del nonno di turno per farsi tenere a cavalluccio. La lieve brezza del vento accarezza i vari volti, mentre il sole fotografa e immortala il momento. Le lancette degli orologi indicano le 14.55. Lungo la corda è un fantino di colore che prende il comando delle operazioni. E' il sudamericano "cioccolatino" Herrera. Senza fronzoli e senza paure il rientrate Gold of Honour va via di testa, concentrato dentro i suoi paraocchi. Il mantello sauro brilla e cangia pizzicato dai tiepidi raggi invernali. Non è una monta usuale per il cavallo, probabilmente l'uruguiano (se non ricordiamo male) non lo conosce nemmeno troppo bene, ma è un buon fantino ed esegue gli ordini impartitegli dall'allenatore da manuale. Risulterebbe Martelloni, ma non ci metterei una mano sul fuoco, ne un dito per non fare la fine di Fantozzi al cospetto di talpa Filini.

LOVIN WILD
con i successivi colori di GIUSTI.
Chiuderà in 15° posizione la corsa vinta da
GOLD OF HONOUR.
(Foto di Matteo Mancini).

Fare la telecronaca della corsa, a distanza di oltre venticinque anni e senza il supporto delle immagini, diventerebbe una prerogativa figlia di una mente fantasiosa con buona pace della corrispondenza storica. Ci limiteremo così a raccontare il ricordo di quella pazza vendere. Gold of Honour contro ogni pronostico macina i 2.000 metri davanti a tutti. I vari attacchi che subisce sono destinati a fallire sotto un ritmo che non tende a spegnersi, anzi aumenta metro dopo metro. Contro ogni pronostico e in barba all'assenza dalle piste di oltre sette mesi, non cede mai, neppure nelle ultime centiania di metri. Vince addirittura, con la prepotenza di un soggetto da categoria superiore e si aggiudica la prova, intitolata a Corradino D'Ascanio. Secondo, a una lunghezza, arriva il favorito Magic Sound quindi, vicino, il controfavorito Hallow Baba con a contatto l'altra appoggiata Leonessa. Pesanti i distacchi per gli altri, con il quinto a oltre cinque lunghezze dallo scatenetato vincitore. Più indietro, gli altri che arrivano alla spicciolata, a testimonianza del gran ritmo. General Rocket, settimo, chiude a quindici lunghezze dal vincitore; Caddymaster, nono, paga un distacco di ventiquattro lunghezze. A circa trenta è Vaguely Isa, undicesima, con il dodicesimo, il primo Gabrielli, Savak dato a "molte lunghezze" dalla stessa Vaguely; distaccati in modo pesante gli altri, con il penultimo Melanie Klein a quindici lunghezze dal terzultimo e con Master Reply, ultimo, dato come "lontano" da Melanie Klein.
Eloquente il responso cronometrico, registrato sul terreno buono: 2.05.7. Tempo migliorato di tre secondi, a esempio, dalla precedente vittoria di Gold of Honour ottenuta un anno prima con un chilo in meno in groppa e stesso stato del terreno, ma addirittura di dieci secondi migliore rispetto ad altre prove della medesima categoria. Tempo dunque notevole per una vendere e per il terreno, difficilmente battibile e in linea per la categoria discendente. I due vincitori della corsa tris che chiuderenno il convegno della giornata, per fare un parallelo, completeranno i medesimi 2.000 metri in 2.06.8 prendendo quindi un secondo da Gold of Honour, in una prova però con un importo pari agli attuali 13.460 euro al primo contro i 2.065 in palio nel Corradino D'Ascanio.
Una grande vittoria quindi. Ricordo lo stupore in tribuna: "Guarda che lavori... rientrava da sette mesi, vai a pensare che vincesse e poi in questo modo...!" Vincente 337 (attuale 33,7), primo piazzato 80 (attuale 8 a 1), accoppiata 100 a 1 (da notare che secondo è il favorito della corsa), trio 3.500.000 di lire (da notare che secondo e terzo sono i due favoriti della corsa, altrimenti ci sarebbe stata una quota pazzesca).
Fin qui una corsa sorprendente, ma nulla più. Certo, fin qui, perché appena tagliato il traguardo, tra le urla del pubblico che ha colto una trio o un'accoppiata da sogno (per gli scommettitori), si verifica l'insolito. Augustin Herrera (che anni dopo subirà un infortunio invalidante tra una marea di polemiche), come consuetudine, tira le briglie per arrestare la corsa del cinque anni Gold of Honour, alla seconda vittoria in carriera in tredici corse. Il cavallo però non ne vuole sapere. Inizia a saltare, scalciando con i posteriori l'aria. Mai vista una roba del genere al termine di una corsa, manco fosse Ribot nel suo galoppo conclusivo e dimostrativo in quel delle Capannelle (ippodromo a cui era intitolato il premio della precedente vittoria di Gold of Honour) in compagnia del fido Magistris. Herrera, che non è proprio il primo che passa, se non in riferimento ai fantini che hanno appena tagliato il traguardo delle prova, non riesce a placare l'ira del cavallo che sembra impazzito. Il sauro, scalcia privo di controllo e per nulla affaticato dai 2.000 metri corsi come un proiettile vomitato fuori da un fucile che ha ricevuto l'ordine di fare fuoco. Il pubblico, che sta per scendere i gradini della tribuna per recarsi al tondino, si arresta e torna indietro a vedere quello che sta succedendo. Chi è sotto i monitor si riversa sulle tribune o va lungo le recinzioni che delimitano la pista. "O che casino sta facendo?"
Herrera viene letteralmente volato in aria da Gold of Honour che, liberato dal freno del fantino, riparte a correre come un ossesso prendendo la curva vicino al tondino e proseguendo verso la dirittura opposta a quella di arrivo. Gli avversari, sorpresi, assistono alla scena, mentre al piccolo trotto se ne rientrano al tondino in attesa dell'ordine di arrivo ufficiale.  Il sauro invece se ne va inseguito dagli addetti della pista che tentano in ogni modo di fermarlo, ma vanamente. Il fuggitivo copre quasi metà della dirittura opposta a quella di arrivo, perseverando nella sua azione, poi inverte la marcia e ritorna indietro schivando i vari addetti. E' incontrollabile, una vera e propria pallottola impazzita che galoppa senza conoscere fine. Poi, d'un tratto, mentre tutti guardano attoniti la scena, crolla a terra, va giù come se fosse stato morso da un arresto cardiaco. In pista si aziona il trattorino, vengono portati i teloni verdi. Il cavallo non si muove più o almeno questa è la percezione dalla tribuna. Viene caricato sul mezzo e portato via dalla pista. I giudici di gara, intanto, confermano l'ordine di arrivo. Al tondino però non ha seguito l'asta, perché il vincitore è altrove e perché chi comprerebbe mai un cavallo dopo una scena del genere? Il silenzio cala sovrano, non si sa niente di quel che è successo, anche se la giornata prosegue in vista del main event costituito dalla tris.
In serata, dopo cena, non ricordo se su canale 50, emittente pisana, va in onda la trasmissione "Cavalli in Pista" (se non ricordo male) con Sandro Marannini, speaker del campo, abituale presentatore. Dopo aver mostrato le corse del pomeriggio, Marannini spiega che Gold of Honour si è ripreso dopo la corsa e che è stato ricondotto normalmente presso la sua scuderia, ha mangiato ed è ben felice nel suo box. Eppure non correrà mai più. Anni dopo, circa il 1994, per mero caso mi capiterà di incontrare a Tirrenia qualcuno che mi rivelerà di esser stato tra i proprietari del cavallo, ma questa è un'altra storia...

Figlio di Vaigly Great e della femmina Golden Treasure da Crepello, Gold of Honour era nato in Inghilterra nel 1987. Importato in Italia dalla scuderia Azzurra, che penso abbia sborsato una discreta cifra per aggiudicarselo, aveva debuttato a due anni a settembre nell'ippodromo capitolino senza impressionare. Quattro corse con due ultimi posti e un terzultimo posto quale migliore piazza. Spostato da Roma in terra Toscana, dopo un'assenza di sei mesi era stato declassato dalla categoria discendente agli ascendenti senza però riscuotere grandi miglioramenti. Penultimo al rientro a Livorno da top weight, malissimo nelle tre successive prove pisane, spesso seminato sulla pista in ultima posizione compreso in categoria vendere. Da qui la scelta di provare a cambiare la distanza con passaggio dai 1.300 metri ai 2.000 metri. Subito quarto con 49 kg in ascendente a Pisa (primo piazzamento in carriera, a quattro anni, dopo nove corse). Quindi vittoria al debutto con i nuovi colori Verdigi e la monta del palermitano Rovetto, sui 2.000 metri categoria ascendente (Premio Capannelle). Pessimo nelle due successive prove, fino a finire fuori dal circuito delle corse per oltre sette mesi per presentarsi al Corradino d'Ascanio senza ambizioni...
Figlio di una cavalla blasonata, Golden Treasure, nata nel 1970, vincitrice del Kingsclere Stakes (L) e terza nelle 1.000 Guineas Trial Stakes (Gr.3) di Ascot, a sua volta generata da una cavalla in linea con l'epilogo della carriera di Gold of Honour ovvero True Delirium. 
Fratellastro di quattro vincitori su sei scesi in pista, tra cui lo stalloncino Precious Metal, vincitore di tre corse e secondo classificato nel Two Year Old Trophy (L), e la fattrice Fair of Face, vincitrice di tre corse e quarta nel Salisbury 1000 Gns Trial Stakes (Gr.3).
Uno zio materno di calibro per gli appassionati di storia dell'ostacolismo ovvero CIRCUS ON ICE, fratellastro di Golden Treasure, vincitore di cinque corse in ostacoli in Italia tra cui il GRANDE STEEPLE CHASE DI FIRENZE (L), corsa oggi soppressa per la demolizione del tracciato ostacoli.


MASTER REPLY
L'ultimo classificato nella corsa della vittoria di
GOLD OF HONOUR
(Foto Matteo Mancini).

lunedì 19 settembre 2016

Responsi 18° Giornata, Maia, Merano.


PAOLO FAVERO SI AFFIDA AI GALILEO E AL SUO NUOVO ACQUISTO PER FESTEGGIARE LE 100 CORSE STAGIONALI.

I colori fucsia onorano con una tripletta le 100 corse disputate nella stagione ma soprattutto lo sfortunato Triple Pursuit fratturatosi irreparabilmente nella prova di apertura.

TRIPLE PURSUIT
il miglior tre anni della stagione ostacolistica 2015 
secondo ippicaostacoli,
vincitore del Criterium d'Autunno, Gr.1,
vittima di un grave infortunio nel Foto Press.
(Foto di Matteo Mancini).

Commento a cura di Matteo Mancini.
Il Dolce e l'Amaro titolava un non troppo vecchio film di Porporati, titolo che va su misura anche per i "fucsiati" agli ordini di Paolo Favero. Il leader della classifica settore ostacoli, giunto a quota 49 vittorie, mette a segno una tripletta in coincidenza delle tre prove che lo hanno portano a toccare le cento corse disputate con i propri colori nella stagione in corso (29 le vittorie). Un epilogo dunque dolce, specie se si considera la prima vittoria in carriera del Galileo Mishghar e la prima in ostacoli di Bobo Merenda, acquistata da Favero proprio in settimana dalla Razza Montalbano che ha voluto disfarsene. L'unica battuta d'arresto, peraltro molto triste, per l'allenatore si è registrata nel prologo con uno scatenato front runner Max and Ruby, del proprietario rivelazione della stagione Christian Troger (ormai in posizione tale da insidiare la quinta posizione di Josef Aichner), a scombinare i piani della vigilia. Il prodotto dei blasonati allevamenti Luciani ha corso molteplici rischi, dipingendo traiettorie non sempre cristalline con Pollioni che ha palesato non pochi problemi di gestione, ma che è stato poi bravo a misurarne le energie per ripartire in dirittura di arrivo una volta ripreso dagli avversari. Da sottolineare però il grave infortunio occorso a Triple Pursuit, sulla piegata finale, quando era in perfetta linea per giocarsi la vittoria. L'allievo di Paolo Favero, colori D'Altemps, ha condotto il plotonicino degli inseguitori cercando di contenere l'ardore di Max and Ruby in modo da evitare che il vantaggio assumesse contorni ben maggiori di quelli ammirati dalle tribune. Al momento opportuno poi Bartos (autore nel proseguo di una doppietta) lo ha portato sotto al battistrada arrivandogli in scia dopo il verticale. Una brutta frattura all'anteriore, palesata in un tratto piano, però ne ha frenato la corsa proprio in coincidenza della curva finale, decretando la fine della carriera del quatt'ranni e, secondo certe voci di corridoio, persino la vita. Epilogo con Max and Ruby in condizione di respingere l'affondo di uno stanco e svogliato Sbarazzino che ha pagato il gran ritmo e, soprattutto, la lunga rimonta tendendo addirittura a scartare verso l'interno negli ultimi centometri di gara. Per il Milano si tratta del sesto secondo posto consecutivo, con il quinto soggetto diverso capace di batterlo: battuto, in questo, il record di Chiaromonte che si era fermato a cinque secondi posti pressoché consecutivi (una caduta nel mezzo a intervallarli).

