giovedì 28 gennaio 2016

Speciale XXXI GRAN CORSA SIEPI DI PISA


UN MENTORE SHOCKIN' PER I PRONOSTICI DELLA XXXI GRAN CORSA SIEPI DI PISA

Il primo Gruppo della stagione sorride a un team maiden in pattern race: cavallo, fantino, allenatore, proprietario e allevatore mai vincenti in categoria addirittura cavallo alla prima vittoria in carriera e allenatore e proprietario alla prima esperienza nel gotha degli ostacolisti. 

A cura di Matteo Mancini

MENTORE ed ALE POLLIONI
tagliano il traguardo della XXXI GRAN CORSA SIEPI DI PISA
(Foto da ippodromosanrossore, pagina facebook).

La Presentazione dell'Edizione XXXI
Risvolto all'insegna della grossa sorpresa sui 3.500 metri della XXXI Corsa Siepi di Pisa, Gruppo 3, un'edizione che, come vedremo, sarà destinata a entrare nella storia della corsa e non solo di questa. Vince, in un ottimo 4.05.30, undici secondi in meno rispetto all'edizione 2015 e record della classica (complice anche la maggiore distanza di molte edizioni precedenti), l'ultimo cavallo del campo, il maiden di cinque anni Mentore, appena quarto in autunno in ascendente a Milano. L'allenatrice Laura Marinoni, alla prima esperienza assoluta in pattern race, vince il premio più importante della sua carriera e lo fa alla seconda vittoria in siepi dopo aver intrapreso questa nuova carriera appena lo scorso anno. Quota stellare di 23 a 1, la più alta registrata tra tutti i vincenti della classica, con quotazione calata in conseguenza dell'interessante debutto sulla pista a epifania quando Mentore, secondo all'epilogo alle spalle di Monello, pagava oltre 50 a 1. In altri termini, se la Marinoni non avesse presentato il suo allievo nella prima corsa dell'anno, molto probabilmente, permettetemi la battuta, avrebbero arrestato tutta l'equipe dopo il traguardo con sequestro cautelare del cavallo teso a verificarne l'identità. Battute a parte, c'è chi ha sorriso con la squadra, vuoi gli amanti delle belle favole, vuoi qualche scommettitore, si narra di grida sentite fin dal C.E.P., di certo alla vigilia tutti attendevano, o quanto meno temevano, un epilogo in salsa duello tra Sol Invictus e Chiaromonte, un confronto giunto ormai alla nona edizione e che ha infiammato le vicende legate all'ostacolismo italiano riservato ai cinque anni e oltre. Ruolo del campione in carica per il primo, chiamato a difendere lo scettro del campione uscente e a esorcizzare la maledizione del doppio da conseguire in serie (nessun cavallo, dalla ripresa della classica, c'è riuscito, con la sola Direction capace di aggiudicarsi due edizioni ma in anni sfalsati). Impegno meno gravoso per l'ex Dormello, motivato a riscattare la goffa caduta del 2015 e a portare dalla sua parte il bilancio degli scontri diretti col rivale, bilancio fermo sul quattro a quattro su scala nazionale, due a zero per il Sol in quel di Pisa.
In pista anche il vincitore dell'edizione 2014, Y me Rebelo, che unito in rapporto di scuderia a Monello, vincitore nella prova di rifinitura di epifania, si candida quale ipotetico guastafeste all'atteso duello di cartello. Forti puntate anche per il trionfatore dei cross di Grosseto Hurricane Mix, che prova le siepi dopo aver vinto il Grande Steeple Cross di Grosseto. Si rivede poi Soros della Joly, addirittura schierato nel Velka di Pardubice nel 2014 e secondo nella Gran Corsa Siepi di Pisa del 2013 davanti a Sol Invictus. Tentativi all'apparenza velleitari per Ernesto, quinto nella Corsa Siepi di Grosseto ma vincente sul molto pesante in steeple a Pisa a inizio 2016, e per il debuttante Roncalli, quest'ultimo in rapporto di scuderia con Chiaromonte e caduto sulla prima siepe alla prima uscita sugli ostacoli. Ultimo cavallo del campo il citato Mentore.

