sabato 5 novembre 2016

SPECIALE CAMPIONATO ITALIANO CROSS COUNTRY, San Siro, Milano.


IN DIECI ALLA CACCIA DELLA MEDAGLIA D'ORO NEL CAMPIONATO ITALIANO CROSS COUNTRY.

Vecchie conoscenze e novità in ippodromo, tra cavalli che rientrano da nove anni e debuttanti di tredici anni, va in scena il Campionato italiano Cross Country dell'epoca moderna. Nessuno dei cavalli è mai apparso nella stagione, sette cavalieri al debutto assoluto in ippodromo più tre che non hanno mai vinto nella carriera legata al mondo dell'ippica. Scommesse annullate, corsa fuori programma, ma spettacolo... ASSICURATO.

Una prova da KAMIKAZE
per il più esperto CLAUDIANO PATELLI
alla caccia della prima vittoria in pista.
(Foto Matteo Mancini).

A cura di Matteo Mancini
Corsa promozionale, così è stata definita da qualcuno, di certo affascinante per aver portato in ippodromo, da protagonisti, otto "nuovi" volti in veste di cavalieri (gentleman e amazzoni). Attenzione però a chiamarli debuttanti: si tratta di patentati FISE e ANTE che altrove (giusto per chiamare in causa un nome da specialisti del cross) hanno fatto valere il proprio valore nel campo dell'equitazione e che oggi, alle ore 15.30, si esibiranno al cospetto del competente pubblico di Milano, in un'ordinaria riunione corse, settore ippica, ma da ospiti assoluti con corsa fuori programma. Non ci sono scommesse, come giusto che sia (i riferimenti qua saltano tutti), e neppure banali premi in denaro. La corsa, che si svolgerà sul tracciato dei 3.000 metri, col ripristino di un passaggio di laghetto che già lascia presagire colpi di scena, non prevede alcun montepremi in denaro. No, signori... Qua si corre in ossequio ai vecchi valori che animavano le famose point to point del tempo che fu. Poco importa se poi la pista è circolare e non favorisca una lunga marcia lineare da un campanile (da qui il termine steeple) all'altro attraversando la campagna come conviene per le simpatiche battute di caccia (hai sentito che colpo?). E' il concetto quello che conta. E così ecco che la FISE e la FITETREC-ANTE hanno messo in palio una medaglia d'oro, una d'argento e una di bronzo per i primi tre classificati. Super trofeo poi per il vincitore, come compete in un GRAN PREMIO, coppe poi fino al quarto posto. Previste poi coppe minori ai soci e affiliati meglio piazzati.
Una corsa che non figura nei programmi, se non quello ufficiale, ignorata persino dal MIGLIOR SITO DEDICATO ALL'OSTACOLISMO ITALIANO (come giustamente ha sottolineato un appassionato di cross) hurdle & Chase che giustamente non la considera non essendo una prova "ufficiale" e che probabilmente, a differenza delle POINT TO POINT irlandesi, non comparirà nei curriculum dei cavalli pubblicizzati nei database di settore.
Ma vediamo con chi si ha a che fare.
Claudiano Patelli è il cavaliere (Ante) che offre, di gran lunga, le migliori garanzie. Ha corso svariate volte in pista, terzo peraltro alcuni giorni fa contro i gentleman patentati dal movimento ippico (ippica ed equitazione sono, a nostro modo di vedere, discipline diverse). Ventiquattro corse in carriera, tutte in cross, è caduto una sola volta a Treviso (peraltro finendo ricoverato), nessuna vittoria anche perché raramente ha avuto a disposizione cavalli di prima fascia. Quando Favero gli ha affidato Monjoliano, che di seconda fascia in quella categoria certo non era, ha deluso, arrivando terzo a Pisa a notevole distacco (noi eravamo presenti). Non è andato male con Isaias, conosce il percorso, ha fatto esperienza e dispone di un cavallo come Kamikaze de Teille che in questa categoria, pur non correndo da un anno e non sapendo lo stato di allenamento e di salute, diviene un campionissimo. Decisivo anche lo schema di corsa. Se va davanti e impone ritmo medio-alto, a nostro avviso e salvo pasticci, ha mezza vittoria in tasca. A lui il tifo della redazione. Il cavallo non corre dal Premio Ocean della scorsa fine estate a Merano, non è più della D'Altemps e andrà in pista con i colori di Simone Serra che sembrano ricalcati su quelli fedelissimi, per Patelli, dei Locatelli. Serra, tuttavia, si affida a Cappuccino, un soggetto sconosciuto che corre in rapporto col Kamikaze. Debutta a tredici anni, battendo credo qualsiasi record di cui io ricordi negli ultimi anni, quanto a cavallo più anziano alla prima assoluta. E' l'unico figlio, archivi alla mano, del saltatore ex Triolo e poi Schoenthaler Emanuele che ha corso pure il Gran Premio Merano. Prospetto che evoca ricordi passati, ma UFO allo stato puro. Sconosciuto in pista Serra, sia come gentleman che come proprietario.