Omaggio Triple Pursuit
Un saluto doveroso a Triple Pursuit da noi eletto quale il miglior tre anni in ostacoli della scorsa stagione, capace di vincere le tre prove che lo avevano visto protagonista nel 2015 infliggendo pesanti distacchi a validi esponenti come Panther Cat, Signum, Sbarazzino, Silver Tango e Multiplier (mancato il solo confronto con Keen Move) e di vincere la prova più importante della stagione, ovvero il Criterium d'Autunno (Gr.1), e la terza più importante per i tre anni: il Tagliabue (Gr.3). 
Nel 2016 era rientrato in piano a Treviso, in gentleman, con un modesto quarto posto, andando incontro poi a svariate vicessitudini con una pausa forzata di cinque mesi. Riapparso in steeple in estate, a Merano, ha costruito un lento, ma crescente, stato di forma con due terzi posti, nel Pollio e nel Richard (Gr.3), andando a ridurre sensibilmente il gap con i due migliori sulla piazza nella stagione (francesi escludendo), categoria giovani novices, ovvero Dominato e Sbarazzino. Nel Foto Press di domenica scorsa l'ulteriore avanzamento di condizione al punto da mettere in seria difficoltà Sbarazzino (che gli aveva rifilato 15 lunghezze e poi cinque nei due precedenti scontri stagionali) e dare l'impressione di disporne facilmente. Poi il crack all'anteriore e l'arrivederci in un'altra dimensione. Chiude la carriera con  4 vittorie e cinque piazzamenti in undici uscite, per un totale di 53.623 euro. Acquistato in Inghilterra a due anni inoltrati da Favero per 6.500 ghinee, si era visto per la prima volta a Pisa in una prova per debuttanti. Figlio di uno stallone Giapponese, credo unico tra quelli attualmente operanti in ostacoli in Italia proveniente dal sol levante, era nato negli Stati Uniti presso la Winchester Farm. Ultimo e miglior prodotto (unico ad aver corso in ostacoli e ad aver vinto prove di gruppo) della miler piazzata in Gr.1 in Francia Plaisir des Yeux, vanta fratellastri vincitori in tre continenti (persino in stati come Macao e Messico), uno zio stallone, Le Destin, una bis nonna (Cistus) campionessa dai 1.600 ai 2.000 metri, con vittorie in Gruppo 2 e Gruppo 3 in Inghilterra e Francia, pluripiazzata in Francia in Gruppo 1; e un bis zio (Danegold) piazzato secondo in hurdle nel Vincent O'Brien County H. a Cheltenham.
Il padre Hat Trick non ha avuto altri figli a mutuarne il ricordo in Italia, essendo stato Triple Pursuit il suo unico prodotto ad aver corso nel bel paese. In pista Hat Trick si è reso protagonista di due vittorie sul miglio, da 700.000 euro l'una, a Kyoto (il Mile Championship Giapponese, Gr.1) e a Sha Tin (Hong Kong Mile, Gr.1), vincendo sei ulteriori prove. 
La scomparsa di Triple Pursuit, come spesso avviene nel settore ostacolistico, toglie fin troppo presto un possibile protagonista dei gran premi avvenire. Davvero un peccato in primis per il cavallo, in seconda battuta per il livello delle competizioni stesse che perdono una delle prime pedine tra i saltatori di allenamento italiano.

Le altre prove.
Doppio Galileo col sorpredente Lord of the Nile a regalare la prima vittoria stagionale al francese Gonzague Cottreau, al ritorno in Italia dopo un anno di assenza (vinse allora e vince di nuovo), in un cross formato ridotto ultimato da due soli concorrenti. Il sauro, spesso deludente, ha capitalizzato al massimo l'occasione centrando la seconda vittoria in Italia, la più importante nella sua carriera, superando il front runner Salar Fircroft dopo l'ultima siepe. Per il grigio allenato da Ilaria Saggiomo una prova piuttosto sotto le aspettative che, penso di poter dire, lo taglia fuori dalla prospettiva Nazioni. Caduti a traguardo lontano l'americano Eric Matthew Poeretz (al laghetto) e il leader della classifica gentleman Marcel Altenburger (all'arginello) entrambi sbalzati di sella da Muffarreh (in rigorosa chiusura del quartetto, a qualche lunghezza) e da Kitano. Nessuna conseguenza per il primo, al debutto in Italia; brutta invece la caduta del ceco che ha riportato qualche ammaccatura.
Chiude il doppio dello stallone che porta il nome dello scienziato pisano Mishghar, ancora per il fucsia di Favero, che coglie il primo successo in carriera sfruttando in modo perfetto un campo partenti poco consono per un premio da 6.375 euro al primo. Bartos lo ha tenuto calmo in penultima posizione per poi muovere deciso per andare a prendere i due fuggitivi Monti Reale (deciso progresso rispetto alla precedenti esibizioni) e il favorito Spettacolo. Aggancio completato all'attacco della curva finale e duello finale col portacolori di Pirone incapace però di organizzare una seria resistenza. Seminati gli altri con Velociter che conferma le non eccelse qualità e il debuttante in siepi Lord Sholokhov troppo brutto (parlo della prestazione) per essere vero. 
Arrivo molto raccolto nel Rotary Club con la femmina Bobo Merenda a risolvere la contesa su Giannettoni, autore di ottimo spunto dopo l'ultima siepe ma troppo corto per andare al palo, e un mai domo (ma limitato) Lost Monarck battistrada della corsa calato sulla dirittura opposta a quella di arrivo e poi riportatosi generosamente sotto. Quarto Kolt Tango a cui non è andata bene la soluzione lunga in anticipo sugli avversari, evidente infatti il netto calo in dirittura di arrivo. Anonimo quinto, pur se non lontano, per Sareerah.

Il secondo posto ottenuto da
Salar Fircroft nel Raffaele Ammirato
vale il primo posto, mai toccato nella stagione,
nella classifica stalloni ad AUSSIE RULES,
probabile protagonista nella CORSA SIEPI DEI 4 ANNI di domenica.
(Foto theirishfield.ie)

Per gli amanti delle statistiche il terzo posto di Lost Monarck consente alla Nuova Sbarra di riprendersi la leadership nella classifica allevatori. Vantaggio però esiguo sulla Razza Dormello Olgiata, poco più di 200 euro, con altri tre allevatori raccolti con un divario massimo di circa 1.000 euro tutti in linea per aggiudicarsi la classifica.
Tredicesimo cavallo stagionale ad andare in ostacoli per Josef Aichner, più di lui solo Favero (42 cavalli).
Nella classifica stalloni, per vincite, risale in undicesima posizione Galileo che si porta ai confini della top ten distanziato di circa 100 euro da Domedriver. Al comando, invece, balza per la prima volta nella stagione Aussie Rules, forte dei successi dei due quattro anni Keen Move e Nadat che si daranno battaglia in Gruppo 2 domenica, ma autore del balzo grazie al piccolo grigino Salar Fircroft. Secondo lo stoico King Charlemagne su Mujahid, con quest'ultimo forte del fatto di esser stato lo stallone più volte rappresentato con 35 rappresentazioni contro le 8 di King Charlemagne e le 25 di Aussie Rules (il secondo più rappresentato in exaequo con Galileo). Quarto il leader della prima parte di stagione Sinndar, rimasto orfano delle due sue punte (Tuk Tuk e Lindaro). Quinto il vincitore dello scorso anno High Chaparral
Alla prossima per la presentazione del meeting dei gran premi.


sabato 17 settembre 2016

Vincitori Classici: AMARANTHUS a cura di Matteo Mancini.

AMARANTHUS (ITY)
m.b 20.04.2013

AMARANTHUS
(Foto Arrigossi)


                               Nijinsky (Can)
                                      Royal Academy (USA)         Crimson Saint (Usa)   
Daro Sopran (GER)          (b. 1987)   
 (b. 1996)                        Danzica (IRE)                     Rusticaro (Fr)
                                      (b. 1983)                                          Duppel (Fr)

                                                                               Personal Hope (Usa)    
                                       Personal First (Usa)           Rekindling (Usa)
Zacapa (USA)                  (b. 1997)
 (b. 2006)                         K.O. Queen (USA)             K.O. Punch (Usa)
                                        (b. 1999)                                     Dili (Usa)



Daro Sopran (1996). Settimo prodotto, di quattordici, della fattrice Danzica, allevata dalla Razza di Vedano, vincitrice di tre corse tra cui il Premio Regina Elena (Gr.1), seconda nelle Oaks d'Italia (Gr.1), terza nel Lydia Tesio (Gr.1), nel Seregno (L), quarta Premio Dormello (Gr.2) e Premio d'Aprile (Gr.3).
Fattrice blasonatissima, presentata all'asta ANAC nel dicembre del 1987 per trasformarla fattrice. Passa l'asta con il numero 116 e viene ceduta dalla Scuderia Cocky srl alla B.B.A Italia c/o Paiardi Daniela per la somma di 145 milioni di lire, record per l'assista che qualifica la cavalla quale Top Price dell'asta.
Fratello pieno di Dardanelli, nato nel 1993, soggetto vincitore, da due a dieci anni, di 16 corse (1.600-2.200 m.), otto delle quali in siepi con premi all'attivo quali la Corsa Siepi di Treviso, 47 piazzamenti complessivi tra cui il terzo posto nella Corsa Siepi del Vinovo, quarto posto nel Premio Merano (L) a Milano. Fratellastro di un'altra ottima ostacolista, nata quattro anni prima, ovvero Alma de Llaves, maiden in piano ma vincitrice di 12 corse in ostacoli, tra siepi e steeple, tra le quali la 49° Gran Corsa Siepi di Roma (poi Gr.1) e piazzata 22 volte tra cui il secondo posto nel Neni da Zara (poi Gr.3), terza nel Grande Steeple Chase di Milano (poi Gr.1) e nel Vanoni (poi Gr.2). Ritirata fattrice ha generato altri interessanti vincitori in ostacoli come Lord Hypnos e Neroloto.
E' il secondo dei figli di Danzica allevati dalla Sant'Uberto che rileva la fattrice dalla Razza Padana generando nove prodotti tutti col nome che prende le mosse con la firma di "Sopran" eccetto il caso di Daro Sopran, dove il marchio di fabbrica dell'allevatore segue un nome iniziale. Nasce l'anno dopo di Sopran Dandy, cavalla vincitrice e piazzata in categoria Listed (ha generato prodotti piazzati in categoria di Gruppo), e si distingue quale terzo miglior prodotto della fattrice in piano dopo la citata femmina e dopo il più anziano Dolico (plurivincitore e pluripiazzato in categoria Handicap Principale, secondo inoltre nel Daumier, L.).
Cavallo dunque molto appetibile sul mercato dei puledri, ma la Sant'Uberto decide di tenerselo e di non cederlo. Viene affidato in allenamento ad Antonio Marcialis. Il cavallo però debutta molto tardi, a tre anni, nel maggio del 1999, in quel di Milano. Viene scelta come occasione una maiden sui 1.600 metri. Undici al via, con Daro Sopran che è il terzo più appoggiato. Vince il rientrante Portofino, alla quinta corsa in carriera (finirà presto nelle reclamare), davanti al favorito netto Lekano. Daro Sopran è solo quarto a sei lunghezze dal vincitore. Corre solo altre quattro volte  a tre anni, togliendosi la qualifica di maiden alla quarta uscita, dopo due mancati piazzamenti, in una condizionata sui 1.600 metri, da oltre 8.000 euro al primo, su un terreno paludoso. L'acuto viene pagato dai bookmaker 20 a 1 in una corsa dove al via sono appena in quattro. Montato dal compianto Mirko Marcialis, Daro Sopran sciocca San Siro e vince, da ultimo del campo, su Nereo e Alabama Jacks. Il cavallo non si conferma nelle due successive uscite, ma torna a stupire per il giorno del pesce d'aprile del 2000, quando vince la corsa più importante della sua carriera. Va infatti in scena a Milano il Premio Primavera, handicap principale sui 1.600 metri con 15.300 euro al primo. E' il terzultimo del campo, 10 a 1, su nove partenti. Vince comodo di tre col fido Mirko Marcialis davanti al vincitore dell'edizione '98 Surbetee. Decisivo il pesino di 52 chilogrammi e mezzo che gli vale il numero nove di sella su una scala di dieci dichiarati partenti.
Soggetto molto discontinuo incapace di confermare la qualità con regolarità. Marcialis lo prova in categoria superiore ma arrivano delle pesanti battute di arresto. Chiude penultimo il Città di Torino (Handicap Principale da 21.000 euro al primo), zavorrato al peso tanto da esser passato a 57 kg (e col consueto ruolo di outsider al betting); è abbondantemente ultimo nel Bereguardo (L) che affronta con la quota di 44 a 1 finendo a sedici lunghezze dal vincitore e a quattro dal penultimo che è Endless Hall (fratellastro del futuro vincitore del Gran Premio Merano Halling Joy), nonostante il terreno molto pesante. Davanti c'è anche Alabama Jacks, quarto, e il futuro stallone Antezzate Martino Alonso, terzo.
Ancora ultimo in condizionata, 54 a 1 la quota nonostante un ridottissimo campo di partenti da tradursi in sei sfidanti. E' l'ultima volta che lo monta Mirko Marcialis. Non cambiano i risultati a Varese dove il cavallo debutta il 30 luglio nell'Handicap Principale da 15.300 euro al primo. Sovraccaricato al peso, numero due della scala, finisce settimo montato da Stefano Landi, ben lontano da quelli avanti. Migliorano le cose nel finale di stagione dove Daro Sopran trova la forma e un nuovo allenatore: Bruno Grizzetti. Terzo in condizionata a Firenze a ottobre sui 1.200 metri. Perde il secondo posto per una testa a vantaggio di Jamie Walters con gli altri seminati per la pista. Centra poi la terza vittoria in carriera, ancora a Milano, moderato da Mariolino Esposito facendo suo il Premio Capiago, discendente sui 1.500 metri, ancora una volta, sul molto pesante. Si afferma da top weight con 62 kg in sella e concessione dai tre ai tredici chili agli avversari. Tra i battuti (nono) c'è anche quel Portofino che aveva vinto la corsa del debutto del cavallo e che il periziatore valuta cinque chili inferiore di Daro Sopran.

DANZICA
blasonata madre di DARO SOPRAN e nonna paterna di
AMARANTHUS
(Foto da Il Purosangue in Italia, n.114 Edizioni ANAC, Gen-Feb 1988, pag.32).

