domenica 19 febbraio 2017

Responso quinta gioranta corsa, San Rossore, Pisa.


LA CEKIA ALLA CONQUISTA DI PISA: JOSEF VANA SR ENTRA NELLA STORIA DELLA PISTA CON UNA TRIPLETTA IN GRUPPO 1 SENZA PRECEDENTI

Giornata storica a Pisa: dominio totale della Cekia che si aggiudica tutte le prove in ostacoli, con esecuzioni di grosso profilo. Santo Cerro, nel Criterium d'Inverno, dimostra definitivamente di esser il più forte della generazione 2013, Big Mago si aggiudica il Pardubice; nel Gruppo 1 è Show Vana con l'ospite francese e Cottin demoliti.

JOSEF VANA sr 
col tricolore Ceko
accoglie il suo ROCHES CROSS
vincitore della IV CORSA SIEPI NAZIONALE (Gr.1)
(Foto Matteo Mancini).

A cura di Matteo Mancini.
Cala il sipario sulla stagione ostacolistica pisana e lo fa dopo uno spettacolo nel segno del tricolore ceko. “E' un Vania show” commenta a ragione lo speaker del campo, mentre Roches Cross si invola verso il traguardo della IV Corsa Siepi Nazionale. Possiamo dire che è un triplete per l'allenatore ceko” prosegue Marannini, e lo possiamo dire in versione tre per tre (unitamente alle altre due vittorie ceke di giornata), accompagnate anche dal trionfo di Zdenek Zeman, altro ceko, in quel di Pescara con una manita, al ritorno in serie A, realizzata alla guida dell'ultima in classifica mai vincente nella stagione e con tanto di esonero dell'allenatore avversario. Un esito finale anticipato fin da subito dalla Vocetka con un uno-due nelle prime due prove di giornata in ostacoli. Dominio assoluto dunque degli esponenti della Repubblica Ceka, con apporti anche di altri uomini dell'est (Slovacchia e Polonia), a fare man bassa nella giornata. Un esito finale che non sorprende affatto: quando in ostacoli arrivano i momenti topici i ceki sono sempre lì, a recitare il ruolo di protagonisti. Quest'oggi un Josef Vana sr scatenato (vincitore anche della classifica di riunione da allenatore, il figlio da fantino e la scuderia Jasna, sua cliente, da proprietaria), autore persino della tripletta in Gruppo 1, penso sia la sua unica in Italia a impreziosire il leggendario curriculum di questo allenatore per una giornata, per il suo entourage e non solo per quello, storica. Bisognerebbe sfogliare un po' gli albi per trovare un precedente in Gruppo 1 (forse neppur Favero vanta un primato del genere), di certo inedito a Pisa dove nessun cavallo, prima di oggi, è mai riuscito a marcare una doppietta consecutiva nel main event assoluto della pista, ivi compresa la Gran Corsa Siepi di Pisa. Solo due soggetti, ma non consecutivamente, erano riusciti a ripetersi e si tratta di due leggende: Furtom e Direction.
Una tripletta del valore complessivo di 40.800 euro, che ha inflitto una severissima lezione al sopravvalutato (per la categoria) El Calife, giunto con onore da Pau (ben vengano esponenti dall'estero a nobilitare le prove italiane, a Pisa devo dire che fa sempre piacere vedere arrivare allenatori stranieri), che ha subito da Roches Cross qualcosa come un'incollatura (la differenza secondo Vizzardelli alla vigilia, non so per quanti altri amanti del settore) particolarmente dilatata in poco meno di venti lunghezze (circa quindici con una battuta alla LAGANA', l'allievo di Proietti che si vede a inizio film ne Febbre da Cavallo - La Mandrakata, che mi dovete consentire perché deh... ci siamo capiti, eh: Incollatura si... anvedi che distacco c'è stato... se 'un era un incollatura mica se staccava...), per il ritorno mesto in patria. Il figlio di Whipper ha altresì marcato il record della prova, 4.39, anche se inferiore di venti secondi al record sui 4.000 metri a Pisa. Tempo eccezionale, dovrebbe esser il quarto assoluto sul tracciato nel nuovo secolo sui 4.000 metri. Meglio di lui solo Almuhtaran (pazzesco 4.17.1 che fa quasi pensare a un errore, ma così è registrato), Serrano, vincitore della Gran Corsa Siepi di Pisa nel 2003 con il più ampio divario sugli avversari (14 lunghezze al Dormelliano Tabar) con corsa contro il tempo stoppata sul 4.36.5, e il pari merito (prima vittoria di Vana sr nella Gran Corsa Siepi di Pisa) Against the Wind - Suzhi, inferiore di due soli secondi. Dunque un dato che rende ancora più netta la sconfitta di El Calife che ha poco da recriminare, se non un salto incerto sul terzultimo elemento, e deve “solo” arrendersi alla legge del più forte. Verrebbe da scrivere, dati certi titoli apparsi dopo il successo nella 33° Edizione della Gran Corsa Siepi di Pisa: Vana di forza, ma nel segno della sportività. Giornata dunque che entra nella storia della pista, anche se la percezione, come spesso avviene in questi momenti, sembra esser stata colta da pochi. Un grande Notti Magiche, al quinto podio in Gruppo 1 in carriera, confermava le nostre impressioni della vigilia (facendoci urlare di soddisfazione dalla tribuna, presente anche l'ex proprietario Eros Ostanel, per la cronaca) e Mister Westminster rifiniva il tutto per un podio definito da Marannini “Vania in tutte le salse”. Demoliti i due avversari, con Favero da spettatore ad ammirare la prova sulla ringhiera, dopo il ritiro di Red Shirt, anziché sui gradini sotto la cabina di regia (suo posto abituale a Pisa) e il sottoscritto in linea precisa sul palo con la schiena poggiata sull'angolo retto formato dalla ringhiera.

