giovedì 14 febbraio 2019

Responso, San Rossore, Pisa.


DOPO LE TRIPLETTE DI JOSEF VANA jr E IPPICAOSTACOLI RISPONDE ALLA MEDESIMA MANIERA ANCHE PAOLO FAVERO

Paolo Favero cala il tris e fa bottino pieno nelle prove interlocutorie del week-end lungo che porterà al meeting dei gran premi pisani.

Prima vittoria in carriera
per il quattro anni
LET IT GO PAPA
(Foto Matteo Mancini).

A cura di Matteo Mancini.
Paolo Favero riequilibra in un colpo solo una stagione che aveva preso l'abbrivio a totale vantaggio di Josef Vana jr. L'allenatore di Sinigo raggiunge a sei successi il giovane rivale in testa alla classifica e si giocherà, domenica, la classifica di riunione. Un inizio di stagione che ha visto all'opera un vero e proprio triumvirato. Dietro ai due trainer il solo Raffaele Romano, in sodalizio con Ilaria Saggiomo, ha collezionato successi (tre).
La giornata di San Valentino si apriva all'insegna del sole e di un temperatura prossima ai quindici gradi. Clima gradevole per un'uscita pomeridiana in vista dei festeggiamenti serali. Aprivamo martedì, prima di tutti, l'analisi delle corse proponendo un doppio vincente pressoché calibrato per andare alla cassa.
Aventus confermava subito la linea da noi evidenziata in sede di pronostico, dimostrandosi soggetto fresco e con grandi capacità di recupero. Sebbene schierato continuamente da Paolo Favero negli ultimi due mesi, il figlio del velocista Zabedee, reduce da quattro secondi posti consecutivi, risolveva in bello stile il Premio Musdy, sui 3.500 metri del percorso in steeple. Quota prossima al 2 contro 1.
La prova veniva caratterizzata da un treno di gara molto blando, nei primi parziali di gara scanditi da Giacalmarbar, fino alla mossa, all'inizio dell'ultimo passaggio sulla dirittura opposta a quella di arrivo, di Star Maker. Il portacolori della Tania, affidato a Josef Barots, andava a pressare Giacalmarbar, costringendo Dominik Pastuszka a lavorare di braccia e frusta. L'ex Milano dava l'impressione di flettere da un momento all'altro. Eppure i fatti dimostravano l'esatto contrario, con l'ex velocista scuola Contu che resisteva agli affondi di Star Maker, tanto da essere ancora al comando all'ingresso in dirittura di arrivo. Dietro ai due il favorito e il contro, ovvero Aventus sull'esterno e Nelly Darrier, alla prima con i colori di Ilenia Nero, all'interno. In quota anche Sbarazzino, molto scomposto sull'arginello. Più in difficoltà Catalaunian Fields, mai in corsa Opaleo, impegnato in un palese esercizio pubblico. La dirittura vedeva profilarsi, a largo di tutti, la sagoma fucsia di Aventus e Alessio Pollioni. Il Favero si portava, in pochi tempi di galoppo, su Star Maker e ne disponeva nel più facile dei modi nel tratto piano conclusivo. Il baio, con paraocchi azzurri, allungava in modo imperioso e portava a nove le lunghezze ufficiali di distacco dal primo dei battuti. Secondo chiudeva Star Maker, brillante su uno stato di fondo, morbido, poco congeniale. Terzo ancora Giacalmarbar con vicino una Nelly Darrier incapace di entrare in scena, eppure su standard interessanti in vista di Milano. A fine corsa, l'interprete di quest'ultima dichiarava a Ilenia Nero che la pista è poco congeniale alla cavalla, valutata, a suo dire, in difficoltà sulle curve ("perde molto in curva"). Quinto un deludente Sbarazzino, non piaciuto su più di un salto, non pervenuto così come gli altri due.

AMERICAN HISTORY
di Lydia Olisova
fa saltare il doppio vincente alla redazione
ma lo fa cogliere alla storica
accompagnatrice di scuderia
sempre presente fin dai tempi di SOL INVICTUS.
(Foto Matteo Mancini).