Altre due volte in pista nel mese di novembre, favorito dai terreni faticosi. Secondo in condizionata sul molto pesante e sui 1.600 metri, battuto in corta testa dall'eclettico e favorito del campo Cayo Guillero che centra la quinta vittoria in sei uscite. Il controfavorito Martino Alonso, alla penultima corsa della carriera (si ritirerà nove giorni dopo), finisce ultimo a sei lunghezze e mezzo dai due.
Di nuovo in pista in una condizionata, undici giorni dopo, con le medesime condizioni dello stato del fondo, ma distanza accorciata di quattrocento metri. Vittoria non in discussione per il vincitore in categoria pattern race Nil, ma gran battaglia per il secondo posto. Daro Sopran viene di nuovo beffato per una testa. E' terzo alle spalle di Chettengavere. 
Entra così in cinque anni e si rivede in pista dopo quattro mesi, alla ripresa di Milano. Un quarto posto al rientro in condizionata, quindi la difesa del titolo, non riuscita, nel Premio Primavera. Deludentissimo ultimo posto, staccatissimo, con un distacco di diciotto lunghezze dal terzultimo. Quota che si dilata a 20 a 1 al successivo impegno a Firenze, dove però si vedono segnali di ripresa. Terzo in condizionata sui 1.500 metri, con secondo posto sfumato per una testa. Prova confermata due settimane dopo a Milano con un secondo posto in condizionata a una lunghezza dal vincitore Raffaello, ma con un muso di favore su Karpaasi (vincitore in Listed l'anno precedente). Cade nel successivo impegno corso da favorito e vinto proprio da Karpaasi. Break di tre mesi in attesa dell'autunno milanese. Ultimo al rientro, ma poi vincente a Torino con Mirco Demuro in una condizionata sui 1.500 metri da 11.000 euro al primo. Corre poi tre volte, in due settimane, nell'amato novembre. Terzo in condizionata a Milano, ben davanti a Karpaasi; vince poi facile, otto giorni dopo, a Torino, una prova per due anni e oltre da 13.160 euro al primo sui 1.400 metri aggravati dal terreno pesante. Favorito netto, 18/10, non ha rivali e rifila addirittura tre lunghezze a Nil che è terzo e che vincerà , piuttosto a sorpresa, sette giorni dopo il Premio Umbria (Gr.3) a Roma. Entusiasmo alle stelle e tentativo della Sant'Uberto, forte allevatore, di qualificare il cavallo come stallone. Viene dichiarato partente, una settimana dopo, nel Ribot (Gr.2), a Roma. E' la prima e unica corsa di Gruppo disputata dal cavallo. Grizzetti, visti i risultati ottenuti da Nil, sbaglia la corsa. Diciotto al via, terzultimo cavallo del campo: 37 a 1. Finisce ultimo, seminato per la pista, dimostrando evidenti limiti in categoria d'elite.
Corre altre cinque volte nell'ultimo anno di carriera, a sei anni. Solito ultimo posto al rientro, dopo sei mesi, in quel di Milano. Vince un certo Altieri con Daro Sopran relegato a trentuno lunghezze. Fanno seguito quattro uscite, in meno di un mese, con due terzi posti e un quarto in condizionate a Milano che vedono Daro Sopran tra i favoriti del campo. Disputa poi l'ultima in carriera a Torino, con Mirco Demuro, duellando con Valroy (pluripiazzato in listed) sull'amato terreno paludoso. I due si staccano in lotta sui 1.200 metri della pista piemontese, lasciando il primo dei battuti (un certo Nil, anche lui all'ultima in carriera) a quattordici lunghezze. Vince molto bene Daro Sopran che regola quasi di una lunghezza l'avversario. Chiude qua la carriera, probabilmente anticipata da un infortunio. Sebbene non vanti piazzamenti tali da qualificarlo stallone, la Sant'Uberto lo ritira in razza a partire dal 2003 a un tasso di monta che non supererà mai i 2.000 euro.
Il curriculum propone 31 corse, 6 vittorie (1.200-1.600 m.), da tre a sei anni, col Premio di Primavera (Handicap Principale) a fungere da main event vinto, e 12 piazzamenti per un totale di 95.600 euro vinti. Nessun piazzamento in pattern race, ma sole buone frequentazioni in condizionate di primissima fascia. Grosso specialista dei terreni molto pesanti, meglio se paludosi.

DARO SOPRAN
(Foto ippica.biz).

Ha operato per nove stagioni presso la Sant'Uberto, 2003-2012, contribuendo a far generare 140 prodotti (163 secondo il sito UNIRE), uno dei quali mezzosangue (non piazzato nell'unica corsa disputata e rispondente al nome di Ugo Ricotta), 101 dei quali scesi in pista e 59 vincitori. Nonostante il non trascendentale score ottenuto in pista, se si confronta con quelli ottenuti dalla media degli altri stalloni, i risulati riproduttivi di Daro Sopran sono più che sufficienti. Apprezzatissimo soprattutto da una mezza dozzina di allevatori, tra questi la Scuderia Alessia (quattro monte per la prima stagione, tre per la successiva e via ancora), Leonardo Ciampoli (due il primo anno, addirittura sei il secondo), l'Az. Agr. S.Giacomo (tre il primo anno, tre il secondo), quindi l'Az. Agr. il Casalone, la Sant'Uberto e la Sofim, ha generato svariati soggetti "da battaglia", soprattutto da prove di contorno, ma spesso vincenti. Il tasso dei soggetti vincitori, tra quelli scesi in pista, è del 59% con i migliori risultati ottenuti in ostacoli. Tra gli ostacolisti, come vedremo, due soggetti hanno vinto in categoria pattern race, mentre nessuno è riuscito a fare altrettanto in piano. In quest'ultimo settore Daro Sopran ha contribuito a plasmare tre piazzati in Listed e due vincitori in categoria Handicap Principale.
La stagione con il più elevato numero di prodotti è stata il 2009 con 28 figli (35 per il sito UNIRE), seguita dal 2008 con 22. Da notare come le date siano coincidenti con i primi risultati offerti dai prodotti nati nel 2005 ovvero dalla prima stagione di monta. Stagione quest'ultima che ha visto addirittura otto vincitori su undici scesi in pista. Nessun figlio di Daro Sopran ha mai corso in Francia, in Inghilterra o Irlanda. In sette, invece, hanno corso in Polonia, dove sono risultati particolarmente graditi alle scuderie Stajnia Metis e Stajnia Panat, ma solo tre di questi sono riusciti a vincere (due in ostacoli).
Il miglior prodotto, da un punto di vista qualitativo, generato da Daro Sopran è stata la femmina Casiluca: 94 di timeform inglese, ha corso 43 volte, 5 vittorie (1.200-1.600) e 23 piazzamenti, seconda nel Mantovani (L), seconda nel Jebel Ali Racecourse (HP) e quarta nel Bessero (L) per un totale di 98.800 euro di vincite. Piazzamenti in pattern race, per entrambi un quarto posto nell'Alberto Giubilo (L), per Rocchettone, fratello pieno di Casiluca, poi vincitore in siepi nel Corona Ferrea (L) e secondo in siepi nel Val d'Adige (L), con 79 di rating, e per Sopran Sanson, 3 vittorie (1.000-1.600 m.) e 17 piazzamenti ma 69 di timeform inglese.
Vittorie importanti conseguite poi da Jakid, 106 corse in carriera (il più in pista), 22 vittorie, tra cui il Premio Fiume (HP) e 41 piazzamenti, secondo nel Rosenberg (Hp) per 104.800 euro di vincite in carriera (somma più alta vinta da un Daro Sopran) e un apice di 82 punti di timeform inglese; e Anfiarao, prodotto dell'ultimo anno di produzione dal medesimo allevamento di Amaranthus, vincitore del Premio Teatro Greco (HP), secondo nel Criterium Aretuseo (HP) entrambi a Siracusa.
Il prodotto ad aver vinto il maggior numero di corse è stato Sopran Raro con 23 successi  e 39 piazzamenti in 89 corse per un totale di 71.000 euro di vincite (terza somma più alta vinta).
Tashiunka Uitko la cavalla che ha vinto a Varsavia (tre volte) imitata da Sopran Sorriso (due vittorie), Reseda, Sopran Best, poi vincitore anche in ostacoli, e da Sopran Lesto e Astuta, vincitori a Sopot, sempre in Polonia, per un totale di sei vincitori in territorio polacco su otto scesi in pista.

Il panorama ostacolistico vede Amaranthus quale miglior prodotto in assoluto della produzione Daro Sopran, l'unico ad aver centrato una prova di Gruppo. Di valore però anche lo sfortunato Rocchettone, vincitore, agli ordini di Paolo Favero, nel Corona Ferra (L) e autore di due secondi posti (per un totale di 19.550 euro) nelle restanti due corse in siepi disputate, una delle quali, nel Val d'Adige (L), davanti al discreto Imprezer. Due vittorie in ostacoli poi per l'esuberante Sopran Best, vincitore a Wraclaw (Polonia) e piazzato 16 volte (cinque delle quali in Italia) su un totale di 27 corse in ostacoli, tra i piazzamenti si ricordano il quarto posto nel Neni da Zara (Gr.3) in steeple e il quinto posto nel main event dell'ostacolismo in steeple chase polacco ovvero nel Wielka Wroclawska, edizione 2014. Vince in carriera 24.000 euro. Una vittoria anche per Sopran Lesto, piazzato 12 ulteriori volte (4 delle quali in Polonia) con il quinto posto nel Prezydenta Miasta Wroclawia (main event polacco in siepi). Hanno poi corso in siepi quattro volte Sopran Drago (1 piazzamento) e Sopran Madaro (mai piazzato).
Pensiamo di poter dire che i risultati di cui sopra siano sufficienti per definire buona la produzione di Daro Sopran in ostacoli. Probabilmente gli allenatori che hanno avuto per le mani figli di Daro Sopran, che ricordiamo fratello pieno di Dardanelli e fratellastro della vincitrice della Gran Corsa Siepi di Roma Alma del Llaves, avrebbero dovuto provare i loro allievi sugli ostacoli, siamo certi che qualcun altro discreto esponenente dal gruppo sarebbe venuto fuori.

SOPRAN BEST
quinto classificato nel Wielka Wroclawska main event
polacco in steeple chase.
E' il figlio di DARO SOPRAN meglio piazzato in una prova
d'elite all'estero.
(Foto Racehorses.pl).

Prima madre
Zacapa (USA). Cavalla del 2006 allevata negli Stati Uniti dalla Dixiana Stables Inc., unico prodotto di Personal First a essere importato in Italia, stesso discorso per il padre materno, tale K.O. Punch. Viene acquistata negli Stati Uniti dalla scuderia Jerome che l'affida in allenamento ad Armando Renzoni. Viene dichiarata partente a Roma in una maiden per due anni.Viene ritirata sul campo e non si rivede più. Un serio infortunio, è facile immaginare, la mette subito fuori gioco. Viene acquistata dall'Azienda Agricola Massimo Farina che, già a tre anni, la fa saltare.
Madre di cinque prodotti, quattro scesi in pista, tre vincitori.

           Tutta Yankee (2010, f.b da Sheridan (IRE)). Non ha corso.
         Demerara (2011, f.b da Sheridan (IRE)). Ha disputato 1 corsa a quattro anni a vendere a Chilivani arrivando ultima data come "lontana" dal penultimo.
         Wonder Wroth (2012, m.b da Docksider (USA)). Ha corso 16 volte, da due a tre anni, ottenendo 4 vittorie (1.500-1.600 m.) in categoria vendere, a Grosseto e Siracusa, e 3 piazzamenti per un totale di 10.123 euro. Disputa le prime tre corse in carriera per la Dioscuri e l'allenamento di Endo Botti, viene poi ceduta in Sicilia dopo aver vinto a vendere a Grossetto, a due anni, alla terza uscita.
            AMARANTHUS, see above.
           Camden Zac (2014, m.b da Captain Marvelous (IRE)). Ha corso 12 volte, da due a tre anni a Siracusa, riportando 6 vittorie (1.200-1.300) dapprima reclamare poi fino alle condizionate e 5 piazzamenti per un totale di 19.482 euro.
  
Seconda madre:
K.O. Queen (USA). Allevata nel Kentucky dalla The Thoroughbred Corporation e ceduta foal alle Keeneland September Sale per 51.000 dollari. Ha corso 4 volte a tre anni negli Stati Uniti, ottenendo due terzi posti per un totale di vincite pari a 3.520 dollari.
Madre di quattro prodotti, tre scesi in pista, un vincitore.

             N. (2004, m.b da Personal First (USA)). Deceduto appena svezzato.
             Zacapa, see above.
            Soto Beat (2007, f.s da Soto (USA)). Ha corso 27 volte in Giappone, da tre a sette anni, ottenendo 7 vittorie (1.400 m.) e 8 piazzamenti per un totale di vincite pari a circa 40.000 euro.
           K.O. Socks (2008, f.b da Personal First (USA)). Ha corso 4 volte negli Stati Uniti, senza mai piazzarsi.

Lo zio di Amaranthus
SOTO BEAT 
in un'esibizione in Giappone
(Foto Jbis.Jp).

Terza madre:
Dili (USA, 1990, f.b da Chief's Crown (Usa)). Allevata in Kentucky dalla Flaxman Holdings Ltd, da alcune fonti società parallela ai Niarchos. Ha corso le prime quattro volte per i Niarchos poi per Larry Roy, disputando in totale 22 corse, da due a cinque anni, debuttando e correndo le prime quattro volte in Inghilterra per poi esser esportata in Francia. Ha ottenuto 1 vittoria (2.350 m.) a Le Pin Au Haras in una corsa da 3.000 euro circa al primo e si è piazzata 11 volte (tre delle quali in Inghilterra) tra cui il secondo posto nel Grand Prix de Villeurbane (L) a Lione e il quarto nel Prix Panacee (L) a Tolosa. Vince in carriera 28.900 euro. A fine carriera viene reimportata negli Stati Uniti dopo esser stata acquistata per 48.000 ghinee alle aste di Tattersalls, nel dicembre del 1995, dalla Hill 'N' Dale Farm.
Madre di otto prodotti, cinque scesi in pista, quattro vincitori.

