domenica 22 gennaio 2023

Risultati quinta riunione ostacoli, stagione 2022/23, San Rossore, Pisa.


DON CARLO, 10 CONTRO 1, SCINTILLA

NELLA CORSA SIEPI DEI 4 ANNI:

ESORCIZZATO IL “DRAGO MALEFICO” FAVORITO DEL CAMPO.

NELLA GRAN SIEPI TUTTO FACILE PER MAURICIUS

CHE BISSA IL SUCCESSO IN APERTURA IN ONORE A

PADRE KAPGARDE.


DON CARLO 
compie la sua favola
sotto l'occhio poco vigile e molto locale del fungo malefico
Vizzardelli. 
(Foto: Matteo Mancini) 

Servizio di

Matteo Mancini

Domenica 22 gennaio 2023.

(tempo variabile – terreno pesante).


La prima riunione dedicata ai gran premi andava in archivio a Pisa, in una giornata dal tempo variabile e dal clima particolarmente glaciale.

Nei gran premi deludevano in pochi, pur se con valori in alcuni casi ribaltati.

Il programma si apriva nel ricordo di Chivas Regal, saltatore della Razza Vallelunga trionfatore nel Gran Premio Merano 1974, a cui era dedicato l'ascendente per gli anziani sui 3.500 metri del percorso in steeple.

Risolveva la questione il contro-favorito al betting Kapjahr, un figlio di Kapgarde, attuale leader per somme vinte nella classifica francese dei riproduttori in ostacoli e vincitore per numero di vittorie della medesima graduatoria nelle stagioni 2021 e 2022.

Su standard di forma alquanto mediocri nell'ultimo mese, il sette anni sfruttava la presenza in sella di Josef Bartos e menava le danze libero da pressioni nella prima parte di gara. Sul baio si concretizzava un solo e unico avversario che scagliava il dardo a traguardo molto lontano. Sulla giubba giallo-nera di Aichner si profilava infatti la sagoma di uno dei due estremi outsider della corsa, il portacolori Albertini Thistlelton (13 a 1 sulle lavagnette), che sulla parte terminale della dirittura opposta di arrivo entrava in azione. L'affondo del cinque anni allenato da Paolo Favero, una vittoria in diciassette uscite in ostacoli, dava l'impressione di essere quello decisivo. Ivan Cherchi era infatti abile a sfruttare, come giusto che fosse, il peso leggerissimo della periziata, appena 63 i chili in sella, per operare un tentativo di sfondamento che in parte andava in porto e sortiva l'effetto immediato di tagliare fuori dal discorso vittoria il resto della concorrenza.

Josef Bartos, leader della classifica fantini e più volte frustino d'oro tra Italia e Cekia, non si faceva tuttavia prendere dai bollenti ardori, ma cercava di gestire le energie a disposizione del suo allievo. Kapjahr non rispondeva all'avversario che, pertanto, sfilava al comando sulla piegata finale. Il duello si riproponeva però in retta. L'esperto portacolori Aichner, che non vinceva da ottobre, si ripresentava, cattivo, sulla corsia esterna, in retta di arrivo. Il finale, vibrante, risultava incerto fino alle ultime bracciate, con i due contendenti entrambi agili e puliti sulla siepe finale. Kapjahr, all'esterno, rimontava metri su metri all'avversario fino a piegarlo di una mezza lunghezza. Thistleton, mai domo e coriaceo, offriva comunque una buona impressione e sfruttava al massimo le energie fresche preservate dopo le fatiche di Treviso. Interessante la remunerazione al totalizzatore per un'accoppiata liquidata 14 a 1.

Pessimi gli altri, a conferma del loro momento no. Deludeva la scuderia, costituita dal binomio El Bulli - Mensch, 1,8 sulle lavagnette. Le scelte di Romano non costituivano mai un fattore. El Bulli dava l'impressione di limitarsi a un lavoro pubblico, finendo quarto a dodici lunghezze dal compagno di colori. Il grigio, sui primi nelle battute iniziali, retrocedeva nel momento dell'accelerazione per presentarsi, a distacco siderale rispetto ai due attaccanti, in retta su un Tancarville finito in carenza di ossigeno già ai cinquecento dal palo, dopo aver timidamente cercato di seguire i primi. Cadeva a metà prova Moved, fin lì in retroguardia, per una banale ricezione sul salto di una siepe che costava il disarcionamento di Gabriele Agus.

