domenica 21 gennaio 2024

Responso quinta giornata, Pisa

 FEED BACK, APEX E MAURICIUS... NON TROVA IL CORTO MUSO ALLEGRI, UN TIME TO CRY LO COSTRINGE A UNA FOTOGRAFIA IRRISOLVIBILE PER I COMMISSARI.

 

  MAURICIUS, rientro vincente.

(Foto Matteo Mancini).

Servizio di

Matteo Mancini

Giovedì 21 gennaio

(Tempo soleggiato, terreno leggermente pesante).


Il primo appuntamento con i gran premi pisani andava in scena sotto la benedizione di un sole fondamentale a rendere la temperatura mite dopo le gelate della mattina. L'asticella dei termometri fermava la sua ascesa attorno ai dieci gradi. Buono lo scorcio di pubblico, il più numeroso della stagione nel contesto dedicato agli ostacolisti, con molte famiglie presenti.

Feed Back, leader generazionale dopo l'infortunio nella passata stagione di Nabil, riempiva gli occhi nel Chivas Regal, condizionata sui 3500 metri in steeple per quattro anni, finendo la prova come il più celebre dei suoi fratellastri sulla linea paterna ovvero Full Drago. Il portacolori di Aichner, interpretato da Josef Bartos, disponeva degli avversari a traguardo lontano mostrando una classe nettamente superiore, tanto da permettersi di infortunarsi all'anteriore destro a cinquanta metri dal palo. Fortemente claudicante al rientro, abbandonava prematuramente il tondino per la difficoltà a camminare. Un vero peccato, addirittura doppio se consideriamo la sorte dell'altrettanto qualitativo fratellastro materno Bad Drake (anch'esso infortunato quando sembrava ormai destinato a vincere una prova di gruppo). Difficilmente si rivedrà in pista, out per il Neni da Zara dove verosimilmente Aichner dirotterà qualcun altro dei suoi.

Tentava di frenare l'impeto di Feed Back la sola strategia di Raffaele Romano, che schierava contro l'avversario un trittico di soggetti con ruoli studiati a tavolino.

Master of Art era la prima delle fiches a essere giocata sul tappeto verde di San Rossore. Il modesto rappresentante della prole Mastercraftsman mutuava la prova di debutto in steeple e si incaricava di scandire blandi parziali di gara. Non lo perdeva di vista Feed Back, subito tra i primi, affiancato dal debuttante assoluto Achilleusz, soggetto di discreta mole e fratello pieno di un allievo di Willie Mullins impiegato nella Gran Corsa Siepi di Auteuil di qualche stagione fa. Si manteneva in coda il contro-favorito Khoeur Cauvelliere, scommessa di Marco Luigi Biffi da 17.100 euro investiti a Cagnes-sur-Mer dopo un terzo posto a reclamare. A centro gruppo attendevano Pan de Azucar e Movie Night, con quest'ultima che scivolava in coda all'attacco della seconda diagonale.

Gruppo piuttosto compatto fino al cosiddetto “oxer pisano” (dove Marannini veda la seconda siepe resta un mistero), quando Feed Back rilevava il battistrada dando una prima graduale accelerazione alla corsa. Jan Kratochvil su Khoeur Cauvelliere muoveva frettolosamente dalle retrovie per inscenare all'inizio della curva di fondo un'ardita e quanto inappropriata offensiva al rivale di casa Aichner, lasciando in attesa degli eventi Pan de Azucar, mentre cedevano gli altri tre. Feed Back, in assoluto controllo e senza strafare, respingeva con una graduale intensificazione del ritmo Khoeur Cauvelliere che si rivelava decisamente monocorde in dirittura di arrivo, al punto da esser rilevato nell'inseguimento dal compagno di allenamento Pan de Azucar che lo agguantava prima dell'ultima siepe. Feed Back centrava in assoluta solitudine la terza vittoria su cinque prove disputate in ostacoli, un successo amaro per effetto di un infortunio patito a cinquanta metri dal palo forse per un dissesto del terreno. Palese il cambio di azione finale che ben evidenzia il momento del danno verosimilmente al nodello. Pan de Azucar ne approfittava per accorciare a cinque lunghezze e mezzo il proprio ritardo con due lunghezze abbondanti di vantaggio su Khoeur Cauvelliere. Quest'ultimo, al tondino, non riempiva gli occhi per la struttura fisica. Alquanto piccolino e corto. Male gli altri. Movie Night si limitava ad artigliare un quarto posto, a venti lunghezze circa dal vincitore, emergendo sul calo di Master of Art e sul rallentamento di un verdissimo e voluminoso Achilleusz. L'allievo di Greg Wroblewski, molto volenteroso per oltre metà della corsa, evidenziava la propria inesperienza saltando molto alto le prime siepi e rischiando la caduta su arginello e fence. Da rivedere, soprattutto con una strategia di corsa meno dispendiosa e più orientata a seguire le vie più brevi.