          Green Bird (1997, f.b da Silver Hawk (Usa)). Non ha corso. Ceduta alle aste di Tattersalls nel dicembre del 2002 per 10.000 ghinee. Fattrice, madre di Green Mile, vincitrice di 2 corse Germania e 1 in Irlanda, seconda nel Premio del Dado (L) a Milano. Ha corso 34 volte in ostacoli (undici volte in chase)) in Inghilterra e Irlanda riportando 5 ulteriori vittorie (per un totale di 8 vittorie) e 6 piazzamenti tra cui il quinto posto (su ventidue partenti) nel Pertemps Final (L) a Cheltenham.
             Sudden Glory (1998, c.b da Honour and Glory (Usa)). Ha corso 47 volte negli Stati Uniti, da due a sette anni, ottenendo 6 vittorie e 5 piazzamenti tra cui il quarto posto a Santa Anita nel Norfolk Stakes (Gr.2). Vincite per 138.000 dollari.
              K.O. Queen, see above.
             Piccadilly Circus (2000, f.b da Fantastic Fellow (Usa)). Non ha corso. Fattrice, madre di vincitori.
            Ton a Run (2001, f.b da Crafty Friend (Usa)). Ha corso 18 volte negli Stati Uniti, riportando 3 vittorie e 3 piazzamenti per 29.700 dollari di vincite.
            Ready to Crown (2004, f.b da More than Ready (Usa)). Ceduto alle aste di Tattersalls nell'autunno del 2006 per 7.000 ghinee. Ha corso in Inghilterra 28 volte, da tre a sei anni, ha vinto al debutto ad Huntingdon, in classe 5, in una prova per gentleman sui 2.600 metri, ottenendo poi 7 piazzamenti in piano su un totale di 16 corse e un apice di 54 punti timeform. Meglio decisamente in hurdle con 12 corse, da quattro a sei anni, con 2 vittorie (per un totale dunque di 3 vittorie in carriera) e 4 piazzamenti. Score complessivo dunque di 28 corse, 3 vittorie e 11 piazzamenti. Vincite per 12.600 sterline (7.800 provento delle prove in hurdle). Fattrice.
           Plum Thru Town (2005, m.b da Mizzen Mast (Usa)). Non rinvenuti dati. Acquistato yearling per 13.000 dollari.
            Kawaii (2006, f.b da Kafwain (Usa)). Ha corso 58 volte negli Stati Uniti, ottenendo 1 vittoria e 7 piazzamenti per un totale di 15.000 dollari di vincite.

Quarta madre:
Untitled (IRE, 1976, f.b da Vaguely Noble (Ire)). Cavalla allevata da Stravros Niarchos. Ha corso 4 volte in Inghilterra, riportando 1 vittoria (1.600 m.) a tre anni a Kempton Park e due piazzamenti tra cui il terzo posto nel Sandleford Priory Stakes (L) a Newbury. Mandata in razza negli Stati Uniti alla Flaxman Holdings Ltd.
Madre di dodici prodotti, nove scesi in pista e sette vincitori.

             Private View (1982, f.s. da Mr Prospector (Usa)). Ha corso 11 volte, da due a tre anni, in Francia (una corsa in Italia) per i prestigiosi colori Niarchos, ottenendo 1 vittoria (1.600 m.) a Sant Cloud e 8 piazzamenti tra cui il secondo posto nel Lydia Tesio (Gr.1) a Roma e i terzi posti nel Prix de Malleret (Gr.2) a Longchamp e nel Prix de la Nonette (Gr.3). 54.000 euro circa di vincite.
Fattrice negli Stati Uniti, madre di vincitori tra cui Ionio vincitore, tre volte in piano e due in hurdle (categoria di minima in ostacoli), in Inghilterra con piazzamenti d'elite come il secondo posto nel Great Voltigeur Stakes (Gr.2) a York, il secondo nel Festival Stakes (L) e nello Schroder Glorious Stakes (L) a Goodwood, il terzo nel T.G.I. Friday's Gordon Richard Stakes (Gr.3) a Sandown e nello Steventon Stakes (L) a Newbury.
             Enfant d'Amour (1983, f.b da Lyphard (Usa)). Non ha corso. Fattrice madre di vincitori alla corte dei Niarchos. Madre di Love Shack vincitrice a Deauville nel Prix de la Vallee d'Auge (L); Wally Rooney, vincitrice, seconda nel Grand Prix de Villeurbanne (L) a Lione, e Raise a Prince, vincitore, terzo nell'Aston Parks Stakes (L) a Newbury e nell'NGK Spark Plugs Stubbs Rated Stakes (L) a Newmarket. Piazzato poi in ostacoli a fine carriera.
            Mists of Avalon (1984, f.b da Nureyev (Usa)). Ha corso 7 volte, da due a tre anni, in Francia e in Inghilterra per i colori Niarchos, riportando 2 vittorie (1.400-1.600 m.), una in Inghilterra e una in Francia, e 4 piazzamenti vincendo poco meno di 15.000 euro. Fattrice, madre di vincitori. Ceduta nel novembre del 1994 per 10.000 ghinee. Ha generato KIERKEGAARD, 10 vittorie (1.600 m.) in Italia tra cui due volte il Pr. Bereguardo (L) a Milano, il Premio del Piazzale (L) a Milano, il Premio del Giubileo (Hp Limitato) a Roma, 13 piazzamenti con il secondo posto, per due volte, nel Di Capua (Gr.1), terzo nel  Signorino (L) e nel Natale di Roma (L), quarto nel Turati (Gr.2). Stalloncino in Italia (115 prodotti).
             Miracle of Love (1985, f.s da Nureyev (Usa)). Ha corso 3 volte in Inghilterra, centrando 2 vittorie. Fattrice, madre di vincitori. Ceduta nel dicembre del 1998 alle aste Tattersalls per 45.000 ghinee. Ha generato Sacred Fire, vincitore nel Prix du Fonds Europeen de l'Elevage des Pays de Loire (L) a Lione, terzo nel Prix Rene Bedel (L) a Lione. Un piazzamento in Listed in Francia poi per La Faisanderie e due sempre in Listed per Thorium.
              Jungle Pioneer (1986, m.b da Conquistador Cielo (Usa)). Ha corso 36 volte, da due a cinque anni, correndo le prime sette volte in Inghilttera, quindi cinque volte in Francia. Esportato negli Stati Uniti a fine 1990. Ha ottenuto 7 vittorie (tre in Inghilterra, tre negli Stati Uniti e una in Francia) tra cui il Santa Gertrudes H. (L) a Santa Anita, conquistato a cinque anni, 10 piazzamenti. Vince negli Stati Uniti 135.000 dollari da sommarsi ai 26.000 euro vinti in Europa (per un totale di 164.000 dollari).
              Mistitled (1988, f.b da Miswaki (Usa)). Ha corso 5 volte in Inghilterra ottenendo 1 vittoria a Chester, nessun altro piazzamento con timeform scemato da 74 a 62 a fine carriera. Ceduta nel dicembre del 1994 alle aste Tattersalls per 9.500 ghinnee. Fattrice ha generato vincitori, tra i quali Magic of Love, terzo a Doncaster nel Polypipe PLC Flying Childer Stakes (Gr.2), piazzata in due ulteriori Listed Race inglesi.
              Boreen (1989, f.s 1989 da Irish River (Fr)). Esportata a tre anni in Russia, non ha corso. Fattrice, ha generato BOR vincitore di 8 corse in tredici uscite tra cui il Derby Russo. Cavallo dell'anno in Russia nel 2001, vince 221.250 rubli. Stallone in Russia.
              Dili, see above.
            The Name A J (1993, m.b da Cryptoclearance (Usa)). Ha corso negli Stati Uniti 10 volte, ottenendo 1 piazzamento per 1.500 dollari.
              Squire Demming (1994, c.gr da Prospectors Gamble (Usa)). Ha corso negli Stati Uniti 63 volte, 3 vittorie e 10 piazzamenti per un totale di 41.300 dollari.
           La Adelita (1995, f.s da Sky Classic (Can)). Ha corso 1 volta negli Stati Uniti piazzandosi. Vince 280 dollari. Fattrice, madre di vincitori tra cui LA TIA vincitrice nel Matriarch Stakes (Gr.1) ad Arlington, nell'Ontario Matron (Gr.3), nell'Athenia Stakes (Gr.3) e nell'Arlington Oaks (Gr.3), vince oltre un milione di dollari.

DACTYLOGRAPHER
il miglior prodotto della linea di sangue di Amaranthus, parente
alla lontanissima quale figlio della quinta madre.
Un mito in Florida, è ricordato come il
primo figlio di SECRETARIAT ad
aver vinto una corsa di Gruppo.


Quinta madre:
Artists Proof (USA, 1967, f.b da Ribot (Gb)). Allevata da Michael G. Phipps in Kentucky, figlia della vincitrice negli Stati Uniti Be Ambitious da Ambiorix. Vanta sette fratellastri vincitori tra cui Our Trade Winds, vincitore di 22 corse negli Stati Uniti su 167 disputate, vincitore a tre anni del Rebel Stakes; e degli stalloni Bold Ambition, vincitore di 6 corse su 35 partenze, e No Faith, vincitore di 5 corse, stallone in Australia. Ha preso parte a 33 corse, da due a quattro anni, negli Stati Uniti centrando 4 vittorie tra cui il Pocahontas Stakes, e 9 piazzamenti, terza nel Black Eyed Susan Stakes a Pimlico, e nelle Kentucky Oaks per circa 50.000 dollari. Acquistata da Stavros Niarchos nel 1974  per 385.000 dollari, gravida di Secretariat.
Madre di dodici prodotti, dieci scesi in pista tra cui sei vincitori.

                 Final Draft (1973, f.b da Pronto (Arg)). Non ha corso. Fattrice, madre di vincitori.
                Minimal Art (1974, c.b da Herbager (Fr)). Di proprietà di Stavros Niarchos, ha ottenuto 2 vittorie, una Francia e una negli Stati Uniti, e 7 piazzamenti tra cui il terzo posto nel Gran Premio d'Italia (Gr.1). Stallone in India.
                DACTYLOGRAPHER (1975, m.b da Secretariat (Usa)). Ha corso 7 volte in Inghilterra, a due e tre anni, per i colori di Philip Niarchos e la preparazione di Peter Walwyn con la fedele e costante interpretazione di Pat Eddery, riportando 3 vittorie (1.400-1.600 m.), tra cui il William Hill Futurity Stakes (Gr.1) a Doncaster, diventando il primo figlio di Secretariat a vincere in categoria di Gruppo, e 2 piazzamenti ovvero il terzo posto a Lingfield nel Ladbrokes  Derby Trial (Gr.3) e il quarto nel King Edward VII Stakes (Gr.2) ad Ascot. Chiude la carriera con 51.876 sterline di vincite. Il cavallo viene ancora oggi ricordato come il primo grande cavallo del magnate greco Niarchos, dopo il ritorno da una lunga pausa. Si ricordano questi colori in scena nel mondo dell'ippica fin dagli inizi degli anni '50, ma allontanatosi per ritornare negli anni '70 e scalare di nuovo le vette. Stallone dal 1979 negli Stati Uniti, nello stato della Florida preso il Porco Comfort Acres Farm. Venne definito "più pazzo di una cimice" con i proprietari costretti a tenerlo chiuso in un paddock completamente recitato in modo da non fargli vedere l'esterno.
                 Untitled, see above.
                 Studio Copy (1977, c.b da Habitat (Usa)). Non rivenuti dati.
                 N. (1980, f.b da Grundy (Ire)). Non ha corso.
              No Proof (1981, c.b da Nonoalco (Usa)). Ha corso in Francia, da tre a cinque anni, 15 volte, riportando 2 vittorie, una in piano (1.650 m.) e 1 in siepi. Ceduto da Niarchos alla soglia dei quattro anni, ha intrapreso la carriera ostacolistica senza esaltare disputando 10 corse con due soli piazzamenti oltre la vittoria appena citata. Nel complesso si è piazzato 4 volte, per circa 11.500 euro di vincite.
               Nugget Point (1982, m.b da Nureyev (Usa)). Ha corso 17 volte, in Francia (dove ha corso le prime sei volte in carriera) e Stati Uniti, colori Niarchos, ripordando 6 vittorie (1.700-2.400 m.), due delle quali in Francia, tra cui il Grand Prix de Compiegne (L) e 3 piazzamenti tra cui il secondo posto nel Bay Meadows H. (Gr.2), il quarto nel Prix Andre Baboin (Gr.3) e nel San Gabriel H. (Gr.3) per un totale di circa 200.000 euro. Stallone in Brasile.
                Shercame (1983, m.b da Shergar (Gb). Ha corso due volte in Francia a tre anni senza piazzarsi. Stallone allo scopo di mutuare la linea di sangue dello scomparso Shergar, rapito proprio nel 1983 al suo secondo anno di monta dalla IRA e ucciso poco dopo il rapimento. Riporterà pessimi risultati da riproduttore.
              Astanax (1987, m.b da Persepolis (Fr)). Ha corso 7 volte a tre anni in Francia, debuttando con i colori  Niarchos e subito ceduto all'Ecurie Fabien Ouaki, piazzato due volte per 9.000 euro.
              Torpedo Los (1988, c.b da Baillamont (Usa)).Ha corso 41 volte in Francia, con due sortite in inghilterra comprese, da due a dieci anni, ottenendo 8 vittorie e 12 piazzamenti tra cui, a tre anni, un terzo posto a Bdx Le Bouscat in Gr.3, dovendo poi restare fermo per diciassette mesi causa infortunio con relativo deterioramento delle prestazioni. Vince in carriera 98.400 euro.

