domenica 28 giugno 2015

Statistiche al giro di boa della stagione.

PRIMA PARTE DI STAGIONE IN PILLOLE PER LA DIGESTIONE DEGLI ANTI-FAVERO

Free-lance Matteo Mancini.



Con la giornata di ieri si è conclusa la prima metà della stagione ostacolistica italiana. Sono state novanta le corse disputate fin dal sei gennaio, tra le piste di Pisa, Treviso, Milano e Merano, di cui 56 in siepi, 20 in steeple-chase e 14 in cross country. Netto dominio per lo specialista PAOLO FAVERO. Il trainer di Sinigo ha fatto corsa a sé, pur lasciando per strada vari gran premi agli avversari. Delle dieci "classiche", da intendersi pattern race, il leader incontrastato della classifica allenatori se ne è aggiudicate "solo" sei, grazie ai successi del trio High Master (grande scoperta in anteprima del blog e cavallo con il maggior numero di affermazioni stagionali: cinque), Sol Invictus e il regredito Kisanji. A dargli filo da torcere sono stati soprattutto Josef Vana Sr, sugli ostacoli alti con Cornet Obolensky (il più forte in assoluto, nella stagione, tra i cinque anni e oltre), e Ilenia Nero con Chiaromonte sulle siepi. Grossa sorpresa poi per la ceka Petra Marcova trionfatrice contro ogni pronostico nel Grande Steeple Chase di Treviso con l'oggetto misterioso Catch Life (unico cavallo nato in territorio ceko a risultare vincitore).

Il movimento ha proposto molti allenatori emergenti, chi alla seconda stagione chi alla prima, con risultati in alcuni casi sorprendenti. Sono stati 47 gli allenatori a confrontarsi con le prove ostacolistiche di questa prima parte di stagione. Altissima la percentuale di allenatori della Repubblica Ceka e della Polonia. Tra le "nuove proposte" si è distinto Mario Marcialis, capace di vincere tre corse mettendo in pista cinque soggetti e portando quattro di questi al piazzamento. Il trainer è alla sua seconda stagione ostacolistica e, a nostro avviso, è la sorpresa della stagione grazie a un rullino di marcia assai costante. Bene anche Ilenia Nero, soprattutto per gli acuti del citato Chiaromonte, unica delizia di una stagione che, altrimenti, sarebbe stata per lei deludente. L'ex Dormello ha regalato alla trainer meranese la prima vittoria in carriera in Gruppo 1, soddisfazione non di poco conto e che rende così, da sola, magica la sua stagione sebbene, contrariamente a quanto si dica, non possa ritenersi storica: la Nero non è la prima donna allenatrice a vincere in categoria Gruppo 1 (da rilevare inoltre che un tempo le corse in ostacoli, in Italia, non beneficiavano di tali classificazioni), prima di lei c'è stata, come minimo, una certa Astrid Giambertone che, guarda caso, lavorava proprio con i materiali della Dormello Olgiata. 
Plauso anche a Laura Marinoni la quale, nel suo piccolo, si è dimostrata assai abile a togliersi qualche soddisfazione con una coppia di grigi. Idem Michelino Bebbu, bravo a destreggiarsi col solo Thibodeau. Ha debuttato invece, domenica scorsa, Paola Palmieri alla prima in assoluto in carriera e terminata in ultima posizione alla guida della nuova scuderia, a sfondo societario, Ostacoli in Rosa. 

Tra i big Paolo Favero spadroneggia senza quasi rivali. 53 vittorie, 37 secondi posti, 35 terzi posti, 18 doppiette e 4 triplette sono numeri tali da lasciar comprendere che il movimento ostacolistico italiano risponde quasi a un sol nome. Il meranese ha schierato 65 soggetti su 238 scesi in pista ovvero il 27% del totale, disponendo di soli quattro proprietari (Marbell, Magog, D'Altemps e Schileo) oltre sé stesso. Il solo Vana sr, assai più discosto, è l'unico che sembra poterlo impensierire con maggior convinzione. L'eroe di Pardubice, avendo a disposizione 26 allievi, ha ottenuto 12 vittorie e ha siglato due doppiette, unico a riuscirci, Favero escluso, s'intende. 