Primi metri di gara del PREMIO PARDUBICE
ABBOT GREY, il grigio,
capeggia su ALLYCAT, quindi
i due verdi, dall'interno all'esterno,
A KEEN SENSE e OPALEO.
A chiudere SHAME.
Celato BIG MAGO.
(Foto di Matteo Mancini).

Vediamo nel dettaglio però cosa è successo. Sole e cielo azzurro ad allietare una giornata di metà febbraio dandogli il calore e l'abbraccio tipico del periodo primaverile. Bello scorcio di pubblico, nonostante la partita in casa in contemporanea del Pisa (farà il solito zero a zero, però con la capolista) e il carnevale di Viareggio.
Partenza col Premio Pardubice, sui 3.000 metri in cross. Appena 2.550 euro al primo, ma bei premi offerti dall'ippodromo ceko con rappresentanti partiti dalla cekia per mettere in palio coppe e targhette d'eccezione. Qualcuno anche accanto al sottoscritto mentre fotografafo i concorrenti della prova al tondino. Si divertiranno non poco, vedendo, qualora ce ne fosse ancora bisogno, quanto l'ippica ceka, settore ostacoli, sia importante a livello internazionale. Curioso favorito, almeno per noi, Big Mago al debutto sulla disciplina in Italia. Marannini, prima della partenza, rivela l'espressione che avrebbe detto il figlio di Ale Pollioni: “Big Mago è superiore a questi”. Eppure in pista c'è anche Allycat, la rivelazione dei cross di Merano della scorsa estate che dovrebbe ricoprire il ruolo di favorito netto, ma che invece funge da contro. Un soggetto che ha battuto il top della categoria (Ara Gold e Mighty Mambo) oltre che un certo Broughton. 2 a 1, più o meno, per entrambi, quote non lontane per gli altri.
La corsa ha l'atteso sviluppo iniziale. Abbot Grey davanti con Vana jr e Big Mago tenuto inizialmente in coda da Kratochvil per assaggiare il nuovo percorso, con continue piegate in luogo delle tradizionali diritture. Il Vocetka non ha grandi problemi sul percorso cross, offrendo buone impressioni a Kratochvil che lo porta subito nel vivo della manovra già al salto della fence. Tutto bene sulla famigerata curva a gomito che porta alle balle di fieno. Abbot Grey ancora davanti francobollato da Allycat, quindi subito Big Mago in anticipo su Shame e, a contatto, i due Locatelli. Sul terzultimo ostacolo della dirittura opposta a quella di arrivo, incomprensibilmente (manovra suicida), Dominik Pastuszka chiede a Shame il massimo sforzo. Il portacolori Olisova sfila la compagnia per vie interne e va ad assumere il comando delle operazioni sulla piegata finale, con all'esterno, bene in mano, Big Mago e, in terza corsia, Allycat. Shame entra in testa in dirittura di arrivo ma con la spia della riserva prossima a lampeggiare. “La punta di velocità di Big Mago” dopo il penultimo ostacolo vale la nuova posizione da leader “che dovrebbe, potrebbe, essere da padrone.” Prova la rincorsa, in terza, Allycat, troppo opaco per essere in forma. Non ci sono gli altri. Big Mago salta di slancio l'ultimo elemento e se ne va con facilità disarmante per le urla (questa volta molto più moderate di quando sconfisse lo sfortunato Drounais un paio di anni fa) della sua fedelissima groom. Su Shame piomba Allycat che va a prendersi la posizione d'onore a nove lunghezze dal Vocetka. Quattro, tre, sei sembrerebbe l'ordine di arrivo, ma attenzione... Crollo prestazionale di Shame negli ultimi cento metri con Abbot Grey e Opaleo che gli recuperano circa dieci lunghezze e col grigio della Statek Blata Cesky che rientra a Opaleo e lo accompagna in una pazzesca rimonta che vale il terzo e il quarto posto dei due sul mal gestito Shame, stampato in fotografia mentre è in preda ad allucinazioni di fantozziana memoria. Non pervenuto A Keen Sense che allunga la sua scialba serie negativa lontano dai primi piazzati.
Accoppiata 5 a 1, ippicaostacoli a segno. Dunque fa bene la vecchia aria di casa a Big Mago, un tempo allievo Giannotti in quel di San Rossore, che quando ritorna a Pisa dalla Cekia fa sempre sentire il suo forte nitrito. Seconda vittoria su tre uscite in quel di Pisa, in ostacoli. Nove vittorie in carriera, otto delle quali in Italia oltre che una nella sua nuova patria, ironia della sorte, proprio a Pardubice. Visionato al tondino ancora con qualche chilotto da smaltire, ci è parso più grosso di due anni fa a esempio, ha tuttavia dato una dimostrazione piuttosto netta, al cospetto di un valido avversario come Allycat (non male visivamente al tondino), tanto da poterlo candidare quale possibile pretendente al Duca d'Aosta. Glielo auguriamo, naturalmente, essendo uno dei due soggetti (l'altro è Notti Magiche) che ha tenuto a battesimo la nascita di questo blog e che quindi, anche per questo, ci fa sempre piacere veder correre, in primis, e poi anche vincere, ovviamente... Eh. Primo squillo ceko.

Un primo piano di BIG MAGO,
versione criniera SWEET MELON,
con la sua inseparabile e 
appassionata groom.
(Foto di Matteo Mancini).