KIERKEGAARD
della Racing Horse con in sella Fernando Jovine.
E' un altro parente alla lontana, nella linea materna,
di Amaranthus. Cugino 
di DILI, bis nonna di Amaranthus.
(Foto ippica.biz)

Commento di Matteo Mancini sulla genealogia di Amaranthus.
Quarto prodotto dell'inedita Zacapa. non sfoggia una genealogia di grido. Sia il padre che l'intera seconda linea materna non presentano nessun elemento piazzato in pattern race, la seconda madre, ovvero la nonna, tale K.O. Queen risulta maiden. E' solo dalla terza, ma soprattutto nella quarta e quinta linea materna che affiora la qualità, frutto degli intrecci scelti dall'allevamento americano facente capo al magnate dell'imprenditoria navale greca Stavros Niarchos. La linea materna è interamente americana e con la fattrice Artists Proof, dal leggendario Ribot, quinta madre di Amaranthus, a fungere da apice dell'intera linea con ben tre stalloni generati tra cui il primo figlio di Secretariat a centrare una vittoria in una corsa di gruppo e che risponde al nome di Dactylographer. Un prestigio, a poco a poco, svanito fino alla due anonime linee offerte da K.O. Queen e Zacapa. L'Az. Agr. Massimo Farina non sembra studiare particolarmente l'incrocio con Daro Sopran, ma sceglie lo stallone probabilmente per ragioni economiche. Fa infatti saltare, nello stesso anno, ben otto fattrici allo stallone che è al suo ultimo anno di monta. In quel 2012 Daro Sopran, per la prima volta, viene persino accoppiato a una mezzosangue oltre che ad altre due fattrici i cui prodotti resteranno inediti. L'intreccio di sangue non va a cristallizzare così alcuno stallone nelle prime sei linee di sangue, eccetto Northern Dancer, presente nelle due linee quale terzo padre di Daro Sopran e quarto di Zacapa. Regredendo più indietro troviamo bissato Ribot, presente nella quarta linea materna di Daro Sopran nelle vesti di padre di Rustica (nonna paterna di Danzica, bis nonna di Daro Sopran) e nella quinta di Zacapa quale padre della tris nonna della stessa.
Dunque linea molto eterogenea con sangue particolarmente misto. I fratellastri di Amaranthus, molto aprezzati in Sicilia, pur vincendo, hanno sempre frequentato categorie di minima così come gli zii materni col solo Soto Beat, peraltro non eccelso, capace di vincere, per sette volte in Giappone, tra i prodotti della nonna. Interessante il bis zio Sudden Glory, piazzato in Gruppo 2 a Santa Anita; così come l'altra bis zia Ready to Crown che ha vinto tre prove in ostacoli in Inghilterra pur se in categoria di minima. Non male la bis cugina Green Mile, seconda in Listed Race a Milano, ma sopratutto altra interessante ostacolista in Irlanda e Inghilterra, capace di aggiudicarsi cinque prove sui salti e il quinto posto, su ventidue partenti, nella blasonata Pertemps Final (L) di Cheltenham.
Il meglio però, lo ripetiamo, è da trovare nella quarta e quinta linea materna. Tra i tris cugini figura anche la vecchia conoscenza italiana, stalloncino da noi, Kierkegaard e la campionessa americana, oltre un milione di dollari di vincite, La Tia.
Pedigree quindi non eccezionale, per un cavallo che se avesse passato l'asta da yearling si sarebbe potuto acquistare a una modica cifra e che ora, grazie alle prove in ostacoli, è lievitato a una cifra esorbitante e non preventivabile una volta svezzato. Da notare come il padre, lo ripetiamo, sia fratello pieno di un plurivincitore in ostacoli (Dardanelli) e sia fratellastro di una campionessa in ostacoli del calibro di Alma de Llaves. A ogni buon conto bell'investimento di Remo Romano, ma anche tanta, tanta, tanta, fortuna nello scoprire un potenziale campioncino pescandolo dalle vendere per due anni, dopo una vittoria per dispersone ("è in pieno canter a 250 metri dal palo... allunga e conclude fermando in una dimensione completamente superiore agli avversari" il commento di Calchetti), da un capo all'altro, al Casalone di Grosseto sul miglio, davanti però a cinque soggetti rimasti maiden e al mediocre Fabula Doc il cui nome però è preciso per la favola vissuta da questa sorpresa massima dell'ostacolismo italiano datato 2016.

La zia paterna ALMA DE LLAVES
campionessa in ostacoli, vincitrice
della 49° Gran Corsa Siepi di Roma.
(Foto ippica.biz).

La Carriera di Amaranthus
L'Azienda Agricola Massimo Farina opta per la stagione di monte 2012 per lo stallone Daro Sopran, già scelto per una monta nel 2008 e una nel 2011. La scelta è importante dato che vengono destinate otto delle fattrici dell'allevamento, pressoché quasi la totalità, a questo stallone che è al suo ultimo anno di monta tanto da saltare solo altre tre fattrici (una delle quali mezzosangue). La scelta viene favorita dal fatto che lo stallone dell'allevamento, Sheridan, è appena uscito dal giro riproduttivo. Così il 20 aprile 2013, mentre l'italia festeggia l'elezione di Giorgio Napolitano quale primo presidente della Repubblica a esser eletto per un secondo mandato, negli allevamenti dell'Az. Agr. Massimo Farina, a Castiglione del Lago, provincia di Perugia, un cavallino baio con le gambe lunghe e storte lancia il suo primo nitrito. Quel giorno in allevamento c'è un gran bel da fare perché nasce anche un altro prodotto, anche lui figlio di Daro Sopran, a cui sarà destinato il nome di Achemenide (sarà destinato alla Sicilia). Dopo di loro, cinque giorni appena, nascerà Armano Brown mentre l'ultimo degli otto a nascere sarà Anfiarao, ovvero il figlio minore di Daro Sopran. Qualche mese dopo, l'allevatore stende una rosa di nomi, tutti con l'iniziale A, da cui scegliere quelli da destinare agli otto puledri. Per il figlio di Zacapa qua analizzato opta per il nome di una pianta sacra per gli aztechi e gli inca,  che la utilizzavano come cibo spirituale al punto che il conquistatore spagnolo Hernan Cortez ordinò il divieto di produzione e la condanna a morte ai danni di chi disottemperasse all'ordine. Il nome della pianta in questione è l'amaranthus, una pianta capace di resistere a pesticidi oltre che a essere ricchissima di ferro tanto da esser considerata un succedaneo degli spinaci.
Quarto prodotto di Zacapa, ma secondo a scendere in pista. Quando nasce nessuno dei fratellastri per linea materna ha mai corso, solo un anno dopo, a settembre, scenderà in pista Wonder Wroth, peraltro per i colori Dioscuri. Viene acquistato da un piccolo proprietario, Marco Rossi da Arezzo, che ha debuttato con i colori nell'ottobre del 2010 vincendo appena due corse. Amaranthus è il suo quarto cavallo. Decide di affidarlo a Enrico Polito, a differenza degli altri che sono allenati da Morelli.
Il cavallo è molto precoce, non tarda a debuttare. Polito sceglie una prova per debuttanti, intitolata al vecchio stallone Bonconte di Montefeltro (padre di un certo Ladislao di Oppelm vincitore del Derby di Roma ma battuto sugli 800 metri al debutto a Firenze in categoria vendere, ndr), alle Capannelle. E' il 29 maggio del 2015. Otto al via con un estremo outsider che paga 50 a 1 che si distinguerà anch'egli in siepi, Baia Dream. Amaranthus è il terzultimo del campo, 20 a 1, con in sella Germano Marcelli. La distanza è di 1.400 metri, il terreno buono. Il cavallo corre male. Parte in modo tutt'altro che brillante, si assesta in penultima posizione e rimane là in fondo senza mai farsi vedere. Chiude sesto. Vince col tempo di 1.26.73 un signor cavallo, Voice of Love, che si piazzerà subito secondo in Listed nel De Montel all'uscita precedente (secondo poi nel Berardelli, Gr.2). Amaranthus paga un ritardo di dodici lunghezze.
Rossi destina subito il cavallo a vendere due settimane dopo, medesima pista e medesima distanza. Baia Dream, quarto al debutto, questa volta è il favorito netto. La sua quota è inferiore al 2 a 1. 6 a 1 per Amaranthus, penultimo del campo preferito solo a un debuttante. Altra prova non molto brillante in una corsa di tre secondi più lenta rispetto a quella del debutto, Amaranthus artiglia un quarto posto negli ultimi tempi di galoppo andando a stampare il battistrada Golden Ticket. Vince Baia Dream. Rossi si libera del cavallo che passa a difendere i colori dell'allenatore che però lo rispedisce a vendere, categoria ancora inferiore in quel di Grosseto, poco meno di un mese dopo e con duecento metri in più da percorrere. Partenza così e così, ma immediato break con Marcelli che spara il cavallo al comando al passaggio davanti alle tribune. Amaranthus è il favorito netto della corsa, 13/10 al totalizzatore, e non delude gli scommettitori, vincendo da un capo all'altro in modo debordante. Marcelli non muove mai le mani, tanto che Calchetti, lo speaker, commenta in modo adeguato quando dice "a traguardo lontano Amaranthus è in totale controllo della situazione, è in pieno canter ai 200 metri dal traguardo. Allunga e conclude fermando, Amaranthus, allunga e si distacca in maniera da dimensione completamente superiore rispetto agli avversari."  Vittoria impressionante, in un meno impressionante 1.47 netto, ma rivali di modestissima fattura con la sola velocista Fabula Doc, seconda a sei lunghezze a mai in condizione di impensierire il vincitore, capace di vincere in carriera e qua impegnata su una distanza per lei troppo lunga. Al tondino, al rientro, nessuno prova ad acquistare il cavallo che comunque, pur avendo corso contro avversari modestissimi, si è reso protagonista di una bella affermazione. A settembre viene iscritto in una condizionata dove favorito finisce L'Industriale, altro futuro siepista, che perde di un'incollatura. Polito però ritira il cavallo, così come un mese dopo in un handicap da 3.400 euro dove Amaranthus riceve il ruolo del top weight.
Lo acquista Remo Romano, per la futura carriera ostacolistica agli ordini del fratello Raffaele. Il rientro va in scena il giorno dopo natale, in una delle ultime giornate in assoluto della pista del Caprilli di Livorno, che andrà poi incontro a gravi problemi finanziari che ne provocheranno la chiusura a tempo indeterminato. Il cavallo, probabilmente, ha avuto qualche intoppo poiché è assente dalle piste da oltre cinque mesi, ciò nonostante è il top weight con 62 chilogrammi in un handicap da 4.250 euro al primo, con quattro chili concessi al secondo col maggior peso. Sul totalizzatore però è abbondantemente l'ultimo del campo: 30 a 1. In sella il siciliano di origini nord africane Abdil El Rherras che solitamente monta in siepi. Romano gli allunga la distanza: 1950 metri da percorrere. Partenza brillante, poi si accomoda in quarta per sfilare, a poco a poco, in ultima posizione e cedere in modo netto alla distanza nonostante l'impegno di El Rherras.
Altre due corse in piano nel nuovo anno, questa volta a Pisa. Arrivano i terreni pesanti un tempo cari allo stallone Daro Sopran. Romano riduce in modo sensibile la distanza e passa ai 1.200 metri, col ritorno alle vendere nel mese di gennaio. 13 a 1, di nuovo ultimo cavallo del campo, anche perché a Livorno è andato davvero male. In pista c'è anche il fratellastro per linea paterna Aurinome nato anche lui negli allevamenti di Massimo Farina.  C'è poi Fabula Doc strapazzata a Grosseto, ma qua sulla sua distanza preferita. Cielo grigissimo e pioggia battente. Terreno pesante con evidenti pozze d'acqua che si sollevano sotto gli zoccoli dei sette contendenti. Amaranthus fa partenza e contende la testa al fratellastro Aurinome, sfruttando la corsia interna. Lotta per circa duecento metri, poi ai trecendo finali è già battuto per ripartire negli ultimi cento, sotto la minaccia di Mythical Alfred, e andare a battere Aurinone togliendogli la quarta posizione incapace però di respingere l'avversario che ha all'esterno ovvero Mythical Alfred. Vince Fabula Doc che consuma così la propria vendetta, rifilando tre lunghezze abbondanti ad Amaranthus.
Di nuovo in pista due settimane dopo, categoria superiore: handicap da 3.400 euro, dieci al via, penultimo del campo al betting, distanza dei 1.500 metri sul leggermente pesante. Numero sei della scala. Il fido El Rherras fa partenza e va al comando. Amaranthus si rivela cresciuto rispetto all'uscita precedente e tiene botta sotto gli attacchi della solita Fabula Doc, fino al volo esterno agli ultimi 100 metri di Le Green Cest Chic e di Enrico Il Conte che passano bene lasciando Amaranthus e Fabula Doc in lotta serrata con la femmina ancora una volta davanti, di una corta incollatura, e con Amaranthus che salva il quarto di una testa da Impruneta.
Dopo appena sei corse, una vittoria e tre piazzamenti, a metà febbraio, Raffaele Romano qualifica in siepi il cavallo, prendendo parte a una batteria sul tracciato pisano. E' tra i primi tre anni della stagione 2016 a misurarsi sui salti, dimostrandosi a perfetto agio con la nuova disciplina. Lo monta per l'unica volta in una sortita ufficiale una ragazza, dovrebbe trattarsi di Michaela Vitkova. El Rherras, causa anche l'infortunio patito a Pisa da Raffaele Romano, torna a montarlo nella prima prova in siepi per tre anni della stagione. L'appuntamento si consuma sulla pista del Sant'Artemo di Treviso.

La qualifica pisana di 
AMARANTHUS
per la prima volta ufficiale alle prese con le siepi
(Foto di Pietro Coscia).

