mercoledì 28 marzo 2018

Responso 6° Giornata, San Siro, Milano.


KARELCYTIC, NUOVA PEDINA AICHNER, COLPISCE AL RIENTRO NEL PREMIO BRIVIO PRECEDENDO I COMAPAGNI DI ALLENAMENTO ROMAN E KAZOO.

Parte subito con una tripletta nel main event di giornata l'avventura milanese di Josef Vana sr. Dopo aver vinto la prova inaugurale, il maestro ceko mostra i muscoli e risponde a chiare lettere alla doppietta marcata da Favero in categoria vendere.

KARELCYTIC
in una foto di archivio ai tempi
dell'esperienza francese.

A cura di Matteo Mancini.
Dopo oltre un mese di astinenza, a causa della chiusura dell'impianto di Treviso, il movimento ostacolistico italiano riprendeva il proprio cammino il venticinque marzo a San Siro. Una giornata che prevedeva molti spunti interessanti, soprattutto in virtù del rientro di svariati soggetti di calibro rimasti lontani dalle corse da un lungo periodo di tempo. Assente dai programmi, per motivi non troppo chiari, Raffaele Romano sia in qualità di interprete che di allenatore (sostituito dalla compagna Ilaria Saggiomo), spiccavano inoltre le assenze dalla pista di Lydia Olisova e del giornalista Emanuele Orso, spediti da Paolo Favero a Pisa per seguire le prestazioni di quattro cavalli inviati in terra toscana per prendere parte alle prove di contorno del meeting dei gran premi in piano, oltre che alla seconda prova di cartello costituita dal XIX Premio Toscana, listed race per anziani sui 2.200 metri. In quest'ultima prova si metteva in clamorosa evidenza Timely Arrival, possente quattro anni da Cacique che Paolo Favero ha pescato a Newmarket per la modica cifra di 7.000 ghinee. Soggetto dall'eccelsa mole, si era già distinto al debutto in Italia piazzandosi quarto, a grande quota, in condizionata a Pisa nonostante una serie infinita di intralci. Schierato nel Toscana, prova da 16.750 euro al primo, il baio dimostrava di valere la categoria, rivelandosi un acquisto assai indovinato e, molto probabilmente, dal valore inatteso. Il neo portacolori Olisova si metteva in scia all'atteso front runner Presley, poi vincitore, e correva con coraggio senza mai risparmiarsi. Lanciato all'attacco del battistrada ai quattrocento finali, fletteva solo al furlong conclusivo subendo la rimonta all'esterno del qualitativo Pythius, perdendo poi il podio sul palo per una corta testa a vantaggio di Troublemaker. Una prestazione sontuosa, soprattutto se parametrata al valore dei cavalli affrontati e alla somma spesa per l'acquisto. Troublemaker, a esempio, arrivava all'appuntamento da una lunga serie di piazzamenti in Handicap Principale oltre che in Listed e, qualche anno fa, in Gruppo 3. Una performance quella del figlio di Cacique dunque imprevedibile, proveniendo dalle classi 5 inglesi peraltro con nebuloso costrutto. 
Sempre  a Pisa, Favero collezionava altri due piazzamenti, tra cui l'interessante secondo posto sui 1.750 metri in categoria maiden del tre anni Watching Spirits (25 contro 1 la quota), mediocre figlio di Harbour Watch acquistato da Paolo Favero a febbraio a Newmarket per 5.000 ghinee dopo una serie di mancati piazzamenti in classe 6. Il castrone di Lydia Olisova optava per una prima parte di gara di attesa per poi progredire in retta, a largo di tutti, prendendo di riferimento il favorito Avelot. I due risalivano piuttosto facilmente le posizioni avendo ragione degli avversari e terminando rispettivamente, con volo esterno, al primo e al secondo posto. Il vincitore, un dormelliano da Mujahid, risultava essere il primo prodotto della siepista Air Chaparral, un'ex Ghiotti che ha svolto la quasi totalità della propria carriera in siepi e in steeple, sorellastra del campioncino Monsun Air (vincitore nella Gran Corsa Siepi di Pisa, nel Richard e terzo nel Grande Steeple Chase di Milano). Un'accoppiata, remunerata 28 a 1 al betting, dunque dall'interessante prospettiva ostacolistica.
L'importato Balashakh, per il ritorno in pista dei colori Magog, completava con prova fin troppo attendista i piazzamenti del trainer di Sinigo, chiudendo secondo, all'inspiegabile quota di 22 contro 1 (si tratta del soggetto per il quale Favero ha sborsato la più alta quota per un acquisto nel 2017), nella discreta prova gentleman di apertura, regolato dal dormelliano Miraglia, alla seconda prova dopo il rientro da un'assenza di dieci mesi e trionfatore nel più facile dei modi, e davanti agli appoggiati Bufera e Punta di Diamante.