Pausa con una riuscitissima prova in piano per cavalli di tre anni debuttanti dove si è assistito a un incredibile prova di prepotenza, per spavalderia e ritmo, del favorito numero sedici Tough and Fast. Partito lungo, già in curva, il baio da Alfred Nobel (che dovrebbe esser lo stallone maggiormente premiato, quanto meno se si considera il nome) ha inscenato un'impressionante retta di arrivo, dando l'illusione a Bella senz'Anima di poterlo andare a prendere a metà dirittura. Cavallo però di grandi mezzi, questa l'impressione, l'allievo di Giada Ligas ha applicato quella che io definisco la regola dei professionisti (da leggersi i missili) ovvero che quando gli arrivi in scia quelli ti allungano sempre e così Bella senz'Anima ha pagato lo sforzo per aver cercato di operare l'aggancio, l'avversario ha ulteriormente allungato andando a vincere di due lunghezze su Mr Business e Bibi Cipolla venuti a battere la femmina in zona traguardo.
Al tondino però, proprio nel giorno in cui Sandro Marannini ha rivelato il tentativo di organizzare una corsa per le vecchie glorie (sia fantini che gentleman che hanno allietato molte giornate della riunione nel passato), gli occhi sono tutti per il fantino in ostacoli dell'est di Pisa: il grande, per la simpatia e gli show che era solito regalare ai suoi fan (vari, nonostante i risultati non sempre eclatanti anche perché spesso accoppiato a soggetti non di prima fascia), Henryk Grzywna in veste di accompagnatore di Ficus Jode e Cristiano Di Stasio, lo vediamo sotto in foto (in un giorno in cui han trionfato ceki, polacchi e slovacchi, non potevamo non omaggiarlo essendo il fantino dell'est di casa). Ricordiamo ancora la sua prima vittoria in ostacoli, quel giorno eravamo in pista, con un'altra celebrità della pista (ormai allontanatasi dal mondo delle corse) ovvero Ettore Pistoletti col cavallo Ronting il 3.3.96 (ventuno anni fa, il sottoscritto aveva 14 anni e mezzo). Un solo piazzamento, fino ad allora, proprio in una debuttanti vinta da un certo Another Hawk (per il proverbiale: ma come hai fatto a metterci il falco...? del film seguito de Il Mio Nome è Nessuno), ma capace di sbaragliare il campo, dopo sette mancati piazzamenti, al debutto in siepi, nonostante un assurdo scarto finale a pochi metri dal palo, con un clamoroso errore su ippica.biz che segnala come 30 lunghezze il distacco dal secondo montato da Carletto Mirandola (uno che ne combinava una più di Corrado quello di Carletto, appunto...). L'ultimo successo marcato a Grosseto, il 21 aprile 2010, con Buonden, poi risentitosi dopo il traguardo, con i saluti e i festeggiamenti presso l'agenzia ippica di Tirrenia preceduti, dopo il traguardo, dal frustino al cielo a beneficio dei monitor. I ricordi più belli, credo, quelli con Germano, Lanoline (boato al tondino dopo un pazzesco secondo posto nel premio Amor, con un epilogo stile Vana Jr) e il suo Blu Wells (inizialmente rivitalizzato in siepi dopo imbarazzante carriera in piano). Prima di questi, una carriera in piano limitata dal peso, forse eccessivo, e un apprendistato nella fabbrica dei fantini di ostacoli di Pisa da Gladio Romano Cirini in compagnia di Nazzarri e un altro fantino che in siepi non era niente male ma la cui memoria rievoca tristi ricordi. Henryk leggendario.

HENRYK GRYZWNA
l'uomo tutto fare: fantino, groom e anche allenatore
con FICUS JODE
Presenza d'obbligo quando ci sono gli ostacoli a Pisa.
(Foto di Matteo Mancini).