Sul tracciato veneto sono in pista quattro cavalli allenati da Favero e un secondo griffato Romano che passerà nel proseguo sotto l'egida di Contu. In particolare sono presenti la sorpresa Golden Hello, con la quarta monta di scuderia, e che si rivelerà il miglior tre anni in casa Favero e il favorito netto, 18/10, White Ensign che sarà invece una delle delusioni della stagione.
La corsa non ha storia alcuna. El Rherras porta subito davanti Amaranthus, numero tre di sella, nonostante la lettera iniziale principe dell'alfabeto, per la presenza di altri due soggetti con nome unico con iniziale "A". Il baio va via sicuro, di buona lena, con Golden Hello in scia. Sulla piegata conclusiva i due allungano. Prova a tenere botta, in terza posizione, White Ensign con gli altri seminati per la pista. In dirittura il portacolori di Remo Romano si isola e vince comodo di sei su Golden Hello e White Ensign. Con la mano sinistra Abdil El Rherras manda un bacio alla tribuna e ne ha ben donde. Per l'afro-siciliano, classe '91, è la prima e unica vittoria conseguita in ostacoli, proprio lui che ha montato per la prima volta in assoluto in siepi cavalcando Parmenide, il giorno dopo di San Valentino 2012, per poi prediligere le corse piane soprattutto a Tagliacozzo e Roma. Diciassette vittorie in piano, a partire dall'acuto con la Scuderia dell'Avvocato in sella a Filippide, ma nessuna in siepi dopo 66 uscite. Interpretazione semplice, senza problemi, che fa gridare di gioia il venticinquenne. Non monterà più in corsa Amaranthus, a causa del recupero del suo allenatore Raf Romano che riprenderà il suo posto in cabina di regia a partire dal 30 aprile, a Milano, nel Premio dei Novizi. Ancora confronto Amaranthus vs Golden Hello, che terrà banco per tutta la stagione vedendo i due contrapporsi sei volte. Nell'occasione Golden Hello riesce a spuntarla. Sarà l'unica volta. Il baio di Favero, complice una giornata storta di Amaranthus, vince addirittura di dieci e ribalta il confronto. Tuttavia l'allenatore di Sinigo antepone al suo cavallo un altro allievo, il falloso Prepotent che cade quando fornisce la sensazione di poter andare a vincere.
Amaranthus sceglie di moderare la propria andatura lasciando a John Palmer, in completa giubba bianca per l'indisponibilità di una seconda giubba con i colori di Lydia Olisova, il compito di scandire i tempi di gara. All'inizio della diagonale breve, Amaranthus passa in vantaggio attaccato da Prepotent. Il fucsia di Favero da la netta impressione di potersene andare quando vuole, poco prima del salto della penultima siepe. Insegue in terza Golden Hello, assenti gli altri. Prepotent e Golden Hello dispongono di Amaranthus, con Raf Romano che si volta a controllare eventuali ulteriori avversari non potendo più intervenire sui due che ha davanti e che si avviano a una doppietta prima dell'ultima insidia. Sulla siepe finale però cade in modo spettacolare proprio Prepotent, che non correrà più nell'annata, lasciando al compagno di colori un'autostada spianata e ad Amaranthus l'ideale medaglia d'argento.
Passa poco più di un mese e, a Merano, il figlio di Daro Sopran ristabilisce i gradi e si conferma davanti a Golden Hello e a White Ensign, nel frattempo vincitore in categoria minore a Milano. Ancora una volta Romano lo modera e lascia a Lost Monarck, compagno di allenamento, la leadership. Sviluppo decisivo all'attacco della dirittura opposta a quella di arrivo con Amaranthus a rilevare Lost Monarck. Più macchinoso Golden Hello per non parlare di White Ensign che fatica per emergere dalle retrovie. I due grandi rivali della stagione si isolano davanti. Il fucsia però non riesce mai a impensierire il fuggitivo che va a vincere di tre scarse. Più indietro il grigio White Ensign.
Venti giorni dopo è in programma la corsa fin qui più importante nella stagione dei giovani saltatori: il Premio dei Giovani (L) con 8.500 euro al primo, trecento metri in più rispetto ai 3.000 del primo assaggio del tracciato altoadesino. Sull'ippodoromo scende giù, durante la prova, una pioggia torrenziale che però non appesantisce troppo il terreno. Al di là delle bizze metereologiche, non cambiano i valori sul piatto della bilancia. Amaranthus, in testa dal primo metro di gara, infligge la terza sconfitta a Golden Hello rifilandogli tre lunghezze e mezzo all'epilogo con gli altri dispersi già sulla curva conclusiva. Nel tratto piano il baio di Romano tende a scartare verso l'esterno, ma nonostante questo allunga dall'avversario che appare più stanco e provato. Laconica la quota adel vincitore: 11/10.
Rivincita concessa il 14 agosto, nel Fiorio, sotto un sole cocente e un gran caldo. Clima che sembra nuocere a Golden Hello che fornisce la sua peggiore prova della stagione. Si materializza allora una new entry che da grande filo da torcere al dominatore dei tre anni della stagione. Si tratta del portacolori di Aichner Leitrim Traveller, vincitore al debutto in siepi e alla seconda esperienza. E' quest'ultimo a sostituire Golden Hello nel ruolo di antagonista, finendo a una testa dal front runner Amaranthus. Sulla curva finale i tre attesi della vigilia si apprestano alla volata con Amaranthus avanti di una lunghezza con falcata sicura ma costretto a pararsi dall'attacco deciso di Leitrim Traveller spostato a largo da Dirk Fuhrmann. Crollo invece di Golden Hello, superato persino da Lost Monarck.  Duello serrato nel tratto piano con Amaranthus che salta meglio e guadagna quei metri finali decisivi per salvarsi dal volo del portacolori di Aichner che è secondo per un'inezia, comunque autore di un bel parziale negli ultimi cento metri. Quarto Golden Hello a tredici lunghezze, mai così indietro.
Christian Troger, proprietario emergente, decide di acquistare dopo il francese Quick Davier (prezzo superiore ai 50.000 euro) e l'inglese Ragner (35.000 ghinee) anche Amaranthus, sborsando una somma importante e permettendo a Remo Romano di capitalizzare, probabilmente, la somma più alta riscossa da una cessione di un proprio cavallo. Dunque quarto cambio di giubba in tredici mesi per il cavallo.
I colori rosso stellati di bianco si vedono così in pista il 4 settembre nel primo gruppo, di tre, della stagione previsto per la categoria tre anni. Si tratta dell'Ettore Tagliabue (Gr.3) sui 3.300 metri. Ancora, per la sesta volta, duello Amaranthus vs Golden Hello con quest'ultimo però salito alla quota di 18 a 1 per avere la terza monta Favero ed esser apparso in regresso. L'allenatore di Sinigo sposta infatti Bartos sul magog L'Industriale, caduto al debutto in siepi, e chiama Cevin Chan per montare il vincitore del Caimi Anima Mundi. 
La corsa viene caratterizzata dal pazzesco errore di Sertash Feranhov che, in sella al polacco Santo Cerro (leader dall'inizio) della Vocetka, sbaglia incredibilmente percorso all'attacco della curva finale, prendendo la via interna quando era abbondantemente in testa e intento a voltarsi a controllare i rivali con Amaranthus costretto all'inseguimento e Golden Hello ancora più indietro. Epilogo fotocopia delle precedenti prove meranesi. Amaranthus in anticipo e lanciato al comando e l'altro dietro nel tentativo di recuperare il gap. I due in lotta ma vittoria mai in bilico, sebbene Golden Hello dimostri uno stato di forma cresciuto e avvicini parecchio l'avversario dopo l'ultima siepe. Terzo, a cinque, Anima Mundi. Disperso il controfavorito L'Industriale. 
Quarta vittoria consecutiva (nessuno come lui nella stagione in ostacoli) per Amaranthus che si presenta al Criterium d'Autunno (Gr.1), main event per i tre anni, quale cavallo con più vittorie nella stagione (cinque, contro le quattro di Sol Invictus e Dominato) e quale secondo soggetto ad aver incamerato la maggior quantità di euro (39.142 euro contro gli oltre 56.000 di Sol Invictus). Altri record marcati sono quelli legati ai prodotti dell'allevatore Az. Agr. Farina. Eguagliato il record, quanto a score (non a premi incassati né a serie di vittorie consecutive), marcato dal miglior saltatore della storia dell'allevatore ovvero Spanish Wind, vincitore di 5 corse (tutte consecutive per altre) su sei disputate in ostacoli con un secondo posto come peggiore piazzamento (proprio come Amaranthus) ottenuto al debutto (peraltro battuto da un cavallo a 60 a 1 che non ha più fatto niente). Cinque vittorie poi come lo stesso Spanish Wind e Spanish Fire (questo su 31 corse disputate), i più vittoriosi in ostacoli dell'allevamento. Primo cavallo dei Farina capace di vincere una corsa di Gruppo. Nella giornata del meeting di Merano scende così in pista nel Criterium d'Autunno, primo Gruppo 1 dell'allevamento Az. Agr. Massimo Farina (e Giuseppe Farina) e primo Gruppo 1 anche per per l'emergente Christian Troger. Nonostante lo score è il controfavorito del polacco Santo Cerro che questa volta riceve in sorte la monta dell'esperto Jan Faltejsek. C'è poi ancora il rivale dichiarato Golden Hello e il soggetto che più di tutti è andato vicino a battere Amaranthus: Leitrim Traveller montato, niente meno che, dall'asso inglese James Reveley. Debutta invece in Italia, proveniente dalle reclamare francesi, il nuovo acquisto di Arcadio Vangelisti: Lawrence Collins. Quote altissime per gli altri.
Santo Cerro va subito davanti, marcato da Sevilla Real. Amaranthus, contrariamente al suo schema di gara, si sistema nelle posizioni di rincalzo con Raf Romano che prova a svegliarlo in più di una circostanza. Santo Cerro intanto cadenza su discreti ritmi, con Leitrim Traveller che al passaggio davanti alle tribune rileva la seconda piazza, per linee interne emerge anche Amaranthus quindi Golden Hello. Leitrim Traveller sferra l'attacco al polacco a metà della dirittura opposta a quella di arrivo, i due sono seguiti da Amaranthus e Golden Hello, con Lawrence Collins a rimorchio. Sulla curva finale è Golden Hello ad andare all'attacco del portacolori Vocetka. Cala invece di schianto Leitrim Traveller, mentre fatica Amaranthus sempre pe vie interne. Santo Cerro, bene in mano, da l'impressione di controllare l'arrembante Golden Hello prima dell'ultima. Raf Romano invece sposta Amaranthus dall'interno all'esterno. Nel tratto piano Santo Cerro risponde al fucsia griffato Favero e se ne va. Recupera qualcosa Amaranthus ma non a sufficienza per migliorare il terzo posto. Quarto Lawrence Collins, dispersi gli altri capeggiati dal deludente Leitrim Traveller. Otto lunghezze di distacco dal vincitore per il portacolori Troger che impatta nella prima vera sconfitta della sua carriera. Il piazzamento però vale il primo premio per l'allevatore Az. Agr. Farina che incassa oltre 7.000 di premio e si aggiudica classifica stagionale allevatori sezione ostacoli.

AMARANTHUS
a Pisa in occasione della Prova d'Assaggio.
(Foto Matteo Mancini).