Luci e ombre per Francesco Contu, molto sfortunato nella prima parte di stagione a causa di una lunga serie di cadute che hanno visto protagonisti Columbu e Maceli, in alcuni casi a vittoria conseguita. Il sardo, con 17 cavalli e la Sc. Milano scuderia di punta, ha ottenuto appena quattro vittorie, con qualcosa come nove secondi posti all'attivo (è il primo nella classifica di chi si è piazzato più volte in posizione d'onore, Favero permettendo). La sensazione è che abbia raccolto molto meno di quanto avrebbe meritato, Tramonto a Ivry aveva fatto vedere cose divine ma non si è più rivisto in pista, Mr Vittorio non è riuscito a vincere corse che sembrava aver dominato e anch'esso è sparito di scena quasi da un mese. Peccato, ma saprà riprendersi. Bene Eros Ostanel, partito al fulmicotone a Pisa e poi costretto a ridimensionare il materiale. E' il quinto in classifica, alle spalle di Marcialis, con due vittorie e svariati piazzamenti. Al momento sta correndo con sei pensionati tutti di sua proprietà.

Tra gli altri hanno convinto Alex Taber, peccato che non si sia visto più di tanto il suo elemento di punta (Kazoo), in sodalizio con Josef Aichner (sette i cavalli schierati da mister Fatal Mac), Gianluca Bastianelli bravo a far di necessità virtù con lo scarso materiale numerico (il piazzamento ottenuto con Kontigo vale quanto quattro vittorie) e Nicolò Simondi che ha rigenerato un Ernesto che sembrava aver smarrito lo smalto dei tempi migliori,

Ha deluso, fino a ora, Raffaele Romano, incapace di bissare i successi ottenuti quando faceva il jockey (due sole vittorie, una ieri). Il bresciano è partito con un materiale scadente, riservandosi il meglio per Merano, grazie anche agli investimenti di Elia Tanghetti. Per lui venti cavalli, molti dei quali di piccoli proprietari, senza alcun grande campione in scuderia. Il tre anni Silver Tango la notizia più lieta, qualche speranza riposta poi su Dominato, dura con gli altri anche se ci sono alcuni nuovi arrivi che devono ancora far vedere qualcosa.

Pessima prima parte di stagione per Giuseppe Satalia e compagnia, inutile nascondersi. Grande entusiasmo fin qui, arrivo di scuderie importanti (la Incolinx) e di qualche soggetto che in piano non è andato male (Unisol, Vespro Place), ma per ora tante delusioni e nessun successo (1 secondo posto e due quarti posti), con Davide Satalia in grosse difficoltà a trovare ingaggi extra (o forse è una libera scelta?). Il trainer romano è ventunesimo in classifica, alle spalle, tra gli altri, non vuol suonare come oltraggioso o denigratorio ma si vuol sottolineare la differenza di qualità del materiale a disposizione, di Stella Giordano, Giliuliano Rota, Aldo Locatelli, Michelino  Bebbu e Laura Marinoni. Le notizie di cartello sono i recuperi di cavalli importanti come Tullio Ostillio e Trangle d'Or, ma affidarsi a soggetti reduci da grossi infortuni come questi è quanto mai ardito.