Ed eccoci alla corsa più interessante della giornata, per gli ostacoli. Il Criterium d'Inverno (Gr.2). Otto al via dopo il ritiro di Panta Rhei. Forma smagliante per l'atteso polacco Santo Cerro che Wroblewski accompagna con gli occhi insieme a Jan Faltejsek, mentre sfila al tondino. Fisico asciutto, criniera stile Przewalskij meglio noto come cavallo di Mongolia, appare subito molto saettante. Simone Soldani, accanto al tondino, dice: “Bada come è bello”. Sopraggiunge anche il “tondinologo” della pista, che spesso e volentieri non sono quelli che vengono a fare da commento tecnico precorsa, ma sono quelli che restano nel settore distinti della gradinata, il quale afferma: “Sembra pronto...” Passa anche il “nostro” Prepotent, che si sofferma per una carezza proprio davanti alla nostra postazione in zona bar. Quota astronomica ingiustificata: 40 a 1. Addirittura estremissimo outsider, con un trattamento al gioco a nostro modo di vedere, se così si potesse definire, offensivo. È il polacco della Vocetka a calamitare il gioco in massa, e a fine prova a ben ragione. 2 a 1. Contro favoriti Queen Winkle a cinque e Amaranthus, malissimo (dati i due avversari che lo hanno battuto) in steeple nella prova d'Assaggio, ma qua atteso alla riscossa, lui che è stato (Santo Cerro permettendo e Prepotent valutando) il dominatore a tre anni. Fiducia oltre il consentito, a nostro modo di vedere, per Andorff a 57/10, comunque bello al tondino e accompagnato da una groom con capelli in tinta viola. Solo quinta scelta Giacalmarbar ad allettante 65/10, deluderà. A 12 l'ufo Rajadamri, in zona Saturno (piuttosto incomprensibilmente) gli altri due di Favero valutati come due ciuchi da strapazzo.
Ma veniamo alla corsa. Strapotere Santo Cerro, poco da dire. L'allievo di Wroblewski mette in chiaro una volta per tutte chi sia il leader della generazione e lo fa in una prova, per l'Italia, dall'alto valore tecnico Davvero applausi agli allenatori per aver dato vita a un Criterium d'Inverno meritevole del rango che gli è stato dato dagli organizzatori.
Santo Cerro subito davanti marcato da Prepotent. Ottimismo in tribuna da parte del sottoscritto che sperava proprio in una prova selettiva per vedere Prepotent alla dimostrazione di quanto sia stato sottovalutato da una compagnia che si fa prendere troppo dai risultati di una corsa senza valutare i contesti stagionali, le attitudini e gli schemi di gara, magari facendosi riempire l'occhio da chi appare bello e poi dopo viene disatteso dalla pista.
Bella l'andatura del Vocetka, braccato da Prepotent, sui primi anche Rajadamri con Josef Bartos un po' in difficoltà in questa apertura di stagione (una sola vittoria). Per vie interne Amaranthus e gli altri chiusi da Queen Winkle. Prepotent cucito ai fianchi di Santo Cerro all'attacco della curva di fondo a mano contraria, salta male però. Pastuszka riesce a riprenderlo, ma viene sfilato da Anima Mundi che opera in corsia esterna. Si scurva e si piega sulla diagonale discendente. Prepotent torna ad affiancare Santo Cerro, ma salta nuovamente male sul secondo elemento della diagonale mutuando il salto sopra evidenziato. Questa volta Pastuszka vola di sotto e lo imita anche Vana Jr. che cade dal portacolori della Al Pajari Stable in modalità fotocopia. Davvero un peccato, due protagonisti fuori dai giochi con i cavalli che sembrano non aver sofferto danni particolari. Santo Cerro imprime una secca accelerazione a cui risponde, inizialmente, il solo Anima Mundi (pagherà dazio). I due prendono quattro lunghezze a Rajadamri in posizione cuscinetto sugli avversari divisi da lui da egual distacco rispetto ai due fuggitivi. Anima Mundi, con bizzarro collo storto, va addirittura a passare Santo Cerro che Faltejsek da fantino molto esperto va a moderare per poi piazzare la seconda accelerazione. Scatti che fanno male ad Anima Mundi che inizia a esser montato prima ancora della curva finale. Viene sotto intanto Rajadamri, con vicino gli altri tre. Rajadamri, una rivelazione di questa corsa, si affaccia ai fianchi di Santo Cerro. Si alza di scatto dalla tribuna Paolo Favero che inizia a inneggiare: “Vai... Vai...” ma mentre Bartos spinge e manda, Faltejsek è glaciale nel suo immobilismo. Provano a fare l'arrivo anche Amaranthus e Andorff. Non c'è Giacalmarbar. Sull'ultima siepe, Falteisjek apre per la terza volta i rubinetti. Sentiamo Favero accennare un “No, no...”, ma signori, non ce n'è più per nessuno. L'arancio stellato piazza un tratto finale spaventoso in cui infligge otto lunghezze a un Rajadamri fin lì bellicoso e in grado di contenere Amaranthus, a testimonianza del valore del vincitore. Sparito alla distanza Andorff, peggio di lui Giacalmarbar, rallentato Anima Mundi. “Signori, questo è un signor cavallo... Né la neve, né l'inverno... non lo ferma nessuno! Santo Cerro vince da cavallo superiore... Niente da dire, e lo fa con il piglio del più forte, col piglio della preparazione, anche approssimativa, ma QUANDO SI E' FORTI FORTI, SI PUO' ANCHE AVERE UNA PREPARAZIONE NON AL CENTO PER CENTO, PER BATTERE DEI BUONI CAVALLI CHE, AL MOMENTO, NON VALGONO QUESTO SIGNOR CAVALLO” così Marannini, sempre colorito nelle sue cronache dal vivo, ma spesso centrato in termini di concetti espressi. Tempo di gara eccezionale: 4.04.70 (sulla linea di Sol Invictus, tanto per fare qualche nome, che chiuse con 4.04.30, ovvero il soggetto più ricco degli ultimi dieci anni in siepi e steeple esclusi), tre secondi in meno rispetto al tempo della 33° Gran Corsa Siepi di Pisa, disputata su medesima distanza, vinta dall'anziano El Calife arrivato dalla Francia col piglio del cavallo di Gruppo, ma solo con quello pur essendo un onorevole soggetto, e un secondo in meno rispetto al tempo della 32° Gran Corsa Siepi di Pisa vinta da Mentore (con proporzioni, sugli avversari, da uragano). Tempo che diviene ancora più brillante se si considera che è stato marcato da un quattro anni (dunque non ancora del tutto formato) contro gli anziani. Sul punto però mi piace ricordare il 4.09 siglato su terreno pesante dal più grosso saltatore italiano degli ultimi venti anni: Sharstar.
Cinque secondi in meno del Berlingieri di Queen Winkle, un secondo meglio di Africa Warm nella Corsa Siepi dei 4 Anni.
Torna a un piazzamento d'elite Amaranthus che consegna al suo allevatore Farina il primo premio allevatori di 6.500 euro che lo riporta in testa alla classifica con 7.500 euro, con vantaggio quasi di 4.000 euro sui secondi (Razza del Sole e Allevamento Il Tiglio).
Peccato per le cadute di Prepotent e di Queen Winkle, col primo che mi sarebbe piaciuto vedere dove sarebbe arrivato. Su Santo Cerro, nei prossimi giorni, ritorneremo con un'apposita scheda, intanto da Pescara arriva la voce, nella cinquina di giornata di Mister Zeman, dell'apertura di danze con una clamorosa rete di CERRI, non si sa se soprannominato “Santo”. Secondo squillo dei ceki: halò, halò, halò (come avevam messo nel campo e controcampo di presentazione).