La Corsa.
Paolo Favero gioca la carta Y me Rebelo come front-runner. L'ex Ri.Ma, nove primavere alle spalle ma grande classe passata, scandisce andatura sollecita. Ale Pollioni, su Mentore, si tiene a tiro in scia a Ernesto. I tre sono i più brillanti nella prima frazione di gara e mantengono con stabilità le relative posizioni. Seguono Sol Invictus marcato stretto da Chiaromonte, più brillante del solito il portacolori Ghiotti che rinuncia alla sua classica prova dell'estrema attesa. I due sono presi di riferimento da Hurricane Mix e da Monello, quindi Soros e Roncalli presto fuori corsa.
A metà della dirittura opposta a quella di arrivo esce, a poco a poco, di scena Ernesto, mentre persevera davanti Y me Rebelo con Mentore molto volitivo, quindi Chiaromonte in anticipo sugli altri in corsia esterna davanti a Sol Invictus e Hurricane Mix in corda. Difficoltà, più indietro, per Soros richiamato al maggiore impegno e in scia a Monello. All'ingresso in dirittura Mentore scavalca Y Me Rebelo, acquisendo vantaggio da Chiaromonte, non progrediscono Hurricane Mix e Sol Invictus, entrambi piegati dal ritmo di gara. Dopo la penultima siepe, Ale Pollioni inizia a voltarsi per controllare Chiaromonte a cui però si appesantisce l'azione. È ancora in quota Y me Rebelo, quindi Hurricane Mix e più in particolare Monello e Soros in recupero dalle retrovie.
Nel finale Mentore stacca su uno stanco e non ancora al top Chiaromonte che si salva dal finale deciso di Monello. In quarta posizione, Soros va a prendere un Y me Rebelo comunque capace di resistere su buon passo. Crollati e rallentati Hurricane Mix e soprattutto Sol Invictus, sesto e settimo. Dispersi Ernesto e Roncalli.

Il Commento di Matteo Mancini
Affermazione, in particolare per le dimensioni, shockin' per Mentore, che conquista la prima vittoria in carriera alla quindicesima uscita aggiudicandosi un montepremi di 12.750 euro che è superiore rispetto al totale delle precedenti vincite (neppure 8.000 euro). Ex Grizzetti di cinque anni rimasto fermo per infortunio per un anno e mezzo circa, tra il 2014 e il 2015, dopo due anonime prove in siepi per la scuderia Gelso srl, acquistato da Amato e rientrato in modo tutt'altro che esaltante a Milano a ottobre, con una prova in deciso miglioramento a Pisa, a epifania, in categoria però non di elite. Una prova quest'ultima non sufficiente a renderlo appetibile nella scala dei giudizi, ma sufficiente a fargli vincere in maniera netta, di nove lunghezze, un Gruppo 3, dando segnale di avere ulteriore margine di energie a disposizione per controbattere eventuali e ipotetici attacchi. Lo stesso Ale Pollioni confermerà la sensazione nelle interviste, esagerando forse un po': «Avevo un'altra categoria in mano». Un successo che palesa un'inversione di forma, rispetto ai rientri, che ha del memorabile e che fa entrare Mentore nella storia della corsa come il cavallo a più alta quota capace di aggiudicarsi la classica dalla ripresa della corsa avvenuta nel 1996 (è comunque probabile che sia assoluto in questo, bisognerebbe spulciare gli archivi storici). Qualcuno potrebbe sostenere che il successo sia dovuto alla forma non eccelsa di Chiaromonte, e soprattutto di Sol Invictus, quest'ultimo alla peggior prova della carriera in siepi e costretto a interrompere una serie di sedici piazzamenti utili oltre a non piazzarsi per la prima volta in siepi salvo una caduta patita nel Premio del Prato (rullino di 35 piazzamenti consecutivi). Se è di certo incontestabile l'assioma, per quel che concerne i distacchi, meno lo è circa il dato relativo al vincitore. Di fatti, anche se non siamo nel mondo del trotto, il tempo marcato da Mentore, per giunta rallentato agli ultimi 100 metri, lascia alquanto interdetti. 4.05.30 è il record della Gran Corsa Siepi di Pisa dell'epoca moderna (dalla ripresa avvenuta nel 1996) e se è vero che si tratta della seconda edizione sulla distanza dei 3.500 metri (contro i 3.800 iniziali poi portati a 4.000) è anche vero che Sol Invictus ha stampato il tempo di 4.04.30, su terreno più scorrevole e con arrivo a fruste alzate (contro l'eccelso Libitum), nella Corsa Siepi dei 4 Anni di Pisa nel 2012, dunque un cronometro che denota una prova maiuscola del vincitore, certo non da extraterrestre se si considera, a esempio, il tempo di 3.54.90 di Fermi nel 2012 nel pazzesco arrivo del Premio Amor, col volo leggendario di Lanoline e Henryk Grzywna in seconda posizione. Esemplificativi tuttavia i tempi del Furton dello scorso anno, 4.17 (di Sol Invictus e Chiaromonte) e quello di quest'anno (4.16 di Monello) entrambi polverizzati dal vincitore, battuto anche il 4.08 di Y me Rebelo marcato nel Furton del 2013 (a onor del vero su terreno lievemente più faticoso) e il 4.09 della belva Sharstar ottenuto però sul pesante nel 2008. Per i non addetti ai lavori c'è comunque da sottolineare la variabile dell'andatura, ma di certo i tempi qualcosa vogliono pur sempre dire e non ci scambiate per americani per questo se vi diciamo che 4.05 sui 3500 metri è un signor tempo.
Gioia incontenibile sul palo per il bravo trentenne Ale Pollioni, perfetto nella gestione di gara. Ex gentleman al primo successo in pattern race sebbene sia al sesto anno di attività sulle siepi, lo ricordiamo quarto classificato nel 2015 nella classifica riservata ai fantini.