 

 Vittoria amara per il potente FEED BACK 
(Foto Matteo Mancini).

Nell'altra prova per i quattro anni, ovvero la Corsa Siepi dei 4 Anni (L), soffriva più del dovuto Apex che riportava sul gradino più alto del podio i colori della Magog di Axel Ambruschitz. Il figlio di Kessaar, fratellastro sulla linea materna di una triplice vincitrice in Gruppo 3 in piano tra Francia e Inghilterra, marcava per tutta la corsa la nuova pedina di casa Aichner First Polar, finito addirittura favorito alla pari. Soggetto quest'ultimo dall'interessante morfologia, acquistato per 24.000 euro dopo un successo a reclamare a Cagnes-sur-Mer e subito in assetto alla prima uscita italiana. Non stava a guardare Raffaele Romano che mandava in avanscoperta Kensington Square, debuttante in ostacoli della Roessl Team con qualità genealogica tutt'altro che secondaria (fratellastro di un duplice vincitore di Gruppo 3 in piano in Italia) tanto da essere considerato al gioco (7 a 1). Il baio da Ribchester, gestito da Gabriele Agus, piazzava violentissimi parziali fin dalla caduta del tape, curiosamente seguito dall'estremissima outsider (30 a 1) Desert Dancer, preparata da Nera Sassetti, alla sua prima in ostacoli. Apex e Policasta, affiancati, prendevano di riferimento First Polar. Seguiva in coda ad alcune lunghezze Na Scoitear, ingestibile al tondino dopo la salita in sella di Pastuszka. Sulla siepe che immetteva sulla prima diagonale, Tereza Polesna, in giubba similar Godolphin e similar Kartus Wieslaw (in realtà Flore's Racing Breeding), moderava Desert Dancer facendola rinculare in penultima posizione. Non si risparmiavano davanti. Kensigton Square, First Polar, Apex e Policasta, l'uno in marcatura dell'altro con la femmina che rilevava la posizione del portacolori Magog, non brillantissimo su alcuni salti, sfruttando le vie interne all'imbocco della diagonale discendente per subirle all'inizio dell'ultimo giro per il cambio da mano sinistra a mano destra. Questo il tema della corsa.

Sul secondo elemento della diagonale discendente, Kensington Square dava segni di difficoltà saltando sotto l'ostacolo. Un'incertezza che non impediva a Gabriele Agus di riorganizzare il cavallo. First Polar, francobollato da Apex, ne seguiva le mosse, quindi Policasta e più indietro, ma ancora a contatto, Desert Dancer e Na Scoitear.

All'inizio della dirittura opposta, Josef Bartos su First Polar tentava lo sfondamento esterno trovando in Kensington Square un avversario tutt'altro che in riserva. Vigili Apex e Policasta. Perdevano contatto Na Scoitear e Desert Dancer visibilmente rallentata. First Polar non riusciva nello sfondamento a traguardo lontano e veniva costretto alla seconda corsia in curva, un imprevisto che in tutta probabilità ne costava la vittoria. Perfetto Ondrej Velek su Apex a non concedere pericolosi metri al rappresentante di Aichner standogli incollato alla sella confidando in una maggiore punta di velocità. Dopo la penultima siepe, Kensington Square obliquava all'esterno su Apex pronto ad agire di spunto su First Polar. Dietro ai tre Policasta. Finale incerto e spettacolare. Apex a centro pista piazzava l'atteso affondo, non staccando però dai rivali. Apex e First Polar in acceso duello con anche Policasta eccezionalmente vigorosa nel tratto piano conclusivo. L'allievo di Paolo Favero, su una linea sul giallo-nero scuola Aichner sull'ultima siepe, la risolveva nel tratto piano, senza però impressionare. First Polar, mediocre in patria, chiudeva infatti a trequarti di lunghezza, concedendo al rivale qualcosa come tre chili e mostrandosi su livelli di primo piano che offrono incoraggianti riferimenti ad Aichner in vista di Merano. Policasta terza, a tre lunghezze dal vincitore, mostrava gli attesi miglioramenti. Quindi un generossissimo Kensington Square buono per la prossima. Dispersi gli altri due.