Una carezza per PREPOTENT
bravo comunque, ma mi sarebbe
piaciuto vederlo sul podio.
(Foto di Matteo Mancini).

Prima di ammarirare i cavalli dell'ultima prova in ostacoli della stagione, la IV Gran Corsa Siepi Nazionale (Gr.1), restiamo in attesa. Si tratta di un tempo dilatato che viene interrotto dall'ingresso improvviso di un cavallo in contromano al tondino. "O cos'è... questo cavallo lo vendono?" dice qualcuno. Si tratta di un esemplare taurino, col collo inarcato e le zampe scoppiettanti, baio castagna, tutto inquadrato col petto possente. Non ha ne sella, ne mantellina o coprisella. Lo accompagna una ragazzina. Si tratta dello Stallone guest star della giornata, definito "la Potenza della Freddura": Frozen Power. Lo presenta la signora Romano del Centro Equino Arcadia e viene messa in palio una monta per un allevatore estratto a sorte tra i presenti.
Intanto, mentre manca all'appello il figlio di Caprera Red Shirt, ritirato da Paolo Favero, non è assente a Pescare il luogotenente di Zeman Caprari che firma una clamorosa doppietta per il cinque a zero del fanalino di coda. Ecco intanto che Frozen Power dopo esser entrato in pista e mostrato le sue grazie alla tribuna si appresta a lasciare spazio ai protragonisti del main event. "Match a due tra Roches Cross ed El Calife" preannuncia Vizzardelli, all'ippodromo in veste di esperto di ostacoli venuto giù da Milano. "No, Notti Magiche non è apparso scintillante, direi che è di secondo piano" aggiunge, nonostante la volta precedente, a ragione, lo avesse dato favorito per il curriculum. "L'ho anche scritto: dico un'incollatura tra Roches Cross ed El Calife in favore del ceko." Al tondino, occhi tutti sul francese e sul suo celebre fantino David Cottin, plurivincitore della classifica in Francia (terra eletta degli ostacoli). La vittoria a Pisa e un buon successo a Pau sembrano aver trasformato il sei anni, precedentemente scivolato nelle reclamare e acquistato in autunno a 11.000 euro, in un top category. Simone Soldani, che ci viene accanto al tondino, ci fa notare, a suo avviso, un'andatura un po' claudicante di Roches Cross. Gli rispondiamo che se Vana lo fa correre il cavallo starà bene, anche perché lo ha preparato proprio per questa corsa. Gli aggiungiamo poi, indicandogli il cavallo che sta sfilando davanti al favorito del campo: "Lo vedi quello lì davanti? Secondo me oggi risorge." Il riferimento va  a Notti Magiche, che indichiamo con cartelloni pubblicitari formato 10 metri per 10 di colore giallo quale nostro secondo e vera e propria unica concreta minaccia a Roches Cross. Facciamo di più, in modo all'apparenza spavaldo, stando appoggiati sulla ringhiera lato in cui i cavalli entrano in pista, proprio mentre il binomio francese si appresta a entrare in pista, dopo aver disatteso il primo richiamo di Piccioni pronto a guidare la sfilata, a voce alta (rischiando quindi una figuraccia di proporzioni bibliche e mettendoci la faccia), diciamo: "Notti Magiche, se sta bene, questo se lo mangia!" Simone Soldani ci guarda un po' divertito, con il suo mezzo sorriso da inglese della costa orientale e la testa al caldo dell'immancabile berretto con cui frequenta gli ippodromi.