Buon secondo posto, in prospettiva Corsa Siepi Nazionale, per Chiaromonte a cui Ilenia Nero ha risparmiato una corsa sacrificando qualcosa in questa Gran Corsa Siepi.
Il figlio di Domedriver è stato condotto in maniera più aggressiva da Ivan Cherchi, così da non chiudere all'epilogo con in mano ancora qualcosa da sparare e soprattutto scongiurando il rischio di non riuscire a recuperare sui fuggitivi come troppo spesso capitato nel 2015. Il sette anni però ha pagato una forma non ottimale e nel momento del maggior sforzo ha alzato bandiera bianca, lasciando Ale Pollioni a voltarsi come se fosse Enrico Camici in uno storico Arc de Triomphe. Comunque per Chiaromonte è il quarto piazzamento utile consecutivo in prove di gruppo.
Terzo posto con corsa alla Ghiotti in salsa Chiaromonte per il Musa Golosa formato Monello (4.09 il suo record in pista a Pisa sui 3.500 metri), all'ottavo piazzamento in pattern race (nessuna vittoria) proprio lui, scuola Razza del Sole, venuto a salvare l'onore di Favero tramontato col Sol Invictus. Dominik Pastuszka ha corso alla ricerca del piazzamento, piuttosto che della vittoria, e alla fine ha colto discreto terzo posto, andando a prendere il compagno di colori Y me Rebelo (prova generosa per il vecchio). Quarto un Soros lontano dai tempi migliori e assai duro da prendere l'azione giusta con Kratochvil costretto a richiamarlo già a traguardo lontano.
Male Hurricane Mix e Sol Invictus, monocordi e calati in modo importante all'epilogo, il primo, abituato ai volumi alti, forse disturbato dalla forte andatura di testa. Fuori categoria Ernesto che pure ha cercato di giocarsela con Davide Columbu finché ha avuto benzina (terminata prima ancora dell'attacco della curva finale), allenamento in pista per Roncalli in viaggio di compagnia al fianco di Chiaromonte. 

