giovedì 4 gennaio 2024

Responso terza giornata di corse a Pisa.

 FEED BACK E APEX FANNO VALERE LA GENEALOGIA NELLE PROVE PREPARATORIE AI GRAN PREMI DEI 4 ANNI. THRILLING, INFORTUNI E PAZZIE TRA GLI ANZIANI: NEL MARASMA, TRIONFA PAOLO FAVERO.

 

Dopo Krypton e Mazinga,

Apex ruba la scena a Interstellar.

Servizio di

Matteo Mancini

Giovedì 04 gennaio

(Tempo soleggiato, terreno leggermente pesante).


Il 4 gennaio del 2024 regalava una giornata primaverile al Prato degli Escoli con temperatura orientata sui 16 gradi. Buono lo scorcio di pubblico per essere un giovedì dedicato agli ostacolisti. Nessun ritiro nelle prove di interesse di questo blog, terreno leggermente pesante.


Feed Back non deludeva i tanti estimatori nella Prova d'Assaggio. Il figlio di Pounced, peraltro molto bello al tondino e di mole tutt'altro che secondaria, rendeva un gioco da ragazzi la soluzione finale della debuttanti in steeple, dimostrando l'eccezionale attitudine della madre (modestissima vincitrice di una reclamare su otto corse in piano) a generare ostacolisti di prospetto (si ricorda nel 2023 l'ottimo Bad Drake). Una passeggiata di salute che non potrà che spianare la strada verso traguardi più ambiti, a fronte di prove in piano modeste.

La corsa si sviluppava con l'estremo outsider Master of Art, 20 contro 1, incaricato dell'onere dell'andatura per buona parte della gara. Feed Back, guardingo nelle prime fasi, emergeva secondo all'attacco dell'ultimo giro, sfilando Pan de Azucar in anticipo su Esther Hill, mentre rinculava Movie Night collocato da Velek in schiena del battistrada nelle schermaglie iniziali. Bartos rompeva gli indugi prima della siepe di fine retta di fronte. Senza nulla chiedere, il baio, in totale controllo, allungava dagli inseguitori. Tra questi tentava di emergere, per le vie più brevi, Esther Hill non felice al salto sugli elementi della retta conclusiva. Sulla femmina si proiettava allora Pan de Azucar, proposto all'esterno di tutti da Gabriele Agus. Feed Back rifiniva l'ingaggio con un epilogo disarmante per i rivali, confermando le linee meranesi e dimostrando che avrebbe potuto contendere a Flying Chaser il Gruppo 1 di categoria nel tempio di Merano. Pan de Azucar, secondo, pagava un distacco di quindici lunghezze precedendo una fallosa Esther Hill. La femmina pativa l'inesperienza nel mestiere e non riusciva a emergere. Quasi a terra all'arginello e di lì in avanti contrariata con molti salti approssimativi, tra cui anche un radente salto finale. Esitazioni che non le permettevano di produrre gli attesi miglioramenti. Al rientro, la femmina mostrava peraltro una micro-ferita con perdita di sangue sulla corona dello zoccolo posteriore sinistro.

Male Movie Night, quarta, sul calo di un generoso ma limitato Master of Art, e incapace di seguire il treno dei migliori.

Contrariamente a quanto letto altrove, Feed Back dimostrava l'attitudine della madre Bad Feeling a generare potenziali vincitori classici nel circuito ostacolistico italiano. Quasi fratello pieno di Bad Drake, soggetto che aveva impressionato a Pisa la passata stagione dovendosi in seguito arrendere a un infortunio che, verosimilmente, gli impediva di laurearsi vincitore classico nella stagione meranese. Figlio di Pounced, a sua volta padre dello stallone che ha generato Bad Drake, Feed Back, prodotto italianissimo dell'Allevamento Deni, mostra sulla seconda linea femminile quel Rainbow Quest che è sempre un certificato di garanzia per chi cerchi ostacolsti di qualità. Strada dunque spianata per il Da Zara ma, probabilmente, anche per il Criterium d'Inverno. Possibilità dunque di scelta per Vana jr per quello che, al momento, è probabilmente il miglior quattro in Italia in ostacoli.


Feed Back 
facile nella Prova d'Assaggio
(Foto Matteo Mancini).

Nella prova successiva in siepi andavano in scena gli altri candidati ai main event pisani per quattro anni. 3200 metri che respingevano al mittente la candidatura di Poirot, che ben aveva fatto sulla pista. Il sauro da Desert Prince non riusciva a controvertere le linee meranesi, trovando negli attesi Apex e Sopran Leger due avversari di caratura superiore.