In autunno Romano decide di castrare il cavallo che non può così prendere parte al Berlingieri. Intanto in scuderia si fanno vedere molto bene due soggetti come Queen Winkle e Panta Rhei subito arrembanti nei loro debutti in siepi a Pisa. Raf Romano si trova così tre potenziali candidati alla Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa, un po' troppi. Per evitare di farsi concorrenza da solo destina Amaranthus, il più esperto dei tre, alla Prova d'Assaggio, prima approccio dei quattro anni con lo steeple, in quel di Pisa. In palio ci sono 8.500 euro e il campo di gara è molto più che abbordabile per le qualità dimostrate da Amaranthus. Il cavallo è il netto favorito della prova, 19/10, ma paga l'assenza dalle piste di circa quattro mesi. Raf Romano lo tiene tranquillo in scia al compagno di allenamento Lost Monarck, incaricato di fare l'andatura, per poi prendere l'iniziativa a trequarti della dirittura opposta a quella di arrivo. Bene in mano entra al comando in retta di arrivo, ma quando si tratta di cambiare marcia resta sul passo. Subisce un primo attacco dai meno qualitativi L'Industriale e Secret Sinner, con cui lotta nel tratto piano compreso tra il penultimo e l'ultimo ostacolo, poi alza bandiera bianca. Rallentato, finisce terzo, a dieci lunghezze e mezzo dai due duellanti. Un'enormità, dato i valori dei cavalli. Romano si dice convinto che il cavallo sia stato penalizzato dal terreno scorrevole. Lo iscrive comunque al Criterium d'Inverno (Gr.2), main event della pista per i siepisti di quattro anni, annunciando però di dichiararlo partente solo in caso di piogge intense e terreno pesante. La condizione non si verifica e, nel giorno del gran premio, c'è un bel sole ad allietare la giornata. Ciò nonostante Amaranthus è della partita e con lui ci sono tutti i migliori della classe 2013, eccettuati Africa Warm (la rivelazione della pista) e il rivale storico Golden Hello. Ci sono però gli emergenti Queen Winkle (vincitore del Berlingieri) e Giacalmarbar (secondo nel Berlingieri e nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa), c'è quel Prepotent che nelle prime esperienze sui salti aveva fatto vedere molto di interessante e che Favero ha recuperato dagli acciacchi, ma soprattutto c'è ancora una volta il polacco Santo Cerro che promette battaglia. Davvero una gran bella corsa, una delle più belle viste a Pisa in ostacoli.
Amaranthus, per contare qualcosa, deve aver recuperato, nei ventuno giorni che sono seguiti dal suo rientro, lo stato di forma, perché qua il valore, rispetto alla Prova d'Assaggio, è di primario livello. Degli otto partenti, praticamente, nessuno parte già battuto. Gli scommettitori gli concedono fiducia, promuovendolo a terzo cavallo del campo dietro a Santo Cerro (favorito netto) e a Queen Winkle. E' però, ancora una volta, l'allievo di Wroblewski a mettere in chiaro chi sia il leader della generazione. Il baio della Vocetka va subito davanti, marcato dall'estremo outsider, ma qualitativo, Prepotent, cavallo rivelatesi otto mesi prima a Milano il migliore tra i due "litiganti" Golden Hello e Amaranthus, ma caduto in due circostanze e fermato da Favero nella riunione estiva. Bella l'andatura del Vocetka, braccato da Prepotent, sui primi anche Rajadamri. Per vie interne Amaranthus e gli altri chiusi da Queen Winkle. Prepotent continua a stare cucito ai fianchi di Santo Cerro all'attacco della curva di fondo a mano contraria, ma salta male la siepe che immette in curva. Pastuszka riesce a riprenderlo, venendo tuttavia sfilato da Anima Mundi (terzo del Berlingieri) che opera in corsia esterna. Si scurva e si piega sulla diagonale discendente. Prepotent torna ad affiancare Santo Cerro, ma salta nuovamente male sul secondo elemento della diagonale mutuando il salto sopra evidenziato. Questa volta Pastuszka vola di sotto e lo imita anche Vana Jr. che cade da Queen Winkle in modalità fotocopia. Davvero un peccato, due protagonisti fuori dai giochi con i cavalli che sembrano non aver sofferto danni particolari.
Santo Cerro imprime una secca accelerazione a cui risponde, inizialmente, il solo Anima Mundi (pagherà dazio). I due prendono quattro lunghezze a Rajadamri, in posizione cuscinetto sugli avversari divisi da lui da egual distacco rispetto ai due fuggitivi. Anima Mundi, con bizzarro collo storto, va addirittura a passare Santo Cerro che Faltejsek, da fantino molto esperto, va a moderare per poi piazzare la seconda accelerazione. Scatti che fanno male ad Anima Mundi che inizia a esser montato prima ancora della curva finale. Viene sotto intanto Rajadamri, con vicino gli altri tre tra i quali, a rimorchio, Giacalmarbar. Rajadamri, una rivelazione di questa corsa, si affaccia ai fianchi di Santo Cerro. Si alza di scatto dalla tribuna Paolo Favero che inizia a inneggiare: “Vai... Vai...” ma mentre Bartos spinge e manda, Faltejsek è glaciale nel suo immobilismo. Provano a fare l'arrivo anche Amaranthus e Andorff, il dormelliano alla seconda uscita in siepi dopo il debutto vincente. Non c'è Giacalmarbar. Sull'ultima siepe, Falteisjek apre per la terza volta i rubinetti. Sentiamo Favero accennare un “No, no...”, ma signori, non ce n'è più per nessuno. L'arancio stellato piazza un tratto finale spaventoso in cui infligge otto lunghezze a un Rajadamri fin lì bellicoso e in grado di contenere Amaranthus, a testimonianza del valore del vincitore. Sparito alla distanza Andorff, peggio di lui Giacalmarbar, rallentato Anima Mundi. “Signori, questo è un signor cavallo... Né la neve, né l'inverno... non lo ferma nessuno! Santo Cerro vince da cavallo superiore... Niente da dire, e lo fa con il piglio del più forte, col piglio della preparazione, anche approssimativa, ma QUANDO SI E' FORTI FORTI, SI PUO' ANCHE AVERE UNA PREPARAZIONE NON AL CENTO PER CENTO, PER BATTERE DEI BUONI CAVALLI CHE, AL MOMENTO, NON VALGONO QUESTO SIGNOR CAVALLO” così Marannini, sempre colorito nelle sue cronache dal vivo, ma spesso centrato in termini di concetti espressi. Tempo di gara eccezionale: 4.04.70 (sulla linea di Sol Invictus, tanto per fare qualche nome, che chiuse con 4.04.30, ovvero il soggetto più ricco degli ultimi dieci anni in siepi, steeple esclusi), tre secondi in meno rispetto al tempo della 33° Gran Corsa Siepi di Pisa, disputata su medesima distanza, vinta dall'anziano El Calife arrivato dalla Francia col piglio del cavallo di Gruppo, ma solo con quello pur essendo un onorevole soggetto, e un secondo in meno rispetto al tempo della 32° Gran Corsa Siepi di Pisa vinta da Mentore (con proporzioni, sugli avversari, da uragano). Tempo che diviene ancora più brillante se si considera che è stato marcato da un quattro anni (dunque non ancora del tutto formato) contro gli anziani. Sul punto ci piace poi ricordare il 4.09 siglato a Pisa su terreno pesante dal più grosso saltatore italiano degli ultimi venti anni: Sharstar.
Cinque secondi in meno del Berlingieri di Queen Winkle, un secondo meglio di Africa Warm nella Corsa Siepi dei 4 Anni. Dati che, una volta per tutte, fanno chiarezza si chi sia il vero dominatore della generazione e che rendono ancora più qualitative le vittorie, tanto da spingere Wroblewski a guardare ad Auteuil.
Amaranthus, dal canto suo, non delude, ma arriva a una dozzina di lunghezze dal vincitore (a Merano erano state otto) rifilando comunque venti lunghezze al quarto, Andorff, a testimonianza di una qualità ancora in auge.


Attitudine di corsa: Soggetto brillante, predilige correre sui primi, anche di testa. Dotato di buona progressione, mantiene buona velocità all'epilogo. A suo agio in ogni condizione metereologica e di terreno. Se in bagarre finale dimostra carattere da vendere e sa lottare.

Score in siepi: 8 corse, 5 vittorie, 3 piazzamenti.
Totale vincite: 48.067 euro.

Score in steeple: 1 corsa, 1 piazzamento.
Totale vincite: 1.7000 euro.

Score in piano: 6 corse, 1 vittoria, 3 piazzamenti.
Totale vincite: 3.094 euro.

Totale in carriera: 15 corse, 6 vittorie, 7 piazzamenti, vincite 52.861 euro.

PREMI IMPORTANTI VINTI
-Gr.3: Ettore Tagliabue, Merano, 4 settembre 2016.
-L: Premio dei Giovani, Merano, 26 giugno 2016.

PIAZZAMENTI IMPORTANTI
-Gr.1: terzo nel VIII Criterium d'Autunno, Merano, 25 settembre 2016.
-Gr.2: terzo nel XXV Criterium d'Inverno, Pisa, 19 febbraio 2017.

AMARANTHUS con i nuovi
colori TROGER
contiene gli attacchi di GOLDEN HELLO
nell'ETTORE TAGLIABUE (Gr.3).
(Foto Press Arigossi).

Omaggio Azienda Agricola Farina.
Con i pochi mezzi disponibili cerchiamo di rendere omaggio all'allevatore, storico anche se non blasonato in fatto di pattern race, che sta alla base della genesi, a nostro modo di vedere e per le ragioni delineate, fortunosa (più del solito) di quel campioncino che si è dimostrato Amaranthus. Attenzione, ho detto campioncino ma potrebbe anche diventare un campione a tutti gli effetti. Di certo, a prescindere dal risultato di domenica, è il miglior tre anni visto in ostacoli nella stagione (Prepotent escludendo, anche se quel giorno Amaranthus non era al top) e dunque da ricordare, a fine carriera, nell'ideale libro (invisibile come tutti) dell'allevatore. Non per altro per essere, al momento, il secondo miglior ostacolista generato dall'allevamento dopo Spanish Wind, e unico, insieme a questo, ad aver vinto una pattern, per giunta l'unico in categoria di gruppo.
L'Azienda Agricola Massimo Farina nasce in provincia di Perugia, a Castiglione del Lago, nel 2008 con la fattrice Cedrina e il cavallo mai piazzato Daly. Per due stagioni parallela all'Azienda Agricola Giuseppe Farina poi subentrata a questa dal 2010 con l'eredità di sette fattrici: Madame Royale, Gin Fizz, Shining Mer, Lady Sabrina, Ravenna, Wassy e Enriched. Vanta quindi una tradizione molto più radicata nel tempo, essendo sorta sulle orme dell'Azienda Agricola di famiglia facente capo a Giuseppe Farina. Allevatore dapprima piccolo poi, via via, più grande. Figura già negli anni '70, non saprei se addirittura sia più antico. Moltissimi i cavalli allevati, certo non al livello dei più grandi allevatori, ma un allevamento comunque di tutto rispetto sul versante quantitativo, spesso proprietario anche di alcuni stalloni, si ricordano Sheridan (1991), Wentwood, HolbergSpanish Head (1986). Chiaramente non sono mancati i piazzamenti e le vittorie importanti anche se l'Az.Agricola Farina non è mai risultata vincitrice di una corsa di Gruppo, quanto meno dalla fine degli anni ottanta all'acuto di Amaranthus nel Tagliabue (Gr.3). Difficile pensare che ci sia riuscita prima, quando l'importanza dell'allevamento era ancora più contenuta.
Non sono tuttavia mancati piazzamenti importanti. La cavalla ad aver dato maggiori soddisfazioni in pista, pensiamo di poter dire, è stata Dorr. Figlia del campione in ostacoli e anche in piano Stuck, ha avuto un'eccellente prima parte di carriera, a due e tre anni (biennio 2003-04), riportando il piazzamento più importante nella storia dell'allevatore ovvero il terzo posto nel Regina Elena (Gr.2) ottenuto a gran sorpresa, quota del 100 a 1, dietro a Rumba Loca e Super Bobbina per una trio che fruttò agli scommettitori qualcosa come 9.354 euro. Quel giorno, su un terreno pesante, furono sconvolti tutti i pronostici: il favorito netto della Incolinx, Zona (18/10), naufragò a metà gruppo e con lei l'ospite straniero proveniente dalla Francia Roseanna (la controfavorita). Entusiamo alle stelle in allevamento, con l'Az. Agricola Farina che colse il secondo premio allevatori (12.500 euro) e la scuderia Framanti, nome quanto mai ad hoc per un successo di coppia (verrebbe da dire da trio con quei pazzi che l'hanno saputa cogliere), 25.500 euro. La cavalla prese parte alla corsa reduce da un interessante terzo posto nel Torricola (L), anche questo conseguito a quota astronomica (60 a 1) con la favorita netta Rumba Loca, poi vincitrice del Regina Elena battuta di svariate lunghezze e presto preda del milionario giapponese Teruya Yoshida. Per il piccolo allevamento di Farina fu una soddisfazione credo di rado sfiorata in egual misura. L'ottima Dorr, comunque a due anni già vincitrice a Roma su prove di minore distanza (1.200 m.) in categoria  handicap di ottimo livello come il Premio Unag (10.625 euro al primo) e il dormelliano Premio El Greco (7.225 euro), seppe cogliere un ulteriore un grande piazzamento al debutto a San Siro. Chiuse infatti terza nell'handicap limitato LXXI Royal Mares perdendo il secondo posto per un'incollatura. Da lì un graduale e lento declino fino a esser ritiratata in razza, con risultati mediocri, presso Fabio Franceschini. Ha preso parte a 27 corse, vincendone quattro e piazzandosi nove volte per 87.500 euro di vincite e ulteriori 32.210 per l'Az. Agr. Farina quali somme spettanti all'allevatore. Per la Framanti fu un ottimo investimento dato che la madre della cavalla, tale Donna Veja (Flash of Steel), aveva generato tre corridori di cui solo uno vincitore in categoria modestissima. I successivi prodotti, immaginiamo agevolati nella vendita dai successi di Dorr con conseguenziale rivalutazione, non furono all'altezza delle previsioni (un solo vincitore su cinque), addirittura tre non scesero neppure mai in pista.   

I primi anni 2000 furono, probabilmente, gli anni migliori dell'allevamento. In quegli anni l'Az. Agr. Farina esultò per i piazzamenti di un altro figlio di Stuck, stallone che ricordiamo partente anche in un Gran Premio Merano: il tellurico Rychter. Soggetto in pista con i prestigiosi colori dell'imprenditore edile Scarpellini, meglio conosciuti come Nuova Sbarra. Si tratta del cavallo che ha riportato la più alta somma di euro complessiva vinta da un prodotto Farina: 151.500 euro da tradursi in 8 vittorie e 18 piazzamenti su 38 corse. Vincitore subito al debutto nel 2003 nel Toulouse Lautrec, altro vecchio stallone Dormello, sui 1.000 metri capitolini, seppe inanellare, da due a tre anni, una serie di nove risultati utili consecutivi (tra cui tre vittorie con premi compresi dai 10.625 ai 17.000 euro al primo) con la sola eccezione del Premio Umbria (Gr.3) dove non riuscì a piazzarsi. Secondo a sorpresa (ultimo del campo a 18 a 1) nell'Alberto Giubilo (L) perso in foto stretta per un testa a vantaggio di Golden Pivotal (secondo poi nel Primi Passi, Gr.3; nel De Montel, L e nel Premio del Dado, L e terzo nel Premio Umbria, Gr.3); secondo nel Divino Amore (L) e discreto frequintatore, in età adulta, di condizionate per velocisti tanto da esser riproposto, a cinque anni, quale favorito al betting nel Tudini (Gr.3) senza però figurare. Fruttò all'allevamento Farina, oltre al prezzo sborsato dal proprietario, 70.210 euro. Dunque eccelso cavallo che ha calcato le piste da due a otto anni. Secondo prodotto della fattrice Fire Play (dall'ex Lady M Don Orazio) che non ha, pure lei, saputo ripetersi generando due ulteriori vincitori di basso profilo tra i quali Malaone (livello basso, ma 14 vittorie e poco meno di 50.000 euro di vincite, da due a sette anni, in 80 corse).

Vittoria da neretto, ma per sfortuna dell'allevamento quell'anno declassata a Condizionata, per Sulky, prodotto fatto interamente in casa Farina essendo figlio di Sheridan. Non al livello dei due di sopra, ma capace di vincere il 93° Criterium Labronico (solitamente Listed Race, ma nel 2000 condizionata da 17.500 euro al primo). Soggetto discreto, ma incapace di ripetersi nel Toscana (L) e nel Premio Pisa (L) chiusi entrambi in ultima posizione, nel secondo caso quotato 100 a 1. Ha chiuso la carriera con 102 corse, 13 vittorie, 43 piazzamenti e 113.000 euro di vincite.