Dunque un'edizione storica per la pista, ma non solo di quella, perché segna la prima vittoria di un'allenatrice nella Gran Corsa Siepi di Pisa, ovvero Laura Marinoni, e addirittura entra nella storia dell'ostacolismo italiano per essere, credo di poter dire, la prima corsa di gruppo in ostacoli ad avere sul primo e sul secondo gradino del podio due allenatrici col rosa shocking Favero a brillare, ironia della sorte, sull'altro gradino disponibile, cioè il terzo. Laura Marinoni e Ilenia Nero (vincitrice per la prima volta in Gruppo 1, sulla scia di Astrid Giambertone, a primavera) entrano così nella storia delle statistiche dell'ostacolismo italiano per aver costituito la prima accoppiata a segno in una pattern race dedicata agli appassionati di quelle emozioni forti che solo gli ostacoli, insieme ai pali (i detrattori, specie del mondo dell'ostacolismo, ben poco possono obiettare), sanno offrire.
Primo successo in corsa di Gruppo anche per Ale Pollioni, uno dei fantini in ostacoli più sottovalutati e spesso "danneggiato" dal fatto di non aver a disposizione i top horse. Una vittoria che arriva tardi, ma meritata. 263 corse (intervallate da una bizzarra apparizione a Napoli, nel dicembre del 2011, nel Premio Discus su Super Test con vittoria di Liberi Scatti col romano Belli con cui han debuttato i colori di altri proprietari omaggati nel blog di cui in oggetto), con la seconda vittoria ottenuta quasi nel segno della benedizione di Zorro con Sopran Lesto, ancora di un'allenatrice, questa volta polacca, Monika Rogowska, nel premio Capestrano a Grosseto il 18 dicembre 2012, la prima invece fu merito di Benedict Spirit, anche questo 20 a 1, nel Tonofranc di qualche settimana prima e che, ironia della sorte, è anche il nome del Premio in cui Pollioni ha debuttato in siepi, su Shakermaker, il 21 dicembre del 2010 a Roma. Ventinove i successi sugli ostacoli conseguiti dal dicembre 2012, col fortunato sodalizio instaurato con Eros Ostanel nel biennio 2013-2014, quindi l'infortunio e il rientro alla corte di Marcialis col record personale di nove vittorie marcato nell'ultima stagione. Fino alla vittoria di domenica un Premio Pirelli, condizionata di qualità, a brillare in bacheca, grazie a Notti Magiche e al volo del 29 marzo 2014 davanti di un'incollatura a un magico che più magico non si può ovvero l'Indovino.  
Bisognerà ora vedere se Mentore, a nostro avviso al massimo e qualcosa di più della forma, sarà capace di ripetersi su certi livelli, la sensazione, pur avendo fatto un bel tempo, è che gli avversari, per un motivo o per un altro, lo abbiano indirettamente agevolato di gran lunga per non essere stati presentati (Monello e Y me Rebelo permettendo) nel migliore dei modi. Il tempo saprà dire, di certo la coppia rosa per la prima volta sui due principali gradini del podio è indice dei tempi che stan cambiando...

L'omaggio al vincitore
Vittoria più importante della carriera anche per il proprietario Gabriele Amato, colori nati nel 1997, già in auge a Pisa nel lontano 2003 quando trionfarono in una tris da 8.500 euro al primo grazie all'acuto di Lubomirski (successo più ricco fino a domenica in casa Amato). E' invece il quarto successo in carriera in ostacoli per il proprietario, dopo il doppio di un certo Exit Equity, terzo anche nella Gran Corsa Siepi di Pisa ma per i colori Amalita nel 2008, e la vittoria dello scorso anno di Don Viannei.
Non cambia il discorso per l'allevatore, Scuderia dei Tre Re, mai vincente in ostacoli e soprattutto mai in premi superiori a 5.100 euro al primo. Primo prodotto a scendere in pista sui tre allevati, tutti vincitori, nei panni della "pecora nera" che d'improvviso diventa il gioiellino di scuderia. Piccola scuderia che ha corso in prima persona, dal 2010 al 2012,  29 volte riportando 3 vittorie.
Per Mentore linea generazionale tutt'altro che trascendentale in prima generazione, figlio di una vincente, quarta nel Toscana (L) del 2006, per i colori Grizzetti, a sua volta generata da Freccia d'Oro (Acatenango) e sorellastra del vincitore in listed Lord Nash, del piazzato in Gruppo 1 Lord Chaparral e del vincitore del Criterium d'Inverno King Hawk.  Di rilievo la terza generazione materna, linea tedesca costituita da Fireglow da Glow, in cui appaiono altri piazzati in listed race.  
Il padre Doyen, figlio del solito Sadler's Wells, ha generato poco meno di una ventina di prodotti ammirati in Italia col figlio di Occhi di Giada Sneak a Peek a costituire il fiore all'occhiello (vincitore, tra gli altri, del Federico Tesio, Gr.2) e A Ma Yen a incarnare il ruolo del promettente ma sfortunato (vincitore del Pr. Baggio, L). Un vincitore anche in siepi, il mediocre Siba Sambayen, per un pedigree complessivo non eccelso come estrinsecato dal modesto valore del tasso di monta richiesto nel 2015 dalla Sunnyhill Stud (IRE) ammontante ad appena 3.000 euro. 