Suscita interesse poi la ricomparsa di Fermi, ex Mastria, figlio di uno dei migliori cavalli italiani degli ultimi venti anni: il Rencati Falbrav (oltre 5 milioni di euro di vincite, da Fairy King). Buon soggetto, che vanta un secondo posto anche nella Gran Corsa Siepi di Roma (Gr.1). Ottimo soggetto, lontano dalle piste da quattro anni. Appartiene a una Società di Caccia e avrà in sella il Fise Paolo Biasia, probabile parente di un proprietario griffato Contu. E' il secondo soggetto che desta curiosità, ma è un cimelio del recente passato, anche lui dieci anni come il Kamikaze (con buona pace del programma ufficiale che riporta un refuso dandolo come sedicenne). Ancora Biasia con un altro ex Contu: Noaly. Femmina di cinque anni piuttosto mediocre in pista da dove manca da circa un anno. In sella Marcelino (nome in linea con certi prossimi allenatori milanesi) Ojeda.

Menzione poi per Annalisa Miotti, la seconda più esperta della corsa. Sale sul suo Conte Grubesch che appare nelle liste degli iscritti delle prove cross da mesi, ma che è stato preservato appositamente per questa corsa. Non corre in pista da circa due anni e nelle ultime prestazioni aveva dato dimostrazione, in sodalizio proprio con la Miotti, di evidenti limiti tecnici.
Figurano poi un gruppo di cavalli che in pista, in ostacoli, sono andati assai piano ovvero Apres Moi con Antonio Sala della Cuna, Grande Mago con Attilio Trebeschi e Cassios con la seconda amazzone presente ovvero Elena Orsenigo. Abbiamo poi un soggetto come il quattordici anni Floridien, che ricompare in ippodromo (dove non ha mai vinto in venticinque uscite) dopo quasi dieci anni (!?). A menarlo per la pista Giorgio Artuso.

Debutta in ippodromo, oltre al già citato Cappuccino, Giugno, l'unico con gli attributi erede di Orpen di sette anni (in sella Lorenzo Chieregati, già visto in pista venti volte ma mai vincitore), partorito da Matiatte con un incrocio che riporta alla memoria la cavalla Troppo Oca figlia proprio di Orpen e di tale Tamaya (a sua volta madre di Matiatte). E chi era questa Troppo Oca? Beh, chiedetelo, a proposito del Marchese che presiede alla premiazione del Campionato Cross Italiano qui presentato, all'altro marchese più famoso del movimento ippico.

C'E' CHI CORTEGGIA MARCELINO SPERANDO NEL CAMPIONATO E CHI LO VINCE CON MARCELINO OJEDA: MEDAGLIA D'ORO NEL CAMPIONATO ITALIANO CROSS

La freschezza di Noaly premia Marcelo Ojeda che contiene, nel finale, Cassios e il tardivo tentativo di rimonta di Fermi.


NOALY e Marcelo Ojeda
(Foto De Nardin).