I tre si confrontavano da protagonisti, misurandosi reciprocamente su tutto il percorso.

Sopran Leger faceva la voce grossa cercando di mandare fuori giri Poirot. Joe Bartos, dapprima in pressione sul sauro di Kartus Wieslaw, operava di sfondamento sul finire della prima diagonale dove tendeva ad allargare coinvolgendo nella manovra Poirot. I due venivano costantemente tenuti di mira da Apex. Fuori dalla contesa gli altri, in palese attesa degli eventi e capitanati dal debuttante in ostacoli Na Scoitear poi sparito alla distanza.

La situazione si cristallizzava fino al volgere a termine della dirittura di fronte, quando Sopran Leger cercava di operare la fuga decisiva, senza però scrollarsi di dosso un Apex condotto in punta di dita da Velek. Pagava la contesa troppo elevata Poirot, in affanno sulla piegata finale e preso di mira dalla sorpresa Light French, ultimo cavallo del campo ma autore di grosso parziale finale. Sopran Leger offriva l'inganno di poter controllare Apex, attendendo l'ultima siepe prima di scatenare l'inferno. Il tratto piano però tradiva l'allievo di Vana jr incapace di contenere il debordante Apex, che confermava l'ottima impressione meranese facendo felice Paolo Favero. Due lunghezze abbondanti per il numero 667 del catalogo Tattersalls di luglio 2023, fratellastro per linea materna di Oscula, triplice vincitrice in Gruppo 3 a Deauville e Goodwood e pluripiazzata in pattern race, ma soprattutto prodotto di una sorellastra di Imperioso (ottimo saltatore, secondo classificato nel Criterium d'Autunno a Merano e unico quattro anni capace di battere nel 2015 High Master).

Un successo che portava il quattro anni, peraltro di discreta fattura strutturale, a presentare una seria candidatura ai main event stagionali per i quattro anni. Fondamentale, sarà, la gestione di Paolo Favero, di solito di manica facile quando si tratta di correre.

Sopran Leger, seppur battuto, confermava l'impressione di essere sopra la media dei coetanei. Piaceva moltissimo Light French che potrebbe anche risultare la sorpresa della riunione apicale. Inadeguati alla prima categoria gli altri, con Policasta e Poirot che completavano il marcatore a pesante distacco.


  Promosso a pieni voti

APEX.
(Foto di Matteo Mancini)

Nel Monravel, “finta” condizionata per adulti sui 3.500 metri in siepi, Prince Oliver regalava, dopo la prova di fine dicembre, un'altra sortita a sorpresa degna di un finale alla Dario Argento. A vittoria ormai in tasca, evocava nel pubblico più esperto lo spettro di Devon Loch, un figlio di Devonian che non risponde al nome di un allievo di Paolo Favero (perché su questo blog i nomi non sono mai casuali, tanto per fare il verso a qualcuno).

Il sette anni veniva impiegato con uno schema di gara radicalmente opposto rispetto alla prima presa di contatto sulla pista. Se a dicembre aveva inscenato una fuga a traguardo lontano mettendo sul piatto della bilancia dei parziali violenti che sembravano aver fatto saltare un soggetto come Pope, Jan Kratochvil lo teneva questa volta nelle vie più siderali del gruppo centellinandogli le energie. Davanti si portava Dirham Emirati, seconda scelta della scuderia Favero, sul rientrante Icare de Sartuque, Sword Beach e la favorita, ma non nettissima, Theamoi. Sulla siepe in curva che introduce sulla diagonale discendente si confezionava la prima delle brutte notizie per Josef Aichner. La femmina Theamoi, acquistata per 30.000 euro in autunno, cadeva dopo essersi ricevuta male sugli anteriori procurandosi, a colpo d'occhio, una gravissima frattura a uno dei due anteriori. La speranza è che possa esser salvata, quantomeno, per la futura carriera di fattrice, essendo una figlia di Martaline.

Dirham Emirati produceva intanto un ritmo piuttosto moderato, tanto che sulla curva della segreteria si profilava un ventaglio composto da quattro cavalli apparigliati. Entrava allora in gioco Surabaya, gregaria del controfavorito e vincitore classico Machinos. La femmina, ben montata da Tereza Polesna, si presentava all'esterno di tutti per andare a operare pressione sul battistrada fungendo da chiaro punto di riferimento per il compagno di colori. Sui due si affacciava, in pochi tempi di galoppo, Prince Oliver che infilava i calanti Sword Beach e Icar de Sartuque.