La Storia della GRAN CORSA SIEPI DI PISA
L'importanza di questa corsa per il settore ostacolistico pisano è assoluta, vuoi per la tradizione storica vuoi per il nome che ne sta alla base nell'ideazione di un premio da ricordare negli anni. Bloccata dopo poco più di dieci edizioni per un periodo quasi prossimo ai venti anni, rispolverata a metà anni '90 in corrispondenza dell'ideazione del nuovo tracciato in ostacoli, giunta ormai alla 31° edizione con importanza cresciuta negli anni come dimostra il passaggio da discendente, ad Handicap Principale, quindi Listed Race e dal 2010 Gruppo 3. In anni recenti è stata surclassata dalla Corsa Siepi Nazionale, addirittura l'unico Gruppo 1 disputato nella storia del Prato degli Escoli, che quest'anno raggiungerà la terza edizione, ideale trasposizione toscana della Gran Corsa Siepi di Roma, ma col blasone e la certezza storica costituita dagli albi d'oro (che pur si fatica a trovare) interamente dalla parte di questa piccola corsa. Ideata nel segno della signora Bianca, nipote del fantino regale primo a ottenere un successo italiano all'estero (a Baden-Baden su Union Jack) e a vincere il primo derby di Roma su Andreina, nel 1884, e nell'edizione successiva quella vinta dal primo storico vincitore del Pr. Pisa ovvero Rosenberg. Odore quindi di leggenda per questo nome, provenienza Newmarket ma trasferitosi e stabilizzatosi a Barbaricina nella periferia pisana a forgiare le basi dell'ippica nazionale in primis e pisana poi. La nipote Bianca Rook, madre di Harry Bracci Torsi, a dare seguito alla nobiliare genealogia ippica rappresentata dall'avo per mezzo del figlio. Imprenditore dell'industria farmaceutica, presidente dell'Ente Autonomo Tirrenia per un breve periodo, ma soprattutto proprietario e presidente futuristico dell'Alfea per le sue idee tese a incrementare il valore della piazza e a modernizzare le strutture obsolete dell'impianto. Nome dunque già di rilievo per questo, come testimonia anche il nome di una via a lui intitolata in quel di Pisa, ma legato anche alla storia dell'ostacolismo. Nel 1968, da amante delle prove in ostacoli, ideò la prima edizione della Gran Corsa Siepi di Pisa che vide trionfare per quattro volte di seguito il suo fantino di fiducia Giuseppe Morazzoni (unico capace di simile impresa nella storia della classica), la prima volta in sella a quel Doretto che ancora compare tra i nomi riservati ai premi locali. Proprietario poi degli storici colori della Razza Vallelunga capaci di andare nel 1974 a trionfare nel Gran Premio Merano con Chivas Regal, futuro stallone da Aggressor, steso due anni prima da un ospite francese sul talus nell'edizione vinta dal primo gentleman capace di trionfare tra i professionisti nel top race italiana per gli steepler, il signor Donati poi emulato, nel corso degli anni, dai signor Gray e dal signor Caimi a formare un trio regale in odore da impresa indelebile.
Tra le prime edizioni come non ricordare la vittoria del vecchio Adamello, presentato nel 1971 da Federico Regoli (altra leggenda di Barbaricina), della Razza di Vedano ma di estrazione dormelliana come testimonia il padre Tissot. Cavallo in grado di affermarsi a Pisa all'età di otto anni, plurivincitore della Gran Corsa Siepi di Milano (edizioni 1968-69), piazzato in quella di Roma e in quella di Merano (tre volte secondo), e capace di triplicare in Lombardia a nove anni con l'inseparabile Morazzoni, costretto però ad alzare bandiera bianca al cospetto del giovane Chivas Regal nel 1973 sempre nella Gran Corsa Siepi di Milano.
Altro nome d'elite è quello di Furton, che in epoca moderna da il nome all'ideale prova preparatoria alla Gran Corsa Siepi di Pisa. Cavallo che non riempie gli albi d'oro delle classiche, ma che a Pisa fu capace di una storica doppietta (unico a esserci riuscito insieme a Direction) nel 1974 e 1977. Infine Ryan's Daughter, nel 1979, a chiudere la prima parte della corsa, cavalla di proprietà del signor Pantaleoni già vincitrice nella Gran Corsa Siepi di Roma ma soprattutto capace di andare a vincere, a sorpresa, il Gran Premio Merano nel medesimo anno per i colori Vulkan e di entrare così nella storia della corsa come unico cavallo capace, tra i vincitori della classica, poi di vincere nel tempio. Da allora nessuno più c'è riuscito.