I cavalli entrano in pista. Marannini, giustamente, afferma che le corse dei cavalli, specie quando ci sono i gran premi, sono come le partite di calcio: "Si deve venire all'ippodromo per gustarsi tutto lo spettacolo." E ha ragione. Guardiamo con trepidazione la prova di Roches Cross, a cui abbiam dedicato con un mese perfetto di anticipo la scheda omaggio. Una vittoria di El Calife o di Notti Magiche (a cui comunque contiamo di stendere un ritratto per i suoi numerosi piazzamenti d'elite) ci costringerebbe a rimetterci a lavoro.
Come in un film ci ricolleghiamo all'antefatto con cui abbiam iniziato l'articolo. Saliamo in tribuna, facendo lo slalom nel tratto che va dal tondino alla scalinata. Notiamo anche Paolo Favero, che aggiriamo come un Furuseth della situazione insieme ad altri spettatori che fungono da ipotetici paletti (c'è anche un consigliere comunale che ha un cognome da allenatore dei massimi livelli ma anche di un Wrestler che è nato il mio stesso giorno di compleanno), e andiamo a prendere il posto estremo della balconata proprio in linea sul palo. Va in tribuna anche Favero, con posizione modificata e in veste di spettatore. C'è pure Ostanel da qualche parte e molto generoso di sorrisi e risate nel corso della giornata. Christian Ghiotti al tondino in veste di osservatore.
La corsa è uno show ceco. Roches Cross beve i 4.000 metri da un capo all'altro protetto da Mister Westminster. Restano in coda El Calife e Notti Magiche, i due grandi rivali della 33° Gran Corsa Siepi di Pisa. El Calife prova a fare la voce grossa sulla curva di fondo presa a mano contraria, ma Vana Jr lo respinge. Cottin allora lo tiene in seconda, per poi esser superato da Mister Westminster sulla curva della segreteria. Sulla seconda siepe della dirittura opposta a quella di arrivo muove dalle retrovie Thomas Garner, l'altro debuttante sulla pista (insieme a Jolibert e Cottin) e va in anticipo sul francese che si fa un po' chiudere dai tre ceki. Scivola in coda Mentore. Sulla piegata finale Mister Westeminster si porta sui fianchi di Roches Cross, sbaglia il salto El Calife che perde qualcosa da Notti Magiche. Notti Magiche e Mister Westminster già chiamati al maggiore impegno, sempre in mano invece Vana jr. Penultimo ostacolo, tende a piantarsi El Calife per la cocente delusione di Vizzardelli. "Prova con la frusta a destra, ora, Cottin, ma il francese non risponde più ai comandi". Roches Cross è ancora in mano mentre allunga dai compagni di allenamento, con un coraggioso Mister Westminster che prova a serrare sotto in anticipo su Notti Magiche. Si gira Vana jr a controllare gli avversari. Sull'ultima siepe Vana deve chiamare Roches Cross all'impegno perché si presenta cattivo Notti Magiche che da quasi l'impressione di poterlo agguantare, ma il campione uscente risponde in modo dirompente e stacca dall'avversario con un impietoso divario di sette lunghezze. A circa quattordici lunghezze El Calife. Poc'altro da aggiungere se non il canonico triplo "ROCKY, ROCKY ROCKY" con Roches Cross che si avvicina sempre più, in famiglia, al record di somme vinte in ostacoli dal più ricco figlio di Whipper ovvero Rock the Race. Subito dopo, come nella prima delle due giornate dei gran premi, arriva la vittoria di RockAroundTheClock che vince il premio principale in piano: l'handicap limitato Renzoni.