I successi di Paolo Favero si rispecchiano poi nella classifica fantini e nella classifica gentleman, dove gli "uomini" del top trainer furoreggiano incontrastati.
Josef "Big Joe" Bartos è il leader assoluto con 34 successi (10 a Merano, 9 a Pisa, 8 a Treviso e 7 a Milano), in 79 uscite per una corrispondente percentuale di successi pari al 43 %, quota a dir poco impressionante. Il ceko si è dimostrato il migliore in pista anche se ha beneficiato, quasi sempre, delle migliori scelte schierate da Favero e si è aggiudicato il primo posto nelle classifiche di tutte le piste italiane che ha affrontato nell'annata. Il suo inseguitore più prossimo è il connazionale Josef Vana Jr distanziato di oltre venti lunghezze. Il figlio d'arte, infatti, ha collezionato 13 successi in 71 ingaggi (18%), andando al marcatore in posizione di rincalzo per 43 volte. Dietro ai due il vuoto.
Il francese Sylvain Mastain è stato il più convincente, prima che un infortunio in allenamento lo mettesse fuori gioco, piazzandosi in terza posizione su tutte le piste con due successi ottenuti in ciascuna di esse (escluso Merano dove, di fatto, non ha quasi corso) e  spesso con seconde linee di Paolo Favero. Sono sei i successi che il transalpino può vantare, uno in più dell'ottimo Alessio Pollioni (primo tra gli italiani) che vanta una percentuale di successi prossima a quella di Vana Jr con il suo 17% figlio di cinque successi su 29 corse. Bene poi la seconda monta di Josef Vana sr ovvero Jan Kratochvil, opportunista al punto giusto tanto da capitalizzare al massimo alcune assenze del fantino principe di scuderia così da riportare quattro vittorie e 23 piazzamenti in 39 corse.
Più attardati e fin qui con meno di quanto avrebbero, probabilmente, potuto preventivare a inizio stagione Dominik Pastuszka e Davide Columbu con tre vittorie a testa e col secondo che credo abbia riportato il record di cadute e il primo che, invece, si è reso protagonista di una guarigione lampo da una caduta. Doppi successi per i veterani Dirk Fuhrmann e Raffaele Romano (poco per top jockey come loro) e per l'emergente Ivan Cherchi, fortunato e anche bravo a sfruttare l'appoggio di Ilenia Nero così da conquistare due vittorie (tra cui un Gruppo 1) delle tre conquistate in carriera (la prima a Grosseto, a dicembre, con Paolo Favero e La Grande Vera).
Un successo a testa poi per otto soggetti, tra cui mi piace sottolineare gli irlandesi William Shanahan (primo gentleman a conquistare la vittoria tra i professionisti nel 2015, in una prova per debuttanti, grazie all'assolo di Stellato di Josef Aichner) e Gary Derwin (vincitore nel giorno del debutto assoluto in Italia). Tra gli otto si segnala anche il siracusano Andrea Manuele, spesso impegnato con cavalli "impossibili", autore di un'impresa con il tre anni Nostalgia di Fano di Francesco Contu, che gli ha regalato la prima vittoria in assoluto in ostacoli (ne aveva già ottenute altre in piano anche nel 2015 con Time Trial, quarto classificato nella XXX Gran Corsa Siepi di Pisa). Bene poi Christopher Roberts, quasi sempre piazzato in dodici prove e scelta fissa di Eros Ostanel, meno brillante invece Emmanuel Reinhardt che ha montato tanto, ma che ha raccolto poco (comunque una vittoria per lui). Toccata e fuga con successo per Jan Faltejsek in sella a un paladino della Pegas, mentre è finito in Francia Luigi Maceli, in cerca di nuovi stimoli.
Dietro a questi un plotone formato, nel suo complesso (compresi i già citati), da 38 unità di cui sei ulteriori gentleman, con Davide Satalia e Abdil El Rrherras a segnalarsi tra i più impiegati (sedici monte per entrambi), apparizioni sporadiche per gli altri, con Michal Kubik, tra i fantini che siano scesi in pista più di una volta, che è l'unico a non essersi mai piazzato nei primi cinque (sei corse per lui, l'ultima con il sangue nobile Rum Dum).

Ancora più marcati i divari nella classifica gentleman (sette prove tutte in cross country). Ranieri Belluco ha fatto tabula rasa (anche se qualche giornalista avrebbe forse scritto "Tabula Rosa"), sempre per i colori fucsia di Paolo Favero. Cinque successi sui sei, con il sesto mancato per un incolpevole scivolone a Milano di cui è stato vittima Well Dressed. Un successo poi, per gentile concessione di Belluco (quel giorno assente), per Luca Bonacina (poi ripetutamente piazzato col suo Doux Amer) e per Andrea Lancini, quest'ultimo autore di un'ottima prova a Milano. Tra gli altri si segnalano Claudia Wendel, vincitrice sul campo di una prova, ma squalificata per aver aggirato un passaggio obbligato, e Pavel Peprna più volte secondo. Convincente poi il già citato William Shanahan, mentre ha debuttato domenica Robert Hawker. Mancano invece segnali convincenti dagli allievi della scuola di formazione organizzata lo scorso anno dalla società meranese, presumo. I soggetti in questione si sono spesso resi protagonisti di cadute, scarti e altre incertezze che hanno reso assai variabili gli esiti degli sviluppi e degli schemi di corsa. In totale sono scesi in pista 15 soggetti, con la metà dei quali impegnati una sola volta (deciso passo indietro rispetto ai risultati e alle constatazioni sottolineate lo scorso anno).

LA SCUOLA IRLANDESE SUGLI SCUDI
A MERANO.
KIERAN FALLON?


PROSEGUE PROX.con fantini, allevatori, cavalli, gentleman e stalloni






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