Terzo successo consecutivo e ruolino ancora immacolato per Apex, tramutatosi in vincitore classico dopo le brutte performance inglesi. Pienamente ripagata la fiducia di Axel Ambruschitz che lo rilevava da Favero, a sua volta selezionatore del soggetto a luglio in quel di Newmarket per la cifra d'occasione di 5.500 ghinee. Incapace di andare oltre quattro quarti posti, nelle otto uscite da due e tre anni nelle classi 5 e 6 inglesi, Apex si rivelava di ben altra caratura in ostacoli fin dal debutto di Merano. Inbreeding 5x4 su Storm Cat, piace soprattutto per la sua linea genealogica femminile. La madre è una figlia di Big Bad Bob (stallone gradito da Favero, ricordiamo Vermithor), la linea dunque americana di Roberto in ostacoli spesso interessante, che ha per nonno materno One Cool Cat (padre di un altro celebre vincitore classico di casa Magog ovvero Il Superstite).

Da rilevare la stretta parentela tra Apex e lo sfortunato saltatore Imperioso (fratellastro della madre di Apex), secondo nel Criterium d'Autunno (Gr.1) a Merano agli ordini di Paolo Favero e poi unico quattro anni a battere il pupillo di casa Magog High Master (che riunì nel 2015 in un'unica corona i quattro titoli apicali in siepi per i quattro anni). Il padre Kessaar è stato invece un velocista da Kodiac, nipote sulla linea femminile di Raven's Pass, vincitore sui 1200 metri nel Mill Reef Stakes (Gr.2) a Newbury e nel Casino Sirenia Stakes (Gr.3) sull'all weather di Kempton, quarto sui 1400 metri nel Criterium International (Gr.1) a Chantilly. Soggetto schierato sette volte a due anni e poi ritirato in razza forse per non inficiarne le prestazioni successive. Non è stato infatti particolarmente prestante nelle prime cinque corse in carriera (due volte non piazzato in Listed). Di genealogia non eccelsa, si segnala per aver avuto un fratello pieno, tale Breaking Records, dieci volte schierato in ostacoli in Inghilterra senza mai piazzarsi.

Tasso di monta scemato dagli iniziali 8.000 euro agli attuali 5.000 euro. Dal 2024 è operativo in Italia presso gli Allevamenti della Berardenga. Tre stagioni di corse per i suoi figli. Nessun vincitore di gruppo su un'ottantina di soggetti scesi in pista, di cui una quarantina vincitori (tre in Francia, undici in Italia, gli altri in Inghilterra e Irlanda). Un solo vincitore classico, l'italiano Melfi, miler vincitore nel Criterium di Pisa (L) a Pisa e nel Vittorio Riva (L) a Milano, terzo nel Gran Criterium (Gr.2) di Milano. Tre piazzati in pattern race: Ipanema Princess, terza sui 1400 metri in Gruppo 3 a Deauville, Bolt Action, velocista triplice piazzato in Listed in Inghilterra, e Tajalla, seconda in Listed a Sandown. Si segnala anche Dayron, vincitore del San Gennaro (HpP) di Napoli. Kessaar è molto gradito dagli allenatori di Siracusa, probabilmente per l'economicità dei suoi prodotti. Ha dimostrato una certa predisposizione per gli ostacoli. Su cinque soggetti in pista, quattro si sono classificati almeno una volta nei primi tre posti. Due sono stati vincitori. Apex è l'unico ad aver vinto una classica, oltre a esser stato l'unico a ripetersi e a vedersi sugli ostacoli italiani. Molly Weasley è risultata vincitrice alla terza esperienza in siepi l'1 gennaio del 2024, in classe 4, a Cagnes-sur-Mer. Due piazzati su tre in Inghilterra e Irlanda. Think First è giunta seconda al debutto in hurdle a Doncaster in classe 4 e lo stesso ha fatto Evening's Empire in una prova da 7.400 euro al primo a Cork.

 Tornano al successo i colori Magog
alla prima con APEX.
(Foto Matteo Mancini).