Nella vendere per anziani, Premio Fra Diavolo, sui 3.500 metri in siepi, tutti ad attendersi il successo di Option Be con la concreta minaccia però, come spiegato da noi al tondino, caratterizzata da American History. Da una parte la regolarità di un cavallo di categoria, dall'altra l'ipotesi affascinante targata High Chaparral, una soluzione non ancora ben inquadrata e resa ancor più dubbia dalla brutta prestazione resa nella Gran Corsa Siepi di Pisa, anche se troppo brutta per essere vera. Poco altro di contro, se non il rientrante e un tempo qualitativo Amaranthus, troppo assente dalle corse per spaventare davvero.
La prova confermava le impressioni della vigilia, risolvendosi in un duello. La spuntava, complice la puntuale monta di Alessio Pollioni, American History. Il baio di Lydia Olisova, la grande assente di giornata (ovviamente vincitrice poco dopo), prendeva i giusti tempi e approfittava di qualche intralcio patito da Option Be. Il Tania, peraltro soggetto alquanto caratteriale, costretto a rimontare dalle retrovie, spendeva molto per operare l'aggancio e una volta avvicinato l'avversario riusciva a recuperare qualcosa solo in vista del palo. Troppo poco per invertire le posizioni.
Terzo finiva un brillante Rikat. L'ex Siba, da anni trapiantato in Ungheria, alla roboante quota di 33 a 1, ripeteva lo schema coraggioso che lo aveva visto rientrare a dicembre. Fin troppo prematuramente, Dominik Pastuszka portava il baio, assai più in palla rispetto al rientro (quando era apparso molto grosso al tondino), a sfondare davanti a tutti sulla curva delle segreteria, rendendosi protagonista di un improvviso cambio di ritmo. Scelta coraggiosa quanto dispendiosa. L'ardore dell'attaccante si spegnava poco prima dell'ultima siepe, ma non in modo da determinare un crollo. La selezione operata in precedenza era tale da garantire al nove anni il gradino più basso del podio anche perché Spiritofhayton, front runner moderato nella prima parte di gara, offriva la sensazione di essere più stanco. Male gli altri, fatta eccezione per Amaranthus. Il figlio di Daro Sopran, miglior tre anni italiano in siepi nella stagione 2016, si presentava bene in corsia esterna sulla piegata di fondo. Agus poi lo rallentava, dopo aver verificato l'impossibilità di giocarsi la vittoria, ma la prestazione risultava tale da far valutare il cavallo buono per la prossima.
Quinto chiudeva un opaco Aspire, per nulla rivitalizzato dal paraocchi. Bens lo doveva spremere all'ultima goccia per portarlo a conquistare l'ultima moneta utile, approfittando del vertiginoso crollo prestazionale nel tratto piano di Shiloh (irriconoscibile rispetto a quella che duellava con Padrinho nella primavera milanese del 2018).

Dopo quattro secondi posti consecutivi
AVENTUS
coglie il meritato successo, il secondo della carriera.
Dietro si intravedono i colori di Ilenia Nero.
(Foto Matteo Mancini).

La tripletta di Paolo Favero si realizzava nella maiden o vendere per quattro anni. Noi della redazione andavamo contro al trainer di Sinigo contestando la scelta di optare, per la destinazione della prima monta, Alessio Pollioni su Let It Go Papa in luogo del più rodato (seppur discontinuo) Big Riot. I fatti ci davano torto, ma non troppo. Il portacolori della Milano, montato da Sylvain Mastain, sbagliava alcuni salti decisivi (su tutti la prima siepe sull'ultimo passaggio sulla dirittura opposta a quella di arrivo e l'ultima siepe), perdendo quelle lunghezze e quelle posizioni strategiche che forse gli avrebbero permesso di giocare le proprie carte per la vittoria. L'epilogo della corsa si rivelava comuque assai elettrizzante con i quattro più attesi a giocarsela fino in fondo. La risolveva Let It Go Papa, che perdeva la qualifica di maiden, contro un ostico e cresciuto Toi Meme. Il Favero se la giocava di testa, costantemente francobollato dal favorito Starman. Il giallo-nero di Aichner, costretto alla seconda corsia, pagava il rientro nella fase finale della corsa e si arrendeva nel tratto piano sia all'attaccante che a Toi Meme. Let It Go Papa reagiva a Toi Meme e offriva la soddisfazione della tripletta al trainer. Big Riot, disordinato sull'ultima, artigliava sul palo il terzo posto stampando di un muso Starman. Dispersi gli altri capeggiati dal rientrante Far Dawn.

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