A cura di Matteo Mancini
Conquista dunque la medaglia d'oro il numero dieci Noaly, cavalla di cinque anni mai piazzata in carriera pur se apparsa appena quattro volte. Una corsa molto diversa dalle gentlemen tradizionali, con un tratto piano finale, dopo i minimali 3.000 metri, coperto dal vincitore in circa 17 secondi pur se pressato da un avversario. Un parziale che potremmo giudicare inferiore di almeno tre/quattro secondi rispetto alle tradizionali prove in cross per gentleman. 
Alla fine ha prevalso la paura di sbagliare, estrinsecata in un ritmo di gara soporifero fatta eccezione per Artuso che ha menato la danza a ritmo, per la categoria, buono col vecchio Floridien, cavallo di quattordici anni di Cristiana Rasini e allenato da Gino Biasia. Cavalieri tutti rigorosamente a staffa lunga. Nessun intoppo di sorta, complice un'andatura da caccia alla volpe con pochi scossoni. Plotone allungato con Floridien che arriva a toccare le oltre dieci lunghezze di vantaggio senza neppur andarle a cercare. Noaly e Cassios fin da subito nelle prime posizioni, con vicino Apres Moi, Cappuccino, a seguire Grande Mago e gli altri con in coda Kamikaze de Teille (classica monta inspiegabile di Patelli che, di fatto, non ha preso parte alla corsa) e Conte Grubesch avviatosi addirittura in ritardo e mai entrato in corsa nonostante l'andatura a dondolo di buona parte dei concorrenti.
Al cassone, superato con agilità da Floridien, prova a serrare sotto Noaly che, in poche battute, scava margine tra sé e gli altri inseguitori capeggiati sempre da Cassios. Ingresso al rallentatore, da parte di tutti, al laghetto e via poi oltre il naviglio. Floridien ancora sicuro in avanti, del resto ha speso poco, ma con salti fin troppo radenti. Noaly a circa sei di margine con altrettante su Cappuccino, quindi Apres Moi, Cassios, Grande Mago e via via gli altri con Kamikaze de Teille superato addirittura da Conte Grubesch in coda al gruppo per la gioia di chi ha deciso di non far scommettere sulla corsa.
Intanto sulla diagonale lunga Floridien prende in pieno una siepe, andando con gli aneteriori a montare quasi sopra all'ostacolo (una caduta simile a quella che risultò fatale a Sergente Garcia a Merano) e cade in modo rovinoso, ma apparentemente senza conseguenze. E' il compagno di allenamento e di proprietà Noaly che si ritrova allora in vantaggio. A cinque lunghezze, favorito da un bel salto, emerge deciso Cassios del signor Bruno Schiavon imitato, più indietro, da Fermi in evidente recupero sui calanti, ma non troppo (perché data l'andatura è difficile vedere un gran calo), Apres Moi e Cappuccino. 
Dirittura di arrivo tra le più lente che mi sia mai capitato di vedere. Noaly  in fuga, Cassios e la brava Elena Orsenigo tentano una difficile rimonta, perché qua recuperare lunghezze si è rivelato, per molti, un'impresa titanica. L'amazzone sceglie la soluzione dello steccato opposto, forse per offrire un riferimento al suo cavallo. L'altro Biasia, quello in sella (Paolo), prova ad accendere il più qualitativo Fermi che però resta sul passo in corda. Ultimo salto. I tre lo superano e lottano, soprattutto la Orsenigo. Biasia si volta indietro contento della terza moneta e per nulla deciso nel sostenere il suo cavallo. Diciassette secondi, circa, per andare al palo e mettere le mani sulle medaglie. Vittoria di due e mezzo abbondanti per Noaly, alla prima vittoria in carriera in ippodromo. Cassios, sullo steccato opposto, è secondo con almeno quattro di margine su Fermi. A distacco, almeno venti lunghezze, finisce bene Giugno (cavallo mai visto in pista ma dalla buonissima genealogia come testimonia la sorella quasi piena Troppa Oca vincitrice del Premio Incisa) che batte Apres Moi di un'incollatura. Grande Mago è sesto a sette lunghezze con mezza su Cappuccino. Dispersi Kamikaze de Teille che Patelli lancia nel finale per infliggere un pesante, quanto inutile, distacco ad Annalisa Miotti e al suo Conte Grubesch. Sulla pista interna, intanto, si vede passare lo scosso Floridien purtroppo su tre zampe. Si spera che venga recuperato quanto meno per la vera vita di campagna.
Medaglia d'oro per Marcelo Ojeda, argento per la Orsenigo, bronzo per Paolo Biasia. Coppa SIRE poi anche per Cesare Porro che Lorenzo Chieregati ha portato a chiudere quarto, soffiando il premio sotto il naso di Antonio Sala della Cuna.

Marcelo Ojeda, omonimo di un portiere che ha disputato una partita nella nazionale dell'Argentina, compare negli elenchi del Dipartimento Polo della F.I.S.E, nazionalità argentina.

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