Nella Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3) Mauricius bissava il successo del 2023, proseguendo nella sua inarrestabile serie di vittorie classiche. Undicesima vittoria in carriera, la decima italiana, la nona in pattern race nonché la settima consecutiva. Un ruolino straordinario che maturava con gli interessi i 30.000 euro investiti da Aichner dopo un secondo posto a reclamare ad Auteuil sul finire del 2021. Soggetto che aveva lasciato intravedere qualcosa di importante anche in Francia, aggiudicandosi a tre anni uno steeple ad Auteuil da 25.000 euro per poi ottenere un terzo e un quarto rispettivamente in Listed e in Gruppo 2 sulla pista parigina. Scemato di forma a quattro anni e finito nelle scuderie di Aichner, riusciva a maturare agli ordini di Vana jr entrando di diritto nella storia dell'ippica italiana riunendo, sotto un'unica corona, tutti i Gruppo 1 italiani per anziani sulle siepi. Vincitore di qualcosa come nove classiche italiane in ostacoli, tra cui cinque Gruppo 1, due Gruppo 3 e due Listed.

Mauricius riportava in bello stile anche la sua seconda Gran Corsa Siepi di Pisa. Provava a sfruttare il maggior rodaggio Pope, secondo dei tre laureati in prove di gruppo, che si presentava all'appuntamento da imbattuto con quattro successi su quattro corse. Gaetano Volpe, per la prima volta in sella al portacolori di Kartus Wieslaw, tentava di operare un disperato aggancio dopo l'ultima insidia, ma nulla poteva contro lo strapotere tecnico del grigio da Kapgarde e da una madre generata da Martaline (genealogia da nobiltà francese nell'ambito nel panorama ostacolistico).

Lo svolgimento della corsa vedeva Volkov Jelois, compagno di colori del favorito, infastidire il battistrada Dirham Emirati, costringendolo al più classico dei fuori giri per tenere la testa e mantenere così il vincente schema di gara di inizio gennaio. I due si contendevano il comando davanti a Mauricius e Pope. Più di conserva l'altro vincitore classico in pista, Machinos, quindi Sword Beach e in coda l'estremo outsider di casa Troeger Magneto.

Mauricius entrava in azione all'inizio dell'ultimo giro, aggredendo e sfondando su Dirham Emirati che Paolo Favero proponeva, dopo la vittoria alla prima uscita pisana, con paraocchi. Non tergiversava neppure Gaetano Volpe che, preceduto da Volkov Jelois, prendeva a chiaro punto di riferimento le mosse del favorito. Mauricius anticipava pericolosamente il salto del primo elemento della retta di fronte, rischiando una caduta potenzialmente fatale. La grave incertezza non contrariava l'azione del grigio che riprendeva la marcia seguito da Pope e Volkov Jelois. A metà dirittura opposta, alzava bandiera bianca il taurino Dirham Emirati che precedeva ancora Machinos, di conserva con Jan Faltejsek a correre per un piazzamento, a sua volta preceduto da Sword Beach e Magneto.

Pope operava in pressione su Mauricius all'inizio della piegata di fondo. Scalava in terza Volkov Jelois, mentre perdevano contatto gli altri con Machinos in graduale risalita. Josef Bartos e Mauricius respingevano i timidi attacchi di Pope, prendendo un paio di lunghezze all'ingresso in dirittura.

Pope, a braccia e frusta, accorciava lievemente il gap da Mauricius ancora confidence nelle mani di Big “Joe” Bartos nell'intervallo tra il penultimo e l'ultimo salto. Non perdeva troppo nel parziale Volkov Jelois, con Machinos salito quarto davanti all'affaticato Dirham Emirati aggredito dal compagno di colori Sword Beach. Mauricius nel finale non concedeva soluzioni a effetto a Pope, a ogni modo ottimo secondo e ben montato da Gaetano Volpe. Terzo, a quattordici lunghezze dal vincitore, Volkov Jelois completava il podio ben davanti a Machinos, da brivido sull'ultima che costava la caduta a uno stremato Dirham Emirati impiegato, vista la categoria, con troppa intraprendenza da Pastuszka e Paolo Favero.

Nulla da fare contro questo Mauricius, atteso addirittura in progresso per il prossimo Gruppo 1 dove non si vedono avversari degni di tal nome. Cannibalico.

 Ancora MAURICIUS, bis nella Gran Corsa Siepi di Pisa.
(Foto Matteo Mancini).

Per gli amanti del calcio, alla seconda corsa, non bastava a Massimiliano Allegri il corto muso per aver ragione di un figlio di Time to Cry nel più classico dei duelli in famiglia Botti. Orange Crush, della Dioscuri, respingeva per tutta la retta Light Blu, flettendo solo all'epilogo e consentendo al portacolori di Allegri di piombare puntuale sul palo alla ricerca del corto muso risolutivo. Parità. Terza un'ottima American Fighter, ben davanti al resto della compagnia.

 Un secondo posto che sa di vittoria

per Gaetano Volpe e Pope.
(Foto Matteo Mancini).


 

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