DUKE IS BACK
nella prova di rientro a Pisa
nel febbraio del 2018.
(Foto Matteo Mancini).

A Milano, invece, andavano in scena due vendere per anziani, una in siepi e l'altra in steeple, oltre a una qualitativa condizionata sui 3.600 metri in siepi per anziani. In questa prova spiccavano i rientri dell'asso Sol Invictus, assente da un anno e mezzo, e dei campioni Kazoo (assente da un anno) e Karelcytic. Favori del pronostico divisi tra i due Aichner e il compagno di allenamento Roman, reduce dalla buona forma pisana, con un occhio a Sol Invictus in pista con interessante peso.
Lo sviluppo della corsa non regalava grandi sorprese se non evidenziare le difficoltà di rientro per Sol Invictus. Il dieci anni, in pista col fucsia di Favero in luogo del bianco rosso a scacchi della Magog, dopo aver corso sui primi, veniva arrestato da Bartos a metà della dirittura breve palesando tutti  gli affanni propri di una lunga assenza dalle piste.
Brillava invece il sauro Karelcytic, al rientro da oltre sei mesi e con due sole corse alle spalle nei precedenti quattordici mesi. Il figlio di High Rock, fregiato da un blasonatissimo passato in Francia agli ordini di Cottin (pluripiazzato in pattern race con due terzi posti in Gruppo 1 ad Auteuil a fungere da apici) e unico prodotto dello stallone ad aver corso in Italia, si portava al comando delle operazioni ben moderato da Vana Jr. Il portacolori Aichner impostava a piacimento i ritmi di gara, francobollato da Roman e Sol Invictus. A metà della dirittura lunga, Roman andava a operare un deciso incremento dell'andatura non trovando la risposta di Karelcytic su cui Vana, evidentemente, lavorava di cesello per misurarne lo stato di forma e l'opportunità di reagire. Sulla piegata di raccordo tra le due diritture, iniziava a calare Sol Invictus, di lì a poco fermato, rilevato dall'estremissima outsider Crystal Tango (mossa prematura la sua) e dal compagno di colori Archangel Raphael.
Roman offriva la concreta illusione di risolvere da lontano la contesa, allungando sensibilmente da un Karelcytic non brillante su alcuni salti. Dalle retrovie tentavano di emergere Chappy Bros e Dalton risaliti in terza e quarta posizione dopo il penultimo elemento. Roman subiva il ritorno veemente di Karelcytic nel tratto piano conclusivo, allargando vistosamente verso l'esterno e aprendo la porta al compagno di allenamento che, a dispetto del minor rodaggio, si rendeva protagonista di notevole speed finale andando a piegare il portacolori della Tania-Vana. L'acuto del sauro (atteso a ulteriori miglioramenti) valeva l'ottava vittoria stagionale dei colori Aichner e la prima vittoria in Italia di un figlio di High Rock. Più indietro, a quattro lunghezze e mezzo, il parsimonioso Kazoo, tenuto costantemente in ultima posizione, rinveniva dagli abissi per conquistare, dopo gran lotta, il podio battendo di una testa un coriaceo e cresciuto Archangel Raphael. L'affondo del figlio di Lateral, fratellastro del campione di caratura internazionale Kazzio, garantiva a Vana sr la prima tripletta in assoluto della stagione.
Cedevano alla distanza, nel tratto piano, Chappy Bros e Dalton, rispettivamente quinto e sesto, dopo aver tentato di giocarsi tra loro la terza moneta. Seminati per la pista gli altri due, tra cui Giacalmarbar, ultimo, lontano, senza guizzi e ormai sbiadito ricordo del promettente quattro anni che era stato. Male anche Crystal Tango, volata via nella parte terminale di gara dopo aver fatto la voce grossa prima dell'ingresso nella dirittura breve.
Tra le delusioni della corsa spiccava la performance di Chappy Bros, ridimensionato dopo la bella vittoria in steeple a Pisa. L'allievo di Ilaria Saggiomo tentava di dimostrare le proprie qualità, ma pagava con un'evidente flessione finale il tentativo di giocarsi le carte inscenando l'inseguimento ai due Vana. Benino Dalton, nell'occasione alle prese con rivali, a nostro modesto modo di vedere, di caratura superiore, a cui è mancato un po' di forma per ambire a un piazzamento. Kazoo, terzo senza alcuna voce in capitolo per la vittoria, offriva una prestazione incoraggiante per i successivi ingaggi e approfittava del calo degli avversari per andarli a prendere e batterli all'epilogo dopo averli fatti sfogare. In progresso appariva Archangel Raphael, cresciuto in modo importante rispetto ai primi approcci con la disciplina, e in serrata lotta per l'ultimo piazzamento utile per accedere al podio.