KAPGARDE
e Joe Bartos
protagonisti nel Chivas Regal.
(Foto Matteo Mancini). 

Sorpresa ma non troppo, specie per chi - come lo scrivente - nelle precedenti uscite aveva sempre segnalato a chiare lettere e fin dal debutto le performances del cavallo, nella Corsa Siepi dei 4 Anni (L). L'outsider al gioco Don Carlo, 11 a 1, fulminava in anticipo il favorito Bad Drake, un po' troppo arrogante nella gestione tattica, ribaltando l'esito tutt'altro che scontato del precedente ingaggio.

Risultava decisiva la mossa di Gabriele Agus, in uno schema peraltro congeniale e già ciclicamente ripetuto dal fantino pisano. L'erede dell'indimenticabile “Pagnottella” partiva in anticipo al volgere al termine della dirittura opposta a quella di arrivo, costringendo Bad Drake a una sveglia repentina.

L'allievo di Davide Viola, allenatore alla prima affermazione in pattern race, si scagliava sul battistrada Sopran Mistery. Il sauro di casa Aichner, fin lì brillante, rischiava la caduta sulla penultima siepe e si rivelava presto incapace a contenere la minaccia del baldanzoso e impertinente figlio di Romantic Wave. Più indietro perdeva lunghezze importanti Bad Drake, su cui Romano si trovava costretto a muovere anzitempo per accorciare il preoccupante gap.

In pochi tempi di galoppo, l'erede di Full Drago dispiegava le ali e sguainava gli artigli pronto a fare fuoco. Il "Dragone" operava l'aggancio e forniva concreta sensazione di poter fare di un sol boccone dell'avversario. La preda tuttavia si rivelava un osso assai difficile da frantumare. Le fauci del dragone si dovevano pertanto riaprire in un tratto piano in cui il figlio di Romantic Wave faceva intendere a chiare lettere di avere ancora energie da spendere. Agus respingeva tutta strada il più blasonato rivale affidato alle mani del Maestro Raf Romano, forse sorpreso dalla prova dell'ex fantino di scuderia.

Sopran Mistery, ancora positivo dopo la parentesi in steeple, si manteneva in terza, pur avvicinato, all'epilogo, dal regolarissimo Burschi, per la prima volta presentato con paraocchi. Solo quinto Red Coral, gestito in punta di dita da Faltejsek e assai bello al tondino, ma incapace di cambiare azione nel momento della verità.

Lady in the Lake provava a correre da protagonista, negli scarichi del battistrada, ma rivelava, per la categoria, limiti evidenti, cedendo ai quattrocento finali. Sesto il debuttante Verso il Sud, da rivedere in prove meno selettive. Bandiera bianca per un Berkshire Phoenix fin troppo sfruttato dal suo allenatore Paolo Favero incerto, probabilmente, sul programma da riservare al suo allievo che non può certo essere schierato su tutto il fronte.

Grande entusiasmo nell'entourage del vincitore, con la proprietaria Francesca Maria Delia Bellesia al primo grande successo in una carriera non certo tra i nomi elitari dell'ippica.

Per Don Carlo la prima vittoria in assoluto, un acuto da ricordare e conservare nelle pagine della memoria per il suo retrogusto da favola esaudita. Da sottolineare l'ottimo lavoro di sviluppo di Davide Viola, a coronamento di una costante crescita esplosa, ai limiti dei tre anni, dopo una carriera in piano pressoché inesistente.

Il rientro vittorioso
di DON CARLO,
primo vincitore classico da Romantic Wave.
(Foto Matteo Mancini). 