Prince Oliver, con chiara e manifesta superiorità, anticipava Machinos e si collocava tra il battistrada e l'attaccante Surabaya. In mano, facilissimo, Prince Oliver debellava le resistenze di Dirham Emirati nell'intervallo metrico tra le ultime due siepi. Più indietro, faticava ad emergere Machinos che sfruttava parzialmente l'aiuto di Surabaya. Non pervenivano gli altri.

Prince Oliver, brillante sull'ultima, si involava verso la vittoria, con Kratochvil forse più energico del richiesto per andare a casa. Il baio accorciava improvvisamente l'azione piantandosi letteralmente al terreno con una meccanica alquanto anomala e forse influenzata da uno strappo. Dirham Emirati bagnava così il suo debutto italiano con una vittoria, con Paolo Favero che si volgeva verso l'ex cliente di scuderia Eros Ostanel e gli diceva: «Questa non te l'aspettavi, vero? Aha aha aha

Machinos, lontano ricordo del cavallo che era, chiudeva secondo, mentre Prince Oliver, con un andatura da trottatore che ha rotto, salvava il gradino più basso del podio da Surabaya, che assolveva nel migliore dei modi al ruolo di gregariato (plauso a Tereza Polesna, amazzone meritevole di appoggio). Quinto, a distacco, il rientrante Passion d'Ipanemix, autore di tranquillo rientro peraltro retribuito sul calo degli avversari. Da rivedere Sword Beach, sparito alla distanza ma forse non proprio spremuto da Velek. Non pervenivano gli altri, tra i quali Mumtaaz su cui debuttava in siepi Nicolò Valentini, ottavo al traguardo davanti solo all'imbarazzante Tempete Normande. Quest'ultima dimostrava di essere un soggetto che sembra, e sottolineo sembra, inadeguato alle corse in ippodromo, ma su cui Picchi si ostina a credere. Dopo aver dato non pochi grattacapi per entrare in pista, la femmina raggiungeva i rivali ai nastri di partenza non prima di aver deliziato il pubblico con minuti di bizze. Una volta partita accumulava, fin dalla partenza, un distacco oceanico esibendosi con un'andatura da crociera. Sulla femmina si esibiva il campione nazionale di concorso completo italiano Pietro Sandei, a cui va il merito di esser riuscito laddove avevano fallito gli altri, ma con un andatura, per gli appassionati della Formula 1 estrazione “Scuderie Dimenticate”, da Life.

 

 Brutto infortunio per Theamoi.
(Foto Matteo Mancini).

Nel Falconetti, bonus race per il blog, a cavallo tra le prove in ostacoli, il favorito Intestellar (1,28 a 1) offriva la sensazione di poter disporre a piacimento del figlio di un cavallo (Chasedown) che lo scorso anno ha corso in ostacoli a Merano per i Vana, dopo esser stato giudicato inadeguato alla carriera di Sire. Una situazione tutt'altro che comune.

Il sauro si profilava per vie esterne all'ingresso in dirittura, dove cercava la grossa sorpresa Saraluca, in anticipo a tutti e in giubba similar Falconettei. La femmina entrava al comando in dirittura, forzando in corsia esterna per convergere all'interno su Neorion. I due lasciavano di rincorsa Intersellar. Lotta a tre, con Interstellar, a collo più volte storto verso sinistra, che dopo esser passato in vantaggio dava evidente segno di difesa nonostante i tentativi di correzione operati da Dario Vargiu. Ne approfittava allora, zitto zitto e centimetro su centimetro, Neorion in un duello tutto in famiglia tra Stefano ed Endo Botti. Il grigio all'interno, coriaceo e generoso, rientrava al verdone e più qualitativo avversario. Incollatura sul palo per Neorion, a precedere Interstellar e, più indietro, Tepui piombato in prossimità del palo su una frettolosa, ma comunque protagonista, Saraluca. La prole Chasedown dunque per Stefano Botti e l'allevamento di Stefano Luciani.

Finale Thrilling

 per DIRHAM EMIRATI.
(Foto Matteo Mancini).

 

Duello tra Botti, i colori di Stefano in evidenza

INTERSTELLAR  da rivedere con i paraocchi.

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