Ironia della sorte, per una corsa nata all'insegna della signora Bianca (Rook), la ripresa, a metà anni '90, si apre all'insegna della signora Rosa (Donatella) che con Kilibay vince quella che dovrebbe essere la prima edizione della Gran Corsa Siepi di Pisa in scena sul nuovo tracciato. Numero minimo storico di partenti, appena quattro, impegnati sui 3.800 metri. Secondo e terzo due ottimi elementi come Beau Comeau e Bon Marin, discendente. Siamo agli albori che evolveranno presto sia per quel che concerne la distanza che per quel che riguarda l'importanza della corsa. A partire dal nuovo secolo fino al 2014 distanza aumentata di duecento metri e dunque di 4.000 metri, con improvvisa riduzione a 3.500 per le edizioni 2015 e 2016.
Rilievo da pattern race dal 2002, listed vinta da Final Judgement  per i prestigiosi colori della Concarena, declassamento a Handicap Limitato dal 2005 fino al 2007, poi la promozione di nuovo a listed per le edizioni del 2008 e 2009 e quindi la definitiva promozione a Gruppo 3.
Trentuno edizioni con ventinove, credo, vincitori diversi e con i soli Furton e Direction capaci di vincere più di un'edizione, ma non consecutive. Quattro vittorie tra i fantini per Giuseppe Morazzoni e Cristophe Monjon. Francesco Contu l'allenatore più vincente con sei edizioni, di cui tre consecutive. Il numero massimo di partenti, quanto meno dal 1996, è stato per quattro volte di undici partecipanti (quattro il minimo). Sol Invictus, nel 2015, il vincitore più scontato in quella che è stata la peggiore edizione della classica, Mentore il più a sorpresa nel 2016. Da segnalare quest'ultima edizione per la prima vittoria di un'allenatrice, Laura Marinoni, ma anche per la prima doppietta tra gli allenatori in tinta rosa, col secondo posto di Ilenia Nero oltre che per il record della classica col cronometro fermato a 4.05.30 pur se favorito dalla minor distanza coperta dai partecipanti. In precedenza record, sui 4.000 metri, siglato nel 2001 da Almuhtaram della toscanissima scuderia Bellabarba con pazzesco 4.17.10. Del tedesco Serrano, non il Ramon del famoso film Pari & Dispari, cavallo quest'ultimo comunque terzo nella prima edizione in categoria gruppo, quella del 2010, ancora una volta all'insegna di un colore questa volta il Neroloto (primo vincitore di gruppo sugli ostacoli pisani), la vittoria più agevole rifilando quattordici lunghezze al dormelliano Tabar nel 2003. Per Serrano la prestigiosa preparazione dell'asso tedesco Wohler a nobilitare l'edizione, con la monta di Moravec. Clamorosa parità al primo posto nel 2012 per la prima e unica vittoria ceca (Josef Vana al training), ottenuta da Josef Vana sr col redivivo senese Against the Wind capace di costringere il ben più blasonato romano Suzhi alla parità.
Un muso invece a regalare a Regland e al fantino Andrea Renzi (vincitore di due edizioni) la vittoria nel 2004 per il training e la proprietà Saggiomo.
Solo due vittorie, in epoca recentissima, 2014 e 2015, per l'attuale leader del settore Paolo Favero che condivide il parziale con Eric de la Motte, Claudio Guadagnino e Salvatore Saggiomo. Per i nostalgici una vittoria anche per la Razza Dormello Olgiata, nel 2009, con Asselin battuto da Neroloto nel 2010 a impedirgli una storica doppietta consecutiva che nessuno è riuscito a marcare, con destino identico per Neroloto stesso battuto nel 2011 da Desert Tita.
Tra i fantini, in epoca moderna, dominio Monjon capace di vincere a distanza di undici anni dal primo successo la sua quarta Gran Corsa Siepi, lo segue Dirk Fuhrmann con tre vittorie, due vittorie per Josef Bartos, Walter Gambarota, Davide Columbu e Andrea Renzi. Tra le scuderie, dal 1996, solo la Siba è riuscita a vincere la corsa con due cavalli diversi, Desert Tita (2011) e Branit (2013), e con altri due, Kilibay e Susan Bold, passati per le sue mani ma ceduti molto prima della corsa.
Tra i battuti più sfortunati si segnala Waterstone due volte secondo e una volta terzo a inizio nuovo secolo. Doppietta sfumata per Kilibay nel 1999 nella corsa della doppietta di Direction.