L'omaggio genealogico


Soggetto nato e allevato in Italia da Albino Dallera, già rappresentato in ostacoli dalla routiner Anna dei Miracoli, terzo prodotto dall'inedita Darbuka (da Beat Hollow) passata dagli allevamenti della C.I.T.A.I.. Finta linea femminile dormelliana, essendo la madre un'erede della cavalla Zathonia, di cui si ricorda il vincitore Sopran Tonia e poco altro, oltre la quale si passa a linee completamente americane. Il padre Romantic Wave è un erede di Rock of Gibraltar, allevato dalla Razza del Velino, che ha sviluppato la propria carriera in Italia per i colori Effevi; vincitore, da due a cinque anni, di sette corse (1800-2400 m.), tra cui il Carlo d'Alessio (Gr.3) e il Signorino (L), terzo nel Gran Premio di Milano (Gr.1). Più che modesto in razza, peraltro poco utilizzato e quasi sempre dal solo Dallera che ne ha detenuto i diritti di sfruttamento (2.000 euro il tasso di monta).

Per Don Carlo un incrocio di linee che evidenzia una spiccata attitudine alla distanza, ma una scarsa possibilità di poterne intuire doti da campione, specie in ostacoli dove è del tutto inventato.

Romantic Wave, in cinque anni di monta, ha generato appena ventotto figli, la metà dei quali mai scesi in pista. Sei i vincitori, per un totale di 16 vittorie. Global Hero il soggetto più qualificato, con 5 vittorie (2000-2400 m.), tra cui il S.G.A. Asta Selezionata(HpP) a Merano, quindi i vincitori di minima Run to Me, 5 vittorie (1350-1500 m.), Jealous Guy, 2 vittorie (2500-2700 m.), Run to You, 1 vittoria (1950 m.) e September More, 1 vittoria (1500 m.).

Don Carlo, col successo marcato a Pisa, è l'unico vincitore classico generato da Romantic Wave, peraltro l'unico a essersi disimpegnato in ostacoli.

Josef Vana jr
accompagna in pista
il plurivincitore in Gruppo 1
MAURICIUS.
(Foto Matteo Mancni). 

Il programma dedicato agli ostacolisti si concludeva con la Gran Corsa Siepi di Pisa (Gr.3) dove andava in scena lo scontato assolo di Mauricius, blasonatissima linea da saltatori rappresentata dall'incrocio di linee tra i due capirazza dell'attuale ostacolismo francese ovvero Kapgarde e sulla linea femminile Martaline.

Vincitore nella passata stagione nella Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1) e nella Gran Corsa Siepi di Milano (Gr.1), secondo nella Gran Corsa Siepi di Merano (Gr.1) e candidato alla vittoria nel prossimo Gruppo 1 pisano, il grigio, tutt'altro che bello al tondino, faceva valere parte della sua classe per disporre comodo dell'incontrastata battistrada Velo Dipinto. La Incolinx dal conto suo, moderata dal francese Thomas Beaurain, procedeva comoda per tutto il percorso senza che la scuderia Aichner operasse alcuna marcatura o intavolasse tentativi di disturbo nonostante le quattro pedine schierate, lasciando al solo Younes il compito di operare pressione. La prova si risolveva all'ingresso in dirittura dove il favorito netto, ingiocabile al totalizzatore (1,30 piazzato), in graduale accelerazione piegava le resistenze della battistrada ancora vitale, più indietro, per contenere un ottimo Younes presentato in buon assetto da Zdenek Semenka dopo la brutta apparizione trevigiana. 

Alle spalle di Velo Dipinto e Younes, entrambi piaciuti, deludeva Peace Garden impiegato con un irregolare e poco comprensibile schema di corsa, dapprima negli scarichi della battistrada, poi apparentemente battuto, quindi di nuovo in buon allungo sul finale. Limitato, per la categoria, Callistemon che provava comunque a inserirsi per un piazzamento salvo essere rispedito al mittente dai più performanti rivali.

A zonzo per la pista Senato e Wopart che, praticamente, si disinteressavano alla corsa, il primo probabilmente in cerca di una qualche qualifica per i discendenti, il secondo - visti i risultati - incomprensibilmente dato partente.

Per Mauricius si concretizzava così la terza affermazione classica in Italia e la conferma dell'imbattibilità sulla pista (tre successi su tre corse). Soggetto di gran lunga migliorato dopo l'arrivo nel novembre del 2021 alla corte di Josef Vana jr. Reclamato dall'Ecurie Sagara per poco meno di 30.000 euro sul finire dei cinque anni da Aichner in una reclamare di Auteuil, aveva in precedenza fatto vedere qualcosa di importante a inizio carriera, quando aveva vinto una corsa (l'unica nella carriera francese) in uno steeple di Auteuil da 25.500 euro al primo, piazzandosi terzo e quarto nella medesima disciplina e sulla stessa pista rispettivamente in Listed e Gruppo 2.