Jan Faltejsek sale su
SANTO CERRO
(Foto Matteo Mancini).

Uno sguardo a questo punto alle classifiche per un sunto di fine stagione a Pisa. Sessantasei cavalli ammirati in ostacoli su un totale di quindici corse, un terzo dei quali presentati da Favero. Tredici i cavalli sellati dal duo Romano e Saggiomo, contro i quindici di Vana sr. I tre top trainer dunque a costituire il 74% dell'intero movimento. Viene quindi un po' da sorridere quando si sente dire che si respira aria nuova. C'è caso mai da complimentarsi con la consueta sorpresa femminile, ogni anno diversa, che riesce nell'impresa di turno. Quest'anno dopo Ilenia Nero (nel 2015) e Laura Marinoni (nel 2016) è toccato a Silvia Casati che disponendo di due cavalli ha corso quattro prove e ha vinto una pattern race. Vittoria anche per il coriaceo Christian Ghiotti, che fa acrobazia per stare al passo con i grandi, con mezzi neppure paragonabili ai tre top, poi graditissimi successi stranieri di Lageneste e Wroblewski venuti a nobilitare i meeting dei gran premi. Una vittoria anche per il debuttante Grasso Caprioli.
Tredici i cavalli vincitori (si sono ripetuti i soli Roches Cross e Recently Acquired). Grosse novità nelle classifiche dove deludono oltre ogni previsione Paolo Favero, ma soprattutto Josef Bartos. L'allenatore di Sinigo, forse penalizzato dalla scelta di fare il su e giù da Merano anziché stazionare in zona (con tutte le problematiche relative agli spostamenti ma soprattutto alle piste per i lavori), ha vinto in sodalizio con Arnaldo Bianco (causa squalifica) "solo" tre corse, nessuna prova principale (penso che a Pisa erano decenni che non succedeva). Dato precipitato rispetto al 2016 (anno già di magra) del 50%. Dati che fanno più che preoccupare, anche perché Vana sembra sempre più presente. Ne ha approfittato proprio il maestro ceco che ha fatto il suo record di presenze, prendendo parte a 14 delle quindici prove (come Favero), vincendone cinque (una in meno rispetto a quelle di Favero del 2016) con una doppietta e la prima tripletta della sua storia in Italia. Medaglia di bronzo per Raf Romano con due vittorie. Solo un successo per Josef Bartos, che aprì l'inizio di stagione del 2016 con quattro vittorie. Si aggiudica allora la classifica di riunione Vana jr con quattro successi, davanti a Romano e Columbu con due vittorie a testa. Neppure sul podio il trionfatore delle ultime tre classifiche italiane di settore.
Proseguono le rivoluzioni nella classifica proprietari. Favero, che risulta lontano nella graduatoria perché impossibilitato a correre con i propri colori, è comunque finito scalzato per mano della Jasna che ha conquistato 31.800 euro davanti al cresciutissimo Josef Aichner (quest'anno atteso alla sua migliore stagione, dopo il passaggio con Vana) con 27.880 euro. Terza la giovane Olisova, da leggersi in società con Favero, di poco davanti a Vocetka e ad Al Pajari Stable. Crollata, ma quasi del tutto assente (tre corse), la Magog (seconda forza nello scacchiere negli ultimi anni) in tredicesima posizione con appena 6.800 euro di incassi.
Abbiam già parlato degli allevatori.
Tra gli stalloni si conferma la sorpresa Gladiatorus , che sale al terzo posto dietro a Whipper e Sorbie Tower.
Questo è tutto appuntamento a Treviso dove noi, forse per la gioia di alcuni, non saremo più presenti al tondino (ne riparleremo tra un anno per questo).

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