Nelle due vendere si assisteva a due vittorie dalle dimensioni debordanti. Duke is Back, della Tania Vana, dimostrava quanto di buono avevamo detto in occasione del debutto in terra italiana (lo avevamo dato come terzo favorito in categoria assai più elitaria) e si aggiudicava la vendere in steeple, dimostrando di apprezzare sia la nuova specialità sia il tracciato milanese. Affidato a Jan Kratochvil, menava la danza fin dal passaggio davanti alle tribune, dopo aver rilevato Embrace Real, e dominava letteralmente la prova rifilando nove lunghezze al primo dei battuti, l'intramontabile Opaleo, senza mai farsi avvicinare. Quest'ultimo risaliva bene dal centro del gruppo e sfruttava una serie di scellerati salti del voluminoso Bull Ride (estremissimo outsider) per resistere al ritorno dello stesso nel tratto piano. Il portacolori Favero, molto brillante e nel vivo della manovra nel momento topico, gettava così alle ortiche un secondo posto che altrimenti avrebbe di certo centrato, ma offriva, per stamina e brillantezza, quella che può considerarsi quale la sua migliore performance in Italia peraltro evidenziata da un ritorno nel tratto piano molto interessante (specie alla luce della struttura gigantesca) dopo essersi, di fatto, fermato in ricezione dopo l'ultima siepe.
Deludeva e non poco la favorita Secret Sinner, qua declassata di categoria, mai richiesta da Vana jr e rimasta sempre fuori dalla corsa. La portacolori Aichner offriva la sensazione di essersi limitata a un mero galoppo di esercizio, essendo la sua prestazione fin troppo brutta per esser vera. Non particolarmente brillante neppure Company of Ring, al rientro da un anno e mezzo e precipitato di categoria. L'allievo di Favero, pluripiazzato in prove di Gruppo, cercava di controllare l'evoluzione della corsa, ma subiva l'accelerazione sulla piegata di raccordo tra le due diritture perdendo importanti lunghezze per poi ripresentarsi, sul passo, nella parte terminale del percorso. Non brillante, ma comunque atteso a decisi progressi. Ancora una volta imbarazzante, rispetto a Grosseto, Embrace Real, in costante parabola discendente e già fuori dai giochi prima dell'ingresso in dirittura breve. Da rivedersi, lo ribadiamo, sui tracciati cross. Ceduto alla distanza Lost Monarck, brillante fino a metà della dirittura breve ma poi in grave debito di ossigeno.

DESERTMORE HILL
(Foto Matteo Mancini).

Sorprendente vittoria, soprattutto nelle dimensioni, nell'altra vendere, questa volta in siepi. Prova dalla qualità piuttosto modesta, ma che mostrava un soggetto in grande quanto inatteso splendore. L'otto anni Desertmore Hill, deludente a Pisa, rispondeva subito a Favero confermandosi vittorioso in siepi, specialità in cui aveva trionfato a Grosseto, dopo le prove tutt'altro che esaltanti in steeple e cross. Il figlio dello specialista (per la prole in ostacoli) Beneficial si aggiudicava la prova, segnalandosi quale primo prodotto dello stallone a vincere in Italia, nonostante l'incombenza del ruolo di top weight. La soluzione della corsa si rendeva prematuramente manifesta sul terzultimo ostacolo, per effetto dell'accelerazione insostenibile per gli altri messa sul piatto della bilancia da Desertmore Hill. Condotto dal bulgaro Sertash Ferhanov, il portacolori Favero superava senza affanno il battistrada Macchiavelli e se ne andava in totale solitudine prima degli ultimi due salti. Più indietro, a nove lunghezze sul palo, emergeva molto bene il rientrante da oltre un anno The Plough che, a dispetto della lunga degenza, non palesava tentennamenti di sorta e terminava bene alla distanza regalando a Paolo Favero la sua prima doppietta della stagione. Terzo Option Be (che confermava tutti i suoi limiti) davanti a un deludentissimo Home Please, atteso, giustamente, al ruolo di favorito ma mai in condizione di giocarsela e molto restio a trovare l'azione giusta. Crollava nel finale Macchiavelli, rallentato da Kousek, e rimasto in piedi per miracolo dopo l'ultima siepe dopo scatenata prova di testa (se gestito meglio, forse, avrebbe recitato un ruolo per un piazzamento). Pressoché ectoplasmatici Tequila Tango, venuta da lontano ad artigliare il quinto posto sul calante Macchiavelli, Giannettoni  (nelle retrovie desiste alla distanza) e il polacco Predator, proposto in avanguardia da Pollioni ma già fuori causa al termine della diagonale lunga.  

L'arrivo del XIX PREMIO TOSCANA (L)
PRESLEY scappa da TIMELY ARRIVAL
su cui, all'esterno, si affaccia
PYTHIUS.
(Foto di Pietro Coscia).

Nessun commento:

Posta un commento