Il Criterium Labronico è stato un premio spesso sfiorato dai prodotti Farina che lo hanno corso svariate volte, cogliendo piazzamenti importanti. Protagonisti i due fratellastri, da So My Life (Condorcet), Sain (Sheridan) e Myn (ancora Stuck) rispettivamente terzo nel 2001 e quarto nel 2002, entrambi col rango di L. Da sottolineare soprattutto la carriera di Sain, secondo nel Criterium di Pisa (condizionata) perso per un muso con vittoria ad Halav poi vincitore del Premio Pisa (L) chiuso quinto da Sain; terzo nel Premio Toscana (L). Anche lui autore, Premio Pisa a parte, di dieci risultati utili su undici corse nelle prime uscite. Score di 99 corse, da due a otto anni, 14 vittorie, 39 piazzamenti per 121.000 euro di vincite fruttate all'Az.Agr. Farina 44.500 euro di premi allevatore.
Meno qualitativo il fratellastro Myn, frequentatore di categorie inferiori, meno longevo e vincitore di 6 corse per un totale di 36.000 euro.
Fattrice comunque interessante questa So My Life, pur se con figli da battaglia, tra le più prolifiche in casa Farina. In carriera dal 1992 al 2008, ma ceduta dall'allevamento nel 2002 gravida di Sheridan alla Le.Gi (non darà più vincitori dopo il prodotto di Sheridan). Ha generato sedici prodotti di cui nove vincitori.

Scorriamo velocemente, per sommi capi, gli altri nomi importanti dell'allevamento nel settore corse in piano. Brillano i nomi di Enriched Robbery (Jade Robbery) vincitrice del Soragna (HP da 17.000 euro) a Napoli; Bipop (Love the Groom) secondo nel Premio Estate (L) e terzo nel De Montel (L), generato dalla fattrice Twin Skin (non genererà altro di rilevante), che ritroveremo quando parleremo degli ostacoli alti, ceduta dai Farina poco prima della nascita di Bipop che risulta allevato dalla Berardenga e che ha vinto in carriera la somma che sarebbe stata pià alta tra quelle riportate dalle pedine del forziere Farina (176.800); Wood Violet (Wentwood) vincitrice del Premio Allevamento (HP) a Roma e di altri discreti handicap però non principali; Terborch (Spanish Head) quarto nel Palmieri (L), nel Roma Vecchia (L) e nel Corriere dello Sport (HP); il "mattonesco" Brick (Dane Friendly) del Sogno Irlandese, quarto nel Premio dei Tre Anni (HP) e vincitore di handicap non principali; il coetaneo di Amaranthus, Anfiarao (Daro Sopran) secondo miglior prodotto della "nuova" Az. Agr. Massimo Farina grazie alla vittoria nel Teatro Greco (HP) e il secondo posto nel Criterium Aretuseo (HP) sempre a Siracusa; il miglior prodotto poi dell'Az.Agr. Massimo Farina, Ocean Spirit, prestigiosi colori Dioscuri, prole Colussus, seconda nel Nogara (L) e terza nel Seregno (L); quindi i discreti, ma sfortunati per infortunio subito nel momento dell'ascesa, vincitori di condizionate generati da Sheridan ovvero Lauretano (sette risultati utili nelle prime sette corse disputate con tre vittorie di cui una in un premio superiore ai 9.000 al primo) e Slinn (undici risultati utili consecutivi nelle prime undici disputate con sei vittorie di cui una in un premio al primo superiore ai 7.000 euro), discreto infine Seymour (Wentwood) autore di otto piazzamenti utili consecutivi nelle prime otto con la vittoria nel Tolomei (condizionata da 15.000 euro al primo) come apice dell'intera carriera. Si ricordano poi due cavallini mattatori nelle prove gentleman che vanno in scena a Merano ovvero Troppo Forte (Darwin) che ha vinto sette, delle dieci, corse proprio nell'impianto altoadesino, ma ha soprattutto esportato il nome dei Farina in Svizzera con un piazzemento ad Arosa, e Madame of Desert (Spirit of Desert) forse il cavallo ad aver riportato il maggior numero di vittorie con 16 centri, pur se da categoria di minima.
Questa la migliore produzione dei FARINA per le corse in piano.

Vediamo cosa ha invece riservato il passato per gli specialisti degli ostacoli. Riusciamo a contare almeno diciotto esponenti. Non una grande tradizione, con appena cinque vincitori e dieci ad aver corso più di cinque prove in ostacoli.
Amaranthus è il più titolato avendo dalla sua due pattern race, una delle quali in categoria Gruppo 3. Nessuno come lui in tutta la storia dell'allevatore. Peraltro sarà il primo che prenderà parte a un Gruppo 1, domenica a Merano, per la prima volta dell'allevamento che, ne siamo certi, seguirà con passione la corsa. Amaranthus però, al momento, non è ancora il top in fatto di somme vinte. Il suo score di cinque vittorie e un secondo posto in ostacoli è stato marcato, peraltro con cinque vittorie consecutive (contro le quattro di Amaranthus), in precedenza da Spanish Wind. Si tratta di un figlio dello stallone di casa Spanish Head e della femmina saura Seattle Stream, che ricorderemo in calce con una foto scattata tanti anni fa al tondino a Pisa e che fu allevata, anch'essa, da Farina in sodalizio con Moretti. Cavalla discreta, vincitrice di condizionate non di vertice ma comunque da oltre 5.000 euro al primo, terza nel Tolomei (condizionata principale per femmine di due anni a Grosseto). La ricordo molto arzilla al tondino, l'abbiamo battuta con Stormy Fighter al primo incrocio a Grosseto e poi l'abbiamo vista vincere nel Jolly dei Cavalieri a Pisa con in sella Pino Scardino (che regalò la prima vittoria a Stormy Fighter in quel di Livorno con un finale pazzesco davanti a un cavallo allevato da Aceto ma con i colori della Ferruzza del Palio di Fucecchio e con in coda un futuro vincitore del Palio di Siena). La foto, che vedete in fondo, è uno scatto che le ho fatto prima di quella corsa, in ricordo dei colori di una proprietaria che all'epoca sfilava in pista in ostacoli a Grosseto e che era stata proprietaria di un grigio che regalò il palio del record del novecento ad Aceto sfilando di lato prima del secondo San Martino (prima del quale era saldo battistrada per la Pantera) per una bizzarra caduta del suo interprete. Ci prendemmo la magra soddisfazione della rivincita all'uscita successiva, noi quinti lei sesta ma con tre chili  e mezzo a nostro favore (non pochi). Chili gonfiati a sette e mezzo al successivo incontro, il quarto e ultimo, nel Coffler Cioccolato, con Seattle Stream penultima e noi secondi con Gabriele Pretta (da noi ingaggiato per l'occasione), al rientro al tondino, a dire: "L'abbiamo preso... L'abbiamo preso!". Io, guardando il monitor, feci un commento tra me e me che è bene qua non ricordare. Il Tempesta finì fortissimo a largo di tutti, su una pista, quella pisana, a lui non troppo gradita, e andò a coprire Faree montato dallo sfortunato e mai dimenticato cioccolatino Augustino Herrera (che a me torna sempre in mente per una vittoria pazzesca con Gold of Honor a Pisa: MAI VISTA UNA COSA DEL GENERE). Nell'ordine di arrivo si legge divario di una lunghezza, ma io ricordo un arrivo molto più serrato. In pista c'era anche il "biondo" Menelao, che poi fu messo in siepi. Era un sauro classico, ma con coda che sembrava ossigenata. Molto simpatico. Morì al tondino di San Rossore, dopo un buon terzo posto nel Teatro Verdi, 3.200 metri in siepi (davanti anche a Forza Romeo). Una volta tolta la sella, mentre girava in attesa che fosse dichiarato l'ordine di arrivo ufficiale si accasciò improvvisamente giù e spirò, davanti un pubblico incredulo, per conto proprio, senza alcuna lesione o bizzarria, come una candela alla cui fiammella fosse stato tolta l'ultima boccata di ossigeno. Fu una fine scioccante, con i bimbi e le mamme rimaste senza parole.
Terzo invece giunse Lord Octavius, ottimo cavallo del Bezzu, che se non erro aveva la coda tendente al grigio (mai come quella del sopraricordato vincitore del palio di siena, a cui dedicarono anche un nome ad hoc e che morì a San Martino in mezzo ai vecchi materassi che cedettero per l'urto) e di cui conservo foto perché era un soggetto che seguivo. Non era ancora quel buon cavallo che si rivelò poi essere, migliorò moltissimo strada facendo vincendo importanti premi a Milano. La foto che possiedo è quella che gli feci in occasione della sua quarta corsa in carriera, dove vinse, a vendere, abbastanza a sorpresa (gli portai fortuna). Questi furono i quattro "scontri" con Seattle Stream, terminati 3 a 1 per Stormy Fighter ma con la femmina penalizzata al peso. Ps: Stormy Fighter ha avuto una sorellastra, nata l'anno seguente, vincitrice in ostacoli in Inghilterra e ottima fattrice con un cavallo come Nearly a Fool niente male davvero. 
Tornando a Farina possiamo dire che Spanish Wind è stato l'ultimo e terzo prodotto (tutti vincitori) di Seattle Stream, nato nel 2000 con la cavalla che evidentemente ha avuto dei grossi problemi non avendo più partorito. Vincitore di tre handicap da 3.400 in piano, si trasformò in modo inatteso in siepi e soprattutto in steeple. Decisivi gli insegnamenti di Francesco Contu, che lo prese, per conto di Federico Frommija, dai signori Pecoraro (Tristezza a Siena e non per la mancanza di Allegria). Secondo al debutto nella Coppa Generale Bocchini (L), battuto da un UFO che pagò qualcosa come 60 a 1 senza più ripetersi, passo con notevole attitudine agli ostacoli alti vincendo subito al debutto nella nuova disciplina il Noa Noa a Roma, esito poi confermato in condizionata e nel Prova d'Assaggio (L) a Pisa, avendo sempre ragione di Guelfo Bianco di Rodolfo Cassieri (i colori di Sharstar) e Paolo Favero. Il passaggio a Merano non fu per lui traumatico. Giunsero altre due vittorie in preparazione del Vanoni (Gr.2) in cui fu dichiarato partente e che avrebbe probabilmente vinto data la vittoria netta proprio di Guelfo Bianco, se non fosse stato ritirato a causa probabilmente di un infortunio. Ritornò in pista dopo quasi tre anni, a causa di continue ricadute fisiche, senza però provare più i salti. E' stato uno dei quattro anni più promettenti, difficile dire se il migliore, della classe 2000 sugli ostacoli alti. Il suo score ostacolistico è fatto di sei corse, 5 vittorie e 1 secondo posto per 63.537 euro di vincite (in totale, contando le piane, ha uno score di: 29 - 8 - 10, 81.800 euro), con una listed in bacheca. I premi provento dei piazzamenti in ostacoli piovuti nei conti corrente dei Farina furono "appena" 20.000 euro, il record in ostacoli.

Vinse per l'allevamento Farina cinque prove in ostacoli anche il fratellastro, per linea paterna, di Spanish Wind: Spanish Fire. Anche questo è un ex Pecoraro, questa volta a destinarlo alla carriera in ostacoli fu Colleo e poi Benini. Carriera in ostacoli molto più longeva, 31 corse, ma qualità assai più ridotta nonostante un promettente debutto, subito vincente, a Roma, all'età di quattro anni, davanti a due campioncini come Earth Strenght e Persepoli. 20 i piazzamenti conseguiti in ostacoli, con due, delle cinque, vittorie conquistate in steeple. 64.128 gli incassi conquistati in ostacoli, dunque il più reddizio per i proprietari tra i prodotti Farina destianti ai salti, su un totale complessivo di 78.855 euro (due vittorie, categoria di minima, anche in piano), inferiore ai 15.000 invece le somme ricavate da Farina.

Abbastanza mediocri gli altri quindici con piazzamenti marginali da neretto per Tune (Stuck), terza nel Premio delle Debuttanti (L) e quinta nel Neni da Zara (Gr.3) in steeple. 5 corse in ostacoli con 4 piazzamenti e nessuna vittorie per un totale di 12.000 euro di vincite.
Vittorie invece per Tumbler (Spanish Head), 8 corse in siepi, due vittorie in ascendente a Grosseto; e Sheriff (Spanish Head), il quarto ad aver vinto di più in fatto di somme incassate con 32.400 euro provento di 1 vittoria  (una buona condizionata di Roma ) e 9 piazzamenti in siepi su 14 corse disputate.

"Fritturina mista" il resto con i maiden in ostacoli: Mokadi (14 piazzamenti in tutte le discipline, su 22 corse), Spanish Arrow (10 piazzamenti tra siepi e steeple, su 13 corse), Wood Stone (5 piazzamenti in siepi su 8, peraltro il primo a debuttare in assoluto proprio sulle siepi senza aver prima corso in piano), Rio Tocuyo (4 piazzamenti in siepi su 5 corse), Cherry (tre piazzamenti in siepi su tre corse, figlia della smilzissima Puoi Farcela che ricordo a Pisa in piano e visionata al tondino), Exidia (3 piazzamenti tra siepi e steeple, su sette corse), Wood Light (due piazzamenti tra siepi e cross, su nove corse), Nagy (un piazzamento nell'unica apparizione in steeple) e Mister Precocius (un piazzamento su tre uscite in siepi).

Completano il conto i mai piazzati Cacao, Bing e Spanish Valley con quest'ultima con una doppia chance mentre i primi due in pista in ostacoli una sola volta.

SEATTLE STREAM
prodotto del duo Az.Agr. Farina - Moretti
madre del più forte ostacolista dell'allevamento Az. Agr. Farina
qua immortalata in occasione della vittoria nel
JOLLY DEI CAVALIERI
a Pisa nel lontano 9 febbraio del 1994.
(Foto di un tredicenne Matteo Mancini).






PROSEGUE.