giovedì 14 dicembre 2023

Risultati prima riunione pisana stagione 2023/24.

 

POIROT E ASSASSIN PER LE PROVE DI FORZA, CHES DEMONMIRAIL DI FIORETTO. DOPPIO FAVERO IN PIANO. IMPRESSIONA KRYPTON.

KRYPTON

(Foto Matteo Mancini).

 

Servizio di

Matteo Mancini

Giovedì 14 dicembre

(Tempo soleggiato, terreno pesante)


La prima riunione in ostacoli di Pisa andava in archivio nel segno delle seconde linee.

Nel Premio Balorain, prova di apertura per quattro anni e oltre sui 3.500 metri del circuito in steeple, Velo Dipinto non riusciva a far valere la maggiore caratura e il ruolo di prima favorita. Rientrante da Merano, la femmina si installava al comando delle operazioni gestendo troppo parsimoniosamente i ritmi di gara, tanto che ai seicento metri finali risultavano ancora della partita tutti gli avversari previsti dal programma. Ne approfittava Ches Demonmirail, contro favorito a due e mezzo e autore di un salto da brivido sulla siepe di metà retta di fronte, che nonostante le incertezze disponeva della figlia di Golden Horn come voleva, saltandola via all'attacco della piegata finale. Si profilava per vie interne, a sorpresa ma non troppo, Azonto per la miglior piazza, con Gaetano Volpe che cercava di organizzare un imprevedibile quanto impronosticabile colpaccio. L'allievo di Giuseppe Marras da Wiener Walzer finiva bene alla distanza, chiudendo, sull'incapacità di cambiare passo di Velo Dipinto, a quattro lunghezze dal vincitore. Respinti al mittente Fly Filo Fly e Jasmin Bede usciti di scena nella volatona finale e terminati nell'ordine dopo aver cercato di muovere dalle retrovie per corsie esterne all'ingresso in dirittura.

Al rientro al tondino, Velo Dipinto presentava un lieve taglio allo zoccolo anteriore destro. Pacca di Josef Aichner, invece, per Ches Demonmirail, che non vinceva da diciannove mesi ovvero da quando aveva trionfato nello Staffe d'Oro (Gr.3) di Milano, battendo, tra gli altri, Ocean Life (secondo nel Gran Premio Merano 2023).

Prospetto da saltatore puro nonché vincitore classico in Italia, il padre Doctor Dino, stayer triplice vincitore in Gruppo 1 tra Belmont (Stati Uniti) e Sha Tin (Hong Kong), è stato costantemente nella top ten francese per introiti degli stalloni da ostacoli negli ultimi sei anni.

Interessante la linea femminile da Turgeon (da Caro), altro mattatore in Francia nelle classifiche di riproduttori di ostacolisti, offerta da una vincitrice in steeple nella provincia francese, seconda in Listed in siepi a tre anni nel tempio di Auteuil nonché figlia di una plurivincitrice in ostacoli in buona categoria ad Auteuil e sorella piena di due vincitrici classiche una in Gruppo 3 e l'altra in Listed sempre ad Auteuil.

Ches Demonmirail è invece fratello pieno della vincitrice classica Invincible Dina, trionfatrice in Listed e seconda in Gruppo 3 sulle siepi di Auteuil.

Da lodare l'acquisto di Aichner che reclamò il cavallo a Fontainebleau per 18.333 euro dopo una vittoria a reclamare all'età di quattro anni nel 2022.

Ches Demonmirail, fa valere il blasone genealogico.
(Foto Matteo Mancini).

Da pronostico, almeno per noi che centravamo l'accoppiata secca, il responso del Premio Bourak, la maiden o vendere per tre anni sui 3.200 metri. Trionfava in modalità coast to coast l'autoctono, ma di colori polacchi, Poirot, un figlio dell'evergreen Desert Prince allevato dal pisano Giannotti che lievitava di quota dopo la sostituzione di monta arrivando a pagare 14 a 1. Il francese Hakim Tabet, assente sulla pista, veniva rilevato da Dylan Salmon, frustino al debutto assoluto in Italia e recuperato chissà dove dal duo Palczynski-Wroblewski.

Salmon non si faceva prendere da tentennamenti di sorta, issava subito al comando il portacolori di Kartus Wieslaw e si rendeva intangibile, piazzando interessante parziale finale nel tratto piano, quando l'atteso Australian Boss, di conserva durante il percorso, sembrava essere in grado di poter operare l'aggancio esterno.

Terza chiudeva la svedese, di allevamento, Esther Hill assai bellicosa e prima a muovere all'attacco sotto la regia di un attento e abile Marek Stromsky che riusciva a rubare la corda al battistrada, salvo subire il volo esterno di Australian Boss. Entrambi i soggetti entravano in gioco all'inizio dell'ultimo giro, risalendo progressivamente dalle retrovie per andare a minacciare un Poirot mai domo e capace di pescare energie insospettabili al momento della verità.