Uno sviluppo quello operato da Vana jr piuttosto in controtendenza con le caratteristiche della linea femminile del cavallo che presenta una certa precocità destinata a sfumare all'avanzare della carriera. La madre, da cui arriva un doppio mantello grigio rappresentato dall'eccellente incrocio tra Martaline e la linea femminile rappresentata da Turgeon (da Caro), è stata vincitrice in siepi in categoria Listed ad Auteuil ed è stata capace di generare, oltre Mauricius, altri tre stakes performers in ostacoli, tutti protagonisti a tre e quattro anni (ma non oltre), quali Primco, secondo in Gruppo 3 in siepi ad Auteuil, Altus, terzo in Gruppo 3 in steeple ad Auteuil, ed Excello, fresco secondo in Listed in siepi ad Auteuil qualche mese fa.

L'interessante MACALLAN
atteso per le gran classiche
di Velka Chucle.
(Foto Matteo Mancini).

Nelle prove in piano vinceva in modo devastate il portacolori Charvat Macallan, al debutto in Italia. L'erede di Tamayuz, proveniente da un secondo posto in classe I a Budapest, disponeva degli avversari venendo citato da Marannini solo tre volte in cronaca, con uno scatto finale che sventagliava tutta la concorrenza e faceva gioire i fan del blog a cui l'invito alla scommessa veniva rivelato poco dopo l'ingresso in pista dei cavalli. Tenuto protetto e coperto da Satta, il baio muoveva a largo di tutti mostrando portentoso cambio di marcia con una potenza, probabilmente, poco allineata alle caratteristiche della pista e assai più in sintonia per tracciati più grandi. Bancato a quota piuttosto elevata, a tratti giocabile a oltre il 15 a 1, forniva una prova che rivelava una sicura attitudine alla distanza che trova nella madre la sua ragion d'essere. Vincitrice di due corse dai 2.000 ai 2.100 metri in Irlanda in buona compagnia (prima in prove da 10.300 euro al primo), Mad Existence è la figlia di una cavalla di allevamento Aga Khan, da Akarad, triplice vincitrice in Listed in Francia dai 2.000 ai 2.500 metri sulle piste d'elite di Longchamp e Saint Cloud, che ha generato vincitori in ostacoli nel Regno Unito e cavalle che, a loro volta, hanno generato vincitori in ostacoli. Famiglia femminile con molti stayer, perfetta per le distanze da Derby. Macallan è un sicuro candidato per portare di nuovo Pavel Tuma e Jiri Charvat sul gradino più alto del podio nel Derby Ceko di Velka Chuchle dove la connection è stata vincitrice nel 2021 con un altro soggetto (Hazarder), griffato Charvat, passato inosservato dagli scommettitori di Pisa ma capace di fornire prova impressionante sull'anello toscano.

L'ex Dormelliana
FALCONETTA
non delude tra i velocisti.
(Foto Matteo Mancini). 

Sui 1.200 metri, invece, trovava la vittoria con altro volo esterno Falconetta, qualche periodo fa portacolori Razza Dormello Olgiata e qua a rappresentanza dei colori di Giustarini Andrea. Un nome quello di Falconetta che ricorda, tra gli altri, storici colori pisani nonché un vincitore della Gran Corsa Siepi Svedese allenato da Pavel Vovcenko che ricordiamo a Pisa, l'ultima volta, col vincitore del Gran Premio Merano Kazzio. La femmina sfruttava l'andatura giostrata dall'ex siepista di casa Favero Robbie Roger e dall'intramontabile Apache Kid, per anticipare il tardivo recupero per varchi di I Am Magnetic, ex portacolori della scuderia Sagam che fu autrice di un doppio d'autore nella Gran Corsa Siepi di Merano 1986 ai tempi di Efidanville e Blu Shark, giusto per passare dal doppio formato dal baio e dal grigio generati dal leader degli attuali ostacolisti francesi (Kapgarde) al doppio generato da quel velocista di Pipino leader generazionale negli anni ottanta tra i saltatori italiani.

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