L'Albo d'oro della corsa a partire dalla ripresa
Anno  Vincitore            Proprietario   Allenatore        Fantino              Secondo            Terzo
1996   Kilibay              D.Rosa          G.Romano       G.Rota              Beau Comeau    Bon Marin
1997   Direction           Centrale         E.de la Motte   C.Monjon          Star                  Ortisei
1998   Saeta Rubia       L.Sterli          L.Sterli             L.Jack             Chando            Almuhtaram
1999   Direction           Centrale         E.de la Motte   C.Monjon          Kilibay             Scorribanda
2000   Susan Bold        Guadagnino   C.Guadagnino  W.Gambarota    Reste a Nous    Rameaux
2001   Almuhtaram       Bellabarba     M.Ferramosca  D.Fuhrmann     Waterstone        Folata
2002  Final Judgement Concarena     C.Guadagnino  W.Gambarota    Waterstone   Sopran Pinkas
2003   Serrano             Stall Hosepe   Wohler             V.Moravec       Tabar               King Flight
2004   Regland            S.Saggiomo   S.Saggiomo      A.Renzi            Hebron             Waterstone
2005   Green Again      Amalita           F.Contu           D.Fuhrmann      Nobliau             Mac Driver
2006   Filosuf               Passante C.    F.Contu           A.Renzi            Lord Hypnos      Korano
2007   Monsun Air       Martellozzo     F.Contu            D.Fuhrmann    Cape Felipe   Terra Romana
2008   Gautami             Cova             S.Saggiomo      D.Columbu       Koenigin Arte    Exit Equity
2009   Asselin             Dormello O.    S.Zanardino      C.Monjon         Galandas         Golden Cage
2010   Neroloto            Di Gesaro       F.Contu            C.Monjon        Asselin              Ramon
2011   Desert Tita        Siba               F.Contu            J.Kousek         Neroloto           Satwa Duke
2012   Against the Wind Statek-Chyse J.Vana sr         J.Bartos                 -                       -
2012   Suzhi               Colella             G.Bietolini         Delmares                                 Solidaro
2013   Branit                Siba               F.Contu           D.Columbu        Soros               Sol Invictus
2014   Y me Rebelo     Vama             P.Favero          R.Romano         Beyond       Pregio di Polly
2015   Sol Invictus        Magog            P.Favero          J.Bartos           Signor Tiziano    Rocsi
2016   Mentore            G.Amato          L.Marinoni       A.Pollioni          Chiaromonte     Monello

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