Abbastanza opachi tutti gli altri. Maybach provava a far valere l'esperienza seguendo le mosse del leader fino all'apice della curva finale, quando cedeva in modo secco alzando evidente bandiera bianca. Faceva meglio di lui l'altro soggetto con maggiori presenze nel settore: Island King. L'allievo di Paolo Favero, stranamente favorito al betting, sceglieva di correre sui primi ma si confermava monocorde e incapace di cambiare passo, pur gestendo le forze e mantenendo la quota, ben davanti all'altrettanto monocorde e controfavorito Moqui Marble che ne curava la scia fin dal via senza però mai fare la voce forte. Da segnalare, come per Velo Dipinto, la presenza di sangue sull'anteriore destro una volta rientrato al tondino sullo zoccolo di Island King.

Male l'atteso Wonder che nelle retrovie desisteva alla distanza alla medesima maniera di Little Feat e Master of Art nonché di un Maybach, evidentemente, mal gestito da Pastuszka.

Poirot siglava così il primo successo nella carriera, riscattando le pessime prove in piano quando era incapace di piazzarsi nelle prove di minima tra Firenze, Follonica e Milano. Lodevole il lavoro del maestro Wroblewski e di Pawel Palczynski che si confermavano abili stregoni del settore lavorando su un soggetto dalla carta tutt'altro che nobiliare. Da segnalare comunque l'attitudine a generare saltatori della linea paterna offerta dal sottovalutato in Italia Desert Prince di cui, tra gli altri, si ricordano i remoti successi classici dei vari Corpus Iuris, Desert Tita, oltre alle promettenti vittorie di Desert Agenda e Danza nel Vento nonché i trionfi in Gruppo 1 del nipote (sulla linea femminile) Notti Magiche.


Poirot fa saltare i pronostici, degli altri.
(Foto Matteo Mancini).

Nella prova in ascendente per anziani, sui 3.500 metri, Rajani scardinava a vantaggio di altri i pronostici della vigilia, imponendo un treno di gara sproporzionato per la categoria.

Lanciato a velocità al comando da Jan Kratochvil, il battistrada costringeva al fuori giri il favorito Dopo di Me che ne seguiva le mosse senza tuttavia riuscire mai a mettere la testa davanti. L'allievo di Raffaele Romano cedeva improvvisamente alla distanza sebbene ancora molto vitale in curva finale tanto da lasciar supporre di aver patito un infortunio. Medesima sorte toccava a Superstar Dj, anche lui piegato dalla scelta di correre sui primi, mentre il compagno di colori War Brave sbagliava la terzultima siepe gettando al vento ogni velleità di piazzamento salvando solo un modesto quarto posto. Cadeva invece sulla seconda diagonale l'estremo outsider Angel, poi pericolosamente scosso per la pista. Tra le vittime del ritmo di Rajani risultava lo stesso battistrada, in grosso affanno nel finale tanto che ne approfittava un routiner come Assassin, mai vincente nella stagione e tra i più schierati nel corso dell'anno, essendo arrivato al dodicesimo gettone di presenza (uno in meno rispetto al trio più impiegato che vanta tredici corse) con un'astinenza dai successi di sedici mesi. Assassin lasciava sfogare in avanti gli avversari per risalire, zitto zitto e dal penultimo posto, nella parte finale del percorso. Abile l'interpretazione di Gabriele Agus che vinceva, addirittura, per dispersione (quattordici lunghezze) su un Rajani finito senza benzina al punto di apparire nel mirino del redivivo e inatteso Boboalena che non si vedeva su simili prestazioni dalla stagione scorsa.

Deludenti Crebillon e Black Watch, rispettivamente quinto e sesto, mai entrati nel vivo e terminati a gran distacco pur avendo risparmiato sul tracciato.

Non pervenuto il top weight Amant, mandato in pista per un lavoro pubblico da Pastuszka che non lo collocava neppure in corsa.


Assassin, dopo tanto attendere, stravince.
(Foto Matteo Mancini).

Da segnalare in piano l'impressionante successo di Krypton, un nome caro alla redazione non solo per essere il pianeta del più famoso extraterrestre del mondo dei fumetti, ma per essere il nome di una celebre scuderia che ha mietuto successi in ostacoli in terra Toscana (soprattutto a Grosseto) sotto la regia del Gladio Romano nazionale, il fatto che poi fosse la scuderia proprietaria di un cavallo che si chiamava Chernobyl per un vincitore di una corsa che ricorda, un po' come Pripjat, un protagonista del Premio Pisa come Kiev è un mero eufemismo che piace molto al redattore di queste pagine. 

Paolo Favero conquistava due delle prove in piano con l'ex ostacolista Big Riot (lo Steven Bradbury del Richard) e Fulsome per i colori di Riccardo Belluco. 

Non solo Chernobyl per KRYPTON

che come da programma trionfa nel Kiev
sotto l'attento sguardo di Endo Botti.
(Foto Matteo Mancini)
 

 

Nessun commento:

Posta un commento